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Progetto Impianto fotovoltaico da 3,6 MWp

“FARFA 3,6 MWp”


nel comune di Castelnuovo di Farfa (RI)

ANALISI RICADUTE SOCIALI,


OCCUPAZIONALI ED ECONOMICHE

PROGETTISTI:
ING. UGO V. ROCCA
ING. NICOLALESSANDRO ROCCA

COLLABORAZIONE:

ING. MANUEL CERFEDA

Rev. novembre 2018

RESIT Srl – Lungo Tevere Flaminio 74, 00196 ROMA


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Sommario
1. Premessa ................................................................................................................................................................ 3
2. Assetto sociale del Comune di Castelnuovo di Farfa (RI) ..................................................................................... 3
3. Ricadute sociali dell’intervento ............................................................................................................................. 5
4. Ricadute occupazionali ed economiche ................................................................................................................. 7

Analisi ricadute sociali, occupazionali ed economiche Farfa 3,6 MWp


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1. Premessa
Il seguente studio ha per oggetto l’analisi delle ricadute sociali, occupazionali ed economiche inerenti la realizzazione
dell’impianto fotovoltaico di potenza nominale pari a 3,6 MWp, denominato “FARFA 3,6 MWp”, sito nel Comune di
Castelnuovo di Farfa (RI).
Gli eventi degli ultimi anni, legati ai problemi ambientali e più in particolare all’approvvigionamento di energia, hanno
indotto nella popolazione una crescente sensibilità verso tali problematiche: in particolare, è cresciuta la consapevolezza
che un’attività come quella proposta dal progetto esce dalla logica dello sfruttamento del territorio per privilegiare la
produzione di nuove fonti di produzione di energia pulita con processi che sfruttano le risorse naturale proveniente dal
sole.
D’altra parte si ritiene che non vi possano essere opposizioni particolari, considerato che gli impatti ambientali generati
dalla presenza dell’impianto sono quasi nulli e concentrati nella fase di cantiere.

2. Assetto sociale del Comune di Castelnuovo di Farfa (RI)


Il Comune di Castelnuovo di Farfa, di circa 9,03 kmq di superficie, ha una popolazione registrata dal censimento Istat
del 2016 di 1.066 abitanti, distribuiti in circa 506 nuclei familiari su 558 abitazioni e risulta caratterizzato da una densità
abitativa media di 118,55 abitanti per kmq. Nella tabella successiva si sintetizzano alcuni dei principali indicatori socio-
demografici (fonte: censimento ISTAT 2016) per il comune in esame:

Popolazione del comune di Castelnuovo di Farfa 2001-2016 (fonte: www.comuni-italiani.it)

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Andamento della evoluzione dei residenti del comune di Castelnuovo di Farfa 2001-2016
(fonte: www.comuni-italiani.it)

Popolazione del comune di Castelnuovo di Farfa 1861-2016 (fonte: www.comuni-italiani.it)

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Andamento demografico del comune di Castelnuovo di Farfa 1861-2016 (fonte: www.comuni-italiani.it)

3. Ricadute sociali dell’intervento


I potenziali impatti dell’intervento proposto sono maggiormente concentrati nella fase di cantierizzazione e dismissione,
in quanto è previsto l’apporto di un numero di operazioni e di personale elevato. In queste fasi i possibili impatti sono
collegati all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore, polveri e vibrazioni. Tuttavia,
essi sono limitati nel tempo. Durante la fase di esercizio invece non si riscontra alcun rischio o impatto sulla salute
dovuto alla presenza dell’impianto fotovoltaico.

Considerando l’area interessata dall’intervento proposto, essa è esente da vincoli ed ha una destinazione urbanistica di
tipo agricolo. Anche i terreni nell’intorno del sito sono utilizzati per attività agricole, con colture a seminativi.
Trattandosi di un’area ad uso prevalentemente agricolo, la densità abitativa è molto bassa; il contesto insediativo è
caratterizzato da abitazioni isolate o aziende a carattere agricolo.

L’esercizio dell’opera in oggetto pertanto non comporta rischi rilevanti alla salute pubblica ed alla sicurezza, ma
piuttosto potrà avere un impatto positivo in riferimento al bilancio energetico ambientale prodotto e di ricaduta sulla
salute della popolazione.

Il traffico presente nella zona oggetto di studio è scarso poiché il territorio circostante è destinato esclusivamente ad
attività agricole. L’intervento progettuale non comporterà aumenti significativi di traffico poiché sarà limitato alle
normali operazioni di costruzione e dismissione. I disagi temporanei eventualmente avvertiti dalla popolazione in fase
di cantiere, dovuti ad un incremento del traffico veicolare dei mezzi pesanti, con conseguente incremento di emissioni
polverose e di rumori, possono essere mitigati con una adeguata pianificazione del traffico di cantiere e dei tempi
necessari per la realizzazione degli interventi. Pertanto l’impatto risulta essere di bassa significatività e di breve durata.
Al fine di minimizzare tale disturbo, laddove possibile si utilizzerà la viabilità preesistente l’intervento.

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A livello di inquinamento acustico, come già accennato, i disturbi sonori sono rilevabili, con bassa significatività, solo
per le attività di costruzione e dismissione. La scarsa densità abitativa rende le emissioni di rumore e vibrazioni tali da
non arrecare nessun impatto importante sulla popolazione. In fase di esercizio, l’impianto non emette alcun rumore.

La componente relativa all’ambiente idrico ed al suolo e sottosuolo non subiranno variazioni o alterazione tali da
provocare un rischio per la sicurezza della zona.

L’opera da realizzare, nella sua fase di esercizio, inciderà sul sito esclusivamente in termini di occupazione di suolo e di
modifica delle condizioni visuali e percettive del medesimo. Come misure di mitigazione artificiali sono previsti la
realizzazione delle opere accessorie, quali le cabine, con materiali e colori tipici della zona, e l’esecuzione di opere di
compensazione attraverso il ripristino delle aree interessate dal progetto. È da ritenersi trascurabile anche il fenomeno
dell’abbagliamento, stante le caratteristiche progettuali proposte (inclinazione dei pannelli contenuta e superficie non
specchiata).

Per quanto riguarda le emissioni atmosferiche generate, durante la fase di esercizio dell’impianto esse sono nulle,
mentre quelle legate alla costruzione e dismissione sono da considerare trascurabili. Durante le fasi di costruzione e
dismissione le emissioni gassose sono limitate alle sole attività di trasporto, montaggio e dismissione del cantiere e
l’aumento di inquinanti è dovuto agli scarichi dei mezzi di trasporto.

L’impianto solare non emette nessun tipo di sostanza gassosa; anzi, l’energia elettrica prodotta dagli impianti
fotovoltaici sostituisce l’energia elettrica prodotta da impianti “tradizionali” a combustibili fossili, evitando in questo
modo le emissioni di gas serra e la sottrazione di materia prima. L’impatto è quindi notevolmente positivo sulla salute
pubblica. Inoltre, la semplicità, affidabilità e maturità, data dalla natura stessa dell’opera in oggetto, ha un importante
impatto positivo in termini di sicurezza e risparmio energetico. Il fatto stesso che si produce energia elettrica senza
scambio con energia meccanica, quindi senza nessun movimento, permette un notevole risparmio sia in termici di
bilancio energetico sull’ambiente che in termini di rischio per la salute pubblica e dei lavoratori.

La produzione di energia elettrica mediante combustibili fossili, primo fra tutti il petrolio, comporta l’emissione di
sostanze inquinati e di gas serra. Tra questi gas il più rilevante è l’anidride carbonica CO2 ritenuta la principale
responsabile dell’aumento del fenomeno “effetto serra”. La SO2 (anidride solforosa) e gli NOx (ossidi di azoto) sono
estremamente nocivi sia per la salute umana che per il patrimonio artistico e naturale, essendo le principali responsabili
del fenomeno delle “piogge acide”. I benefici ambientali ottenibili dall’adozione di sistemi fotovoltaici sono
proporzionali alla quantità di energia prodotta, supponendo che questa vada a sostituire dell’energia altrimenti fornita da
fonti convenzionali. L’impianto in oggetto genera un quantitativo di energia elettrica pari a circa 5.652,00 MWh/anno e
pertanto consentirà di evitare l’emissione in atmosfera di circa 7,91 t/anno di SOx, 10,74 t/anno di NOx e 3.956 t/anno di
CO2.

Inoltre, producendo sul posto di consumo energia dal sole, l’impianto consentirà di evitare di importare combustibili
fossili per fini di generazione termoelettrica. Stante la produzione attesa pari a circa 5.652,00 MWh/anno, l’impianto
determinerà un risparmio di energia fossile di 1.243 Tep/anno. In altre parole, per ogni anno di funzionamento
dell’impianto sarà evitato l’acquisto e l’uso di 1.243 tonnellate di petrolio. La produzione di energia elettrica da fonte

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fotovoltaica concorrerà inoltre alla riduzione della dipendenza energetica dall’estero, alla diversificazione delle fonti
energetiche ed alla delocalizzazione della produzione.

4. Ricadute occupazionali ed economiche


Uno degli impatti positivi è rappresentato dall’incremento dell’attività economica ed occupazionale della zona,
conseguibile mediante l’utilizzo di manodopera locale e di piccole aziende del posto, non solo nella fase di
realizzazione dell’impianto ma anche durante la fase di funzionamento e manutenzione dello stesso.
Infatti, durante la costruzione della centrale e durante la successiva gestione dell’impianto ci si avvarrà preferibilmente
di aziende, personale tecnico e mano d’opera locale, per quanto compatibile con le attività e mansioni da svolgere.
Per le fasi delle lavorazioni occorrerà, in totale, un numero di personale quantificabile in 40 operai e/o tecnici
specializzati per un arco temporale di circa 9 mesi. Per la fase di esercizio/gestione dell’impianto, invece, si prevede di
impiegare due unità di lavoro (tecnici specializzati).
Per la realizzazione di tutte le altre opere (opere civili e strutture meccaniche di supporto, nonché materiali da
impiegarsi durante le lavorazioni) si farà riferimento preferibilmente a ditte locali presenti sul territorio. In particolare,
me in fase di gestione operativa dell’impianto ci si rivolgerà a manodopera qualificata locale per la gestione tecnica.
L’impianto a regime offrirà lavoro in ambito locale:
- a personale non specializzato per le necessità connesse alla guardia, la manutenzione ordinaria per il taglio
controllato della vegetazione, la pulizia dei pannelli;
- a personale qualificato per la verifica dell’efficienza delle connessioni lungo la rete di cablaggio elettrico;
- a personale specializzato per il controllo e la manutenzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche di
trasformazione dell’energia elettrica.

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