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Antonio Cappuccitti

Tessuti e centralit
nella morfologia urbana
di Roma

ARACNE
Copyright MMVI
ARACNE editrice S.r.l.

www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it

via Raffaele Garofalo, 133 A/B


00173 Roma
(06) 93781065

ISBN 978885480907-9

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,


di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie


senza il permesso scritto dellEditore.

I edizione: dicembre 2006


5

Indice

Introduzione. Tessuti e centralit nella morfologia urbana di Roma 7

Capitolo primo

Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana

1.1 Gli obiettivi di base della ricerca 11


1.2 Il metodo e le categorie di lettura 12
1.3 Le scansioni storiche: motivazioni della scelta 15
1.4 Roma. Generatori morfologici e impianti generatori 17
1.5 Morfologia e principi insediativi. Strutture urbane 20

Capitolo secondo

Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero

2.1 Spazi funzione: obiettivi e modalit di analisi 45


2.2 Roma. Gli spazi e le funzioni del tempo libero in tre epoche 46
2.3 Piazza Navona 50
2.4 Foro Italico 60
2.5 Villaggio dei divertimenti The Village 70

Capitolo terzo

Le misure

3.1 Misure di Tessuti e Forme aperte:


elementi di una lettura diacronica 81
3.2 Schede di misura di parti urbane morfologicamente omogenee 83

Riferimenti bibliografici 109


7

Introduzione

Tessuti e centralit nella morfologia urbana di Roma

Questo libro illustra sinteticamente alcuni dei risultati di un percorso di ricerca


concernente diversi aspetti della morfologia urbana di Roma, nel quale lautore si
impegnato presso il Dipartimento di Architettura e Urbanistica per lIngegneria
dellUniversit degli Studi di Roma La Sapienza.
Si tratta di contributi elaborati nellambito della partecipazione a due ricerche
universitarie di interesse nazionale, coordinate da Elio Piroddi, incentrate sullo
studio dei caratteri della forma urbana e degli usi della citt che nel tempo storico
esplicano un peculiare potenziale morfogenetico nei confronti dellassetto fisico
dei sistemi insediativi. La prima ricerca, svoltasi a partire dal 1999, aveva come
titolo Morfogenesi dello spazio urbano. Storia, usi, progetto; la seconda, che si
svolta in continuit con la prima e con lobiettivo di approfondirne i temi trattati
e gli obiettivi, si intitolata invece Costruzione di un Atlante dello spazio urbano
in Italia.
Entrambe le suddette ricerche, delle quali si sintetizzano i principali obiettivi
pi avanti, si sono caratterizzate per un metodo di analisi e sperimentazione che
ha visto impegnate le unit operative di nove diverse Universit italiane1 nella ri-
cerca comune di itinerari metodologici, categorie di lettura e forme di rappresen-
tazione dei risultati tesi a favorire lanalisi comparata di fatti urbani e caratteri
morfologici delle nove rispettive citt di appartenenza, a partire da una serie di
analisi sui rispettivi contesti urbani operate sulla base di criteri unificati.
Il contributo che viene qui esposto illustra momenti di ricerca esperiti
nellambito del coordinamento nazionale delle due ricerche posto in atto
dallunit di Roma, al quale lautore della presente pubblicazione ha collaborato.
I testi e gli elaborati esposti, in questo senso, costituiscono lesito di una azione
iterativa di sperimentazione e confronto che ha portato in una prima fase
allindividuazione di percorsi e griglie di lettura unificati per le diverse sedi, e
quindi, in un secondo tempo, alleffettuazione di studi mirati sulle specificit del
singolo caso urbano, nella prospettiva di unanalisi comparata conclusiva estesa
ai nove casi urbani di studio.
Una parte delle sintesi e degli elaborati qui illustrati destinata ad essere com-
presa, opportunamente integrata, nella pubblicazione conclusiva dei risultati delle

1
Le ricerche Morfogenesi dello spazio urbano. Storia, Usi, Progetto e Costruzione di un Atlante
dello spazio urbano in Italia hanno impegnato nove unit di ricerca di altrettante sedi universitarie. Il re-
sponsabile nazionale stato Elio Piroddi, i responsabili locali sono stati: Fabio Bronzini (Ancona), Franco
Selicato (Bari), Roberto Busi (Brescia), Giancarlo Deplano (Cagliari), Paola Di Biagi (Ferrara per la sede
di Venezia), Paolo Giovannini (Firenze), Bruno Gabrielli (Genova), Pier Paolo Balbo di Vinadio (Reggio
Calabria), Claudia Mattogno (Roma).
8

suddette ricerche di interesse nazionale. La presente pubblicazione da intender-


si, quindi, come una sintesi in progress dei risultati concernenti gli specifici
campi di ricerca indagati dallautore, nellambito delle suddette iniziative di ri-
cerca di interesse nazionale.

La morfologia urbana di Roma stata analizzata da punti di vista diversi e


complementari, in modo congruente con il sistema degli obiettivi comuni delle
due ricerche che viene esposto sinteticamente nel primo capitolo.
Una prima parte della ricerca, della quale si tratta nel primo capitolo, ha ri-
guardato lanalisi dei tessuti insediativi e della struttura urbana della citt,
nellottica di porre in evidenza nelle sue peculiarit i caratteri e le mutue correla-
zioni tra queste due componenti fondamentali della forma urbana, e in particolare
levoluzione di detti caratteri nel corso del tempo storico. Questa parte della ri-
cerca, di carattere propriamente morfologico, ha richiesto come momento iniziale
lindividuazione di un metodo e di categorie di lettura espressamente mirati alla
comparazione delle peculiarit delle forme urbane di contesti diversi.
Direttamente connessa a questa prima azione di ricerca, incentrata su aspetti
morfologici e strutturali di scala urbana, stata lelaborazione di misure urbane
applicate ad un campione significativo di tessuti urbani e di altri tipi di forme in-
sediative. Queste misure, sintetizzate in schede delle quali si riporta un campione
nel terzo capitolo, hanno consentito di porre in rilievo diversi aspetti quali-
quantitativi della forma urbana, che rivestono una particolare rilevanza
nellevidenziare i mutamenti delle forme e dei principi insediativi nel tempo e i
rapporti caratteristici tra spazio pubblico e spazio privato della citt in epoche di-
verse.
Una seconda parte della ricerca, trattata nel secondo capitolo, ha riguardato lo
studio di particolari funzioni urbane, caratterizzate tipicamente nel tempo storico
da un peculiare potenziale morfogenetico nei confronti della conformazione
dellinsediamento urbano, e contraddistinte da un elevato contenuto di socialit
nellambito della cultura della citt (funzioni religiose, civiche, culturali, com-
merciali, ricreative).
Vengono qui illustrati sinteticamente, in particolare, alcuni dei risultati di ri-
cerca concernenti una delle suddette funzioni morfogenetiche, la funzione ricrea-
tiva, che stata analizzata nellambito dello studio di un campione significativo
di spazi urbani rappresentativi di epoche diverse. Lanalisi diacronica dei caratte-
ri della funzione urbana stata operata parallelamente allo studio degli spazi ur-
bani che nel corso della storia hanno ospitato detta funzione, coerentemente con
gli obiettivi di base delle due ricerche di interesse nazionale, tesi ad una lettura
del nesso che lega alcuni particolari contenuti funzionali della citt con i caratteri
morfologici degli spazi urbani e dellevoluzione nel tempo di questo nesso.

Roma, ottobre 2006


Capitolo Primo

Invarianti territoriali, morfologie insediative,


struttura urbana

1.1 Gli obiettivi di base della ricerca


1.2 Il metodo e le categorie di lettura
1.3 Le scansioni storiche: motivazioni della scelta
1.4 Roma. Generatori morfologici e impianti generatori
1.5 Morfologia e principi insediativi. Strutture urbane
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 11

1. Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana

1.1 Gli obiettivi di base della ricerca

I contributi di ricerca che vengono illustrati in questo libro si inquadrano nella


ricerca di interesse nazionale Morfogenesi dello spazio urbano. Storia, usi, pro-
getto, svoltasi a partire dal 1999 e coordinata da Elio Piroddi.
Come si evidenziato nellintroduzione, la ricerca ha impegnato nove unit
operative di diverse sedi universitarie italiane, che hanno svolto analisi e studi
sulle rispettive citt di appartenenza adottando la metodica dellanalisi comparata
sul campo, e si imperniata su una lettura diacronica della morfologia delle nove
citt articolata su due differenti scale: quella della struttura urbana e delle parti
riconoscibili alla dimensione urbana come morfologicamente omogenee, e quello
di alcuni spazi e forme urbane strutturanti, generati da tipi particolari di funzioni
urbane caratterizzate da elevato grado di permanenza nella storia e da peculiari
potenzialit morfogenetiche sulla forma della citt. Il presente capitolo riguarda il
primo dei due campi di ricerca citati, ed illustra nello specifico una serie di azioni
e risultati di ricerca concernenti la morfologia urbana della citt di Roma.
La prima parte della ricerca Morfogenesi dello spazio urbano ha riguardato
una lettura della forma alla scala dellintera citt, e si basata in particolare sul
riconoscimento di parti urbane omogenee per conformazione e caratteri dei tessu-
ti edificati, e sullindividuazione del sistema dei luoghi centrali e delle relazioni
urbane strutturanti. Questa parte della ricerca ha compreso inoltre una serie di
misure su campioni significativi di tessuto urbano, concernenti indicatori e para-
metri dimensionali, di conformazione interna, di densit, di relazioni quantitative
tra spazi privati e pubblici.
Questa lettura della struttura urbana e del sistema delle parti morfologicamente
omogenee, come anche la seconda parte della ricerca, ha inteso porre in evidenza
la processualit diacronica dei fatti urbani analizzati, ed stata riferita, per que-
sto, a tre diverse epoche definite convenzionalmente come premoderna (la citt
costruita fino allUnit dItalia), moderna (dallUnit al 1945) e contemporanea.
Nelloperare letture di scala urbana, e tese ad individuare le relazioni tra in-
sieme delle parti urbane omogenee e struttura della citt, nonch levoluzione
diacronica di dette relazioni, la ricerca si posta lobiettivo di base di evidenziare
principi insediativi ed evolutivi peculiari della forma della citt, ponendo in rilie-
vo caratteri e modalit dei diversi processi descritti, nellottica di una compara-
zione di casi urbani notevoli destinata a concludersi con la pubblicazione coordi-
nata dei risultati relativi ad ognuna delle nove citt.
12 Capitolo Primo

1.2 Il metodo e le categorie di lettura

Le azioni di ricerca esperite sono state finalizzate, nella fase di elaborazione


preliminare e di analisi della morfologia urbana, alla costruzione di quadri per
una lettura sinottica di differenti elementi e aspetti costitutivi della citt fisica:
Parti urbane morfologicamente omogenee, classificate in base a distinzioni re-
lative alla conformazione dei rispettivi tessuti (grana, modularit, complessit,
forma dimpianto correlazioni tra le parti costitutive ecc.);
Assi infrastrutturali caratterizzati da valenza strutturante per la forma urbana, e
distinti in Assi di livello territoriale, urbani primari, urbani secondari, ferrovie;
Centralit urbane, distinte in base ai criteri dello specifico carattere e contenu-
to (Centralit funzionali, morfologiche, ambientali, miste), del rango (di livello
territoriale, di settore urbano, locali), della conformazione (Centralit puntuali,
luoghi centrali lineari - Assi commerciali o direzionali -, invasi spaziali, emer-
genze edilizie speciali).

La classificazione delle Parti urbane morfologicamente omogenee ha posto in


rilievo il sistema insediativo della citt nelle peculiarit morfologiche di carattere
estensivo delle sue forme costitutive.
La lettura del sistema degli assi e delle centralit, invece, ha consentito di por-
re in evidenza i caratteri della Struttura urbana, della quale dette componenti del-
la citt costituiscono gli elementi costitutivi.
Di queste due componenti fondamentali della forma urbana, le Parti urbane
morfologicamente omogenee e la Struttura urbana, sono stati analizzati i caratteri
morfologici e le mutue correlazioni, ma soprattutto levoluzione diacronica nel
tempo storico.

La scelta della scala di lettura per lanalisi generale della morfologia urbana
(1 : 10.000 per la citt pre-moderna, 1 : 25.000 per la citt moderna e contempo-
ranea), ha costituito unipotesi operativa di base determinante per la selezione del
quadro delle categorie danalisi, e si basata sullobiettivo di unanalisi morfolo-
gica tesa ad una lettura sia delle specificit morfologiche generali di tessuti, parti
ed elementi urbani che dei nessi di struttura di questi alla scala urbana.

Per quanto riguarda il metodo operativo adottato nellelaborazione dei quadri


di analisi, quindi, si proceduto nellordine allindividuazione delle parti morfo-
logicamente omogenee, delle centralit e degli assi strutturanti. La parte relativa
alle centralit, in particolare, stata accompagnata dallanalisi comparativa di di-
versi rilevanti studi e ricerche su Roma e sullArea romana riguardo a questo te-
ma (in particolare: studi storici sulla forma urbis vedi riferimenti bibliografi-
ci a pag. 110 , analisi morfologiche e proposte di assetto policentrico dellArea
metropolitana di Roma elaborate da diversi Autori, esposte in particolare in
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 13

AA.VV., IRSPEL: Libro bianco sullArea romana, Roma 1990; Ricerca sulle
microcitt del Comune di Roma CRESME: Centralit, nuove municipalit, i-
dentit - anno 1995, USPR - Comune di Roma, 1996; Studi sul sistema delle
centralit esistenti e di progetto elaborati nellambito della formazione del Nuovo
Piano Regolatore adottato nel 2003, altri studi e ricerche).

Per quanto attiene alle classificazioni delle Parti urbane morfologicamente


omogenee, per ottenere distinzioni chiare ed univoche si effettuata la lettura in
base a due macro-categorie principali di analisi: Tessuti e Forme aperte, con i
seguenti significati delle due espressioni.
Tessuto urbano: forma insediativa nella quale riconoscibile una stretta con-
gruenza tra impianto viario e trama edilizia, che non si limita alla giustapposizio-
ne ordinata tra trama viaria, isolati e lotti, ma che si evidenzia anche nel fatto che
gli assi stradali e gli assi di giacitura dei corpi edilizi sono prevalentemente paral-
leli.
Forme aperte: forme insediative prive della complementarit morfologica
trama viaria - edificato caratteristica del tessuto, perch lidea di citt sottesa al
progetto unitario delle parti stata programmaticamente in antitesi con
limpianto a tessuto della tradizione urbana, oppure perch nello sviluppo pro-
gressivo e per singoli isolati andato perduto il rapporto di tradizionale comple-
mentarit di forma tra strada ed edificio.
In base a questa accezione, si sono classificate senza ulteriori distinzioni entro
la categoria di lettura forme aperte morfologie insediative anche sostanzialmente
diverse, dalle parti basate su progetti unitari di derivazione funzionalista fino alle
estese parti urbane caratteristiche delle periferie consolidate che si caratterizzano
talvolta per una conformazione anche regolare della trama viaria, ma per un a-
spetto composito ed irregolare delle aggregazioni edilizie.
Articolate distinzioni, al contrario, sono state operate per le parti urbane classi-
ficabili entro i tessuti. In questo caso, la distinzione tra le diverse tipologie di
forme insediative ha compreso la classificazione sulla base di due aspetti fonda-
mentali: la morfologia generale dimpianto e la grana dei tessuti.
La morfologia dimpianto descrive sinteticamente i differenti modi con i quali
il reticolo viario disegna isolati e lotti nei quali si dispone la trama edilizia, che
potremmo sintetizzare con limpiego di un limitato numero di aggettivi ed e-
spressioni:
Intricato compatto. Esiste diretta complementarit tra trama edilizia e spazio
della circolazione e collettivo (tessuto compatto). La conformazione planime-
trica irregolare e non riconducibile al modello geometrico del reticolo.
Reticolare. La conformazione della trama viaria ed edilizia mostra la presenza
di un reticolo. Potranno essere classificati con questo aggettivo sia tessuti ca-
ratterizzati da spiccata regolarit geometrica del reticolo (intendendo quindi
14 Capitolo Primo

laggettivo reticolare come sinonimo di modulare) sia tessuti meno regolari


nei quali il reticolo non deriva dalla giustapposizione di un modulo.
Radiocentrico. La presenza di una polarit/centralit morfologica determina
la conformazione polarizzata del tessuto.
Organico. La conformazione a flessi e priva di modularit geometrica della
trama viaria mostra comunque complementarit tra spazio della strada e lotti
edificatori.
Composito. Il tessuto si presenta unitario e compiuto nella dimensione e
nellimmagine complessiva, ma composto al suo interno da parti caratteriz-
zate da morfologie dimpianto e da grane dimensionali diverse, la dimensione
delle quali non consente di effettuare pi minute distinzioni alla scala nella
quale effettuiamo lanalisi. E il caso, ad esempio, di insediamenti esito di un
progetto unitario ispirato al recupero della forma - tessuto, nei quali stata
deliberatamente ricercata una peculiare e riconoscibile tematizzazione morfo-
logica delle diverse parti costitutive del tessuto.
Frammenti di tessuto. Parti urbane compiute che si configurano come ele-
menti dotati dei caratteri morfologici tipici del tessuto quanto a rapporto tra
edificato e trama viaria, ma la cui ridotta estensione non consente di parlare
propriamente di tessuto. E il caso, ad esempio, di parti compiute che si pre-
sentano con limmagine caratteristica di elementi modulari di tessuto, i quali
non si ripetono iterativamente nel territorio in una trama un numero di volte
sufficiente a costruire un tessuto.
Per quanto riguarda le aree della citt occupate da edifici e complessi specializza-
ti per grandi attrezzature e da edifici e complessi produttivi e commerciali, si
proceduto ad una classificazione basata semplicemente sui detti contenuti fun-
zionali, per quanto queste aree costituiscano una aliquota rilevante del sistema
insediativo di Roma. Una classificazione univoca propriamente morfologica di
queste zone infatti impossibile e priva di significato, dato il composito e varie-
gato repertorio di modalit insediative che le caratterizza.

La grana del tessuto, distinta in grossa, media, fine, indica in modo generale e
qualitativo la dimensione planimetrica media del reticolo viario e degli isolati,
per alcune delle tipologie di tessuto indicate (reticolare e organico). Si sono di-
stinti, cosi, tessuti reticolari a grana grossa, media, fine, tessuti organici a grana
media e fine.
Il criterio per le distinzione dei diversi tipi di grana di un dato tipo di tessuto
stato individuato sulla base del metodo iterativo di verifica adottato per la ricerca,
a valle di una prima azione di classificazione e di comparazione di tutte le parti
morfologicamente omogenee per le tre scansioni temporali.
E stata adottata una definizione della grana indipendente dalla densit edilizia
e quindi dallaltezza dei volumi, ma dipendente invece unicamente da misure e
conformazioni di carattere planimetrico. E risultato necessario distinguere, al fi-
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 15

ne di ottenere distinzioni dotate di sufficiente precisione ed univocit, due criteri


classificatori diversi per la grana di tessuti reticolari e organici:
1. Grana di tessuti reticolari. Elemento di base per definire il tipo di grana la
dimensione dei corpi edilizi continui che costituiscono gli isolati. Un tessuto ur-
bano reticolare con isolati anche di ampia dimensione, ognuno dei quali costitui-
to per da molteplici lotti di piccola dimensione occupati da edilizia u-
ni/bifamiliare o da edifici a blocco con scala singola con dimensioni dingombro
planimetrico massimo di 25 m. circa (es. palazzine), a grana fine, quale che
sia la dimensione dellisolato.
Un tessuto urbano reticolare con isolati occupati da corpi edilizi continui a pi
scale (es. organizzati a corte), invece definito a grana media o grossa, a se-
conda delle dimensioni delledificato proposte appresso. Pu essere a grana me-
dia il tessuto reticolare con dimensione planimetrica lineare dei corpi edilizi
continui con pi scale fino a un massimo di 60 metri circa, a grana grossa dal-
la suddetta dimensione in su.
2. Grana di tessuti organici. Per i tessuti organici costituiti in ampia preva-
lenza da edilizia a blocco a scala singola di dimensioni medio/piccole o u-
ni/bifamiliare, in lotti con verde pertinenziale, lelemento di distinzione tra grana
fine e media sar la dimensione del lotto. Pu essere a grana fine il tessuto
organico con dimensione planimetrica lineare dei lotti edificati fino a 25-30 metri
mediamente, a grana media dalla suddetta dimensione in su.

Oltre alle suddette individuazioni di definizioni e di categorie di lettura fon-


damentali, di rilevanza centrale per la ricerca, gli obiettivi di analisi diacronica
della forma urbana alla base dello studio hanno indicato come necessaria una
puntuale definizione di una serie di ulteriori termini notevoli (Generatori morfo-
logici, Impianti generatori, Principi insediativi), peraltro gi presenti con acce-
zioni differenziate nel campo disciplinare dellanalisi morfologica della citt, il
cui significato adottato dallo studio chiarito pi avanti.

1.3 Le scansioni storiche: motivazioni della scelta

Conformemente allobiettivo di una lettura diacronica delle analisi in differen-


ti momenti storici significativi, come abbiamo gi evidenziato, sono stati indivi-
duati tre diversi periodi di riferimento: quello relativo alla citt storica, o me-
glio alla citt premoderna, costruita prima del 1870, quello della citt moderna,
costruita fino al 1945, quello della citt contemporanea, che ha preso forma dal
1945 ai giorni nostri.

Le motivazioni della scelta di questi periodi, ed in particolare dei loro momen-


ti storici iniziali e conclusivi, coerentemente con la natura e gli obiettivi della ri-
16 Capitolo Primo

cerca si basano su un duplice criterio, legato rispettivamente ai caratteri propria-


mente morfologici dellevoluzione della forma urbana ed agli aspetti legati al
mutare nel tempo di quelle funzioni urbane - che come dire di quegli usi della
citt da parte della comunit urbana che la vive - che da sempre hanno avuto rile-
vanza centrale nel dare forma alla citt fisica nel suo complesso ed ai suoi spazi
collettivi e centrali in particolare.
Come per ogni specifica realt urbana, del resto, i particolari momenti topici
della Storia che possono delimitare lassi di tempo aggettivabili come premoder-
no, moderno, contemporaneo sono in parte legati a caratteri specifici del
singolo caso urbano di Roma, e possono essere assunti in modo univoco solo ac-
cettando la necessaria semplificazione operativa di leggere in una serie di mo-
menti discreti fatti evolutivi che hanno gradualmente maturato i propri contenuti
in una complessa e articolata serie di episodi notevoli.

Per quanto riguarda litinerario evolutivo della forma fisica della citt, letto al-
la scala degli assetti strutturali urbani e delle conformazioni dei tessuti, la tripar-
tizione di periodi assunta rende conto delle specificit di tre differenti momenti
notevoli della Storia urbana romana, e quindi dei caratteri globali delle relative
conformazioni della struttura morfologica della Citt: la citt della storia pre-
unitaria, che nellarticolata struttura compatta del proprio tessuto mostra lesito
fisico di una complessa stratificazione di eventi su un ambito territoriale ben li-
mitato, la citt post-unitaria e della cospicua espansione fino al secondo conflitto
mondiale, nella quale la crescita insediativa per nuove addizioni urbane collima
con il potere morfogenetico di antiche e nuove infrastrutture e con il succedersi
di differenti politiche urbane, la citt contemporanea, con il moltiplicarsi delle
logiche insediative e delle idee di citt caratterizzanti le tante differenti parti del
suo intenso sviluppo.

Per quanto attiene invece allevoluzione di contenuti degli usi e delle funzioni
urbane, la collocazione storica dei tre periodi di analisi risponde allobiettivo di
leggere negli aspetti essenziali le permanenze e modificazioni nelle funzione ur-
bane oggetto di analisi, in relazione agli effetti salienti di queste sulla conforma-
zione dello spazio urbano: la stratificazione complessa di usi e funzioni urbane
della citt storica, la progressiva specializzazione di talune specie di usi urbani
e la rilevanza delle mutate condizioni di accessibilit nella citt moderna, i mol-
teplici mutamenti nella natura dei modi duso nella citt contemporanea, nella
quale la permanenza nel lungo periodo di talune tradizionali forme di uso dello
spazio - e della relativa importanza in termini di determinazione della forma ur-
bana - sembra accompagnarsi per altri usi ad un sostanziale scollamento tra rile-
vanza delle funzioni e potere morfogenetico sulla struttura insediativa e sui tessu-
ti urbani.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 17

Per la lettura diacronica delle analisi nelle tre sezioni storiche significative,
sono stati predisposti differenti riferimenti cartografici come base delle elabora-
zioni. Citt pre-moderna: Nuova Pianta di Roma di Giovan Battista Nolli, 1748;
Citt moderna: Carta dItalia I.G.M., 1949; Citt contemporanea: Carta Tecnica
Regionale della Regione Lazio, 1991.
Date le particolari specificit del caso urbano di Roma, sotto il profilo
dellassetto strutturale e della morfologia dei tessuti, si operata la scelta di limi-
tare le elaborazioni e le analisi allambito urbano delimitato dallanello autostra-
dale del Grande Raccordo Anulare, per ci che riguarda lo studio relativo alla cit-
t moderna e contemporanea. Questo assumendo la validit dellipotesi che
allinterno di questo limite territoriale sia presente lintera gamma di situazioni
urbane rilevanti per lanalisi della morfologia urbana, attenendo invece pi pro-
priamente allanalisi morfologica alla scala territoriale - data lestensione e le
particolari interrelazioni di carattere metropolitano del Comune di Roma - lo stu-
dio di altre forme insediative presenti nel rimanente territorio dellArea romana.

1.4 Roma. Generatori morfologici e impianti generatori

Nel corso della sua storia plurisecolare, Roma ha espanso e contratto la pro-
pria popolazione e la propria estensione fisica per pi volte, e in misura singolare
sotto il profilo quantitativo.
Se solo si confrontano la citt allepoca del compimento dellUnit dItalia e la
citt contemporanea, in centoquarantacinque anni la popolazione ha avuto un in-
cremento di circa quattordici volte, mentre a fronte di questo il territorio urbaniz-
zato si moltiplicato in estensione di ben cinquanta volte.
Parimenti, levoluzione della struttura della citt, dallepoca premoderna a
quella contemporanea, ha costituito il riflesso di una stratificazione di eventi per
certi versi assolutamente unica nella storia e di singolare complessit, nel corso
della quale il rapporto tra fattori morfogenetici dellassetto urbano e conforma-
zione delle invarianti territoriali ha assunto connotazioni complesse e multiformi.
Nel corso di unevoluzione urbana cos peculiare, alcuni elementi fondamenta-
li della morfologia territoriale ed alcuni segni dellantropizzazione di scala terri-
toriale hanno svolto un ruolo morfogenetico o di riferimento invariante sulla
struttura della citt con sostanziale continuit. Diversi altri hanno assunto e per-
duto successivamente questo ruolo in modo specifico e limitatamente ad alcuni
momenti o periodi storici, in relazione allespansione complessiva della citt ed
alle sue modalit di sviluppo in quella particolare epoca.
Distingueremo nel seguito, per questo, la sintetica descrizione dei generatori
morfologici e degli impianti generatori per le tre epoche premoderna, moderna,
contemporanea.
18 Capitolo Primo

Laccezione dellespressione generatore morfologico utilizzata quella di


elemento naturale o della morfologia orografica territoriale che ha inciso in misu-
ra determinante sulla conformazione fisica del sistema insediativo e della struttu-
ra urbana nel suo complesso. Lespressione di impianto generatore invece ri-
ferita a quei sistemi di elementi che hanno esplicato nel tempo la stessa funzione
morfogenetica e strutturante descritta sopra per i generatori morfologici, ma che
costituiscono segni importanti dellattivit antropica, come il caso delle strade
di antico impianto.

La citt premoderna

La pi estesa e dettagliata descrizione dei generatori morfologici e degli im-


pianti generatori della citt di Roma, dallepoca dellinsediamento preistorico al-
la citt contemporanea, quella operata nel celebre studio muratoriano Studi per
una operante storia urbana di Roma.1 Anche da questo sono tratti alcuni dei sin-
tetici elementi di lettura morfologica che si riportano di seguito.
Generatori morfologici di base della Roma antica sono il corso del fiume Te-
vere ed il sistema di rilievi collinari avente come baricentro il Colle Palatino. La
Roma quadrata della tradizione varroniana, fortificata da una cinta di mura con
quattro porte, era sita sul Palatino, colle dai pendii acclivi posto in posizione do-
minante rispetto al fiume.
Il primo abitato si articola su quattro regioni collinari in base a principi inse-
diativi dominati dalla presenza dei rilievi, Suburana, Esquilina, Collina, Palatina.
La cinta delle mura serviane, attorno alle quattro regioni, costituisce il primo at-
testamento del sistema delle antiche strade, in corrispondenza delle nove porte
principali.
Lespansione urbana antica, con la sua massima dimensione di et imperiale,
interessa in fasi successive le aree di pianura del Campo Marzio e site oltre il Te-
vere e i colli Viminale ed Esquilino. Anche allepoca della massima espansione
del sistema dei grandi contenitori pubblici e della rete viaria, la forma urbana
mostra unarticolazione che, ad eccezione del sistema impostato sulla via Lata,
non morfologicamente riconducibile a forti elementi ordinatori alla scala urba-
na, ed per antonomasia variegata e dotata di nessi strutturali autonomi e molte-
plici nelle sue singole parti costitutive.
La Roma compresa entro le Mura Aureliane assume in una stratificazione di
momenti successivi, in relazione a differenti operazioni di ristrutturazione urba-
na, importanti elementi di riferimento dellimpianto. Della prima met del Cin-
quecento sono lapertura del rettifilo di Via Giulia e lampliamento della via La-
ta, mentre nel 1585-90 che Sisto V imprime un decisivo impulso alla riorganiz-

1
Saverio Muratori, Renato Bollati, Sergio Bollati, Guido Marinucci: Studi per una operante storia urba-
na di Roma, Centro Studi di Storia Urbanistica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma 1963.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 19

zazione urbana con il rafforzamento del Tridente viario imperniato su Piazza del
Popolo, lindividuazione per opera del Fontana di un impianto di sviluppo stella-
re incentrato sulle principali basiliche, il posizionamento strategico di vari obeli-
schi.
Questa rete di percorsi urbani rettilinei, con il sistema di elementi urbani sin-
golari siti nei loro punti di convergenza, viene a costituire il maggiore e pi de-
terminante impianto generatore della Roma premoderna, fino allepoca post uni-
taria.

La citt moderna

A fronte dellampia molteplicit di principi insediativi alla base della forma


urbana nelle sue diverse parti morfologicamente omogenee, anche lespansione
urbana moderna e contemporanea vede nei segni dellorografia territoriale i suoi
generatori morfologici maggiormente rilevanti.
Gli andamenti delle acclivit e dei crinali, in particolare, determinano una
forma urbana congruente con la loro giacitura nella parte Nord e Ovest della cit-
t, nella quale prevale una conformazione planoaltimetricamente articolata del
territorio, mentre nei quadranti Est e Sud il prevalere di aree pianeggianti deter-
mina conformazioni insediative dovute ad altri tipi di fattori.
In epoca moderna, diversi rilevanti momenti di pianificazione hanno determi-
nato conformazioni degli impianti urbani che in alcuni casi denotano una pro-
grammata aderenza ai caratteri orografici del sito: dalle conformazioni radiocen-
triche di insediamenti come i quartieri di Piazza Mazzini, Re di Roma, Bologna,
pianificati nellambito del Piano del Sanjust del 1909, agli impianti organici dei
quartieri Citt-giardino Aniene e Garbatella.
Impianto generatore di base, alla scala urbana e territoriale, il reticolo radiale
delle strade consolari e delle altre infrastrutture radiali principali, unitamente, in
misura subordinata allimpianto viario radiocentrico, alla rete delle connessioni
anulari.

La citt contemporanea

Nellepoca contemporanea la forma urbis riflette il moltiplicarsi delle modali-


t e principi insediativi, e la complessit e discontinuit nel tempo dei momenti
di pianificazione e riorganizzazione urbana, ma anche la molteplicit delle forme
dellinsediamento di origine abusiva, presente nella periferia in misura imponen-
te.
La struttura dei generatori morfologici, in questo quadro, esplica un ruolo dif-
ferenziato nei differenti quadranti dellespansione periferica.
Il quadrante urbano Ovest presenta una giacitura longitudinale dei crinali e
delle acclivit in direzione Nord-Sud, parallela ai corsi dacqua principali che
20 Capitolo Primo

confluiscono nel Tevere a Sud della citt. Questo ha determinato, alla scala urba-
na, una strutturazione morfologica dellinsediamento prevalentemente per settori
disposti in senso anulare rispetto al centro citt, accanto alle originarie e cospicue
espansioni radiali lungo le strade consolari.
Anche il quadrante nord presenta una complessa articolazione planoaltimetrica
che si riflette in termini morfologici sulla struttura dellinsediamento, sia per le
parti programmate che per quelle di origine spontanea.
Nei quadranti urbani Sud ed Est, nei quali il supporto orografico prevalen-
temente pianeggiante, i fattori morfogenetici di tipo antropico prevalgono su
quelli di carattere orografico e naturale.
Nel settore Est, in particolare, limpianto radiale determinato dagli assi territo-
riali di antico impianto ha costituito nel Novecento il pi rilevante elemento cata-
lizzatore del sistema insediativo; questo ha determinato una conformazione radia-
le alla scala territoriale dellinsediamento. In epoca pi recente, lo sviluppo in-
crementale dei tessuti ha avuto luogo in misura cospicua lungo direttrici anulari,
rispetto allimpianto radiale delle antiche strade. Lestremo limite di questa evo-
luzione degli impianti generatori ben rappresentato dalleffetto volano per
linsediamento assunto dallanello viario di carattere autostradale del Grande
Raccordo Anulare e da alcune importanti connessioni autostradali; effetto che si
esplica su insediamenti di natura funzionale diversa, ma in particolare su attrez-
zature di servizio pubbliche e private di rango metropolitano e su insediamenti di
funzioni speciali, particolarmente sensibili a condizioni di ottimale accessibilit
determinate dalle infrastrutture viarie ad elevato scorrimento.

1.5 Morfologia e principi insediativi. Strutture urbane

La citt premoderna

La citt rappresentata nella Nuova Carta di Roma di Giovan Battista Nolli del
1748 quella completamente compresa entro la cinta della antiche Mura Aure-
liane (del II sec. d.C.), pi volte ristrutturata, che racchiude aree per oltre 1370
ettari. Entro questo perimetro murario compreso il nucleo urbano che presenta i
segni di stratificazione maggiormente leggibili e di lungo periodo:
il cuore di Roma antica entro lansa fluviale di Campo Marzio, della citt
morta, di Trastevere e del Vaticano, pi volte costruita e ricostruita nellarco
di oltre venticinque secoli;
lespansione barocca e tardo-barocca sino allinizio del XIX secolo, impernia-
ta sul Tridente viario principale convergente in Piazza del Popolo.
Larticolazione morfologica della citt al 1748 presenta due tipologie fonda-
mentali di conformazione del tessuto, che fanno riscontro ad epoche di formazio-
ne diverse e a differenti livelli di stratificazione storico insediativa: Tessuti intri-
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 21

cato di impianto medievale su tracciati antichi, Tessuti reticolari di impianto pre-


valente rinascimentale e barocco.
La prima delle due tipologie di tessuto individuate caratteristica dei rioni
compatti, marginali al Tevere e ubicati principalmente nellarea del Campo Mar-
zio, a Trastevere, nelle fasce pedecollinari dei rilievi di antico impianto.
I Tessuti intricati di impianto medievale su tracciati antichi comprendono i se-
guenti rioni, in base alla denominazione dellorganizzazione amministrativa me-
dievale: Parione e Ponte (che coprono lestremit dellansa del Tevere con per-
corsi principali convergenti a Castel S. Angelo), S. Eustachio e Pigna (area cen-
trale del Campo Marzio romano), Trevi (ad Est del Corso, fino alle pendici del
colle Quirinale), Regola e Campitelli (compresi fra lattuale Corso Vittorio Ema-
nuele ed il Tevere fino alle pendici del Campidoglio), Trastevere (ad Ovest del
Tevere, ai piedi del Gianicolo, comprendente anche lIsola Tiberina), Monti ed
Esquilino (localizzati su gran parte dei colli Oppio e Viminale e la contigua de-
pressione fino alle pendici del Quirinale).
I Tessuti reticolari di impianto rinascimentale e barocco comprendono le parti
urbane ad Est del Corso ed imperniate sul Tridente sistino e sul colle del Quirina-
le, oltre alle aree del Borgo vecchio e del Borgo nuovo nella zona del Vaticano.
La struttura di Roma premoderna, messa in rilievo evidenziando assi struttu-
ranti e centralit nella Carta del Nolli, denuncia un connotato di base dellassetto
urbano che con caratterizzazioni differenti resta immutato nellarco di diverse
epoche: larticolazione in pi strutture di base sovrapposte ed autonome, ognuna
dotata di una propria ricchezza e complessit di nessi strutturali e di particolarit
morfologica, che riflette la vasta molteplicit e diversit degli eventi di trasfor-
mazione e dei momenti di decisione concernenti gli assetti urbani.
La struttura della Roma tardo-settecentesca dominata dallimpianto stellare
barocco rafforzato dal Piano del Fontana, che si sovrappone in gran parte alla
struttura irregolare ed episodica depoca medievale e su preesistenti impianti ro-
mani integrandosi ad essi, accanto ad ulteriori elementi ordinatori dati dai rettili-
nei dei primi del Cinquecento (Via Giulia).
Il sistema delle centralit mostra a sua volta, in modo congruente con
linsieme degli elementi lineari di struttura, unarticolazione in gran parte avulsa
da logiche di assetto geometriche ed ordinate, che pone in evidenza soprattutto
due aspetti: la conformazione per lo pi chiusa e concava degli spazi aperti, la
stretta complementarit tra le centralit morfologiche delle piazze e le centralit
funzionali dei Palazzi e contenitori pubblici.

La citt moderna

Oltre alla citt premoderna compresa entro le Mura Aureliane, il Carta dItalia
dellIstituto Geografico Militare del 1949 (scala 1: 25.000) comprende, nei fogli
22 Capitolo Primo

riguardanti la citt di Roma, le seguenti parti urbane, in ordine storico di svilup-


po:
le espansioni pre-unitarie e post-unitarie fino alla fine dellOttocento (edifica-
zione pre-unitaria dellarea compresa tra i colli Viminale e Quirinale e incen-
trata sullasse dellattuale Via Nazionale; costruzione dellAsse direzionale di
Via XX Settembre; lottizzazioni post-unitarie di Piazza Indipendenza, Piazza
Vittorio Emanuele, Prati di Castello);
le espansioni edificate allinizio del Novecento (quartiere Ludovisi; interventi
ICP di San Saba, Testaccio, San Lorenzo, Trionfale; quartieri privati a villini
di Monteverde, Aventino, Piazza Verbano; espansione di Valle Giulia ed e-
spansioni sulla base della maglia insediativa dell Esposizione Internazionale
del 1911);
le espansioni realizzate tra gli Anni Venti e Trenta (Quartiere della Vittoria;
Complesso INCIS di Piazza Verbano; Quartieri Parioli-Salario-Nomentano;
Quartiere Appio; Quartieri di Piazza Bologna, Corso Trieste, Monte Mario,
Via Flaminia; Citt-giardino Aniene; Complesso del Foro Italico; Complesso
della Garbatella; Nuclei edilizi periferici; Borgate ufficiali fasciste; Com-
plessi produttivi ed agroalimentari);
le espansioni ed insediamenti realizzate tra gli Anni Trenta e Quaranta (E42;
Citt universitaria; Complesso di Cinecitt; Complesso di Rebibbia; primo
nucleo del Quartiere Africano; espansioni edilizie estensive a Est Centocel-
le, Tiburtino e ad Ovest Villini, Torrevecchia, Primavalle);
Nellarticolazione dei modelli insediativi e delle conformazioni di tessuto la
lettura della carta della Roma moderna, al 1949, mostra la stretta congruenza tra
specificit delle conformazioni dimpianto e momenti storici di sviluppo.
Tessuti a grana media e di impianto reticolare e geometricamente regolare ca-
ratterizzano in prevalenza le espansioni pre e post unitarie, ma anche buona parte
delle espansioni novecentesche di carattere prevalentemente residenziale.
Tessuti di impronta organica, di grana fine e media, caratterizzano invece
nuove espansioni unitarie basate su tipologie edilizie originariamente a bassa
densit, e dal disegno urbanistico unitario (Citt giardino Aniene, Garbatella) o
impostato su deboli elementi di struttura (Parioli).
Tessuti radiocentrici a grana grossa caratterizzano parti urbane sviluppatesi in
base a precise indicazioni di pianificazione (in particolare: Piano del 1909), che
hanno inteso impostare limpianto insediativo sulle vocazioni morfologiche dei
rispettivi siti (Quartiere delle Vittorie, Quartiere di Piazza Bologna, Quartiere
Appio).
Larticolazione dei tessuti periferici in forme aperte (le borgate fasciste) e tes-
suti reticolari a grana fine (i nuclei edilizi e le borgate spontanee) riflette una
giustapposizione di forme urbane destinata a divenire, anche per lepoca contem-
poranea, spiccatamente peculiare e caratterizzante per la citt.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 23

Il sistema degli elementi di struttura e delle centralit denota con evidenza una
nota particolarit del sistema insediativo ed infrastrutturale romano: lassetto ge-
nerale radiale sullimpianto generatore delle antiche strade, la dominanza funzio-
nale e morfologica del centro citt, lassenza di ordine geometrico nellassetto
del sistema dei luoghi centrali e quindi, di riflesso, una distribuzione non ottimale
delle condizioni di accessibilit.
Permane, in conformit ai caratteri della cultura urbana fino allepoca di rife-
rimento della carta, la tendenza alla creazione di centralit che assumono in molti
casi valenza sia funzionale che morfologica, ed alla permanenza nel tempo delle
funzioni rappresentative di contenitori e luoghi centrali localizzati nel centro citt
(vedi contenitori destinati alle funzioni amministrative maggiori).
Le centralit specializzate pi recenti, rispetto al limite storico danalisi del
1949, vanno in diversi casi a disporsi lungo gli assi radiali maggiori e a distanza
rilevante dal centro citt, innescando processi di valorizzazione fondiaria lungo
tracciati lineari destinati di fatto ad assumere una notevole valenza morfogenetica
in termini di sviluppo insediativo: ad esempio il caso, documentato dallanalisi
diacronica oggetto dello studio, degli sviluppi urbani di tipo tentacolare lungo
direttrici radiali seguiti alla localizzazione periferica della Citt del Cinema,
dellE.U.R, dei grandi complessi ospedalieri.

La citt contemporanea

Lanalisi morfologica della citt contemporanea stata operata sulla Carta del
Comune di Roma S.A.R.A. Nistri del 1991 (scala 1: 10.000).
Lestesa e multiforme espansione urbana realizzatasi tra il secondo dopoguerra
ed i giorni nostri, che caratterizza in misura imponente la forma urbana contem-
poranea, presenta i seguenti aspetti maggiormente rilevanti:
crescita e consolidamento di carattere semi-intensivo e intensivo di tessuti e-
dilizi a prevalente funzione residenziale su nuclei gi esistenti (es. quartieri
Aurelio, Tiburtino, Appio-Tuscolano, Monteverde-Portuense ecc.);
sviluppo di numerosi insediamenti di Edilizia Residenziale Pubblica concepiti
come nuclei insediativi periferici dotati di autonoma identit morfologica
(Piani di edilizia sovvenzionata negli Anni Cinquanta e Sessanta, Primo
P.E.E.P. - Anni Settanta -, Secondo P.E.E.P. Anni Ottanta -);
sviluppo, in misura cospicua, di insediamenti di origine abusiva di diversa
dimensione demografica e comformazione, per lo pi di carattere estensivo e
originariamente privi di servizi;
insediamento di attrezzature di servizio pubbliche e private e di rango urbano
e metropolitano puntuali ed areali in base a logiche di mera massima ac-
cessibilit e sostanziale segregazione morfologica rispetto alla citt consolida-
ta.
24 Capitolo Primo

Sotto il profilo della conformazione generale alla scala urbana, il quadro di let-
tura relativo alla citt contemporanea mostra due fatti morfologici particolarmen-
te rilevanti.
La notevole espansione fisica della citt nellarco di un cinquantennio ha luo-
go sulla base degli assi principali costituiti dallimpianto generatore radiale, as-
sumendo per in modo congruente con il supporto orografico una tendenza pre-
valentemente lineare - radiale ad Est e a Sud, prevalentemente per direttrici anu-
lari di sviluppo ad Ovest. Prevale inoltre, per quanto attiene ai modelli insediativi
presenti in misura pi significativa, ladozione di modalit di sviluppo urbano
che danno luogo prevalentemente a tessuti reticolari a grana fine (insediamenti
residenziali a bassa densit, in importante misura di origine abusiva) e a forme
aperte (soprattutto insediamenti di e.r.p. concepiti spesso programmaticamente
come parti urbane autonome morfologicamente e funzionalmente compiute, ov-
vero come vettori di riqualificazione ed identificazione urbana rispetto a tessuti
radi abusivi contermini).
Accanto a queste due forme di tessuto, prevalenti in quanto ad entit
dellestensione, sono presenti estese e numerose aree di tessuto reticolare ed or-
ganico a grana media, generato da edificazione a destinazione prevalentemente
residenziale sorta in base alla logica del completamento incrementale, e nella so-
stanziale assenza di criteri di sviluppo aventi rilevanza morfologica.
Cospicua, inoltre, la superficie complessiva di insediamenti estensivi di ca-
rattere produttivo o commerciale, anche in questo caso di origine abusiva per una
significativa aliquota, e di complessi specializzati per grandi attrezzature di ser-
vizi.
Il raffronto tra le misure dellestensione complessiva delle parti morfologica-
mente omogenee entro lambito del G.R.A. ha dato il seguente esito, chiaramente
documentativo dei caratteri di base delle morfologie insediative della Roma con-
temporanea:
1. Tessuti intricati compatti: 386 Ha (3% della superficie complessiva tessu-
ti);
2. Tessuti reticolari a grana fine: 3992,3 Ha (31,9% della superficie comples-
siva tessuti);
3. Tessuti reticolari a grana media: 1659,6 Ha (13,3% della superficie com-
plessiva tessuti);
4. Tessuti reticolari a grana grossa: 715.7 Ha (5,7% della superficie comples-
siva tessuti);
5. Tessuti radiocentrici a grana grossa: 146 Ha (1,1% della superficie com-
plessiva tessuti);
6. Tessuti organici a grana fine: 529,7 Ha (4,2% della superficie complessiva
tessuti);
7. Tessuti organici a grana media: 2174,1 Ha (17,3% della superficie com-
plessiva tessuti);
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 25

8. Frammenti di tessuto e tessuti compositi: 43,4 Ha (0,3% della superficie


complessiva tessuti);
9. Forme aperte: 2306,2 Ha (18,4% della superficie complessiva tessuti);
10. Edifici e complessi specializzati per grandi attrezzature: 613,4 Ha (4,9%
della superficie complessiva tessuti);
11. Edifici e complessi produttivi e commerciali: 928,7 Ha (7,4% della super-
ficie complessiva tessuti).
Per quanto riguarda la conformazione dellinsediamento alla scala urbana, a
fronte della forte dominanza dellimpianto radiale lentit dellespansione della
citt in epoca contemporanea d luogo a diverse direttrici di sviluppo anulare,
congruenti talvolta con gli andamenti delle acclivit territoriali, ma pi spesso
con le giaciture delle infrastrutture tangenziali di differente rango gerarchico.
Lanello viario del Grande Raccordo Anulare, in particolare, specie dopo la
realizzazione della bretella di by-pass dellAutostrada del Sole assume la fun-
zione di vettore primario di accessibilit ad aree pregiate, dando luogo a diversi
insediamenti di alta centralit spesso sostanzialmente avulsi sotto il profilo
morfologico strutturale dal contesto propriamente urbano.
Nel suo assetto complessivo, la struttura della citt contemporanea mostra i
suoi maggiori elementi di riferimento nella rete radiale storica ed in un limitato
numero di moderne infrastrutture, e si conferma la storica logica insediativa delle
centralit di diverso rango in base a schemi non riferiti a unidea di ordine geo-
metrico, conformemente a momenti decisionali e di pianificazione molteplici e
diversi che riflettono una spiccata complessit del sistema socio economico.
Come in altre aree urbane e metropolitane italiane, si rileva una incrementale
specializzazione del sistema delle centralit, spesso contenute in autentici recinti
specializzati realizzati con il criterio dellottimale accessibilit veicolare ed in as-
senza di unidea di spazio collettivo strutturante.
26 Capitolo Primo

Fig. 1. Roma, tipologie insediative della citt (Tessuti e Forme aperte) distinte per conforma-
zione dimpianto e grana.
da A. Cappuccitti, E. Piroddi: Morfogenesi dello spazio urbano: profilo di una ricerca, in Ur-
banistica, n. 123, Gennaio - aprile 2004 Anno LVI, INU Edizioni, Roma.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 27

Fig. 2. Roma, citt pre-moderna: Nuova Pianta di Roma di Giovan Battista Nolli, 1748.
28 Capitolo Primo

Fig. 3. Roma, citt moderna: Carta dItalia dellIstituto Geografico Militare, 1949.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 29
30 Capitolo Primo

Fig. 4. Roma, citt contemporanea: Carta del Comune di Roma, S.A.R.A. Nistri, 1991.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 31
32 Capitolo Primo
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 33

Fig. 5 (pagina a fianco). Roma, citt pre-moderna. Struttura urbana (su Carta del Nolli, 1748).

Fig. 6 (sopra). Parti urbane morfologicamente omogenee e Struttura (citt moderna e contempo-
ranea). Legenda (sezione Tessuti).
34 Capitolo Primo

Fig. 7. Parti urbane morfologicamente omogenee e Struttura (citt moderna e contemporanea).


Legenda (sezione Forme aperte).

Si sono classificate senza ulteriori distinzioni entro la categoria di lettura forme aperte morfolo-
gie insediative anche sostanzialmente diverse, dalle parti basate su progetti unitari di derivazio-
ne funzionalista fino alle estese parti urbane caratteristiche delle periferie consolidate che si ca-
ratterizzano talvolta per una conformazione anche regolare della trama viaria, ma per un aspetto
composito ed irregolare delle aggregazioni edilizie.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 35

Fig. 8. Parti urbane morfologicamente omogenee e Struttura (citt moderna e contemporanea).


Legenda (sezione Centralit e Assi).
36 Capitolo Primo

Fig. 9. Parti urbane morfologicamente omogenee e Struttura (citt moderna, 1949).


Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 37
38 Capitolo Primo

Fig. 10. Parti urbane morfologicamente omogenee e Struttura (citt contemporanea, 1991).
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 39
40 Capitolo Primo

Relazioni tra parti morfologicamente omogenee ed elementi strutturanti: aspetti evolutivi.


Quartiere di Centocelle, assi di Via Casilina, Via Prenestina, Viale Togliatti.
Invarianti territoriali, morfologie insediative, struttura urbana 41

Relazioni tra parti morfologicamente omogenee ed elementi strutturanti: aspetti evolutivi.


Asse di Via Tuscolana, complesso di Cinecitt.
42 Capitolo Primo

Relazioni tra parti morfologicamente omogenee ed elementi strutturanti: aspetti evolutivi.


Asse di Via di Torrevecchia, Roma ovest.
Capitolo secondo

Spazi funzione e forme urbane.


I luoghi del tempo libero

2.1 Spazi funzione: obiettivi e modalit di analisi


2.2 Roma. Gli spazi e le funzioni del tempo libero
in tre epoche
2.3 Piazza Navona
2.4 Foro Italico
2.5 Villaggio dei divertimenti The Village
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 45

2. Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero

2.1 Spazi funzione: obiettivi e modalit di analisi

La seconda parte del lavoro di ricerca ha compreso unanalisi specifica delle


modalit duso nel tempo di alcuni spazi funzione1, caratterizzati da un ruolo
centrale nella determinazione della morfologia urbana e da un alto grado di per-
manenza nella storia della citt.
Lapproccio analitico ha teso a porre in evidenza in particolare gli aspetti degli
usi direttamente connessi alla determinazione della forma dei corrispondenti spa-
zi della citt, nellottica di consentire una comprensione dellevoluzione diacro-
nica degli aspetti caratterizzanti delle stesse funzioni urbane, e dei corrispondenti
esiti in termini di conformazione degli spazi urbani.
Obiettivo di base dellanalisi, in altri termini, stata la lettura critica degli iti-
nerari evolutivi con i quali la medesima funzione, nei suoi mutamenti di signifi-
cato nel tempo, ha preso forma in spazi urbani ed attrezzature di tipo diverso, de-
terminando differenti configurazioni, relazioni spaziali, caratteri morfologici del-
lo spazio urbano e dei suoi tessuti.
Il quadro degli spazi - funzione di studio stato composto con la selezione di
uno spazio - funzione per ognuno dei tre periodi storici indicati nel primo capito-
lo (citt pre-moderna, citt moderna, citt contemporanea). Il campione degli
spazi funzione presi in esame il seguente, dove per ogni funzione urbana ven-
gono indicati, nellordine, gli spazi relativi allepoca pre-moderna, moderna, con-
temporanea. Spazi del commercio: Mercato di Campo de Fiori, asse commercia-
le di Via Cola Di Rienzo, Centro commerciale Cinecitt due. Spazi del tempo
libero: Piazza Navona, Foro italico, villaggio dei divertimenti The Village.
Spazi verdi: Giardino di Villa Peretti Montalto, Parco di Colle Oppio, Parco di
Tor Tre Teste. Spazi della mobilit: Piazza del Popolo/Via del Corso, Stazione
Ostiense/Via Ostiense, Nodo di Ponte Mammolo/Viale Palmiro Togliatti.2 In
questo libro vengono presentati nel seguito, in particolare, alcuni elementi di ana-
lisi relativi ai tre spazi del tempo libero sopra indicati.
Le motivazioni alla base della selezione degli spazi sono state improntate
allobiettivo di porre in evidenza i caratteri pi peculiari e rappresentativi delle

1
Lespressione spazio funzione stata utilizzata, nellambito della Ricerca Morfogenesi dello spazio
urbano, per indicare il particolare approccio danalisi adottato sia nei confronti delle funzioni urbane mor-
fogenetiche che degli spazi urbani che hanno ospitato il dispiegarsi di dette funzioni nel corso del tempo
storico. Lindagine, in questo senso, ha riguardato i processi di conformazione, i caratteri spaziali, i modi
e tempi duso di una selezione di spazi urbani significativi.
2
Nel corso della Ricerca Morfogenesi dello spazio urbano lanalisi dei diversi tipi di spazi funzione
stata operata, per quanto riguarda lunit di ricerca di Roma, dai ricercatori elencati di seguito, coordinati
da Claudia Mattogno: Antonio Cappuccitti (spazi del tempo libero), Massimo Bruschi (spazi del commer-
cio), Daniela Cinti (spazi verdi), Daniela Gualdi (spazi della mobilit).
46 Capitolo Secondo

funzioni urbane in essi ospitate nelle rispettive epoche di riferimento, in modo ta-
le da consentire di cogliere il nesso tra caratteri funzionali e duso tipici di
unepoca e connotazioni propriamente morfologiche degli spazi.
I singoli spazi sono stati interpretati secondo quattro letture sovrapposte e ine-
renti ai rapporti con il contesto urbano; alle caratteristiche di conformazione; alle
caratteristiche duso; alle trasformazioni nel tempo.
Nellottica di una lettura analitica degli spazi espressamente finalizzata ad
unanalisi comparativa tra contesti urbani, sono stati elaborati approfondimenti
analitici tesi a documentare nel dettaglio una serie di rilevanti fatti urbani di base
relativi agli spazi selezionati: Valore morfogenetico rispetto a tessuti ed assi
strutturanti, Livello di integrazione funzionale con la citt, Livello di articolazio-
ne funzionale e morfologica interna, permeabilit, Modi duso.

2.2 Roma. Gli spazi e le funzioni del tempo libero in tre epoche

Gli spazi del tempo libero di Roma che sono stati selezionati ed analizzati so-
no Piazza Navona per la Roma pre-moderna, il complesso del Foro Italico per la
citt moderna, il villaggio dei divertimenti The Village (noto anche come War-
ner Village) per la citt contemporanea.
La scelta di Piazza Navona per il primo dei tre periodi danalisi stata sugge-
rita dalla significazione per secoli nellimmaginario urbano collettivo di questa
piazza come luogo per antonomasia della celebrazione civile e religiosa e
dellevento festivo, ma anche dellordinario e ricorrente svago popolare, e della
concentrazione di significati urbani, di identit e di bellezza della citt.
Linvaso spaziale della piazza fonda il proprio margine sulla struttura perime-
trale di un antico stadio, ma gli utilizzi dello spazio interno hanno mostrato per
secoli ladattamento delle sue parti e delle sue relazioni interne alle funzioni di
volta in volta differenti di mercato, di luogo di festa e di confronto civile, di luo-
go della rappresentazione del potere e della massima concentrazione di significati
urbani. Unenorme produzione di disegni ed incisioni restituisce immagini dello
spazio della piazza attrezzato per secoli ad accogliere in modi molteplici e diffe-
renti feste e celebrazioni, o affollato di pellegrini tra i banchi delle mercanzie, o
allagato lestate per il refrigerio dei Romani, o riccamente addobbata di festoni
decorativi ed altari mobili ad accogliere grandi folle di cittadini in festa, o adatta-
ta nello spazio interno alle esigenze di tornei e rappresentazioni religiose con
quinte e strutture di partizione effimere di ogni tipo
Il Foro Italico un complesso per lo sport dominato dallevidente ed unitaria
idea progettuale di uno spazio centrale strutturante di grande qualit morfologica,
nel quale le attrezzature sportive intese come oggetti edilizi di alta architettura e
gli elementi singolari concorrono a creare unimmagine architettonica delibera-
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 47

tamente monumentale, caratterizzata da un forte ed unitario impatto rappresenta-


tivo.
Il complesso risponde pienamente ad un inequivocabile modello teorico di
conformazione spaziale, ma anche ad una precisa idea di fruizione dello spazio
urbano per gli eventi dello sport e del tempo libero. La collocazione nel sito ed il
sistema delle correlazioni urbane, inoltre, ne fanno un caso unico nel panorama
delle grandi attrezzature romane di contestualizzazione paesaggistica e urbana;
lindividuazione dellarea urbana ed il successivo progetto furono realizzati da
Enrico Del Debbio nel 1927, mentre la posa della prima pietra avvenne il 5 feb-
braio del 1928.
Il villaggio dei divertimenti The Village (comprendente anche un multici-
nema della catena Warner Village), esempio selezionato di spazio - attrezzatura
per il tempo libero della citt contemporanea, mostra alcuni rilevanti e peculiari
caratteri di questa tipologia di luoghi integrati per lo svago nei grandi contesti
metropolitani.
Alla scala urbana laccessibilit resa ottimale dalla presenza di un vicino
svincolo autostradale. La distanza fisica dal tessuto della citt consolidata,
allinterno di un plesso di grandi attrezzature specializzate in cui domina la per-
cezione del grande spazio aperto, ha indicato come opportuna la strada di un pro-
getto architettonico di qualit e dallimmagine decisamente caratterizzata, e nel
contempo della realizzazione, allinterno del complesso, di spazi aperti e margini
edilizi tesi a ricostruire unimmagine marcatamente urbana.
Lassortimento delle funzioni ricreative improntato ad una grande variet di
offerta. Accanto alle diciotto sale di proiezione, alle quali si accede da
unipertecnologico ed ampio spazio chiuso con decine di monitor accesi, pub, ri-
storanti, un contenitore per funzioni ricreative miste comprendente anche spazi
espositivi e per lo sport, si aprono su una piccola piazza con la fontana al centro,
con margini edilizi continui tesi con evidenza ad un effetto citt di carattere tra-
dizionale. Lo spazio piazza, nel quale converge un percorso pedonale, anche
luogo destinato allallestimento di manifestazioni temporanee estive.

Nei paragrafi che seguono vengono esposti, per mezzo di tre diverse schede
monografiche, alcuni elementi di analisi relativi ai tre spazi del tempo libero so-
pra indicati.

Una serie di considerazioni e di argomenti di riflessione, scaturita dallanalisi


comparativa nella quale lo studio dei singoli spazi urbani si inquadrata, pu es-
sere riassunta brevemente con i punti seguenti3:

3
I contenuti di alcuni dei punti riprendono in parte quanto gi osservato dallautore in A. Cappuccitti, E.
Piroddi: Morfogenesi dello spazio urbano: profilo di una ricerca, in Urbanistica, n. 123, Gennaio - a-
prile 2004 Anno LVI, INU Edizioni, Roma.
48 Capitolo Secondo

- La specificit del contesto urbano romano fa s che nonostante la propria in-


tensa risemantizzazione evolutiva nel tempo, determinate forme della fruizio-
ne del tempo libero trovino con continuit nella storia il proprio luogo fisico
negli spazi urbani tradizionalmente deputati allincontro ed al loisir nella cit-
t.
- Nel contempo, i nuovi temi collettivi della fruizione del tempo libero originati
nella citt moderna e contemporanea hanno gradualmente comportato un tra-
sferimento dallo spazio urbano aperto al proprio interno degli spazi dedicati,
in base a strutturazioni spaziali e nessi di relazione con la citt che travalicano
le peculiarit del caso romano, e riflettono pi in generale caratteri di omolo-
gazione di scala globale. Costituiscono eccezione a questo diversi grandi
complessi per il tempo libero di progettazione unitaria, la cui natura spaziale
va per analizzata in relazione ai rispettivi modelli di riferimento progettuale.
- Le molteplici e differenti declinazioni della fruizione del tempo libero nella
citt contemporanea richiedono di necessit articolate classi di distinzioni ri-
guardo alle rispettive forme e luoghi. Ma fatto di rilevanza centrale
levidente tendenza allassortimento di funzioni attrattive in molti nuovi luo-
ghi del divertimento, che si accompagna daltro canto ad una sostanziale spe-
cializzazione e minimizzazione dei nessi di struttura con la citt.
- La polivoca e multiforme natura delle accezioni del concetto di tempo libero
nella cultura contemporanea si riflette, per quanto attiene ai contenuti della
presente ricerca, nella labilit delle delimitazioni concettuali della funzione
urbana della fruizione del tempo libero rispetto ad altre, come in particolare
quelle correlate agli spazi funzione del commercio, della condensazione di
valori civici, della fruizione del verde.
- Alcune delle funzioni urbane morfogenetiche analizzate dalla ricerca Morfo-
genesi dello spazio urbano si distinguono per un itinerario evolutivo nel quale
talune modalit duso dello spazio urbano presentano una sostanziale perma-
nenza nel lungo termine, a fronte per contro di forti modificazioni per altre o
di nuova origine, in determinati momenti della storia urbana, di ulteriori in-
novative modalit: basti pensare alle multiformi declinazioni del commercio,
dellutilizzo del tempo libero, della rappresentazione civile nella citt con-
temporanea. Questo comporta che una medesima funzione urbana presenta
differenti valenze morfogenetiche in termini di spazio urbano in relazione alle
proprie molteplici caratterizzazioni. Alcune funzioni urbane, inoltre, bench
permanenti, si caratterizzano per sostanziali mutamenti del proprio significato
intrinseco nel corso della storia della citt; il caso, ad esempio, dei modi di
percezione e di fruizione del tempo libero.
- I mutamenti nel tempo della valenza morfogenetica in termini di spazio di ta-
lune funzioni urbane sono dovute non tanto a variazioni intrinseche nella na-
tura della funzione, quanto allincremento di rilevanza che nella citt moderna
e contemporanea hanno assunto in generale le condizioni di accessibilit con i
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 49

mezzi di trasporto moderni. In questo quadro trova anche nessi sostanziali lo


scollamento che per talune funzioni della citt contemporanea si rileva tra i
concetti di centralit funzionale e morfologica.
- A fronte del permanere nella citt contemporanea di taluni usi e corrisponden-
ti spazi della citt premoderna, da sempre caratterizzati dalla piena apparte-
nenza allambito dello spazio urbano pubblico, le nuove forme duso assunte
da alcune funzioni strutturanti sembrano indicare, coerentemente con le ten-
denze in atto nella globalizzazione urbana, una crescente privatizzazione di
alcuni rilevanti spazi della vita urbana, come nel caso dei contenitori polifun-
zionali, dei mall, dei complessi per il tempo libero e lo svago.
- Alcuni spazi funzione della citt contemporanea che si caratterizzano per un
alto contenuto di rilevanza sotto il profilo della socialit urbana, e che sono
esito di una precisa azione progettuale, tendono in casi molteplici ad una
complessit funzionale e di nessi strutturali interni che indica la tensione ver-
so il recupero di una sintassi spaziale propriamente urbana, anche quando non
costituiscono di fatto autentici condensatori urbani: il caso, per esempio,
dello shopping mall che introietta dentro il proprio involucro edilizio strade e
piazze, luogo di commercio e di loisir nel contempo, ma deliberatamente se-
parato dal contesto urbano da un netto vallo di parcheggi, eppure centralit
funzionale e nel contempo emergenza morfologica ( la situazione caratteri-
stica di molti grandi centri commerciali nelle aree metropolitane, non di rado
integrati con multisale e altri luoghi di svago); o il caso, ancora, del villag-
gio dei divertimenti con le sale cinematografiche, con al suo interno la piazza
con la fontana al centro sulla quale si affacciano affollati locali, che riproduce
un pezzo di citt che sembra un piacevole luogo di ritrovo nel centro, lontano
fisicamente dalla citt consolidata ma comodamente accessibile
dallautostrada, dotato di unarea ampia e continua di parcheggi per le auto
(Warner Village).
- Riguardo alla complessit funzionale, accennata nel punto precedente, di al-
cuni importanti spazi funzione della citt contemporanea, tipico e rilevan-
te il significato di luoghi urbani complessi assunto da molte strade urbane del-
la Roma contemporanea radiali e di circonvallazione -, come luoghi del
commercio, o come luoghi della concentrazione direzionale, o come luoghi
del passeggio e consumo del tempo libero .. Funzioni che in molti casi si ri-
levano per limitati ambiti lineari omogenei, oltrepassati i quali la strada di-
viene semplice infrastruttura di scorrimento, e che si accompagnano a ricor-
renti fatti di misto di funzioni, di compattezza dei margini, di conformazione
degli spazi, di ricchezza delle relazioni trasversali ..
50 Capitolo Secondo

2.3 Piazza Navona

Lo stadio di Domiziano, la forma della piazza


Larea di Campo Marzio, racchiusa entro unampia ansa del Tevere e destinata
in epoca repubblicana alle esercitazioni militari, ha offerto in pi momenti della
storia urbana antica ampi spazi alle iniziative urbanistiche dei primi imperatori.
Dopo le prime sistemazioni dellarea, iniziate da Augusto e da Agrippa, Nero-
ne fa edificare un complesso termale ed una palestra nelle immediate vicinanze
del sito dellattuale piazza. Segue la decisione di Domiziano di costruire uno sta-
dio per gare ginniche per ventimila spettatori, inaugurato nellanno 86 d.C.: la
traccia del perimetro dello stadio che ha determinato la forma dei margini della
piazza.
Dopo il crollo e labbandono dellantica struttura, in epoca alto-medievale,
sulle sue fondamenta e nel corso di una stratificazione plurisecolare di eventi
prende forma con gli edifici il semplice invaso esteso in lunghezza dello spazio.
E data la posizione del luogo, al centro dellansa fluviale, gradualmente esso
diviene dei pi frequentati della citt, fino alla decisione della magistratura citta-
dina di trasferirvi lantico mercato del Campidoglio, nel sec. XV.
Alcuni pontefici provvedono al riordino dellambiente nel secolo successivo.
Gregorio XIII fa collocare due fontane per il mercato, oltre ad un abbeveratoio.
E nel corso del Seicento che la piazza assume la sua conformazione attuale,
con il completamento dei prospetti delle dimore nobiliari, ledificazione della
nuova chiesa di S. Agnese e la costruzione della fontana dei Fiumi, con al centro
lobelisco proveniente dalla distrutta naumachia di Claudio.

Piazza Navona: la forma e le funzioni nella storia


Linvaso spaziale della piazza, definito nella sua semplice conformazione al-
lungata da margini edilizi continui, ha una lunghezza di 260 metri lungo lasse
maggiore, ed una larghezza di circa 50 metri.
Gli accessi sono presenti in posizione mediana sui lati maggiori e sul lato mi-
nore sud, e in posizione dangolo su questultimo lato (su entrambi gli angoli del-
la piazza) e sul margine curvilineo Nord (sullangolo Est, in questo caso). Impor-
tante partizione interna dello spazio fu quella che ebbe luogo nel 1871-1872, con
la semplice posa del rialzo centrale.
Ma a fronte della linearit della forma planimetrica, Piazza Navona presenta
lunicit delle sue emergenze interne - le tre fontane, con lobelisco centrale eret-
to sulla monumentale fontana dei Fiumi - e di margine - le chiese e i palazzi -.
Queste formidabili emergenze edilizie, ed in special modo le fontane, costitui-
scono i fuochi di interesse della piazza.
La funzione originaria dello spazio, dedicata precipuamente allo svago della
comunit urbana, ha caratterizzato Piazza Navona per lintero corso della sua sto-
ria, e si esplicata nel tempo in forme diverse e disparate in modo congruente
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 51

con il variare, nelle diverse epoche, dello stesso significato sociale intrinseco del
concetto di svago popolare, con feste, celebrazioni periodiche o eventi unici.
Il mercato fu abolito nel 1869, ma permane oggi la tradizione della fiera della
Befana, trasferita da Piazza S. Eustachio a Piazza Navona nel 1871.

La piazza nella struttura della citt


La piazza collocata in posizione esterna e limitrofa rispetto agli importanti
assi viari primari che attraversano il tessuto urbano compatto di Campo Marzio
convergendo nel nodo di Ponte, per secoli passaggio obbligato per
lattraversamento del Tevere verso la Basilica di San Pietro.
Il taglio di Via della Cuccagna, deciso dal pontefice Giulio III nel 1550, de-
termina la formazione nel tempo di un importante percorso di connessione tra
Piazza Navona, Piazza di Campo de Fiori e Piazza Farnese, attraverso Via dei
Baullari; questo varco viario, in posizione mediana del lato minore sud, costitui-
sce oggi laccesso prospettico maggiormente scenografico alla piazza.
La posizione di poco distante ed eccentrica rispetto ai maggiori assi urbani
permane anche dopo le demolizioni per la realizzazione di Corso Vittorio Ema-
nuele e, nel 1936, per lapertura del Corso del Rinascimento, che percorre
allesterno i tessuti edilizi immediatamente limitrofi alla piazza.

Levoluzione storica dello svago popolare nello spazio della piazza


Innumerevoli testimonianze artistiche mostrano lutilizzo della piazza nella
storia da parte della comunit urbana per altrettante differenti celebrazioni e fe-
ste, con forme di uso e di allestimento dello spazio sempre diverse e multiformi,
favorite dalla semplicit planimetrica dellinvaso spaziale e dal singolare scena-
rio urbano determinato dalle emergenze edilizie e dalle fontane.
Alcune tradizionali forme di svago popolare hanno nel passato interessato la
piazza per lunghi periodi in modo caratteristico e peculiare, per poi estinguersi
nel tempo: dalla cuccagna cinquecentesca, praticata nel lato sud presso la fontana
allora detta dei Tritoni, poi del Moro, allallagamento nelle domeniche estive,
praticato dalla met del Seicento alla met dellOttocento, con le sfilate di car-
rozze entro lo specchio dacqua mentre la folla si assiepava sui bordi.
Numerose e diverse sono state nel tempo le feste spettacolari, i tornei e le ce-
lebrazioni civili periodiche o uniche. Tra le altre le scenografiche feste di Pasqua,
dalla seconda met del Cinquecento, che comprendevano spesso lallestimento
della piazza con fantasiosi e sempre diversi apparati effimeri.
Anche la consuetudine delle esibizioni dellarte di strada fonda le basi su una
multiforme tradizione storica, dai palchi dei commedianti sei-settecenteschi alle
esibizioni nellOttocento del leggendario burattinaio Ghetanaccio.
La funzione mercatale, che ha interessato la piazza per quattro secoli, si e-
splicata con disposizioni dei banchi molto diverse nel tempo, oggetto anche di
progetti di sistemazione del Maderno nel Seicento e del Valadier nellOttocento.
52 Capitolo Secondo

Il luogo dello stare pi vivo della citt


Piazza Navona costituisce oggi la maggiore meta di passeggio e di contempla-
zione della bellezza della citt per l'intera giornata e per tutto lanno, da parte del
turismo internazionale come dei cittadini romani, ma assume pienamente il signi-
ficato di luogo dello stare e dell'incontro nelle ore serali, quando al brusio di una
multiforme folla che celebra il tempo della vacanza e dello svago si aggiungono
le esibizioni di diversi artisti di strada.
La tradizionale presenza degli artisti e dei musicanti in punti diversi della
piazza, ed i variopinti banchi dei pittori, che si dispongono nei pressi delle fonta-
na dei Fiumi dove maggiormente si affollano i pedoni, rivestono un ruolo impor-
tante nell'immaginario urbano e sociale della citt.
I tavoli e gli ombrelloni di bar e ristoranti si dispongono su parte dei lati prin-
cipali, ma lasciando liberi i prospetti delle due chiese e dei palazzi maggiori.
Manifestazioni effimere diverse vengono talvolta allestite specialmente in e-
state, entro gli spazi centrali compresi tra le fontane.

Fig. 1. Particolare del plastico rappresentante la citt al tempo dellImperatore Costantino, con
lo Stadio di Domiziano. Immagine gentilmente fornita dal Museo della Civilt Romana, Roma.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 53

Fig. 2. Veduta della piazza in occasione delle feste del giorno di Pasqua nellanno del Giubileo
1650. Disegno e incisione di Domenico Barrire.
Riproduzione gentilmente fornita dal Museo di Roma.

Fig. 3. Il tessuto urbano intorno alla piazza, allepoca della Carta del Nolli (1748) : struttura de-
gli assi primari (tratteggiati) e degli invasi spaziali principali (in grigio).
Schema elaborato da Antonio Cappuccitti.
54 Capitolo Secondo

Fig. 4. Carta di Roma di Giovan Battista Nolli (1748): stralcio del settore di Campo Marzio
comprendente Piazza Navona. Dallarchivio del Dipartimento di Architettura e Urbanistica per
lIngegneria, Universit degli Studi di Roma La Sapienza.

Fig. 5. Il Circus agonalis nella pianta di Roma antica (Du Prac, 1573). Da A. Ravaglioli: Piaz-
za Navona, centro di Roma. Biblioteca romana, Roma 1971
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 55

Fig. 6. Piazza Navona nella struttura della citt, oggi.


Schema elaborato da Antonio Cappuccitti.
56 Capitolo Secondo

Fig. 7. Prospetto della chiesa di S. Agnese e dellobelisco dei Pamphilj nel Foro agonale detto
Piazza Navona, incisione di Pieter Sluyter, 1697.
Riproduzione dalla incisione originale gentilmente fornita dal Museo di Roma.

Fig. 8. Piazza Navona allagata solito farsi nelle feste di agosto. Disegno e incisione di Giusep-
pe Vasi, 1752, particolare. Riproduzione gentilmente fornita dal Museo di Roma.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 57

Fig. 9. Veduta aerea recente. Foto SARA Nistri.


58 Capitolo Secondo

Fig. 10. Piazza Navona destate durante il giorno, con i turisti e i cittadini a passeggio: vedute.
Foto di Antonio Cappuccitti
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 59

Figg. 11, 12. La tradizionale fiera della Befana, oggi.


Immagini gentilmente fornite dallUfficio Stampa del Comune di Roma.
60 Capitolo Secondo

2.4 Foro Italico

Da Foro Mussolini a Foro Italico


Larea pianeggiante nella quale sorge a partire dal 1928 il Foro Mussolini
caratterizzata da particolari qualit paesistiche, essendo delimitata da unansa del
Tevere alla base delle boscose pendici di Monte Mario, e da ottimali collegamen-
ti urbani, essendo attraversata da Viale Angelico e vicina a Ponte Milvio.
Conformemente alle indicazioni della Variante generale del 1925-26, lOpera
Nazionale Balilla inizia la realizzazione di un importante complesso sportivo,
con un progetto di Enrico del Debbio che originariamente non comprende la con-
tigua area del preesistente tiro a segno sita a nord, occupata dal 1938 dal cantiere
del nuovo palazzo del Littorio, poi Ministero degli Esteri.
Nel 1930 il progetto viene ampliato verso nord con nuove attrezzature e la col-
lina viene destinata a parco; nel 1932 viene adeguato al Piano regolatore del
1931, che prevede il passaggio nellarea della ferrovia con una stazione.
La rielaborazione del progetto nel 1933 prefigura la struttura che sar, con
qualche modifica, realizzata negli anni successivi per la parte del settore sud.
Lungo il viale nord-sud, sul lato dalla parte del Tevere, si attestano le foresterie,
le piscine, e le accademie di musica e di educazione fisica con lo stadio dei
Marmi, sullaltro lato i parcheggi, lo stadio del Tennis e il grande stadio dei Ci-
pressi.
E del 1936 il Piano di Luigi Moretti, con monumentali opere mai realizzate.
La costruzione delle ultime attrezzature sportive, in quello che nel frattempo
divenuto il Foro Italico, viene compiuta in occasione delle Olimpiadi del 1960.

Le relazioni urbane del complesso


Il maggiore elemento di connessione del Foro alla struttura urbana esistente,
allepoca dellinizio della costruzione, il lungo asse di Viale Angelico, il cui
tracciato rettilineo da sud a nord, originando nei pressi del colonnato esterno del-
la Basilica di S. Pietro, si attesta allingresso sud del complesso, attraversando
anche aree gi destinate a nuove importanti espansioni urbane dal Piano regolato-
re del 1909.
Nel 1933 la rielaborazione del Piano del Foro viene integrata con le proposte
dassetto per il quartiere Flaminio, sito sullaltra sponda del Tevere. Viene previ-
sto, tra laltro, il collegamento con un nuovo viale rettilineo tra il grande piazzale
centrale del Foro e lo stadio Nazionale sulla Via Flaminia, attraverso il nuovo
ponte poi realizzato dal 1936.
Non viene mai ultimato il tratto di ferrovia che avrebbe dovuto completare
lanello ferroviario urbano servendo il Foro: la nuova infrastruttura di accesso
urbano portata a termine per le Olimpiadi del 1960, con lasse di scorrimento
della Via Olimpica.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 61

Il Foro Mussolini: un monumento per lo sport


La morfologia dellimpianto generale del complesso dominata dalla funzione
strutturante del lungo viale longitudinale e del monumentale piazzale centrale.
Lintersezione di questi due elementi di struttura rimarcata dalla posizione della
fontana della sfera, in asse con lobelisco rispetto al piazzale.
Entro questa struttura dinsieme, le grandi attrezzature e gli edifici, tutti con-
cepiti come architetture singolari, sono disposti in netta prevalenza come elemen-
ti di ingresso al Foro o fondali prospettici.
Oltre agli impianti sportivi, agli stadi, alle foresterie e alle accademie, il com-
plesso fu destinato ad ospitare anche altre funzioni di rango urbano e nazionale,
in base allobiettivo di conferire ad esso il significato di centro rappresentativo
politico e culturale, oltre che di struttura sportiva e di formazione di livello na-
zionale. Ma non vennero realizzati, tra laltro, i grandi teatri coperti e allaperto
previsti dal Piano di Luigi Moretti del 1936 insieme ad un enorme arengo nazio-
nale per le manifestazioni di massa e a un gigantesco monumento.

Il Foro Italico: dagli eventi sportivi, ai concerti rock, alle feste estive
La molteplicit dei significati urbani e dei modi duso che il Foro Italico ha as-
sunto per i cittadini nellepoca contemporanea legata alla diversit delle fun-
zioni sportive, ricreative e specializzate che in esso vengono accolte e alla qualit
degli spazi collettivi, oltre che allimportanza derivante dal rango internazionale
del complesso e dallimmagine della struttura urbanistica e architettonica.
Gli stadi e le altre attrezzature per lo sport sono deputati ad ospitare eventi a-
gonistici fino al massimo livello, ma alcuni di essi sono anche il luogo di eventi
musicali, culturali, ricreativi di tipo e risonanza estremamente diversificati e con
differenti forme di utilizzo delle strutture.
Significativo esempio il modo duso dello stadio del Nuoto. Limpianto, rea-
lizzato nel 1958, adatto ad ospitare gare di livello olimpionico, ma comprende
attrezzature utilizzabili in estate da un pubblico di bagnanti.
Sul palco allestito periodicamente nello stadio centrale del Tennis si esibisco-
no artisti di importanza internazionale del panorama musicale pop, rock, jazz.
Negli spazi collettivi aperti, in buona parte accessibili senza limitazioni di ora-
rio, vengono spesso ospitate manifestazioni periodiche e feste di vario tipo.
Nel complesso si trovano oggi anche la sede del CONI e lauditorium della
RAI, nei due edifici delle accademie, un ostello della giovent, nelledificio delle
foresterie sud, e finanche, nella sede impropria della Casa delle Armi, unampia
aula giudiziaria di massima sicurezza.

Al Foro per il derby o a passeggio


Le forme duso peculiari delle diverse attrezzature del complesso comportano
orari dimpiego legati soprattutto ai tempi degli eventi agonistici e allapertura al
62 Capitolo Secondo

pubblico delle strutture per le attivit ginniche e ricreative, oltre che alla pro-
grammazione dei concerti ospitati in talune di esse.
Ma la qualit del sistema degli spazi collettivi sui quali strutturato il Foro fa-
vorisce lutilizzo del complesso anche come semplice luogo dello stare e
dellincontro. I viali alberati e i giardini costituiscono per i cittadini un piacevole
luogo di sport individuale e di passeggio in tutto larco della settimana e
dellanno, ed in particolare nei giorni festivi.
Svariati tipi di manifestazioni effimere, con la disposizione in modi diversifi-
cati di contenitori e strutture provvisorie, vengono allestiti periodicamente spe-
cialmente nel periodo estivo, utilizzando alcune delle attrezzature sportive
allaperto o, pi di frequente, gli estesi spazi pubblici.

Fig. 1. Veduta aerea, 1919. Foto SARA Nistri, Archivio del Dipartimento di Architettura e Ur-
banistica per lIngegneria, Universit degli Studi di Roma La Sapienza.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 63

Fig. 2. Foro Mussolini: Progetto del 1930, veduta generale. Rispetto allimpostazione del Piano
originaria inclusa larea del tiro a segno a nord. Si notano i due nuovi ponti, dei quali sar rea-
lizzato solo quello in asse con il piazzale centrale, e la sistemazione delle pendici del Monte
Mario. Fonte: Rivista Architettura, Sindacato Nazionale Fascista Architetti, Treves Treccani
Tumminelli, Milano Roma 1933.

Fig. 3. Foro Mussolini: Progetto del 1932, planimetria generale. Fonte: Rivista Architettura,
Sindacato Nazionale Fascista Architetti, Treves Treccani Tumminelli, Milano Roma 1933.
64 Capitolo Secondo

Fig. 4. Stralcio del Piano regolatore del 1931, indicante tra laltro il tracciato della ferrovia ur-
bana entro larea del Foro.
Governatorato di Roma, Piano Regolatore di Roma, 1931, Treves Treccani Tumminelli, Mi-
lano Roma.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 65

Fig. 5. Il Foro Italico oggi: schema della morfologia dimpianto e delle principali relazioni ur-
bane. In grigio scuro: stadi e spazi specializzati aperti destinati allo sport. A ovest e a nord e-
videnziato il tracciato della Via Olimpica. Schema elaborato da Antonio Cappuccitti.
66 Capitolo Secondo

Fig. 6. Veduta aerea, 1971. Foto SARA Nistri.

Fig. 7. Il Foro nel contesto del settore urbano Nord, 1949. Cartografia dItalia dellIstituto Geo-
grafico Militare, 1949.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 67

Fig. 8. Veduta aerea attuale del complesso. Foto SARA Nistri.


68 Capitolo Secondo

Fig. 9. Spazi per lo sport e attrezzature del complesso. Foto di Antonio Cappuccitti.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 69

Fig. 10. Passeggio nel grande piazzale centrale, imperniato su un asse avente per estremi la fon-
tana della sfera e lobelisco. Foto di Antonio Cappuccitti.

Fig. 11. Stadio dei Marmi, con strutture effimere di una festa estiva.
Foto di Antonio Cappuccitti.
70 Capitolo Secondo

2.5 Villaggio dei divertimenti The Village

Sullautostrada, verso il mare


The Village si trova lungo lautostrada che conduce da Roma allaeroporto in-
tercontinentale di Fiumicino e alla costa tirrenica, nelle vicinanze dello svincolo
con lanello urbano del grande raccordo anulare.
La vasta e antica tenuta della Magliana Vecchia, nel cui territorio sito il
complesso, fino agli anni Sessanta unarea quasi completamente libera da edi-
ficazione, delimitata da un tracciato ferroviario, dalla Via della Magliana, da un
tratto del raccordo anulare, e dal corso del Tevere.
Il Piano regolatore del 1962 prevede per la zona un assetto funzionale caratte-
rizzato da unestesa area destinata a verde privato organizzato con attrezzature
sportive, localizzata nella parte sud della tenuta, e da un comprensorio per servizi
privati, dove oggi sorge un importante centro direzionale.
Laccesso alla zona dato soprattutto dalle due autostrade che la attraversano,
che come previsto dal Piano regolatore sono dotate di due svincoli sullarea.

Un vivace villaggio in un settore urbano di recinti specializzati


Conformemente alle previsioni del Piano del 1962 e di alcune pi recenti va-
rianti, la zona della Magliana Vecchia ha assunto nel corso degli ultimi decenni
un assetto caratterizzato da estese aree ospitanti funzioni urbane specializzate e
differenziate, che comprendono oggi due diversi nuclei privati di edifici per uffi-
ci ed un vasto complesso sportivo e alberghiero, contiguo al Village.
Sotto il profilo funzionale e morfologico i diversi insediamenti della zona si
presentano nellinsieme come parti edificate prevalentemente monofunzionali e
fisicamente autonome, le cui relazioni strutturali sono costituite essenzialmente
dalle reti di strade locali connesse allautostrada.
Il complesso del Village, progettato da Reconsult Spa di Roma, viene edificato
negli anni Novanta a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale, accan-
to al preesistente Sheraton Golf e ad un esteso nucleo per uffici.
Il villaggio costituito da due grandi edifici, che ospitano rispettivamente il
multiplex con i cinema e un complesso con svariati spazi di gioco ed intratteni-
mento, che si affacciano con i fronti principali su una struttura lineare di spazi
aperti disegnati come un breve viale pedonale e una piazza urbana.
Dal vasto parcheggio un percorso pedonale conduce allo spazio piazza di for-
ma quadrata, sul quale si aprono gli ingressi principali agli edifici, collegati ad
ampi ambienti di ingresso e disimpegno interni. Un alto landmark luminoso, eret-
to nel parcheggio, segnala la posizione del villaggio dallautostrada.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 71

Dal cinema al bowling


Lofferta di funzioni ricreative presente nel villaggio dei divertimenti deci-
samente diversificata, coerentemente con lobiettivo della complementarit e
dellassortimento delle occasioni di svago che si intende offrire al cliente.
Ledificio multiplex, della catena Warner Village, dotato di ben 18 sale di
proiezione, mentre nel secondo edificio sono ospitati tra laltro, allinterno di un
ampio ambiente open space, un bowling, una pista di pattinaggio, videogiochi,
ristoranti, internet caf, ed anche una galleria espositiva; il complesso compren-
de inoltre un centro sportivo privato.
Specialmente nella stagione estiva negli spazi del Village vengono program-
mati calendari di manifestazioni comprendenti concerti, tornei di bowling, feste,
serate danzanti e di cabaret.
La molteplicit delle attivit di intrattenimento e svago, e la conformazione
accogliente degli ambienti, puntano a favorire limmagine di un luogo in cui sia
piacevole trascorrere una serata di tempo libero in pi modi diversi e per pi ore.

Orario continuato dal pomeriggio alla notte


I tempi duso del villaggio sono legati agli orari di apertura degli esercizi, dal
pomeriggio fino a tarda sera, ad eccezione delle giornate nelle quali sono pro-
grammati eventi speciali.
Ma il mix di funzioni ricreative, ludiche e commerciali presenti determina
modi e tempi duso piuttosto differenziati da parte dei numerosi utenti allinterno
degli orari di apertura, che vanno dal tempo della proiezione di un film, a quello
necessario per una partita a bowling o per una consumazione al ristorante, a una
serata trascorsa fruendo di una o di pi di una delle possibilit di svago offerte.
Lo spazio piazza centrale, con gli ingressi principali agli edifici e le vetrine dei
ristoranti sui margini, e con al centro una grande fontana ai bordi della quale ci si
pu sedere, funge da luogo di sosta, di attesa degli orari programmati per le
proiezioni e di ritrovo per gli appuntamenti degli avventori, ed assume con il va-
rio e vivace movimento di pedoni che ne deriva un piacevole aspetto urbano.
72 Capitolo Secondo

Fig. 1. Stralcio del Piano regolatore generale del 1962. Si nota la destinazione della maggior
parte della tenuta della Magliana a verde privato organizzato, e il tracciato della viabilit auto-
stradale e locale prevista. Fonte: Comune di Roma, Ufficio Speciale del Piano Regolatore.

Fig. 2. Cartografia dellarea al 1984: allepoca stato realizzato il centro direzionale della Ma-
gliana, a nord, e larea della tenuta ancora libera da edificazione. Cartografia del Comune di
Roma.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 73

Fig. 3. Schema delle connessioni infrastrutturali e della morfologia del sistema insediativo.
Schema elaborato da Antonio Cappuccitti.

Fig. 4. Planimetria generale (2002). Elaborazione grafica di Antonio Cappuccitti su planimetria


di progetto di Reconsult Spa, Roma.
74 Capitolo Secondo

Fig. 5. Viste degli ampi ambienti open space interni ai due corpi edilizi principali, direttamente
accessibili dallo spazio piazza centrale.
Foto gentilmente fornite da Reconsult Spa, Roma.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 75

Fig. 6. Lo spazio piazza centrale. Foto gentilmente fornita da Reconsult Spa, Roma.

Fig. 7. Vista dallalto del complesso. Si nota sullo sfondo la vasta area di parcheggio e la strada
di accesso, e al centro lo spazio piazza sul quale si affacciano i due corpi edilizi principali.
76 Capitolo Secondo

Fig. 8. Vista aerea dellarea del 2001. Al centro: The Village, contiguo allesteso complesso al-
berghiero con campo da golf. Foto SARA Nistri.
Spazi funzione e forme urbane. I luoghi del tempo libero 77

Fig. 9. Lalto landmark luminoso con le insegne del Warner Villane (a sinistra). I due edifici
principali del complesso nelle ore di apertura: il Warner Village e Le Cirque
Foto di Antonio Cappuccitti.

Fig. 10. Lo spazio piazza centrale e il percorso pedonale di ingresso.


Foto di Antonio Cappuccitti.
Capitolo terzo

Le misure

3.1 Misure di Tessuti e Forme aperte:


elementi di una lettura diacronica

3.2 Schede di misura


di parti urbane morfologicamente omogenee
Le misure 81

3. Le misure

3.1 Misure di Tessuti e Forme aperte: elementi di una lettura diacronica

Il percorso di ricerca del quale questo libro sintetizza alcuni risultati ha com-
preso leffettuazione, nellambito di una pi complessiva azione di analisi della
forma urbana, di diversi tipi di misure sulle parti morfologicamente omogenee e
sugli spazi della citt.
Una prima serie di misure di carattere quantitativo ha riguardato lestensione
complessiva delle parti morfologicamente omogenee alla scala urbana, e ha reso
disponibili dati numerici e quantitativi a supporto della lettura delle forme inse-
diative e dellevoluzione nel tempo storico delle modalit formative della citt fi-
sica (vedi in particolare i dati esposti a pag. 24).
Per le diverse parti morfologicamente omogenee, quindi, si proceduto
allindividuazione di campioni significativi ad una scala di maggior dettaglio, e
su di essi si sono operate misure di densit edilizia e di una serie di parametri e
indici, specificati di seguito.
Ma il termine misura, nellambito della ricerca, non stato inteso solamente
nella semplice accezione di misurazione numerica quantitativa, ma anche ed in
particolare come rapporto dimensionale e di correlazione tra luoghi e connes-
sioni strutturali e parti di tessuto.

Per quanto riguarda le misure intese nel primo dei due significati accennati,
cio come rilevazione diretta di quei dati dimensionali che costituiscono elementi
numerici di base delle regole formative dello spazio urbano, si proceduto in
special modo a due ordini di misurazioni, relative a due differenti livelli di scala:
misure effettuate su isolati campione elementari, selezionati per ognuna
delle categorie di lettura con le quali si sono distinte per caratteri di omo-
geneit morfologica le forme insediative e per ognuna delle tre scansioni
storiche analizzate;
misure su macroisolati campione. Le misurazioni sono state dapprima veri-
ficate su aggregazioni di tessuti in macroisolati caratterizzate da compiu-
tezza morfologica e da chiara leggibilit delle delimitazioni, e successiva-
mente su settori unitari quadrati di tessuto di 250 metri di lato, selezionati
in modo tale da escludere le aliquote di spazi per attrezzature.
Nel primo caso, le misurazioni rilevate, operate con lausilio di strumenti in-
formatici supportato dal rilievo diretto delle consistenze volumetriche, hanno ri-
guardato superfici fondiarie, superfici coperte, altezze dei corpi edilizi; in base a
queste misure si potuto procedere al calcolo di rapporti di copertura, indici di
edificazione fondiaria, volumetrie. Nel secondo caso, le misurazioni hanno avuto
come risultato valori complessivi di superfici territoriali e fondiarie, superfici co-
82 Capitolo Terzo

perte, superfici occupate da spazi pubblici e privati, volumi complessivi, indici di


edificazione, rapporti di copertura, ma anche numero di edifici (o meglio, nel ca-
so di diversi edifici in aderenza, corpi edilizi continui) e numero di incroci viari
(parametri, questi ultimi due, assunti come indicatori quantitativi di frammenta-
zione della trama edilizia e dellimpianto).

Gli esiti delle misurazioni sugli isolati campione, operate sulle unit costituti-
ve elementari dei tessuti urbani, possono essere oggetto di appropriata lettura cri-
tica solamente se relazionati agli specifici caratteri di impianto e di grana dei ri-
spettivi tessuti, perch i valori numerici assoluti rilevati sono come ovvio fun-
zione complessa dellestensione complessiva degli isolati e della conseguente
percentuale di occupazione edilizia. Ma costituiscono, in ogni caso, il puro dato
numerico di base delle tante e differenti forme aggregative delle diverse tipologie
di tessuto, ed allinterno di queste delle altrettanto differenti tipologie di relazioni
tra gli spazi urbani nelle differenti epoche e parti urbane nelle quali sono conte-
nuti, e di utilizzo ricorrente dello spazio edificatorio.
Operare distinzioni tra misure di isolati, tra modi di disporre spazi edificati e
di transizione al loro interno riflessi nelle rispettive quantit, vuol dire costruire
una elementare tassonomia strutturata di modi di conformazione dello spazio ur-
bano, che pu costituire la base di pi articolate e mirate estrapolazioni di ricerca.
Dalle misure aggregate per macro-isolati, invece, si rileva il dato analitico che
offre il riscontro pi direttamente confrontabile delle diverse relazioni tra spazio
privato e pubblico nella storia urbana, delle tante differenti politiche urbane e
modelli teorici dassetto che hanno dato forma alla citt progettata, dei tanti modi
di relazionarsi delle funzioni urbane con la propriet e luso dei suoli dai quali
hanno avuto origine le differenti tipologie di forme insediative.
Per la citt premoderna gli alti valori dei rapporti di copertura sono il riflesso
della stretta complementarit tra tessuto edilizio e trama delle strade e degli spazi
aperti, che come dire della stretta complementarit tra spazio della vita privata
e spazio pubblico della relazione con la citt.
La misura per macro-isolati campione, ed il confronto con le corrispondenti
misure di isolato, per la citt moderna non pu che rendere conto del diversificar-
si e dellarticolarsi delle modalit insediative, e questo vale in misura molto
maggiore per la citt contemporanea, nella quale per le parti di citt progettata
per ambiti unitari si moltiplicano e confondono i modelli teorici di riferimento
dei progetti urbani mentre per le rimanenti parti si differenziano in modo sostan-
ziale le molteplici logiche insediative ed i corrispondenti esiti fisici.
Le misure di campioni della citt moderna, effettuate su parti urbane significa-
tive della Roma post-unitaria e dei primi del Novecento, danno il senso numerico
quantitativo del progressivo ampliarsi degli spazi della relazione urbana e della
circolazione, ma anche dellincremento assoluto della superficie di spazio priva-
to, corrispondente al passaggio di alcuni spazi di relazione dalla tradizionale
Le misure 83

connotazione pubblica della citt storica al rango di spazi di transizione o di per-


tinenza privata.
Le misure della citt contemporanea hanno invece il riferimento pi rappre-
sentativo nel confronto tra quantit dellisolato campione e del macro-isolato per
linsediamento di edilizia sociale di derivazione funzionalista: nellisolato, quan-
do questo individuabile, lelevata concentrazione volumetrica porta a valori alti
i rapporti di utilizzazione fondiaria, mentre per contro alla scala del macro-
isolato lampliarsi pervasivo dello spazio aperto comporta bassi rapporti territo-
riali di copertura ed utilizzazione, che rendono conto di una connotazione dello
spazio urbano riassumibile nella perdita della forma - tessuto e nel passaggio ad
una conformazione aperta e convessa dello spazio urbano.

3.2 Schede di misura di parti urbane morfologicamente omogenee

Le pagine che seguono comprendono un campione delle schede di misura di


parti urbane morfologicamente omogenee elaborate nellambito della ricerca.
84 Capitolo Terzo
Le misure 85
86 Capitolo Terzo
Le misure 87
88 Capitolo Terzo
Le misure 89
90 Capitolo Terzo
Le misure 91
92 Capitolo Terzo
Le misure 93
94 Capitolo Terzo
Le misure 95
96 Capitolo Terzo
Le misure 97
98 Capitolo Terzo
Le misure 99
100 Capitolo Terzo
Le misure 101
102 Capitolo Terzo
Le misure 103
104 Capitolo Terzo
Le misure 105
106 Capitolo Terzo
Le misure 107
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AREE SCIENTIFICODISCIPLINARI

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