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La “città pubblica” come laboratorio di Si ringraziano

progettualità. La produzione di linee guida


per la riqualificazione sostenibile delle Per la collaborazione
periferie urbane è il titolo di un Programma Direzione centrale casa-Servizio politiche per
di ricerca biennale di interesse nazionale, la casa-Comune di Milano
finanziato nel 2005 dal Ministero Azienda regionale per l’Edilizia Residenziale
dell’università Pubblica-Milano
e della ricerca, al quale hanno partecipato
gruppi di lavoro di sei differenti università Per le interviste rilasciate
italiane, coordinati da Paola Di Biagi. Gli esiti Lides Canaia, Franca Caffa, Luciano Caffini,
complessivi della ricerca sono stati restituiti Roberto Cetara, Sergio D’Agostini, Marcello
nel volume Città pubbliche. Linee guida De Carli, Remo Dorigati, Alessandro Floris,
per la riqualificazione urbana, a cura David Gentili, Marco Giacometti, Maurizio
del LaboratorioCittàPubblica, Bruno Grandi, Stefano Guidarini, Camillo Magni,
Mondadori, Milano 2009. Walter Molinaro, Gabriele Rabaiotti,
Pier Luigi Saccheri, Franco Salvador, Leo
Il presente volume riporta parte dei materiali Spinelli, Antonio Tonani, Antonio Tosi
e delle riflessioni prodotti dall’unità di
ricerca del Dipartimento di Architettura e Per le ricerche sul campo
Pianificazione del Politecnico di Milano. Associazione Giambellitaly, Associazione
Quarto Oggiaro Vivibile, Associazione
Responsabile scientifico dell’unità di ricerca Unisono, Centro servizi Quarto Laboratorio,
Francesco Infussi Comitato autogestione Giambellino 146,
Comitato per il Parco del Ticinello, Comitato
Hanno condotto la ricerca Villaggio dei Fiori, Comunità del Giambellino,
Paolo Bozzuto Cooperativa Diapason, Istituto pedagogico
Antonella Bruzzese della Resistenza, Sicet Milano
Francesca Cognetti
Gianfranco Orsenigo (coordinamento tecnico) Chi ci ha parlato di sé e ci ha aperto
Stefano Pendini generosamente le proprie case

Hanno collaborato
Giulia Alberio
Samantha Belotti
Marina Como
Beatrice De Carli
Chiara Ettari
Alessandro Fea
Valeria Inguaggiato
Emanuele Reguzzoni

Laboratorio di Analisi Dati e Cartografia


del Dipartimento di Architettura e
Pianificazione-Politecnico di Milano (Fabio
Manfredini, Paolo Dilda, con Jacopo Lareno
Faccini)

Gli studenti del laboratorio “Progetti e


Politiche urbane” (responsabile F. Infussi)
del Corso di studi in Urbanistica della Facoltà
di Architettura e Società (dall’a.a. 2005-2006
al 2010-2011)

I frequentanti del tirocinio “Il progetto nel


processo di riqualificazione sostenibile
della città pubblica” (responsabile F. Infussi)
(gennaio-marzo 2007)

Fotografi
Alessandro Cimmino
Gianluca D’Apuzzo
Atticus Lynch
Roberto Manuelli
Questo libro è dedicato a Paolo Fareri
Progetto grafico che con noi ha cominciato
Maddalena De Ferrari questa esplorazione, orientandone il senso
a cura di Francesco Infussi

DAL RECINTO AL TERRITORIO


MILANO, ESPLORAZIONI NELLA CITTÀ PUBBLICA

testi di
Paolo Bozzuto
Antonella Bruzzese
Francesca Cognetti
Francesco Infussi
Stefano Pendini
Prefazione fotografica di Alessandro Cimmino

Una città tutta periferia 24


Francesco Infussi

LA CITTÀ PUBBLICA A MILANO


Scomporre la città pubblica:
configurazioni, posizioni e materiali urbani 40
Antonella Bruzzese

Atlante 1. La figura insediativa 48


Atlante 2. Un catalogo di spazi abitabili 50

Tre città pubbliche. Consistenza, geografie e popolazioni 58


Paolo Bozzuto, Francesca Cognetti

Atlante 3. Il patrimonio pubblico oggi 72

Ripartire dalla città pubblica per sperimentare? 74


Dieci anni di progetti e politiche
Francesca Cognetti

Atlante 4. Progetti e politiche 84

La costruzione dello stigma. 90


L’emblematico caso di Quarto Oggiaro: dieci anni di rassegna stampa
Paolo Bozzuto

Punti di vista. Stagioni e passaggi 96


ESPLORAZIONI
Storie di una casa. Storie di abitanti 102
Francesca Cognetti

Punti di vista. Permanenze e trasformazioni 136

Quartieri al centro 140


Paolo Bozzuto

Atlante 5. Infrastrutture 160


Atlante 6. Sistema ambientale 164
Atlante 7. Centralità 166
Atlante 8. Grandi trasformazioni urbane 168
Atlante 9. La regione urbana 170

Punti di vista. Problemi e risorse 172

Spazi domestici. L’alloggio entro una sequenza di spazi abitabili 176


Antonella Bruzzese

Atlante 10. Le stagioni della città pubblica 218


Atlante 11. Protagonisti 228

Punti di vista. Progetti e politiche 230

Verso una reinterpretazione dello spazio aperto 242


Stefano Pendini

Punti di vista. Attori e ruolo del pubblico 268

Esplorazioni progettuali e strategie di riqualificazione 272

Appendice. Per un repertorio della città pubblica milanese 286


Riferimenti bibliografici dei testi citati 300
Autori e fonti delle immagini X

Postfazione fotografica di Roberto Manuelli


TRE CITTÀ PUBBLICHE.
CONSISTENZA, GEOGRAFIE E POPOLAZIONI

Paolo Bozzuto
Francesca Cognetti1

1 Il testo è frutto della condivisione di riflessioni La città pubblica, a Milano come altrove, lombardo,3 nell’anno 2001 entro la città
e attività di ricerca da parte dei due autori. ha costituito una fondamentale risposta pubblica “originaria” risiedevano 252.615
Dal punto di vista della redazione di questo
alla domanda di nuova residenza e ser- persone: circa un quinto della popolazio-
contributo, tuttavia, a Paolo Bozzuto devono
vizi che, in particolare a partire dal se- ne milanese.4
essere attribuiti il paragrafo introduttivo
e il paragrafo “Popolazioni della città pubblica”,
condo dopoguerra, è stata espressa da Negli alloggi della città pubblica “ori-
a Francesca Cognetti i paragrafi “Tre oggetti non popolazioni impossibilitate ad accedere ginaria”, inoltre, sono ubicate 573.233
coincidenti” e “Nella città pubblica odierna”. al mercato immobiliare e al mercato de- stanze:5 circa un terzo del totale censito a
Per l’estrapolazione dei dati e l’elaborazione gli affitti. Milano (1.629.673).
degli indicatori, gli autori si sono avvalsi Nel corso del tempo, le politiche per
della collaborazione di Fabio Manfredini
la “casa” e le azioni intraprese da parte
e Paolo Dilda (Laboratorio di Analisi Dati
degli operatori pubblici e da alcuni ope- Tre oggetti non coincidenti
e Cartografia del Dipartimento di Architettura
e Pianificazione del Politecnico di Milano),
ratori privati con finalità sociali hanno
con il supporto di Jacopo Lareno Faccini seguito stagioni diverse e hanno avuto La città pubblica “originaria” a Milano ha
(in qualità di studente della Facoltà consistenze differenti. Nel loro insie- raggiunto, alla fine degli anni settanta, i
di Architettura e Società del Politecnico me, attraverso un processo cumulativo, 100.000 alloggi (al Censimento del 1981
di Milano, impegnato in attività di tirocinio). frammentato e plurale, esse hanno con- erano 92.383).
tribuito alla costruzione di intere “parti” Nell’anno 2001, però, il totale degli allog-
2 Il peso quantitativo della città pubblica
del capoluogo lombardo, dando vita a un gi di proprietà pubblica assommava a sole
“originaria” sulla costruzione della Milano
patrimonio collettivo di edifici, spazi e at- 75.959 unità. L’erosione di circa 20.000
contemporanea è stato da noi stimato calcolando,
su base cartografica digitale il rapporto tra trezzature urbane (ma anche di pratiche abitazioni in un ventennio è dovuta, prin-
la sommatoria delle aree della città pubblica e luoghi sociali) che può essere definito, cipalmente, a due fenomeni paralleli che
e la superficie urbanizzata del comune, a fronte in forma sintetica, come città pubblica hanno avuto lo stesso andamento anche a
di un dato complessivo di superficie territoriale “originaria”. livello nazionale:6 una serie di piani ven-
del Comune di Milano pari a 181.840.000 mq.
Questo patrimonio, oggi, copre un’esten- dita, che si sono susseguiti nel corso del
sione di circa 9.750.000 mq e rappresen- tempo; e il completamento della cessione
3 I risultati definitivi dei Censimenti Generali
ta l’8,4% della superficie urbanizzata del delle case agli inquilini aventi diritto, in
della Popolazione e delle Abitazioni (anno 2001),
relativi al Comune di Milano, sono pubblicati Comune di Milano.2 quanto abitanti di case “a riscatto”.
e diffusi dal SICe (Sistema informativo A fronte di una popolazione totale di I “piani vendita”, resi operativi dalla Leg-
Censimenti), promosso dallo stesso Comune. 1.256.211 abitanti censita nel capoluogo ge 560 del 1993,7 e le vendite a riscatto

58
4 Questo dato, così come gli altri proposti hanno investito il patrimonio in forma – oggi, dunque, non coincidono. Il primo
di seguito, deriva da nostre elaborazioni costruite
puntuale e segmentata, generando situa- può essere assunto come campo di inda-
a partire dalla sovrapposizione e dall’incrocio
zioni molto eterogenee nelle quali la con- gine unitario. Il secondo, costituito da ciò
della mappa della città pubblica “originaria”
con il grafo delle sezioni censuarie del Comune
centrazione e il mix di case sociali e case che rimane oggi di pubblico nella figura
di Milano (Censimenti generali della popolazione in proprietà varia da caso a caso. “originaria” della città pubblica, ha una
e delle abitazioni, anno 2001), attraverso l’impiego Questa eterogeneità si ritrova sia in inter- natura frammentaria e di difficile lettura:
di software GIS. In questo senso, i valori assoluti venti nati da un piano unitario (come nel alloggi pubblici e privati spesso si trova-
generati dalle diverse interrogazioni effettuate
caso dei quartieri San Siro, Gallaratese e no nello stesso edificio e contribuiscono
possono essere soggetti a un margine d’errore
Mazzini), sia in territori esito di una som- a rendere più complesso il quadro degli
operativo derivante dalla non sempre perfetta
congruenza tra le sezioni censuarie
matoria di diversi progetti (come nel caso usi e delle pratiche dell’abitare. Il mix
e i diversi ambiti di edilizia pubblica mappati. dei quartieri Lorenteggio-Giambellino relativo al regime proprietario, inoltre,
La significatività e la rilevanza dei dati prodotti, e dell’ambito di Quarto Oggiaro): non è è causa di una certa complessità anche
pertanto, non risiede nei valori numerici assoluti pertanto direttamente riconducibile alla dal punto di vista gestionale, mettendo in
generati, ma nell’ordine di grandezza che essi
conformazione e all’evoluzione degli in- campo un numero sempre più consisten-
consentono di definire.
sediamenti. te di soggetti (operatori pubblici, inquili-

5 Con il termine “stanza” si intende un locale


In alcuni casi, interi quartieri della città ni, gestori privati, proprietari). Esiste poi
che riceve aria e luce diretta dall’esterno e ha pubblica risultano oggi completamente uno scarto ulteriore tra il patrimonio di
dimensioni tali da consentire la collocazione di proprietà privata. Questo è dovuto, il edilizia pubblica formalmente disponibi-
di un letto per un adulto, lasciando spazio utile più delle volte, a una loro condizione ori- le e l’uso reale di cui è oggetto: fenomeni
per il movimento di una persona. Sono stanze
ginaria: nei quartieri Forlanini e Feltre, come le occupazioni abusive, i subaffitti e
ad esempio le camere ed il soggiorno,
ad esempio, così come in alcuni quartieri il sovraffollamento degli alloggi costitui-
se rispondono alle caratteristiche enunciate.
Le cucine, i cucinini, i vani accessori (i corridoi,
Ina Casa (quali Vialba e QT8), gli interi scono, in alcuni casi, questioni problema-
gli ingressi ecc.) ed i bagni non vanno contati caseggiati sono nati come case a riscatto. tiche emergenti e molto rilevanti, anche
tra le stanze, anche se possono averne Esito di questa politica è una condizione in termini quantitativi, ma totalmente
le caratteristiche (SICe, 2001). attuale di grande qualità, in particolare fuori controllo dal punto di vista delle ri-
se confrontata con i contesti di prossi- levazioni e dei censimenti.
6 Le politiche di alienazione di parte
mità, spesso caratterizzati da profondo Per semplice differenza, inoltre, operan-
del patrimonio di edilizia residenziale pubblica
hanno portato alla dismissione, tra il 1993
degrado: si pensi, ad esempio, al quartie- do una lettura “in negativo”, può pertanto
e il 2006, a livello nazionale, di oltre 150.000 re Forlanini e al contiguo ambito di via essere individuato anche un terzo ogget-
alloggi (CENSIS, Federcasa, 2008). Salomone; oppure a Vialba e all’attigua to di interesse, analogo e complementare
zona di via Pascarella-Lopez. alla città pubblica “odierna”: la città pub-
7 Con la legge nazionale 560/93 “Norme
La maggior parte dei quartieri più pro- blica “venduta”.
in materia di alienazione di alloggi di edilizia
blematici è invece costituita da ambiti
residenziale pubblica” si è consentito alle aziende
regionali per l’Edilizia Pubblica e ai Comuni
ancora interamente di proprietà pubbli-
di alienare quote del patrimonio pubblico ca. Situazioni come quella di Gratosoglio, Popolazioni della città pubblica
abitativo vincolando i proventi delle vendite Ponte Lambro, parte di Quarto Oggiaro e
a progetti di recupero del patrimonio esistente Giambellino, ne sono un esempio. L’esplorazione del campo dei dati e delle
e di nuova costruzione.
informazioni aggregate disponibili sulla
I due oggetti, la città pubblica “origina- città pubblica “odierna” risulta di parti-
ria” e il patrimonio pubblico odierno colare interesse soprattutto se condotta,
– da qui in avanti definito, per esigenze laddove utile, entro una logica di com-
di sintesi, come “città pubblica odierna” parazione con indicatori analoghi riferi-

59
8 L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale ti alla città pubblica “venduta”, a quella essi (il 20% dei residenti) ha già superato
tra l’ammontare della popolazione di oltre
parte maggioritaria di patrimonio edili- la soglia dei 75 anni. Si tratta di un dato
65 anni e quella compresa tra zero e 14 anni.
zio e di spazi costruiti nel corso del tempo decisamente superiore alla media mila-
Valori superiori a 100 indicano un maggiore peso
della popolazione anziana rispetto
dai tradizionali operatori del mercato im- nese, che risulta ancora più accentuato se
alla popolazione giovane e giovanissima. mobiliare (città “privata”), e al capoluogo si prende in esame la popolazione della
Nella città pubblica odierna l’indice di vecchiaia, lombardo in generale. città pubblica “venduta”, dove quasi un
calcolato sulla base dei dati rilevati dal sistema L’interesse primario risiede nella possi- abitante su quattro ha almeno 75 anni di
di Anagrafe comunale nell’anno 2008, è pari
bilità di fare emergere caratteri peculiari, età e quasi uno su tre almeno 65 (si veda
a 236,87, a fronte di un valore generale milanese
potenzialmente utili a mettere in luce i Tabella 1). Le diverse forme attraverso
pari a 194,21 e a un valore relativo alla città
“privata” pari a 189,39.
differenti tipi di problematicità che pos- cui una quota del patrimonio edilizio re-
sono determinare condizioni di disagio o sidenziale pubblico, nel corso degli anni,
di rischio nei quartieri di edilizia pubbli- è stata ceduta ai privati, infatti, hanno
ca contemporanei (presenza di partico- per lo più privilegiato, come acquirenti,
lari categorie di domande abitative, qua- gli inquilini primi assegnatari degli allog-
lità e idoneità degli alloggi, fenomeni di gi; ciò ha contribuito a consolidare, all’in-
sovraffollamento, coabitazioni “forzate”, terno di quello stock edilizio, una popo-
convivenza tra popolazioni diverse ecc.), lazione residente piuttosto omogenea dal
ma anche nella possibilità di esprimere punto di vista anagrafico che, per usare
una valutazione in merito alla domanda un’espressione figurata, sta invecchiando
di casa sociale e ai possibili scenari con i insieme al proprio alloggio.
quali Enti e Amministrazioni potrebbero Al profilo “anziano” della popolazione,
confrontarsi, in futuro, a Milano. testimoniato anche dall’indice di vec-
Appare fertile condurre questa esplora- chiaia,8 è riconducibile uno dei caratteri
zione assumendo, quale punto di vista più critici della città pubblica odierna: la
privilegiato, sia l’osservazione di due fra condizione di solitudine di una quota ri-
le popolazioni più rilevanti che oggi abi- levante dei residenti in età avanzata. Nel
tano il patrimonio residenziale pubblico 2001, secondo le rilevazioni dell’ultimo
(gli anziani e gli stranieri), sia la descri- Censimento, a fronte di un dato generale
zione della composizione delle famiglie. milanese pari al 16,42%, nella città pub-
blica quasi un nucleo familiare su quattro
Anziani (22,46%) era composto da una sola per-
Entro il generale e consolidato profilo sona di età superiore a 65 anni: in valore
demografico “anziano” della società mi- assoluto si trattava di 14.031 individui; di
lanese (Provincia di Milano, 2007) con- questi, più della metà (8 084), a quella
fermato anche dal confronto tra gli ultimi data, aveva già superato i 75 anni.
dati censuari (2001) e i dati più recenti Per lo più, gli anziani soli rappresentano
disponibili (quelli costruiti a partire la naturale evoluzione di nuclei familia-
dall’Anagrafe comunale dell’anno 2008), ri numerosi originariamente assegnatari
gli abitanti della città pubblica odierna di un alloggio pubblico: la costituzione
presentano tratti di anzianità accentua- di nuove famiglie da parte di figli ormai
ti. Infatti, il 28% dei residenti ha un’età cresciuti, la morte del coniuge ecc. in
superiore ai 65 anni; la maggioranza di molti casi hanno determinato il fatto che

60
Tabella 1: peso percentuale delle classi di età % RESIDENTI DI ETÀ SUPERIORE % RESIDENTI DI ETÀ SUPERIORE
“anziane” sul totale della popolazione residente. AI 65 ANNI AI 75 ANNI
SU TOTALE RESIDENTI SU TOTALE RESIDENTI
Elaborazione nostra su dati SICe 2001
e Anagrafe 2008
ANNO 2001 ANNO 2008 ANNO 2001 ANNO 2008

CITTÀ “PRIVATA” 22,25% 23,6% 15,9% 17,3%

CITTÀ PUBBLICA
ODIERNA 27,15% 28,2% 19,0% 21,2%

CITTÀ PUBBLICA
“VENDUTA” 29,58% 31,0% 20,6% 23,9%

MILANO 22,78% 24,1% 16,2% 17,7%

questi inquilini si trovino oggi a occupare Stranieri


appartamenti sovradimensionati rispetto La presenza di popolazione residente di
alle proprie esigenze quotidiane. Conte- origine straniera (in particolare, di origi-
stualmente, in una parte dello stock di ne extracomunitaria) si configura come
alloggi pubblici milanesi si registrano, un carattere ricorrente nelle rappresen-
come si avrà modo di illustrare nelle tazioni problematiche della città pubblica
pagine successive, situazioni di elevata milanese, poiché ritenuta potenzialmen-
densità abitativa o, addirittura, di sovraf- te foriera di problemi di integrazione e di
follamento. Il progressivo invecchiamen- coesione sociale. Tuttavia, se si osserva-
to della popolazione, in prospettiva, è no i dati aggregati oggi disponibili, e se si
dunque inevitabilmente destinato a por- prende in considerazione la loro evoluzio-
re nuove sfide, in relazione ai temi e alle ne nel corso dell’ultimo decennio, appare
problematiche della cura e dell’assistenza opportuno fare qualche puntualizzazio-
alle persone anziane, alle politiche per la ne. All’inizio del nuovo millennio (Censi-
casa e alle politiche pubbliche in genere, mento 2001), la percentuale di stranieri
ma potrebbe anche portare a un’ulterio- sul totale della popolazione residente
re riflessione sui criteri di gestione del nella città pubblica odierna (7,17%) non
patrimonio residenziale pubblico e sulle era significativamente diversa dal valore
contraddizioni strutturali insite nel suo medio milanese (6,97%) e dal valore ri-
carattere di elemento fondamentale di scontrabile nelle parti di città realizzate
un sistema di welfare solidale (ipotesi di dagli operatori privati (6,95%). Tale quo-
razionalizzazione della gestione del pa- ta risultava però decisamente più bassa
trimonio pubblico potrebbero prevedere se rilevata nel patrimonio immobiliare
una ricollocazione dei residenti anziani originariamente costruito dall’operatore
soli in appartamenti più piccoli, ma ciò pubblico e poi alienato (3,53%).
si scontra con il “valore affettivo” della Se si prendono in esame i dati più recenti
casa quale elemento costitutivo della sto- (Anagrafe 2008), è possibile mettere in
ria e della memoria di una persona in età evidenza alcune dinamiche significative.
avanzata). Pur essendo estrapolati da “banche dati”

61
prodotte da soggetti differenti, la compa- del totale, a fronte di una popolazione di
razione degli ordini di grandezza dei dati origine italiana significativamente “an-
disponibili consente di evidenziare il fat- ziana” (i residenti italiani over 65 erano
to che, in generale, il numero di stranieri il 29% del totale). Contestualmente, i ra-
ufficialmente residenti a Milano è sostan- gazzi figli di un capo-famiglia di origine
zialmente raddoppiato in meno di un de- straniera di età inferiore ai 14 anni rap-
cennio e un analogo trend di crescita ha presentavano oltre il 27% della popola-
riguardato sia la città “privata” sia quella zione residente, mentre i coetanei italiani
ancora oggi di proprietà pubblica. Nella meno del 10% (Tabella 3).
città pubblica “venduta”, invece, l’incre- Tali differenze nella composizione delle
mento del peso percentuale dei residenti classi di età dei residenti hanno ricadute
di origine straniera è quasi triplicato e si è sulle pratiche d’uso degli spazi della città
sostanzialmente allineato con l’ordine di pubblica e sulle percezioni della comuni-
grandezza riscontrabile negli altri ambiti tà: oggi (e ancor più in prospettiva) mol-
del capoluogo lombardo (Tabella 2). ti spazi collettivi dei quartieri (giardini,
Ciò che distingue la presenza dei residen- luoghi attrezzati per lo sport e il tempo
ti di origine straniera dai residenti di ori- libero ecc.) sono usati con particolare
gine italiana, in generale a Milano e, con intensità da persone di origine stranie-
particolare evidenza, nella città pubblica ra (famiglie con bambini piccoli, adole-
milanese, è il profilo anagrafico. scenti ecc.); questo fatto, probabilmente,
I cittadini di origine straniera residenti contribuisce a radicare nella popolazione
nella città pubblica odierna si configu- di origine italiana la percezione di una
rano come una popolazione “giovane”: presenza maggioritaria e prevalente di
quelli di età superiore ai 65 anni, nel “immigrati” che, come argomentato at-
2001, rappresentavano il 3,2% del totale traverso i dati precedentemente esposti,
degli abitanti; quelli di età superiore ai 75 non corrisponde a una condizione di ef-
anni rappresentavano poco meno del 2% fettiva eccezionalità.

Tabella 2: peso percentuale dei residenti QUOTA RESIDENTI STRANIERI QUOTA RESIDENTI STRANIERI
di origine straniera e di origine extracomunitaria SU TOTALE POPOLAZIONE DI ORIGINE EXTRACOMUNITARIA
SU TOTALE POPOLAZIONE
sul totale della popolazione residente (anni 2001
e 2008). Elaborazione nostra su dati Sice 2001
ANNO 2001 ANNO 2008 ANNO 2001 ANNO 2008
e Anagrafe 2008

CITTÀ “PRIVATA” 6,95% 13,81% 6,12% 11,87%

CITTÀ PUBBLICA
7,17% 15,69% 6,92% 14,76%
ODIERNA

CITTÀ PUBBLICA 9,99%


3,53% 11,10% 3,20%
“VENDUTA”

MILANO 6,97% 14,01% 6,21% 12,17%

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Tabella 3: confronto tra i pesi percentuali QUOTA QUOTA QUOTA QUOTA QUOTA QUOTA
dei residenti di origine italiana e dei residenti RESIDENTI RESIDENTI RESIDENTI RESIDENTI RESIDENTI RESIDENTI
di origine straniera nelle classi di età “giovani” ITALIANI DI ORIGINE ITALIANI DI ORIGINE ITALIANI DI ORIGINE
UNDER 14 STRANIERA OVER 65 STRANIERA OVER 75 STRANIERA
e nelle classi di età più “anziane”. Elaborazione UNDER 14 OVER 65 OVER 75
nostra su dati SICe 2001
su totale popolazione

CITTÀ “PRIVATA” 10,28% 16,98% 23,7% 3,5% 16,9% 2,5%

CITTÀ PUBBLICA
9,24% 27,39% 29,0% 3,2% 20,4% 1,9%
ODIERNA

CITTÀ PUBBLICA
9,17% 17,72% 30,5% 3,8% 21,3% 2,8%
“VENDUTA”

MILANO 10,22% 17,56% 24,2% 3,4% 17,2% 2,4%

Famiglie il 50% delle famiglie straniere residen-


Secondo i dati dell’ultimo Censimento, ti nello stock edilizio pubblico risultava
nel 2001 nella città pubblica odierna ri- infatti composto da almeno tre persone;
siedevano 62.475 famiglie, di cui 3.424 nello stesso ambito, il 70% delle famiglie
aventi un capo-famiglia di origine stra- italiane annoverava al massimo due com-
niera (il 5,5 % del totale). Il 14,75% dei ponenti. Valori analoghi si riscontravano
nuclei familiari censiti risultava essere nella città pubblica “venduta” (Tabella 4).
mono-genitoriale: un dato quasi doppio Questo tipo di composizione media dei
rispetto alla media milanese (8,66%) che nuclei familiari contrasta con i dati rela-
può legittimamente essere interpretato tivi alle dimensione degli alloggi occupati.
come un indicatore di “fragilità”, in parte Nel 2001, il 46% degli alloggi di proprietà
derivante anche dai criteri adottati nella pubblica non superava i 50 mq di dimen-
costruzione delle graduatorie per l’asse- sione; il 43% si collocava entro un range
gnazione degli alloggi (le madri single con dimensionale tra i 50 e gli 80 mq, mentre
figli a carico costituiscono una categoria circa il 9% degli alloggi aveva una dimen-
agevolata nell’attribuzione dei punteggi). sione variabile tra gli 80 e i 120 mq (una
Il numero medio di componenti dei nuclei quota residuale di alloggi risultava, poi, di
familiari, nella città pubblica odierna, era dimensioni ancora maggiori).
pari a 2,16: superiore alla media milanese Le famiglie di origine straniera risulta-
(2,11), ma inferiore al valore rilevato nella vano occupare prevalentemente (si veda
città pubblica “venduta” (2,22). Tabella 5) gli alloggi di taglio più piccolo
Il numero medio di componenti dei nu- (il 66,59% risiedeva in alloggi inferiori
clei familiari aventi capo-famiglia di ori- ai 50 mq), mentre negli alloggi di taglio
gine straniera (2,84), nella città pubblica più grande risultava netta la prevalenza
odierna, risultava significativamente su- dei nuclei familiari di origine italiana (il
periore al valore relativo ai nuclei aventi 55,74% abitava in alloggi superiori a 50
un capo-famiglia italiano (2,12). Oltre mq). Il Censimento 2001 ha rilevato nel-

63
Tabella 4: numero medio di componenti
N° COMPONENTI N° COMPONENTI N° COMPONENTI
dei nuclei familiari, confronto tra nuclei familiari MEDIO MEDIO NUCLEO MEDIO NUCLEO
aventi capofamiglia di origine italiana e nuclei CON CAPO-FAMIGLIA CON CAPO-FAMIGLIA
DI ORIGINE ITALIANA DI ORIGINE STRANIERA
con capofamiglia di origine straniera.
Elaborazione nostra su dati SICe 2001
CITTÀ “PRIVATA” 2,11 2,09 2,36

CITTÀ PUBBLICA
ODIERNA
2,16 2,12 2,84

CITTÀ PUBBLICA
2,22 2,21 2,73
“VENDUTA”

MILANO 2,11 2,10 2,40

Tabella 5: Prevalenza di famiglie straniere


ALLOGGIO ALLOGGIO ALLOGGIO ALLOGGIO ALLOGGIO ALLOGGIO
o italiane in relazione alla dimensione FINO TRA 31 TRA 51 TRA 81 TRA 121 SUPERIORE
degli alloggi occupati. Elaborazione nostra A 30 MQ E 50 MQ E 80 MQ E 120 MQ E 200 MQ A 201 MQ
su dati SICe 2001
POPOLAZIONE
ITALIANA 3,16% 41,73% 44,31% 9,31% 1,42% 0,07%
CITTÀ PUBBLICA
ODIERNA

POPOLAZIONE
STRANIERA 10,38% 56,21% 26,98% 5,41% 0,9% 0,11%
CITTÀ PUBBLICA
ODIERNA

9 L’indice di affollamento è dato dal rapporto la città pubblica odierna un indice di af- Appare dunque argomentabile quanto as-
tra la popolazione residente e il numero di stanze follamento pari a 0,87, più elevato della
9
serito nelle pagine precedenti: nella città
censite (per la definizione di “stanza” si veda
media milanese (0,77), ma decisamente pubblica odierna, a fronte di una signifi-
la nota 5).
superiore all’indice rilevato nella città cativa presenza di anziani soli, che spesso
10 Il 22,46% dei residenti nella città pubblica
pubblica “venduta” (0,28). Questo ulti- abitano alloggi di metratura compatibile
di età superiore ai 65 anni sono soli, il 12,94% mo dato non stupisce, poiché gli alloggi con nuclei familiari più numerosi, si re-
dei residenti nella città pubblica di età superiore pubblici venduti ai privati nel corso del gistrano condizioni di sovraffollamento
ai 75 anni sono soli, a fronte di medie cittadine tempo risultano avere un taglio dimen- riconducibili per lo più alla presenza di
rispettivamente di 16,42% per gli over 65 e 9,6%
sionale consistente (l’86% degli alloggi famiglie numerose di origine straniera,
per gli over 75 (SICe 2001).
alienati supera i 50 mq, il 32% supera gli che accettano di abitare appartamenti di
80 mq) e, quindi, un maggior numero di dimensioni ridotte.
stanze disponibili.

64
11 Il titolo di istruzione è stato calcolato Nella città pubblica odierna: nile è del 35,5% (su una quota milanese
per i laureati sulla popolazione maggiore
criticità e sguardi al futuro del 26,1%). Della popolazione che abita
di 24 anni, per i diplomati su una popolazione
l’edilizia pubblica, il 30,8% dei nuclei
maggiore di 19 anni. La percentuale milanese
di senza titolo di studio è del 6%, di analfabeti
Se osserviamo il profilo della popolazio- famigliari si colloca sotto ai 10.000 euro
è di 0,5%. I dati sono riferiti al 2001 (dati SICe). ne della città pubblica “odierna” possia- di reddito annuo, il 35% tra i 10.000 e i
mo riconoscere alcune forti specificità 20.000 euro. In base ai dati presentati
12 L’indicatore sulla qualità abitativa è stato che, già tracciate nel paragrafo prece- all’anagrafe ERP, possiamo dire che una
ottenuto prendendo in considerazione 14 variabili
dente, ci limitiamo qui a riprendere sin- parte consistente degli abitanti della città
ordinali contenenti informazioni
teticamente. pubblica sfiora la soglia di povertà (Re-
sulle caratteristiche dell’abitazione
e del fabbricato di cui l’abitazione stessa
La città pubblica è una città abitata pre- gione Lombardia, 2007).
fa parte: “caratteristiche del fabbricato” (stato valentemente da persone anziane: sono il La percentuale di famiglie monogenito-
di conservazione del fabbricato; presenza 28,2% del totale dei residenti quelli di età riali, che nella maggior parte dei casi fa
di un ascensore per fabbricati di oltre tre piani; superiore ai 65 anni, 21,2% gli abitanti di riferimento a madre single con figlio, rag-
anno di costruzione) e “struttura dell’abitazione”
età superiore ai 75 anni (Anagrafe 2008) giunge il 14,7% della popolazione, quasi il
(disponibilità di cucina, cucinino o angolo cottura;
a fronte di un profilo cittadino già mol- doppio di quelle milanesi (del 8,6%).
disponibilità di acqua potabile; disponibilità
di impianti doccia e vasche da bagno; disponibilità
to caratterizzato in questo senso. Questa Anche se guardiamo le caratteristiche
di gabinetti; disponibilità di acqua calda; tipologia popolazione è in condizioni di fragilità, degli alloggi le tendenze non cambiano:
di impianto di riscaldamento; interventi non solo per un oggettivo requisito, ma sono nella maggior parte dei casi tagli pic-
sugli impianti; interventi sugli elementi strutturali anche per altri fattori che ne aumentano coli (nel 42,5% dei casi di 31-50 mq, con-
dell’abitazione; interventi sugli elementi
i disagi: gli anziani che abitano la città tro una quota cittadina del 21%; 43,3%
non strutturali dell’abitazione; disponibilità
pubblica sono spesso in condizione di dei casi di 51-80 mq), con un indice di
di posto auto; disponibilità di telefono).
Le quote di edilizia pubblica di qualità bassa
solitudine e in situazioni abitative pre-
10
qualità abitativa medio-basso (nel 66,5%
sono del 26,15% (a Milano del 9,8%), carie che gravano sulla qualità della vita dei casi).12 Di questi alloggi si stima che
medio-bassa del 40,2% (a Milano del 34%), quotidiana (scarse dotazioni e manuten- sia occupato abusivamente più del 5% del
medio-alta del 28,6 % (a Milano del 37,6%), zione dell’alloggio, carenza di servizi di totale.13 L’elemento di maggiore dinami-
alta del 4,9% (a Milano del 18,5%). I dati sono
assistenza alla persona, povertà, distanza cità all’interno di questa situazione è rap-
riferiti al 2001 (dati SICe).
da servizi di natura commerciale). presentato dalla popolazione straniera,
13 Alcune stime si ritrovano in IRER 2003 A questa situazione problematica se ne che abita l’edilizia pubblica in linea con
e CGIL, SUNIA, 2003. Secondo un articolo sovrappongono altre, legate a quelle che gli andamenti relativi alla città privata.
del Corriere della Sera, che conferma le ricerche potremmo definire “le risorse individuali È una popolazione giovane, costituita da
sopra citate: «gli alloggi occupati abusivamente o familiari”. Sono, ad esempio, di molto nuclei familiari più numerosi di quelli ita-
sono quasi 4.000. Più precisamente 3.953,
superiori alla media milanese le concen- liani: i ragazzi di origine straniera di età
di cui 2.355 negli stabili di Aler.
trazioni di persone con un basso livello di inferiore ai 14 anni rappresentano oltre il
Nella maggior parte dei casi gli inquilini
sono italiani (quattro su cinque) e «storici» istruzione e con una posizione occupa- 27% della popolazione residente, mentre
(due su tre), inquilini irregolari, cioè, zionale poco qualificata: i laureati sono il i coetanei italiani circa il 9%; il numero
da più di dieci anni» (Senesi, 2011). 3,4% (su una quota milanese del 17,6%), medio di componenti dei nuclei familiari
i diplomati sono il 19,3% (su una quota di origine straniera, risulta decisamente
14 Oltre il 50% delle famiglie straniere
milanese del 35,1%), le persone senza superiore alla media milanese, ma anche
che abitano oggi nella città pubblica sono
titolo di studio sono il 10%, quelle anal- ai valori relativi ai nuclei italiani nell’edi-
composte da almeno tre persone; nello stesso
ambito, il 70% delle famiglie italiane annovera fabete l’1,4%. Il tasso di disoccupazione
11
lizia pubblica (SICe 2001).14
al massimo due componenti. è del 19,53% (su una quota milanese del Nonostante abbiano una componen-
7,6%), quello di disoccupazione giova- te familiare più numerosa, gli stranieri

65
OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA

1km
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE OVER 65 AL 2001
(elaborazione nostra su fonte SICe 2001)

OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA
1km

DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE OVER 65 AL 2008


(elaborazione nostra su fonte Anagrafe 2008)

66
OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA

1km
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE STRANIERA AL 2001
(elaborazione nostra su fonte SICe 2001)

OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA
1km

DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE STRANIERA AL 2008


(elaborazione nostra su fonte Anagrafe 2008)

67
OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA

1km
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE OVER 65 NELLA CITTÀ PUBBLICA AL 2008
(elaborazione nostra su fonte Anagrafe 2008)

15 La legge n. 7/2005, emanata dalla Regione tendono ad abitare in alloggi più picco- sce delle geografie “tematiche”, possiamo
Lombardia nel 2005 e tuttora in vigore,
li, contribuendo in forma consistente ad osservare delle forti differenze interne ai
subordina l’accesso all’edilizia residenziale
alzare l’indice di affollamento, ma anche quartieri, una pluralità di situazioni, una
pubblica alla residenzialità quinquennale
nella Regione, limitando l’accesso a nuovi flussi
utilizzando spazi abitativi che le famiglie articolazione maggiore delle questioni.16
di popolazione residente in entrata, spesso italiane non accettano per grandezza o Quello che emerge da questa operazione
rappresentati dai residenti di origine straniera. per condizione di manutenzione. Per il è la necessità di guardare più da vicino
futuro, la popolazione straniera è una alcune parti della città pubblica, di com-
16 All’interno della ricerca si sono elaborate
componente in crescita, che aspira all’in- pararle tra loro, di collocarle inoltre, non
alcune mappe (consultabili alle pagine 66-69)
attraverso la georeferenziazione dei dati su singole
gresso nell’edilizia pubblica: basti pen- solo sullo sfondo della città, ma anche in
sezioni di censimento. Le mappe, alle soglie sare che nonostante le limitazioni all’ac- relazione a un contesto di prossimità. La
temporali 2001 e 2008 sono state approfondite cesso introdotte dalla legge regionale “caratterizzazione sociale dei quartieri”17
per quello che riguarda la concentrazione 7/2005,15 il 50% dei richiedenti alloggio concorre a smontare una immagine stati-
di persone over 65 anni e la popolazione di origine
pubblico nel 2010 erano di origine extra- ca e unitaria della città pubblica, non solo
straniera.
comunitaria (Comune di Milano, 2007). dal punto di vista dei suoi materiali urba-

17 Una significativa convergenza su questo


Se proviamo a guardare ulteriormente ni, ma anche da quello delle popolazioni
punto si trova nella ricerca IReR che sottolinea all’interno di questi dati attraverso una che lo abitano.
lente che li colloca nello spazio e costrui- Possiamo riconoscere differenti profi-

68
OLTRE IL 50%

TRA 35% E 50%

TRA 20% E 35%

TRA 10% E 30%

INFERIORE AL 10%

CITTÀ PUBBLICA

DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE STRANIERA NELLA CITTÀ PUBBLICA AL 2008

1km
(elaborazione nostra su fonte Anagrafe 2008)

la necessità di puntare l’attenzione sulle notevoli li delle città pubbliche milanesi, che ci sibili scenari futuri. In alcuni casi, infatti,
differenze fra i quartieri, che spesso sono
permettono di mettere maggiormente a è legata a una concentrazione consistente
decisamente caratterizzati: «quartieri anziani
fuoco la natura di queste parti, la loro di- di case in proprietà una storia di riscatto
e quartieri giovani, quartieri con un’elevata
percentuale di inattivi e disoccupati e quartieri
sponibilità al cambiamento, il loro grado degli abitanti, di ricambio della popola-
relativamente attivi (operai e impiegatizi), e così di esposizione allo svantaggio. In questo zione, di maggiore mix sociale e di con-
via per le dimensioni familiari, il reddito senso l’attenzione alle differenze della seguente nuova condizione del quartiere.
e la provenienza» (IReR, 2003, p.50). città pubblica può essere un modo per Sono queste le situazioni meno proble-
comprendere le «traiettorie di vita dei matiche, parti di città che godono oggi di
quartieri » (Zajczyk F. e al., 2005), una un buon valore posizionale, di dotaz[ioni
loro proiezione nel futuro e quindi diver- all’alloggio di pregio (come la presenza
se e puntuali modalità di loro possibile di spazi verdi e di servizi), che registra-
“trattamento”. no una commistione di abitazioni sociali
Attraverso la lente delle alienazioni del e di proprietà e condizioni sociali nella
patrimonio pubblico (come si può osser- norma. È questo il caso di quartieri come
vare dalla tavola dell’Atlante a p.72), ad Comasina, Quarto Cagnino, le “Case ros-
esempio, si possono riconoscere condi- se” poste sull’asse di via dei Missaglia, il
zioni attuali che lasciano intravedere pos- quartiere Sant’Ambrogio.

69
Un’altra questione che risulta molto evi- vairate, Ponte Lambro, Mazzini). Queste
dente è relativa a una particolare carat- parti di città sono quelle che abbiamo
terizzazione di alcune parti di città pub- chiamato «sacche» (Cognetti, 2009c). Le
blica legata alla forte concentrazione di sacche della città pubblica milanese ten-
disagio sociale e di povertà, a fronte di dono ad assomigliarsi per tipi di proble-
altre situazioni che si allineano a parti mi che le caratterizzano. Sono connotate
medie di città. dalla sovrapposizione di questioni irri-
Potremmo dire che si assiste alla costitu- solte, che hanno visto un accumulo e un
zione di una “tipologia specifica” di città deperimento tali da divenire situazioni
pubblica legata a un surplus di svantaggio di “limite”. La densità di problemi è uno
e alla generazione di parti di città separa- specchio della mancanza di opportuni-
te, confinate e marginalizzate, principal- tà che spesso coinvolge non solo la casa
mente a causa delle loro caratteristiche in senso stretto, ma anche la qualità dei
sociali. A fronte del fatto che molti quar- servizi come sanità locale, scuola e spa-
tieri pubblici tendono a mimetizzarsi, al- zi per la cultura. Questa geografia delle
cuni, invece, emergono proprio per il loro diseguaglianze spaziali contribuisce cosi
livello di degrado, che ha raggiunto una ad aumentare e generare le vulnerabilità
particolare intensità, spesso nonostante sociali attraverso una politica di separa-
il settore urbano nel quale sono inseriti zione, di costruzione di aree connotate
sia attraversato da dinamiche di rinnovo socialmente all’interno della città, di co-
e riqualificazione. Anzi, anche il confron- stituzione di piccoli dispositivi di segre-
to con un contesto di “normalità” enfa- gazione (Zajczyk, 2003; Secchi, 2010).
tizza maggiormente questa dimensione Queste situazioni, chiuse in circoli viziosi
di separatezza. Addirittura in alcuni casi che sembrano autoalimentarsi, lanciano
(esemplificativo è quello di San Siro), una sfida alle politiche pubbliche, sia sul
la relazione con il contesto abitativo ha terreno della riqualificazione urbana, sia
natura antitetica: fabbricati recintati e su quello dell’innovazione gestionale e
di pregio si affacciano sullo stesso re- procedurale.
ticolo di strade dei caseggiati di edilizia La sfida diventa ancora più complessa se,
pubblica, creando situazioni di ulteriore alle situazioni multiproblematiche legate
impermeabilità e di mancanza totale di ad alcuni quartieri di edilizia pubblica, si
relazione, pur nella contiguità. Oppure se sovrappongono nuove domande di casa
guardiamo ai livelli di concentrazione di multiformi e composite. Accanto al di-
situazioni potenzialmente problematiche, sagio abitativo, si affollano oggi altri tipi
come la quantità di popolazione stranie- di domande: da una parte rappresentate
ra, ci accorgiamo che pur essendo questo da un’area di vulnerabilità sociale e di ri-
un fenomeno in linea con i trend cittadini schio in cui trovano spazio situazioni di
vi sono delle “geografie della concentra- debolezza del nucleo familiare, persone
zione” che fanno sì che vi siano quartie- con fragilità dal punto di vista del reddi-
ri molto connotati in questo senso, con to e del percorso lavorativo, popolazio-
quote che superano il 30% (come a San ni temporanee (Ranci, 2002); dall’altra
Siro, Giambellino, Comasina, Molise Cal- rappresentate da un’area che può essere

70
18 Secondo una indagine Censis, Sunia, CGIL definita di esclusione, connessa a forme caratteristiche della popolazione insedia-
(2007) il tempo di permanenza in un alloggio
di marginalità grave (Tosi, 2008). ta e delle nuove domande in campo abita-
pubblico è il seguente:
Queste nuove emergenze relative alla tivo che le rappresentazioni quantitative
fino a 5 anni il 18,2% degli inquilini,
da 6 a 15 anni il 35,2% degli inquilini,
domanda di casa ci dicono che, se da sollevano, è necessario riferirsi a nuove
oltre i 16 anni il 46,6% degli inquilini, una parte è auspicabile una nuova mo- forme di welfare e di rinnovamento dei
anche a fronte di cambiamenti consistenti bilità interna degli inquilini attraverso percorsi di intervento. In questo senso la
nelle condizioni di vita delle famiglie. modalità di gestione attente anche alle città pubblica contemporanea e al futu-
condizioni di uscita dall’edilizia pubblica ro, come materiale urbano e fatto socia-
19 A fronte di una lista di assegnazione che vede
(Rabaiotti, 2007) a fronte di periodi di le, rappresenta non solo un’urgenza, ma
circa 16.000 domande ritenute idonee all’ingresso
in una casa di edilizia pubblica, il Comune
permanenza molto lunghi nonostante la anche un’occasione per ridisegnare una
di Milano assegna ogni anno circa 300 alloggi, decadenza dei requisiti,18 dall’altra emer- delle frontiere dell’innovazione nelle po-
facendo fronte cosi al 2% della domanda espressa ge la necessità di una politica di accom- litiche e nel progetto urbano.
(che inoltre spesso non rappresenta alcune pagnamento e di nuova edificazione che
delle aree di rischio e emergenza sociale più sopra
faccia fronte a una domanda abitativa
descritte).
pressante e varia.19 Se, solo per fare un
esempio di natura economica, l’incidenza
media del canone applicato sul reddito
famigliare in un alloggio di edilizia resi-
denziale pubblica a Milano è pari al 6,4%
(Regione Lombardia, 2007) e le medie di
una città italiana con più di 250.000 abi-
tanti sono del 44,5% (Censis, Sunia,
CGIL 2007), forse il “bene casa” e una più
generale qualità dell’abitare sono fattori
da cui ripartire per favorire quelle popo-
lazioni deboli di cui abbiamo parlato.
In questa direzione, alcune ricerche sulla
questione abitativa ipotizzano che pro-
prio i meccanismi selettivi connessi al
mercato abitativo siano uno dei fattori
principali dell’aumento delle disparità
sociali (Balducci, 2004b). Se, il tema del-
le diseguaglianze sociali e spaziali è una
delle sfide della nuova questione urbana
(Secchi, 2010), allora anche le forme e i
modi di produzione di una nuova città
pubblica devono essere rimessi al centro
della riflessione sulla città. Sappiamo che
l’azione pubblica non può essere ripropo-
sta nelle sue forme tradizionali, sia per la
crisi di un modello di intervento, sia per
una crisi di risorse. D’altra parte, per le

71
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI DEI TESTI CITATI

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