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urbanistica

Prove tecniche di alleanza tra POLITICHE RURALI


E POLITICHE DEL PAESAGGIO. Piani paesaggistici ricchi, ma
privi di strumenti finanziari. Politiche agricole ricche, ma prive di target spaziali. È
possibile condividere obiettivi comuni? FORME DEL PERIURBANO.
Suoli, usi, vocazioni. L’irruzione del periurbano evidenzia l’obsolescenza
di una lettura per matrici separate. La riflessione interdisciplinare inizia a fornire
anche alcune risposte puntuali in forma di esperienze amministrative.
La Conferenza internazionale HABITAT III dell’Agenzia
delle Nazioni Unite sugli Insediamenti Umani ha perseguito l’obiettivo di
rafforzare l’impegno mondiale sul tema dell’urbanizzazione sostenibile. Claudio
De Vincenti, contributi e azioni orientate al futuro della NUOVA
AGENDA URBANA. Le municipalità sciolte per MAFIA
E GLI URBANISTI. L’urbanista dovrebbe porre maggiore attenzione
verso i tentativi di manipolazione dei processi di trasformazione territoriale, al
reinvestimento dei capitali illeciti in operazioni urbanistiche, all’illegalità
presente dentro i circuiti della finanza immobiliare. Una finestra su
MUSCAT nel Sultanato dell’Oman in una narrazione del particolare
carattere e delle sfide che contraddistinguono la capitale mediorientale.
PAESAGGI IN DIVENIRE: la via Emilia e la Costa Romagnola.

269-270
Rivista bimestrale
Anno XXXXIII
Settembre-Ottobre
Novembre-Dicembre
2016
ISSN n. 0392-5005

€ 20,00

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indice
Aperture si discute... il Punto
Clima, sostenibilità, Infrastrutture, territori, Urbanesimo Urbanizzazione
infrastrutture riforme e sfide future. Urbanità
Urbanistica Informazioni
intervista Francesca Moraci

Francesco Sbetti Silvia Viviani

11 Prove tecniche di alleanza tra 39 Strategie e infrastrutture verdi nella Città Tiburtina tra
politiche rurali e politiche del Roma e Tivoli
paesaggio Anna Laura Palazzo
a cura di Claudia Cassatella e Enrico Gottero 41 Territorio antropizzato e campagna urbana
11 Urbanistica, agricoltura, paesaggio: le ragioni di un incontro Claudia de Biase, Salvatore Losco
Claudia Cassatella e Enrico Gottero
13 Sfide e potenzialità per il paesaggio rurale
Carlo Rega 43 La Conferenza internazionale
16 PAC e paesaggio: la prospettiva dei servizi ecosistemici Habitat III
Davide Viaggi a cura di Carmela Giannino
17 Paesaggio rurale e politiche agricole. Esperienze in 43 Habitat III e la new urban agenda – obiettivi e azioni
Puglia e in Veneto orientate al futuro
Matelda Reho Claudio De Vincenti
19 Agricoltura e paesaggio. L’integrazione strategica e 45 Le politiche di rigenerazione urbana
valutativa in Piemonte Carmela Giannino
Claudia Cassatella, Enrico Gottero 46 Collaborazione tra pari per una città inclusiva
22 Empowerment dei landscape manager per la Costanza Pera
riqualificazione del paesaggio rurale 48 Progetto urbano e spazi pubblici
Enrico Gottero Marichela Sepe
50 I centri di piccola e media dimensione ed il fenomeno della
migrazione
24 Forme del Periurbano. Suoli, usi, Anna Zambrano
vocazioni. 1 51 Politiche per i cambiamenti climatici e nuova agenda
a cura di Ottavia Aristone e Anna Laura Palazzo urbana
25 Agricolture multi-ideali tra comunità-territori e terziario Maurizio Pernice, Mara Balestrieri, Clara Pusceddu
civile innovativo 54 La Cooperazione Italiana e la Sicurezza alimentare nelle
Alfonso Pascale città
27 La coltivazione dell’olivo nelle aree a diffusione Stefano Ligrone
insediativa 56 Il contributo della Direzione generale Arte e architetture
Niccolò Zucconi contemporanee e periferie urbane
29 Consumo di suolo e servizi ecosistemici: Stefano D’Amico
la sfida del periurbano 57 Esiti di HABITAT III. Il diritto alla città: quale futuro?
Davide Marino Anna Maria Curcuruto
31 Morfologie e materiali delle colline medio-adriatiche 59 La sfida della continuità
Ottavia Aristone Daniela De Leo, Liana Ricci, Walter Vitali
33 Città-campagna-natura: il territorio di Città San Angelo 61 Saving the planet by design
Fernando Tammaro Pietro Garau
35 Biodiversità dei paesaggi calanchivi
Adriano De Ascentiis
37 La geodiversità del paesaggio collinare e vallivo abruzzese 63 La difficile strada dell’autonomia
a nord del Fiume Pescara abitativa dei Millennials
Silvano Agostini a cura di Stefano Sampaolo
66 Le municipalità sciolte per mafia e 113 Accademia urbana
gli urbanisti a cura di Antonio Cappuccitti, Carmela Mariano, Irene
a cura di Andrea Alcalini, Francesco Berni Poli, Chiara Ravagnan
68 I rischi della competizione territoriale nei territori 113 L’offerta urbanistica nella Facoltà di Architettura di Roma
sregolati Tre. Integrazione tra didattica e ricerca
Daniela De Leo Biancamaria Rizzo
70 La deterritorializzazione di stampo mafioso 115 Università degli Studi di Trento: l’Urbanistica tra didattica,
Alberto Ziparo innovazione e sperimentazione
72 Criminalità mafiosa e finanza immobiliare. Il pericolo Chiara Rizzi
della convergenza
Mario De Gaspari
73 L'esperienza del Laboratorio didattico “Paesaggi delle mafie” 117 Paesaggi in divenire: la via Emilia e
Filippo Gravagno, Giusy Pappalardo, Alessia Denise la costa romagnola
Ferrara, Venera Pavone a cura di Mario Piccinini
75 Il radicamento mafioso nel centro storico di Genova 117 Progettare per il paesaggio
Franca Balletti, Luca Traversa Angioletta Voghera
77 Illegalità diffusa e risorse latenti a Castel Volturno 119 Descrivere le trasformazioni per prospettare strategie sui
Raffaella Fucile paesaggi regionalio
79 Da beni confiscati a nuove centralità Barbara Marangoni, Laura Punzo
Laura Fortuna 122 Paesaggi in divenire: la via Emilia e la costa romagnola
82 Insediamenti abusivi e pianificazione urbanistica in Mario Piccinini
Campania
Claudia de Biase, Salvatore Losco 126 Assurb
a cura di Daniele Rallo
85 Una finestra su: Muscat 126 Cosa pensano gli urbanisti: 2006-2016
a cura di Enrica Papa Giuseppe De Luca
85 Muscat: Urbanistica in tre ecologie
Frank Eisenman 128 Eventi
88 Muscat in Presa Diretta: la Rigenerazione Urbana di Matrah a cura di Sara Maldina
Francesca Arici
132 Inu
92 Rassegna urbanistica
92 Il potenziale delle aree dismesse: il caso della ex Bormioli 142 Libri e altro
a Parma a cura di Francesco Gastaldi, Luca Giulio Velo
Paolo Strina
97 Crisi del commercio e rigenerazione urbana: l’esperienza 152 Indici
del Re-Malling
Giampaolo Evangelista
99
ONAIPORTNOC

Strumenti di sviluppo locale: un Sistema Informativo Territoriale


aperto e interattivo per le comunità dei monti Lepini 022
Alberto Budoni
102 Il territorio periurbano: un opportunità per l'offerta Quando anche il Piano non
turistica costiera e il riassetto di Bellaria Igea Marina basta
Cristian Gori Federico Oliva
104 Come fare un nuovo Piano Regolatore negli anni 2000
Stefano Boato P04
107 Agende urbane e politiche pubbliche
a cura di Gabriele Pasqui
108 Verso un’agenda urbana nazionale: un contributo dalle città in quarta
Paola Briata, Valeria Fedeli I paesaggi vitivinicoli delle Langhe
110 Le città anticipano il paese dal punto panoramico di La Morra
(CN)
Marco Cremaschi
112 Le città metropolitane e lo sviluppo del territorio Claudia Cassatella
Valentino Castellani

2 | URBANISTICA INFORMAZIONI
24. L’irruzione del periurbano evidenzia oggi
l’obsolescenza di una lettura per matrici
a cura di Ottavia Aristone e Anna Laura Palazzo

Forme del Periurbano.


Suoli, usi, vocazioni. 1.

Sino a tempi recenti, a scandire una ripartizio-


ne condivisa tra forme e mestieri del territo-
di accompagnamento e di governance ricer-
cando la necessaria pacificazione tra tempi e
separate, sollecitando la riorganizzazione rio è stata la linea di demarcazione tra città e ritmi serrati delle attività umane e i cicli lenti
di porzioni sempre più ampie di territorio campagna, che ha richiamato intorno a neces- di riproduzione della natura.
sità primarie ed interessi sociali ed economici Se di tassonomia preferiamo non parlare, dob-
urbanizzato a contatto con lembi di
competenze progressivamente specificate e biamo comunque riferirci a un panorama di
paesaggio agricolo e naturale - trame
articolate. situazioni eterogenee “ibride per costruzione”:
agrarie ancora efficienti in tutto o Nel solco di una tradizione ormai più che territori ai margini dell’insediamento consoli-
in parte, "terrains vagues", luoghi decennale, suoli, usi, vocazioni dei territori dato e a ridosso di infrastrutture tecnologiche
dell’abbandono - a partire dalle vocazioni periurbani hanno conosciuto formulazioni o di manufatti industriali talora dismessi che
dei suoli e dalle eterogenee propensioni descrittive e ipotesi di progetto quasi soltan- inglobano aree agricole; territori in adiacenza
al loro uso. to a partire dalla combinazione con le attività ad aree agricole con nuclei insediativi e por-
La riflessione interdisciplinare su queste agricole. Piani e progetti di recente emana- zioni boschive e di vegetazione riparia ancora
tematiche ha mosso i primi passi in zione hanno individuato nella relazione tra in discreto stato di salute; territori che inclu-
spazio insediativo tradizionalmente inteso e dono forme di rinaturalizzazione spontanea
un orizzonte in continua espansione,
suoli agricoli il tema centrale del trattamento su suoli incolti o abbandonati.
che inizia a fornire anche alcune
dello spazio aperto. Due le modalità preva- Questa rassegna si dispiega su due numeri
risposte puntuali in forma di esperienze lenti: da un lato, una sorta di innalzamento di consecutivi di Urbanistica Informazioni: di
amministrative. aree agricole generalmente associate a valori seguito sono raccolti contributi che trattano
patrimoniali elevati al rango di paesaggi cele- le varie dominanti del periurbano o si soffer-
brati: è il caso ad esempio, dei Piani regolatori mano su vaste aree di transizione che scandi-
delle Città del Vino che salvaguardano e va- scono molteplici forme dell’abitare diffuso,
lorizzano i paesaggi specialistici delle produ- nel prossimo pratiche legate a nuovi cicli di
zioni tipiche, in grado di “stare sul mercato” sperimentazioni su ambiti territoriali specifi-
e corrispondenti a scenari di intensivizzazio- ci di natura complessa.
ne dell’attività primaria. Dall’altro, i paesag- Dalla Landscape Ecology abbiamo appreso che
gi periurbani ordinari, caratterizzati da una il periurbano, come ambiente di transizione
estrema varietà di usi del suolo, che stentano tra due ecosistemi - ecotono di transizione
a individuare nuovi valori di struttura, forma -, se trattato adeguatamente può favorire lo
e funzionalità e statuti diversificati in grado di scambio tra specie proprie degli ambienti li-
accogliere la molteplicità. mitrofi. La gestione di queste dinamiche passa
Ma anche questa dicotomia di natura funzio- attraverso soluzioni sensibili e specifiche che
nale e persino “estetica”, come quella tra città mettono in tensione differenti saperi, con tra-
e campagna, lascia fuori una serie di situazio- iettorie che intercettano i sistemi di scambio e
ni di estremo interesse, differenti per qualità relazione tra risorse territoriali e ambientali:
ambientale, densità di occupazione o sfrutta- connessioni tra fragilità intrinseca dei suoli e
mento dei suoli, livelli di marginalità, a stret- possibili vocazioni produttive; nuove solida-
to contatto tra loro - dismissioni, abbandoni, rietà tra tipi di periurbano e tipologie coltu-
degradi, terzi paesaggi, nuovi cicli di vita e di rali praticate e praticabili anche in relazione
riuso dominati dalla mano dell’uomo - che in- all’accesso ai mercati urbani; concordanze o
vitano a sperimentare e ridefinire dispositivi discordanze tra rinaturalizzazioni spontanee

24 | URBANISTICA INFORMAZIONI
e nuovi cicli di vita di aree dismesse e in dismis- logico che hanno riscontro in specifiche mor-
Agricolture multi-ideali
sione; effetti spillover tra vecchi e nuovi paesag- fologie, nell’organizzazione della circolazione
gi, per tutti quelli delle cosiddette “energie rin- idrica superficiale e profonda, nei suoli, come
tra comunità-territori e
novabili”. E si potrebbe continuare. pure nella vegetazione (Agostini). Nei paesag- terziario civile innovativo
In particolare, con i mutamenti in corso nel gi calanchivi le potenzialità ambientali e pa- Alfonso Pascale
settore della produzione agricola reddituale, esaggistiche si trovano associate alla matrice
si aprono scenari tesi ad approfondire quadri del rischio idrogeologico, allo stesso tempo
esigenziali e opportunità - possibilità relative esito di erosione e di degrado, territori fragili L’agricoltura contemporanea è un’entità
all’utilizzo del demanio civico inteso come da salvaguardare e opportunità di promozio- mutante che sfugge alle definizioni. È plu-
bene comune (Pascale), e a fornire entro i mec- ne turistica e di protezione della biodiversità rale, multiforme, ossimorica. In un mondo
canismi di mercato promossi dalla politica a ridosso dell’edificato costiero (De Ascentiis). che vedrà, in tempi relativamente brevi, la
agricola comune più consapevoli indirizzi nei L’hinterland tra Roma e Tivoli definito dal cor- gran parte del proprio territorio urbanizzar-
riguardi degli usi del suolo e dei dispositivi di so dell’Aniene è un territorio denso di funzio- si1 l’agricoltura reinventa le sue funzioni,
valorizzazione dei paesaggi. In parziale auto- ni per il quale la continuità degli spazi aperti trasforma l’urbano che si è sovrapposto ad
nomia da queste determinanti, si sviluppano deve trovare una propria soluzione sia in chia- essa, assediata da nuovi miti e stereotipi che
particolari forme di agricoltura residuale, che ve progettuale, ancorando la Green Infrastruc- sedimentano su quelli vecchi. Tutte le tratta-
hanno per oggetto i fondi frazionati e com- ture variamente declinata dagli strumenti di zioni ermeneutiche che la riguardano segna-
misti con aree urbane che trovano nell’evo- pianificazione a suoli, usi e vocazioni, che in lano un senso di inadeguatezza nel cogliere
luzione della coltivazione olivicola un segno termini di governance, integrando le diverse pienamente ciò che essa è diventata2.Eppure
di distinzione (Zucconi). L'interruzione della “tutele” con questioni legate alla valorizzazio- occorre ridefinirla magari utilizzando descri-
continuità ecologica e la drastica riduzione ne delle permanenze storiche e dei paesaggi zioni provvisorie, sperimentali, parziali. In-
dei beni ecosistemici prodotta dal consumo (Palazzo). tanto, bisognerebbe leggere attentamente le
di suolo, in particolare nelle aree metropoli- Accanto e in appoggio alla dominante dell’a- trasformazioni avvenute nelle campagne ne-
tane a maggiore estensione e densità, pone gricoltura urbana, che si è rivelata un buon av- gli ultimi decenni, abbattere alcune barriere
con grande evidenza la questione di una col- vio tanto nella prospettiva della fornitura del normative e chiarire taluni fraintendimenti
laborazione strutturale e non competitiva tra cibo che in quella del mantenimento delle reti concettuali.
uomo e ambiente (Marino). ecologiche, sono dunque essenziali cognizio-
I contributi di contesto territoriale trattano ni ed azioni relative ad ulteriori aspetti del ca- Le trasformazioni delle campagne
due aree specifiche: versante adriatico dell’Ap- pitale naturale chiamati a partecipare a pieno Gli elementi che in passato distinguevano
pennino centrale e versante tirrenico. Il pri- titolo al patto di mutua utilità tra città e cam- l’urbanità dalla ruralità si sono ridimensio-
mo in prossimità della città lineare adriatica pagna, anche nella promettente dimensione nati e quelli che restano si sovrappongono e
abruzzese, il secondo nell’area metropolitana progettuale dell’eco-planning (de Biase, Losco). creano nuove differenziazioni. Le quali non
romana. L'attuale modalità di uso della col- hanno nulla in comune con quelle precedenti
lina pescarese, la cui fruizione estesa, com- e riguardano: stili di vita, rapporti tra persone
plessa e differenziata richiede attualmente e risorse, modelli di possesso uso e consumo
una interpretazione paratattica del territorio, dei beni, abitudini alimentari, modelli di wel-
consente ancora un trattamento in termini di fare, motivazioni degli imprenditori. Le nuo-
qualità paesaggistiche e ambientali, che seb- ve differenze spesso entrano in conflitto e le
bene scarsamente declinate dagli strumenti contrapposizioni che ne derivano rallentano
di governance sono risorse essenziali per la i processi innovativi, determinano effetti pa-
rigenerazione territoriale, reti ecologiche e tologici. Potrebbero, invece, convivere, dialo-
infrastrutture verdi (Aristone). Qualità e po- gare e contaminarsi, in un clima di rispetto
tenzialità di queste risorse sono indagate in reciproco e cooperazione, ad una condizione:
successivi approfondimenti. Anche le città, educandoci ad un atteggiamento laico, cioè
costiere o interne, hanno mantenuto spazi privo della pretesa di imporre agli altri le pro-
di naturalità o seminaturali con vegetazione prie convinzioni e intransigenze3.
spontanea o modificato nei secoli l’originario Anche altre polarità che in passato influenza-
assetto boschivo per ricavare terreni dove si vano le campagne si sono fortemente attenua-
esplica l’agricoltura nelle diverse forme. Il rap- te fino a scomparire: centro e periferia, metro-
porto città-campagna-natura viene analizzato poli e aree interne hanno perduto i significati
in un'area prossima alla città capoluogo dove originari. E tali endiadi ora descrivono nuove
presenta una maggiore complessità (Tamma- entità policentriche e multi-identitarie. Le
ro). Il contesto ambientale, sondato in una quali si presentano in modo molto differen-
porzione di Abruzzo, è marcato da notevole ziato, ma a segnarne la distinzione sono il
geodiversità: unità del paesaggio geomorfo- capitale sociale, i beni relazionali, le reti di

URBANISTICA INFORMAZIONI | 25
interconnessione e i legami comunitari. Al- coltivazione e allevamento e non già attivi- Chiarire taluni fraintendimenti concet-
meno nei paesi avanzati, il senso di marcia tà agricole a tutti gli effetti. Questa barriera tuali
delle trasformazioni in atto nelle campagne va abbattuta, passando al riconoscimento La filiera corta non è in antitesi con l’inter-
sembra essere un’evoluzione dell’agricoltura pieno delle agricolture plurali. nazionalizzazione delle imprese perché la
da attività fortemente connotata da elementi Nel 2001 il nuovo articolo 2135 del codice prossimità non si ha solo quando l’esperien-
produttivistici a terziario civile innovativo4. civile ha introdotto esplicitamente, tra le za del rapporto produttore/consumatore av-
Il processo è iniziato negli anni Settanta ; ma attività agricole, la fornitura di beni o ser- viene nel medesimo territorio ma può essere
solo adesso, sull’onda della crisi economica e vizi mediante l’utilizzazione prevalente di realizzata anche tra comunità lontane che
in modo spesso distorto, l’opinione pubblica attrezzature o risorse dell’azienda normal- però, attraverso le tecnologie digitali, costru-
pare avvertirne la presenza. mente impiegate nell’attività agricola. A iscono relazioni intime, cioè collaborative;
La nuova realtà delle campagne evoca l’in- questa norma fa riferimento la L. 96/2006 la gran parte dei demani comunali non sono
venzione dell’agricoltura: essa avvenne che disciplina l’agriturismo. Ma per quan- di proprietà dei comuni ma sono proprietà
diecimila anni fa per dar vita alle prime to riguarda la connessione tra la fornitura delle popolazioni, cioè proprietà collettive, e
comunità umane stanziali. La coltivazione di servizi di ricezione e ospitalità e le atti- dovrebbero essere gestite da amministrazioni
della terra fu inventata come servizio per vità propriamente agricole, introduce un separate, elette dai cittadini appositamente
poter abitare un territorio. Non già per sod- criterio quantitativo di prevalenza – tempo per organizzare servizi alle popolazioni locali.
disfare il bisogno di cibo, che c’era ed era in di lavoro – che non è previsto nella norma L’idea di prossimità va rischiarata. Nelle cul-
abbondanza. Coltivare, in ebraico abad, let- richiamata. Al contrario, la L. 141/2015 ture che si sono succedute e contaminate
teralmente significa servire. L’agricoltura è, sull’agricoltura sociale introduce due ele- nell’area del Mediterraneo, l’idea di vicinato
dunque, un rituale per curare il territorio e menti di discontinuità. Il primo riguarda e di prossimità non ha mai avuto a che fare
la comunità al fine di ben-vivere stabilmen- l’ampliamento della platea degli operatori con la geografia o con le appartenenze di
te in un luogo. dell’agricoltura sociale a soggetti imprendi- qualsiasi tipo, ma sempre coi doveri di reci-
Accanto alle tradizionali agricolture scaturi- toriali che svolgono solo in parte l’attività procità nei confronti degli altri. Nelle culture
te dai processi di modernizzazione e dedite agricola di cui all’articolo 2135 del codice che si sono formate intorno al Mare nostrum,
esclusivamente alla produzione food e non civile: si tratta di quelle cooperative sociali prossimo è colui che si prende cura e si fa
food, si sono reinventate multiformi agricol- il cui fatturato è solo parzialmente derivan- carico dell’altro, indipendentemente dalle
ture di relazione e di comunità in cui le atti- te dall’attività agricola. Il secondo elemento distanze fisiche e dai legami etnici, politici,
vità svolte sono intese come mezzo di incivi- di discontinuità concerne il criterio della religiosi e culturali8. Prossimo non ha nulla
limento per migliorare il «ben vivere» delle connessione dei servizi educativi, sociali e a che vedere con il chilometro zero o il chilo-
persone. Agricolture perché molteplici sono socio-sanitari: a differenza di quanto previ- metro mille, con il brand di un’associazione
le funzioni, le attività e i modelli che esse sto dalla legge sull’agriturismo, per questa o con quello di un’altra, con la bandiera di
esprimono. Sono agricolture «multi-ideali» tipologia di servizi svolti dall’imprendito- una nazione o con l’emblema di un’altra, ma
perché si riferiscono a passioni, vocazioni e re agricolo, la connessione non è legata al ha a che fare con il grado di “intimità” o di
concezioni del mondo plurime, da cui sca- principio della prevalenza. Si realizza me- superficialità delle relazioni che le persone,
turiscono modelli produttivi e di consumo diante il semplice congiungimento da parte le imprese e le comunità costruiscono tra di
e attività molteplici. In letteratura i casi più dell’imprenditore agricolo dei servizi edu- loro per convivere e collaborare. Le tecnolo-
citati sono presi dall’esperienza statuniten- cativi, sociali e socio-sanitari con le attività gie digitali oggi fanno miracoli nel permet-
se6: i mercati degli agricoltori, le cooperative tradizionalmente considerate agricole dalle tere la costruzione di relazioni “intime” tra
di produttori, la community supported agricul- normative già in vigore. Il connotato agri- imprese e territori di regioni e Paesi anche
ture (agricoltura sostenuta dalla comunità), colo dei servizi educativi, sociali e socio- molto lontani. L’applicazione di tali ritrovati
gli orti condivisi. In Italia, riguardano un sanitari va ricercato, più che nelle attuali tecnologici consentirebbe di cogliere meglio
ambito ancora più ampio e comprendono i attività di coltivazione, allevamento e sil- le opportunità della globalizzazione. Non c’è
«fazzoletti di terra» a fini di autoconsumo vicoltura, nella qualità delle partnership e contraddizione tra reti di imprese che guar-
personale e familiare, le agricolture urbane, delle collaborazioni e nella re-invenzione dano ai mercati internazionali e filiere corte.
le filiere corte, la gestione dei demani civici della cultura agricola e rurale locale. La Entrambe le forme possono coesistere e inte-
e delle terre collettive e le diverse forme di strada sembra, dunque, abbastanza spianata ragire per mettere radici nei territori e allun-
agricoltura sociale praticate dalle imprese per introdurre norme che riguardino anche gare i rami verso il mondo.
agricole e dalle cooperative sociali7. la fornitura di servizi di cura del paesaggio Infine, va chiarito l’equivoco dei demani civici.
e di conoscenza del territorio svincolate da Essi costituiscono un patrimonio fondiario che
Abbattere alcune barriere normative criteri di prevalenza e rientranti tra le attivi- non appartiene né allo Stato, né alle Regioni, né
Manca ancora un chiaro riconoscimento tà agricole. Anche queste attività, per essere agli enti locali anche se talvolta è imputato ca-
dell’impresa agricola di servizi. I servizi economicamente sostenibili, dovrebbero tastalmente ai Comuni. Sono beni di proprietà
sociali, socio-sanitari, educativi, culturali e essere svolte da soggetti imprenditoriali in delle collettività locali. Le proprietà collettive
ricreativi offerti dalle imprese agricole sono grado di organizzare e vendere servizi a sog- sono beni e diritti inalienabili, indivisibili, inu-
ancora oggi considerate connesse a quelle di getti pubblici o privati. sucapibili, imprescrittibili. Il loro uso non può

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essere per alcuna ragione modificato. Sono dirit- dalla gelata del 1985, che in Italia centrale ha
La coltivazione dell’olivo
ti reali di cui i residenti godono da tempi imme- drasticamente danneggiato vaste superfici a
morabili e continueranno a godere per sempre
nelle aree a diffusione seminativo ed oliveto, trasformate in semina-
ma in comune – senza divisione per quote – per insediativa tivo puro. Questo nonostante il Dl. 475/1945
ritrarre dalla terra le utilità essenziali per la vita. Niccolò Zucconi e succ.vi, che proibiva l’estirpazione delle
Nel Centro-Nord il patrimonio collettivo viene piante di ulivo, tutelandone l’elevato valore
normalmente gestito da un ente dotato di perso- intrinseco.
nalità giuridica. Nell’Italia meridionale e insula- Nella seconda metà del secolo scorso, l’agricol- Sui dati 2010 è stata condotta una ulteriore
re viene, invece, gestito dai Comuni e si è fatto tura, in particolare quella italiana, ha subìto analisi, che teneva conto della disaggregazio-
di tutto per dimenticare la sua origine. Tuttavia, una transizione epocale, passando da forme ne delle aziende olivicole in classi di ampiezza
oggi costituisce un’opportunità per formare una tradizionali di gestione, basata su forti input aziendale. Per sottolineare la forte presenza di
nuova società civile da responsabilizzare nella di lavoro e sulla bassa intensità di capitale, a microaziende, sono state lasciate le classi origi-
gestione sostenibile di fondamentali beni comu- quelle attuali, che si avvalgono di meccaniz- narie, elaborate dal Censimento, comprese sot-
ni. Per questo, tale patrimonio non dovrebbe es- zazione, apporti di principi attivi industriali, to la soglia dei 5 ha per azienda, mentre sono
sere privatizzato nemmeno nella forma dell’as- accorpamento delle superfici e quant'altro. state accorpate in macroclassi di superficie le
segnazione ad associazioni private. In base alle L’olivicoltura italiana è, forse, l’attività agrico- aziende di medio-grandi dimensioni (tab. 2).
normative vigenti (nazionali e regionali), tale la che, più di ogni altra, ha risentito di questa Oltre l’ottanta percento delle aziende olivicole
patrimonio può essere disgiunto dalla gestione evoluzione, subendo soprattutto gli effetti del ha una superficie inferiore ai 5 ettari; è quindi
dei Comuni e gestito dall’A.S.B.U.C. (Ammini- passaggio dalla gestione mezzadrile a quella eclatante come il settore olivicolo risenta di
strazione Separata dei Beni Uso Civico). in economia diretta e dello sconvolgimento una elevata polverizzazione delle strutture
La nuova ruralità e l’imprenditoria multi-ideale delle sistemazioni agrarie di collina. fondiarie. Molte di queste microaziende sono,
dell’agricoltura potrebbero contribuire a dare Volendo focalizzare, con pochi ma signifi- in realtà, frutto di esasperate divisioni eredi-
centralità alla responsabilità e alla partecipazio- cativi dati numerici, quel che è accaduto nel tarie, prolungate nei decenni, o di fraziona-
ne come categorie sociali capaci di rompere defi- mezzo secolo preso in esame, è stato condotto menti di aree agricole, per nuove destinazioni
nitivamente il circolo vizioso della cultura della un confronto tra i Censimenti Istat dell’Agri- parziali di altro tipo. Queste ultime riguarda-
dipendenza e della delega e di realizzare concre- coltura 1960 – 2010 (tab. 1). no, come è ovvio, aree periurbane in cui, nelle
tamente processi di autonomia ed emancipazio- regioni del centro sud, è facile trovare appez-
ne delle realtà locali. È dunque un’opportunità 1960 2010 var. zamenti olivetati. Questi possono essere sia
per le amministrazioni locali che dovrebbero COLTURA ancora coltivati, con maggiore o minore at-
909,50 1.011,00 11%
acquisire una più spiccata capacità di program- SPECIALIZZATA tenzione, sia abbandonati, per l’impossibilità
mare gli interventi e di promuovere e accompa- COLTURA o la non volontà di proseguire le operazioni
1.387,70 112,33 -92%
gnare i percorsi partecipativi di sviluppo locale. PROMISCUA indispensabili alla loro manutenzione.
MIGLIAIA In letteratura esistono diversi testi che richia-
2.297,20 1.123,33
DI ETTARI mano l’importanza, nella pianificazione, delle
Tabella 1 - Coltura olivicola specializzata e coltura
fasce (matrici, cortine, ...) coltivate, di cui te-
promiscua (Censimenti Istat dell’Agricoltura 1960 – ner conto in fase di pianificazione di territori
1. The New Urban Agenda(2016) https://
2010) prossimi ai centri abitati.
habitat3.org/the-new-urban-agenda/
2. Adornato F. (2004), Di cosa parliamo Il problema che si pone al proprietario di un
quando parliamo di agricoltura, in La superficie olivetata è dimezzata soprattut- lotto di terreno, rimasto intercluso in aree
“Agricoltura Istituzioni Mercati”, 1
to a discapito di quella promiscua. La ripar- edificate o posto in prossimità delle stesse, è
3. Campli M., Pascale A. (2016), La casa comune
è casa di tutti. Il dovere e il rischio del dialogo tizione tra coltura specializzata e promiscua il mantenimento o meno degli impianti ar-
fino in fondo, Edizioni Informat, Roma (cioè mista tra oliveto ed altre colture, sia er- borei (oliveti, vigneti, frutteti, etc.), eventual-
4. Pascale A. (2015), The territory and the interaction bacee sia arboree), era evidenziata nel Censi- mente già esistenti nel lotto. Diversi fattori,
between agricultural and environmental, socio- mento 1960. Mentre per il 2010 è stato neces- susseguenti l’inclusione o la prossimità del
economical and cultural changes, in World
food production. Facing growing needs and sario ricorrere ad una stima della ripartizione lotto agricolo ad aree urbanizzate, creano no-
limited resources, Vita e Pensiero, Milano tra le due superfici, redatta in epoca prossima tevoli problemi alla prosecuzione dell’attività
5. Pascale A. (2013), Radici & Gemme. La all’ultimo Censimento (Fiorino P. e Lombardo agricola. Ad esempio, la riduzione dell’area
società civile delle campagne dall’Unità N., 2007) e che indicava nel 90% della super- coltivata elimina le economie di scala e rende
a oggi, Cavinato Editore, Brescia
6. Lyson T.A. (2004), Civic Agriculture:
ficie olivicola totale, quella attribuibile alla la redditività dell’agricoltura più aleatoria, la
Reconnecting Farm, Food and Community, coltura specializzata. La coltura promiscua, minor raggiungibilità del lotto intercluso crea
University Press Medford, Massachusetts tipica dell’azienda mezzadrile e della gestione delle diseconomie di gestione di difficile solu-
7. Pascale A. (2015), Educarci all’agricoltura dei seminativi con traino animale o con mac- zione; di contro, la necessità di mantenere co-
sociale. Prove di terziario civile innovativo,
chine di bassa potenza e molto lente, è stata munque i lotti arborati liberi da vegetazione
Gal Capo S. Maria di Leuca
8. Sen A. (2010), L’idea di giustizia, annichilita sia dalla comparsa dei mezzi velo- spontanea obbliga il proprietario a dei costi
Mondadori, Milano ci, a partire dagli anni ’60 del Novecento, sia fissi di pulizia del fondo.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 27
CLASSI SAU HA. 0- 0,99 1-1,99 2-2,99 3-4,99 5-9,99 10 - 29,99 >30 totale

SUPERFICIE - ETTARI 155.738 175.789 112.958 136.694 160.424 191.893 189.835 1.123.330

NUMERO DI AZIENDE 344.490 201.701 94.352 92.726 83.454 64.421 26.053 907.197
% AZIENDE/CLASSE
38,0% 22,2% 10,4% 10,2% 9,2% 7,1% 2,9% 100%
SAU

Tabella 2 - Aziende per classi dimensionali (Censimenti Istat dell’Agricoltura 2010)

OPERAZIONI gen-feb mar-apr mag-giu lug-ago set-ott nov-dic Era tradizione delle famiglie mezzadrili, sino
a epoche recenti, raccogliere “l’oliva” in modo
MANUTENZ.FOND. 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 scalare, una volta finite le fatiche autunnali
TRATTAMENTI 1,5 1,5 1,5 non dilazionabili, come la vendemmia e le se-
mine. La raccolta avveniva, spesso, con l’aiuto
PULIZIA TERRENO 2,0 2,0 2,0
dei parenti inurbati durante i fine settimana,
POTATURE 50
nei mesi autunnali ed invernali. La stessa era
CONCIMAZIONI 2,0
dilazionabile in un mese o più, a patto di rica-
RACCOLTA E FRANTOIO 50 80
vare una produzione di non eccelsa qualità, ma
Tabella 3 - Impiego di lavoro per ettaro nell'Italia Centrale
consentiva di impiegare spazi di tempo, in cui
vi erano altre esigenze lavorative. In ultimo, le
olive si potevano portare senza troppi proble-
Un aspetto costante dell’agricoltura europea è (uva, frutta etc.) è problema di non facile solu- mi ai frantoi, ancora ben sparsi per le campa-
l’invecchiamento dei coltivatori; sempre più zione per il gestore non professionale. gne italiane, ricavando un prodotto essenziale
frequente è il caso del vecchio proprietario che, Invece la coltivazione dell’oliveto semplifica per la famiglia, o vendibile per la parte ecceden-
per abitudine o per convenienza, aveva mante- molto, rispetto le alternative colturali appena te a parenti ed amici.
nuto comunque la gestione del fondo e che, al indicate, una “gestione manutentiva” del fon- In tale ottica, la permanenza della gestione oli-
momento dell’abbandono l’attività, viene sosti- do. Difatti, l’oliveto consente al conduttore una vicola dei fondi frazionati e commisti con aree
tuito da un successore non interessato alla pro- gestione meno impegnativa, perché richiede urbane, condotta in forma part-time, se non
secuzione della gestione agraria. Questo nuovo minori attenzioni agronomiche e fitopatologi addirittura hobbistica nei weekend, costituisce
proprietario tende, nel medio-lungo periodo, e un carico di lavoro manuale più leggero e me- ancora un’ottima alternativa all’abbandono del
ad abbandonare la gestione del lotto agricolo glio distribuibile nel corso dell’anno, rispetto fondo agricolo, mantenendo così tutti gli aspetti
isolato, limitandosi ad effettuare delle ripu- agli altri arboreti,. Gli interventi più impegna- paesaggistici, culturali ed ambientali connessi
liture del terreno. Prendendo in esame i casi tivi sono la potatura invernale o “al secco”, e la alla permanenza di vaste fasce olivetate nelle
specifici delle varie tipologie arboree, la manu- raccolta e trasporto al frantoio delle olive; la di- zone contese tra urbanizzazione ed agricoltura
tenzione del vigneto, o del frutteto, o dell’arbo- stribuzione degli impieghi di lavoro per ettaro residuale. Vanno inoltre considerate le forme di
reto misto comporta costi di gestione elevati ed viene sintetizzata alla tabella seguente, riferita ousourcing, per cui è possibile appaltare le opera-
un’attenzione continua agli aspetti fitopatolo- all’ordinarietà delle aziende dell’Italia centrale zioni più impegnative ad imprese di contoterzi-
gici, mentre la collocazione del prodotto finale (tab. 3). sti, ben equipaggiati in macchine e personale.

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Oliveti in area romana

28 | URBANISTICA INFORMAZIONI
ra che occupano una superficie di poco oltre e mappare, ma, in questa sede, assimilato al
Consumo di suolo e servizi
il 27% del totale, vive invece il 37,3% della periurbano e individuabile sotto il profilo isti-
ecosistemici: popolazione. Nel complesso dunque le aree tuzionale nelle Aree Metropolitane – descrivi-
la sfida del periurbano metropolitane concentrano, in meno del 40% bile attraverso l’analisi dell’intensa trama di
Davide Marino della superficie nazionale, oltre il 72% della flussi, materiali ed immateriali, e di relazioni
popolazione. sociali, ambientali, economiche con la città.
Questa lettura risulta ancora più significativa
Alla ricerca del periurbano alla luce delle trasformazioni su base spazia- Consumo di suolo e perdita di Servizi
Per potere individuare gli usi e le vocazioni, e le. L’analisi dei cambiamenti d’uso dei suoli Ecosistemici
quindi le politiche di gestione, dei cosiddetti su vasta scala (Marino e al., 2016/a) mostra Il paesaggio del SES periurbano è ancora
spazi periurbani si dovrebbe partire dalla de- come i processi di trasformazione che mag- fortemente caratterizzato dall’uso del suolo
finizione stessa di periurbano, che tuttavia giormente hanno influito sul paesaggio siano agricolo, Capitale Naturale da cui, attraverso
è conseguenza della definizione della città. la rinaturazione (+9,5%) e l'intensivizzazio- la diversificazione, la pluriattività, l’adesione
Compito che non rientra tra gli obiettivi di ne (+19%) cui si è accompagnata una decisa a modelli di filiera corta, l’agricoltura socia-
questo articolo e che, più in genere, richiede- urbanizzazione (+4,5%) non regolata nelle le, si originano flussi di beni e di servizi che
rebbe approcci, competenze, spazi di riflessio- sue forme e nei processi. La città, tradizional- rispondono a una domanda urbana che non è
ne molto più ampi mente separata dalla campagna dal disegno più esclusivamente alimentare, ma guarda in
Senza appunto entrare nel merito si può tut- dal Pomerium romano, ha perso progressiva- direzione di bisogni sociali quanto ambientali
tavia affermare che esistono diversi modi per mente forma e confini; le attuali morfolo- (Di Iacovo, 2008). In questo senso, il concetto
analizzare la struttura di una città, la maggior gie sono esito di fenomeni complessi in cui di Servizi Ecosistemici (SE) consente di inte-
parte dei quali considera come area urbana policentrismo,conurbazione, e dispersione grare il dominio ambientale con quelli sociale
quella parte di territorio ricadente all’interno hanno dato luogo a forme urbane molto varie ed economico, evidenziando le relazioni tra il
del limite amministrativo comunale. I limiti di dimensioni più o meno ampie. sistema ecologico e quello socioeconomico, e
dell’approccio amministrativo – che pur pre- Il risultato finale è una zonizzazione a tre li- mettendo in luce la dipendenza del benesse-
senta vantaggi di ordine informativo – sono velli: le aree più “interne”,interessate da un re umano dai servizi di approvvigionamen-
evidenti se si pensa a città come Milano e processo di calo demografico e di rinaturazio- to, regolazione, supporto alla biodiversità, e
Roma, dove, nel primo caso, l’urbanizzato ne, la città storica e compatta, ed un paesaggio servizi culturali (TEEB, 2015) forniti dal pri-
supera i limiti amministrativi e il periurbano nuovo che non è più città ma che è difficile mo. Il riconoscimento e la stima del valore
insiste su un territorio più ampio di quello co- definire campagna (Aristone e Palazzo, 2016) economico dei SE ricoprono un ruolo fonda-
munale, mentre nel caso di Roma l’area urba- in cui gli insediamenti si sono espansi nelle mentale per accrescere la consapevolezza del
nizzata è circoscritta nei limiti di un territorio aree agricole limitrofe, seguendo gli assi del valore dei suoli agricoli in ambito periurbano
comunale molto ampio. trasporto, ma in modo discontinuo, irregola- e orientare il decisore pubblico e gli attori pri-
In ogni caso la classificazione degli spazi ur- re, lasciando ampie aree agricole al proprio vati verso forme di governance territoriale in
bani è una operazione indispensabile alla interno caratterizzate da un uso plurimo resi- grado di ricomporre gli squilibri territoriali,
base della “territorializzazione delle politiche denziale (con una bassa densità), attività pro- soddisfacendo gli obiettivi di conservazione
pubbliche“ in cui la programmazione dello duttive e, soprattutto, commerciali. Un siste- del Capitale Naturale e di incremento dei flus-
sviluppo per aree con caratteristiche speci- ma socioecologico (SES) – difficile da definire si di SE (Marino et al., 2014).
fiche ed omogenee passa attraverso la scelta
dell’unità territoriale di riferimento. Fra i tre
approcci principali – istituzionale, morfologi-
co, relazionale – qui si è scelto di privilegiare
l’ultimo che è alla base anche della politica di
coesione. L’approccio relazionale, integrato
con criteri morfologici consente di individua-
re le Functional Urban Areas (FUA), e i Sistemi
Locali del Lavoro (SLL), ovverosia ambiti terri-
toriali in cui si manifestano le relazioni eco-
nomiche e di vita, e vengono forniti i servizi
pubblici e, in definitiva, si costruisce l’identità
delle comunità locali.
Seguendo questo approccio in Italia i comuni
Polo – compresi gli intercomunali – sono 323
(il 4,3% del totale), occupano meno del 10%
della superficie, e ospitano circa il 40% della
popolazione. Nei 3.507 dei comuni di Cintu- Figura 1 - Suolo consumato nelle aree metropolitane italiane

URBANISTICA INFORMAZIONI | 29
perficie è da imputarsi ai differenti servizi persi
nelle aree analizzate.
In questo senso è utile analizzare come si com-
pone la perdita totale, che è dovuta per il 56%
alla perdita di un servizio ecosistemico di ap-
provvigionamento come la produzione agrico-
la, cui si aggiunge per un ulteriore 2% la pro-
duzione legnosa. Se ne deduce che la funzione
produttiva è quella che subisce maggiormente
il trade-off con gli usi del suolo che consumano
suolo. Seguono una serie di Servizi ecosistemi-
ci di regolazione quali il sequestro del carbonio,
Figura 2 - Perdita di servizi ecosistemici nelle aree metropolitane a causa del consumo di suolo il controllo dell’erosione, l’infiltrazione dell’ac-
qua, tre funzioni basilari per la vita umana che
Il concetto di SE permette altresì di ben eviden- nezia e da Roma (14,5 e 13,2 rispettivamente). nel complesso incidono per il 41% sul totale
ziare l’impatto del consumo di suolo sul benes- In valore assoluto tuttavia l’Area Metropolita- della perdita economica.
sere umano (Marino et al, 2016/b). na con il maggiore consumo di suolo è Roma In definitiva i dati dimostrano come la crescita
In Italia tra il 2008 e il 2013 il consumo di (quasi 71.000 ha), cui seguono Torino, Milano, non adeguatamente pianificata delle città com-
suolo ha riguardato mediamente 55 ettari al Napoli. La differenza tra i due dati è dovuta porta una minore funzionalità dei suoli periur-
giorno di territorio, con dinamiche simili tra chiaramente alla differenza tra le superfici to- bani con danni valutabili sia sulla produzione
Nord, Centro e Sud Italia. La superficie “persa” tali delle diverse Aree. di beni che di servizi che, insieme, incidono di-
riguarda alcune macro categorie di copertura In termini economici questo consumo di suolo rettamente sulla qualità della vita delle popola-
artificiale e alcune classi d'uso prevalenti: sono rappresenta mediamente un costo pari a 176 zioni residenti.
le infrastrutture per il trasporto a contribuire milioni di euro. Va ricordato che tale stima è
in modo determinante a scala nazionale, con il del tutto parziale, sia perché non sono stati Contenere il consumo di suolo e ottimiz-
41% di suolo artificializzato sul totale (Munafó valutati tutti i servizi associabili al consumo zare i flussi di SE
et al, 2016). Di questa percentuale, l'incidenza di suolo, sia perché andrebbero valutati anche La definizione di aree periurbane si può fonda-
maggiore riguarda le strade asfaltate in ambiti gli impatti indiretti che a volte possono rappre- re su approcci spaziali, relazionali più o meno
rurali e naturali e nelle aree agricole (31%). sentare un costo ancora maggiore (Marino et quantitativi, ma raramente trova un peso ade-
Il consumo di suolo nelle 14 Aree Metropolita- al, 2016/b). In questo caso l’impatto maggiore guato negli strumenti di pianificazione. Fa
ne italiane è stato pari a quasi mezzo milione del consumo di suolo (Figura 2) si registra a eccezione la Legge regionale 20/2000 dell’Emi-
di ettari (Figura 1) con una incidenza media sul Milano (oltre 42 milioni di euro persi), cui se- lia-Romagna che all’Art. A-20 definisce con cer-
totale del suolo disponibile del 12%. Questo va- guono Roma, Venezia, Bari (rispettivamente tezza gli “ambiti agricoli periurbani” (Cattivel-
lore raggiunge il suo massimo a Napoli (circa circa 35, 26, 10 milioni di euro.). In questo caso li, 2014). Tuttavia se, secondo i dati citati, circa
il 34%) e Milano (quasi il 32%), seguite da Ve- le differenze rispetto ai valori in termini di su- il 72% della popolazione italiana vive in aree
urbane un obiettivo centrale nella governance
territoriale dovrebbe essere quello di promuo-
vere la sostenibilità ed aumentare la resilienza
delle aree urbane stesse, migliorando di conse-
guenza il benessere e le condizioni di vita dei
suoi abitanti (TEEB, 2015).
A questo fine è necessario potere disporre di
strumenti valutativi in grado di informare i
pubblici decisori e gli stakeholder sui diversi
scenari di trasformazione di uso dei suoli, im-
plementando in tal modo la valutazione della
variazione dei servizi ecosistemici nella piani-
ficazione e nelle politiche urbane.
La disponibilità di spazi agricoli o non ancora
impermeabilizzati nelle aree metropolitane
offre la possibilità di pensare a tali aree come
potenziali fornitori di importanti servizi ecosi-
stemici, tra i quali lo stoccaggio e il sequestro
del carbonio, la mitigazione dei flussi idrici e
Figura 3 - Composizione della perdita dei SE stimati delle ondate di piena e il mantenimento della

30 | URBANISTICA INFORMAZIONI
biodiversità nei contesti urbani. A tale fine è bientali prossimi ai fossi e alle infrastrutture
Morfologie e materiali
necessario un approccio ex ante rispetto alle viarie che segnano il suolo con gallerie e ap-
scelte, che inglobando la valutazione dei ser-
delle colline medio- prezzabili tracciati in rilevato. L'insediamen-
vizi ecosistemici in un modello di contabilità adriatiche to, costituito da edifici di ridotte dimensioni,
ambientale, possa essere finalizzato a bilancia- Ottavia Aristone spontanei o pianificati, si dispone in sequenza
re gli impatti delle trasformazioni e progettare lungo ampie linee di densificazione e intorno
lo sviluppo di modelli più sostenibili. alla rete viaria minima, definita sulla base del
Gli strumenti – ad esempio i parchi agricoli L'assetto territoriale principale costiero- precedente ordine distributivo dato dal regi-
(Cinà, 2016, Di Donato et al, 2016), e le infra- vallivo dei territori del medio-adriatico, che me proprietario e funzionale del suolo agrico-
strutture verdi EEA (2014) – non mancano; la Franco Farinelli definisce "scisma topografi- lo; scarsamente attenti alle morfologie sono
contabilità ambientale, basata sul bilancio del co" in quanto esito della perdita di funzioni gli interventi unitari pianificati, in prevalenza
suolo e dei servizi ecosistemici associabili, è la dei centri di collina a favore del loro sdoppia- nelle colline a nord nel fiume, e realizzati per
via obbligata per un intervento pubblico e pri- mento lungo le direttrici di valle e di costa, aggiunta cospicua di aree; le numerose abi-
vato efficace. mostra, all'oggi, una sensibile modificazione e tazioni sparse costruite negli ultimi decenni
un'ampia articolazione nei differenti transetti sono ricavate in virtù della frantumazione del
costituiti dai territori collinari delimitati dai suolo agricolo secondo la misura minima di 1
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rapporto 2016, pp 57-61. dei centri e nuclei più antichi. Nelle colline, stabili. Questa modalità costituisce una quo-
• TEEB (2015), Teeb for Agricolture and Food: an più alte e acclive a sud del fiume, si rintanano ta rilevante e definisce un paesaggio rurale
interim report, United Nations Environment Pro- relitti lineari e puntuali di interesse naturali- composto da minuti coltivi variegati: prati,
gramme, Geneve.
stico accostati ad aree incolte e detrattori am- orti, alberi da frutta, oliveti e vigneti, accostati

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Le colline pescaresi (Courtesy of Bruno Imbastaro)

secondo una sequenza che marca la morfolo- centri abitati, salvo in alcuni tratti di più an- Sono colture di qualità, in particolare l’olivo
gia del suolo fino ai piedi delle colline, inte- tica tradizione nei quali compaiono già por- e la vite, e reti insediative di pregio grazie alle
ressando anche parti della pianura valliva. I zioni di colture specializzate di olivi (collina quali i centri urbani di corona possono “esibi-
paesaggi dei versanti collinari sono ricchi di Vestina) e di viti (colline ortonesi), a scendere re” titolazioni di prestigio quali Città del Vino,
elementi naturali o seminaturali e colture in lungo i versanti i seminativi asciutti eppoi Città dell’Olio, Città Slow, Borghi più belli d’I-
aree agricole propriamente produttive non- colture irrigue in porzioni di fondovalle. Ne- talia. Relitti naturali e seminaturali, reti delle
ché di "giardini rurali" di pertinenza delle case gli ultimi decenni riduzioni ad usi insediativi acque e suolo agricolo compongono tuttora
sparse costruite o ristrutturate in aree agricole hanno riguardato tutta la fascia collinare, con la continuità del paesaggio e mostrano la loro
o disposte in filamenti radi. Questi materiali forme e intensità differenti dovute alla forza apprezzabilità in termini quantitativi di rilie-
complessi concorrono a definire l'insieme del espansiva della città lineare costiera nel suo vo ambientale, economico, imprenditoriale e
paesaggio insediato e costituiscono porzioni insieme ma anche alla capacità reattiva dei di opportunità di governance con le quali è ne-
rilevanti del sistema degli spazi aperti della singoli luoghi quali la consistenza di econo- cessario misurarsi.
città. La molteplicità in cui si articola il suolo mie primarie, la prossimità ad aree di attività In definitiva, il territorio periurbano di questa
ad uso rurale mostra alcuni caratteri diffusivi: industriali produttive nel lungo periodo e la porzione adriatica è una figura complessa defi-
dimensione molto piccola delle unità produt- consistenza di reti di relazione stabili. Non nita dalla città costiero-valliva che si compone
tive, coesistenza con altre funzioni urbane è estranea a tale trasformazione anche la te- con progressive modificazioni, multifocali e
non marginali; competizione per altri usi del- nuta geomorfologica dei versanti e la natura articolate negli usi dei suoli, con l'insieme di
la terra, sovrapposizione con territori fragili, del suolo. Nelle colline della città di Pescara, centri e nuclei di collina di antica e recente for-
unità di paesaggio di ridotte dimensioni. a nord e sud del fiume, questa differente fi- mazione. Complessità morfologica ma anche
Tornando alla fisionomia insediativa medio- sionomia segna, di fatto, lo scarto. Progressivi di 'materiali': la rete insediativa degli antichi in-
adriatica, di cui Pescara rappresenta un tassel- frazionamenti ed edificazioni hanno marca- sediamenti di poggio e di crinale con differenti
lo fondamentale, la continuità morfologica to i versanti collinari in prossimità dell'area gradi di espansione contermini, i filamenti lun-
della fascia collinare, matrice ambientale e pescarese: dalla diffusione delle residenze in go i versanti di costa e di valle, nuclei pianifica-
insediativa del territorio regionale, trova, fino aree agricole, ad interventi pianificati di edili- ti ad alto indice di copertura del suolo e ampie
alla fine degli anni cinquanta, giusta stabilità zia pubblica o privata, ad aree ad alta concen- nebulose a bassa densità; suolo ad uso agricolo
nell'uso del suolo agricolo e nella persistenza trazione della grande distribuzione commer- diversificato per dimensione e qualità coltura-
delle forme insediative di collina, pur diversi- ciale, sensibili fuori scala realizzati a fronte di le, quali frammenti a seminativi o ad orti in-
ficata a nord e a sud e del fiume Pescara per notevoli opere di rimodellazione del suolo. terposti, aree produttive ad alto investimento
le forme dell'ordinamento colturale e i regimi Tuttavia, nel contesto territoriale ampio di (olivi e viti) ed aree arborate di pertinenza resi-
proprietari, nonché per l'attitudine ad utiliz- cui la città è parte, la collina costituisce tut- denziale che, per prossimità, costituiscono una
zare le terre basse. Tale stabilità è attestata an- tora un continuum di qualità paesaggistica dimensione sensibile; infine frammenti di aree
cora dalla Carta della utilizzazione del suolo e di opportunità: ragguardevoli porzioni di naturali e seminaturali che persistono in virtù
d'Italia redatta dal CNR (1960) in cui si indivi- colture di eccellenza e piccoli appezzamenti di norme di salvaguardia attivate sulla base
duano i seminativi arborati (prevalentemente con gradi di diversificazione colturale, in par- della morfologia del territorio, delle caratteri-
ulivi) disposti a corona intorno agli antichi te connessi al patrimonio insediativo storico. stiche dei suoli e della rete minore delle acque.

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Qui si riscontrano almeno quattro tipologie acero campestre. Originano una boscaglia me-
Città-campagna-natura:
ecosistemiche. La presenza di zone umide nel sofila che si addensa negli impluvi basali, se-
il territorio di Città San territorio (laghetti di fondovalle, fiumi) arric- guendo l’andamento del calanco; imprime al
Angelo chisce la biodiversità di specie e di habitat del paesaggio una nota di verde naturale ben visi-
Fernando Tammaro territorio angolano. bile anche da lontano. Le zone non sono adat-
te per l’agricoltura, ma rivestono un interesse
L’ecosistema delle zone palustri salma- soprattutto faunistico. Sono infatti luogo di
Tutti i paesi, grandi e piccoli dell’Abruzzo, stre rifugio, nutrizione e nidificazione di piccoli
hanno conservato nell’interno del compren- In questo tratto, verosimilmente a suo tem- mammiferi e soprattutto di uccelli. Esplicano
sorio comunale o nelle aree finitime ai centri po il più importante di tutta l’area costiera perciò in area periurbana un importante ruo-
abitati aree naturali o seminaturali con ve- abruzzese, ora totalmente degradato e bana- lo ecologico.
getazione spontanea o modificato nei secoli lizzato, inserite in tipologie di vegetazione e
l’originario assetto boschivo per ricavare ter- biocenosi palustri e psammofile poco diffuse,
reni dove si esplica l’agricoltura nelle diverse si rinvengono piante di anno in anno più rare
forme. Nelle zone marine o dove se ne risen- ed in imminente pericolo di scomparsa per le
tono gli influssi prevalgono oliveti e vigneti, manomissioni ambientali. Esso racchiude al-
e la relitta vegetazione spontanea periurba- cuni habitat prioritari della direttiva Habitat
na è costituita da frammenti di lecceta e di (92/43/CEE) in fortissimo stato di degradazio-
macchia mediterranea. Nelle zone interne, ne naturalistica, alcuni scomparsi a causa di
invece, l’agricoltura è più povera. Prevalgo- interventi per apertura di strade di accesso al
no colture erbacee e la zootecnia, con alcune mare, accumulo di massi antierosione e strut-
eccezioni, quali la Piana di Navelli, con i suoi ture di ristoro di dubbia bellezza. Sono habitat
vasti mandorleti e gli zafferaneti e la piana prioritari di questo settore di Città San Angelo
del Fucino, dove l’agricoltura è ad alta pro- 1) le spiagge ghiaiose che si trovano tra le foci
duttività e determina per numerosi prodotti dei due fiumi precedentemente ricordati; 2) i
(carote, finocchi, patate) un mercato di livel- pascoli litoranei inondati con vegetazione a Unica testimonianza dei bellissimi prati litoranei
salmastri, habitat prioritari della Direttiva Habitat,
lo nazionale ed oltre. Salicornia in zone sabbiose e fangose (argillo-
che si trovavano presso le foci dei fiumi Saline e
Ma anche le città, costiere o interne, han- se) - ora rarissimi essendo in massima parte di- Piomba è questa foto, scattata nella primavera 2007
no mantenuto spazi di naturalità. In tutta strutti perché l’habitat è stato “bonificato” ed
la fascia litoranea e negli spazi incolti delle interrato; 3) vegetazioni a giunco marittimo
stesse città (Montesilvano, Pineto, Pescara...) (giuncheti) di ambienti salmastri, che hanno
sono diffusi cespugli di liquirizia e sui colli subito la stessa sorte degli ambienti del punto
di Montesilvano, Pescara (Colle San Sivestro, 2. La vicinanza del mare ha determinato alberi
Colle Renazzo), Silvi si rinvengono settori (pini) a bandiera, con la chioma rivolta verso
con relitte pinete spontane di Pino di Aleppo l’interno, molto rari nella regione Abruzzo.
e frammenti di steppa sublitoranea ad Am- Anche questa peculiarità è in procinto di esse-
pelodesma ed a Cisto. re eliminata. Occorre evidenziare che i pochi
Il rapporto città-campagna-natura presenta insediamenti litoranei e le strutture di perti-
una maggiore complessità nel territorio di nenza (strade, parcheggi, canali di scolo, tubi L’attuale trasformazione degli habitat litoranei ha
creato situazioni di degrado estetico e naturalistico
Città San Angelo (Pe). Il suo ambito terri- fognari diretti in mare) sono stati causa di di- (estate 2015)
toriale presenta infatti un’ampia varietà di struzione definitiva di un ambiente unico nel-
habitat, indice di complessità e di esistenza la regione (prati salmastri litoranei e tratti ter-
di più ecosistemi. Il suo vasto territorio com- minali di due fiumi con le loro foci nel mare!)
prende infatti una serie di colline argillose di rilevante interesse ambientale nazionale.
con dolci o ripidi versanti verso il fondoval-
le, una pianura alluvionale che si spinge fino L’ecosistema dei calanchi
al mare, un tratto di costa sabbiosa e ciotto- Si sviluppa nelle zone a confine con il terri-
losa, compresa fra le foci del fiume Saline e torio di Atri a Nord e nella zona di fondovalle
Piomba, e verso l’interno, il percorso di ben della contrada Galleriano (a sud–sud ovest del
tre fiumi, che segnano i limiti del territorio territorio comunale). Sono impiantati su sub-
comunale: il Piomba, a Nord, segna il confine strati argillosi in versanti ad elevata acclività. Assai peculiari sono le dune di ciottoli nel tratto
con il territorio di Atri; il Fino a sud lo separa Oltre alla tipica morfologia di erosione a V, litoraneo tra i fiumi Saline e Piomba. Sono Habitat
dai territori vestini di Picciano e Collecorvi- peraltro in fase iniziale, si riconoscono anche prioritari . L’ambiente è molto selettivo perle piante
e la colonizzazione è possibile solo per poche
no; il Saline a Sud Est che confina con Mon- da lontano per la presenza di dense formazio- specie pioniere, tra cui la gramigna delle spiagge
tesilvano. ni arbustive con olmo, tamerici, prugnolo ed (Agropyron litorale) attraverso i suoi lunghi stoloni.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 33
L’ecosistema fluviale delle valli interne tipo...); essi alimentano i mercati rionali di
del territorio comunale Montesilvano, Silvi e Pescara. Accanto alle
La vegetazione perispondale è discontinua, specie comuni quali Malva (Malva sylvestris),
con tratti a maggior presenza di salice bian- Camomilla dei tintori (Anthemis tinctoria), la
co, pioppo nero e rari ontani (Alnus glutinosa). falsa liquirizia (Astragalus glycyphyllos), car-
Riesce difficile inquadrarla in unità fitoso- do mariano (Silybum marianum), Rosa canina
ciologiche. Essa esplica nell’assolato sistema e quant'altro si rinvengono tratti con sulla
vallivo del territorio un ruolo ecologico im- (Hedysarum coronarium) un tempo assai dif-
Contrada San Giacomo (Città San Angelo) portante non solo per l’ittiofauna e la fauna fusa per consolidare i pendii argillosi. Essa si
agroecosistemi nel paesaggio collinare acquatica minore (insetti, molluschi, anfibi è rivelata un’utile foraggera per la ricchezza
intensamente coltivato a vigneti, campi di frumento
ed oliveti. Si osserva la totale assenza delle siepi
...) ma anche quale oasi di rifugio della fauna in proteine ed è ricercata dalle api che ne ri-
eliminate per sfruttare al massimo il terreno. Le (soprattutto ornitofauna). Costituisce nella cavano un miele speciale. Anche alcune spe-
siepi naturali invece vanno mantenute e ne vanno sua continuità un corridoio biologico, sia per cie accantonate al margine dei campi sono
realizzate dove mancano per interrompere le
monocolture e favorire gli insetti utili all’agricoltura la flora (igrofila, idrofila e mesofila) che per spesso relittuali di antiche colture e poco
gli animali che attraverso di esso riescono a comuni. Tra essi il cinoglosso (Cynoglossum
diffondersi lungo il tratto fluviale. In un’ansa creticum), il cencio molle (Abutilon theophra-
del fiume Fino, presso la contrada San Agne- sti) ed altri. Sono scomparse invece a causa
se, una legge regionale (Lr 90/1990) prevede- delle pratiche agronomiche con uso di so-
va la realizzazione di un Giardino Botanico stanze chimiche le belle archeofite segetali,
a differente funzionalità. Negli anni 2000 ritenute erroneamente malerbe (papavero,
l’allora amministrazione comunale, sorda a ranuncolo dei campi, consolida, fiordaliso,
valori di educazione ambientale, ha richie- gittaione...). I numerosi casolari, le case con-
sto ed ottenuto dalla Regione l’annullamen- tadine isolate tra i coltivi e ben 18 frazioni
to della legge istitutiva, preferendo utilizzare abitate rendono produttive, e buona fonte di
quel terreno per una discarica. diffuso benessere economico, le varie attività
agrarie e zootecniche. Da vari decenni è inve-
L’agroecosistema ce scomparsa la bachicoltura che si praticava
Nel territorio è prevalente l’agro ecosistema diffusamente e che in Città Sant'Angelo ebbe
che si estende per oltre il 70% della superficie un centro floridissimo, testimoniato da pre-
totale. Sulle colline, versanti e fondovalle se mi internazionali e medaglie ottenuti nelle
ne osservano varie tipologie. Esso è determi- varie Esposizioni internazionali (riconosci-
Bigattiera ora trasformata in abitazione
nato dall’attività umana che controlla i fon- menti oltre che per la bachicoltura anche per
damentali elementi ecologici (suolo,acqua, il vino e l’olio) dalla nobile famiglia angolana
animali, vegetali...) mettendo in atto tecni- Coppa-Zuccari che era il maggior produttore
che agricole per ottenere biomassa di suo di bozzoli. Ancora ai nostri giorni nella cam-
interesse (frutta, verdura, medicai, oliveti, pagne angolane si rinvengono monumentali
vigneti...). Nei campi si ha pertanto un bas- alberi di gelso centenari. Appartengono alla
so grado di biodiversità essendo favoriti in- specie Morus alba (gelso bianco) per il colo-
terventi (diserbo, potature, semine...) onde re bianco del frutto edule e dolciastro (mora
ottenere una produzione economica signifi- di gelso). La pianta è originaria della Cina e
cativa delle colture o degli allevamenti. Ogni dell'Asia centrale. Era coltivata per le foglie
Gelsi centenari (Morus alba) capozzati nella agroecosistema ha una sua caratteristica (per tenere, quasi glabre nella pagina inferiore,
campagna angolana, testimonianza dell’antica e
diffusa bachicoltura
i nutrienti, l’acqua, l’esposizione...) ed una adoperate per l'allevamento del baco da seta.
sua elevata specializzazione con la conse- La pianta è alquanto longeva e può vivere 4
guente riduzione della diversità biologica secoli. I gelsi piantati per scopo produttivo
nel territorio di intervento. I principali agro- presentano tuttora un tronco ingrossato (si
ecosistemi di Città San Angelo sono oliveti, parla di piante capitozzate). Ciò è dovuto alle
vigneti e campi di frumento. Nel recente pas- ripetute e molteplici potature (in un anno
sato il territorio era particolarmente vocato anche più volte) per raccogliere i rami foglio-
per la cerealicoltura ed è stato, nel ventennio si da portare ai bachi allevati nelle bigattie-
autarchico, il granaio dell’Abruzzo, con ele- re che si nutrono delle foglie e producono
vate rese q/ha (anche 70-80). Altri prodotti il loro bozzolo. Erano poi immersi in acqua
di aziende agricole angolane di qualità sono bollente che causava la morte del bruco e
Sulla (Hedysarum coronarium) ottima foraggera, orticoli (pomodori,melanzane, peperoni) rendeva più lucida la seta del bozzolo. Alla
molto ricercata dalle api, contrada San Giacomo e frutta (pesche, mele, pere, uva di vario fine dell’ottocento la produzione di bachi

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nella zona di Città San Angelo (ed in altri suo scellerato sfruttamento in epoche pas-
Biodiversità dei paesaggi
centri del Teramano) era eccellente. Ricerca- sate. Ancora oggi è difficile collocare tem-
tissimi e considerati i migliori per qualità an- calanchivi poralmente la genesi di queste strutture
che rispetto a quelli giapponesi erano i suoi Adriano De Ascentiis che, seppur geologicamente datate non rie-
bozzoli, pagati intorno alle 4,64 lire al chilo- scono ad essere inquadrate nelle loro fasi di
grammo, cioè ben il 65% in più del prezzo La pubblicazione del 1917 del Reale Comi- innesco che dovrebbero essere state avviate
corrente. Delle numerose bigattiere di Città tato Geologico d’Italia fa derivare il termi- da processi e attività antropiche che hanno
San Angelo rimangono scarse testimonianze ne calanco dall’etimo cal, dal latino chalare, determinato una destrutturazione dei suoli
essendo ormai andate perse e trasformate. Le scavare, abbassare. con conseguenze irreversibili.
pochissime rimaste, ancorché ridotte e forte- I calanchi sono particolari forme di erosio- Alcuni autori fanno coincidere la loro for-
mente trasformate, invece raccolgono la me- ne superficiale dei depositi argillosi che mazione in epoca medioevale e rinasci-
moria storica di un’attività secolare che veni- costituiscono l’ossatura delle colline nella mentale, ossia a quando per la crescita de-
va svolta soprattutto con lavoro femminile e fascia collinare periadriatica della peni- mografica fu necessario incrementare la
rivestono importanza storica e culturale. sola italiana. Famosi sono quelli di Atri in dotazione di case e mettere a coltura terreni
Abruzzo, di Montalbano Jonico in Basilica- marginali che non erano stati interessati da
ta, dell’Abbadessa in Emilia Romagna che, attività agricole, per la presenza di boschi
una volta liberati dal mantello di suolo fer- o per la difficoltà a lavorarli. In questo pe-
tile, a causa di una molteplicità di fattori riodo, infatti, entra in crisi il sistema am-
naturali e soprattutto antropici, sono stati ministrativo feudale caratterizzato da una
interessati da una lenta ed inarrestabile at- moltitudine di nuclei familiari numerosi
tività di modellazione da parte delle acque che facevano capo a signorie locali, alle qua-
meteoriche e di altri fattori ambientali che li peraltro andava versata la maggior parte
ne definiscono forme e strutture. Il tema delle rendite agrarie, frutto del lavoro conta-
Calanchi, per molti anni, è stato affronta- dino di terreni privi di confini e recinzioni.
to come argomento settoriale ad interesse La componente “suolo”, soprattutto quella
esclusivo dei geologi. Raramente sono stati dei versanti più impervi e ripidi, era alta-
presi in considerazione aspetti che permet- mente stressata.
terebbero una lettura più attenta dei pro- La perdita di suolo coltivabile nelle forma-
cessi che hanno determinato il paesaggio zioni calanchive teramane ha molteplici
agrario attuale caratterizzato da queste ma- cause. Prima fra tutte le numerose cave per
nifestazioni che sono, molto spesso, frutto l’estrazione di argilla ad uso edificatorio.
di una scarsa attenzione del “suolo” e di un

Formazioni calanchive nella Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri (ph. Courtesy of Carlo
Anello)

URBANISTICA INFORMAZIONI | 35
Inoltre, la pratica della transumanza - “do- ginano i paesaggi attuali. Queste modifica- in essi cibo, rifugio e siti per la nidificazione,
gana delle pecore rimaste o Doganella d’A- zioni hanno definito l'attuale mosaico dove rispetto a zone aperte e coltivate che, invece,
bruzzo” - che interessò queste aree per circa l’azienda capitalistica (condotta adesso con i rappresentano delle barriere per i loro spo-
400 anni, portò ad Atri un carico di ovini salariati e con i conto terzi) si alterna a fondi stamenti.
talmente elevato (circa 50.000 capi/anno) da più piccoli riscattati e coltivati per autocon- Attualmente si conoscono i rapporti tra la
determinare ripercussioni inevitabili sulla sumo e sostentamento familiare e a terreni vegetazione dei calanchi e quella delle aree
presenza di vegetazione al suolo e quindi sul- incolti, spesso di proprietà ecclesiastica, con circostanti. Le specie floristiche delle ceno-
la stabilità stessa dei versanti più scoscesi. strutture lineari che ne definiscono i confini si calanchive derivano infatti in modo so-
Con la definitiva scomparsa del feudale pre- naturali (fossi, capezzagne) o antropici (sie- stanziale da una selezione dai popolamenti
se avvio una nuova gestione del territorio pi, filari di alberi e arbusti). circostanti rappresentati da situazioni di
con conduzione del suolo agrario in mano In questo rinnovato contesto i calanchi ini- post-coltura, prati xerici e aggruppamenti
a pochi “signori”, i quali frammentavano i ziano ad avere e a sviluppare una funzione infestanti le colture. Tali elementi, abbon-
latifondi a numerosi mezzadri. Nella fase di relativa al ruolo ecologico: nicchie legate ad danti soprattutto nelle comunità di margine,
massima espansione del fenomeno erosivo, un sistema di reti ecologiche a pettine, co- rappresentano il “serbatoio floristico” dei
le aree intorno ai calanchi, poco produttive, stituito dall'asse principale dei piccoli corsi calanchi. Questo processo è stato facilitato
furono marginalizzate: vallecole difficilmen- d’acqua e torrenti e da rami secondari delle da fenomeni di ricolonizzazione naturale in
te lavorabili e zone acquitrinose con boschi piccole vallecole calanchive. Queste matri- atto negli ultimi sessanta anni in molte aree
di latifoglie e ripariali che, per i contadini ci sono altamente biodiversificate, con aree calanchive italiane (come è stato verificato
del tempo, rappresentavano comunque una produttive in stretta adiacenza ad aree natu- dal confronto tra le ortofotocarte del 1954
forma di economia integrativa. Il valore ag- rali, dove i flussi genici sono facilitati da cor- e del 1994). Nell'arco temporale esaminato
giunto dato dal legname e dai frutti selvatici, ridoi ecologici di medie e grandi dimensioni. si individuano fenomeni evidenti di ricosti-
infatti, li aiutava nel governo del podere e del La disponibilità trofica è invece assicurata tuzione di alcune matrici ambientali come
bestiame, soprattutto nei periodi in cui per dalla presenza di suoli messi a coltura e dalle i boschi che nell’area protetta dei Calanchi
questioni climatiche o economiche, si dove- aree di sosta e rifugio, dalle aree di margine di Atri sono passati da una copertura del 3%
vano trovare soluzioni di riparo. che coincidono spesso con formazioni poco del territorio totale, al 13 %, con fenomeni in
La fuga dalla terra, alla fine del secondo con- o scarsamente disturbate come calanchi, continua evoluzione. Probabilmente, come
flitto mondiale, segna la fase “dell’abbando- fossi minori, ambienti ruderali di margine avviene in diverse altre aree della regione,
no” della collina abruzzese, ad eccezione dei e boschi misti residuali. La frammentazio- l’abbandono dell’agricoltura ha trasformato
poderi riscattati dai mezzadri alla grande ne degli habitat condiziona negativamente quei terreni in arbustivi e boscaglia, cambia-
proprietà, produsse un lento ed inesorabile le dinamiche dell'ecosistema. Tali corridoi, mento che spesso prelude alla formazione
allontanamento dalle campagne e la progres- quindi, possono divenire fondamentali per di tipologie di vegetazione a bosco. Queste
siva rinaturalizzazione dei suoli da cui ori- la dispersione di molte specie che trovano dinamiche hanno aumentato anche il valo-
re del bordo-bosco, variabile importante dal
punto di vista della biodiversità. I margini
del bosco rappresentano ambienti ecotona-
li (aree di contatto tra ambienti struttural-
mente e funzionalmente differenti) dove
per “effetto margine” si trova una maggio-
re ricchezza di specie. Invece le siepi, altro
importante elemento di connettività, sono
diminuite. Tale fenomeno è dovuto alla ge-
stione dell’agricoltura, all’utilizzo di mac-
chinari sempre più ingombranti per i quali
le siepi sono un ostacolo. Le siepi svolgono
un ruolo rilevante nella mitigazione del cli-
ma, nella protezione del suolo dai fenomeni
erosivi e nell’abbellimento del paesaggio
agrario. Sono un vero e proprio serbatoio
di biodiversità in quanto costituiscono ha-
bitat per la flora e la fauna delle aree agri-
cole, sono sistemi di rifugio per gli animali
che altrimenti non potrebbero frequentare
un territorio interessato da coltivazioni. La
superficie interessata dalla loro presenza è
Paesaggio agricolo nella Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri (ph. Courtesy of Carlo Anello) diminuita negli ultimi cinquant’anni, a di-

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spetto del processo dinamico ed inesorabile I Calanchi sono un “segno” della storia e
La geodiversità del
di estensione che caratterizza l’evoluzione sono un “monito” per le conseguenze che
dei calanchi, evoluzione che in un'area delle una scarsa attenzione della risorsa suolo po-
paesaggio collinare e
dimensioni e delle caratteristiche della Ri- trebbe determinare nel medio e lungo perio- vallivo abruzzese a nord
serva di Atri, può essere notevole. do. Rappresentano un valore aggiunto per del Fiume Pescara
L’abbandono delle campagne e la sostitu- territori considerati fino a qualche anno fa
Silvano Agostini
zione dei coltivi con arbusteti, vegetazione terre marginali (o come vengono definite da-
a macchia e superfici boscate ha protetto i gli anglosassoni “Badlands”). In un’ottica mi-
terreni dall’erosione causata dalle acque di- rata alla conservazione della natura, possono Il territorio pedemontano del versante orien-
lavanti, impedendo l’innesco del processo di diventare non solo “santuari” della biodiver- tale della catena appenninica posta a nord
formazione dei calanchi. Il territorio è quin- sificazione e dei contesti agrosilvopastorale, del fiume Pescara giungeall'Adriatico attra-
di interessato da evoluzioni del paesaggio ma anche “sentinelle” per il contenimento verso un articolato paesaggio collinare.
di diversi ambienti dell’Abruzzo e dell’Ap- del rischio idrogeologico, nonché “cantieri” Il contesto ambientale è marcato da note-
pennino caratterizzati da: ricolonizzazione sperimentali per una rilettura del paesaggio vole geodiversità, ovvero unità di paesaggio
spontanea da parte del bosco, diminuzione agricolo in termini emozionali e turistico- geologico con colline arenacee, sabbiose ed
dei coltivi in aree marginali, semplificazione culturali. E consentire il dialogo tra paesag- argillose, scolpito e articolato da ampie valli
della struttura nelle zone coltivate a causa gio periurbano e trasformazione dei contesti fluviali,con alvei incisi ed incassati negli an-
dell’eliminazione di siepi e filari e ridetermi- ad alta densità insediativa. tichi depositi alluvionali pleistocenici (cfr.
nazione della proprietà per realizzare appez- terrazzi). Le unità del paesaggio geologico
zamenti monoculturali più ampi. hanno riscontro in specifiche morfologie,
I Calanchi rappresentano, quindi, uno scena- nell’organizzazione della circolazione idrica
rio assolutamente unico dal punto di vista superficiale e profonda, nei suoli, come pure
paesaggistico ed emozionale, ma anche ser- nella vegetazione potenziale che permane
batoi ecologici di straordinario interesse cul- relitta, spesso a segnare la viabilità dell'anti-
turale e biologico. Una loro attenta e corretta co tessuto che un tempo regolava i rapporti
gestione può portare risvolti positivi a tutto tra i paesaggi disegnati e tra questi e i paesag-
il territorio. gi urbani.
Curare i calanchi significa contrastare i fe- Le unità del paesaggio geologico, che han-
nomeni collegati al rischio idrogeologico no come fondamento il substratolitologico,
e ai mutamenti climatici. Significa anche hanno riscontro nella fascia pedemontana
promuovere attività agrosilvopastorali di con gli elementi costitutivi il costruito: la-
nicchia che, attraverso la ricostituzione degli pidei quali la pietra calcarea dei travertini
agro ecosistemi, possono contribuire a mi- (ove presenti), l’arenaria, le pietredi fiume,
gliorare la ricchezza produttiva dell’area. e fra tutte la terra (argilla) utilizzata come
Appare ormai superfluo ribadire che i rischi terra cruda o trasformata inlaterizio.Le prin-
idrogeologici incidono fortemente in aree cipali valli fluviali del Vomano, del Piomba,
dove sistemi così fragili sono prossimi a cen- del Fino,del Baricello, delTavo, del Saline, del
tri abitati molto popolosi e che la desertifica- Nora e da ultimo del Pescara, suddividono il
zione colpisce soprattutto questo genere di territorio in esame in settori giustapposti di
ambienti. circa uguale estensione. Anche se le valli co-
Così come è ormai chiaro che la cura dei stituiscono i corridoi naturali monte-mare,
Calanchi si tramuta, in poco tempo, in im- la morfologia ha favorito la viabilità non nei
pulso per i sistemi di promozione turistica fondovalle bensì alla sommità degli spar-
locali in un’ottica legata all’ecosostenibilità tiacque e lo sviluppo degli insediamenti nei
ambientale, come è accaduto nella Riserva punti di cerniera di ampi interfluvio in cul-
Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di minazione topografica dei crinali. Gli inse-
Atri. Qui, in soli dieci anni di gestione par- diamenti, già dall'antichitàsi sono disposti a
tecipata tra Comune di Atri e WWF Italia, distanze regolari, con i vuoti apparenti occu-
si è riusciti costruire un sistema virtuoso di pati dal costruito isolato prima, dall'espan-
gestione che, con una rete sentieristica di 6 sione periurbana moderna poi. Quest'ultimo
km, una cicloippovia di 28,8 km e un centro processo ha quasi obliterato i vari baricentri
visitatori, permette ai tanti turisti di cono- geografici e politici del territorio che sono
scere il paesaggio dei calanchi e di visitare le sorti lungo gli assi transcollinari, paralleli
aziende di trasformazione dei prodotti agri- e intermedi, tra la linea di costa ed i rilievi
coli di nicchia che operano nel territorio. dell’Appennino.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 37
LEGENDA
COLLINE DEL SUBAPPENNINO E COSTIERE
1 - DETRITO E BRECCE DI VERSANTE (OLOCENE-PLEISTOCENE): detriti sciolti e cementati,
coltri colluviali; Lito suoli e regosuoli; acquiferi poco estesi; vegetazione pioniera; rare
silvicolture.
2 - UNITÀ ALLUVIONALI RECENTI E ATTUALI (OLOCENE): ghiaie,sabbie e argille; suoli
alluvionali; falde di subalveo; margini alberati; attività estrattive dismesse, argini
artificiali.
3 - UNITÀ ALLUVIONALI ANTICHE TERRAZZATE E TRAVERTINI (PLEISTOCENE):
ghiaie,sabbie e argille; suoli bruni e paleosuoli fersiallitici; falde superficiali; colture
erbacee e ortocolture, residui querceti; frane per scalzamento al piede, sede di piccola e
medie industrie, attività estrattive dismesse.
4 - CONGLOMERATI E SABBIE CEMENTATE (PLEISTOCENE INFERIORE): puddinghe e
arenarie alla sommità delle colline costiere; suoli bruni, suoli bruni mediterranei e rari
paleosuoli fersiallitici; acquiferi superficiali; uliveti, viti, culture erbacee e ortoculture;
insediamenti storici.
5 - ARGILLE E SABBIE (PLIOCENE MEDIO E SUPERIORE): argille, limi e sabbie talora
soggette ad erosione calanchiva e frane; suoli vertici e suoli bruni; scarsi acquiferi;
uliveti e viticolture prevalenti, incolti, querceti residui; insediamenti storici sugli
interfluvi ed in sommità delle colline.
6 - ARENARIE E MARNE (PLIOCENE INFERIORE): marne e arenarie e in strati medi;
suoli bruni calcarei, suoli bruni lisciviati; scarsi acquiferi; viti e ulivi, querceti misti,
(la vegetazione sub montana ha avuto il maggior impatto antropico storico per
disboscamento), incolti; frane ed erosione fluviale.
7 - ARENARIE E PELITI (MIOCENE SUPERIORE - PLIOCENE INFERIORE): arenarie e marne in
strati medi e banchi; suoli bruni calcarei, suoli bruni lisciviati e litosuoli; scarsi acquiferi;
colture arboree, impianti recenti di viti e ulivi, noccioli, querceti misti, (la vegetazione
sub montana ha avuto il maggior impatto antropico storico per disboscamento), incolti;
frane ed erosione fluviale; attività silvo pastorale.
N.B. NON È DESCRITTA L'UNITÀ DELLE SPIAGGE RECENTI E ATTUALI

VERSANTI ORIENTALI DELLA CATENA APPENNINICA


8 - CALCARI E CALCARI MARNOSI (CRETACICO SUPERIORE - MIOCENE SUPERIORE): calcari
e marne del versanteorinetale dei rilievi appenninici; suoli bruni, suoli bruni lisciviati,
redzina, litosuoli; acquiferi localizzati e sorgenti basali degli acquiferi prinicipali;
vegetazione dell'orizzonte sub montano, querceti misti e rimboschimenti (la vegetazione
sub montana ha avuto il maggior impatto antropico storico per disboscamento); frane di
crollo ed erosione fluviale; attività silvo pastorali.

Schema Geologico - U.G.F. - Unità geomorfologiche fondamentali

Assi sui quali i centri sono posti a quote com- alle esigenze dell’insediamento e del tessuto ture colluviali o canalizzati in alveo come
prese tra i 600 metri s.l.m. di quelli ad ovest, ed i agrario organizzato. L’esigenza di raccogliere alluvio-colluvi. Tutte le litologie descritte,
300 metri di quelli ad est. Le caratteristiche geo- l’acqua piovana nel centro urbano era invece ad eccezione dei sedimenti residuali, hanno
logiche degli insediamenti storici possono rias- risolta con le cisterne, più o meno ampie e con- una genesi marina. Le unità derivate da gene-
sumersi in un modello idrogeomorfologico di nesse ai pluviali degli edifici o agli spazi aperti si continentale, per complessi e ripetuti pro-
unità litologiche: marne e argille alla base delle pavimentati e non. cessi erosivo deposizionali, si rinvengono in
colline, a cui si sovrappongono argille sabbiose Procedendo secondo un transetto da ovest forme connesse ai versanti, nelle depressioni
ed infine,alla sommità, sabbie, arenarie e con- verso est, l’assetto geologico dell’area si ri- lacustri e palustri, nelle valli fluviali, nelle la-
glomerati. Dunque nella parte inferiore e me- assume con: depositi di versante (brecce, gune e paludi costiere, alle foci e come dune
dia dei versanti rocce impermeabili soggette a detriti stratificati, detriti) lungo il margine litorali.
erosione, scorrimento diffuso, formazione di delle unità pertinenti la catena appenninica. Il loro studio permette di ricostruire i con-
calanchi e frane ricorrenti. Nella parte medio Nel primo sub Appennino e nell’adiacente testi geologico ambientali e morfologici del
alta e sommitale rocce, talvolta cementate, più settore collinare le unità sono costituite da Quaternario antico ma anche il paesaggio e le
stabili, permeabili che ospitano la falda che alternanze di arenarie, silt, marne ed argille. sue relazioni con i cambiamenti climatici av-
alimenta sorgenti le cui portate sono connes- Il loro degrado produce sedimenti clastici da venuti in età storica (es. piccola età glaciale).
se al regime delle piogge. Le sorgenti naturali grossolani ad argillosi disposti in coperture Analogamente è possibilericostruire i proces-
scaturiscono ai margini delle colline e dunque continue (colluvi) o canalizzati nell’alveo dei si progressivamente determinati dall’impatto
attorno o in periferia ai centri abitati. Già in torrenti (alluvio-colluvi). antropico. Per questo tipo di analisi particolar-
età preromana le principali sorgenti sono state Unità costituite da argille, sabbie argillose, mente utili e significativi sono itipi di suolo:
strutturate attraverso canalizzazioni ipogee e sabbie, arenarie e conglomerati nel settore relitti, sepolti, paleosuoli, suoli "antropici". I
sono poi divenute fonti pubbliche, alcune con collinare fino alla fascia costiera e litoranea. principali gruppi pedologici sono costituiti
“mostre” di pregevole consistenza architettoni- Qui il degrado produce analogamente sedi- dai suoli bruni lisciviati, suoli bruni mediter-
ca. I punti d’acqua più periferici rispondevano menti argillosi e sabbiosi disposti in coper- ranei, vertisuoli elitosuoli.

38 | URBANISTICA INFORMAZIONI
Per l'aspetto del "verde", il paesaggio collinare Questo assetto cambia già in età romana dove
Strategie e infrastrutture
ha visto trasformazioni soprattutto dopo l'ul- si attua un primo approfondimento dell'al-
timo dopoguerra. Le aree che originariamen- veo e l’evoluzione dei meandri che ha deter-
verdi nella Città Tiburtina
te erano indirizzate ad un uso silvopastorale, minato un articolato sistema di ripetute gole- tra Roma e Tivoli
sono state sostituite sempre più dall’espan- ne fluviali. La loro messa a coltura ha segnato Anna Laura Palazzo
sione delle colture viticole e dagli uliveti. An- la scomparsa della vegetazione originaria. I
che le diffuse e differenziate colture erbacce corsi d’acqua hanno continuato a modificare
risultano compresse, mentre la vegetazione i loro alvei rettificandosi ed assumendo una I territori lungo l’asta valliva dell’Aniene tra
potenziale è costituita ormai solo da elemen- disposizione a stretti canali intrecciati. Du- Roma e Tivoli contengono “in sedicesimo” la
ti residui pertinenti il querceto misto e i taxa rante la piccola età glaciale (XV-XVIII secolo complessità di un più ampio sistema metro-
submontani. Tutt'oggi si ampliano le aree circa), i fiumi hanno prodotto una profonda politano. Si tratta di una città lineare vera e
incolte, soprattutto sui versanti con penden- erosione lineare e il mono alveo attuale, spes- propria che, volgendo le spalle al fiume che
ze maggiori, soggetti ad erosione e fenomeni so confinato da argini artificiali, o meglio da pur ne ha determinato l’assetto, rinserra al
gravitati (frane) e che coinvolgono spesso i muri di cemento. Le valli e i loro fiumi sono proprio interno eccellenze produttive - il
centri abitati, soprattutto nelle loro zone di e saranno sempre le forme più dinamiche del Polo della Tiburtina Valley - insieme a qua-
espansione. Verso la costa e nelle valli fluviali paesaggio naturale, ma assai fragili se poste lità naturalistiche insospettate e a detrattori
le unità di paesaggio geologico che compren- in relazione alle trasformazioni determinate ambientali di grande evidenza, esibendo va-
dono il sistema dei terrazzi alluvionali anti- dal paesaggio costruito. rie modalità di diluizione e dissoluzione tra
chi, le zone di transizione alla piana costiera urbano e rurale.
(spiagge e dune), risultano quasi ovunque di- Ulteriori elementi di specificazione riguar-
sgregate e sconvolte dalle infrastrutture. Que- dano la storica interdipendenza tra Roma e
sto processo è ben evidente nella perdita di Tivoli favorita dai diversi impieghi del fiume
assetto naturale delle foci e si è esteso, con la e lungo il fiume: captazione per i fabbiso-
forzatura di realizzare approdi per la naviga- gni idrici ed energetici della Capitale, atti-
zione turistica in contesti non idonei, ad aree vità proto-industriali legate alla presenza di
di notevole valore naturalistico. cartiere e ferriere, estrazione di travertino e
Nella fascia costiera dove l'economia della altri materiali di costruzione, importazione
pesca si è intersecata con quella agricola di- dell’olio tiburtino. Numerosi impianti di
segnando paesaggi per l'Abruzzo molto par- archeologia industriale di varia qualità edi-
ticolari, che hanno rispettato la tipica vege- lizia, anche ai margini del centro storico di
tazione ripariale, ecotonale e degli ambienti Tivoli, versano in stato di abbandono.
umidi, si conservano solo isolate e residue te- Una fruizione estesa e disordinata della Cit-
stimonianze di queste realtà. Ancor più rari tà Tiburtina ha offuscato ogni sintassi pree-
e compromessi i boschi planiziali e le pinete Riferimenti bibliografici sistente legata al fiume e alle sue molteplici
costiere attestati nella cartografia e nella to- • Agostini S. (1987) - Acquedotti romani sotterra- utilità. L’urgenza di una inversione di rotta
nei in area meso adriatica: tema in una ricerca
ponomastica storica. archeologica integrata. Atti Conv. “Le cavità ar- incontra una fase particolarmente propizia
Le valli fluviali sono la forma di paesaggio che tificiali: aspetti storico morfologici e loro utiliz- nella agenda programmatica della Regione
più di ogni altra è andata soggetta a rapide tra- zo” – Napoli. Lazio per il settennio 2014-2020, della Cit-
• Agostini S. (1994) - Gli acquedotti ipogei nel ter-
sformazioni. Sui terrazzi alluvionali, le sedi ritorio di Atri, in Atti del II Convegno di Arche- tà Metropolitana di Roma e del Comune di
umane, urbane o industrialiconnesse di fat- ologia Subacquea 1989 - MBCA -STAS Bollettino Tivoli che sta avviando il nuovo piano rego-
di Archeologia subacquea, 2 – Roma.
to come aree metropolitane, lasciano ancora • Agostini S. (1996)- Dall'ambiente naturale al pa-
latore.
pochi spazi vitali alla viticoltura, agli orti, ai esaggio archeologico. DAT (Documenti Archi- Qui la continuità degli spazi aperti, incor-
frutteti ed uliveti. E' qui che si è determinato vio Teramano) IV, Teramo . porata da diversi strumenti di area vasta,
• Agostini S., Coltorti M. (1999) - L'ambiente fisico
il più importante cambiamento ambientale nel mondo Piceno. Catalogo Mostra " I Piceni " può essere concretamente sperimentata
e dove i processi idrogeomorfologici natura- Ed. De Luca, Roma. come Green and Blue Infrastructure in ap-
li determinano oggi le maggiori criticità ed • Agostini S., Rossi M.A. (2001) – L’area vestina, poggio alle attrezzature di livello metro-
caratteristiche del territorio, in Museo Archeo-
esposizioni al rischio. L'impatto antropico che logico G.B. Leopardi – Penne – Guida Archeolo- politano per la costituzione di una rete
ha accompagnato lo sviluppo industriale, con gica. Cogecstre. Penne (PE). strategicamente pianificata e fruibile:
la massiccia estrazione in alveo (cave), i cam- • Agostini S. (2010) – Le pietre da costruzione spazi variamente nominati e tematizzati
e decorative dell’Abruzzo e del Molise, in Atti
biamenti nell’uso del suolo, l'immissione di del Convegno di Studio Chieti-San Salvo 16-18 per politiche indirizzate alla biodiversità,
residui in alveo o in falda, è stato un processo Maggio 2008, a cura di M.C. Somma. Centro Ita- alla salvaguardia dei valori naturali e pae-
liano di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto 2010.
mai o mal governato. saggistici, alla difesa del suolo e messa in
pp. 265-278.
Le valli fluviali e le pianure fluviali 5.000 anni • Agostini S. (2015) – Geologia e Archeologia del sicurezza del territorio, alla rigenerazione
fa erano ampie, alberate ed i fiumi presentava- paesaggio della diocesi di Penne nel medioevo. delle risorse ambientali e al miglioramen-
In Penne Vol. III e IV. Herma Editore Roma.
no un andamento sinuoso ad ampi meandri. to delle loro prestazioni1.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 39
Da tali constatazioni e dalle “ragioni del ti, all’obbligo di destinare a “focus ecologico” dovrebbe fare perno sui grandi segni della
presente” occorre partire per la costruzione il 5% delle superfici aziendali: superfici la- natura e della storia, per attivare interventi
di obiettivi di qualità paesaggistica e di re- sciate a riposo, terrazzamenti e altri elemen- di recupero diffuso con particolare atten-
gole di trasformazione dei contesti insedia- ti caratteristici del paesaggio, fasce tampo- zione agli aspetti gestionali del processo.
tivi e dei paesaggi, fondamentali risorse del- ne, aree a colture permanenti, ecc. Nelle L’Aniene, la via Tiburtina e la viabilità su
la continuità ecologica e della biodiversità, applicazioni più virtuose, il Greening è parte ferro tra Roma e Tivoli forniscono all’intero
contesi tra regimi di pianificazione sempre di una strategia di territorializzazione, di un sistema una spina dorsale in grado di distri-
più articolati e complessi: il Piano Paesaggi- disegno della Green Infrastructure in cui vie- buire percorrenze minori che si inoltrano
stico (Ptpr), il Piano Territoriale Provinciale ne a costituire una struttura di paesaggio, nei tessuti insediativi, non assistiti da una
(Ptpg), il Piano di Bacino Pdb), il Piano di una morfologia e una connessione materia- progettualità pubblica e tuttavia non meno
gestione della Riserva dell’Aniene, limitata le. Ciò suggerisce la concreta opportunità bisognosi di interventi di riqualificazione
peraltro al territorio compreso all’interno di incrociare la programmazione della rete urbana e ambientale. La promozione pub-
del GRA. ecologica riportata nel Ptpg con un’applica- blica potrebbe riguardare in tali contesti un
La rete ecologica figura in un elaborato del zione su base volontaria di un Greening “in abaco di soluzioni possibili e compatibili
Ptpg in scala 1:50.000, le cui componenti sedicesimo”, adattato alla realtà produttiva per sostenere l’iniziativa privata, in associa-
principali sono gli Habitat prioritari di in- frammentata dell’Agro Tiburtino, cui sia de- zione a forme di incentivo.
teresse comunitario, considerati a tutti gli dicata una apposita linea di finanziamento, Se assumiamo per la Città lineare dell’A-
effetti previsioni strutturali del piano come ad esempio nell’ambito del Piano di svilup- niene una metrica retta dalle ragioni del
invarianti ambientali a tempo indetermi- po rurale. paesaggio, dai rispettivi obiettivi di qualità
nato; il Ptpr rileva diversi paesaggi agrari, Negli ambiti di interfaccia urbano-rurale, che si confrontino con traguardi condivisi
o più propriamente dei lacerti di paesaggio, esperienze legate all’agricoltura sociale, alla di sostenibilità e resilienza e da misure di
in differente stato di salute e conservazio- cessione di orti urbani in comodato d’uso, o pianificazione, salvaguardia e gestione che
ne; il Piano della Riserva, nel rimarcare la ancora fattorie didattiche e iniziative di re- lavorino simultaneamente sui diversi regi-
prevalenza delle attività fruitive sui temi cupero anche temporaneo di spazi verdi ab- stri regolamentari della strumentazione vi-
della tutela, riconosce una vasta gamma di bandonati, chiamano direttamente in causa gente, risulta fondamentale una “tabella di
beni culturali e ambientali, tra cui “lo spa- le possibili componenti di “completamen- conversione” che metta ordine nella attuale
zio ibrido e frammentato della pianura allu- to” della rete ecologica. Il caso tiburtino stratificazione normativa.
vionale”, e le reti verdi e le “percorrenze che potrebbe rappresentare un ambito di speri- Alle diverse scale dell’indagine, la sosteni-
danno struttura”. Il Pdb sottolinea gli spazi mentazione di grande interesse anche per la bilità porta in conto provvedimenti relativi
di pertinenza del fiume e il suo paleo-alveo riconversione dei tessuti produttivi esisten- ai caratteri visibili e sensibili del territorio
come elementi di particolare fragilità. ti in aree ecologicamente attrezzate (APEA), che trattano anche il tema della buona for-
La stessa programmazione europea fornisce da considerare congiuntamente alle misure ma, della conformance, tanto per le coerenze
strumenti idonei, come le misure di Gree- per la messa in sicurezza dal rischio idrau- tra specie di spazi aperti differenti che per
ning introdotte dalla nuova Politica agricola lico, con la finalità di un incremento com- soluzioni applicabili capillarmente dal bas-
comune per il settennio 2014-2020 che po- plessivo delle prestazioni urbane, paesaggi- so, anche su iniziativa privata. La resilienza
trebbero rappresentare un formidabile ag- stiche ed ambientali. pone in gioco un concetto di performance, di
gancio per un impiego mirato, e quindi pro- Come valutare le interazioni, coerenze e prestazione legata tanto all’equilibrio ome-
gettuale, di risorse aggiuntive. Il Greening, interferenze tra opzioni espresse dagli stru- ostatico del sistema insediativo che alla sua
concepito per unità produttive di dimensio- menti di pianificazione vigenti? E’ possibile capacità di riprodurre le diverse risorse pa-
ni rilevanti (oltre i 10 ettari), è lo strumento immaginare un riallineamento sulla di- esaggistiche, ambientali ed agro-alimentari.
con cui la PAC persegue l’obiettivo di remu- mensione del “paesaggio” tra destinazioni e Il momento attuale è particolarmente deli-
nerare economicamente gli agricoltori per regolamentazioni degli usi del suolo incor- cato, chiamando in causa nella Città Metro-
la produzione di beni pubblici ambientali, porando la più ampia gamma di spazi aperti politana e nei suoi sotto-ambiti una gover-
in linea con la strategia Europa 2020: riten- e utilità ambientali? nance di processo che faccia fronte al grave
zione del carbonio nel suolo, mantenimen- Questa reductio ad unum, non immune da deficit pregresso. In questo campo di speri-
to degli habitat erbosi presenti nel pascolo rischi di labilità interpretativa, equivale ad mentazione, ogni livello di governo è chia-
permanente, protezione delle acque e degli affermare che le politiche per il paesaggio mato a cooperare per gli aspetti che più da
habitat attraverso aree di interesse ecologi- sono inscindibili da quelle di promozione vicino intercettano il suo spazio di azione.
co, miglioramento della resilienza dei suoli territoriale che spettano ai poteri locali, ri- In tal modo, le opportunità offerte dalle
e degli ecosistemi con la diversificazione chiamando “le percezioni e le aspirazioni varie modalità e gradazioni della valorizza-
delle colture. delle collettività per quanto riguarda le ca- zione ambientale fornirebbero l’impalcatu-
L’accesso degli agricoltori al cosiddetto “pa- ratteristiche paesaggistiche del loro conte- ra concettuale alla implementazione della
gamento unico” è subordinato, oltre che sto di vita” (Convenzione europea del Pae- connettività ecologica, affidata a tradizio-
alla diversificazione delle colture a semina- saggio, art. 1). nali modalità discendenti per le sue compo-
tivo e al mantenimento dei prati permanen- In termini di opzioni strategiche, la vision nenti principali già assistite da dispositivi

40 | URBANISTICA INFORMAZIONI
di qualche efficacia (Riserva dell’Aniene, renza di tali spazi rispetto agli usi costruttivi
Territorio antropizzato e
Riserva del Monte Catillo, ecc.), anche dal propri delle regolamentazioni urbane. Va ri-
basso, con modalità ascendenti affidate a campagna urbana conosciuto, invece, il ruolo dello spazio agri-
iniziative locali dei Municipi della Capitale Claudia de Biase, Salvatore Losco colo quale parte integrante del territorio, in
e dei Comuni di Tivoli e Guidonia. quanto bene pubblico da inquadrare tra gli
Sotto questo profilo, l’istituto del Contratto Territorio antropizzato obiettivi del superiore interesse collettivo per-
di Fiume, dispositivo di programmazione Per molti secoli l’insediamento ha assunto la seguito dalla pianificazione fisica del territo-
partecipata che agisce mediante accordi vo- forma della città, artificio nettamente distin- rio, anche nella sua contemporanea versione
lontari tra pubbliche amministrazioni, sta- to dalla campagna. Le mura hanno scandito dell’eco-planning. L’urbanistica contempora-
keholder e cittadinanza attiva, potrebbe costi- i termini della vita urbana della città storica. nea deve guardare all’agricoltura moderna
tuire lo strumento più indicato per integrare Dopo la rivoluzione industriale si è assistito come a una realtà con cui stabilire nuove re-
le tematiche propriamente ambientali con ad un radicale cambiamento dell’aspetto ur- lazioni strategiche, secondo un approccio non
questioni legate alla valorizzazione dei siste- bano con l’estensione delle città in territori deterministico per l’evoluzione dell’ambiente
mi di permanenze storiche e dei paesaggi2. più ampi attraverso l’assorbimento di aree urbano. Se conservare e qualificare l’agricol-
rurali e di centri urbani minori: si è origina- tura urbana e periurbana è uno degli obiettivi
to così il territorio antropizzato. Così, se nel principali della strategia per il territorio verso
processo evolutivo dell’assetto urbano la dif- la rural-city, preservare e migliorare gli spazi
ferenza sostanziale tra il fuori e il dentro le rurali è anche l’unico modo per tentare di re-
mura era rinvenibile nella densità insediativa, stituire una forma alle nostre città, evitando
oggi essa non costituisce più elemento discri- che il processo di conurbazione prosegua in
minante, soprattutto per quelle aree adiacenti maniera indiscriminata, saldando definitiva-
alle vecchie città che hanno assunto caratteri mente le città in un unico indistinto continu-
funzionali tipici di un’area centrale. Conse- um metropolitano.
guentemente, periferia è un termine dal pun- L’esistenza sul territorio di determinati beni
to di vista urbanistico in gran parte superato pubblici (risorse idriche, suolo, paesaggio, am-
perché allude ad un tipo di assetto del territo- biente naturale) impone la cura d’interessi dif-
rio riferibile alla forma esemplare o paradig- ferenziati ed una regolamentazione speciale
matica della città. Gli studi urbani in questo parallela alla disciplina degli usi del territorio.
campo registrano ritardi e, soprattutto, limiti. Tuttavia, nella disciplina urbanistica è consta-
Gran parte dei modelli destinati a spiegare le tazione comune che il Piano Urbanistico Co-
relazioni periferiche nella crescita urbana o la munale non contempli tra i suoi oggetti una
formazione dei nuovi assetti territoriali han- particolare riconoscibilità delle aree agricole,
no scarsa aderenza con le situazioni fisiche se non per intenderle come porzioni di terri-
reali. La "campagna urbanizzata" è caratteriz- torio in attesa di trasformazione. Non essen-
zata da un tessuto edilizio contraddistinto da dovi uno statuto giuridico delle zone agricole
una densità medio-bassa che decresce ulte- o degli spazi rurali, la pianificazione tratta lo
riormente verso i margini, dove il territorio spazio rurale come aree puramente residuali.
rurale è fortemente compenetrato nella città, Né, d’altronde, ha avuto successo una politica
così da rendere difficile la distinzione degli urbanistica destinata ad imporre, attraverso la
spazi e degli elementi urbani da quelli rura- disciplina del territorio, una funzionalizzazio-
li. Ai bordi dell’edificato l’agricoltura è stata ne attiva della proprietà rurale, mediante l’ap-
continuamente e massicciamente penalizza- posizione di vincoli di destinazione agricola
1. “Green Infrastructure is seen as a strategically ta, sia per il consumo diretto delle aree desti- ad un territorio di pregio colturale, in quan-
planned and delivered network comprising nate alle coltivazioni sia per la formazione di to l’oggetto della pianificazione urbanistica
the broadest range of high quality green
spaces and other environmental features”. aree di attesa. La campagna urbana implica la sono i beni e non le attività.
Cfr. EU Commission, Communication from the necessità di ripensare le relazioni fra la città e Se si abbandona la prospettiva urbanistica
Commission to the European Parliament, the Council, la campagna, fra la cultura urbana e mondo nella quale si collocano le aree agricole, si
the European economic and social Committee and agricolo. Il territorio rurale non va riguardato aprono scenari nuovi per la conservazione
the Committee of the Regions, Green Infrastructure.
Enhancing Europe’s Natural Capital, May 2013.
come un vuoto da antropizzare, ma come un dei suoli agricoli. La stessa UE ritiene il con-
2. La Regione Lazio ha aderito alla Carta sistema coniugato alla città in quanto sede di sumo di suolo, causato dall’espansione urba-
Nazionale dei Contratti di Fiume, che processi essenziali di produzione primaria, na, la principale minaccia alla conservazione
reca indirizzi per il contenimento del luogo di salvaguardia della biodiversità, dei delle risorse ambientali. E’ ormai prevalente
degrado e la riqualificazione lungo le aste
cicli ambientali e dei paesaggi. L’urbanistica il punto di vista secondo il quale lo spazio ru-
fluviali, e l’amministrazione capitolina ha
istituito un Osservatorio per il Contratto non ha mai riservato grande attenzione agli rale rappresenta nel suo complesso un bene
territoriale dei Fiumi di Roma Capitale. spazi aperti, anche per l’apparente indiffe- comune al di là degli assetti proprietari e delle

URBANISTICA INFORMAZIONI | 41
forme di conduzione. L’attenzione deve essere
rivolta alla multifunzionalità del territorio ru-
rale, alla sua capacità di produrre un flusso di
beni e servizi utili alla collettività, legati non
solo alla produzione primaria, ma anche e so-
prattutto al riciclo e alla ricostituzione delle
risorse di base (aria, acqua, suolo), al mante-
nimento degli ecosistemi e della biodiversità
del paesaggio. Quella della tutela differenziata
è una delle soluzioni per ridurre il consumo
del suolo agricolo e per sganciare il territorio
rurale dalla compromissione con la disciplina
urbanistica, che non offre un regime stabile
a tutela dei valori agricoli, ma procede per lo
più attraverso una valutazione di opportunità
e di presa d’atto del prevalente valore dell’eco-
che la sola ipotesi futura di edificarli venga
considerata un’eresia? La posta in gioco non
è soltanto l’alimentazione dei cittadini, come
nei PVS, bensì la qualità della vita urbana in
città meno dense e meno compatte di quelle
prodotte dai consueti processi di urbanizza-
zione. Senza dubbio le forme agricole tradi-
zionali non sono le uniche possibili. Così, per
pianificare e progettare queste campagne ibri-
de, prodotte da agricoltori che amano la città e
hanno bisogno dei cittadini, è necessario con-
cepire nuovi progetti di territorio: spazi-parco
abitati da cittadini ai quali offriranno prodotti
di qualità. Spazi in cui l’agricoltore-imprendi-
tore capitalizzerà il suo sapere e i suoi introiti
su suoli il cui destino non sarà quello di esse-
sita presa di coscienza della limitatezza delle
risorse è in grado di aprire una nuova stagio-
ne progettuale, legata alla ricerca di modelli
di sviluppo reversibili, di equilibri provviso-
ri più che di soluzioni definitive, di sistemi
produttivi alternativi, alimentati da energie
genetiche deboli, stagionali, eco-compatibili,
adattandosi a nuove esigenze.
La città contemporanea si è completamente
disassata rispetto alle funzioni su cui è stata
progettata e si è spontaneamente fluidificata
adattandosi a nuove esigenze. Cambiano così i
fondamenti del progetto contemporaneo. Nel
dibattito sull’eco-planning uno dei temi centra-
li è la questione del territorio extraurbano ed,
in particolare, la ridefinizione delle relazio-
4
nomia agricola rispetto alla capacità di offerta re costruito ma quello di essere trasmesso ad ni tra i sistemi ambientali e i sistemi urbani.
di quelle aree ai fini della loro trasformazione altri agricoltori. Accanto a un’urbanistica e Molte esperienze di pianificazione hanno as-
edificatoria. un’architettura che ritornano alla natura, l’a- segnato questo ruolo al Parco agricolo urbano
gricoltura, interpretata in termini sostenibili, in quanto potenzialmente rispondente alle
Campagna urbana riveste sicuramente un ruolo centrale nella nuova domanda di territorio, individuando
L’umanità è sempre più urbana: sono previ- tutela del territorio, costituendo un’attività anche gli obiettivi da perseguire:
sti cinque miliardi e mezzo di cittadini per il produttiva eco-compatibile, fondata su regole • evitare la saldatura tra i diversi quartieri
2025; in tutto il mondo, una persona su due biologiche e naturali. Un’agricoltura concepi- e comuni per non configurare una conur-
oggi abita in città. Ma, in Europa, dove i ter- ta per restituire identità ai luoghi, per tutelare bazione continua che sconvolgerebbe il
ritori rurali non si svuotano quasi più ed i la bellezza dei paesaggi agrari, per salvaguar- tessuto socio-culturale e le caratteristiche
cittadini ritornano a viverci nonostante il dare le risorse naturali; un’agricoltura che si paesistico-ambientali del territorio;
pendolarismo che ne consegue, la città e la serve di tecnologie appropriate per riacquista- • mantenere e migliorare il ruolo di pol-
campagna possono continuare a contrappor- re il ruolo di motore dello sviluppo sostenibi- mone verde dell’area agricola al fine di
si? La campagna urbana non è semplicemente le del territorio. riossigenare l’area dei centri abitati circo-
un luogo ai confini tra città e mondo rurale. Nella strategia per la ricostruzione di un rap- stanti da anni sottoposti a livelli critici di
Essa implica anche il ripensamento delle re- porto di continuità tra città e campagna le inquinamento;
lazioni fra la città e la campagna, fra cultura aree periurbane, se recuperate ed utilizzate • migliorare la qualità della vita dei centri
urbana e mondo agricolo. per una funzione produttiva agricola eco- abitati circostanti rendendo maggior-
Se l’urbanistica tradizionale si è concentra- compatibile, possono svolgere un ruolo atti- mente fruibile l’area agricola ai cittadini
ta sulla costruzione della città, si è da tempo vo di riequilibrio ambientale. La riconquista come meta di escursioni e luogo dove
consolidata la convinzione che anche il pae- dell’urbano nasce dal riutilizzo di queste aree svolgere attività culturali, sportive e di
saggio agrario necessiti di una pianificazione. ma anche di tutti quegli spazi residuali, mar- svago;
La città si è quasi sempre estesa a spese degli ginali o interstiziali all’interno della città, • facilitare e incoraggiare gli spostamenti
spazi agricoli; ma questa tendenza non è gene- come gli spazi abbandonati o in attesa di una in bicicletta e a piedi tra i diversi centri
rale: numerosi insediamenti in tutto il mondo destinazione, veri e propri vuoti urbani, lungo abitati tramite la realizzazione di una rete
conservano gli spazi agricoli, ne realizzano di le autostrade o i binari di una linea ferroviaria, di percorsi ciclo-pedonali;
nuovi o li reinventano. Fra i tessuti suburbani, tra due edifici come all’interno di un insedia- • mantenere e migliorare le funzioni dell’a-
sui tetti dei palazzi, ai margini degli aeroporti mento urbano. Non è un caso che il fenome- rea agricola come corridoio ecologico, a
o lungo le autostrade, si coltivano cereali, frut- no degli orti urbani stia nascendo, in forma valenza paesistico-ambientale, di pene-
ta, viti o verdure; si allevano cavalli, galline o spontanea, proprio in queste aree in stato di trazione della rete ecologica provinciale
pesci. L’agricoltura non solo persiste ma si abbandono. verso la città;
rinnova per soddisfare i bisogni dei cittadini, Una cultura del piano e del progetto, dunque, • contribuire a regolare l’equilibrio idroge-
che essa nutre producendo al tempo stesso che rinnova i suoi modelli di riferimento af- ologico compromesso da generalizzate
degli spazi di qualità generalmente molto ap- frontando la sfida e stabilendo nuove relazio- condizioni di impermeabilizzazione dei
prezzati da chi vi abita vicino. Come conser- ni con una cultura come quella agricola, che suoli nelle aree urbane.
vare questi spazi di natura destinati a essere non è una cultura costruttiva in termini tradi-
edificati? Come organizzare quartieri urbani i zionali, ma produttiva in termini enzimatici, * All’interno del presente contributo, frutto di elaborazione
comune degli autori, sono individuabili apporti personali
cui abitanti si approprino degli spazi agricoli che segue logiche bio-compatibili e usa tecno- secondo quanto di seguito specificato: Territorio antropizzato
come se fossero dei giardini pubblici in modo logie di supporto altamente evolute. L’acqui- (Claudia de Biase), Campagna urbana (Salvatore Losco).

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