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PROGETTO PERSONAGGI PONTE

Laboratorio multiculturale espressivo-artistico in bilingue (arbërisht – italiano)

Monakiqi (Monacièllo/folletto/gnomo) – e/o Giufà e le sue avventure…

FIGURA PONTE: Giufà/jugale/Nasredin (tradizione popolare albanese, arbëresh,


meridionale e siciliana)

Finalità ed Obiettivo: Con questo Progetto, attraverso il racconto della storia di


un personaggio fiabesco, narrato dalla nonna, apparentemente dispettoso e
sciocco, ma molto furbo, come Giufà, si vuole valorizzare e far conoscere agli
alunni la saggezza di una cultura popolare tramandata, come quella
appartenente alla loro peculiare tradizione culturale
arbëresh/calabrese/meridionale/siciliana…, ma nel contempo anche la sua
creatività e fantasia, caratteristica anche dei bambini, con una piacevole attività
ludico-educativa e con una morale finale, che li veda protagonisti facendogli
accrescere l’autostima, acquisire maggiori competenze didattiche, gli sviluppi e
gli veicoli facoltà cognitive e metacognitive che li aiutino a potenziare le capacità
intellettive, ad avere maggiori interessi, a maturare ed a formarsi meglio. Questo
personaggio farà da ponte ai nostri bambini e favorirà lo scambio culturale tra le
loro diverse nazionalità.

Attività: Attraverso la raffigurazione (attività grafiche), lo sviluppo e la


rappresentazione dei racconti inventati e messi per iscritto dagli alunni sul
personaggio di Giufà (drammatizzazione) si possono far emergere e far
conoscere toponimi, costumi tipici, oggetti, suoni, sapori, altri personaggi, modi
di dire (anche in arbëresh), ecc… del proprio territorio e della propria cultura
locale. Oltre alla drammatizzazione di alcuni racconti si procederà alla stesura di
un libretto di fiabe , intorno al personaggio ponte, create dagli stessi alunni del
plesso “Cacciugliera”.
Contenuti: Si tratterà della figura di Giufà, il personaggio comico più popolare
del folklore arabo. La sua caratteristica è la doppiezza: a volte è ricco a volte è
povero, a volte è furbo e a volte è sciocco, a volte onesto a volte disonesto. E'
Johà magrebino ed egiziano; è Giochà nelle storie ebree, è Giufà in Sicilia, ma
vive anche in fiabe spagnole, siriane , irachene, albanesi e rumene.

Insegnanti coinvolti:

Marisa Braile, Baffa Maria Luisa, Floriana Failla e Bellusci Costantino.


Da Giufà una perla di saggezza:

La leggerezza di un sorriso sa alleviare le fatiche della vita ovvero:

“Beati i fessi, perchè le fessure lasciano passare la luce”.

Giufà e i mammiferi

Come ogni Mattina Giufà si alza, si lava, si veste , fa colazione e va a scuola . Oggi c’è
la lezione di scienze e Giufá è felice perché è la materia che preferisce. La maestra annuncia
ai bambini che parlerà loro dei mammiferi . In classe sono tutti seduti ai loro banchi e pronti
per ascoltare la lezione.
Maestra: buongiorno, siete pronti per cominciare?
Alunni: si maestra!
Maestra : oggi parleremo dei mammiferi, lo sapete cosa sono? Qualcuno di voi li ha mai
sentiti nominare?
Giufà: io, io, io, signora maestra!
Maestra :bravo Giufà ! Dimmi , cosa sono i mammiferi?
Giufà: i mammiferi sono quelli che prende la mamma per dormire!
Tutta la classe scoppia a ridere
Maestra: ma che dici !
Giufà: perché che ho detto? La mamma prende sempre i mammiferi prima di andare a
dormire!
Maestra: ma no Giufà, la mamma per dormire prende i sonniferi, i mammiferi sono animali.

Giufà e il serpente che fa la multa

Giufà abita in una piccola casa alla periferia della città, in un piccolo villaggio circondato da
campi di grano. In Estate era solito uscire il pomeriggio nel piccolo giardino che circonda la
casa a giocare a palla…Quel giorno faceva molto caldo, la mamma lo avvisò di restare nella
veranda davanti la porta di casa così che lei potesse vederlo, ma lui cominciò a far
rimbalzare la palla e a correre ovunque, ad un tratto si sentì un grido: mamma, mamma c’è
un serpente qui dietro! -disse Giufà

La mamma allarmata si precipita fuori e gli dice di rientrare di corsa a casa, ma Giufà
ricomincia a gridare e dice: mamma stai tranquilla non è un serpente vero! È solo un
serpente che ha fatto la multa!
La mamma si rilassa e scoppia a ridere.

Giufà e le foglioline di menta

La mamma di Giufà sta cucinando le melanzane e le zucchine alla griglia, mentre Giufà e il
suo amico Iugale stanno giocando in veranda. La mamma ad un certo punto li chiama per
chiedergli un favore: “caro puoi andare nell’orto del nostro vicino Alfredo a prendere due
foglioline di menta?”

Giufà risponde di sì e va con il suo amico nell’orto di Alfredo…

Tornato a casa consegna alla mamma esattamente due piccole foglie di menta. La mamma lo
guarda perplessa, non sa se ridere o piangere e gli chiede dove ha messo l’altra menta, ma lui
risponde: mamma tu hai detto che volevi due foglioline di menta e io due te ne ho portate!

Giufà e la gita scolastica

Giufà frequenta ormai la quinta elementare, è grande, ed è andato in gita a Tindari con la
scuola, hanno visto le saline e la madonna nera di Tindari dal bellissimo santuario che
domina tutto dall’alto. La mamma lo chiama più volte nell’arco della giornata per sapere
come procede la gita e quando rientreranno a casa. La sera quando la gita è finita e i ragazzi
stanno tornando verso casa, la mamma di Giufà gli telefona per sapere dove sono arrivati, in
modo da regolarsi sull’ora di arrivo. Chiede a Giufà: “ciao tesoro dove siete?”

Giufà risponde: “sul Pulmann! “

La mamma ridendo gli spiega che questo lo sapeva già, ma adesso voleva sapere quale paese
avevano passato per capire a che ora sarebbero arrivati.

GIUFA’ e le scarpe

Un giorno la maestra fece una ramanzina ai suoi alunni dicendogli di stare buoni, seduti ai
loro posti e senza alzarsi per alcun motivo. Gli disse che dovevano stare zitti e con due piedi
in una scarpa. Poi si girò per scrivere un esercizio alla lavagna e quando finì guardò il banco
di Giufà, che si era tolto una scarpa e cercava di infilare il piede nudo dentro l'altra scarpa
insieme al piede che era già al posto suo nella calzatura. La maestra gli chiese cosa stesse
cercando di fare e lui candidamente rispose:” maestra lo hai detto tu che dobbiamo stare con
due piedi in una scarpa! Io ci sto provando, ma le mie scarpe sono troppo strette per infilarci
tutti e due i piedi!”
Tutti gli altri compagni scoppiarono a ridere e la maestra gli spiegó che stare con due piedi in
una scarpa è solo un modo di dire, che serve a far capire che ti devi muovere poco e piano
piano o meglio ancora per niente, perché se tenessimo due piedi nella stessa calzatura e
cercassimo di muoverci sarebbe un’impresa impossibile e pericolosa.

Giufà al banchetto di nozze

Giufà insieme alla sua famiglia fu invitato ad un banchetto nuziale. Per motivi di lavoro la
sua famiglia il giorno del matrimonio non poteva partecipare al pranzo, ma dato che gli sposi
erano persone importanti del paese i genitori decisero di mandare Giufà come rappresentante
della famiglia. La mamma gli comprò un vestito elegante e gli disse: “Giufà, mi
raccomando! Questa è gente importante e devi comportarti bene, loro ci tengono che ai
pranzi si mangi tutto. È buona educazione finire tutto ciò che ti mettono nel piatto!”

Giufà andò al matrimonio e al pranzo mangiò tutto, compresa l’acqua che servirono alla fine
del pranzo per sciacquare le mani! Quando tornò a casa e la mamma gli chiese cosa avesse
mangiato, lui le raccontò tutto e alla fine le disse che stava per scoppiare, tanto era pieno, ma
per non fare cattiva figura aveva bevuto perfino la ciotola d’acqua che avevano portato dopo
il dolce! Pur non capendo a che servisse bere una intera ciotola d’acqua! I genitori
scoppiarono a ridere e gli spiegarono che quella serviva solo a lavarsi le mani dopo aver
mangiato.

Giufà e l’olio di gomito

Un giorno mentre la mamma stava pulendo il pavimento di casa, Giufà le si avvicinò e le


chiese se poteva aiutarla. La mamma gli consegnò una spugnetta e gli disse di strofinare
forte. Giufà cominciò a pulire, ma si accorse di non riuscire a farlo venire lucido come quello
che puliva la mamma. Le chiese perché il pavimento pulito da lei era più lucido del suo, la
mamma gli disse che occorreva pazienza e olio di gomito. Allora Giufà , tutto convinto,
chiese alla mamma dove poteva trovare l’olio di gomito. La mamma ridendo gli spiegò che
l’olio di gomito non si compra ma significa strofinare bene e far lavorare le braccia.

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