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88 - Luglio 2022
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I
duemilaventidue
16 78 90
66 84 106
in copertina
> Il 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino si è
svolto a Roma il 4 luglio 2022. In questa edizione, barbatelle
di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico e relativi vini sono stati
consegnati ufficialmente all’Agenzia Spaziale Italiana per
essere spediti e sperimentati a bordo della stazione spaziale
internazionale. Il Vino nello Spazio: da pagina 6.
IN PRIMAVERA BIBENDA
HA COMPIUTO
30 a n n i !
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Era proprio l’Equinozio di Primavera quando “facemmo” apparizione tra gli altri eleganti libri editi da BIBENDA, per
BIBENDA Editore. rendere più seducenti la cultura e l’immagine del Vino!
Eravamo proprio come quattro amici al bar, c’era venuta l’idea Questa dei trent’anni è una festa di tutti, perché proprio tutti
di fare un’Agenda del Vino: come chiamarla? Uscirono fuori un hanno voluto la sua crescita, la sua presenza in un mondo che
po’ di nomi ma vinse BIBENDA! stava cambiando nettamente la bottiglia da mero contenitore e
Fu così che l’Agenda che descriveva la geografia del vino d’Italia ne faceva studio, cultura, riflessione della sua diversità.
e del mondo fu un successo inaspettato. Segnava l’anno 1992. Questa dei trent’anni è la festa di tutti coloro che l’hanno fatta
La portammo dapprima alla festa delle Enoteche Romane, si crescere con educazione, una “figlia” per bene: Paola che ne divenne
chiamava L’Arte dei Vinattieri, un evento molto noto in quegli il Capo Redattore illuminato che la portò subito ad un successo
anni e nel Vinitaly di quell’anno fece il suo primo viaggio fuori insperato e Luisa una grafica speciale che la vestiva da alta moda,
porta. Fatto sta che poi divenne la Guida dei Vini e poi la Stefano il fotografo impegnato, Michela la signora delle idee.
Rivista sul vino più bella e attraente del mondo. Sbarcò negli Poi tutti i redattori storici: Stefano Milioni, Daniele Maestri,
Stati Uniti, grazie a Stefano Milioni, uno degli ideatori. E poi Giovanni Ascione, Claudio Maffei, Paolo Lauciani, Claudia
BIBENDA divenne l’Editore di molti libri, quaderni e volumetti Sabina, Francesco Del Canuto, Daniela Scrobogna. E infine
che riempirono di Cultura il mondo Vino. oggi Fabiana che con il suo stile rende ogni giorno BIBENDA
Oggi il Marchio BIBENDA è conosciuto in tutto il Mondo, sempre giovane e sempre la bella signora di tanti anni fa!
dalla Cina agli Stati Uniti, dal Sudafrica all’Europa e tutti le Perché BIBENDA è diventata anche l’immagine di ogni nostro
rivolgono il rispetto che merita per averla voluta sempre, proprio prodotto, un Corso, un Evento, un Forum, un Oscar, un
sempre, accostata a qualità, deontologia e professionalità! Diploma d’Onore e uno di Vittoria!
Una Signora seria e scherzosa al tempo stesso. Ricordo BIBENDA rimarrà per sempre nel cuore della gente del vino, sarà
un volume, disegnato dalla Scuola Romana compagnia elegante e attraente per tutti coloro che si avvicinano
del Fumetto, elegantemente a noi per ascoltare una Cultura unica e sorprendente. E rimarrà
rilegato che fece la sua nel cuore di tutti per aver scoperto per prima che il lusso non è
il contrario della povertà.
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Bibenda 88 duemilaventidue LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA
Lettera Aperta
ALLA PRESIDENTE
DELLA REGIONE UMBRIA
F r a n c o M . R i c c i
Presidente carissima, ci siamo conosciuti tanti anni fa per il vino e subito ci siamo voluti bene. Tanto.
La magia del tuo Sagrantino di Montefalco mi ha rapito. Quando mi hai detto di parlarne,
per me è stata una gioia insieme a te, donna forte e smaniosa di gridare alla gente che un
vino così difficile da comunicare era per te logica di cultura forte, forte della tua Umbria.
Oggi posso dirti, perché sei di tutti gli umbri, oggi posso dirti che amo certamente Marco
Caprai ma sento la grandezza dell’Umbria nell’amare profondamente Renzo Cotarella,
Luisa Todini e Massimo D’Alema, Filippo Antonelli e Chiara Lungarotti e tanti altri.
Oggi sento e ammiro la tua ecumenicità di un’Umbria che sta nel cuore e nella mente
della gente del mondo: parlo di vino, Donatella, parlo di una cultura immensa nella
quale il destino ti ha dato la fortuna di starne dentro.
Proprio in Umbria, ad Assisi, c’è una piccola ma immensa Enoteca che, a fatica, ma
anche con orgoglio l’abbiamo, l’abbiamo tutti annoverata tra i più grandi Centri di
Cultura del Vino del mondo!
Piano piano, dolcemente, Nila Halun ha inventato BIBENDA ASSISI e lì, da tutto il
mondo, vanno donne e uomini a sentirla parlare di vino in italiano e in altre quattro lingue.
Vanno a sentirla parlare della magia del vino dell’Umbria, dell’Italia e del resto del pianeta vino.
Attraente, la sua parola, perché esprime con orgoglio quell’amplissima arte appresa sui
banchi di scuola di Sommelier e resa ancora più ampia dalla sua voglia matta di crescere.
Cosa che ha fatto in maniera eccellente. Colta, raffinata, fino all’incredibile: la sua
profonda conoscenza del vino l’ha resa unica e nota in tanti Paesi del mondo.
Io, Nila, l’ho conosciuta a Montefalco con il Sagrantino, con te Sindaco e con il tuo orgoglio
di esserlo di una città del Vino che faceva festa con Enologica, ricorrenza di lusso a Montefalco.
Nila “ha fatto” Francesco, un vino umbro che, anziché andare in tipografia a farsi fare il
biglietto da visita, presenta come un pezzo di Assisi che rappresenta il suo lavoro.
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Questo vino, la sua bottiglia e un’etichetta speciale che nasce dai nipotina hanno chiuso a chiave la loro casa. E, con tanta fatica
tipi di BIBENDA riconoscono ad Assisi la sua dimensione di tanta, con una piccola Peugeot, caricati pochi bagagli, hanno
santità, perché il vino, oltre al Sacrificio del Cristo, dona anche lasciato Riverivne a nord di Kiev, mentre in Ucraina cadevano le
pace per millanta volte con i mille vitigni d’Italia. Un’immensa bombe, queste quattro donne dopo aver attraversato l’Ungheria
ricchezza di genere. Di diversità. sono arrivate in Italia. E di lì in Umbria. Piangevano e piangono
Questo vino nella bottega-enoteca di Nila prende corpo e notorietà sempre, ma sono vive, pronte per abbracciare il Santo!
in tutto il mondo - perché Assisi “è” il mondo, Presidente, come ben Una storia sconvolgente, come tante altre, Presidente, ma questa ti
tu sai, la preghiera della gente in questo Paradiso di pace viene per riguarda, ci riguarda perché con tanto amore abbiamo parlato anche
venerare il Santo. Ecco, Assisi, in un angolo di strada ha pure Nila. noi del vino che l’Umbria ci ha dato la grazia di amare.
“BIBENDA per rendere più seducenti la Cultura e l’Immagine E queste quattro donne Ucraine né te, né io, né nessuno può
del vino” è un concetto che Nila ha capito bene, per questo ha lasciarle sole.
fatto più grande Assisi, ha fatto migliore l’Umbria.
Pochi giorni fa Nila, sua mamma di 93 anni, sua figlia e la sua Franco M. Ricci
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Bibenda 88 duemilaventidue IL VINO NELLO SPAZIO
IL VINO
NELLO SPAZIO
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L’avveniristico progetto prodotto dalla Fondazione Italiana Sommelier
in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, per la realizzazione di
un esperimento scientifico avanzato dedicato alla valorizzazione del vino
italiano. Si è svolto a Roma nell’ambito del 15° Forum Internazionale della
Cultura del Vino, nato da un’idea del Presidente Franco M. Ricci, rappresenta
un’iniziativa unica nel suo genere, che mette il vino, la sua cultura e la sua
storia al centro di un progetto.
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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino
Il Vino nello Spazio
Si è svolto a Roma, lunedì 4 luglio 2022, il 15° Forum Internazionale della Cultura
del Vino. Nato da un’idea di Franco M. Ricci, Presidente della Fondazione Italiana
Sommelier, rappresenta un’iniziativa unica nel suo genere, che mette il vino, la sua
cultura e la sua storia al centro di un progetto. In questa edizione il tema del
convegno è stato avveniristico “Il Vino nello Spazio”.
Oggi l'Italia, il più grande Paese al Mondo nella Produzione di Vino, si trova, grazie
a questa sperimentazione, al primo posto per le prospettive esistenziali della vite.
I massimi scienziati italiani che si occupano degli studi spaziali si sono alternati
sul palco per illustrare l’importante progetto, da Giorgio Saccoccia - Presidente
dell’Agenzia Spaziale Italiana - a Massimo Claudio Comparini - A.D. di Alenia Space
Italia, Nicolas Gaume - Space Cargo Unlimited - Walter Cugno - TAS Italia, Franco
Malerba - Primo Astronauta Italiano esperto della crescita di piante e vegetali
nello spazio, Donato Lanati - enologo e scienziato della coltivazione della vite.
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Elisabetta Salvatori
Nel buio della sala, sul palcoscenico illuminato da un solo fascio di luce, Elisabetta
Salvatori, artista scrittrice, ha introdotto l'argomento "spazio" narrando una
fiaba. Una sua favola, creata appositamente per noi e per l'occasione, dal sapore
antico e futurista al tempo stesso. Per noi, nel tempo, ne ha create diverse, tutte
bellissime ed emozionanti, narrate con la mente e con il cuore, l'incanto e la
grazia che sa dare a ogni storia, con la sua voce calda di terra toscana.
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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino
Il Vino nello Spazio
Giorgio Saccoccia
Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana
Le sperimentazioni a bordo della stazione spaziale internazionale e nello spazio.
Il ruolo dell’Italia e degli astronauti italiani nella sperimentazione in orbita e
nelle esplorazioni spaziali del futuro. In analogia con quanto avviene nel mondo
del vino, le attività spaziali sono un patrimonio unico del nostro paese, un’area
di eccellenza che fa distinguere l’Italia, i suoi ricercatori e le sue imprese nel
mondo. Un campo in cui l’Italia sa innovare e guardare avanti ed è in grado di
conquistare nuovi spazi e mercati.
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Massimo Claudio Comparini
A.D. di Thales Alenia Space Italia
Ha illustrato, partendo dal ruolo dell’Italia, sin dall’inizio dell’avventura
spaziale, il percorso dell’esplorazione e dell’utilizzo delle tecnologie spaziali
per conoscere e proteggere il nostro Pianeta rendendolo un luogo sostenibile.
Un percorso con l’Italia protagonista e in prima linea.
Nicolas Gaume
Space Cargo Unlimited
Walter Cugno
TAS Italia
Franco Malerba
primo astronauta italiano e fondatore di Space V start up
Un intervento estremamente interessante, divertenti aneddoti riguardanti
la vita dell’astronauta nello spazio. Ha inoltre illustrato la start up che ha
fondato, dedicata all’osservazione e alla crescita di piante e vegetali nello spazio.
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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino
Il Vino nello Spazio
Donato Lanati
Enologo e scienziato della coltivazione della vite
Capire nello spazio per risolvere i problemi sulla terra.
Il vino accompagna la nostra cultura da 8500 anni e ha saputo adattarsi ai
cambiamenti di gusti e di stili. Oggi la cosa più importante che sta facendo l’uomo
è andare nello spazio, e la vite e il vino non potevano che essere l’uno di fianco
all’altro anche in questa impresa, per studiare e prevedere i cambiamenti che
stanno avvenendo in natura. È un modo per mettere insieme uomini e mezzi per
una ricerca avanzata.
Sergio Vitale
La simbolica cerimonia è stata siglata dall’Inno d’Italia, suonato dalla tromba
di Sergio Vitale. Rinomato artista della tradizione di fiati del Conservatorio di
Salerno, lavora da anni con prestigiose orchestre in ambiti jazz, pop e classico
collaborando con eccellenze musicali quali Bacalov, Morricone e tanti altri e
con artisti internazionali quali Michael Bublè o Tom Jones, come prima tromba
solista di artisti del calibro di Laura Pausini, Lucio Dalla, Katia Ricciarelli,
Renato Zero, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Gigi D’Alessio e Riccardo Cocciante.
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I Vini
Sei bottiglie di vino, di due differenti annate: Brunello di Montalcino Riserva 2006
e 2015 per Biondi-Santi, Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2012 e 2015 per Feudi
di San Gregorio, Barolo Sperss 1988 e 2017 per Gaja. Per ciascuna annata sarà inviata
una bottiglia in orbita sulla Stazione Spaziale. Un’altra bottiglia di ciascuna annata
sarà esaminata dal Gabinetto di Analisi dell’Agenzia Spaziale Italiana prima del viaggio
nello spazio. L’ultima bottiglia sarà custodita presso la Fondazione Italiana Sommelier
per la comparazione dopo il viaggio di ritorno. L’intento è quello di valutare il potere
di invecchiamento dei vini nello spazio e indagare sulle variabili di conservazione delle
annate più recenti rispetto a quelle più mature di ciascun vino, in aperto confronto
con la straordinaria longevità che le contraddistingue sulla Terra.
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15° Forum Internazionale della Cultura del Vino
Il Vino nello Spazio
Biondi-Santi
Il vitigno più coltivato in Italia, il Sangiovese, ha la sua più ampia diffusione
in Toscana. Biondi-Santi, il primo produttore nella storia del Brunello, ha
aderito al progetto con la consegna del Brunello di Montalcino Riserva 2006
e l’ultima uscita sul mercato, l’annata 2015. “Il vino è una storia che evolve nel
tempo, Biondi-Santi ha nel suo DNA la sperimentazione e il ricorso a tecniche
innovative adottate in primis da enologi illuminati come Franco Biondi Santi, che
arrivò all’identificazione del clone BBS11 nel 1978. Oggi Biondi-Santi è entrata
in una nuova era ed è una grande emozione portare una nostra barbatella nello
spazio, con i nostri vini, e pensare che questo possa rappresentare un nuovo passo
per aggiungere informazioni utili al futuro della nostra cantina.” commenta
Giampiero Bertolini, Amministratore Delegato di Biondi-Santi.
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Feudi di San Gregorio
Tra i vitigni autoctoni della tradizione campana è stato selezionato l’Aglianico
che rappresenta con la sua eleganza e la sua struttura il "falso-Sud” dell’Irpinia.
Nel vigneto simbolo della cantina Feudi di San Gregorio, il Piano di Montevergine,
da cui nasce la Riserva di Taurasi, viti centenarie a piede franco si alternano ad
alberi da frutta e ulivi. Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio,
commenta: “Quando ho saputo che il nostro Aglianico avrebbe viaggiato nello
spazio, mi sono davvero emozionato: la Feudi di San Gregorio è nata con l’intento
di portare la bellezza dell’Irpinia e dei suoi vini in terre lontane, ma mai avrei
pensato che sarebbero arrivati così lontano. Vedere l’Aglianico selezionato fra i
grandi vitigni rossi italiani - e il nostro Piano di Montevergine insieme a due vini
straordinari che hanno fatto la storia del nostro Paese - è poi motivo di grande
orgoglio. Oltre all’annata corrente, la 2015 ho scelto un’altra annata iconica: la
2012, la nostra ventesima vendemmia."
Gaja
Tra i vitigni autoctoni a bacca nera, è stato scelto inoltre il Nebbiolo, che nel
cuore delle Langhe, nel comune di Serralunga dà vita al Barolo Sperss di Gaja,
il cui termine dialettale piemontese significa nostalgia: quella di Giovanni Gaja,
padre di Angelo per i ricordi d’infanzia legati a Serralunga. Oggetto della
sperimentazione spaziale saranno l’annata 1988, la prima prodotta da Gaja e la più
recente, quella del 2017. Angelo Gaja racconta: “Il progetto Vino nello Spazio
è un messaggio di civiltà. Già i romani, quando si espandevano in nuovi territori,
diffondevano la coltivazione della vite per produrre vino quale ambasciatore di
pace, gioia e fraternità. Non sappiamo quando sarà possibile raggiungere nuovi
pianeti ospitali, ma dalla vite e dal vino, la bevanda mediterranea più ricca di
storia e di cultura, ne deriva un messaggio d’augurio.”
Il progetto vino è sempre stato il focus all’interno di tutti i Forum Made in Italy più importate del Paese: Vino, Olio e Prodotti della
della Cultura del Vino organizzati ogni anno dalla Fondazione Terra. I tre produttori coinvolti - Giampiero Bertolini, Antonio
Italiana Sommelier, a partire dal 2007. L’idea, da una grande Capaldo e Angelo Gaja - nel ringraziare Franco Maria Ricci per
intuizione del fondatore Franco M. Ricci, da sempre curata dal aver scelto le loro realtà, credono fermamente che questa iniziativa
nostro Centro, il più importante al mondo, nasce inizialmente meriti di essere esaltata per l’innovazione di pensiero nel mondo
con le Giornate della Cultura del Vino, sui temi del Turismo del enologico internazionale. Oggi, con questo progetto avveniristico,
Vino, in seguito sull’introduzione del Vino come materia di studio “Il Vino nello Spazio”, l’Italia, il più grande Paese al Mondo nella
nell’Educazione Scolastica, fino ad ospitare nel 2018 il Presidente Produzione di Vino, si trova, grazie a questa sperimentazione, al
della Repubblica Sergio Mattarella per l'adesione alla Cultura del primo posto per le prospettive esistenziali della vite e del vino.
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Bibenda 88 duemilaventidue CUORE PRIMITIVO
CUORE
PRIMITIVO
Ci siamo ispirati al titolo di un bellissimo romanzo di Andrea De Carlo.
Un gioco di parole per comunicare ai lettori quanto amiamo questa terra,
baciata dalla qualità, dal carattere e dal pregio del suo meraviglioso vino: il
Primitivo di Manduria.
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Bibenda 88 duemilaventidue CUORE PRIMITIVO
UN VINO, MILLE ESPRESSIONI degna di nota. Al naso regala un piacevole sentore di prugna,
Morbido, avvolgente, fine e caldo. Parliamo del Primitivo di ciliegia, mora, piccoli frutti di bosco maturi, uva passa o uvetta
Manduria, l'importante Doc pugliese che rientra nella Top sotto spirito; a seconda della zona in cui è coltivato, si possono
Five dei vini più esportati e amati nel panorama vitivinicolo trovare sentori di macchia mediterranea molto interessanti. In
internazionale. Sono tre le sue varianti: Primitivo di Manduria bocca è ricco, caldo, profondo, con aromi fruttati avvolgenti,
Doc, Primitivo di Manduria Riserva Doc e Primitivo di Manduria buona trama tannica ed equilibrata freschezza, oltre che una
Dolce Naturale Docg. Attualmente è il vino da meditazione per sorprendente persistenza in bocca.
eccellenza per il suo perfetto equilibrio tra le varie componenti:
acidità, estratto secco, alcol, bouquet e colore. Il Primitivo di 3. Primitivo di Manduria Riserva. Forza e opulenza. L’affinamento
Manduria nasce dall’incontro tra l’entroterra ed il mare e porta previsto dal disciplinare - due anni di invecchiamento in cantina,
dentro di sé l'essenza di due mondi: quello del suolo calcareo e di cui minimo 9 in legno - ne aumenta la complessità all’olfatto
argilloso della terra rossa e quello minerale delle acque dello Ionio. e la morbidezza al palato. Vino di grande struttura, intenso e
complesso e dalla notevole persistenza. Maturo, caldo, pacato,
1. Primitivo di Manduria giovane. Il Primitivo di Manduria è dal tannino vellutato ed elegante. Il Primitivo di Manduria
conosciuto come un vino potente e strutturato, dal colore intenso, Riserva ha un luminoso color rubino carico con riflessi granato.
dalle note di frutta molto matura, che ben si presta bene ad essere L’intenso bouquet che sprigiona al naso è caratterizzato, oltre che
affinato per qualche anno. Ma Primitivo di Manduria non vuol dire dall’inconfondibile tono di frutta matura, tipico di questo vitigno,
solo questo: sempre più produttori scelgono di inserire nella propria da aromi terziari molto interessanti, da profumi balsamici e
gamma delle referenze dallo stile più giovane e fresco che si adattino mentolati, da spaziature dolci che vanno dal cioccolato alla vaniglia,
ad ogni occasione di consumo. Questi vini sono caratterizzati da alla cannella, e spesso è presente anche una particolare nota di
note più fresche e vivaci, da piacevoli aromi di fiori freschi appena tabacco. Il vino pare voglia mostrare muscoli e potenza, ma la sua
raccolti, da una struttura meno intensa ma elegante e per questo più esuberanza è ridimensionata subito da espressivi toni morbidi e
approcciabile. Il tannino è solleticante e stupisce la grande freschezza da un frutto maturo e fragrante. È il classico rosso importante che
di questi vini che regala un sorso facile e piacevole. Il Primitivo si riesce ad ottenere solo da vigneti vecchissimi, spesso allevati ad
di Manduria giovane è comunque un vino altero e che stupisce alberello, e ha la capacità di evolversi magnificamente nel tempo.
rimanendo però sempre vicino al consumatore. Ideale per abbinamenti con piatti complessi e ben strutturati della
tradizione culinaria pugliese.
2. L’Anima del Primitivo di Manduria. Queste etichette
rispecchiamo l’autenticità, provengono da vigne vecchie e 4. Il Primitivo di Manduria Dolce Naturale Docg. Il vino
rappresentano l’essenza della denominazione. Una fantastica rosso dolce per eccellenza made in Puglia, il Primitivo di
caratteristica di questo vitigno è l’appassimento naturale in pianta Manduria Dolce Naturale è la prima Docg riconosciuta in Puglia
presente in tutti i vigneti con una percentuale di acini appassiti (2011) e l’unica delle quattro Docg dedicata esclusivamente a
che diventa maggiore nei vigneti vecchi. L’appassimento consiste un vino rosso dolce. Al pari dei suoi ‘fratelli secchi’ Primitivo di
in una concentrazione di tutte le sostanze qualitativamente Manduria doc e Primitivo di Manduria doc riserva, ha avuto un
rilevanti nel vino come polifenoli ed antociani, ma anche grande successo e vanta un posto speciale tra i vini dolci italiani.
di zucchero, motivo per cui il Primitivo di Manduria ha una La denominazione Primitivo di Manduria Dolce Naturale
gradazione alcolica importante, un colore intenso e una struttura DOCG nasce dalla tradizione: storicamente questo vitigno nella
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zona di Manduria veniva esclusivamente allevato ad alberello e le uve che si ottenevano
da questi vigneti erano sempre così tanto mature e appassite da poter dare anche vini
da 18/19, a volte 20, gradi alcolici potenziali. Le fermentazioni erano sempre svolte
in maniera spontanea, con lieviti necessariamente indigeni, i quali non riuscivano
quasi mai a portare a termine la fermentazione e il vino rimaneva quindi naturalmente
dolce. Questo era un bene per i contadini del tempo perché il vino a quell’epoca era un
alimento che doveva dare energia più che una mera bevanda da degustare per piacere.
Al giorno d’oggi ovviamente le tecnologie si sono evolute e molti produttori scelgono
di lavorare con lieviti selezionati, le fermentazioni vengono quindi arrestate per ottenere
lo stesso risultato di un tempo. Quello che colpisce di questo vino è il frutto maturo
esaltato ancora di più dalla dolcezza residua la quale viene spesso bilanciata da una buona
freschezza. Un vero incanto ed un piacere per i sensi, può essere considerato un vino
da meditazione o da fine pasto accompagnato a pasticceria secca ma è ottimo anche da
abbinare a formaggi stagionati che creano il giusto contrasto gusto-olfattivo.
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La degustazione | Cuore Primitivo
Primitivo di Manduria L’Unico Riserva 2016
Agricola Erario Rubino dalle sfumature granato. Ampio bagaglio olfattivo caratte-
Primitivo di Manduria Senza Compromessi 2017 rizzato da sensazioni di bosco, goudron, tabacco, prugna California,
Rubino cupo e impenetrabile, evoca al naso profumi di ciliegia in cacao amaro, cannella, rintocchi torbati e folate minerali. Suadente
confettura, amarena, cacao in polvere, spunti di caffè, goudron e ed elegante al sorso, esprime carattere ed equilibrio. Freschezza viva
vampate salmastre di macchia marina. Sorso pieno e avvolgente do- sostenuta dal docile tannino. Sorso che dura minuti.
tato di progressiva scia sapida e fitti tannini. Lunga persistenza.
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Primitivo di Manduria Dolce Naturale 2020
Rubino intenso e luminoso. Al naso si presenta con delicate perce- Bosco Società Cooperativa Agricola
zioni di prugne e mirtilli in confettura, datteri farciti, frutta secca, Primitivo di Manduria Gladio 2018
liquirizia e folate di viole appassite e spezie. Dolce e caldo al palato, Porpora tendente al granato, al naso evoca profumi di mirtilli in
con tannini morbidi e appagante freschezza. confettura, mela cotogna, pennellate salmastre, foglie secche, tabac-
co bagnato e suggestioni minerali ferruginose. Sorso avvolgente dal
preciso equilibrio e sottile trama tannica. Morbidezza sostenuta dalla
Antico Palmento progressiva scia sapida di stampo minerale. Ottima la rispondenza
Primitivo di Manduria Chiodi di Garofano 2016 gusto-olfattiva.
Rubino luminoso e consistente. Naso articolato, subito amarene e
marasche sotto spirito, vivo nei toni di sottobosco, carcadè, fiori rossi Primitivo di Manduria Nonna 2016
appassiti, spezie dolci, tabacco, radice di liquirizia e cuoio conciato. Rubino cupo dall’orlo granato. Panorama olfattivo colorato da sensa-
Bocca elegante e calda, trama tannica fine, incisivo il supporto della zioni di fichi rossi in confettura, prugna matura, dattero, cioccolato,
freschezza a bilanciare la sostanziosa massa glicerica. Lungo il finale. caffè e sottobosco. Dolcezza gustativa bilanciata dalla presenza sapida
dai rimembri salmastri. Viva l’acidità, setoso il tannino. Persistenza
fruttata e di lunga durata.
Apollonio
Primitivo di Manduria Mani del Sud 2018
Colore acceso, compatto, amaranto. Apre con morbidezze tipiche del- Cant. Coop. Madonna delle Grazie
la varietà: amarena in confettura, gelatina di more e ciliegia matura. Primitivo di Manduria 2020
Seguono note ombrose di resina e muschio, alleggerite in un gioco Violaceo dalle sfumature rubino, evoca al naso profumi di prugna,
di chiaro-scuro da suggestioni di macchia mediterranea e lavanda. In foglie di mirto, alloro, resina, grafite e pennellate minerali ferrose. Fre-
bocca è luminoso, caratterizzato da una tannicità capace di tenere in sco e piacevolmente morbido esprime lunghezza gustativa coerente
equilibrio le imponenti parti caloriche. Finale materico. accompagnata dal presente grip tannico.
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La degustazione | Cuore Primitivo
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Primitivo Dolce Naturale Macchia 2020 Primitivo di Manduria Diodoro 2021
Rubino. Al naso evoca profumi di frutti di rovo e sentori di fichi Rubino. Domina l’olfatto uno splendido tango tra frutta matura e
secchi. Poi note più profonde di spezie e cenni di tabacco. Al palato è balsamicità, toni quasi amari di radici, the nero, un tocco di rosa
avvolgente e discretamente persistente. e un fascio di erbe aromatiche donano profondità. Il sorso è ricco,
potente, aliti mentolati ne esaltano lo sviluppo gustativo in cui non
si nasconde una sapidità ammaliante. Intrigante.
Cantine Pliniana
Primitivo di Manduria Plinius Maior Riserva 2017
Rubino profondo. Sprigiona intensi profumi di resina di pino, sot- Cantine San Marzano
tobosco, cacao in polvere, cioccolato, radice di liquirizia, dattero e Primitivo di Manduria Sessantanni 2017
mineralità ferrosa. Sorso pieno, fresco e avvolgente, coordinato dal Rubino concentrato e consistente. Ampie folate di amarene e pru-
piacevole morso tannico. Sapidità prolungata e persistenza coerente. gna in confettura anticipano sensazioni balsamiche di resina, poi
tabacco biondo, cannella, cioccolato, vaniglia e spezie dolci. All'as-
saggio è possente, fresco e sapido allo stesso tempo, tannini velluta-
Cantine San Giorgio ti e tesi, morbido e caldo. Lunga la persistenza balsamica e fruttata.
Primitivo di Manduria Imperio LXXIV Feudo Croce2019
Rubino con orlo granato. Profumo di amarena, prugna, legno di san- Primitivo di Manduria Dolce Naturale 11 Filari 2019
dalo, rosa canina e menta, a seguire un corredo speziato e cenere a Rubino terso. Sprigiona aromi di visciola e amarena sotto spirito,
comporre un coacervo intrigante. Rotondo e carnoso all’ingresso, poi ribes, tocchi salmastri e speziati di cannella e salamoia. Sorso av-
una spinta fresca balsamica gli dona vigore e chiama un altro sorso. volgente, dal piacevole equilibrio dolce-sapido. Tannino frenante e
Profondo e lungo il finale. persistenza fruttata.
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La degustazione | Cuore Primitivo
Claudio Quarta
Primitivo di Manduria Oro di Eméra Tenuta Emera 2020
Calice dalla veste rubino scuro. Al naso racconta di accenti decisi
di prugna e amarena in confettura, con soffi di salsedine e una spe-
Cantolio ziatura che sa di tabacco e cioccolato. Al palato si rivela pieno e di
Primitivo di Manduria 15 di Mare 2021 notevole impatto calorico con tannini nitidi.
Rubino crepuscolare. Al naso esprime sensazioni di macchia me-
diterranea, profumi di bosco, suggestioni terragne e ferrose; emer- Primitivo di Manduria Anima di Primitivo Tenuta Emera 2019
gono in secondo piano aromi di prugna in confettura, cacao, caffè Luminosa veste rubino. Al naso regala sensazioni fruttate di amarena
e tè nero. Potente ed elegante ingresso gustativo, dotato di sprint sotto spirito e mirtilli selvatici in confettura, ravvivate da incursioni
sapido e vellutato tannino. Lunghissima persistenza dai rintocchi speziate di cioccolato, una punta di tabacco e un finale di liquirizia.
minerali e fruttati. Un sorso di grande calore, con tannini ben integrati, in piena coe-
renza gusto-olfattiva.
Primitivo di Manduria 14 di Terra 2021
Rubino dalle nuance aranciate. Ventaglio aromatico composto Primitivo di Manduria Antica Masseria del Sigillo 2019
da profumi di amarena e prugna matura, tabacco bagnato, spe- Rubino dalle sfumature granato, evoca profumi di mora, mirtilli in
zie orientali, cenni tostati e di china. Sorso fresco e avvolgente confettura, prugne secche, china, soffi balsamici, cioccolata e rintoc-
sostenuto dal gentile tannino. Lungo il finale dai rimbombi mi- chi salmastri. Sorso generoso ed elegante, dal docile aspetto tannico
nerali ferruginosi. e ottima rispondenza gusto-olfattiva. Persistenza che dura minuti.
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Giordano Vini
Primitivo di Manduria Collection 2020
Violaceo dal cuore rubino. Al naso profumi di amarena, marasca, vio-
letta appassita, soffiate vinose e di macchia marina compongono il
Erminio Campa quadro aromatico. Sorso pieno dalla sferzante freschezza e presente
Primitivo di Manduria Li Cameli 2019 tannino. Segnali di gioventù ritornano sul finale ampliamente fruttato.
Rosso rubino intenso con riflessi granato. L'elegante bouquet olfatti-
vo è composto da spezie dolci miste a erbe aromatiche mediterranee Primitivo di Manduria 2020
che lasciano spazio a prugna, more, fiori rossi secchi, liquirizia, pepe Rubino luminoso. Olfatto caratterizzato da profumi di prugna, mir-
e tabacco da pipa. Il sorso è masticabile, gustoso, fresco e morbido, tilli, foglie secche di alloro, radice, rimembri balsamici di resina e
sapido con tannini signorili. Coerente con il profumo. minerali ferrosi, il tutto poggiato su sfondo salmastro. Ingresso gu-
stativo morbido, sprigiona viva freschezza e piacevole grip tannico.
Persistenza dai ricordi di arancia rossa e chinotto.
Fabiana
Primitivo di Manduria Calidus 2020 Primitivo di Manduria Riserva 2018
Violaceo impenetrabile. Panorama olfattivo dalle suggestioni vinose; Rubino di grande luminosità. Profumi di spezie dolci, sottobosco,
emergono profumi terragni e di macchia marina seguiti da frutti ben prugna disidratata, tocchi smaltati e lievemente vegetali di carruba.
maturi. Avvolgente al sorso, il grip tannico sostiene la viva freschezza Sorso potente quasi dolce, dall’immediata sapidità e deciso morso
addolcita dalla generosa glicerina. Finale fruttato. tannico. Rispondente e di gradevole persistenza.
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La degustazione | Cuore Primitivo
La Pruina Latentia Winery
Primitivo di Manduria Il Morante 2020 Primitivo di Manduria Novantaceppi 2021
Rubino dal bordo violaceo. Sensazioni iniziali di piccoli frutti rossi Rubino luminoso. Olfatto preciso dai ricordi di lamponi, ribes
preparano l’olfatto a note di pepe verde in grani, chiodi di garofa- nero, fragoline di bosco, spunti balsamici, rintocchi speziati e fer-
no, vaniglia e macchia mediterranea, incorniciati da delicate note rosi. Spiccata morbidezza in sostegno ad una presente acidità co-
balsamiche. Inizialmente morbido al palato, con tannini moderati ordinata dal vellutato tannino. Finale fruttato, dalle suggestioni
e intensa freschezza. vegetali di erbe aromatiche.
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Masseria Altemura
Primitivo di Manduria 2019
Rubino con sfumature granato. Intense note di fiori rossi appassiti, fel-
ce, viola, sottobosco, humus, pepe e china. Elegante l'approccio gusta-
tivo, pieno, sapido, con tannini in evoluzione e un finale amaricante.
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La degustazione | Cuore Primitivo
Masseria Surani Paololeo
Primitivo di Manduria Dionysos Riserva 2017 Primitivo di Manduria Passo del Cardinale 2021
Veste rubino compatto. Sprigiona sentori fruttati, dalla prugna all'a- Rubino compatto e consistente. Profuma di prugna matura, ciliegie
marena sotto spirito, alla confettura di mirtilli su un tappeto di spe- e marasca, accompagnano fiori di peonia, viola e un leggero tono
zie e sbuffi minerali. In bocca è strutturato, con tannini scalpitanti, vegetale di sottobosco, chiude con spezie scure e radice di liquirizia.
la nuance fruttata si mescola al pepe nero, al cioccolato e al rabarba- Palato in equilibrio. Sostanzioso nella vena acida, poi contributo ca-
ro. Chiusura fresca e appena sapida. lorico e morbido in giusta dimensione.
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Tenute Cerfeda Tenute Giustini
Primitivo di Manduria Don Filippo Riserva 2013 Primitivo di Manduria Areale 2021
Rosso rubino consistente. Intensi profumi olfattivi che ricordano Rubino lucente. Ventaglio aromatico dagli aspetti giovanili; ribes e
amarene e visciole in confettura, viole appassite, tabacco, eucalipto e fragoline di bosco, foglie di mirto, vampate balsamiche e salmastre
cannella, poi caffè, spezie scure e lievi sensazioni d'incenso. Decisa- compongono il quadro. Fresco e glicerico, dall’impercettibile tanni-
mente strutturato al palato, bilanciato da tannini nobili e integrati. no e prolungata sapidità. Ottima coerenza gusto-olfattiva.
Vibrante spalla fresco-sapida.
Primitivo di Manduria Acinorè 2021
Primitivo di Manduria Eteria 2018 Rubino terso. Al naso evoca profumi di ribes e mirtilli, violetta ap-
Rubino compatto. Schietto e nitido nei profumi fruttati di viscio- passita, lavanda, carruba, pepe verde, cenni torbati e balsamici pog-
le, more di rovo e mirtillo maturo, poi cenni floreali di violetta, giati su un sottofondo minerale ferroso. Avvolgente al gusto quasi
accenti vegetali di sottobosco e chiusura appena speziata. Bocca masticabile, esprime vitalità e carattere coordinato dal vellutato tan-
morbida e calda. Gradevole l'impianto tannico ingentilito dalla nino. Lunga persistenza.
generosa glicerina, vitale la spinta acida, in fondo una buona per-
sistenza sapida.
Tenute Salentine
Primitivo di Manduria Mandurino 2019 Primitivo di Manduria 76 Monete 2019
Rosso rubino. Impianto olfattivo dai ricordi iniziali di sottobosco, Rubino cupo e consistente. Naso intenso e ampio nei toni marcati
appunti vegetali di radici, frutti rossi di visciole, more di rovo, viole di frutta rossa in confettura, poi sentori vegetali di humus, chiude
appassite, sul fondo toni speziati scuri e rimandi balsamici. Bocca con spezie dolci scure di liquirizia e tabacco, fondo balsamico. Sorso
strutturata, deciso nella freschezza, morso tannico vellutato, impian- caldo, solido, spinta acida e tannica in giusta dose a supportare la
to calorico ben bilanciato nel finale dalla massa glicerica. massa glicerica in bella evidenza. Lunga persistenza.
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La degustazione | Cuore Primitivo
Terracalò
Primitivo di Manduria 816 2020
Rosso rubino compatto e consistente. Naso complesso di frutta rossa
matura, ricordi di ciliegia e amarene, more in composta, poi una leg-
gera speziatura di pepe accompagnata da viole appassite, sottili note Trullo di Pezza
erbacee, di sottobosco e humus, chiude con delicati toni balsamici. Primitivo di Manduria Pezzale Riserva 2016
Bocca solida, dal sapore intenso, giusto apporto calorico, tannini Rubino con lampi violacei. Note fruttate di visciola, amarena sotto
smussati, sottile nota sapida e vitale scia acida. spirito, sottobosco, a cui seguono sentori eterei e di smalto. Caldo e
intenso all'assaggio con ritorni di spezie dolci e frutta sotto spirito.
Sorso reso leggiadro da una stuzzicante vena sapida e da una buona
Tormaresca persistenza ammandorlata.
Primitivo di Manduria Carrubo 2019
Violaceo intenso e consistente. Ventaglio olfattivo dai ricordi scuri Primitivo di Manduria Licurti 2019
di bosco, goudron, tabacco bagnato, soffiate selvatiche di pelliccia, Rubino intenso dalle nuance granato. All'olfatto è complesso, dall’im-
marmellata di prugne, resina e cioccolato. Al sorso esprime imme- patto fruttato, con sentori di confettura di prugna e ciliegia, poi dolci
diato equilibrio. La spiccata acidità è sostenuta dall’avvolgente mor- note di tabacco e liquirizia, pepe rosa e nero, finale boisé. Sorso ben
bidezza e frenata dalla vellutata tannicità. Finale lunghissimo dai strutturato, morbido, dai tannini levigati, con un gustoso finale frut-
delicati ritorni ammandorlati. tato e speziato persistente, piacevolmente fresco.
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Varvaglione
Primitivo di Manduria Papale Oro 2019
Manto rubino orlato di porpora. Naso che racconta di frutta a polpa
rossa matura come la mora di rovo, i mirtilli selvatici e la prugna, su un
tappeto speziato di cacao con lievi sbuffi balsamici. Il sorso è corposo
e vellutato, lungo il finale. Vigne Monache
Primitivo di Manduria Assiade 2021
Rubino compatto. Olfatto colorato da aromi di ribes, alloro, fichi
Vespa Vignaioli per Passione rossi, ciliegia in confettura e pungenti note speziate. Al sorso è ar-
Primitivo di Manduria Raccontami 2019 monioso, freschezza e sapidità addolcite dalla generosa morbidezza
Manto rubino impenetrabile. Spettro aromatico dall'incipit di mirtilli, vengono smussate dal setoso tannino. Persistenza e carattere su un
more e prugne mature e polpose, con guizzi balsamici di macchia finale minerale di spiccata eleganza.
mediterranea e suggestioni speziate di liquirizia e caffè torrefatto.
In bocca si schiude con la sua dote tannica poderosa ed elegante al
contempo, interminabile persistenza dagli echi fruttati e di cioccolato. Vigneti Reale
Primitivo di Manduria Gloria 2019
Primitivo di Manduria Il Rosso dei Vespa 2020 Rubino con lampi porpora, impenetrabile. Trama olfattiva sontuosa-
Manto rubino quasi impenetrabile. Il naso profuma di marasca e mente ordita con note di amarene e prugne che si intrecciano alle
amarena in confettura, slanciato da guizzi balsamici e note speziate spezie dolci. Il sorso, possente e caldo, regala un'estrema morbidezza
di liquirizia e cacao. Il sorso si rivela suadente e avvolgente, complice e tannini setosi. Ritornano anche in bocca il cioccolato, la vaniglia e
l'apporto calorico, e di buona persistenza. la cannella in un turbinio di sensazioni rotonde. Lunga persistenza.
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La degustazione | Cuore Primitivo
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Locandina_Olio_Roma.qxp_Layout 1 29/03/17 16:34 Pagina 1
l’Oliol’Olio
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❖ A PARTIRE DAL 12 MAGGIO 2017 ❖
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S t e s y R u g g i e r i
OSCAR 0 2 2
DEL VINO2
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Ventiduesima (!) edizione dell’Oscar del Vino, la seconda del dopo Covid: trecento
partecipanti hanno degustato i vini in nomination e poi votato in diretta i loro
preferiti. Questa manifestazione nasce nel 1999 da un’idea del Presidente della
Fondazione Italiana Sommelier Franco M. Ricci con l’intento di sottolineare anche
un aspetto più leggero nella degustazione, un po’ più lontana da rigidi schemi,
inserendo il vino in una competizione che ricalca i parametri dell’Oscar del cinema,
con tanto di Accademia che in questo caso decide le nomination, mentre i Premi
vengono assegnati in diretta dalla platea dei partecipanti.
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
ALGHERO TORBATO SPUMANTE BRUT CLASSICO OSCARÌ 2017 - SELLA & MOSCA
Oscarì è il nome di questa bolla dal carattere sardo, un nome il suo, che sembra
quasi scelto appositamente per la serata. In realtà Oscarì è un personaggio di fantasia
che fugge via da Alghero per andare in Francia, per poi farne ritorno dopo alcuni
anni. Sella & mosca riesce naturalmente a descrive Alghero attraverso i suoi vini,
fa parlare con dignità il Torbato, un vitigno tipico del territorio anticamente
legato alla Malvasia. Uno spumante dove lo zucchero è dosato sapientemente, e
dove si ha sin da subito una piacevole sensazione di salsedine.
ALTO ADIGE EXTRA BRUT METODO CLASSICO 1919 RISERVA 2015 - KETTMEIR
Nel 2019 questa azienda situata nel cuore di Caldaro, ha festeggiato 100 anni
dalla sua nascita. Uno spumante importante che rivive tutta la sua lunga storia. I
Kettmeir furono i fautori che nel lontano 1964, contribuirono al rilancio della
spumantizzazione altoatesina. Un Extra Brut ottenuto da Chardonnay e Pinot
Nero: salgono al calice note agrumate, ananas, foglie di tè e sul finire lascia una
bocca vivace e cremosa.
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TRENTO BRUT RISERVA DEL FONDATORE 976 2010 - LETRARI
L'Ora del Garda soffia e muore nei vigneti di Vallagarina, creando un microclima
confortevole e adatto alle uve. Filari posti ad una quota di ben 900 metri,
regalano spumanti di montagna eccezionali, come quello della famiglia Letrari,
azienda forte dell'esperienza e della passione di Leonello seguito dalla figlia
Lucia. 976, Chardonnay e Pinot Nero, quest'ultimo un clone giunto in azienda
direttamente dalla regione dello Champagne. Un naso tonico, frutta matura,
nocciole, una struttura robusta, e lievi ricordi di spezie, per uno spumante che
lascia un lungo ricordo di sé.
IL VINCITORE
TRENTO BRUT RISERVA DEL FONDATORE 976 2010 - LETRARI
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
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COLLI TORTONESI TIMORASSO GRAN FOSTÒ - VIGNE MARINA COPPI
Francesco Bellocchio, nel 2013 decide di volgere lo sguardo indietro, uno occhio
che guarda al passato per poi dirigersi sicuro verso il futuro. Si avvicina al piccolo
borgo Castellania, per ritrovare la tradizione del nonno Fausto Coppi, puntando
così sullo storico vitigno del Timorasso. Decide con amore, di dedicare il nome
dell'azienda alla madre Marina. La sua è una viticoltura consapevole, ragionata,
decisa a prevenire piuttosto che a curare, sfugge dunque all'utilizzo errato di
prodotti di sintesi che sono solo nocivi per l'uva. I suoi sono vini artigianali,
ottenuti dall'occhio vigile e attento di Francesco, con l'uso sapiente di sovesci, per
un vino che si mostra pieno, sapido, con un carezzevole profumo di gelsomino,una
buona sensazione glicerica, sapientemente contenuta da ferme redini di freschezza.
IL VINCITORE
GORGONA BIANCO 2020 - FRESCOBALDI
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
Etna Spumante Brut Rosato Metodo Classico Sosta Tre Santi 2019 - Cantine Nicosia
Un'azienda che inizia i suoi primi passi nel 1898, in contrada Trecastagni, sul versante
nord del vulcano più alto d'Europa: L'Etna. La cantina, nel corso del tempo si è
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spinta anche più a sud, possiede infatti, vigneti a Vittoria e nel resto della Sicilia.
Sosta tre Santi, è un metodo classico ottenuto dal principe della “Muntagna”: il
Nerello Mascalese, che cresce a circa 700 metri s.l.m. Un rosato che vira verso il
ramato, spezie lievemente sussurrate, e se lo si ascolta con attenzione anche un
soffio di geranio. Al gusto, ha una bolla non troppo prorompente, si mostra molto
garbata, sorprendente invece la sensazione di estrema freschezza.
IL VINCITORE
Franciacorta Pas Dosé Rosé Parosé 2016 - Mosnel
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
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Barolo 2017 Ornato - Pio Cesare
L'anima del piemontese è ben radicata alla sua amata terra, ha le radici ben salde e
piantate in profondità; in passato soprattutto questo fu un tratto ben distinto del
carattere del popolo piemontese: in sintesi, amavano spostarsi poco e restare sereni nella
loro terra. Pio Cesare invece si contraddistinse in questo, egli fu uno dei primi italiani
a possedere un passaporto. Fu un animo viaggiatore Pio, e con la libertà ricevuta, si fece
portavoce dei suoi vini in tutta Europa. Oggi i suoi nipoti proseguono il viaggio, facendo
conoscere i vini dell'azienda, frutto delle vigne di Barolo e di Barbaresco. Ornato 2017
è il primo “cru” dell'azienda, a sud di Serralunga, le vigne sono illuminate dal sole, le
uve sono calde per via della loro esposizione privilegiata a sud. Un colore raffinato ma
al contempo deciso, un naso oltremodo elegante, con sbuffi di viola, terra umida ed un
barlume di speziatura. In bocca tannini ben levigati ed una grande freschezza.
IL VINCITORE
Montepulciano d'Abruzzo 2015 - Valentini
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
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CALUSO PASSITO SULÈ 2017 - ORSOLANI
Tufo, argilla e sabbia, sono i principali descrittori che abbiamo a disposizione per
risalire ai cambiamenti geologici che hanno caratterizzato nel tempo le colline
moreniche di Caluso, nell'alto Piemonte, ma in special modo a San Giorgio, un luogo
questo, dove l'Erbaluce trova un terreno fecondo. Anticamente chiamato Alba Luce:
la storia del sole e della luna che desiderosi di incontrarsi e di guardarsi, lo fanno
attraverso l'eclissi. Ai piedi di questo anfiteatro naturale, nel 1894, Giovanni Orsolani
e Domenica, decisero di fondare la loro azienda. Questa sera abbiamo avuto l'onore
di assaggiare il loro passito dal carattere intrigante e deciso: ha il colore dell'ambra,
un naso complesso che non lascia spazio ad alcuna indecisione, sentiamo l'albicocca,
la carruba, i fichi e la liquirizia; al gusto gioca le stesse carte dell'olfattiva, è denso,
plastico, potremmo dire che vorrebbe restare il solo protagonista. Torna a farsi strada
poi, la radice di liquirizia e con lei chiude in una piena lunghezza.
IL VINCITORE
Passito di Pantelleria Nes 2020 Pellegrino
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
Premio Bibenda
Miglior olio evo del raccolto 2022
L'olio non parla italiano, parla il dialetto. Sono le parole di Maurizio
Saggion, e non poteva trovare definizione migliore per esprimere la vastità e
le molteplici sfumature descrittive di questo alimento, che parla dell'Italia
tutta. In questa edizione dell'Oscar del Vino 2022, si è sentita l'esigenza di dare
il giusto spazio anche all'olio perché esso merita assolutamente un approccio
più curioso e attento. Maurizio guida i presenti, con grazia e simpatia, alla
tecnica per ascoltare il profumo dell'olio, e così in un attimo, ci troviamo
tutti ad abbracciare il bicchiere, ad avvolgerlo con il calore delle mani per
poterlo sentire al meglio.
LE NOMINATION
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Olio Evo Colline Pontine 2021 - Cetrone
Ci spostiamo più a sud nel Lazio vicino Latina, per conoscere il secondo olio in
gara, di Alfredo Cetrone, il quale fin da bambino, restò affascinato da queste
piante secolari da cui il padre otteneva uno splendido liquido verde che riusciva
ad essere straordinariamente diverso se raccolto in momenti diversi e in zone
poco distanti tra loro. Alfredo ha creato la DOP Itrana, olio tipico ottenuto
sulle colline Pontine; produce inoltre olive di Gaeta da tavola. Il suo Olio
mostra una trama vegetale, profuma di foglia di pomodoro, di carciofo, e al
palato regala una composta e piacevole piccantezza.
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
LE NOMINATION
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Chianti, decise di aggiungere la “Malvagia che arricchisce il Sangioveto”, già allora
lui era consapevole dell'importanza del suo splendido territorio e dei suoi preziosi
tesori. Il castello di Brolio dal 1141, perdura fino ai giorni nostri regalandoci questa
degustazione dal sapore antico e lontano. Il 2016 è stata un'annata ottima, che i
toscani ricorderanno come feconda. Il Chianti Classico di Brolio è di un rubino
brillante, al naso è classico ed emozionante: si fanno strada il bosco, rami spezzati,
legni antichi, la violetta e il ribes. Il tannino stupisce per la sua quasi cremosità,
delle striature di arancia rossa regalano al gusto il giusto slancio, il finale poi, è
lungo senza avvertire però la percezione del peso.
IL VINCITORE
Tenores Romangia 2016 - Dettori
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Oscar del Vino 2022
Il Racconto (per chi non c’era)
I VINCITORI
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Masseto 2018 - Masseto
Tutto ebbe inizio negli anni Ottanta, in una terra situata nei pressi Bolgheri, dove a quel
tempo le vigne erano abbandonate e inutilizzate. Si trattò dunque di una scommessa, di
un azzardo, provare a piantare le prime barbatelle di Merlot in questa terra toscana
accarezzata dalle correnti tirreniche, da questo mare capace di divenire il protagonista
di ogni annata. Il carattere del Masseto è dato anche e soprattutto dalla sua terra
composta di argilla blu, dove ecco che il mare ritorna ad essere il principale attore
anche all'interno del terreno stesso, facendo vanto della sua presenza con i resti di
fossili marini. I vini di questa azienda sono accompagnati passo dopo passo dall'uomo e
dalla sua maniacale e rispettosa attenzione, le uve vengono selezionate a mano e poi
lasciate fermentare in cemento, per poi riposare e meditare in Barrique. Questo 2018
ci regala un bel rubino luminoso, compatto senza essere impenetrabile, si sollevano
odori di ciliegia, amarena e non poca balsamicità, e ancora, il cacao, il sottobosco e
per concludere, un'immediata morbidezza ed una spiccata opulenza che sazia e soddisfa.
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Bibenda 88 duemilaventidue LA PRIMA VERTICALE
LA PRIMA VERTICALE
M a r c o M e d o r i P a o l o L a u c i a n i
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Bibenda 88 duemilaventidue LA PRIMA VERTICALE
Si è svolta a Fermo, nello scorso mese di maggio, la prima e unica 2010, invece, fermenta in un “uovo di cemento”, che garantisce
verticale di Kupra, vino dell’azienda Oasi degli Angeli di Cupra maggior rispetto delle bucce ed estrazione più delicata degli aro-
Marittima. Abbiamo assistito a una serata piena di aneddoti e di mi. Vi passa 30/35 giorni fra fermentazione e macerazione, poi
battute: divertente, brillante e assolutamente carica di Cultura. va a maturare in legno piccolo per 32-33 mesi, il primo anno
A guidare questa splendida degustazione il nostro Paolo Laucia- in legno nuovo; poi viene travasato e rimane ancora un anno in
ni, che ha aperto sottolineando che il Kupra è un vino distin- legno nuovo: “il famoso 200% di legno nuovo”, il tutto senza
to e originale: “Assisteremo a un grande concerto nel quale la solforosa. Ferma convinzione di Marco è che con un corretto
Grenache sarà lo strumento, ma l’interpretazione “dello spartito” uso del legno, soprattutto nelle annate più giovani, non si tra-
da parte dei maestri/produttori Marco ed Eleonora farà sì che i smette nulla e non si cedono sentori al vino. La botte è solo uno
protagonisti siano loro molto più che l’uva”. strumento a disposizione dell’uomo per arrivare al risultato che
La Grenache (Cannonau, Alicante, Tocai Rosso), 6.200 ettari in si prefigge, interpretare il proprio vigneto: il legno serve a micro-
tutta Italia, da nord a sud, da est a ovest, isole comprese, nelle ossigenare il vino e a stabilizzarlo. Le cose fondamentali sono la
Marche ha trovato il suo habitat ideale, sollecitando una cordata qualità del prodotto e la qualità del legno stesso.
di produttori che ne hanno saputo fare un’eccellenza del territo- Il vigneto è coltivato con una densità di 7500/8000 piante per
rio. Tale sviluppo è nato dalla curiosità e da una storicità “conta- ettaro, su un terreno sabbio-limoso con scheletro, molto drenan-
dina” di bottiglie trovate, condivise, studiate e discusse. te, che aiuta a mantenere in perfetta salute le piante. Non si fa
Questa la semplice ricetta di Marco ed Eleonora Casolanetti: una uso di chimica di sintesi, anche grazie alle caratteristiche della
cura maniacale in vigna, 1,5 ettari di piante vecchie potate a spe- zona e del terreno; si è partiti con rame e zolfo, per poi andare
roni, alberi più che viti, 2 grappoli per pianta, vendemmia solita- oltre con prodotti alternativi, latte, propoli, aceto, succo arancia,
mente a fine settembre con maturazione fenolica perfetta, per un che funzionano eccome! Aiutano la vicinanza al mare, che porta
totale di 500 bottiglie prodotte. Inizialmente il vino fermentava iodio nell’aria, la cura scrupolosa applicata a ogni fase del proces-
in tini di legno e maturava in legno piccolo (32-33 mesi); dal so e il grande rispetto per ogni parte della vigna.
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La Verticale | Kupra
tato di un “morso di velluto”, grazie alla
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La Verticale | Kupra
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■ Oasi degli Angeli
Contrada S. Egidio, 50
63064 Cupra Marittima AP
T. 0735 778569
info@kurni.it
www.kurni.it
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Bibenda 88 duemilaventidue FORTE E FRAGILE, DOLCE E RUVIDO MONTALCINO
FORTE E FRAGILE,
DOLCE E RUVIDO
Montalcino
F e d e r i c o S o r g e n t e
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Bibenda 88 duemilaventidue FORTE E FRAGILE, DOLCE E RUVIDO MONTALCINO
■ Società Agricola
Ridolfi Srl
Località Mercatali, 1
53024 Montalcino - Siena
info@ridolfimontalcino.it
Tel. +39 0577 16 98 333
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Aziende si susseguono bellissime e laboriose da sud a nord. Ed è a nord della metodica delle alghe marine, e nella “confusione” sessuale, per
est di Montalcino che si distende l’azienda Ridolfi di Valter Peretti, prevenire l’infestazione da tignoletta, creano un ambiente idoneo ad
leader di un gruppo tra i più importanti dell’industria conciaria un’eccellente viticoltura. La lavorazione manuale in vigna, caparbia
italiana e testimone del Made in Italy, inserendosi con delicatezza e passionale, è il presupposto irrinunciabile per prodotti di prestigio.
tra questi morbidi clivi, modellandoli con superbi e preziosi vigneti. Arber Shabani, Jessy Marconi, Gianni Maccari, grande esperto di
Il territorio è variabile nelle sue caratteristiche climatiche e territoriali, cantina, sono tra gli artefici di questo splendido percorso, illustrato in
da nord a sud, da est a ovest le brezze marine si intersecano con un recente incontro degustativo condotto da Paolo Lauciani.
la fertilità vulcanica, mentre a nord il clima piovoso e fresco dei Shabani rende giusto merito al lavoro che sfianca sotto il torrido sole
morbidi rilievi favorisce l’escursione termica. Qui, a 300 metri o al gelo penetrante, nonostante l’amore infinito per questa terra,
di quota, su terreni argillosi ricchi di fossili marini, si estendono volubile amante. Tale dedizione permette di ottenere, con un iter
le vigne Ridolfi, 30 ettari, di cui 11 dedicati al Brunello, uno al naturale e delicato, colori, aromi e sfumature gustative uniche. La
Rosso di Montalcino e 6 al Chianti Colli Senesi. Qui i dettami conferma di questo affascinante percorso, che parte dal terroir e si
dell’agricoltura biologica, negando i fertilizzanti animali, credendo conclude in cantina, si esprime con i prodotti in cui il legame tra la
esclusivamente nei prodotti naturali, con l’innovazione suggestiva tradizione e la vinificazione innovativa raggiunge il perfetto equilibrio.
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I VINI
Bibenda 88 duemilaventidue TITOLINO DI GIRO
Ecco quindi due splendide verticali: ROSSO DI MONTALCINO e BRUNELLO e DUE ANNATE
RISERVA DI MERCATALE.
Il Rosso dal 2017 al 2019, il Brunello dal 2014 al 2017 ed il Mercatale dal 2015 al 2016.
Viene chiarito che il Sangiovese si incammina verso la maturazione di Rosso o di Brunello per
le scelte di cantina: dopo un anno di affinamento ecco il primo step con un assaggio di botte.
La degustazione parte dal Rosso che ha nelle sue caratteristiche 15 mesi di sosta in legno.
Il 2017 , che si presenta con venature granato in un brillante rubino, colpisce per
la sua maturità ed inebria con i sentori di erbe aromatiche e di incenso.
L’annata 2018
leggiadria e l’eleganza.
, con vendemmia ritardata per i tanti mesi di pioggia, rapisce per la
Il 2019 , che attira per il suo color rubino intenso, si perde nel bouquet di frutti
maturi e nella delicata speziatura.
Ed ecco il principe indiscusso: il Brunello.
La verticale è attesa con interesse e riguarda annate con problematiche metereologiche
contrastanti che hanno richiesto il lavoro continuo e senza tregua di vignaioli e cantinieri.
I 36 mesi di legno forgiano tutte le annate donando note piene e caratteristiche.
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Prima annata in degustazione la 2014 che ha impegnato per le lunghe piogge.
Accanto a profumi delicati di fragole e di varietà floreali, il gusto si riempie di freschezza ma
anche di un tannino da comprendere.
Per ultimo il Mercatale Riserva, frutto di una porzione di vigna. Nome particolare, riferentesi
a una piccola zona dove viveva il mercato. Due annate: 2015 2016 e
con maturazione in un’unica botte per 55 mesi. Il calice è un insieme di cacao, affumicatura
,
e speziatura. In bocca freschezza agrumata e calda e infinita persistenza. E ancora con la lunga
presenza della miscellanea gustativa che andiamo a concludere questo viaggio caleidoscopico
di mille immagini assemblate in un dipinto meraviglioso fatto di chiari e scuri, di colori
accecanti e di pastelli melanconici che sono la Val d’Orcia, con i vini di questi colli che
contribuiscono a rendere il mito ed il fascino di questa terra ineguagliabili.
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Bibenda 88 duemilaventidue BLEND CUSTOZA: MEZZO SECOLO
BLEND CUSTOZA:
MEZZO SECOLO
G i u l i a D i G i o v a n n i
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“Custoza è terra del vino ma anche di suggestioni paesaggistiche, di storia
e di beni culturali tutti da scoprire. È una terra straordinaria, percorsa
dalla storia, vicina a grandi ed eleganti città ma incastonata in un quadro
bucolico ricco di autenticità e amore per la tradizione.
Il vino è da sempre l’espressione del suo carattere.”
CONSORZIO TUTELA VINO CUSTOZA DOC
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Bibenda 88 duemilaventidue BLEND CUSTOZA: MEZZO SECOLO
68
Le origini sono fortemente legate al terroir, caratterizzato da un anfiteatro morenico il
cui suolo, costituito da materiale roccioso, sali minerali e una notevole composizione
calcarea, dona alle uve destinate al blend importanti sapidità e mineralità.
Il microclima deve la sua unicità agli influssi del lago di Garda (sponda sud-est) che
permette la termoregolazione e la ventilazione, tutelando il sito dagli inconvenienti del
riscaldamento globale. I vigneti sono soggetti a rilevanti escursioni termiche dovute
alla vicinanza delle montagne innevate, in particolare del monte Baldo di 2000 metri
di altitudine. Le temperature medie annuali di circa 15°C e quelle invernali, di 4-5°C
maggiori rispetto alle zone limitrofe, permettono inoltre la coltivazione di agrumi come
arance e limoni o palme e bougainville solitamente inadatte a quelle aree. La fascia del
45° parallelo e le pendenze collinari tra il 5-9% accentuano la particolare vocazione
alla produzione di vini bianchi leggermente aromatici. Le piogge sono distribuite
prettamente nei periodi autunnali e primaverili. Custoza, conscia del patrimonio
enologico che la identifica, sostiene tecniche e metodi di coltivazione biologica ed
ecosostenibile; è promotrice della lotta a diserbanti e agenti chimici con attenzione e
cura, proprie dei tempi che corrono, nell’agricoltura d’eccellenza.
Il disciplinare prevede l’uso esclusivo di uve a bacca bianca da vitigni autoctoni tra
cui i principali Garganega, Trebbianello (biotipo locale del Tocai Friulano) e Bianca
Fernanda (clone locale del Cortese). È consentito l’utilizzo di queste uve in blend per
un minimo del 70% in cui il singolo vitigno non può superare il 45%. Negli uvaggi
sono ammessi in percentuali minori vitigni complementari quali Malvasia, Riesling
e Manzoni Bianco, vinificati quasi esclusivamente in acciaio. La forza di questi vini
risiede proprio nell’armonizzazione dei tagli sapientemente plasmati, soprattutto
nelle annate più difficili o di maggiore complessità. Blend estremamente tecnici, sia
in vigna per la differenziazione della maturazione che in cantina negli affinamenti;
l’uva più precoce è il Trebbianello, raccolto a fine Settembre, la più tardiva è la
Garganega pronta generalmente verso fine Ottobre.
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I VINI
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TAMBURINO SARDO IL PIGNETTO CAVALCHINA
Strada del Tamburino Sardo, 11 Località Pignetto, 108 Via Sommacampagna, 7
37066 Sommacampagna VR 37066 Bussolengo VR 37066 Sommacampagna VR
Tel +39 045516190 Tel +39 0457151232 Tel +39 045516002
www.tamburinosardo.it www.cantinailpignetto.com www.tenutedifamiglia.com
info@aziendaagricolatamburinosardo.it info@cavalchina.com
Custoza 2018
Custoza Superiore La Guglia 2020 Garganega, Trebbiano Toscano, Tocai Friulano, Custoza Superiore Amedeo 2015
Trebbiano, Garganega, Malvasia, Cortese, Cortese - Gr. 12,5% Garganega, Fernanda, Trebbianello, Trebbiano
Incrocio Manzoni - Gr. 13,5% Si presenta color giallo paglierino tenue. Toscano - Gr. 12,5%
Paglierino-verdolino tendente all’oro. Sen- Profumi intensi ed eleganti, sensazioni Color giallo paglierino con riflessi dorati,
sazioni minerali, sentori delicati floreali e fruttate con note floreali, frutta secca ed brillante. Naso ampio e profondo con pro-
fruttati, sul fondo nitide note di zafferano. erbe aromatiche. Gusto sapido e asciutto, fumi freschi floreali e fruttati, fiori gialli,
All’assaggio morbidezza e corposità in armo- leggermente aromatico con finale piace- agrumi e frutta esotica. Minerale e speziato,
nia, freschezza spiccata. Molto persistente. volmente amarognolo. Sufficientemente sensazioni di zafferano e idrocarburi, lievi
persistente. note ossidative che arricchiscono il bouquet.
Gustoso, denso, equilibrato e molto lungo.
MONTE DEL FRA’
Strada Custoza, 35 CANTINA RONCA LE VIGNE DI SAN PIETRO
37066 Sommacampagna VR Via Val di Sona, 7 Via di San Pietro, 23
Tel +39 045510490 37066 Sommacampagna VR 37066 Sommacampagna VR
www.montedelfra.it Tel +39 0458961641 Tel +39 045510016
info@montedelfra.it www.cantinaronca.it www.levignedisanpietro.it
info@cantinaronca.it info@levignedisanpietro.it
Custoza Superiore Ca’ del Magro 2020
Garganega, Trebbiano Toscano, Cortese, Custoza Superiore Ulderico 2017 Custoza 2011
lncrocio Manzoni - Gr. 13% Garganega, Trebbiano Toscano, Tocai Friulano, Garganega 45%, Trebbianello 10%, Trebbiano
Color giallo paglierino intenso con nuance Riesling - Gr. 12,5% 30%, Cortese, Manzoni Bianco - Gr. 12,5%
dorate. Grande profondità olfattiva; pro- Oro brillante e luminoso lascia percepire Luminoso, oro intenso e brillante. Profu-
fumi floreali, camomilla, petali bianchi e profumi ampi e intensi, zafferano, zenze- mi ampi e profondi, sentori terziari propri
acqua di rose. Frutta matura, mela Golden, ro candito, crema di nocciola e caramella dell’affinamento, crema di nocciola, caffè,
lychees, pera, albicocca, pesca gialla, man- all’orzo; erbe aromatiche, mela cotogna e cappuccino, umami; speziature distinte, zaf-
go; erbe aromatiche e spezie, zafferano e se- polpa matura. Palato sapido nella persisten- ferano, orzo, fungo e sottobosco. La straor-
nape. Minerale, asciutto e sapido in bocca. za, di buona struttura, la spiccata freschezza dinaria freschezza dona longevità e armonia,
Buona persistenza. introduce l’armonia. finale piacevolmente sapido.
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Bibenda 88 duemilaventidue VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE
VINO NOBILE DI
MONTEPULCIANO
PIEVE
L o r e n z o C o s t a n t i n i
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Nell’area della prima Docg d’Italia il nuovo progetto della menzione aggiuntiva
Pieve con l’individuazione di dodici zone definite nel disciplinare di produzione
Unità Geografiche Aggiunte UGA. Il frutto di tale progetto si concretizzerà
con la messa in commercio delle prime bottiglie nel 2024. Abbiamo avuto il
piacere di ficcare il naso in 12 campioni di botte rappresentanti le singole pievi,
un’occasione unica per un percorso di studio all’interno di questa novità.
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Bibenda 88 duemilaventidue VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO PIEVE
IL DISCIPLINARE
• Vigneti di almeno 15 anni
• Resa massima di 70 quintali per ettaro di coltura specializzata e 2,5 kg di
produzione massima per ceppo
• Sangiovese minimo 85%; sono ammesse integrazioni di Mammolo,
Ciliegiolo, Canaiolo e Colorino (quest’ultimo per un massimo del 5%)
• Maturazione e affinamento: sono previsti 36 mesi totali, di cui almeno 12
in legno e 12 di vetro
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I VINI
❁
Abbiamo avuto il piacere di “ficcare il naso” in 12 campioni (di botte) rappresentanti
le singole pievi, all’oscuro dei produttori coinvolti. Un’occasione più unica
che rara, un percorso di studio all’interno di questa nuova denominazione, per
constatare la notevole eterogeneità caratteriale dei vini in batteria e il valore
potenziale del progetto.
Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve
ARGIANO 2020 VALIANO 2020 BADIA 2020
Rubino pieno. Una nota alcolica veicola ci- Tonalità a metà fra il rubino e il porpora. Naso Si ritorna alla nuance porpora. Un colore
liegie in confettura, visciole, liquirizia, spe- fruttato, floreale, schietto, quasi vinoso. Di- che ritroviamo anche nei descrittori di viola,
zie e una suggestione minerale ferrosa. Al schiude fragranze di melagrana, gelatina all’an- succo di mirtilli e ciliegie croccanti; un tocco
palato si presenta fresco, con tannini decisi e guria, ciliegie, un tocco di caramella alla viola. vinoso a chiudere. Bocca per certi aspetti si-
poco incline a languidezze. In bocca mantiene una certa “informalità” ma mile al Valiano: fresca, “dolce”, ammiccante,
vanta notevoli grazia, corpo e personalità. ma con un tannino che si fa sentire.
Vino nobile di Montepulciano Pieve
CERVOGNANO 2020 Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve
Colore rubino, con una giovanile sfumatura GRACCIANO 2020 ASCIANELLO 2020
purpurea. Naso più “dolce” e ammiccante Rubino. Si intercettano timide note di cilie- Purpureo, di modica concentrazione croma-
del Pieve Argiano, evoca frutti di bosco, un gie in confettura, sottobosco, cenere e viola tica. È in una fase di ritrosia aromatica ma si
tocco speziato di chiodi di garofano, infuso essiccata. Il sorso propone un tannino tra i scorge un certo carisma; al momento frutti di
all’ibisco e vaniglia. Bocca compatta, fresca e più rilevanti della batteria e un profilo tosto, rovo, china, una certa mineralità e pot-pourri.
mossa da tannini gentili. meno orientato sul garbo fruttato-floreale La bocca conferma una personalità decisa, fatta
dei vini precedenti. di sapidità minerale, corpo e tannini compatti.
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I VINI
Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve
CAGGIOLE 2020 CERLIANA 2020 SANT’ALBINO 2020
Tenue veste porpora. Sciorina calde sensa- Ancora una mise purpurea. Sprigiona note Tre il rubino e il porpora. Si presenta con una
zioni di visciole sotto spirito, liquirizia, echi floreali in primo piano, poi un cesto di frutti personalità balsamica e fruttata, alle quali ab-
floreali e china. Impatto gustativo caldo, di rovo scottati dal sole, liquirizia e sugge- bina idee di rapa rossa, vaniglia e chiodi di ga-
sapido e goloso, con tannini decisi ma ben stioni minerali di grafite. All’assaggio ricor- rofano. Non lesina all’assaggio corpo, compat-
integrati all’intelaiatura del vino. da la solidità e la compattezza del Le Grazie, tezza e slancio fresco-sapido; il tannino è ben
ma c’è più calore e un’eco ammandorlata. presente ma non compromette l’equilibrio.
Vino nobile di Montepulciano Pieve
LE GRAZIE 2020 Vino nobile di Montepulciano Pieve Vino nobile di Montepulciano Pieve
Una veste cardinalizia, più concentrata dei SAN BIAGIO 2020 VALARDEGNA 2020
vini precedenti. È uno dei campioni più in- Rubino. Ha un dna “mediterraneo”, gioca- Si torna su un abito purpureo. Giovanile e “croc-
triganti anche all’olfatto, con le sue fragranze to su erbe aromatiche, melagrana, ginepro, cante” anche la sequenza aromatica, rappresen-
di ciliegie, succo di mirtilli, eucalipto, legno resina, rosa e violetta. Al palato è scorrevo- tata da rosa, viola, amarena, rabarbaro, resina
di cedro e cioccolato fondente. Sorso pieno, le, elegante, perfettamente equilibrato e con di cipresso e tabacco da fiuto. Gusto che vede
compatto, ma non privo di slancio acido e tannini già quasi risolti. Bella chiosa sapido- convivere potenza, amalgama tra gli elementi e
ritmo sapido. minerale. carisma minerale. Finale tra i più lunghi.
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Bibenda 88 duemilaventidue BOROLI, INVESTIRE SULLA NATURA
BOROLI, INVESTIRE
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S t e s y R u g g i e r i
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Bibenda 88 duemilaventidue BOROLI, INVESTIRE SULLA NATURA
Le Langhe sono un caleidoscopio naturale, quando si decide di met- Nel 2000 entra a far parte dell'azienda il figlio Achille e da
tervi l'occhio si è consapevoli di vedere colori, forme, esposizioni, quel momento ci sono diversi cambi di repertorio, ma il più
climi e terre diverse, si assiste ad uno spettacolo carico di sfumature importante si verifica nel 2012, quando egli decide che non può
e sfaccettature dissimili tra loro seppur distanti pochi metri. Un ter- andare avanti con due cascine, e si risolve a impiegare tutte le
ritorio geologicamente pieno di diversità: le epoche hanno tracciato sue energie solo sulla cascina del Barolo. Una scelta rischiosa,
nel tempo confini, strati, placche di terra, livelli di argilla, di sabbie, raccontata da lui con fierezza e passione, con un magnetismo a
che raccontano quello che ha contribuito a disegnare questo luo- cui i presenti non sono riusciti a sottrarsi. Una passione, la sua,
go baciato dalla fortuna. Il Piemonte che si intuisce sin dal principio.
è costellato da molteplici identità. La
famiglia Boroli lo sa bene e nel 1996 Tre sono le vigne in cui l'azienda
decide di intraprendere questo nuovo Boroli produce i suoi vini d'eccellen-
percorso imprenditoriale, puntando za: Villero, una delle più importan-
tutto sulle Langhe. ti a Castiglione con la sua ottimale
esposizione a est e un suolo ricco di
A presentare l'azienda ai fortunati pre- marna blu e argilla; Cerequio, defi-
senti alla degustazione è Achille, unico nita l'isola felice, dove quando gela o
dei tre figli che ha deciso di dedicarsi piove è come se tutto fosse addolcito,
totalmente a questa nuova avventura più tenue, il clima si approccia con
e di lasciarsi cullare dalla sinfonia del fare e modi gentili, a un terreno cari-
vino e del Barolo. A fargli da spalla, un co di antichità. E infine la loro vigna
piemontese trapiantato a Roma che non poteva proprio mancare. Brunella raccontata con grande orgoglio, il loro monopolio espo-
Stiamo parlando di Massimo Billetto, Sommelier e docente della sto a sud-est con un terreno calcareo, argilloso e venature di sabbia.
Fondazione Italiana Sommelier, che con la sua voce fiera e attenta
ha ascoltato i vini di Achille e li ha tradotti ed interpretati ai pre- Molti sono i produttori che decidono di lavorare con il vino
senti con la sua naturale chiave di lettura. senza avere alle spalle una famiglia di vignaioli, e in tanti sono
Imprenditori dal 1600, i Boroli sono passati dal tessile all'editoria, giustamente costretti a fare affidamento a consulenti o enologi
ma solo alla fine degli anni Novanta hanno deciso di investire che, come si sa, tessono le loro trame e cuciono un vino che
sulla natura. Il Piemonte, le Langhe, sono stati per loro come un inevitabilmente racconta prima di tutto loro stessi. Consapevole
richiamo, una voce a cui è stato davvero difficile sottrarsi. di ciò e con le spalle più dritte e sicure, Achille decide di fare sì
Ma dove incanalare questo flusso? Sul riso o sul vino? che il suo vino sia prima di tutto equilibrato, elegante, un vino
Ebbene, per prima cosa hanno mosso i loro primi passi nelle risaie, dove il legno faccia da sostenitore e non da protagonista.
ma dopo aver fatto questo tentativo hanno capito che era la vigna Riduce le gemme lasciandone solo 4 a pianta, sicché tutto si
quella da ascoltare. E quando si decide qual è la via da seguire, in- concentri in quei grappoli; le concimazioni vengono fatte con
cominciano naturalmente, di riflesso, a concatenarsi gli incontri e i fiori di senape tra un filare e l'altro, sperimenta trattamenti di
legami fortuiti che portano a raggiungere l'obiettivo, come fortunati alghe sulle foglie, per rendere queste ultime più forti in caso
per loro sono stati la conoscenza con Carlo Petrini di Slow Food, e di sofferenza idrica. Decide inoltre di dividere questi piccoli
l'acquisto di due cascine, una a Castiglione Falletto e una ad Alba. fazzoletti di terra, queste vigne, in ulteriori cubi, per prendere
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il meglio dalla diversità nella diversità. Vinificazioni, macerazioni, affinamento e
invecchiamento vengono svolti separatamente, per arrivare alla quadratura perfetta.
Tutto ciò è un rischio, lui lo sa, ma sappiamo che l'unicità, la perfezione, partono tutte da
una sfida, da una linea che inizialmente è indefinita e poco chiara. Achille è un interprete
degno di questi bivi e azzardi della vita.
Nel mezzo della degustazione si alza una voce, una signora che dice una cosa che potrebbe
essere uno spunto di riflessione sull'effetto che il vino ha sugli animi di chi si ritrova ad
assaggiarlo, ad ascoltarlo; dice riferendosi allo Chardonnay Bel Amì : “Achille, assaggiando
questo vino, non so perché, è stato un po' come essere a casa sua. Chiudo gli occhi e sento di
essere in quella vigna. Starò forse delirando?”
Allora ci si domanda se è davvero possibile chiudere gli occhi ed essere inspiegabilmente
catapultati in una terra lontana. Suggestione? Chi può dirlo.
Lo sappiamo, a volte accade anche questo, ed è inutile addentrarsi troppo e cercarne la
ragione perché certe volte il vino questo fa, ti porta dove non sei.
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La degustazione | Boroli
Langhe Chardonnay Bel Amì 2020
Bianco Doc - Gr 13,5%
Il vino dedicato al poema preferito della madre di Achille. Un bel paglia brillante con sfumature
che virano sul verdolino. Un naso fresco, un accenno agli agrumi, al bergamotto e poi piccoli fiori
d'arancio lievemente sussurrati. Un naso che continua a essere coerente con il territorio, regalando
una mineralità quasi salina. Al gusto, la morbidezza e la sapidità creano una danza simbiotica, si
sostengono entrambe. La perfetta descrizione degli equilibri.
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Barolo Cerequio 2017
Rosso Docg - Gr. 14%
Cerequio definita anche la “riviera delle Langhe”. Al naso salgono profumi suadenti, ammalia con
fascino, si sentono dei frutti del sottobosco, il melograno, una viola essiccata che ti abbraccia, e poi
una leggera speziatura. Al sorso si assapora il territorio tutto, le sabbie di Cerequio. Un tannino
delicato, setoso ed elegante. Il sale chiude il sorso che stenta a farsi dimenticare.
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Bibenda 88 duemilaventidue IL VINO PIÙ BELLO DEL MONDO
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La Doc Orcia nasce il 14 febbraio del 2000, nel giorno di San Valentino. Un
vero e proprio progetto d’amore, che ha come scopo la produzione di un vino
“artigianale” e il suo stretto rapporto con il territorio in tutte le sue forme.
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Bibenda 88 duemilaventidue IL VINO PIÙ BELLO DEL MONDO
Nella cornice dell’hotel Rome Cavalieri, sede centrale della Fondazione Italiana
Sommelier, si è svolta la manifestazione che ha visto protagonista “Il vino più bello
del mondo”. È proprio così che la Pesidente del Consorzio del Vino Orcia, Donatella
Cinelli Colombini, ha descritto quello che da ormai 22 anni è il prodotto ottenuto
dal lavoro costante di vignaioli appassionati, fondatori dello stesso. La regione di
produzione del vino d'Orcia è di fatto il primo territorio rurale ad essere inserito nel
2004 dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità. Sarà per il paesaggio estremamente
variegato, che va dalle dolci colline incorniciate da cipressi e piante d’olivo secolari,
alle lunghe distese di campi coltivati a cereali e vigne; o forse per le campagne verdi
che di tanto in tanto lasciano spazio ai piccoli comuni ricchi di storia, ai castelli
e alle abbazie. Sta di fatto che questa piccola realtà vinicola che si trova in una
delle regioni più produttive d’Italia, non ha nulla da invidiare ai due titani che
l’affiancano: Montalcino e Montepulciano.
La Doc Orcia nasce il 14 febbraio del 2000, il giorno di San Valentino. Un vero e
proprio progetto d’amore, che ha come scopo principale la produzione di un vino
“artigianale” e lo stretto rapporto che ha questo con il territorio in tutte le sue forme,
a partire dalla tradizione enogastronomica fino ad arrivare alle profonde radici storiche
affondate nella via francigena che attraversa il consorzio. Proprio questo è fil rouge che
lega indissolubilmente i produttori dei 12 comuni che ne fanno parte: Buonconvento,
Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia Trequanda e parte dei
comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano
dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena. Il Consorzio svolge anche un’intensa attività
culturale, che ogni anno ad aprile culmina nel “Orcia Wine Festival” manifestazione
che ha lo scopo di avvicinare turisti e appassionati al vino e al territorio che lo produce.
Protagonista indiscusso è il Sangiovese, presente almeno per il 60% nell’Orcia Doc
e Orcia Doc Riserva e il 90% per Orcia Sangiovese Doc e Orcia Sangiovese Riserva.
Abbiamo quindi iniziato, accompagnati dalla docente Daniela Scrobogna, il nostro
viaggio sensoriale alla scoperta di questa terra stupenda.
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La Degustazione | Val d'Orcia
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La Degustazione | Val d'Orcia
so e brillante, con sfumature porpora e un “Sesterzo” nasce da un’attenta vendemmia
Orcia Cenerentola 2018 accenno di granato verso l’unghia. manuale che seleziona solo le uve miglio-
Donatella Cinelli Al naso offre un bouquet molto ampio ri di un singolo vigneto. La vinificazione
che spazia dai profumi di viola, sentori di avviene in vasche di acciaio a temperature
Colombini amarena e poi i profumi più scuri di pepe controllate ad opera di lieviti indigeni, do-
Fattoria del Colle nero, sottobosco e decise note ematiche e podiché passerà 24 mesi in tonneaux.
ferrose nel finale. Il gusto è armonico ma Nel calice è di un granato aranciato tra-
Trequanda prepotente, molto equilibrato con un corpo sparente. Al naso risaltano subito i sentori
70% Sangiovese, 30% Foglia Tonda 14,5% pieno. Il calore è ben domato dalla freschez- terziari. Apre la strada il corredo speziato,
za, i tannini sono evidenti ma promettono con cardamomo, chiodi di garofano e pepe
“Cenerentola” proprio come nella favola dei longevità. Tutte le componenti sono ben bianco. Prosegue poi con sentori di tostatu-
fratelli Grimm, è la storia di un vino che par- integrate fra loro e garantiscono una grande ra, caffè e cioccolato. Arrivano sul finale i
la di sfide, di ambizione e di amore. Solo che intensità, una buona bevibilità ed un finale frutti di bosco, prugna e ciliegia.
in questo caso non c’è nessun principe da molto persistente. In bocca è succoso, pieno e corposo, un’ot-
conquistare, ma soltanto la corsa alla rivalsa tima gestione dei tannini fitti ma mai in-
di una piccola DOC che, nonostante le due vasivi. Buona freschezza e sapidità con un
sorelle maggiori, ha voglia di farsi notare. Orcia Sangiovese finale di bocca degno di nota.
Così come nelle migliori favole grazie ad Sesterzo 2019
un pizzico di magia e alla giusta Fata Ma-
drina, in questo caso Donatella Cinelli Co- PoggioGrande Orcia Sangiovese
lombini, iniziò una lunga storia d’amore Sasso di Sole 2019
fra il ricco e famoso principe della Tosca- Castiglione d’Orcia
na “il Sangiovese” e il meno conosciuto e 100% Sangiovese 14,5% Montalcino
difficile “Foglia tonda”, vitigno autoctono 100% Sangiovese 14,5%
della stessa regione ma abbandonato ormai Dal 1999 l’azienda Poggio Grande è guida-
da anni. Il risultato è un vino potente ma ta da Luca Zamperini, che sceglie con cura La famiglia Terzuoli si occupa di produ-
elegante, unico e dal DNA 100% toscano. ogni dettaglio: a partire dalla terra migliore zione di vino fin dal diciottesimo secolo e
Inizialmente “Cenerentola” riposava per in fino ad arrivare ai metodi più sperimen- da allora si tramandano di generazione in
barriques, le quali però vennero quasi subi- tativi in cantina. Per questo è proprio lui, generazione sapienza ed esperienza. Fonda-
to sostituite da tonneaux, oggi affiancate da insieme alla figlia Giulitta, ad occuparsi mentale per loro è lo sguardo al futuro, con
un uovo di cemento nudo che la aiuta ad personalmente di seguire ogni fase del pro- nuove tecniche di produzione e lavorazio-
arrivare in bottiglia in condizioni perfette. cesso di produzione nel massimo rispetto ne, senza mai però dimenticare il passato,
Nel calice è di un colore rosso rubino inten- dei frutti e del terreno. quindi il rispetto della terra e dei vigneti,
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più di 10 ettari coltivati solo a Sangiovese. limitando al massimo l’intervento umano decisero di acquista alcuni ettari di uliveto
Il vino in degustazione inizia il suo percorso nelle varie fasi di produzione dei loro vini tra la Val d’Orcia e il Monte Amiata per
con una lenta fermentazione ad opera di lie- biologici. “Aetos” è il nome di tutti i vini la produzione personale di olio biologico.
viti indigeni per poi svolgere la malo-lattica della cantina e in greco antico vuol dire Tutto cambia nel 2009 con l’acquisizione
in vasche di acciaio inox. Riposa poi in bot- “aquila”, la regina dei cieli, presente sia sulle dell’azienda Scarabotti e con il successivo
ti grandi di rovere di Slavonia. Nel bicchie- etichette che nello stemma dell’azienda. Il acquisto di altri ettari di terreno destinati
re è color granato mediamente trasparente. vino in degustazione è ottenuto da uve San-
alla coltivazione della vite (principalmente
Al naso si presenta austero, molto intenso e giovese 100% biologiche, svolge la fermen-
Sangiovese e Cabernet Sauvignon) e dei
complesso che esprime subito note di sotto- tazione in tini di cemento francese e dopo
cereali, biologici anche questi. “Bucaccio” è
bosco e humus, un fondo vegetale, che ricor- la malo-lattica matura 12 mesi in botti di
rovere, tonneaux e piccole botti. frutto di una raccolta manuale e seleziona-
da le foglie bagnate, poi una mineralità che
Si presenta nel bicchiere di un colore rubino ta in vigna, una fermentazione in vasche di
richiama la grafite e la cenere sicuramente
brillante e trasparente. Intenso al naso con acciaio ed una maturazione di 6 mesi alme-
figlia del territorio di appartenenza. In bocca
è secco, caldo e moderatamente morbido, sentori floreali di viola, tipici del Sangiovese, no in botti di rovere seguiti da ulteriori 6
tannico, sapido con un finale speziato. Mol- frutti di bosco come lamponi e ribes. I sen- in bottiglia. Nel calice è di un rosso rubino
to intenso e buona persistenza. tori terziari arrivano nel finale con baccelli di smagliante poco trasparente.
vaniglia e cannella. In bocca risulta giovane e Al naso, come se fosse la sua carta d’identità,
giovanile, se così possiamo dire, con un tan- possiamo leggere perfettamente le generalità
Orcia Sangiovese nino morbido e una freschezza sorprendente del vino descritte dal complesso bagaglio ol-
Biologico Aetos 2019 frutto sicuramente dell’annata. Buona inten- fattivo. Troviamo subito una bella minerali-
sità, immediato e di pronta beva. tà, figlia del sottosuolo marino, la frutta rossa
Tenuta Sanoner di bosco e le viole, concesse dall’inconfondi-
San Quirico d'Orcia Orcia Bucaccio 2018 bile Sangiovese ed infine i sentori speziati e
balsamici, segno del suo passaggio, anche se
100% Sangiovese Vald'Orcia Terre Senesi breve, in botte. In bocca l’ingresso è pieno
La Tenuta Sanoner, è tra le più giovani del quasi masticabile, non c’è un carattere pre-
Castiglione d’Orcia
consorzio e la sua filosofia recita “Ospiti del- 80% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon, ponderante e persino il tannino, anche se a
la natura, assecondiamo i suoi ritmi, acco- Cabernet Franc e Merlot. tratti esuberante, rimane al suo posto. È un
gliamo i suoi frutti e li trasformiamo in un vino secco, morbido con un corpo pieno ed
nettare che racconta il territorio.” L’azienda nasce nel 1998 quando 4 amici, equilibrato. La mineralità che si è presenta-
Proprio questo è infatti alla base dei proces- tra cui Antonio e Gabriella gli attuali pro- ta durante l’olfattiva è rimasta protagonista.
si lavorativi, assecondare i ritmi della natura prietari, con la passione per le terre senesi, Ottima intensità e lunga persistenza.
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Bibenda 88 duemilaventidue VITA SALERNUM VITES SORSI E RACCONTI DI UNA TERRA ANTICA
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L'antica Poseidonia, Era, Atene, Nettuno e le sirene del Cilento; una terra
fatta di mutevolezza di colori e leggende, di miti, di pietre e templi che
raccontano quella che un tempo era la Magna Grecia. La provincia di Salerno
è un gioiello fatto di storia, di genti e di vino.
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Bibenda 88 duemilaventidue VITA SALERNUM VITES SORSI E RACCONTI DI UNA TERRA ANTICA
Ritorno al respiro.
Si potrebbero introdurre così i banchi d'assaggio del L'antica Poseidonia, che con i Romani prenderà il nome di
Consorzio Vita Salernum Vitae, tenutosi venerdì 6 maggio Peastum, si trova più a sud dalla Costiera. Le pietre di questa
nella bella e luminosa sala delle Belle Arti all'Hotel Cavalieri: terra raccontano un passato lontano: templi avvolti dal silenzio
sì, perché dopo anni in cui abbiamo quasi trattenuto il respiro e apparentemente senza vita, se ascoltati con attenzione, parlano
per via delle restrizioni, delle mascherine, questa giornata è di miti, di leggende e di coloni greci vissuti più di 2.500 anni
stata come tornare a prendere aria, come buttar giù un lungo fa; in un tempo dove, questo popolo antico, onorava la natura,
respiro a lungo trattenuto. Finalmente un parlare libero; a la potenza di quest'ultima, facendone mito. E chi ama il vino
raccontarsi ben 27 aziende. Voglia di scambi, voglia di sapere sa che la natura è padrona, va ascoltata e rispettata per far sì che
e di parole sciolte, ma sopratutto voglia di scoprire i vini della questa, regali il vino sperato.
splendida Costiera Amalfitana, di Peastum e del meraviglioso
e selvaggio Cilento. Ancora più a sud, il Cilento, colline e basse montagne sempre
di natura calcarea, un paesaggio quasi carsico. Il parco del
La Costiera Amalfitana, ha una sua unica e fiera identità: Cilento è un fermento di biodiversità: i corsi d'acqua, il verde,
terrazze calcaree, ripide e a volte impervie, regalano un e la brezza marina che soffia dalle vicine acque tirreniche,
affaccio sul Golfo di Salerno da perdere il fiato. Si vorrebbe, sono la fusione perfetta, da cui nascono vini dal riconoscibile
una volta approdati su questa terra, restare immobili, fermi, tratto minerale e salino.
a contemplare con sguardo sereno, le meravigliose scogliere
modellate dal mare. Le terrazze della Costiera fanno da Voci che hanno voglia di raccontarsi nella sala delle Belle Arti:
teatro al lavoro eroico dei contadini, dei viticoltori, che sono le parole e i racconti dei produttori e delle vignaiole,
con tenacia e coraggio raccolgono l'uva che cresce su delle che insieme, nel corso del tempo, hanno tessuto una trama
vertiginose pendenze. preziosa e antica, dando vita e corpo a vini unici.
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Tanti gli incontri fra una pausa e l'altra, brevi intervalli necessari a far riposare le papille
gustative; incontri come quello fatto con Loredana, dell'azienda Agricola Cerrella a
San Cipriano Picentino. Un tempo, racconta, faceva la fisica con base fissa negli Stati
Uniti, poi l'artista, ed ora, è una fiera viticoltrice di Aglianico; i suoi vini nascono in un
luogo felice, incontaminato, circondato dai castagni, dagli ulivi e il mare a pochi passi.
Loredana, racconta inoltre, di quanto un'altra produttrice come lei, abbia contribuito
a rivalutare la sua zona, generando poi la fortuna di altre viticoltrici e di altri vignaioli:
si riferisce a Silvia Imparato, che negli anni '80 portò la sua azienda e il suo territorio
in giro per il mondo, forgiandosi dell'aiuto dell'enologo Sergio Cotarella.
Chiudiamo il giro di assaggi con un sorso diverso, “Il Puro”: fermentazioni spontanee,
no chiarificazioni, no filtrazioni e nessun solfito aggiunto. Questa è la filosofia dei vini
di Domenico Coppola. Un produttore giovane che ha deciso di seguire la scia dei vini
artigianali, e non si può dire che non ci stia riuscendo.
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La degustazione | Vita Salernum Vites
Aita
Eboli
Teone 2019
Aglianico
Abito rosso rubino, accennata unghia granato; naso avvolgente, intrigante sensazione di sottobosco,
frutti rossi, mirtillo, visciola e prugna; violetta e rosa canina. Ancora sentori scuri, arancia amara e
accenti di pepe nero. I tannini vellutati accompagnano il sorso in un finale piacevolmente sapido.
Albamarina
Centola
Agriddi 2016
Aglianico
Rubino denso, naso attraente ed ampio, frutti rossi scuri, mora, gelsi, mirtillo; poi profumi articolati,
noce moscata, fungo, resina di pino marittimo e sottile ricordo fumé sul fondo. La bocca e il naso
sono avvolti da sensazioni balsamiche morbide e fresche. Tannino accennato e ben integrato.
94
Belrisguardo
Bellosguardo
Chiusa del Prato 2020
Fiano
Un arancio lieve, segno del riposo sulle bucce per 2 giorni, pochi ma abbastanza da conferire a
questo Fiano un'identità tutta sua. Sale al naso il miele, la mandorla tostata, un profumo che sai che
potrebbe spingersi oltre nel tempo. Un delicato accenno di tannino, una carezzevole freschezza, ed
un sorso lungo e saporito.
Mangiaguerra 2018
Aglianico
Solo acciaio per questo Aglianico. Un bel rubino, quasi violaceo. Suadente ed intrigante al naso, un
amarena sotto spirito ed una prugna secca salgono alle narici. Cadono delle vistose lacrime dai bordi
del calice. Un vellutato tannino, la bocca è avvolta dal un sale pungente, il sorso chiama ancora; e
poi un bel frutto che avvolge. Sorge una domanda: ma il legno è davvero indispensabile? I regali
sono tanti per questo vino che fa solo acciaio; i fiori, una viola secca, un po' di pepe, che ti fa quasi
un leggero solletico al naso.
Cantine Barone
Rutino
Cilento Fiano Vignolella 2019
Riflessi verdolini su sfondo paglierino; coinvolgenti sensazioni di gelsomino e biancospino che
introducono note di frutta esotica, susina gialla, toni di cedro, lime, zenzero; ancora nocciola, erbe
aromatiche e tenue speziatura di pepe bianco. Pieno, morbido e fresco, rimane la sapidità.
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La degustazione | Vita Salernum Vites
Casula Vinaria
Campagna
Colli di Salerno Candito 2020
Moscato
Oro cangiante, fragranze di erbe aromatiche, zagara e muschio; in secondo piano la frutta, pesca,
mandorla e ricordi d’arancia su un sottofondo vegetale. Sorso piacevole e diretto, delicato nella
sapidità che lascia penetrare la freschezza.
Cerrella
San Cipriano Piacentino
Cerrella 2018
Aglianico
Rubino scuro con riflessi granato; spettro olfattivo di piccoli frutti di bosco sotto spirito, ribes,
visciola, mirtillo, prugna. Leggeri toni speziati, soffi iodati e balsamici. Palato pieno, soave; tannini
vellutati, fresco e pulito. Lungo e sapido nella persistenza.
96
Chiara Morra
Felitto
Castel San Lorenzo Rachìa Lambiccato 2021
Moscato
Bel giallo paglierino sfumato oro brillante. Profumi delicati, albicocca e pesca a polpa matura,
fiori gialli, ginestra; erbe aromatiche, salvia e note dolci di miele. In bocca risulta dolce e morbido,
armonico e di esile struttura. Incantevole e amabile.
Cicalese
Eboli
Fluminé 2021
Fiano
Paglierino con riflessi verdolini. Quadro olfattivo ampio, fiori bianchi, gelsomino, zagara, biancospino
e rosa canina. Sensazioni fruttate di pesca bianca matura e agrumi, cedro e lime; erbe aromatiche,
salvia. Infine sterzata minerale con note marine. Di buona struttura, in bocca molto fresco e sapido.
Donna Clara
Licusati di Camerota
Cilento Aglianico Notarius Riserva 2018
Fascinoso rubino con sfumature granato. Naso ampio e complesso, confettura di frutta, mora, visciola
e mirtillo; tracce di bosco, felce e rosa canina. Prosegue su accenti di liquirizia fusi nello scenario
balsamico e minerale. Bocca fresca con tannino pettinato, torna poi a sedurre la componente balsamica.
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La degustazione | Vita Salernum Vites
98
Lenza
Pontecagnano Faiano
Massaro 2020
Falanghina, Greco
Oro e verdi riflessi. Erbe aromatiche, una torta al limone e allo zenzero, sembra quasi di masticare
l'arancia candita. Un sorso lungo e vivo.
Luigi Maffini
Giungano
Kràtos 2021
Fiano
Solo acciaio per questo Fiano ottenuto dall'unione di uve di diversi vitigni. Un bel paglierino che
brilla, al naso salgono veloci note di erbe aromatiche, rosmarino, timo, un intreccio di frutta fresca e
zenzero candito; il tutto sorretto da un'estrema salinità, da una roccia modellata dal mare. Al sorso,
entra gentile, piacevolmente morbido, esce un bel frutto a polpa gialla e finisce col sale.
Pietraincatenata 2019
Fiano
Un Fiano che fermenta e medita per 4 mesi in barrique nuove. Regala alla vista un bel colore
dorato con lievi sfumature verdoline; si ritrovano come nel Kràtos, le erbe aromatiche ma con
una fragranza quasi di pane, di pasticceria, che invita immediatamente al sorso; in bocca è denso,
plastico, quasi che lo si potesse masticare, e poi il burro, la meringa al limone ed un sale finale che
trova gradevolmente impreparati.
99
La degustazione | Vita Salernum Vites
LunaRossavini
Giffoni Valle Piana
Costacielo 2019
Aglianico
Riposa in anfore di terracotta questo Aglianico, che alla vista ha un bel rosso rubino. Piccoli frutti
rossi delicati, quasi acerbi.Un naso accattivante, sale la terra, il fieno, e all'assaggio, un tannino che
muove i suoi passi con prudenza, un bel sorso, giovane ma incisivo.
Marisa Cuomo
Furore
Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2020
Ripoli 40%, Fenile 30%, Ginestra 30%
Oro splendente con nuance smeraldina. Profilo olfattivo a tutto tondo; frutta variegata a polpa
gialla, cedro, fico e frutta secca fresca. Fiori di ginestra, camomilla e calendula presentano l’essenza
marina, erbe aromatiche di macchia mediterranea, capperi e salsedine, finale fumé. Sorso appagante
e appetitoso, freschezza su note di agrumi. Lunghissima durevolezza salina.
100
Mila Vuolo
Cetara
Colli del Salento Aglianico 2016
Rubino con venatura purpurea, olfatto su frutti di bosco sotto spirito, mora, ribes, mirtillo, pot-
pourri; impressioni di spezie, cannella, liquirizia, humus, sbuffi balsamici di sottofondo. Bocca
pulita e fresca, tannini sinuosi e ben integrati nelle percezioni saline.
Montevetrano
San Cipriano Picentino
Montevetrano 2019
Cabernet Sauvignon 50%, Aglianico 30%, Merlot 20%
Rubino vivace; risaltano frutti a bacca rossa in confettura, profumi cupi ed eleganti, petali di rosa
scura, peonia, ginepro, carruba, terra bagnata, liquirizia e sottofondo balsamico d’accompagnamento.
Assaggio denso e perfetta sintonia tra sensazione alcolica, freschezza e tannino. Prolungato finale
balsamico e fruttato.
Carlo Polito
Agropoli
Cilento Fiano Saracè 2020
Luminoso giallo paglierino. Gradevoli aromi di pera, melone bianco e pesca bianca, seguono
pompelmo rosa e cedro candito, ancora fiore d’acacia, mandorla e nocciola. Bocca fresca, ritorno di
agrumi. Conciso, sapido e dal finale ammandorlato.
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La degustazione | Vita Salernum Vites
Tempere
Sant'Arsenio
Tempere Etichetta Nera 2016
Aglianico
Rubino con bordo granato. Affiorano intensi sentori di confettura di mora, amarena e prugna.
Talco e humus anticipano le spezie dolci e le accattivanti sensazioni balsamiche. Palato avvolgente,
fresco, stuzzicato da tannini ben gestiti che si dilungano nel finale.
102
Tenuta Macellaro
Postiglione
Ripaudo 2019
Fiano 2019
Un bel giallo paglierino vivo, un sentire tufaceo, citrico; inaspettatamente sale al naso una brioche
con sopra una lieve spolverata di zucchero di canna, e poi il caramello. In bocca, il limone, il sale,
intrecciano una trama avvolgente che riscalda e sazia.
Tenuta Massanova
Perdifumo
Cilento Ziopì 2019
Fiano - Veste giallo paglierino, luminoso. Al naso frutta a polpa bianca, su tutto, banana; fiori
bianchi, mughetto, biancospino, erbe aromatiche e sensazioni di macchia mediterranea. Sapidità e
freschezza in perfetta sintonia, bocca pulita, leggiadro nella persistenza.
103
La degustazione | Vita Salernum Vites
Verrone
Agropoli
Cilento Vigna Girapoggio 2019
Aglianico
Rosso rubino intenso. Percezioni odorose di frutti a bacca rossa, mora, gelsi e visciola. Lievi toni
speziati di cannella e cenni iodati. Piacere immediato, fresco e morbido. Tannini appena accennati,
conciso nel finale su sensazioni salmastre.
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Villa Lupara
Località Croce
Il Puro White 2020
Falanghina, Trebbiano, Malvasia 2020
Un Blend che sta a contatto con le bucce per circa dieci giorni; una macerazione che gli regala un
bel giallo arancio e pieno di luce. Al naso una leggera ossidazione, giusta e piacevole, con un ricordo
di miele, di propoli e di prugna matura. In bocca è pieno e sapido. Un sorso che resta a lungo.
Viticoltori De Conciliis
Prignano Cilento
Perella 2017
Fiano
Paglierino sfumato oro verde. Intenso nei profumi di pesca, cedro, zenzero candito e scorza di
limone; fiori di campo, ginestra e biancospino. Arrivano al naso poi le erbe aromatiche, salvia, timo
e coriandolo; sbuffi minerali. Palato garbato, l’equilibrio si diffonde nelle tonalità di agrumi.
105
Bibenda 88 duemilaventidue LE VIGNE DEL FIGLIO DI AFRODITE
LE VIGNE
DEL FIGLIO
DI AFRODITE
G i u l i a D i G i o v a n n i
106
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Bibenda 88 duemilaventidue LE VIGNE DEL FIGLIO DI AFRODITE
Si aprono le porte del Salone dei Cavalieri per la Doc Erice, istituita nel 2004 grazie anche
all’impegno e alla passione di Lilly Ferro Fazio, fondatrice di quella che si può definire la
rinascita dell’antica e storica zona del trapanese. I comuni compresi, Buseto Palizzolo,
Erice, Valderice, Custonaci e Castellammare del Golfo sono zone meno blasonate i cui
albori, in ambito vitivinicolo, risalgono ai tempi dei Greci. L’agro ericino si estende
alle pendici del monte Erice e comprende siti archeologici come Segesta e Selinunte,
senza tralasciare le saline e le isole Egadi, luoghi di grande interesse turistico, artistico,
culturale ed enogastronomico. Lo scambio e l’arricchimento con culture molto diverse
è all’ordine del giorno nel calendario dell’azienda, insieme ad una visione ampia del
panorama mondiale. I paesi interessati dal mercato d’importazione sono soprattutto Cina,
Giappone e Canada, spesso entrati in contatto con la cantina grazie ad attività turistiche.
L’intento principale dei produttori è valorizzare il territorio attraverso gli stessi frutti,
perfetti biglietti da visita per la presentazione della regione. La cantina dalle memorabili
origini sorge da un distaccamento dalla cooperativa agricola nel 1998, da allora Lilly, suo
marito, l’enologo Giacomo Ansaldi, compiono un’operazione di restyling aziendale con
particolare attenzione alla sostenibilità, puntando al regime biologico. I circa cinquanta
ettari vitati, incorniciati da suggestive rose sentinella tra i filari, pettinano le colline
offrendo un meraviglioso scorcio panoramico vista Eolie da un altitudine che oscilla tra i
300 e i 700 metri, ideale per la produzione di uve aromatiche. Quest’area è costituita da un
terreno molto ricco e variegato con rilevanti presenze di calcare, gesso e argille, regalando
alle uve fortissima componente minerale e salina, perfettamente sintetizzate nei vini. La
famiglia Fazio conduce con amore e dedizione il lavoro che si svolge sul campo, forte del
motto: il vino buono si fa in vigna. Si tiene, inoltre, conto del disciplinare che prevede un
kilo e mezzo di resa per pianta; le vendemmie devono essere svolte necessariamente nelle
ore notturne a causa del troppo caldo di quelle diurne. Essendo la Sicilia regione soggetta
a siccità il disciplinare consente un’irrigazione d’emergenza a cui spesso non si ricorre
grazie alle abbondanti piogge invernali; il terreno, nella sua composizione, mantiene
l’acqua piovana, concedendo alle radici la giusta umidità anche d’estate. È regolamentata
la coltivazione di vitigni autoctoni, tra questi è incluso il Müller Thurgau, tutt’altro che
siculo, di cui Lilly e la sua famiglia anni fa si fecero promotori, ottenendo l’inserimento
nel disciplinare del loro vitigno di punta. Il desiderio di sperimentazione ha portato alla
produzione di questo vino riscuotendo grande successo fin dalla prima vendemmia che
risale al 1998, dopo una valutazione minuziosa, nel tempo, è divenuto icona della Doc
Erice. L’escursione termica del sito concede alle uve straordinaria aromaticità, accentuata
dal lavoro in cantina attraverso il contatto prolungato tra mosto e bucce a temperature
controllate, offrendo ai vini profumi e fragranze eccezionali. Una carrellata di aromi e
profumi introducono gli assaggi.
108
■ Casa Vinicola Fazio
Via Capitano Rizzo, 39
91010 Fulgatore - Erice TP
T. 0923 811700
info@faziowines.it
www.casavinicolafazio.it
109
La Degustazione | Fazio
110
Müller Thurgau Anima Solis
2021 2021
Müller Thurgau Zibibbo 50%, Catarratto 50%
Verdolino con venature paglierine. Esplosio- Limpido e brillante, percezioni floreali di
ne di profumi intensi, minerali ed elegan- zagara e acacia, pesca gialla, cenni di con-
ti; fiori e frutta, fresche erbe aromatiche di fettura. Sorso bilanciato, acidità e salinità
montagna, mughetto, biancospino, acacia. pungenti, tamponate e supportate dal lie-
Note algide tipicamente nordiche e sbuffi ve residuo zuccherino; rilascia un leggero
mentolati. In bocca coerente ed avvolgente, sentore ammandorlato nel finale.
le componenti di acidità, sapidità e morbi-
dezza perfettamente integrate tra loro.
111
La Degustazione | Fazio
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Pietrasacra Petali
Riserva 2013 Moscato
Nero d’Avola Moscato Bianco
Rubino tendente al granato, profumi di Luminoso e brillante nelle sfumature,
mare introducono la prugna e l’amare- delicati petali di rosa bianca solleticano
na; tante spezie, tamarindo, rabarbaro, il naso, crema di limone, fiori di ginestra
chinotto, tabacco e cardamomo. Sento- e acacia compongono il ventaglio. Av-
ri terziari avanzati concludono su sbuffi volgono il palato sensazioni di dolcezza
balsamici. Ben fatto e avvolgente in boc- e aromaticità, abboccato e raffinato si
ca, tannini vellutati accompagnano la sa- presta all’armonia in chiusura di bocca.
pidità in fondo.
113
Bibenda 88 duemilaventidue LA FESTA DELLE 5 GOCCE
LA FESTA DELLE
Festeggiamenti in tutte le Sedi Regionali della Fondazione Sommelier per la
premiazione dei migliori Oli Evo d'Italia. Ne è scaturito un evento corale che
ha coinvolto l’Italia intera nel celebrare e sottolineare una cultura che per
primi abbiamo abbracciato e che raccontiamo da oltre vent’anni. In un video
il Presidente Franco M. Ricci ha aperto gli eventi in ogni regione.
114
E 5 GOCCE
115
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Toscana
Hotel Four Points by Sheraton - Siena | Sabato 19 Marzo 2022
Sabato 19 marzo è stata una giornata per certi aspetti storica per l’olivicoltura
toscana. Nelle sale dell'Hotel Four Points by Sheraton di Siena si è svolta la
premiazione della aziende toscane che hanno ottenuto le 5 gocce, massimo
riconoscimento per i migliori Oli Evo italiani, della Guida Bibenda.
La Guida Bibenda è da sempre punto di riferimento per l’Eccellenza del Vino
Italiano e da alcuni anni anche per l’Eccellenza dell’Olio Evo.
116
■ Alcune immagini della Festa delle 5
Gocce che si è svolta in Toscana, nella bella
cornice dell'Hotel Four Points by Sheraton
di Siena, organizzata dal Presidente Paolo
Cepollaro. Al centro classica foto di gruppo
con i Produttori degli Oli Evo premiati.
117
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Puglia
Borgo Egnazia - Savelletri - Brindisi | Sabato 19 Marzo 2022
L’esclusivo evento ha celebrato i 38 migliori oli extravergine di Puglia. Quest’anno
la regione sul podio più alto premiata per qualità.
118
119
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Molise
Museo Sannitico - Palazzo Nobiliare Mazzarotta - Campobasso
| Domenica 20 marzo 2022
La Fondazione Italiana Sommelier ha organizzato la premiazione dei migliori olii
extravergine di oliva in tutte le regioni italiane. In Molise l’evento si è tenuto al
Museo Sannitico di Campobasso, durante la mattina di domenica 20 marzo 2022, in
collaborazione con la Direzione Regionale Musei Molise. La giornata è iniziata
con il Convegno dal titolo “La Primavera dell’Olio”, presentato dalla Presidente
della Fondazione Italiana Sommelier del Molise, Dora Formato, con la presenza
di Antonio De Cristofaro, docente dell’Università degli Studi del Molise; Davide
Delfino della Direzione Regionale Musei Molise e della biologa nutrizionista
Rosanna Ramacciato.
120
■ In Molise, la cerimonia si è svolta
all'interno del Museo Sannitico di
Campobasso. Sono stati consegnati
gli attestati di qualità agli Oli Evo
che hanno ottenuto il riconoscimento
delle 5 e delle 4 Gocce.
121
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Marche e Umbria
Ristorante Villa Bianca - Montegranaro - Fermo
| Domenica 20 marzo 2022
La serata, organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier Marche, si è svolta
seguendo un programma ben preciso, con un convegno iniziale snello e curioso
presentato dal Presidente Marco Medori che ha presentato la prestigiosa
guida Bibenda e anticipato gli interventi del Sindaco di Montegranaro Endrio
Ubaldi e dello chef Marco Biagiola che hanno ospitato l’evento. A seguire
l’intervento tecnico del docente Emanuele Paoletti Teodori che ha fatto un
excursus sulle cultivar e territori legati al mondo dell’olio e la panoramica
gastronomica condotta da Otello Renzi il quale ha deliziato i cento ospiti
122
sull’uso dell’olio in cucina e abbinamenti a tavola.
Sono stati quindi premiati, insieme al vicepresidente nazionale di Fondazione
Italiana Sommelier Carlo Attisano, ben 22 oli di Umbria e Marche “un’occasione
unica, di orgoglio e consapevolezza – descrive Marco Medori – che abbiamo
accolto con professionalità e gioia insieme a tutti i Sommelier della nostra
associazione. Premiare lo sforzo di produttori attenti alla qualità, cultori
e promotori di un territorio magnifico è stato un onore e poterlo fare nelle
Marche è stato emozionante e un piacere enorme.”
123
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Emilia Romagna
Grand Hotel Rimini | Domenica 20 marzo 2022
Il 20 Marzo, a Rimini, nella elegante cornice dello storico Grand Hotel, sono stati
consegnati i riconoscimenti di qualità della Guida Bibenda 2022 ai migliori oli EVO
dell’Emilia-Romagna.
Un momento che ha fatto della premiazione, ulteriore occasione d’incontro di
menti e sinergie per un nuovo modello di lavoro culturale sul territorio. Con
la conduzione del Presidente del Comitato regionale, Maurizio Saggion e della
Vicepresidente, Eva Panitteri, le competenze e la passione che da oltre dieci anni
distinguono Fondazione quale organizzazione di riferimento dell’innovazione e
della qualità nel mondo dell’olio, hanno dialogato con le realtà del territorio:
Visit Rimini, Presidente Stefano Bonini, Associazione dei frantoiani e olivicoltori
Emilia-Romagna, Presidente Gianluigi Vasconi e Comune di Rimini, con l’Assessora
Francesca Mattei, con deleghe All’agricoltura, Lavoro e Politiche giovanili.
Hanno ritirato il premio 5 Gocce Bibenda, anche alla presenza della stampa di
settore (Laura Giorgi, Luca Ioli, Luca Lombardi e Michele Casetta), Eleonora
Berardi per Palazzo di Varignana, Giovanni Fraternali per Uliveto del Fattore e
Marco Tamagnini per San Patrignano.
Un evento unico per la Regione, che per la prima volta ha visto il territorio
protagonista del proprio racconto.
124
Calabria
Castello Svevo-Normanno - Cosenza
| Domenica 20 marzo 2022
Per festeggiare il successo delle migliori aziende produttrici di olio, domenica 20
marzo nella suggestiva cornice del Castello Svevo di Cosenza, si è tenuta la Festa
delle Cinque Gocce, un pomeriggio interamente dedicato all’oro verde calabrese.
125
La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Basilicata
Art Restaurant Ricevimenti - Potenza | Lunedì 21 marzo 2022
A Potenza, per la prima volta in Basilicata, la premiazione delle 5 Gocce Bibenda
2022. Vincitrice l'azienda agricola Elena Fucci con il suo Titolio.
La premiazione si è svolta il 21 marzo 2022 presso l'Art Restaurant Ricevimenti.
A presentare l’evento il Presidente della Fondazione Italiana Sommelier della
Basilicata, Nicola Gentile, alla presenza del Sindaco di Barile, del prefetto di
Potenza, di produttori del territorio e di numerosi ospiti.
Grande partecipazione e grande entusiasmo hanno caratterizzato l'evento.
Al termine del convegno si è svolta la degustazione a banchi d’assaggio dell'olio
premiato abbinato a prodotti tipici del territorio, ovvero, le burratine del Caseificio
Coviello, la pasta Caterina di grano lucano con fagioli di Sarconi dell'azienda
Per Boschi e Contrade e, a concludere, il gelato del maestro gelatiere Luigi
Buonansegna di Officine del Gusto con assaggi di alcuni vini lucani vincitori dei
5 Grappoli; in particolare, Basilisco, Casa vinicola D'Angelo, Paternoster, Eubea,
Elena Fucci e Quarta Generazione, quest'ultimo alla presenza del produttore,
Sergio Paternoster.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Sicilia
Centro Congressi Four Point by Sheraton Catania - Acicastello
| Mercoledì 23 Marzo 2022
Nella cornice del Centro Congressi dell’Hotel Four Points by Sheraton di Catania,
per l’occasione “addobbato” con numerose piante di ulivo, si è svolta la cerimonia
di consegna delle 5 Gocce Bibenda 2022 alle Aziende premiate per l’eccellenza dei
loro Oli Extra Vergine d’Oliva dalla più prestigiosa e storica Guida nel mondo
del vino e dell’olio.
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25 le etichette premiate, più di 200 i presenti all’evento, 15 giornalisti di settore
accreditati, i banchi d’assaggio con le Aziende “5 Gocce” e i corner dedicati al vino
e al cibo che hanno fatto da “contorno” al primo vero momento di contatto post-
pandemia fra produttori, appassionati, giornalisti e addetti ai lavori.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Abruzzo
Hotel Villa Michelangelo - Città Sant'Angelo - Pescara
| Mercoledì 23 Marzo 2022
La premiazione si è svolta la sera nel corso di un partecipato convegno.
A presentare l’iniziativa i Presidenti della Fondazione Italiana Sommelier
dell’Abruzzo, Daniele Erasmi e Paolo Zazza. Dopo il saluto introduttivo degli
organizzatori, durante il quale si è parlato del valore e delle caratteristiche
degli oli presenti in Abruzzo, sono intervenuti, il docente Roberto Greco, il
presidente della Fondazione Italiana Sommelier Emilia Romagna Maurizio
Saggion, il professor Maurizio Ferri, il Sindaco di Città Sant’Angelo, Matteo
Perazzetti, il Sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, il Presidente del Consorzio
docg Colline teramane Enrico Cerulli Irelli, Gianluca Grimi presidente di
Assoturismo e Stefano Cianciotta Presidente di Abruzzo Sviluppo.
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Al termine ci sono stati banchi d’assaggio degli oli premiati accompagnati da
prodotti tipici del territorio (tra cui pomodorino pachino flagella, pane del
Panificio San Gregorio dell'Aquila e formaggi del caseificio Gregorio) con
assaggi dei vini abruzzesi, in particolare il Montepulciano d'Abruzzo Escol 2016
della cantina San Lorenzo alla presenza del proprietario Gianluca Galasso.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Il dibattito, coordinato dalla docente Sara Tosti e dal Presidente Raffaele Fischetti,
è stato incentrato sulle difficoltà che i cambiamenti climatici stanno portando nel
territorio. È stato affrontato anche il tema delle nuove tecniche agrarie, utilizzate
al fine di ottenere maggiore omogeneità di raccolta nel corso degli anni.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Campania
Hotel Holiday Inn - Cava de' Tirreni - Salerno
| Giovedì 24 Marzo 2022
Cava dei Tirreni è un po’ la Capitale delle nostre attività culturali in Campania e
proprio qui è stata celebrata la festa dell’Olio Evo di BIBENDA 2022 premiando
con le 5 Gocce i migliori olii del raccolto 2021.
Una festa solenne che ha visto i numerosi Produttori premiati, protagonisti in una
regione ricca di qualità del Vino e dei prodotti della Terra.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Veneto
Hotel Tiepolo - Vicenza | Sabato 26 marzo 2022
Nella mattinata si è svolta la sessione di esami del primo corso per Sommelier
dell'olio tenutosi in Veneto, seguita poi nel pomeriggio da una degustazione libera
con banchi d'assaggio che ha coinvolto i frantoi del Veneto presenti in guida.
Sono stati i produttori assieme a Raul D’Alessandro Presidente della regione Veneto
e Maurizio Saggion Presidente della regione Emilia Romagna e docente dell’olio
ad investire ufficialmente i nuovi Sommelier dell’olio, a seguire è stato consegnato
un riconoscimento regionale a tutti i partecipanti; in particolare al Frantoio di
Cornoleda ed al Frantoio Orlandi è stato consegnato il prestigioso riconoscimento
delle cinque gocce Bibenda 2022.
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Sardegna
Sede Regionale di Cagliari | Sabato 26 marzo 2022
Nel Mediterraneo l’olio extravergine di oliva è un gesto quotidiano di gusto e
salute, con una dose giusta di 20 grammi al giorno. L’interesse cresce anche nel resto
del mondo e la Food and Drug Administration americana l’ha promosso a farmaco
nel 2018. Occorre però seminare una cultura dell’Olio EVO per tracciare gli scenari
futuri e veicolare un messaggio di continua scoperta nei piatti. Questi e altri i temi
portati all’attenzione del pubblico grazie al convegno organizzato a Cagliari, sabato
26 marzo, dalla Fondazione Italiana Sommelier nella sede regionale della Sardegna.
Le relazioni degli esperti Pierpaolo Piras e Pierpaolo Arca, rispettivamente medico e
tecnologo alimentare, sono state delle autentiche lezioni arricchite dall'intervento
di Roberto Greco, docente e redattore della Guida Bibenda che ha sottolineato il
patrimonio italiano delle cultivar, oltre 500, contro le 30 della Spagna che però
svetta con il 50 per cento della produzione mondiale.
Il presidente regionale Giulio Pani ha ribadito una criticità da superare: «Per i vini
arriviamo a spendere tanto mentre, per quanto riguarda l’olio, a casa abbiamo un
solo olio e in dispensa non teniamo tre o quattro cultivar diverse». Sulla stessa linea
anche il sommelier Andrea Cherchi, responsabile della didattica per la Sardegna.
«Anche con l’olio bisogna avere la stessa attenzione come con il vino», ha detto
annunciando il prossimo corso di Sommelier dell’Olio a settembre.
Applausi ai produttori premiati con le 5 Gocce della Guida Bibenda 2022: le porta a
casa, per il quinto anno consecutivo, l’Accademia Olearia di Alghero per l’olio Evo
Gran Riserva Giuseppe Fois e l’Olio Evo Biologico. Si trovano tutte nell’Oristanese
le altre eccellenze: l’Agricola Orrù per l’Olio Evo Semidana TresLizos, l’Azienda
agricola Rovelli per l’Olio Evo Ollu Monocultivar Semidana 2021 e l’azienda Tanca
Barbarossa per l’Olio Evo Monocultivar Bosana 2021.
«La premiazione regionale regala ai produttori anche la bellezza del confronto
fra loro», spiega Roberto Greco di Bibenda. La Guida ha appena spento le candeline
sulle trenta primavere. E ancora continua a parlare un linguaggio che sia consono «a
tutti, agli esperti come alla massaie». Parola d’ordine per promuovere l’olio?
Rete. «Come per il vino, i produttori devono capire che il mondo dell’olio deve
essere una famiglia e devono darsi una mano a vicenda e stare allo stesso livello di
qualità per esprimere al meglio il territorio», prosegue l’esperto. ■ Nelle immagini il gruppo
Anche nelle esperienze turistiche l’olio può giocare una grande partita se si mette dei produttori sardi vincitori
al centro, appunto, il territorio.
Infine valorizza il ruolo del sommelier in stretta sinergia con produttori, frantoiani delle 5 Gocce con i loro Oli Evo
e chef. «Il sommelier deve essere infatti in grado di comunicare le caratteristiche
eccellenti. In basso la sorridente
del piatto per l’abbinamento giusto con l’olio, oltre che con il vino», osserva.
Un ultimo segreto per l’olio? pattuglia dei Sommelier.
«La libertà del design della bottiglia. Si può fare tantissimo», conclude.
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La Festa delle 5 Gocce
I Migliori Oli Evo d’Italia
Lazio
Aminta Resort - Genazzano | Domenica 27 Marzo 2022
Domenica 27 Marzo, immersi nel gradevolissimo paesaggio collinare di Genazzano,
presso l’Aminta Resort, ristorante dello chef stellato Marco Bottega, si è svolta la
Festa delle 5 Gocce Bibenda 2022, organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier,
che ha visto premiati i migliori Olio Evo della Regione Lazio.
Dopo l’introduzione del Presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Lazio
Romina Riolli, i docenti Alessia Borrelli e Luciano Mallozzi hanno intrattenuto
gli ospiti con delle relazioni estremamente interessanti. Alessia Borrelli ha parlato
dell’olio non solo come alimento ma anche come ausilio cosmetico per la bellezza
femminile. Luciano Mallozzi ha fatto un originale excursus storico sull’importanza
dell’olio nelle tre religioni monoteistiche insistenti nel Mediterraneo.
Tutti i 18 oli del Lazio protagonisti della giornata sono stati prima degustati
in banchi d’assaggio a bordo piscina e poi proposti durante il pranzo dai nostri
sommelier dell’olio per esaltare al meglio i piatti dello chef. Il piacevolissimo
pranzo conviviale con i produttori ha concluso dunque l’interessante giornata.
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Bibenda 88 duemilaventidue QUANDO NASCE UN CONSORZIO
QUANDO NASCE
UN CONSORZIO
B a r b a r a P a l o m b o
Costituito il 25 marzo 2022, il Consorzio dei Vini della Valle d’Aosta ha scelto il Vinitaly ■ Da sinistra: l'assessore
per presentarsi e illustrare i progetti e le attività future. Davide Sapinet, il presidente
Sappiamo quanto utile sia l’attività di questo organismo riconosciuto dal Mipaaf nella Stefano Di Francesco e Andrea
Tutela del Vino italiano, nella Regolamentazione del Disciplinare, nelle di attività di Barmaz presidente uscente
assistenza tecnica, di proposta, di studio per la promozione del territorio e del prodotto. della Vival.
Uno strumento molto importante per la salvaguardia e la valorizzazione del Vino italiano,
nostro Patrimonio collettivo.
Stefano Di Francesco, Presidente di questo giovane Consorzio, ha preso la parola insieme
all’assessore all’agricoltura e Risorse Naturali della regione Davide Sapinet e a Rudy
Sandi, storico e scrittore, per illustrare gli obiettivi da conseguire raccontando la Valle
d’Aosta dal punto di vista geografico, storico e culturale.
È una terra piccola in dimensioni, ma con una grande tradizione vitivinicola, una complessa
e particolare cultura enoica. I più alti monti d’Europa che si trovano in questo territorio,
Monte Bianco, Monte Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso, sono l’evidenza palese
dell’incredibile storia geologica valdostana: nascono dallo scontro avvenuto 130 milioni di
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anni fa tra gli antichi Continenti Europeo, Oceanico e Africano, e Il clima della Valle d’Aosta non è semplice per la pianta della vite
da tale movimento sono nate le Alpi. Per intensità e per massimo a causa delle basse temperature, però le estati sono abbastanza
impatto, il punto in cui gli strati si sono mescolati di più, quello calde, la ventilazione è costante e ci sono escursioni termiche
soggetto al massimo innalzamento, ha generato la Valle d’Aosta. significative. Questo permette una viticoltura di prezioso
Quindi si può affermare che le viti valdostane si nutrono di un valore, frutto del duro lavoro dei vignaioli valdostani che hanno
suolo derivante da tre Continenti diversi e ciò conferisce alle uve, “strappato” i terreni alla montagna, per mettere a dimora le viti
e al vino, caratteristiche uniche e irriproducibili. su pendenze da capogiro.
È una viticoltura eroica quella della Valle d’Aosta, dove il
Le vette della Valle d’Aosta sono un elemento imprescindibile sodalizio tra passione, tecnica e amore verso la propria terra, si
dell’identità regionale; sulle loro pendici si adagiano i vigneti traduce in vini prestigiosi.
terrazzati tramite tecniche secolari.
I vitigni autoctoni valdostani esprimono una ricchezza straordi- Buon lavoro allora al neonato Consorzio, con l’augurio che la
naria: dodici, distribuiti su soli 60 km lineari di viticultura, un viticoltura di questi luoghi venga promossa e valorizzata come
vitigno diverso ogni 5 km di vigne valdostane, una biodiversità merita. La Fondazione Italiana Sommelier formula i migliori
senza paragoni nel mondo. auguri di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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Bibenda 88 duemilaventidue AUTOCTONO BULGARO
A n t o n e l l a P o m p e i
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AUTOCTONO BU
L’Europa è un antico vigneto e anche in Bulgaria la viticoltura ha radici
antichissime. I Traci vi coltivavano la vite già tremila anni fa, seguiti
ULGARO
poi dai Romani che introdussero nuove tecniche di vinificazione ed una
categorizzazione di uve e vigneti. La Bulgaria oggi vanta una superficie
vitata di circa 60 mila ettari, una produzione annua di 420 mila tonnellate
d’uva e un’esportazione di 60 milioni di litri l’anno.
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Bibenda 88 duemilaventidue AUTOCTONO BULGARO
Diversamente da quello che molti pensano, la viticoltura in Europa radici antichissime. I Traci vi coltivavano la vite tremila anni fa,
non è mai stata solo appannaggio di Paesi come Italia, Francia, Spa- seguiti poi dai Romani che introdussero nuove tecniche di vinifica-
gna o Germania. Chi scrive vi ha già parlato di vini croati e di vini zione ed una categorizzazione di uve e vigneti. Sono state rinvenute
montenegrini, stavolta cercheremo di raccontare qualcosa a propo- tracce di “leggi del vino” introdotte in Bulgaria nel II secolo d.C.
sito dei vini bulgari. La Bulgaria è oggi uno dei Paesi dell’Est euro- dall’imperatore Antonius Pius e la successiva conversione al Cristia-
peo che vede una forte crescita nel contesto vinicolo internazionale: nesimo portò nuovo impulso alla produzione e al consumo di vino.
ha una superficie vitata di circa 60 mila ettari, una produzione an- Da alcuni decenni il governo bulgaro indirizza investimenti
nua di circa 420 mila tonnellate d’uva, di cui 250 mila destinate alla nel settore vinicolo che ha fatto registrare un aumento sia della
vinificazione, ed un export vinicolo verso numerosi mercati per 60 produzione che dell’esportazione. La carta geografica della viti-
milioni di litri, per cui non si tratta certo di un’attività secondaria. coltura bulgara può essere utilmente suddivisa in cinque grandi
L’Europa è un antico vigneto e anche in Bulgaria la viticoltura ha regioni, che interessano quasi interamente il territorio nazionale.
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REGIONE DEL NORD: nella parte nord-occidentale del Paese, si trova tra
il fiume Danubio e i Balcani da nord a sud e, da est ad ovest, nelle terre
della Valle Dobrudzhae, al confine con i territori della ex Jugoslavia.
I vini migliori di questa zona sono i vini rossi prodotti con il Gamza,
un vitigno tipico locale, e con Cabernet Sauvignon e Merlot; i vini
bianchi vengono soprattutto da Chardonnay, Riesling e Sauvignon
Blanc. Qui vengono prodotti i migliori vini bulgari Suhindol e Rousse.
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Bibenda 88 duemilaventidue AUTOCTONO BULGARO
LA VALLE DELLA TRACIA: è la regione meridionale che parte dai Monti Balcani
fino al confine con la Grecia ed ha un clima più tipicamente mediterraneo.
In questa valle viene coltivata la migliore uva della Bulgaria ed i suoi vini,
soprattutto rossi, sono tra i più rinomati ed apprezzati del Paese. Le uve
coltivate sono suddivise fra uve internazionali, prevalentemente Cabernet
Sauvignon e Merlot, e uve autoctone bulgare, tra le quali spicca il Mavrud,
un’uva a bacca rossa che può essere annoverata come il vitigno simbolo
dell’enologia bulgara. Fonti nazionali lo descrivono come un vitigno che
dà vini color rubino intenso, dai profumi essenzialmente di frutta rossa
e di spezie e che, grazie alla struttura importante ad al buon bagaglio di
acidità e di polifenoli, può prestarsi all’invecchiamento. Viene vinificato in
purezza ma, anche per andare incontro ad un gusto più “internazionale”,
viene spesso assemblato con il Cabernet Sauvignon e con il Merlot.
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Una curiosità: in Bulgaria, nella regione della Tracia, si trova un’azienda vitivinicola
di proprietà italiana, l’azienda di Edoardo Miroglio, piemontese tra in più importanti
imprenditori tessili italiani, che nel 2015 è stata eletta miglior cantina di Bulgaria.
L’azienda si chiama Edoardo Miroglio Wine Cellar e si trova ad Elenovo, dove produce
vini sia da vitigni internazionali quali Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Cabernet
Franc, Merlot, Chardonnay e Traminer, che da vitigni autoctoni qauli principalmente
il Mavrud. Per la nostra degustazione abbiamo assaggiato due vini dell’azienda,Villa
Yambol, che ha sede nella Valle della Tracia, i cui vini a base di Mavrud e Cabernet
Sauvignon sono stati i vini bulgari più premiati nel 2019. Producono un’ampia gamma
di etichette, da vitigni internazionali e locali.
Villa Yambol 2019 - Mavrud e Cabernet Sauvignon, vol. 14% - € 4,00. Rosso rubino
con riflessi violacei. Al naso sentori intensi e fruttati, di ciliegia e prugna. In bocca il
sorso è caratterizzato dalla prevalenza delle durezze, con acidità in evidenza e una spinta
alcolica accompagnata da un tannino ancora da smussare e dal ritorno leggermente
amaro. Il corpo è pieno e la persistenza è moderata. Grigliata di carne mista al rosmarino.
Kabile 2016 Villa Yambol - Mavrud e Cabernet Sauvignon, vol. 14% - € 6,50. Rosso
rubino limpido. Profumo intenso di piccoli frutti rossi e neri come ribes e mirtilli e altre
note dall’impronta di frutta poco matura, seguite da accenni speziati, di erbe aromatiche
e da un ricordo di liquirizia. L’assaggio è brioso e caratterizzato da una certa rusticità, con
un’acidità scalpitante e succosa. Il corpo è pieno, mentre il tannino restituisce una leggera
nota amaricante. Buona la persistenza. Spezzatino di manzo al sugo di pomodoro e spezie.
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Bibenda 88 duemilaventidue DIETRO OGNI GRANDE CHEF C’È SEMPRE UN GRANDE MAÎTRE
Non sono ancora molti i ristoranti che hanno compreso e del prezzo che tutto ciò richiede. Ma la scelta iniziale, si lega
l’importanza di comunicare con competenza le scelte e le sostanzialmente al grande Chef che impersonifica poi la location
preparazioni dello Chef dal Maitre di Sala che ricopre o che spesso dà il nome al Ristorante stesso. Scegliere di cenare
un ruolo determinante nel far vivere al commensale presso la “casa” di uno Chef piuttosto che di un altro, significa
un’esperienza indimenticabile. però non solamente volontà d’imbattersi nella meravigliosa
estetica dei suoi piatti o nelle sensazioni uniche dei contrasti
Una figura che ricopre un ruolo determinante. Esistono due proposti, deve significare anche racconto di quelle materie prime
ambiti di pari ed indiscusso valore in un ristorante che si rispetti: e di quelle maestrie adottate per elaborarle. Qui si apre lo scenario
la Cucina dove regna indiscusso la Chef e la Sala dove a farla da chiave di questo approfondimento, e mi piace sottolineare come
gentil padrone è il Maitre (di Sala, appunto). Due metà di un questo scenario abbia la stessa importanza del grande lavoro che
unico cuore pulsante per regalare all’ospite un’esperienza che vuole viene realizzato nelle segrete stanze delle grandi cucine e di come
andare al di là delle pietanze stesse. Oggi, decidere di andare in esso sia praticamente complementare ed indissolubilmente legato
un Ristorante di livello significa ricercare un’emozione a 360° che al successo del ristorante prescelto: la voce stellata dello Chef.
completi anche quella culinaria. Il Ristorante con la “R” maiuscola Ancora oggi, purtroppo, non sono molti i Ristoranti che hanno
è diventato nel corso degli ultimi anni anche un teatro sensoriale compreso l’importanza del trasferire la maniacalità delle scelte e
dove per teatralità s’intende la parte sana dello spettacolo, quella delle preparazioni di un grande Chef che, se non comunicate ed
che ti fa alzare dalla tavola con un ricordo che ti porti dentro e approfondite poi a tavola, fanno vivere la famosa esperienza che
che ti apre la porta dell’emozione di aver vissuto un’esperienza. si ricerca nell’andare in quel posto specifico, solamente al 50%
Non si tratta solo di un pranzo o di una cena, si tratta spesso di (direi anche al 40%): un grande piatto che viene proposto dallo
un viaggio emozionale fatto attraverso le materie prime, attraverso Chef in maniera impeccabile, se non vive anche di un racconto
grandi vini che ad esse si accompagnano esaltandole, si tratta di delle materie prime che lo compongono, perde una buona fetta
un rituale di accoglienza fatto di attenzioni, eleganti e discrete del suo appeal. Non dimentichiamoci mai che è sempre il nostro
“coccole” e stile. Accoglienza, dunque, e un servizio dedicato cervello che bendispone il palato o meglio, che lo aiuta predisporre
che travalicano la sfera della grande Cucina che viene degustata tutte le nostre papille gustative ed i nostri ricettori sensoriali in
e che completano e giustificano spesso la scelta della location maniera tale che quando si degusta la portata preparata, il nostro
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corpo, sorretto e spinto dalla descrizione della particolarità delle materie prime selezionate,
è già proiettato verso una positività che l’assaggio poi completa e suggella. In realtà è un
concetto abbastanza semplice e facile da intuire. Immaginate, solo per fare un piccolo
esempio, che vi troviate di fronte ad un piatto che oltre ad essere presentato visivamente
come un’opera d’arte, viene raccontato snocciolando alcuni dettagli che non solo danno
il peso delle materie prime scelte, ma che vi fanno entrare in una dimensione che vi da
l’idea di essere di fronte ad un unicum facendovi sentire dei privilegiati. Un conto è sapere
di magiare un filetto di cervo su un letto di patate viola, un conto è sapere che il filetto
di cervo è considerata la carne più salutare al mondo in quanto di questo animale non
esistono allevamenti ma è una bestia che vive allo stato brado nutrendosi solo di quello
che Madre Natura gli offre in maniera incontaminata ogni giorno, un conto è sentirne
il giusto punto di sale all’assaggio e un conto è sapere che quel sale di cui si sta godendo
è un sale in fiocchi di Maldon che si ottiene esclusivamente dall’ebollizione dell’acqua
dell’alta marea proveniente dalle antiche scogliere inglesi. I classici dettagli che fanno la
differenza e che riescono ad aumentare, solamente attraverso una percezione mentale, la
bontà e l’unicità di una pietanza già di per sé meravigliosamente realizzata. Tutto ciò, tutta
questa grande operazione di racconto che poi diventa puro coinvolgimento mentale, può
(deve) essere gestita esclusivamente da colui che è il padrone del 50% di quella casa che è
adibita ad accogliere e coccolare gli Ospiti in attesa che nel suo regno (la cucina, l’altro 50%
della casa..) l’artista dei fornelli inizi a preparare per poi deliziare tutti i commensali con le
sue sculture gastronomiche. Quella del Maitre, quella del Maestro di Sala appunto, è una
professione che si può costruire fino ad un certo punto, perché la formazione e l’esperienza
rimangono sì, basilari, in una professione come questa, ma è solo attraverso una sensibilità
innata che non appartiene a tutti, che si può completare l’opera dell’altro Maestro, lo Chef,
regalando emozioni e ricordi unici: la voce stellata dello Chef, appunto.
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n i p ro du t to r i
A tavola c o
C i n z i a B o n f à
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Siamo entrati nelle cucine di alcuni produttori di vino chiedendo loro di
raccontarci una propria ricetta alla quale sono particolarmente legati.
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D A I I L T U O 5 X M I L L E A L L A C U LT U R A D E L V I N O
CODICE FISCALE
Consulenti dell’Editore
Federico SORGENTE.
Grafica e Impaginazione
BIBENDA per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino / Anno XXI / n. 88 / Luglio 2022
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dei Termini del Vino (sono i testi del Corso di qualificazione professionale per Sommelier riconosciuto in tutto il mondo) | Ti Amo Italia (la pubblicazione in inglese su
Vino e Cibo italiani) | Il Quaderno di Degustazione del Vino | Bibenda 2020 Ti Amo Italia del Vino (Edizione Speciale per il francobollo dei 20 anni) | La scienza
in cucina e l’arte di mangiar bene. Pellegrino Artusi | I prodotti della terra d'Italia.
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