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• fenomeni statici (t=0) • fenomeni dinamici (t0) paradigma scientifico: un approccio scientifico
• fenomeni non lineari innovativo che considera i singoli oggetti di
• fenomeni lineari
• fenomeni discontinui studio come parte di un sistema che mette in
• fenomeni continui relazioni i suoi componenti tra loro secondo
• fenomeni reversibili • fenomeni irreversibili
influenze reciproche, non lineari e complesse.
• fenomeni caotici
Un intervento sistemico non interessa i singoli elementi, ma, ad
esempio, le interazioni, le relazioni, l'energia fornita, le perturbazioni
oggetto sistema e fluttuazioni, la somministrazione degli inputs.
TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 19
L’approccio: Teoria Generale dei Sistemi
L’approccio: Teoria Generale dei Sistemi
La teoria generali dei sistemi si occupa di studiare e
comprendere le regole strutturali e funzionali che possono
essere considerate valide per la descrizione di ogni sistema, La principale differenza è tra l’insieme e il
indipendentemente dalla sua composizione. sistema.
Quattro sono gli attributi fondamentali:
- elaborazione dell’informazione
- adattamento al cambiamento delle circostanze insieme: gruppo di elementi il cui fattore principale è la
- l’auto organizzazione presenza di caratteristiche simili. Ludwig Von Bertalan
- l ’automantenimento.
Norbert Wiener trovò che la comunicazione e
Un insieme al suo interno non presenta alcun
l’autoregolazione attraverso la comunicazione sono requisiti legame se non quello rappresentato dalla
essenziali per l’operatività dei sistemi. caratteristica utilizzata per definirli.
L’informazione riguardante i risultati delle attività passate è
riportata nel sistema, andando così ad influenzare il futuro.
Questo processo si chiama di retroazione autocorrettiva
(self corrective feedback) e lo stesso Wiener denominò
l’investigazione scientifica dei fenomeni autocorrettivi :
CIBERNETICA.
La Cibernetica comprende lo studio di autoregolazione,
autoriproduzione, adattamento, elaborazione e (es: compongono un insieme tutti gli studenti di
immagazzinamento dell’informazione e i comportamenti
finalizzati.
quest’aula che indossano occhiali)
L’approccio: Teoria Generale dei Sistemi L’approccio: Teoria Generale dei Sistemi
sistema: gruppo di elementi in relazione tra loro.
B BC C relazione: connessione tra gli elementi appartenenti
AB AC CD
ad un sistema in un rapporto biunivoco;
A D
AD
struttura: insieme delle relazioni presenti
A differenza dell’insieme il sistema presenta forti legami al all’interno del sistema (organizzazione);
suo interno.
Inoltre, un sistema può articolarsi (e non suddividersi) in
sottosistemi autoconsistenti ed ogni sistema è parte di un
altro sistema.
Dire che gli elementi di un sistema sono in relazione vuol
dire che sono legati da leggi di comportamento, ovvero alla
variazione di un elemento corrisponde una mutazione di
tutti gli elementi con cui è in relazione. TECNICA URBANISTICA 2
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L’approccio sistemico
L’approccio: Teoria Generale dei Sistemi RELAZIONI
Connessioni biunivoche tra
INSIEME SISTEMA elementi. Determinano la
L’ organizzazione rappresenta una proprietà costituente
interdipendenza tra di essi.
di un sistema. elementi elementi
Le relazioni hanno un proprio
caratteristiche caratteristiche
relazioni comportamento definito
Attraverso le tipologie di relazioni e le interazioni che si struttura organizzazione.
instaurano tra gli elementi del sistema, l’organizzazione gerarchia
STRUTTURA
determina il funzionamento del sistema.
Insieme delle relazioni di un
sistema.
Forma, distribuzione e intensità delle relazioni tra le Forma un sistema a sé.
Si definisce COMPLESSO un sistema
componenti del sistema ne costituiscono
in cui le RELAZIONI e la GERARCHIA GERARCHIA
l’organizzazione. non sono immediatamente conoscibili. Definisce un ordine degli
elementi secondo
l’importanza.
Teoria Generale dei Sistemi ĺ la città come sistema Caratteristiche e proprietà di un sistema
• ciascun sistema è sempre parte di un sistema di ordine
Tra le molte proprietà dei sistemi a noi interessa superiore (sovrasistema) e al suo interno è sempre
particolarmente il seguente concetto: individuabile un sistema di ordine inferiore (sottosistema).
Ogni sistema è contenuto in un sistema più grande • Caratteristica peculiare di un sistema è la complessità
(MACROSISTEMA) e le sue parti a loro volta possono
essere articolate in sistemi. il tempo
sistema costituisce una
variabile
Sottosistema fondamentale
sistema
semplice complesso
struttura
Teoria Generale dei Sistemi ĺ la città come sistema Teoria Generale dei Sistemi ĺ la città come sistema
La città come sistema dinamicamente complesso La città come sistema dinamicamente complesso
SPAZI i luoghi dove si svolgono le attività; TERRITORIO il supporto fisico allo svolgimento
delle attività
SOTTOSISTEMA
ATTORI SOTTOSISTEMA
ANTROPICO ELEVATA VELOCITÀ DI CAMBAMENTO
ANTROPICO
relazioni
elementi
SOTTOSISTEMA
ATTIVITÀ SOTTOSISTEMA ELEVATA VELOCITÀ DI CAMBAMENTO
FUNZIONALE
FUNZIONALE
CITTÀ relazioni
elementi
SOTTOSISTEMA
SPAZI SOTTOSISTEMA
FISICO BASSA VELOCITÀ DI CAMBAMENTO
FISICO
relazioni
elementi
SOTTOSISTEMA
TERRITORIO
GEOMORFOLOGICO
relazioni TECNICA URBANISTICA 2
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Le relazioni tra sottosistemi del sistema urbano Il libro di testo è:
R. Papa (2009)
Il governo delle trasformazioni urbane e territoriali
ATTORI Metodi tecniche e strumenti
FRANCOANGELI / Urbanistica
culturale cultura
ATTIVITÀ In questa lezione sono stati trattati gli argomenti dei seguenti
articolazione sul capitoli:
Distribuzione
adattamento Destinazione territorio degli cap. 1 Sistema urbano e complessità pagg. 23 - 47
d’uso spazi che
d’uso
accolgono
SPAZI ADATTATI Per un approfondimento degli argomenti trattati:
attività al fine di
consentire il Urbanistica: voce dell’enciclopedia Universale dell’arte (1966) G.
distribuzione Intensità d’uso e migliore Astengo
Forma d’uso funzionamento
J. Brian McLoughlin, (1969 – ed. it. 1973)
TERRITORIO “La pianificazione urbana e regionale. Un approccio sistemico”,
Marsilio Editore, Padova
Alcuni richiami
L’articolazione in sottosistemi può essere espressa anche in
relazione agli elementi che li compongono e alle relazioni
che tra questi si instaurano.
I principali elementi del sistema urbano sono:
SISTEMA URBANO E
PARADIGMA PRESTAZIONALE ATTORI sono coloro che materialmente svolgono
D attività nella città;
Rosa Anna La Rocca
Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università degli Studi Federico II di Napoli
larocca@unina.it
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it
O ATTIVITÀ le azioni che si svolgono nella città;
SOTTOSISTEMA
ATTIVITÀ
FUNZIONALE
CITTÀ relazioni
elementi sottosistema funzionale
inteso come l’insieme delle attività che si svolgono nella città.
SOTTOSISTEMA Il “fare dell’uomo” nella città.
SPAZI
FISICO
relazioni
ATTIVITA’ e COMUNICAZIONI
elementi
SOTTOSISTEMA
TERRITORIO
GEOMORFOLOGICO
relazioni TECNICA URBANISTICA 2
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forma
attività e territorio: quanto
adattamento dello spazio per dello spazio l’attività usa lo spazio.
s. fisico contenere un’attività s. funzionale [es. ab/mq]
canali distribuzione come si distribuiscono comunicazioni distribuzione origine e destinazione dei flussi
sul territorio
Le caratteristiche dei sistemi. Elementi di analisi il sistema urbano è funzione dello spazio: SU= f(s)
DOMANDA
avviene per differenza
Generalmente l’utilizzo del paradigma prestazionale è
esigenze
bis<ogni
aspettat
desideri
tra domanda ed
aspiraz
orientato a testare la rispondenza di un prodotto alla
offerta.
domanda di qualità espressa dagli utenti.
POSITIVA eccesso
NULLA equilibrio
D Bisogni, esigenze, attese dell’UTENZA
NEGATIVA deficienza
dotazioni
strutture
OFFERTA
servizi
Risposta del sistema in ragione delle
sue risorse e caratteristiche orientate
al soddisfacimento della domanda
conoscenza
DELLE
COMPATIBILITÀ
Carico - Domanda
DEFINIZIONE
OBIETTIVI
ADEGUATEZZA TRASFORMAZIONE
Equilibrio PREVISIONE PREVISIONE
decisione
NUOVI LIVELLI
AFFIDABILITÀ REQUISITI DEFINIZIONE PRESTAZIONI
DELLE
Reazione - Offerta RICONOSCIBILITÀ TRASFORMAZIONI
ANALISI
DEI
verifica
RISULTATI DI TRASF.
CONFRONTO
DOMANDA /
TECNICA URBANISTICA 2 TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca OFFERTA
R.A. La Rocca
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Propensione al cambiamento Resistenza al cambiamento Come per i due sottosistemi principali anche la
disparità tra la flessibilità della domanda e la
SOTTOSISTEMA SOTTOSISTEMA SOTTOSISTEMA
ANTROPICO FUNZIONALE FISICO
rigidità dell’offerta rappresenta il maggiore
ostacolo nella ricerca di un possibile equilibrio
del sistema.
BISOGNI ATTIVITÀ SPAZI L’assunzione del paradigma prestazionale
ESIGENZE COMUNIC. CANALI consente di orientare tale ricerca verso obiettivi
di qualità da raggiungere in maniera compatibile
con le risorse e le caratteristiche del sistema sul
SOTTOSISTEMA DELLA SOTTOSISTEMA quale le diverse domande si concentrano.
DOMANDA OFFERTA
Flessibilità Rigidità
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Il peso sul sistema urbano: il Carico Urbanistico Il peso sul sistema urbano
esigenze
aspettat
desideri
Il carico urbanistico determina il fabbisogno di
aspiraz
bisogni
Il CARICO URBANISTICO è una
strutture, infrastrutture, impianti e servizi, in ragione
DOMANDA
funzione complessa che esprime del tipo di attività presente su un territorio (abitanti,
“il peso” sulla struttura fisica della addetti, allievi, malati, ecc.).
città corrispondente all’esigenza
di svolgere una determinata Può anche essere espressione delle dotazioni
dotazioni
strutture
OFFERTA
attività. (strutture e servizi) presenti su un territorio.
servizi
Esprime, cioè, una domanda di
Il Cu, infatti, può essere definito come l’insieme
prestazioni necessarie allo
integrato delle attività e quindi degli spazi, dei
svolgimento di attività. volumi, dei servizi, dei canali e delle comunicazioni
Questa domanda grava sul che si svolgono in una certa area.
sistema fisico.
Carico
Urbanistico
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Attività principale e attività secondarie Carico Urbanistico
Cu = f2 (U) [2]
Cu = f3 (I) [3]
Cu = f (U, A, I)
Un’eccedenza di intensità d’uso comporta una
crisi del sistema e si parla ad es. di
congestione. Il superamento del limite
massimo di carico comporta un collasso del
sistema che perde efficienza senza possibilità
di recupero anche senza incremento ulteriore.
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Carico Urbanistico Carico Urbanistico
Per arrivare a definire una condizione di L’espressione del carico urbanistico
equilibrio tra domanda e offerta è necessario diviene:
fornire al sistema dotazioni urbane, ovvero un
insieme di strutture e servizi in grado di reggere Cu = f (U, A, I)
al carico supposto o atteso.
La dotazione “D” è una caratteristica dell’offerta Cu = f (U, D)
ed è espressa dai volumi, superfici, spazi,
necessari a soddisfare la domanda. La quantificazione tecnica del carico
urbanistico si ottiene attraverso la
dotazioni D = f (A,I) combinazione degli indici urbanistici
intensità definiti per singole zone.
attività
APPROCCIO PARADIGMA
SISTEMICO PRESTAZIONALE
GOVERNARE GOVERNO
DELLE
IL SISTEMA TRASFORMAZIONI
URBANO
RICERCA DI EQUILIBRIO
(dinamico)
Dalla pianificazione
p f al ggoverno del sistema urbano Dalla pianificazione
p f al ggoverno del sistema urbano
conoscere conoscere
definire uno scenario obiettivo definire uno stato desiderato
decidere decidere
SISTEMA individuare il percorso
SISTEMA individuare la traiettoria di evoluzione
URBANO di evoluzione del sistema
agire agire
creare le condizioni affinché la traiettoria sia
creare le condizioni affinché l’evoluzione del
quanto più possibile rispondente agli
sistema urbano raggiunga lo stato desiderato
obiettivi prefissi
cosa si vuole
1 definizione del problema fare
si può fare
DECISIONE
4 valutazione di soluzioni alternative altro?
Dalla pianificazione
p f al ggoverno del sistema urbano Dalla pianificazione
p f al ggoverno del sistema urbano
Su
T T
FINALITÀ OBIETTIVI
DOMANDA DI
CONOSCENZA
ATTIVITÀ
DEL E
SISTEMA
SPAZI Specificazione
Stato in grado di
Miglioramenti strategici
massimizzare l’equilibrio per il sistema urbano operativa delle finalità
Esito della domanda-offerta sulla base
conoscenza delle risorse effettivamente
disponibili
Sottofasi dell’azione
Le azioni di monitoraggio e controllo richiedono il Elementi fondamentali di un processo di controllo in
costante aggiornamento delle caratteristiche e degli senso cibernetico sono:
elementi che compongono il sistema.
l’informazione, che costituisce l’agente che innesca e
1 sostiene il processo;
Un ausilio arriva dalla cibernetica (anni Cinquanta)
PRINCIPIO:
l’apprendimento, che implica la definizione del campo
Gli organismi viventi sono 2 di esistenza delle variabili;
dotati di meccanismi di
retroazione (feedback) che
consentono di reagire alle il ciclo di retroazione, inteso come meccanismo
sollecitazioni esterne e di 3 ciclico che consente di riconoscere in ogni istante se il
mantenere un equilibrio. sistema si sta evolvendo lungo la traiettoria desiderata.
Questi meccanismi naturali
possono essere riprodotti in
ambienti artificiali.
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trasformazioni urbane attraverso le fasi della
Il processo ciclico di governo delle
attuazione strumenti
Piani attuativi
Particolareggiati
• a tempo determinato
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• validi a tempo determinato
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P. P. 3a fase - attuazione
Legge 1150/1942 TECNICA URBANISTICA 2
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Il quadro normativo: Il quadro normativo:
prime leggi urbanistiche prime leggi urbanistiche
• Legge 2248/1865 sulle opere pubbliche; Con queste tre leggi, lo Stato può
• Legge 2279/1865 sul riordino della esercitare un controllo sull’attività di
viabilità ferroviaria; occupazione del suolo.
• Legge 2359/1865 sulle espropriazioni per
pubblica utilità.
Il Piano di Ampliamento
ambito: aree esterne alla città
finalità: gestione della crescita urbana
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R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
Il primo Piano Regolatore in Il primo Piano Regolatore in
Legge 2359/1865 Italia: caratteristiche Legge 2359/1865 Italia: caratteristiche
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AA 2011 - 2012
II contenuti
contenuti del
del P.R.G.C.
P.R.G.C. sono
sono fissati
fissati dall’art.7:
dall’art.7:
I comuni non dotati di PRG sono tenuti
comunque a redigere un Regolamento la rete
la rete principale
principale delle
delle infrastrutture
infrastrutture
Edilizio corredato da un Programma di la zonizzazione
la del territorio
zonizzazione del territorio comunale
comunale
Fabbricazione che costituisce lo strumento
minimo di disciplina delle trasformazioni l’indicazione delle
l’indicazione delle aree
aree destinate
destinate aa spazi
spazi
edilizie di uso
di uso pubblico
pubblico
l’indicazione delle
l’indicazione delle aree
aree destinate
destinate aa
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R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
fabbricati pubblici
fabbricati pubblici
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R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
Il Piano
Regolatore
di Napoli
del 1939
Il Piano Regolatore
di Bologna del 1954
TECNICA
TECN ICA URBANISTICA
URBAN
RBANISTI
ISTICA 2 TECNICA
TECN ICA URBANISTICA
URBAN
RBANISTI
ISTICA 2
La Rocca
R.A. La Roc
Rocca La Ro
R.A. La Roc
cca
Rocca
AA 2011 - 2012 AA 201
2011
2011 - 201
2012
2
Il P.R.G. della legge 1150/1942 : esempi - 3
Il Piano
Regolatore
di Padova
del 1954
Il Piano Regolatore
di Siena del 1956
TECNICA
TECN ICA URBANISTICA
URBAN
RBANISTI
ISTICA 2 TECNICA
TECN ICA URBANISTICA
U
URBANISTI CA 2
C
La Rocca
R.A. La Roc
Rocca La Ro
R.A. La Roc
cca
Rocca
AA 2011
2011 - 2012
201 2012 AA 2011 - 2012
Dlgs 154/1945
Dopo la LUN Dlgs 154/1945
Piani di Ricostruzione
Rispondere alle esigenze dell’emergenza attraverso urgenti
lavori edilizi attuabili con procedure più semplici di quelle
Accantonata la LUN con il pretesto che non fosse del PRG anche per non compromettere lo sviluppo futuro
rispondente alle urgenze dettate dall’evento degli abitanti.
bellico, vengono introdotti i
Fu abbandonata la logica dei piani
Piani di Ricostruzione.
La logica dell’emergenza è durata molto più del necessario
Sulla logica dell’emergenza i proprietari avevano
facoltà di costruire senza l’obbligo di prevedere
strutture o infrastrutture necessarie.
TECNICA URBANISTICA 2 TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
L. 1902/1952
Misure di salvaguardia L. 167/1962
Piani di Zona
Tentano di marginare l’uso incontrollato del Si tenta di collegare la pianificazione
territorio. urbanistica alla programmazione edilizia.
Si pone come alternativa alle aree di edilizia
Agiscono nel periodo compreso tra
economica proponendo quartieri integrati.
l’adozione e l’approvazione del piano.
La legge prescrive che le aree da destinare
È il tentativo di operare il controllo del all’edilizia economica e popolare vengano
rilascio delle licenze edilizie. scelte tra quelle indicate dal PRG come aree
di espansione.
TECNICA URBANISTICA 2 TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
La legge Ponte:
Modificazioni ed integrazioni alla L.
L. 167/1962
Piani di Zona L. 765/1967
tentativo di 1150/1942
riforma
La legge prevede che tra gli interventi previsti vi sia La “legge ponte” si inquadra in un contesto
una parte destinata ad interventi privati non caratterizzato dalla forte richiesta di riformare la
finanziati per assicurare una composizione sociale materia urbanistica.
diversificata.
Aveva l’ambizione di rappresentare un
L’obiettivo principale era l’agevolazione collegamento tra il sistema normativo esistente ed
dell’acquisizione di aree a basso costo da destinare una riforma radicale.
all’edilizia ec. e pop.
La riforma non verrà realizzata ma alla legge va il
L’acquisizione delle aree avveniva mediante
merito di aver normato alcune innovazioni
esproprio al prezzo del valore di due anni
introdotte a livello comunale per iniziativa di
precedenti alla realizzazione del piano.
TECNICA U
URBANISTICA
URBANISTI CA 2
C TECNICA U
URBANISTICA
URBANISTI CA 2
C
R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
singoli. R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
La legge Ponte: La legge Ponte:
L. 765/1967
tentativo di riforma L. 765/1967
tentativo di riforma
Rappresenta l’unico vero tentativo di limitare lo Introduce un nuovo strumento urbanistico: il Piano di
Lottizzazione Convenzionata in alternativa al Piano
sfruttamento incondizionato del territorio. Infatti
Particolareggiato per l’attuazione del PRG.
limita le possibilità di edificazione dei Comuni
sprovvisti di PRG. Definisce dei limiti di densità all’edificazione privata e di
standard minimi di servizi pubblici.
Sancisce l’obbligatorietà dei Piani Particolareggiati
e l’adozione delle misure di salvaguardia. Estende l’obbligo di richiedere la licenza edilizia per
qualsiasi intervento sul territorio comunale
La legge Ponte:
L. 765/1967
tentativo di riforma L. 765/1967
Piani di Lottizzazione
Per la prima volta viene posta l’attenzione sul fatto che le Preferibilmente di iniziativa privata
trasformazioni territoriali hanno un costo per la
realizzazione delle opere primarie(strade, fognature, acuq
energia, ecc.) e secondarie (scuole, ambulatori, parchi, ecc.) Interessano le aree che il PRG destina ad
espansione edilizia
Consente ai Comuni di gravare i privati per le opere di
urbanizzazione primaria e in parte per quelle di
urbanizzazione secondaria attraverso il rilascio di una Rappresentano il mezzo per interessare
autorizzazione subordinata alla stipula di una convenzione l’intervento privato anche alla realizzazione
di servizi necessari alla attività residenziale.
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R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
La “riforma parziale” della La “riforma parziale” della
legge Ponte legge Ponte
L. 765/1967 L. 765/1967
Ciò che la legge aveva rilevato può essere schematizzato in Art. 17: Alla legge 17 agosto 1942, n. 1150, dopo l'articolo 41, è
aggiunto il seguente articolo 41-quinquies:
Scarsa qualità insediativa Standard
“In tutti i Comuni, ai fini della formazione degli
scarsa dotazione di verde pubblico strumenti urbanistici o della revisione di quelliedilizi
esistenti,
scarsa dotazione di parcheggi devono essere osservati limiti inderogabili di densità
edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati, nonché
insufficiente previsione di servizi pubblici rapporti massimi fra spazi destinati agli insediamenti
eccessive densità insediative residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle
attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi”
Insufficiente numero di PRG approvati
Standard
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R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
urbanistici
L.865/1971
La “legge sulla casa” L. 10/1977
La “legge Bucalossi”
Modificail radicalmente
separa il diritto di dal
diritto di proprietà proprietà deldi
diritto
La legge interviene nuovamente sul sistema privato.
edificazione.
dell’esproprio.
il diritto di costruire anche se su proprio suolo
i valori di indennizzo sono rapportati al valore appartiene allo Stato.
La concessione può essere rilasciata solo se la
agricolo. Trasforma la Licenza Edilizia
trasformazione è conforme coninleConcessione
indicazioni del
Edilizia onerosa.
piano.
svincola il valore del suolo dagli effetti del piano
gli
Stabilisce
interventi
chediglitrasformazione
interventi sul territorio
devono essere
siano
realizzati
eseguiti sulla
tra 3base
e 5 anni.
di Programmi Pluriennali di
TECNICA URBANISTICA 2
attuazione. TECNICA U
URBANISTICA
URBANISTI CA 2
C
R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
L. 457/1978
“Norme per l’edilizia residenziale” L. 47/1985
Le “Sanatorie”
Per valutare il fabbisogno di nuove abitazioni si Consente il ricorso a varianti al fine di sanare gli
dovranno considerare anche i vani recuperati interventi.
attraverso i PdR. TECNICA U
URBANISTICA
URBANISTI CA 2
C TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
L. 142/1990
La riforma delle autonomie locali L. 127/1997
Le “riforme Bassanini”
introduce innovazioni sulle competenze degli enti locali in
Introducono una serie di innovazioni
materia di gestione del territorio.
L. 191/1998 sostanzialmente finalizzate allo
snellimento delle procedure
Le innovazioni
Piano più significative
Territoriale fanno riferimento
di Coordinamento alla
Provinciale burocratiche e alla semplificazione dei
precisazione delle competenze delle Province in materia di procedimenti amministrativi
pianificazione territoriale.
introduce la definizione delle aree metropolitane e delle In sostituzione dei termini trasferimento, delega,
rispettive città metropolitane (capo IV, art. 17 e 18). attribuzione, introduce quello di conferimento, che
sottende la diretta assegnazione di funzioni agli enti
introduce l’Accordo di Programma come strumento di territoriali in ragione della loro riaffermata titolarità e della
intervento che integra l’azione di più soggetti pubblici. riconosciuta attitudine al soddisfacimento immediato degli
TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca interessi della comunità. TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
L. 59/1997
L. 127/1997
Le “riforme Bassanini” Le “riforme Bassanini”: principi
Completezza
L. 191/1998 Sono attribuite alle Regioni le competenze che non
Principio fondamentale è la SUSSIDIARIETA’, ossia rientrano tra quelle statali né risultano conferite agli Enti
Locali, pur rientrando per connessione nelle materie e nei
l’attribuzione della generalità dei compiti e delle funzioni
compiti da devolvere.
amministrative ai comuni, alle province e alle comunità
montane, con l’esclusione delle sole funzioni incompatibili Cooperazione
con le dimensioni locali. Implica, in sintonia con il principio costituzionale di leale
collaborazione, un armonico contemperamento delle
SUSSIDIARIETA’ - Trattato di Maastricht, poi inserito
nella legislazione comunitaria. iniziative statali interferenti con le esigenze locali,
Viene di norma interpretato nel senso che le attraverso strumenti di cooperazione
comunità minori ed i loro enti esponenziali
(Province, Comuni, Comunità montane) devono
provvedere autonomamente a soddisfare i loro
TECNICA URBANISTICA interessi
2 ed i loro bisogni e che, solo laddove non vi TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca riescano, possano intervenire in loro sostituzione le R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 Regioni o lo Stato. AA 2011 - 2012
Le “riforme Bassanini”: principi La “riforma costituzionale
Responsabilità ed unicità dell’amministrazione
Implica l’attribuzione ad un unico soggetto delle funzioni
La riforma del Titolo V della
e dei compiti tra loro interconnessi, strumentali e Costituzione ha determinato un
complementari, concentrando in capo ad esso, anche se a
struttura associativa, la responsabilità di ciascun servizio o rafforzamento sia del potere
attività amministrativa.
legislativo regionale che del potere
Efficienza ed economicità amministrativo agli Enti Locali, dando
Necessaria la relazione di proporzionalità tra le risorse
impiegate e gli obiettivi perseguiti, con la conseguente alla Repubblica Italiana una impronta
“soppressione dei compiti e delle funzioni superflui”.
più propriamente “federalista”.
TECNICA URBANISTICA 2 TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012 AA 2011 - 2012
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
in Campania Il libro di testo è:
R. Papa (2009)
L.R. 28/12/2009 n. 19 Il governo delle trasformazioni urbane e territoriali
Metodi tecniche e strumenti
FRANCOANGELI / Urbanistica
L.R. 05/01/2011 n. 1
In questa lezione sono stati trattati gli argomenti dei seguenti
Misure urgenti per il rialncio economico per la capitoli:
cap. 16 pagg. 348 – 355
riqualificazione del patrimonio esistente per la
prevenzione del rischio sismico e epr la semplificazione
amministrativa
TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011 - 2012
La pianificazione Urbanistica ha lo scopo di governare le trasformazioni del
territorio.
J
Università degli Studi Federico II di Napoli
larocca@unina.it
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it NORMATIVA stabiliscono regole
PIANI
I PIANI URBANISTICI possono differenziarsi sulla base di diversi parametri PRINCIPALI TIPI DI PIANO
J
rapporto gerarchico
PIANI REGOLATORI GENERALI intercomunali / comunali
effetti giuridici (PIANI URBANISTICI COMUNALI) interessano + interessano tutto il
PIANI URBANISTICI indirizzano ai fini di un coordinamento la comuni territorio comunale
programmazione e la pianificazione urbanistica
disposizioni sull’uso del territorio
degli enti locali.
LIVELLO TERRITORIALE
PIANI GENERALI: PIANI DI SETTORE:
hanno funzione di indirizzo sono a carattere
e sono strettamente monotematico;
LIVELLO COMUNALE
connessi a previsioni e piani
di carattere economico;
forniscono le linee disciplinano l’uso del
LIVELLO ATTUATIVO
programmatiche (indirizzi) territorio in riferimento a
dello sviluppo di un territorio specifici settori (ambiente,
difesa del suolo, mobilità,
risorse, ecc.)
Piani attuativi
LIVELLO
ATTUATIVO Strumenti di
riqualificazione urbana TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011- 2012
LE AREE INTERESSATE DA PIANI ATTUATIVI RIGUARDANO AMBITI
IL PIANO URBANISTICO COMUNALE REGOLA GLI INTERVENTI SU
RISTRETTI DEL TERRITORIO
TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE
MODALITÀ
DI
ATTUAZIONE
INTERVENTO INTERVENTO
DIRETTO INDIRETTO
ordinari
PROCEDURE PIANI URBANISTICI
REGOLAMENTARI
(testo unico dell’edilizia DPR 380/2001) a finalità mista
Consentono la trasformazione
• DICHIARAZIONE DI INIZIO ATTIVITÀ del territorio attraverso procedure proprie
dei piani urbanistici
• PERMESSO A COSTRUIRE (redazione, adozione, approvazione)
pubblica
Possono essere di iniziativa:
Applicazione delle indicazioni del piano attraverso privata
processi appositi che consentono all’amministrazione mista (pubblico+privato)
di effettuare un controllo dell’intervento.
Possono interessare anche gli aspetti connessi
Sono tese alla responsabilizzazione del singolo alla programmazione degli interventi, ossia alla
proprietario rispetto al tipo di intervento. scansione temporale delle azioni che si vogliono
eseguire, nella quale vengono coinvolti più attori.
evoluzione evoluzione
A metà degli anni ’60 viene introdotto il PIANO DI Alla crescita economica fa riscontro uno sviluppo
LOTTIZZAZIONE CONVENZIONATA (L. 765/1967) di industriale durante gli anni Settanta che comporta la
iniziativa pubblica o privata (preferibilmente) si necessità di predisporre strumenti per la pianificazione
configura come lo strumento di urbanizzazione organica 1970 delle aree da destinare ad insediamenti produttivi. La
di parti del territorio destinate dal PRG ad insediamenti formulazione di PIANI PER INSEDIAMENTI
prevalentemente residenziali. PRODUTTIVI (L. 865/1971) rappresenta il tentativo di
1960 La convenzione è attivata tra PA e privati nella ripartizione degli impegni per la
realizzazione del piano.
promuovere un’organica pianificazione urbanistica per le
L’edificazione è possibile solo se sono presenti le opere di urbanizzazione: aree destinate alla produzione dal PRG (aree D).
Primaria (opere che rendono possibile l’edificazione del suolo: strade, parcheggi
impianti a rete, ecc.);
Secondarie (opere che rendono possibile la vita del quartiere: verde, scuole,
istituzioni sanitarie, ecc.)
BURC
Pubblicazione – in vigore dopo 1 g.
PUA - LR 16/2004 Norme Tecniche e direttive riguardanti PUA - LR 16/2004 Norme Tecniche e direttive riguardanti
gli elaborati - DGR 834/2007 gli elaborati - DGR 834/2007
2. Elaborati di analisi
f) verifica della conformità del Piano rispetto al PUC. c) documentazione fotografica dei luoghi e delle preesistenze;
PUA - LR 16/2004 Norme Tecniche e direttive riguardanti PUA - LR 16/2004 Norme Tecniche e direttive riguardanti
gli elaborati - DGR 834/2007 gli elaborati - DGR 834/2007
Nel caso in cui, ai sensi dell’art. 26, comma 5, della legge 16/2004, la
Giunta comunale decida di conferire alla delibera di approvazione del
PUA valore di permesso di costruire abilitante la realizzazione degli
interventi ivi previsti, ovvero nelle ipotesi di cui all’art. 2, comma 1, I PIANI URBANISTICI ATTUATIVI
lettera c) della L.R. 19/2001, il PUA sarà corredato dai seguenti
elaborati: Rosa Anna La Rocca
Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università degli Studi Federico II di Napoli
a) progetto plano-volumetrico (scala 1:200 o 1:500); larocca@unina.it
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it
b) prospetti e sezioni (scala 1:200 o 1:500);
PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
COMUNALE SECONDO LA L. 1150/42
Le previsioni di massima del PRG (fase 1)
Fase 1 – PREVISIONE GENERALE
devono essere attuate (fase 2) mediante
E DI MASSIMA
Piani Particolareggiati (art. 13. L.1150/42).
t indeterminato
I PP hanno funzione di strumenti di
attuazione del PRG.
Fase 2 – PREVISIONI PARTICOLARI
DI ATTUAZIONE
IL PIANO PARTICOLAREGGIATO Il PRG, infatti, avendo valore a tempo
a scadenza, f(€) indeterminato ed essendo esteso all’intero
territorio comunale, non contiene
normalmente indicazioni di dettaglio.
Il passaggio da 1 a 2 avviene tramite
strumenti idi specificazione a carattere
Nella pratica è invalsa la tendenza a
urbanistico ed edilizio (PIANI ATTUATIVI)
considerare le indicazioni di PRG
immediatamente operative in molte zone
La 2 può essere affidata all’AC oppure può del territorio comunale.
essere proposta da operatori privati
interessati. Di conseguenza il PP è diventato uno
strumento non ordinario.
Contenuti di massima PP PP
Contenuti di massima
– Individuazione della rete infrastrutturale viaria, dalla maglia larga
– reti stradali (caratteristiche planimetriche, sezioni-tipo,
alla maglia di penetrazione;
caratteristiche compositive);
– spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;
– principali dati altimetrici di ciascuna zona;
– suddivisione del suolo in terreni edificabili e no;
– planovolumetrico delle costruzioni lungo le principali strade e
– suddivisione del suolo edificabile in singoli appezzamenti di piazze;
terreno non ulteriormente frazionabili, definiti lotti;
– spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;
– specifica di dettaglio delle tipologie edilizie, con prescrizione e
– edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a
limiti per l’attività edilizia privata relativi all’altezza delle
restauro o a “bonifica” edilizia;
costruzioni, agli edifici destinati a demolizione e ricostruzione, alla
suddivisione degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia – suddivisione degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia
del piano; indicata nel piano;
– elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare; – elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare;
– profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui – profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui
occupazione serva ad integrare le finalità delle opere stesse ed a occupazione serva ad integrare le finalità delle opere stesse ed a
soddisfare prevedibili esigenze future; soddisfare prevedibili esigenze future;
– relazione illustrativa; – relazione illustrativa;
– piano finanziario (art. 30, L 1150/42) sostituito da una relazione – piano finanziario (art. 30, L 1150/42) sostituito da una relazione
finanziaria di massima (L 765/67). finanziaria di massima (L 765/67);
PP LA DOCUMENTAZIONE DEI PIANI ATTUATIVI
Interventi in aree libere Interventi in aree edificate o
Il PP precisa l’assetto definitivo del territorio delimitato, i limiti e i parzialmente edificate
vincoli imposti all’edificazione privata e le aree destinate alle opere
1. stralcio del PPA; 9. profili e sezioni dello stato di fatto
pubbliche.
verso gli spazi pubblici;
2. stralcio del PRG vigente;
10. progetto urbanistico-
3. stralcio delle NTA;
Ed inoltre: architettonico definito nelle
4. relazione corredata da masse e nelle altezze delle
– le aree destinate al sistema commerciale all’ingrosso e al dettaglio; eventuali NTA; costruzioni che contenga:
– gli allineamenti degli edifici; 5. estratto catastale con l’elenco • gli spazi riservati ad opere
– la profondità di fasce laterali o circostanti all’area vincolata per: delle proprietà; pubbliche;
creare zone di rispetto con divieto di edificazione intorno a funzioni 6. planimetria di analisi dello stato • gli edifici da demolire o ricostruire
particolari (ad es. ospedali, scuole, carceri, ...); di fatto; ovvero soggetti a restauro e
integrare le funzioni previste (es. verde vicino alle scuole);
risanamento conservativo e a
7. progetto planovolumetrico;
soddisfare prevedibili esigenze future;
ristrutturazione edilizia
8. progetto di massima delle
11. profili regolatori
opere di urbanizzazione.
– l’elenco dei beni soggetti o da assoggettare a speciali vincoli di
12. relazione di previsione di
legge o a particolari servitù (ed. di interesse storico, monumentale, massima delle spese occorrenti
archeologico ed ambientale). per l’acquisizione delle aree e
per le sistemazioni generali.
L’attuazione dl PP può avvenire secondo 2 modalità: Ö elaborazione del piano da parte dell’ufficio tecnico comunale
Ö delibera di adozione del piano da parte del Consiglio Comunale (L.
• Dichiarazione di pubblica utilità competente o per incarico esterno;
Direttamente
• Esproprio
da parte del
BURC
Pubblicazione – in vigore dopo 1 g. Il termine per l’attuazione di un PP non può essere superiore a 10 anni
elaborati elaborati
Stralcio del PRG vigente, con
individuazione della zona da trasformare stralcio delle NTA del PRG vigente relative alla zona oggetto del PP
mediante piano attuativo
elaborati elaborati
-- Elenchi catastali delle proprietà da
espropriare o da vincolare, desunto da -- elenchi catastali delle proprietà da espropriare o vincolare,
mappa catastale desunto da mappa catastale da cui si evidenziano le aree da
espropriare o da vincolare
Ex Fonderie
planimetria del progetto di PP disegnato su catastale 6. planimetria con lottizzazione delle aree edificabili ed eventuale indicazione
dei comparti
Concetto di lottizzazione:
suddivisione dell’area in
comparti funzionali
autonomi
A - Senza alcuna
considerazione della
struttura della proprietà
elaborati elaborati
planimetria del progetto di PP
Norme di attuazione del PP
elaborati elaborati
planimetria del progetto di PP : eventuali grafici dei tipi architettonici degli edifici di maggiore interesse
Impianti acque scarico - gas
Questo elaborato deve precisare la sistemazione Questo elaborato deve essere redatto in scala non inferiore al 1/200 ed è considerato
edilizia voluta lungo le principali vie o piazze, la indispensabile quando è necessaria una particolare sistemazione per le sedi stradali o
scala non deve essere inferiore al 1/500. per la creazione di parchi o giardini pubblici
relazione di massima delle spese occorrenti per l’acquisizione e elaborati Relazione tecnica illustrativa elaborati
la sistemazione delle aree
Totale fondi 100%
Somme per lavori a base di appalto: 70% circa
Somme a disposizione: 30% circa
Questo elaborato serve a dimostrare che il PP è stato programmato e che nel periodo
della sua validità se ne prevede la realizzazione (totale o parziale). Contiene indicazioni
anche in riferimento alla quantificazione degli interventi.
PPA
PPA
Obbligo Concessione
dell’attuazione
del piano. PPA della possibilità
di attuare il L. 94/1982
solleva dall’obbligo del PPA tutti i comuni con
popolazione inferiore a 10.000 abitanti.
piano. Legge Nicolazzi Tuttavia consente alle regioni di indicare comuni più
norme per l'edilizia
residenziale e provvidenze in piccoli tenuti a dotarsi di PPA per ragioni di
materia di sfratti
carattere ambientale, turistico o industriale.
Successivamente
L’attuazione può essere
si è stabilito
anchedi non
forzosa. La legge
espropriare al proprietario
prevedeva chechenonle
aree comprese
realizza le opereinma
un diPPA
inserire
i cui
proprietari
queste areenon
in un
avevano
programma
dato seguito
agli interventi previsti venissero
successivo.
acquisite al patrimonio del Comune
per l’edificazione da affidarsi ad altri
soggetti interessati.
Articolo 25
Atti di programmazione degli interventi
1. Con delibera di consiglio comunale è adottata, in conformità alle previsioni del Puc e senza
modificarne i contenuti, la disciplina degli interventi di tutela, valorizzazione, trasformazione e
LUR 16/2004 riqualificazione del territorio comunale da realizzare nell’arco temporale di tre anni.
2. Gli atti di programmazione di cui al comma 1, in relazione agli interventi di riqualificazione e
di nuova edificazione, prevedono:
a) le destinazioni d’uso e gli indici edilizi;
b) le forme di esecuzione e le modalità degli interventi di
trasformazione e conservazione dell’assetto urbanistico;
c) la determinazione delle opere di urbanizzazione da
realizzare o recuperare, nonché degli interventi di PARAMETRI ED
reintegrazione territoriale e paesaggistica; INDICATORI PER LA
d) la quantificazione degli oneri finanziari a carico del comune
e di altri soggetti pubblici per la realizzazione delle opere MISURA DEL SISTEMA
previste, indicandone le fonti di finanziamento. URBANO
3. Gli atti di programmazione degli interventi hanno valore ed
effetti del programma pluriennale di attuazione disciplinato dalla
legge 28 gennaio 1977, n. 10, articolo 13, e dalla legge regionale 28 novembre 2001, n.
19, articolo 5, e si coordinano con il bilancio pluriennale comunale.
4. Per le opere pubbliche o di interesse pubblico la delibera di approvazione degli atti di
programmazione degli interventi comporta la dichiarazione di pubblica utilità, di indifferibilità e
urgenza dei lavori previsti negli stessi, nel rispetto degli strumenti di partecipazione
procedimentale stabiliti dalla normativa vigente.
5. Gli atti di programmazione di cui al comma 1 stabiliscono gli interventi da attuare tramite
società di trasformazione urbana.
6. Il programma triennale per la realizzazione di opere pubbliche, di cui alla legge 11
febbraio1994 , n. TECNICA
109, articolo 14, si coordina
URBANISTICA 2 con le previsioni di cui al presente articolo. TECNICA URBANISTICA 2
7. Gli atti di programmazione
R.A. degli interventi sono approvati per la prima volta
La Rocca R.A. La Rocca
AA 2011- 2012
contestualmente all’approvazione del Puc. AA 2011 -2012 1
Parametri ed indici urbanistici ed edilizi
Parametri ed indici urbanistici ed edilizi
La pianificazione urbanistica e territoriale consiste anche In urbanistica, le grandezze misurabili (parametri)
nella definizione dell’uso del suolo in relazione a tre possono essere riferite:
caratteristiche primarie:
• al sistema fisico;
Destinazione d’uso: relativa al tipo di attività che si • al sistema territoriale ;
svolge sul territorio
• al sistema socio - antropico (utenti, abitanti,
Intensità d’uso: relativa alla quantità di attività che si
svolge sul territorio addetti).
Messi in relazione tra loro, tali parametri definiscono gli
Forma d’uso: relativa alla conformazione dello spazio in indici urbanistici necessari al calcolo del carico
relazione alle attività che vi si svolgono urbanistico e alla definizione delle norme per contenere e
ottimizzare la trasformazione fisica del territorio.
TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011 -2012 2
DESTINAZIONE
D’USO
INTENSITÀ Sistema
PARAMETRI URBANISTICI
D’USO geomorfologico
1
attività rispetto al contenitore (edificio)
INTENSITA' D’USO 2
1
attività rispetto al contenitore (edificio) s. funzionale
parametri urbanistici
3
parametri edilizi
TECNICA URBANISTICA 2
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AA 2011 -2012 13
Parametri e indici: sistema fisico Parametri e indici: sistema fisico
Parametro Definizione Unità
di misura
È l’area risultante dalla proiezione su un piano
Parametro Definizione Unità
Superficie coperta orizzontale delle parti fuori terra di un di misura
Sc fabbricato. Solitamente si escludono i balconi
aperti, i cornicioni e le gronde di sporgenza mq Altezza di piano È la misura da intradosso ad intradosso dei
Af normale. Le esclusioni sono indicate nel h singoli piani. m
Sc Regolamento Edilizio.
Altezza di fabbricazione È la misura dell’edificio dal piano di spiccato Altezza media di piano È il rapporto tra l’altezza dell’edificio ed il
del marciapiede fino all’ultimo solaio di m m
H copertura. H/n numero di piani costruiti.
Densità residenziale È il rapporto tra la popolazione residente e la ab/mq Dotazioni urbane e standard
superficie territoriale espressa in mq o ha
territoriale ab/ha urbanistici
Dr = Ab/St
Densità residenziale È il rapporto tra la popolazione residente e la ab/mq
fondiaria superficie fondiaria espressa in mq o ha ab/ha
Drf = Ab/Sf
TECNICA URBANISTICA 2
R.A. La Rocca
AA 2011 -2012 23
TERRITORIALI
OBIETTIVI DI QUALITÀ
1 Una volta individuate le domande (esigenze) da soddisfare
Fattori quantitativi Fattori quantitativi
Fattori qualitativi
2 Definito il CARICO che la città deve sopportare
Standard urbanistici
Il DM 1444/1968 definisce e norma anche:
í Le zone territoriali omogenee;
í Le quantità minime di spazi pubblici da osservare in
rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone
territoriali omogenee;
í Rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti
produttivi e gli spazi pubblici destinati alle attività
collettive, a verde pubblico o a parcheggi;
í Limiti di densità edilizia;
í Limiti di altezza degli edifici;
í Limiti di distanza tra i fabbricati.
Caratteri generali
1 2
Caratteri generali IL PEEP – NAPOLI
3 4
5 6
Caratteri generali Caratteri generali
Un nuovo strumento di attuazione del PRG di iniziativa esproprio e assegnate a soggetti pubblici
pubblica e organicamente strutturato per quartieri che o privati (cooperative) per l’esecuzione
consente ai Comuni di acquisire le aree da destinare alla
costruzione di alloggi per i cittadini meno abbienti a un degli interventi.
prezzo equo non gravato da plusvalori urbanizzativi.
7 8
L. 167/1962 Î imponeva l’obbligo per i comuni con Con provvedimento dell’autorità regionale anche altri
popolazione superiore a 50.000 comuni possono essere obbligati a redigere un PEEP se
abitanti o capoluoghi di provincia. si rende necessario per il verificarsi di particolari
condizioni.
L. 10/1977 Î ha esteso l’obbligo a tutti i comuni Î limitrofi ai comuni obbligati per legge;
Î aventi almeno 20.000 abitanti;
tenuti a formare i programmi
pluriennali di attuazione degli
strumenti urbanistici generali. Î per i quali ricorrano particolari esigenze turistiche o
demografiche;
Î con indice di affollamento o abitazioni malsane
superiori alla media.
11 12
17 18
fasi 2.4 fasi 2.5
Le fasi che compongono lo Il fabbisogno deve essere basato su Le fasi che compongono lo Nel dimensionamento intervengono
studio e la redazione di studio e la redazione di
un PEEP possono valutazioni razionali ed attendibili: un PEEP possono differenti fattori normalmente dipendenti
essere individuate in: essere individuate in: anche dal ritmo produttivo locale. In
- Presenza di domande di assegnazione
particolare va considerato che:
1. scelta localizzativa delle di alloggi; 1. scelta localizzativa delle
aree di intervento; aree di intervento;
- Dimensione dei nuclei familiari; - una parte del fabbisogno abitativo
2. dimensionamento degli 2. dimensionamento degli
interventi; interventi;
può essere soddisfatta da edilizia non
- Consistenza abitativa; economica;
3. definizione tecnica del 3. definizione tecnica del
piano; - Capacità tecnico-finanziarie piano; - una parte può essere assorbita
4. analisi dei costi e verifica dell’industria delle costruzioni. 4. analisi dei costi e verifica dall’intervento privato nelle aree di
delle congruità delle delle congruità delle
scelte operate. scelte operate.
espansione;
- la realizzazione di un PZ ha dei costi
relativi all’urbanizzazione e che tali
costi devono essere compatibili con le
disponibilità finanziarie dei comuni.
19 20
21 22
Tipi di interventi Tipi di interventi
Si possono avere due tipi di interventi di edilizia economica e Si possono avere due tipi di interventi di edilizia economica e
popolare realizzati dal Comune e dalle Agenzie Territoriali Per La popolare realizzati dal Comune e dalle Agenzie Territoriali Per La
Casa (ATER), da cooperative, da consorzi: Casa (ATER), da cooperative, da consorzi:
23 24
Obbliga gli operatori privati: L’edilizia dei piani di Zona è destinata residenze di carattere
( Versare il corrispettivo del costo delle aree più quello delle economico-popolare.
urbanizzazioni già realizzate; Normalmente le tipologie edilizie sono dimensionate in
( Versare il corrispettivo delle opere di urbanizzazione da ragione dei componenti il nucleo familiare.
realizzare da parte del Comune o a garantire per le
condizioni di realizzazione da parte di un concessionario; In particolare:
( Rispettare il termine di inizio e ultimazione delle opere di 1 persona 45 mq
urbanizzazione;
2 persone 60mq
( Rispettare le caratteristiche tipologiche e costruttive degli
3 persone 90mq
edifici.
4 persone 110 mq
29 30
Procedura di approvazione
La formazione del piano di Zona è competenza del Comune
35 36
Legge n. 457 - 5 agosto 1978: Norme per l'edilizia residenziale Delibera C.I.P.E. 19 novembre 1981
E’ sostanzialmente il primo atto programmatorio dello Stato che attuò i contenuti
della legge di riforma per la casa del 1971 n.865.
Si rivolge in modo specifico all’Edilizia Sovvenzionata e in coerenza con quanto
La legge n.457 ha anche rivisitato l'assetto definito dal D.P.R.. n.616/77 assegna alle Regioni il compito di legiferare in
istituzionale centrale, rideterminando le materia di E.R.P.
Aggiorna il concetto di EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA (previsto dal d.p.r. n.
funzioni del CIPE, del CER e delle Regioni, 1035/72) :
alle quale veniva demandato il compito di “…tutti gli alloggi realizzati o recuperati da enti pubblici a totale
formulare, sulla base del piano nazionale, i carico o con il concorso o contributo dello Stato o delle regioni,
propri programmi quadriennali e i progetti nonché quelli acquisiti, realizzati o recuperati da enti pubblici
non economici per le finalità proprie dell’edilizia residenziale
biennali di intervento, dopo aver individuato pubblica.
il fabbisogno abitativo regionale. Fissa i criteri per l’assegnazione degli alloggi, i limiti di reddito e determina i livelli di
canone in rapporto al reddito famigliare degli assegnatari.
Le delibere C.I.P.E. oltre ad aggiornare biennalmente i limiti di accesso per l’ E.R.P.
ebbero una funzione determinante nella distribuzione delle risorse finanziarie per
il settore definite dal Piano Decennale per la casa (l.n.457/78) soprattutto per
l’edilizia sovvenzionata e agevolata.
L’ultima Delibera C.I.P.E. fu quella del 13 – 3 – 1995 che in forma transitoria definiva
i criteri di assegnazione e i livelli di canone, in attesa della generale riforma per il
41 42
settore.
EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
operare con i criteri di economicità e di efficienza tipici Regionali territoriali per l'Edilizia (ARTE)
dell'impresa privata, emerge l'esigenza di dotare gli enti preposti Le Aziende sono enti pubblici di natura economica, strumentali
allo sviluppo delle politiche di edilizia residenziale pubblica della Regione, dotati di personalità giuridica, di autonomia
(IACP) dei mezzi necessari al raggiungimento degli obiettivi che imprenditoriale, patrimoniale e contabile; hanno sede legale nel
già negli anni Settanta l'operatore pubblico si era proposto di capoluogo di ogni provincia ed operano nel territorio della
865/71 e seguenti. Le Aziende subentrano alle competenze degli IACP di Enti attuatori
Un primo studio di legge per la riforma degli IACP e la loro e gestori degli interventi di Edilizia residenziale pubblica.
43 44
Legge 457/1978
Il Piano di Recupero: Il Piano di Recupero:
attuazione
Legge 457/1978 le finalità PIANO DI
RECUPERO
attuare le previsioni del P.R.G. per quanto riguarda il INIZIATIVA PUBBLICA INIZIATIVA PRIVATA
recupero del patrimonio edilizio degradato
regolare l’attività edificatoria nell’area interessata si utilizza la quota dei viene presentato dai proprietari
fondi destinata al rappresentanti almeno i ¾ del
nel caso di l’espropriazione
consentire un Piano di Recupero di necessarie
delle aree iniziativaalla recupero del valore degli immobili ricadenti
attuazione delle previsioni di P.R.G.
pubblica patrimonio edilizio nell’area interessata o, nel caso
esistente di condomini, almeno il 50% del
valore dell’edificio.
consentire la realizzazione delle opere di urbanizzazione La proposta viene adottata con
anel caso degli
corredo di uninterventi,
Piano di in
Recupero di iniziativa
anticipo rispetto ad essi e delibera del CC.
privata
senza costi aggiuntivi per la collettività
Il Piano di Recupero: Il Piano di Recupero:
Legge 457/1978
condizioni
limiti spaziali
La redazione di un Piano d Recupero presuppone
Limiti spaziali: Limitate porzioni di territorio costituenti l’esistenza di una “volontà di recupero” del patrimonio
sottoinsiemi del territorio di un Comune. esistente espressa già nell’elaborazione del piano generale.
In esso, infatti, devono essere indicate e perimetrate le
Il P.R. disciplina interventi in aree comprese entro “zone zone degradate da assoggettare a conservazione,
di recupero”, individuate in sede di formazione di PRG. risanamento, ricostruzione o migliore utilizzazione del
Entro le zone di recupero, gli interventi sono subordinati: patrimonio urbanistico ed edilizio.
La delimitazione può essere riferita ad aree urbane, ad
alla semplice concessione all’inclusione in un Piano di
isolati, ad edifici singoli o a complessi di edifici.
edilizia, nel caso di interventi Recupero, qualora si rendano Lo studio del Piano di Recupero deve riguardare tutti gli
che si esauriscano a scala necessari interventi a scala edifici compresi nell’area indicata.
edilizia urbanistica
la rete delle infrastrutture viarie, dalla maglia delle stralcio delle N.T.A. del vigente P.R.G.,
principali, desunte dal P.R.G., fino ai collegamenti relative alla zona oggetto del P.R.
secondari e di penetrazione nel tessuto edilizio
planimetria della consistenza attuale dell’area scala 1:1.000
la suddivisione del terreno in aree fabbricabili e non oggetto di P.R. 1: 500
fabbricabili, con indicazione della proprietà
progetto di P.R., redatto su mappa catastale
scala 1: 500
la suddivisione del terreno edificabile in lotti edificativi,
con relativi indici
tavola della lottizzazione delle aree fabbricabili,
scala 1: 500
la specificazione di dettaglio delle tipologie edilizie con indicazione di superfici e volumi
La legge 352/1997: il nuovo Testo Unico Il nuovo Testo Unico in materia di beni
in materia di beni culturali e ambientali culturali e ambientali ed i beni tutelati
Alle 3 categorie di beni tutelati dalla 1089/39 sono aggiunte 2
categorie di beni:
Il Testo Unico, emanato nel 1999 in ossequio alla legge
352/97, raccoglie al suo interno, modificate, le leggi I beni archivistici I beni librari
esistenti in materia di beni culturali e ambientali Inoltre, sono ammessi fra i beni tutelati dalla 1089/39 come
beni di interesse storico:
a) gli affreschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i tabernacoli e gli altri
Legge 1089/1939 ornamenti di edifici, esposti o non alla pubblica vista;
b) gli studi d'artista;
Testo Unico c) le aree pubbliche, aventi valore archeologico, storico, artistico e ambientale;
Legge 1497/1939 D.L. 490/1999 d) le fotografie e gli esemplari delle opere cinematografiche, audiovisive o sequenze di
immagini in movimento o comunque registrate, nonché le documentazioni di
manifestazioni sonore o verbali comunque registrate, la cui produzione risalga ad oltre
Legge 431/1985 venticinque anni;
e) i mezzi di trasporto aventi più di settantacinque anni;
f) i beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di
cinquanta anni.
I vincoli sui beni notificati ai sensi del Il DPR 490/2004: il
T.U. del 1999 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
I beni notificati non possono essere demoliti
Nel 2004 viene emanato il Codice dei Beni Culturali
I beni notificati non possono essere modificati, o anche solamente e del Paesaggio, che sostituisce il Testo Unico del
restaurati, senza l’autorizzazione specifica da parte del Ministero 1999, ricomprendendo le leggi preesistenti in materia
I proprietari hanno l’obbligo di sottoporre alla Soprintendenza il di beni culturali e ambientali Codice Urbani
progetto per ottenere la relativa autorizzazione
Il nuovo Codice stabilisce che il patrimonio culturale
Il Ministero può imporre al proprietario l’esecuzione degli
interventi necessari ad assicurare la conservazione del bene
del Paese è costituito da due componenti
La vendita dei beni da parte di privati è soggetta a diritto di I beni culturali I beni paesaggistici
prelazione da parte del Ministero ex L. 1089/1939 ex L. 1497/1939
La vendita dei beni da parte di enti pubblici è soggetta ad
ex L. 431/1985
autorizzazione del Ministero
Il codice Urbani in materia di beni I vincoli sui beni notificati ai sensi del
DL 42/2004 culturali: i beni tutelati DL 42/2004 Codice del 2004
I beni notificati non possono essere demoliti
I beni notificati non possono essere modificate, o anche solamente
Il nuovo codice conferma, con lievi modifiche, le restaurate, senza l’autorizzazione specifica da parte del Ministero
categorie già oggetto di tutela ai sensi del Testo Unico
I proprietari hanno l’obbligo di sottoporre alla Soprintendenza il
Fra le modifiche, sono ammesse a tutela le opere di progetto per ottenere la relativa autorizzazione
architettura contemporanea di particolare valore Il Ministero può imporre al proprietario l’esecuzione degli
artistico interventi necessari ad assicurare la conservazione del bene
La vendita dei beni da parte di privati è soggetta a diritto di
prelazione da parte del Ministero
La alienabilità dei beni di proprietà pubblica è soggetta ad
autorizzazione da parte del Ministero
La alienabilità dei beni di proprietà Il codice dei Beni Culturali:
DL 42/2004 pubblica DL 42/2004 una novità
Allo scopo di superare l’approccio vincolistico tipico
della legge Bottai, il codice Urbani introduce misure tese
I beni tutelati, di proprietà pubblica, sono oggetto di alla fruizione e alla valorizzazione dei beni culturali
verifica dell’interesse culturale da parte del
Ministero La valorizzazione dei beni di proprietà pubblica è
affidata ad accordi fra Stato, Regioni ed enti locali,
In caso di esito negativo, tali beni sono liberamente che ne disciplinano le forme di gestione
alienabili
Lo Stato, le Regioni e gli enti locali assicurano il
La procedura per la alienabilità dei beni è soggetta sostegno alle iniziative di valorizzazione dei beni
alla disciplina di silenzio-assenso in sede di verifica culturali di proprietà privata
dell’interesse culturale Tale sostegno e le modalità di gestione dei
beni, sono concordati tramite accordi
La città e il recupero Nel corso degli anni Settanta l’orientamento e l’attenzione per La città e il recupero
L’estensione degli interventi di recupero non più
il recupero si estendono dai centri storici alla città costruita.
1978 1980 soltanto alle aree di antica formazione ma anche ai
La legge n. 457/1978 pur in un’ottica ancora settoriale tenta tessuti urbani di più recente formazione segna
di dare seguito agli orientamenti che caratterizzano la fase un’ulteriore ampliamento del campo applicativo.
culturale in materia di recupero.
L’ampliamento del concetto di recupero applicabile non solo La tendenza riguarda anche l’interesse a coinvolgere
agli edifici di interesse storico artistico, ma a TUTTI gli edifici nell’azione di recupero tutte le strutture in stato di
riutilizzabili del centro storico anche se privi di interesse, degrado a prescindere dalla loro destinazione d’uso.
e da questi al tessuto urbano di cui sono parte, segna un La cultura che va affermandosi è orientata a privilegiare
“salto di scala” (da quella edilizia a quella urbanistica) che la il recupero del territorio esistente rispetto alle possibilità
L.457/1978 recepisce fornendo la base giuridica per di nuovi sviluppi insediativi che “consumano” territorio.
rispondere all’esigenza di modificare l’intervento conservativo
indirizzandolo verso una visione più ampia.
La conservazione e il recupero, dunque, interessano
l’insieme di edifici e spazi urbani compresi tra questi, le
attrezzature collettive e gli spazi aperti; è l’insieme dei
caratteri –architettonici, storici e ambientali– dell’intero
centro storico che diviene oggetto di recupero.
43 44
Evoluzione concetto di recupero: introduzione del PdR Evoluzione concetto di recupero: introduzione del PdR
La città e il recupero Negli anni Novanta tale tendenza si rafforza e gli interventi La città e il recupero L’attuale tendenza al recupero e al riuso dell’esistente
di recupero finalizzati ad obiettivi di riqualificazione consente di “investire” lo strumento del Piano di
1990 2000
urbanistica assumono un ruolo preminente nella cultura e recupero di un duplice ruolo:
nel progetto urbano.
– di conservazione, laddove gli interventi
La disponibilità di aree per effetto del fenomeno della perseguono obiettivi di mantenimento delle
deindustrializzazione ma anche la dismissione di aree condizioni originarie;
precedentemente utilizzate per funzioni pubbliche
– di trasformazione laddove gli interventi perseguano
(caserme, ex ospedali, ex stazioni ferroviarie, ecc.)
obiettivi di recuperare aree esistenti restituendole ad
accentua la tendenza al recupero finalizzato al riutilizzo di
usi differenti da quelli originari.
tali aree per un uso pubblico secondo una visione tesa
all’incremento dell’offerta di qualità. L’introduzione di “nuovi strumenti” (programmi integrati,
pru, prusst, ecc.) introdotti durante gli anni Novanta,
di fatto, ha notevolmente ridotto l’ambito di
applicazione del Piano di Recupero (L.457/1978)
anche per effetto di una crescente domanda di
flessibilità delle procedure di attuazione delle
previsioni del piano generale.
45 46
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
Fu cioè chiaro fin dagli inizi che il piano regolatore generale (…)
avrebbe dovuto essere integrato dai piani particolareggiati necessari
LA STRUTTURA URBANA: Le preesistenze romane nella struttura urbana di Assisi
a codificare in modo preciso la conservazione e la trasformazione dei
singoli elementi costitutivi dell’ambiente urbano esistente e a
caratterizzare l’espansione fuori le mura, e che lo studio dei
particolari avrebbe dovuto procedere di pari passo con lo studio del
generale, anzi, per taluni aspetti, addirittura precederlo, in modo tale
che piano generale e piani particolareggiati fossero in definitiva
congiuntamente consegnati (…)
LA STRUTTURA URBANA 1
Le piazze: luoghi di 2
connessione tra percorsi in
LA STRUTTURA URBANA pendenza.
Le tre cerchie murarie di Assisi: La piazza diviene area di
mura umbro-romane incontro di un sistema di
mura del 1260 due, tre o quattro percorsi
mura del 1316
51 (06-01)-26
52
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
LA STRUTTURA URBANA
La città medievale
“non molto estese in verità le zone che abbiano
conservato con purezza gli originari caratteri Il collegamento ferroviario
medievali resistendo a successive trasformazioni e inaugurato nel 1870 rompe
l’isolamento di Assisi. Iniziano
all’intrusione turbativa di recenti corpi di fabbrica”. i flussi turistici e la
costruzione di strutture di
accoglienza.
53 54
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
nullo
discreto
alto
elevato
55 56
57 58
Premesse: Cenni sul concetto di recupero
59 60
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
La città e il recupero In estrema sintesi, i contenuti della “Carta di Gubbio” si La città e il recupero • sono da rifiutare i criteri del ripristino e delle
1960 possono ricondurre ad una serie di principi relativi 1960 aggiunte stilistiche, del rifacimento mimetico, della
alla salvaguardia e al risanamento dei centri storici. demolizione di edifici a carattere ambientale
In particolare: anche modesto, delle operazioni di diradamento e
• si evidenzia la necessità di operare una di isolamento degli edifici monumentali;
classificazione dei centri storici e successivamente
di individuare le aree da risanare e salvaguardare; • sono da evitare, in linea di principio, i nuovi
inserimenti nell’ambiente antico.
• si riconosce che il recupero dei centri storici
costituisce presupposto fondamentale allo sviluppo
della città moderna;
• si stabilisce che le operazioni di ripristino e di
salvaguardia debbano far parte dei piani regolatori
comunali.
• si riconosce la necessità di fissare per legge i
caratteri e la formazione dei piani di risanamento
conservativo riconoscendoli come speciali piani
particolareggiati di iniziativa comunale da attuarsi
mediante comparti (singole entità di insediamento e
di intervento). 61 62
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
La città e il recupero Fissati tali principi di massima, si stabiliscono le La città e il recupero L’esperienza di Bologna
1960 caratteristiche degli interventi di risanamento 1970
conservativo basati su valutazioni storico – critiche:
Si fonda su due strumenti:
a) consolidamento delle strutture essenziali degli
edifici; - la pianificazione della conservazione del centro
b) eliminazione delle sovrastrutture recenti, ritenute storico e del suo territorio (PRG 1969)
dannose;
c) ricomposizione delle unità immobiliari per ottenere - l’attuazione della conservazione fisica e sociale del
abitazioni funzionali e igieniche o altre destinazioni; centro storico (PEEP 1972), da attuare mediante
esproprio degli immobili nei centri storici per attuare
d) restituzione degli spazi liberi a giardino e ad orto; interventi di edilizia residenziale pubblica secondo
e) istituzione dei vincoli di inedificabilità e di la legge 865/71.
intangibilità.
63 64
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
Preservare
La controversia si esaurisce sul “come” intendere il l’unitarietà
(P.L. Cervellati e R.
Scannavini, Bologna. restauro, se cioè considerarlo opera di progettazione morfologica della
Politica e metodologia filologicamente ancorata alla metodologia di costruzione parte storica della
del restauro, 1973) città.
originaria, oppure quale nuova progettazione di
“autentica” architettura moderna in “dialogo” con
quella del passato.
65 66
Premesse: Cenni sul concetto di recupero Premesse: Cenni sul concetto di recupero
L’esperienza di Bologna
l’intervento di
restauro è un
intervento che si
trasmette nel
tempo che
garantisce il
passaggio
dell’opera nel
tempo
67 68
L’esperienza di Bologna
69 70
Evoluzione del concetto di recupero Evoluzione del concetto di recupero
Categoria A
Convento di San Salvatore
71 72
edifici a corte
Categoria B
Palazzo Bevilacqua
73 74
Evoluzione del concetto di recupero Evoluzione del concetto di recupero
Categoria C
edifici privati con particolari caratteristiche tipologiche Case a schiera di via Braino e Rialto
75 76
Evoluzione del concetto di recupero Evoluzione del concetto di recupero Il piano di intervento
Categoria D
Case di via Rialto
77 78
L’esperienza di Bologna Evoluzione del concetto di recupero Le destinazioni degli edifici
di categoria A e B
79 80
L’esperienza di Bologna
Aspetti sociali del risanamento conservativo
Il piano per il centro
storico definisce Dopo l’approvazione del piano del centro storico, venne
L’esperienza di Bologna
13 comparti di svolta un’indagine sulle condizioni delle abitazioni e sulla
risanamento idonei struttura della popolazione nel centro storico.
per l’intervento di
iniziativa pubblica. Nell’ambito del piano del centro storico erano stati
Tali aree sono individuati 13 comparti e per alcuni di essi si ravvisò
caratterizzate da un l’opportunità di un intervento pubblico, in considerazione
forte esodo della del grado di decadenza del tessuto sociale, delle
popolazione e un condizioni igieniche di abitabilità, della fatiscenza delle
alto grado di strutture edilizie e, soprattutto, delle condizioni
decadimento fisico economiche delle famiglie.
ed igienico.
La corretta Si trattava di perseguire un obiettivo di conservazione non
valutaione di questo più rivolto soltanto agli edifici ma anche agli abitanti.
fenomeno ha Per questo si decise di estendere anche al centro storico i
consentito di stabilire piani di edilizia economico e popolare e di indirizzare in
la perimetrazione tal senso i relativi finanziamenti.
delle aree e di
individuare i modi di
intervento.
81 82
Aspetti sociali del risanamento conservativo
83 84
85 86
87 88
89 (06-01)-13
90
Evoluzione del concetto di recupero
Daniel Libeskind,
Royal Ontario Museum, Toronto
(in corso)
1
(06-01)-14
91
Nel corso della prima metà del XX secolo, una Con l’introduzione del principio dello zoning, la
discreta quantità di zone industriali venne realizzata L.U.N. stabilisce che in sede di formazione di PRG
sulla base di due possibilità diverse: debbano essere individuate le aree da destinare
all’insediamento di attività produttive
Questi interventi
sulla base avevano
di Piani carattere
Regolatori redattiepisodico: eranodi
in rispondenza
finalizzati “leggi
altrettante a consentire la localizzazione
speciali” (ben 62 dal 1928 di impianti
al 1941) La realizzazione di tali previsioni dovrà avvenire a
industriali nella adiacenza di alcune aree urbane, ed seguito della predisposizione di Piani
sulla base
erano per lodipiù
“piani speciali”
connessi alle delle zone delle
intenzioni industriali:
grandi16 Particolareggiati
dal 1900che
aziende al 1950 (Napoli, Bolzano,
manifestavano Porto
la volontà di insediarsi in Nel 1967, la legge Ponte perimetra le aree
Marghera,…) ambito urbano interessate dalla previsione di insediamento di
Aziende con cui le amministrazioni in genere attività produttive come una particolare zona
concordavano le modalità del loro insediamento sul omogenea, la D, assoggettandole a specifici
territorio standard edilizi e urbanistici
4 5
Nella difficoltà di redigere P.P., ciò rendeva poco La legge 865/71 (legge “per la
remunerativa la realizzazione di aree industriali, e casa”) introduce per tale
quindi improbabile la collaborazione degli operatori destinazione uno specifico piano
privati a mezzo di P.L., e quindi difficile procedere ad attuativo: il P.I.P.
una urbanizzazione delle aree razionale e non
onerosa per la collettività.
6 7
LE FINALITÀ DEL PIP LIMITI SPAZIALI E VALIDITÀ
Legge 865/1971 Legge 865/1971
attuare le previsioni del P.R.G. per quanto Limiti spaziali: Limitate porzioni di territorio
riguarda gli insediamenti di attività produttive costituenti sottoinsiemi del territorio di un
Comune. La dimensione di un P.I.P. non è pertanto
regolare l’attività edificatoria nell’area prefissata per legge.
interessata
Validità: Il P.I.P. ha una scadenza prefissata in 10
consentire l’espropriazione delle aree anni. Trascorsi questi, le sue previsioni perdono
necessarie alla attuazione delle previsioni di ogni validità.
P.R.G.
garantire la disponibilità a Tuttavia, restano validi a tempo indeterminato i
Due finalità particolari:
basso costo di aree per suoi contenuti normativi e regolamentari riguardanti
promuovere per tali insediamenti produttivi l’attività edilizia, che essendo di dettaglio e
insediamenti una organica specificazione delle previsioni di P.R.G., ne
pianificazione attuativa
diventano parte integrante e integrativa
8 9
progetto di P.I.P., redatto su mappa indichi la stima economica delle opere pubbliche e
scala 1: 500 piano degli espropri da eseguire
catastale finanziario, che
attesti la copertura finanziaria dell’operazione
tavola della lottizzazione delle aree scala 1: 500
fabbricabili, con indicazione di superfici e relazione tecnica illustrativa sulle metodologie della
volumi attuazione del PRG e del loro dettaglio ad opera del P.I.P.
12 tabella di verifica degli standard con allegata planimetria 13
procedura . 1 procedura 2
Legge865/1971
Legge 865/1971 Legge 865/1971
in caso di accoglimento,
Recepimento osservazioni modifica il P.P. Pubblicazione della delibera della G.R. sul B.U.R.
da parte del C.C. in caso di non ed entrata in vigore
accoglimento, lo
Trasmissione alla Regione lascia inalterato
14 15
procedura . 3 attuazione
Legge 865/1971
Alla concessione, deliberata dal C.C., è allegata una convenzione che All’atto di cessione delle aree è allegata una
stabilisce:
convenzione che stabilisce:
18 19
La pianificazione attuativa: Il piano per gli insediamenti produttivi IL PIP (art. 27, L. 865/1971)
(art. 27, L. 865/1971) (L. 47/1985; DLgs 112/1998, DPR 447/1998)
Il PIP disegna la struttura e le caratteristiche
delle aree che il piano regolatore ha
È uno speciale tipo di piano
individuato come insediamento di attività
particolareggiato fortemente
produttive:
connesso con la natura
- industriali
imprenditoriale dell’attività che si
- artigianali
vuole insediare.
- commerciali
- turistico
È un piano facoltativo, nel senso
che ogni comune può decidere Si tratta di categorie fondate sul presupposto
liberamente se dotarsi o meno di che l’attività sia di tipo imprenditoriale.
un PIP sulla base di valutazioni di
Ad esempio un PIP non può fare riferimento
ordine politico, sociale o
ad attività agricole ma può essere attuato per
economico.
ospitare un’impresa che produca,
commercializzi o trasformi i prodotti agricoli.
Queste valutazioni devono in ogni
caso soddisfare le esigenze di un Ad esempio, può ospitare un’attività
equilibrato sviluppo economico e Localizzazione aree P.I.P. Comune di Modena
agrituristica a patto che l’attività agricola sia
di un ordinato assetto del territorio. funzionale allo svolgimento dell’attività
20 turistica in forma di impresa. 21
22 23
IL PIP (art. 27, L. 865/1971) IL PIP (art. 27, L. 865/1971)
24 25
26 27
IL PIP (art. 27, L. 865/1971) Criteri di progettazione
superficie
totale superficie
filtro
superficie
fondiaria
In funzione del tipo di produzione si può stabilire una quota fondiaria (a1)
per ogni addetto. Se si fa riferimento ad un’articolazione delle attività
produttive in:
La superficie da destinare alla viabilità interna all’area (Sstr)
si può calcolare con un incidenza compresa tra un minimo
– leggere (el., al., tess,) ~ 100 mq / add.
di 10% e un massimo del 20 % della superficie totale:
a1 – medie (mecc, elettrotec, legno) ~ 150 mq / add
– pesanti (estrattive, metall, ) ~ 400 mq / add Sstr = 10% ÷ 20 % St
La quota relativa alla Superficie Fondiaria in funzione del tipo di produzione
(Sf) sarà:
Sf = n. add. * a1
34 35
IL PIP – elementi tecnici di progettazione IL PIP – elementi tecnici di progettazione
38 39
IL PIP – elementi tecnici di progettazione IL PIP – elementi tecnici di progettazione
AREA TOTALE
40 41
Insediamenti artigiani – lotti di 1000-2000 mq
DOPPIO PETTINE
LOTTI CONTRAPPOSTI
Insediamenti industriali –
lotti di dimensione
> 2000 mq
Si possono utilizzare
dimensioni modulari
(ad es. 40x50 m)
Insediamenti commerciali – rapporto superficie di vendita – area di sosta
42 43
L’attuale pianificazione attuativa:
schema sinottico I PIANI URBANISTICI ATTUATIVI ORDINARI
Legge 1150/42
PIP
PIP PR
PR
Legge 765/67
PL
PL PZ
PZ
Legge 865/71 PP
PP
Legge 457/78
TECNICA URBANISTICA 2 45
44 R.A. La Rocca
AA 2011- 2012
PROGRAMMI COMPLESSI
Rosa Anna La Rocca
Dipartimento di Pianificazione e Scienza del
Territorio
Università degli Studi Federico II di Napoli
larocca@unina.it
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it
ACCORDO DI PROGRAMMA
Dal recupero
L’evoluzione culturale più recente ha condotto ad una nuova
Rispetto al
• Superamento della zonizzazione monofunzionale;
concezione del recupero non più teso esclusivamente al
alla ripristino delle strutture fisiche (edifici) ma alla piano • Tendenza al mix funzionale (residenza, produzione,
riqualificazione tradizionale terziario, tempo libero);
riqualificazione del sistema urbano (strutture fisiche,
relazionali, socioeconomiche che interagendo consentono di • Intervento urbano come strumento di rivalutazione delle
coordinare l’intervento sul costruito). risorse sul territorio;
• Individuazione contestuale dei soggetti attuatori, delle
Compresenza di più attori e di differenti forme di competenze, delle risorse finanziarie, della definizione dei
Integrazione
finanziamento; tempi di attuazione (predeterminati e certi);
Molteplici funzioni; • Coinvolgimento dei privati;
Riqualificazione e sostenibilità (economica, sociale, • Iter di approvazione snello e veloce che può avvalersi
ambientale) . dell’Accordo di Programma con gli enti territoriali titolari
¾ soggetti proponenti pubblici e/o privati; degli strumenti urbanistici vigenti;
Composizione
¾ soggetto promotore identificato nel Comune; • Valutazione dell’utilità pubblica e privata;
¾ soggetto gestore istituzionale (ex Ministero dei Lavori • Meccanismi decisionali “dal basso”;
Pubblici). • Ruolo centrale dell’amministrazione comunale che ha il
compito di individuare le strategie in grado di ottenere
Forte autonomia rispetto al piano generale Î Possibilità di migliori risultati sul piano della fattibilità e del
Autonomia
andare in deroga al PRG con procedure accelerate coinvolgimento degli investitori;
• Coinvolgimento dei privati non solo imprenditori ma anche
proprietari di immobili generalmente molto più inerti.
Caratteri innovativi: programmi complessi Caratteri innovativi: programmi complessi
Rispetto al
Nel rapporto con il piano tradizionale ci sono due possibilità:
Rispetto al • Rafforza il passaggio dalla fase di espansione alla
piano piano di fase di recupero del patrimonio esistente;
tradizionale recupero
• La riqualificazione non è solo fisica ma nache
sociale;
CONFORMITÀ NON CONFORMITÀ • I programmi complessi si riferiscono ad interventi
che incidono sulla riorganizzazione urbana;
NON • Fanno riferimento ad una pluralità di funzioni non
OK
OK solo a quella residenziale.
Epoca coincide con gli inizi degli anni Novanta Epoca coincide con la metà degli anni Novanta
Sono strumenti di intervento legati alla necessità di Caratteristiche Le proposte di intervento sono molto più articolate e fanno
Caratteristiche
accedere a specifici finanziamenti che promuovono la riferimento alla riqualificazione dell’identità dell’area oggetto
trasformazione urbana come motore della riqualificazione. di intervento.
L’attenzione è rivolta soprattutto alla riqualificazione di aree
Rapporto con il piano generale. della periferia urbana nelle quali il recupero non è più solo
Debolezze
I programmi sono calati forzosamente sui piani generali riferito al sistema fisico ma interessa anche gli aspetti della
considerati antiquati nei meccanismi e nelle procedure. sicurezza urbana, del recupero sociale, degli elementi
identitari, della partecipazione e anche se marginalmente
dell’occupazione.
Quali sono – Programmi Integrati di Intervento (L. 179/1992)
– Programmi di Recupero Urbano (L. 493/1993) Punti di forza Propongono per la prima volta un approccio integrato al
recupero di aree marginali e degradate considerandone sia
– Programmi di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/94) gli aspetti fisici, sia quelli sociali.
– Contratti di quartiere (L. 662/1996)
TECNICA URBANISTICA 2 61
R.A. La Rocca
AA 2011- 2012
1 2
Epoca coincide con la metà degli anni Novanta Epoca coincide con la fine degli anni Novanta
5 6
STRUMENTO
ACCORDO DI PROGRAMMA
ATTUATIVO
7 8
Programma Integrato di Intervento (L. 179/1992 - art. 16) Programma Integrato di Intervento (L. 179/1992 - art. 16)
Caratteristiche È un piano di dettaglio caratterizzato da: Contenuti La legge non impone contenuti particolari ma
pluralità di funzioni; richiede che il piano:
integrazione di diverse tipologie d’intervento;
integri diverse modalità di intervento
incidenza sulla riorganizzazione urbana;
(nuova edificazione, opere di
concorso di operatori pubblici e privati. urbanizzazione, risanamento ambientale,
Obiettivi Riqualificazione complessiva del tessuto ecc.);
garantisca la compresenza di diverse
urbanistico, edilizio ed ambientale.
funzioni nell’area;
Ambito Aree, non necessariamente edificate o preveda il concorso tra più operatori e, in
territoriale urbanizzate che necessitano di
particolare, la partecipazione di soggetti
interessato riqualificazione urbanistica o ambientale, da
attuarsi con un insieme coordinato di privati.
interventi e con rapporto integrato di risorse
private.
9 10
15 16
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994) Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
19 20
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994) Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
Interventi í recupero degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica Procedura Sono caratterizzati:
(DM 1/12/1994) anche realizzando volumi aggiuntivi; -- da una proposta unitaria;
í completamento degli insediamenti di edilizia residenziale -- dal concorso di risorse pubbliche e private;
pubblica con interventi di nuova edificazione (residenziale e -- sono proposti al Comune da soggetti pubblici e privati, anche
non) da realizzare al loro interno che possono prevedere associati tra di loro.
interventi quali il recupero di edilizia residenziale pubblica, la
realizzazione, la manutenzione e l'ammodernamento delle Il Comune definisce le priorità sulla base di criteri oggettivi per
urbanizzazioni primarie e secondarie e l'inserimento di elementi l’individuazione degli interventi.
di arredo urbano;
Per l’approvazione dei PRU, può essere promossa la conclusione
í integrazione degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica di un accordo di programma ai sensi dell’art. 27 della L. 8/6/1990,
con interventi di nuova edificazione residenziale e non da n. 142.
realizzare su aree contigue o prossime attraverso interventi di
recupero dell’edilizia residenziale pubblica, realizzazione di Il CER (Comitato per l’Edilizia Residenziale - organo ministeriale)
opere di urbanizzazione primaria e secondaria a servizio determina modalità e criteri per la concessione dei contributi, per
dell’insediamento pubblico e inserimento di elementi di arredo l’individuazione delle zone urbane interessate e per la
urbano; determinazione delle tipologie d’intervento.
í realizzazione su aree esterne di insediamenti residenziali e
L’accordo di programma consente di promuovere,
non, da utilizzare ai fini del recupero dell'edilizia residenziale definire e attuare interventi o programmi di intervento
CER - Comitato per l’Edilizia
pubblica, come alloggi parcheggio la cui disponibilità torna Residenziale. È organo operativo del
che richiedono l’azione integrata e coordinata di due o
CIPE – Ministero delle Infrastrutture
all'operatore al termine del contratto di locazione. più soggetti amministrativi (Comune, Provincia Regione,
(Comitato Interministeriale
21 Amministrazione Statale, altri soggetti pubblici).
Programmazione Economica) 22
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994) Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
aumento della superficie utile nell’ambito Soggetti soggetti pubblici (ATERP, altre amministrazioni
Interventi privati
definizione
degli edifici di edilizia pubblica con proponenti pubbliche proprietarie di immobili) in associazione ad
acquisizione in tutto o in parte di tale un soggetto privato che, con atto d’obbligo, si
superficie; impegna a partecipare al programma con proprie
variante, di alloggi-parcheggio. 25 26
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994) Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
Elaborati Con propria direttiva il CER stabilisce le condizioni di Procedura • I comuni possono integrare le proposte presentate dai soggetti
ammissibilità dei progetti e gli elaborati a corredo della pubblici o privati.
proposta che sono normalmente composti da: • selezionano le proposte pervenute
• trasmettono la proposta preliminare di PRU alla PROVINCIA e
relazione illustrativa dell’intero programma e descrizione alla REGIONE in copia.
• Entro 3 mesi la PROVINCIA:
9 elabora una graduatoria unica delle proposte
degli interventi;
relazione descrittiva sullo stato degli immobili e degli assegnando specifici punteggi
eventuali vincoli; 9 redige un piano provinciale di intervento e lo trasmette
relazione relativa alle opere di urbanizzazione primaria e alla Giunta Regionale specificando per ogni PRU la
secondaria esistenti e di progetto; richiesta di finanziamenti per ogni intervento proposto.
elaborati grafici (perimetrazione, norme di PRG, eventuali • Entro 60 giorni successivi, la Giunta Regionale verificata la
difformità, elenchi catastali, progetto di massima); compatibilità degli interventi procede alla ripartizione
stima analitica delle famiglie interessate dall’intervento di provvisoria dei finanziamenti.
alloggi parcheggio; • I Comuni entro 6 mesi successivi provvedono alla redazione
comparazione economica di massima;
finale dei PRU e li trasmettono alla Provincia.
• Entro 3 mesi dalla presentazione del PRU definitivo, la
programma temporale; Regione stabilisce l’assegnazione definitiva dei finanziamenti.
piano di fattibilità giuridico-amministrativo (vincoli, • I lavori devono cominciare entro 3 mesi dalla pubblicazione sul
procedure, ecc.). BUR.
• L’assegnazione dei fondi avviene entro 3 anni.
27 28
Programma di Recupero Urbano (L. 493/1993 - art. 11; DM 1/12/1994)
In sintesi
Differente ruolo Il PRU ha ampliato il concetto di recupero dalla scala
dei soggetti edilizia a quella urbana e ha modificato il rapporto tra il
coinvolti soggetto proponente del recupero (Comune) e soggetto
destinatario (privato).
In sintesi In sintesi
35 36
Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994) Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994)
37 38
Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994) Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994)
Ambito di applicazione
Regime I Programmi di riqualificazione prevedono un insieme
Principali
Opportunità I Programmi di Riqualificazione Urbana offrono Criteri per la L’ambito di intervento è definito in ragione di:
ampiezza e consistenza del degrado edilizio,
l’opportunità di definizione
dell’ambio di
- recuperare aree sottoutilizzate suscettibili di intervento
urbanistico, ambientale, economico e sociale;
raggio di influenza(*) delle urbanizzazioni primarie e
conversione funzionale;
- migliorare la dotazione di aree pubbliche (verde
pubblico) secondarie;
- riadeguare gli obiettivi della pianificazione con ruolo strategico del programma nel contesto urbano e
quelli dello sviluppo economico e sociale. metropolitano.
Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994) Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994)
Interventi privati gli interventi privati compresi nel programma Elaborati Elaborato 1 – Descrizione dell’ambito e degli
di riqualificazione possono essere proposti interventi
e attuati : destinazioni d’uso in atto e prescrizioni degli
dai proprietari degli immobili singoli o riuniti strumenti urbanistici;
in consorzio; stima dello stato di conservazione degli immobili e
da soggetti terzi a cui i proprietari abbiano
della dotazione delle opere di urbanizzazione
dato mandato di eseguire le opere; eventuali aree investite da dismissione industriale;
da qualsiasi altro soggetto che abbia titolo interventi distinti in pubblici e privati;
ad acquisire parti del patrimonio pubblico in eventuali modifiche da introdurre agli strumenti
proprietà o in concessione. urbanistici;
interventi di edilizia residenziale.
45 46
Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994) Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994)
Elaborati Elaborato 2 – Rappresentazione del programma in Elaborati Elaborato 3 – Piano finanziario con
termini economici, ovvero comparazione delle dimostrazione della copertura di tutti gli
convenienze economiche interventi pubblici
entità del finanziamento pubblico, entità delle
risorse private
costi per l’acquisizione di aree ed immobili
valore degli immobili realizzati dal privato
valore degli immobili oggetto di cessione di diritti costi di realizzazione di interventi pubblici
reali da parte del pubblico al privato.
ammontare dei finanziamenti disponibili e di
quelli richiesti;
47 48
Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994) Programma di Riqualificazione Urbana (DM 21/12/1994)
49 50
QUARTIRE
51 52
Contratti di quartiere (DM 22/10/1997) Contratti di quartiere (DM 22/10/1997)
D.M. 22/10/1997 – (…) interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata da realizzare
nell’ambito di programmi di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere”
Ambiti di Devono essere compresi nelle aree interessate
Definizione sono programmi di recupero urbano destinati applicazione da:
ai comuni con quartieri segnati da diffuso – piani per l’edilizia economica e popolare (L.
degrado delle costruzioni e dell’ambiente 167/62), aventi o meno valore di piano di
urbano e da carenze di servizi in un contesto recupero (L. 457/78);
di scarsa coesione sociale e di marcato – zone di recupero (L. 457/78);
disagio abitativo. – comparti di edifici particolarmente degradati
(art. 18 L. 392/78 “equo canone”);
– aree assoggettate a recupero urbanistico di
Oggetto Attuazione di interventi sperimentali nel insediamenti abusivi (art. 29 della L. 47/85
“Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e
settore dell’edilizia sovvenzionata comprese le sanatoria delle opere abusive”);
urbanizzazioni annesse. – aree aventi analoghe caratteristiche
eventualmente individuate dalla legislazione
regionale.
53 54
Caratteristiche e
finalità
• rinnovo dei caratteri edilizi;
Interventi di Gli interventi di sperimentazione nel settore
• incremento delle funzionalità nel contesto Sperimentazione dell’edilizia residenziale sovvenzionata ed annesse
urbanizzazioni sono finalizzati alla formazione ed
urbano;
all’aggiornamento della normativa tecnica nazionale
• risparmio delle risorse naturali disponibili e prevedono il recupero del patrimonio edilizio
secondo le tipologie di intervento previste dalla
(es. contenimento delle risorse L. 457/78 art. 31.
energetiche);
• accrescimento della dotazione di servizi, La sperimentazione verte su quattro indirizzi:
-- qualità tecnico progettuale;
verde ed opere infrastrutturali; -- risparmio energetico;
-- soddisfazione delle esigenze delle categorie sociali deboli;
• miglioramento della qualità abitativa ed
-- sistema di qualità.
insediativa.
55 56
Contratti di quartiere (DM 22/10/1997) Contratti di quartiere (DM 22/10/1997)
D.M. 22/10/1997 – (…) interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata da realizzare D.M. 22/10/1997 – (…) interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata da realizzare
nell’ambito di programmi di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere” nell’ambito di programmi di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere”
Soggetti Anche il ruolo dei soggetti privati non è due bandi I CdQ hanno avuto un discreto successo
interessati
secondario. di applicazione tanto che ad un primo
Possono contribuire soprattutto alla bando emanato dal Ministero delle
realizzazione di edifici destinati ad Infrastrutture ne ha fatto seguito un
accogliere attività in grado di innescare secondo (CdQ II) che ha previsto ancora
positivi meccanismi di contrasto al finanziamenti per l’edilizia sovvenzionata
degrado soprattutto socioeconomico e per le relative urbanizzazioni
(attività commericiali, terziarie, premiando con un punteggio e con
artigianali, ricettive, ecc.) finanziamenti aggiuntivi le proposte
finalizzate all’ampliamento delle
opportunità di contrasto al degrado.
59 60
Contratti di quartiere (DM 22/10/1997) Contratti di quartiere (DM 22/10/1997)
D.M. 22/10/1997 – (…) interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata da realizzare D.M. 22/10/1997 – (…) interventi sperimentali nel settore dell’edilizia residenziale sovvenzionata da realizzare
nell’ambito di programmi di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere” nell’ambito di programmi di recupero urbano denominati “Contratti di quartiere”
Procedura di La procedura coinvolge Comune, Regione e Procedura La Regione seleziona le domande e le invia al
presentazione
CER (Comitato per l’Edilizia Residenziale) e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
delle domande
si svolge entro un certo limite di tempo dalla Il responsabile ministeriale competente le
data di pubblicazione del bando sulla G.U. trasmette alla Commissione esaminatrice.
Entro 45 giorni si procede alla valutazione
Le proposte selezionate da Regione e CER delle domande.
hanno 180 giorni per essere trasformate in
progetto esecutivo pena la decadenza del Le domande selezionate sono sottoposte al
finanziamento. Comitato esecutivo del Ministero convocato
entro i 30 giorni successivi alla valutazione.
Selezione definitiva con valutazione delle
proposte e pubblicazione con decreto
ministeriale.
61 62
In sintesi In sintesi
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
– realizzare adeguare e completare relazioni di complementarità e sinergia tra i singoli centri ricompresi nei suddetti distretti
artistiche e architettoniche, il benessere I sistemi sono individuati sulla base di caratteristiche fisiche, morfologiche, culturali e
produttive
della collettività.
71 72
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
Soggetti – Comuni
Finanziamenti I PRUSST sono finanziati dal Ministero delle promotori – Provincia
infrastrutture, Direzione generale del Previa intesa coi comuni
– Regione
Coordinamento Territoriale (DICOTER).
73 74
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
Soggetti I soggetti promotori e i soggetti proponenti Tipologie di – infrastrutture (strade, aeroporti, ferrovie, porti, reti
promotori individuano gli interventi pubblici da intervento idriche, elettriche, telecomunicazioni, opoere per la
ricomprendere nel programma, anche in base alla difesa del suolo);
possibilità che i medesimi interventi possano í strutture ad elevata polarizzazione (università,
essere realizzati con risorse private sulla base di ospedali, tribunali, sedi congressuali, ecc.);
piani finanziari e di corrispettivi di gestione.
Soggetti í attività integrate finalizzate alla riqualificazione
proponenti dell’area di intervento;
Si prevede la partecipazione del privato sia per
opere di iniziativa privata, sia per opere pubbliche í insediamneti produttivi altamente tecnologici in grado
o di interesse pubblico. di promuovere il territorio;
í recupero e realizzazione edilizia a fine della
riqualificazione fisica e sociale;
Almeno 1/3 degli investimenti deve essere privato
gli interventi pubblici devono essere cofinanziati í ristrutturazione, riuso e riconversione funzionale di
da risorse private attraverso il project financing edifici di pregio storico.
75 76
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
Assi prioritari di Interventi pubblici, interventi di interesse Procedura La domanda va presentata al Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti corredata da:
intervento pubblico ed interventi complementari ad essi í studio di prefattibilità
Interventi finalizzati a favorire lo sviluppo locale
í descrizione delle finalità specifiche e degli interventi previsti
í cartografia delle aree interessate dagli interventi con
Azioni ed iniziative finalizzate a favorire lo
localizzazione degli investimenti
í cronoprogramma dei tempi di realizzazione
sviluppo dell’occupazione e delle attività í quantificazione degli investimenti previsti e stima dei risultati
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
Procedura Dopo 30 giorni dalla firma del protocollo il Ministero Assi prioritari di intervento
eroga la prima tranche di finanziamenti.
79 80
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
81 82
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998) Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
Caratteristiche
83 84
Programmi di Riqualificazione e Sviluppo Sostenibile del Territorio (DM 8/10/1998)
In sintesi
In sintesi In sintesi
Riferimenti Legislativi
4. PRUSST DM 2/12/1994
DM 8/10/1998
PERMESSO A
alla elaborazione di piani e di strumenti urbanistici,
COSTRUIRE
Dipartimento di Pianificazione e Scienza del
Territorio CONCESSIONE
caratterizzati dalla duplice natura progettuale-
Università degli Studi Federico II di Napoli
larocca@unina.it
prescrittiva
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it
SI per tutte le nuove costruzioni che Nel 1968 la Corte Costituzionale, con la sentenza n.
(L. 1150/1942) sorgevano nell’aggregato urbano. 55, sancì la incostituzionalità dell’art. 7 della legge
LICENZA EDILIZIA
NO costruzioni in terreno agricolo o al di
1150
fuori dell’aggregato urbano.
Legge 10/1977 La concessione edilizia: soggetti Legge 10/1977 La concessione edilizia: procedura
Legge 10/1977 La concessione edilizia agevolata Legge 10/1977 La concessione edilizia: validità
La legge 10 specifica vari casi in cui la concessione
edilizia è agevolata, parzialmente o totalmente, con la
riduzione o l’esonero del pagamento degli oneri. La legge Bucalossi stabilisce i termini temporali di
Esempi: validità della concessione edilizia:
L’amministrazione comunale,
Il contributo concessorio non è dovuto per gli interventi in zona I lavori dovranno avere
in relazione a specifiche
agricola, finalizzati alla conduzione del fondo inizio entro 1 anno dalla
esigenze, può adottare
data del rilascio della
Il contributo concessorio non è dovuto per gli impianti e le diversi termini temporali
concessione
opere di interesse generale L’amministrazione comunale,
Il contributo concessorio non è dovuto per gli interventi da I lavori dovranno avere su richiesta e in relazione a
realizzare a seguito di pubbliche calamità termine entro 3 anni specifiche motivazioni, può
dalla stessa data concedere deroghe e
Il contributo concessorio per interventi su immobili di proprietà procrastinare il termine per
dello Stato è limitato alla sola quota di urbanizzazione l’ultimazione dei lavori
La concessione edilizia:
Legge 10/1977
assenza o difformità La concessione edilizia: un commento
NelLa1985
leggela10/77
leggeimponeva infattiper
47 introdusse l’obbligo della
la prima volta
Nel
Rispetto
1978 10/77
alla
la legge
concessione,
457 alleggerisce
la autorizzazione
quest’obbligo,
edilizia concessione edilizia per tutti gli interventi
in Italia l’istituto del condono edilizio, consentendosu edifici
La legge imponeva l’obbligo della
introducendo
presenta essenzialmente
concessione la autorizzazione
edilizia le differenze
per tutti ediliziaqui
gli interventiper
sudiiedifici
soli
seguito alleesistenti,
opere abusivecon l’eccezione
esistenti ladelle sole opere
concessione di
edilizia
interventi di manutenzione
enumerate:
straordinaria manutenzione straordinaria
in sanatoria
esistenti
La denuncia asseverata:
Legge 493/1993 La Denuncia di Inizio Attività
condizioni
Legge 662/1996
Rientrano nella
Rientrano nella fattispecie
fattispecie delle
delle opere
opere ammesse
ammesse
Legge47/1985
Legge ad
47/1985
ad Con le stesse finalità della legge 47/85, alcuni
utilizzare tale
utilizzare tale strumento
strumento le le opere
opere su
su edifici
edifici esistenti
esistenti
provvedimenti legislativi degli anni Novanta hanno
che:
che: ulteriormente snellito l’intervento sui fabbricati
Non comportino
Non comportino aumento
aumento deldel numero
numero delle
delle unità
unità esistenti, sostituendo alla denuncia con asseverazione
Non
Non comportino aumento
comportino
immobiliari
immobiliari aumento di di volume
volume la D.I.A., che è al solito una denuncia corredata da
una relazione asseverata, ma che si differenzia dalla
Non
Non
Non comportino
comportino
Non insistano
insistano su aumento
suaumento di superficie
di
un fabbricato
un fabbricatosuperficie
che ricade
che ricade in
in zona
zona AA prima per due motivi:
Non
Non
Non comportino
Non insistano
insistano
comportinosu modifiche
sumodifiche
un alla che
un fabbricato
fabbricato
alla destinazione
che ricade in
destinazione
ricade d’uso
in zona
zona
d’uso un motivo di ordine il termine di attesa prima dell’avvio dei lavori
venne fissato in 20 giorni, con la consueta
dell’immobile
soggetta aa particolari
dell’immobile
soggetta particolari vincoli
vincoli territoriali
territoriali procedurale
intesa del silenzio-assenso
Non comportino
Non comportino alterazioni
alterazioni
pregiudizio alla
pregiudizioalla sagoma
all’assetto
all’ assetto
sagoma
all’assetto dell’edificio
statico
statico ee
dell’edificio sono ammesse a DIA anche le opere che
un motivo di
e
e ai suoi
ai suoi prospetti
strutturale
strutturaleprospetti
dell’immobile
dell’immobile comportano trasformazioni “non sostanziali” della
merito sagoma e dei prospetti
La “legge obiettivo” e
le modifiche al T.U. - 1
AUTORIZZAZIONE
D.P.R. 380/2001 Legge 443/2001 D.Lgs 301/2002
La “legge obiettivo” e
Le attività edilizie libere
le modifiche al T.U. - 1
D.P.R. 380/2001 D.Lgs 301/2002 Sono considerate interventi di attività edilizia libera,
eseguibili senza alcun titolo abilitativo, le seguenti
A seguito della riscrittura del T.U., lo opere edilizie opere:
sono così classificate nei riguardi del titolo
Gli interventi di manutenzione ordinaria
abilitativo necessario per la loro esecuzione:
Gli interventi volti alla eliminazione delle barriere
Attività edilizie libere, non assoggettate ad alcun architettoniche, purché non comportino la
titolo abilitativo realizzazione di rampe o ascensori che alterino la
sagoma dell’immobile
Attività edilizie assoggettate al Permesso di
Costruire Le opere temporanee per attività di ricerca
geognostica nel sottosuolo, all’esterno dei centri
Attività edilizie assoggettate alla D.I.A. abitati
Le attività soggette a P.d.C. Le attività soggette a D.I.A.
Un aumento del numero delle unità immobiliari Le varianti in corso d’opera a progetti muniti di
Permesso di Costruire, purché non incidano su
Modifiche al volume o alle superfici del fabbricato
volume, superficie, sagoma, prospetti e
Modifiche alla sagoma o ai prospetti del fabbricato destinazione d’uso
Modifiche alla destinazione d’uso, se in zona omogenea A
Che per tali lavori la normativa statale e regionale non La DIA resta quindi solo nella versione (onerosa) alternativa
prevede l’obbligo di un titolo abilitativo al permesso di costruire (superDIA)
Entro 30 giorni
La SCIA ha undal
iterdeposito, il Comune
semplificato rispettopuò
allaemanare
DIA, in
Le opere di manutenzione ordinaria restano escluse un provvedimento
quanto i lavori possono essere avviati dei
di divieto di prosecuzione
dall’obbligo della relazione contestualmente lavori
alla presentazione
Una ricostruzione riepilogativa La situazione attuale
Licenza edilizia
Licenza Legge1150/1942
edilizia Legge 1150/1942
Attività edilizie libere comunicazione
Concessione edilizia
Concessione edilizia Legge10/1977
Legge 10/1977
opere di manutenzione ordinaria semplice
Autorizzazione edilizia
Autorizzazione edilizia Legge457/1978
Legge 457/1978 opere di manutenzione straordinaria con relazione
Denuncia asseverata
Denuncia asseverata Legge47/1985
Legge 47/1985
Attività edilizie che
D.I.A. Legge493/1993
Legge 493/1993 comportino mutamento permesso di
D.I.A.
del volume, delle costruire
Permesso di
Permesso di Costruire
Costruire DPR380/2001
DPR 380/2001
superfici, delle sagome o DIA
SuperDIA
SuperDIA DPR380/2001
DPR 380/2001 della destinazione d’uso
Comunicazione di
Comunicazione di I.A.
I.A. Legge73/2010
Legge 73/2010
S.C.I.A. Legge122/2010
122/2010 Altre attività edilizie SCIA
S.C.I.A. Legge
PIANO COMUNALE
AMBIENTE MOBILITÀ
PIANI COMUNALI
SETTORIALI
í Piani di zonizzazione acustica í Piano Urbano del Traffico
Rosa Anna La Rocca í Elaborati RIR í Piano Urbano della Mobilità
Dipartimento di Pianificazione e Scienza í Piani Energetici Comunali í Programma Urbano dei Parcheggi
del Territorio
Università degli Studi Federico II di Napoli
larocca@unina.it
www.dipist.unina.it - www.tema.unina.it
Miglioramento delle governo della mobilità
condizioni ambientali;
sostenibilità ambientale ed
urbana;
ampliamento delle
economica;
vivibilità urbana
opportunità di spostamento;
vivibilità urbana
1 2
Dal Piano di Zonizzazione Acustica al Piano di Risanamento Acustico
Gli strumenti complementari: un elenco
• È uno strumento complementare di pianificazione
P.U.M. Piano Urbano Mobilità caratteristiche • È obbligatorio per tutti i comuni dal 1995(L. 447/1995)
• È uno strumento trasversale ed interdisciplinare
P.U.P. Programma Urbano dei Parcheggi
P.C.P. Programma della Rete Ciclopedonale • si censiscono le sorgenti di rumore, fisse e mobili,
metodologia
suddividendo successivamente il territorio in zone
P.R.V. Piano della Rete di Vendita acustiche per le quali si fissano limiti all’intensità
sonora.
P.E.C. Piano Energetico Comunale
• ridurre i rischi causati da inquinamento acustico per
obiettivo
la popolazione
P.R.A. Piano Risanamento Acustico
P.S.U. Piano Servizi Urbani • integrazione tra aspetti ambientali, aspetti connessi
aspetti innovativi
alla mobilità veicolare e la distribuzione delle attività
P.V.U. Piano Verde Urbano sul territorio.
• Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1/3/1991; Legge Quadro 447/1995
riferimenti
• Legge Quadro sull’inquinamento Acustico n. 447/1995;
normativi
• Decreto Legislativo 194/2005 (2002/49/CE)
9intensità d’uso.
5 6
PZA: classi acustiche PZA: classi acustiche
7 8
Finalità
9 10
PZA: competenze PZA: procedura di approvazione
11 12
L. 447/1995 L. 447/1995
13 14
L. 447/1995 Piano di Risanamento Acustico DL. 194/2005
DL. 194/2005 aree urbane con pop> 100.000 ab DL. 194/2005 aree urbane con pop> 100.000 ab
alcune differenze
strumenti per «gestire i problemi di
inquinamento acustico ed i relativi
effetti, compresa, se necessario, la sua
riduzione».
piani di azione
DL. 194/2005
L. 447/1995
i
Nel territorio
La sicurezza degli insediamenti ai rischi connessi dellaalla
Provincia
di Napoli alla data di ottobre
cosiddetti stabilimenti “Seveso” costituisce
presenza di alcune tipologie di stabilimenti industriali
2008 sono presenti n° 40
un tema
stabilimenti a rischio di
di
grande rilevanza per la tutela dell’ambiente
incidenteurbano.
rilevante diÈcui
noto
11
infatti che numerosi impianti produttivi cherischio
ad alto stoccano o
e 29 a medio
ELABORATO TECNICO RIR rischiosia
trattano sostanze ad elevata pericolosità (come
perclassificati
l’uomo che
secondo
per l’ambiente naturale, sia pure originariamente gli artt. sorti
8 e 6/7adel
D.Lgs 334/99).
distanza dai centri abitati, sono stati Isuccessivamente
40 siti a rischio sono
inglobati dalla crescita urbana, trovandosi oggi
localizzati molto di 23
nel territorio
spesso in contesti ad elevata urbanizzazione.
comuni con diversa
concentrazione industriale,
prima fra tutte l'area
orientale di Napoli
altamente urbanizzata.
21 22
Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
23 24
DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
RIR Per l'eventuale promozione di un programma integrato ALLEGATO • Criteri guida per
di intervento, o di altro strumento equivalente, l'Allegato TECNICO verificare la
Tecnico deve contenere, oltre a quanto specificato, una
analisi socio - economica e finanziaria, nonché di fattibilità
compatibilità tra
tecnica ed amministrativa degli interventi previsti. stabilimenti a
L'eventuale proposta di programma integrato d'interventi, rischio di incidente
da parte di soggetti pubblici e privati, singolarmente o rilevante e il
riuniti in consorzio tra loro, potrà definire, di norma, ogni tessuto urbano
azione o intervento utile per risolvere le situazioni di
particolare complessità, per le quali si possano ipotizzare
circostante.
modifiche all'assetto insediativo residenziale, industriale o
infrastrutturale, anche considerando gli interventi del
gestore per la riduzione delle aree di danno.
A tali fini il programma integrato potrà prevedere, tra
l'altro, modalità di trasferimento dei diritti edificatori in aree
contigue ovvero ubicate in altre aree del territorio
comunale.
27 28
DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
29 30
DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
35 36
37 38
DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti DM 9 maggio 2001 Rischi da Incidenti Rilevanti
VERIFICA DI
COMPATIBILITÀ
39 40
41 42
Piani Energetici Comunali
"Norme in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia".
43 44
Bilancio energetico.
Art. 5 I comuni con pop > di 50.000 abitanti
L. 10/91 devono dotarsi di un PEC in accordo con il
PRG
• Obiettivo finale
domanda attuale di di tale inbilancio
energia relazione è
ai diversi
settori di consumo;
supportare la predisposizione di scenari
Livello regionale Livello comunale
• futuri
offerta in grado
attuale di ridurre
in termini la domanda
di approvvigionamento
energetico, caratteristiche della rete, ecc.;
attuale, massimizzare in termini di
• strumenti di programmazione • efficienza
effetti ambientali associati all’uso delle fonti
degli interventi regionali in
• obbligatorio per comuni con
pop > 50.000 ab;
ed efficacia l’offerta attuale e
campo energetico; energetiche (CO2, emissioni inquinanti, ecc.)
• coordinamento delle
• promuovere e sostenere minimizzare, nel contempo, gli effetti
l’uso di fonti energetiche
decisioni rilevanti;
• indirizzo per l’azione degli
rinnovabili; ambientali negativi, anche mediante il
utilizzo di fonti alternative
• uso razionale dell’energia
Enti Locali ricorso a fonti energetiche alternative.
domanda offerta
45 46
Piani Energetici Comunali Piani Energetici Comunali
domanda offerta
47 48
• Il PEC deve essere integrato al PRG. • Il PEC deve essere integrato al PRG.
• La pianificazione urbanistica e quella energetica devono • La pianificazione urbanistica e quella energetica devono
essere contestuali o quantomeno coordinate. essere contestuali o quantomeno coordinate.
• Deve contenere: 1. il bilancio energetico che • Deve contenere: 4. Individuazione dei bacini di
confronta il fabbisogno utenza.
energetico globale delle 5. previsione di idonee
varie funzioni urbane con la infrastrutture.
disponibilità di energia data 6. le risorse finanziabili disponibili.
dalle fonti utilizzabili. 7. gli interventi da attuare sugli
2. Individuazione delle fonti impianti, sui combustibili, ecc.
energetiche tradizionali e/o 8. ordine di priorità degli interventi
innovative non ancora o non in base al presunto risparmio
del tutto utilizzate. energetico conseguibile.
3. localizzazione degli impianti 9. misura di tutela dell’ambiente
di teleriscaldamento o 10.direttive per l’adeguamento degli
raffrescamento. 49 edifici. 50
Piani Energetici Comunali Piani Energetici Comunali
53 54
Piani Energetici Comunali
55 56
Caratteristiche Principale strumento per l’organizzazione e la Cosa fa • Non modifica il sistema infrastrutturale;
gestione della mobilità in ambito urbano. • definisce interventi attuabili nel breve periodo;
Strumento tecnico amministrativo di breve periodo (2 • delinea le possibili soluzioni in base alle dotazioni
anni) finalizzato a: infrastrutturali esistenti.
•migliorare le condizioni della circolazione e della
sicurezza stradale,
•la riduzione dell’inquinamento acustico ed
atmosferico; Con quali altri Il PUT è un piano di breve periodo che ha lo scopo di
•il contenimento dei consumi energetici stabilendo le strumenti si ridurre la criticità della circolazione in ambito
priorità ed i tempi per l’attuazione degli interventi. integra urbano.
Chi li deve fare Devono obbligatoriamente redigere i PUT: Il Piano dei Trasporti (PGT) invece si occupa di
- i comuni con pop > di 30.000 abitanti; risolvere le criticità intervenendo sul sistema
- i comuni con forte affluenza turistica infrastrutturale in un arco temporale lungo (10 anni).
- i comuni con elevati flussi di pendolarismo
- i comuni con levati livelli di congestione da traffico. Il Piano della Mobilità (PUM) è un particolare piano
che si interessa anche della gestione ottimale
dell’offerta di trasporto pubblico.
57 58
Piani Urbani del Traffico
59 60
Caratteristiche strumento di programmazione medio lungo (10 Obiettivi • soddisfacimento dei bisogni di
anni); mobilità della popolazione;
introdotto dalla L. 24/11/2000 n. 340 • abbattimento dei livelli di
inquinamento atmosferico ed
acustico;
• riduzione dei consumi energetici;
Definizione progetto del sistema della mobilità • sicurezza del trasporto e della
comprendente l’insieme organico degli circolazione stradale;
interventi sulle infrastrutture di trasporto • minimizzazione dell’uso
pubblico e stradali sui parcheggi di individuale dell’auto;
interscambio sulle tecnologie sul parco veicoli • incremento della capacità di
sul governo della domanda di trasporto trasporto;
attraverso la figura del mobility manager, i • incremento della percentuale di
sistemi di controllo e regolazione del traffico, cittadini trasportati con modalità
l’informazione all’utenza la logistica e le collettive (car pooling, car
tecnologie destinate all’organizzazione della sharing);
distribuzione delle merci. • riduzione dei fenomeni di
congestione da traffico nelle aree
urbane.
61 62
Piani Urbani della Mobilità Piani Urbani della Mobilità
Chi li fa • singoli comuni o aggregazioni d comuni con Campania L. 3/2002 equipara i PUM a piani generali dei
pop > 100.000 abitanti; trasporti dei Comuni o dei Comuni associati.
• province aggreganti comuni limitrofi con pop > Deve contenere:
100.000 ab; • le linee strategiche per la configurazione del
• regioni nelcaso di aree metropolitane diffuse e servizio dei trasporti;
policentriche • le scelte generali per il riassetto
possono richiedere i cofinanziamenti allo Stato organizzativo ed economico del settore a
per una quota non superiore al 60% del costo scala comunale
complessivo dell’investimento.
Cosa sono • strumento di programmazione sulla cui base lo Attuazione • Sono adottati ogni 5 anni dai singoli comuni;
Stato assegna finanziamenti per obiettivi da • in assenza di parere della regione entro 90
raggiungere mediante programmi integrati di giorni si ritiene rialsciato il visto necessario alla
realizzazione di infrastrutture di trasporto sua attuazione;
pubblico, parcheggi, viabilità e applicazione di • devono essere conformi con gli strumenti di
innovazioni tecnologiche. pianificazione territoriale di lungo periodo.
63 64
65 66
Programma Urbano dei Parcheggi Programma Urbano dei Parcheggi
67 68
La perequazione urbanistica
arch. Andrea Ceudech
69
La perequazione urbanistica La perequazione urbanistica
Concetti e definizioni
Riferimenti normativi
Casi “storici”
L’ambito n. 13 del Prg di Napoli
Cosa si intende per sperequazione nel piano: indici di fabbricabilità diversi a terreni
Dal principio della perequazione, cioè della distribuzione dei diritti edificatori o dei
che si trovano nelle stesse condizioni di estensione, qualità ed ubicazione; in un
vantaggi e svantaggi derivanti dalla pianificazione rispondente ad un progetto di
insieme di terreni non necessariamente in uguali condizioni di estensione, qualità ed
equità, discendono una serie di pratiche che vanno dalla ridistribuzione delle
ubicazione
bi i vengono assegnati ti ad
d alcuni
l i diritti
di itti edificatori
difi t i mentre
t ad d altri
lt i viene
i posto
t
volumetrie fino alla semplice compensazione economica
un vincolo di inedificabilità per la realizzazione di parti della “città pubblica” o per
conseguire obiettivi di tutela ambientale. Tali pratiche tendono all’individuazione di un “valore di scambio” che ripaghi la
limita ione del privato
limitazione pri ato ad esercitare il suo
s o ius
i s edificandi,
edificandi imposta da una
na decisione
urbanistica che risponde alle esigenze di una pianificazione finalizzata al bene
Il termine perequazione indica una distribuzione di un qualcosa effettuata in base a
pubblico.
dei criteri di equità
q ((dal latino peraequare).
p q )
La perequazione indica in ambito disciplinare quel principio la cui attuazione è tesa I presupposti fondamentali del principio della perequazione possono essere così
ad ottenere sia la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari di terreni riassunti:
i ti il progetto
tt di equità
ità consiste
i t in
i una di
distribuzione
t ib i equa di vantaggi
t ie
chiamati ad usi urbani, sia la formazione della “città pubblica” senza espropri e con svantaggi derivanti dall’azione di pianificazione; i danni e gli svantaggi possono
il minimo di risorse impiegate (Pompei 1998). essere individuati e valutati; esiste la possibilità di costruire meccanismi di
compensazione accettabili dai privati e concretamente realizzabili.
Glossario Glossario
Comparto edificatorio : unità areale di attuazione del piano particolareggiato (Lucchini, 1997). Riferimenti normativi
E’ uno strumento ordinario di disciplina dei diritti - doveri della proprietà fondiaria nelle
trasformazioni del territorio previste dal piano regolatore generale introdotto con la legge
urbanistica del 1942 e dal Codice civile dello stesso anno.
Il “decreto sviluppo”, modificando il Codice Civile, ha pienamente legittimato i “diritti edificatori”
Comparto urbanistico : con tali termini si indica una delimitazione di aree soggette a particolare ed ha riconosciuto la possibilità di trascrivere nei registri immobiliari i contratti inerenti alla
prescrizioni di piano,
piano garantendo sia la funzionalità che ll’unitarietà
unitarietà delle trasformazioni loro compravendita.
compravendita Ciò fornisce una legittimazione ancor più forte all all’impiego
impiego della
previste. perequazione urbanistica nei piani comunali, già previsto in molte leggi regionali – fra cui la legge
n. 16/2004 della Regione Campania – e soprattutto incoraggiato da diversi pronunciamenti
Comparto perequativo : si intende ancora l’insieme più piccolo di aree al cui interno viene giurisprudenziali, fra cui quello, molto noto, del Consiglio di Stato sul Prg di Roma.
attuata una trasformazione urbanistica perequativa,
perequativa cioè al cui interno risultino conclusi i
trasferimenti di diritti edificatori, le cessioni e le permute di aree. …. è dunque facile prevedere un’ulteriore diffusione della perequazione urbanistica nei piani
comunali, tanto più che nel contempo è stato affermato dalla Corte Costituzionale il principio che
tutte le espropriazioni debbano essere indennizzate in ragione del valore venale dei beni
espropriati, e la situazione finanziaria dei Comuni è ulteriormente peggiorata.
Riferimenti normativi
Riferimenti normativi
Nel caso del contributo, il Prg prevede, in alcune ipotesi, la possibilità di valorizzare
un'area tramite aumenti di cubatura o cambi di destinazione d'uso. Il valore
extra
t non va tutto
t tt aii privati:
i ti dued t
terzii vengono incamerati
i ti dal
d l Comune
C che
h li
reinveste in opere pubbliche.
La cessione compensativa, invece, è un'alternativa all'esproprio. Anziché prendersi
tutto il terreno (a caro prezzo),
prezzo) ll'amministrazione
amministrazione ne lascia una quota minima al privato,
privato
dandogli la facoltà di costruire. Il Tar aveva contestato la possibilità di regolare con un
proprio atto due ambiti sui quali sarebbe servita una legge. Il Consiglio di Stato ha
rivisto questa impostazione, stabilendo che i due modelli sono basati sul consenso tra le
parti e non violano la cosiddetta "riserva di legge“.
In sostanza, il Tar aveva ritenuto che la cessione compensativa fosse una «sottrazione Art. 3 - Articolazione dei processi di pianificazione.
forzosa» di edificabilità ai suoli privati, mentre il contributo straordinario fosse
«un'imposizione
'i i i patrimoniale».
i i l
3. La pianificazione provinciale e comunale si attua mediante:
Per il Consiglio di Stato, invece, la legittimità di questi due strumenti si regge su due a) disposizioni strutturali, con validità a tempo indeterminato, tese a individuare le linee
fondamentali della trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei valori
pilastri,
il t i «entrambi
t bi ben
b noti
ti all nostro
t ordinamento»
di t ( i di dotati
(quindi d t ti di copertura
t
naturali, ambientali e storico-culturali, dell'esigenza di difesa del suolo, dei rischi derivanti da
normativa): da un lato, «la potestà conformativa del territorio di cui calamità naturali, dell'articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità;
l'amministrazione è titolare nell'esercizio della propria attività di pianificazione; b) disposizioni programmatiche, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e
dall'altro,, la p
possibilità di ricorrere a modelli p privatistici e consensuali p per il funzionale del territorio in archi temporali limitati,
limitati correlati alla programmazione finanziaria dei
perseguimento di finalità di pubblico interesse». bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate.
Regolamento di attuazione per il governo del Regolamento di attuazione per il governo del
territorio del 4 agosto 2011, n. 5 territorio del 4 agosto 2011, n. 5
4. L’incentivazione urbanistica ha come obiettivo il miglioramento della qualità urbana, architettonica 7. I diritti edificatori sono ripartiti, indipendentemente dalla destinazione specifica delle aree
ed edilizia attraverso interventi che presentano elevate prestazioni in campo energetico- ambientale interessate,tra tutti i proprietari degli immobili compresi negli ambiti, in relazione al valore
paesaggistico, promuovendo nel contempo la bioedilizia e l’uso di materiali ecosostenibili. dei rispettivi immobili. Tale valore è determinato tenendo conto della qualificazione e valutazione
L’incentivazione si realizza p
prevedendo specifiche
p modalità e azioni p previste nel p
piano p
programmatico-
g dello stato di fatto e di diritto in cui si trovano gli stessi immobili all all’atto
atto della formazione del PUC.
PUC
operativo. Ulteriori diritti edificatori correlati a specifiche esigenze (ambientali, energetiche o altro) possono
5. Il piano programmatico del PUC può delimitare gli ambiti di trasformazione urbana da essere previsti in sede di piano programmatico ma non concorrono alla determinazione di cui al comma
attuare con procedure perequative mediante comparti edificatori (CE), seguendo gli indirizzi 12. I diritti edificatori sono espressi in indici di diritto edificatorio (IDE) che fissano il rapporto tra la
della perequazione territoriale previsti dal Piano territoriale regionale approvato con LR n.n 13/2008,
13/2008 ed superficie fondiaria relativa al singolo immobile e le quantità edilizie che sono realizzabili con la
attraverso convenzione. trasformazione urbanistica nell’ambito del processo di perequazione. L’ambito comprende aree
6. La quantità di aree e le quantità edilizie insediabili negli ambiti di trasformazione, in conformità alle edificate e non edificate, anche non contigue.
previsioni del piano programmatico di natura operativa, che non sono riservate agli usi pubblici o di 8. Gli ambiti sono individuati sulla base degli elementi omogenei che si rilevano dal piano
interesse pubblico,
pubblico necessarie anche a soddisfare i fabbisogni pregressi,
pregressi sono attribuite ai proprietari di st tt ale del PUC,
strutturale PUC tenendo conto dell’esistenza
dell’esisten a di eventuali
e ent ali vincoli.
incoli Il piano programmatico
p og ammatico
tutti gli immobili compresi negli stessi ambiti. Tale capacità edificatoria è la somma dei diritti individua per ogni comparto la quantità della volumetria complessiva realizzabile e la quota di tale
edificatori destinati allo specifico ambito assegnabile ai proprietari nelle trasformazioni volumetria attribuita ai proprietari degli immobili inclusi nel comparto, nonché la quantità e la
fisiche previste dal piano strutturale e da quelle funzionali previste dal piano localizzazione degli immobili da cedere gratuitamente al comune o ad altri soggetti pubblici per la
programmatico Il Piano programmatico può comprendere uno studio di fattibilità tecnico-
programmatico. realizzazione di infrastrutture,
infrastrutture attrezzature,
attrezzature aree verdi,
verdi edilizia residenziale pubblica e comunque di
economica riguardante le trasformazioni urbanistiche da attuare con procedure perequative. aree destinate agli usi pubblici e di interesse pubblico che formano le componenti del dimensionamento
complessivo del piano.
• negoziazione caso per caso a fronte di compensazioni definite in base alle contingenze Territorio periurbano territorio non edificato dove esiste una potenzialità edificatoria (siti
politiche ed economiche momentanee. semirurali, fondi rustici periurbani siti estranei periurbani),
queste soluzioni vennero scartate e si optò per la sperimentazione di una tecnica che Territorio aperto in cui ci sono le aree agricole e le aree destinate ad altri usi (aree non
consentisse l’acquisizione a valori agricoli dei suoli e l’uguaglianza di trattamento della urbanizzabili siti estranei esterni, fondi rustici esterni).
proprietà
p p fondiaria coinvolta nella trasformazione della città.
Obbiettivo della perequazione era quello di acquisire i suoli da destinare alle attrezzature Il principio di base è quello per cui tutti i proprietari che si trovano in una uguale situazione
pubbliche previsti dal piano al prezzo del suolo agricolo. di fatto e di diritto devono essere oggetto dello stesso regime edificatorio da parte dello
strumento urbanistico.
Piano di Casalecchio sul Reno (BO) - 1992 Piano di Casalecchio sul Reno (BO) - 1992
Il meccanismo
i perequativo
ti
Nella prima classe le volumetrie esistenti sono ratificate dal piano, nella seconda non c’è
urbanizzazione nelle 3 e 4 ((marginale
g e p
periurbano)) intervengono
g i meccanismi di
perequazione.
Nelle aree periurbane il piano assegna un indice convenzionale di edificazione (ICE) di
0 115 mq sul/ mq st.
0,115 st per quello marginale ll’ICE
ICE è di 0,23
0 23 mq/mq riconoscendo quindi la
diversa rendita fondiaria contenuta nelle due categorie di suoli.
I proprietari delle aree destinate ad attrezzature pubbliche non possono sfruttare il diritto di
edificazione loro attribuito sul terreno di proprietà,
proprietà ma possono cedere tale diritto ad un
proprietario la cui area è suscettibile di essere trasformata secondo modalità
economicamente vantaggiose o scambiare con quest’ultimo una congrua porzione di suolo
per potere utilizzare i diritti di cui sono titolari.
titolari
Il modello perequativo ha distribuito equamente tra tutti i terreni i diritti Il Territorio comunale
(66 836 ha
(66.836 ha.),
) con una
edificatori che il progetto preliminare concentrava ancora secondo popolazione di 138.500
prassi a favore di alcuni ed ha dimostrato che tale risultato lo si poteva abitanti e zone
ambientali p per circa
ottenere
tt senza alterare
lt il di
dimensionamento
i t generale
l iin precedenza
d 9.000 ha., si affaccia su
prefissato e che il disegno di verde e servizi poteva essere salvato. una fascia di 40 Km del
litorale adriatico ed ha
un Porto di 1 1.500
500 ha
ha,
articolato ai margini di
un canale, lungo 12
Km, alla testa del quale
q
vi è una zona di
insediamenti portuali
storici: la Darsena di
Città (136 haha.).
)
Il PRG intendeva che il progetto recupero della Darsena urbana (136 ha) trainasse
ll‘acquisizione
acquisizione e sistemazione della cintura verde. Il piano riconosceva al Comune un diritto I proprietari della cintura hanno un indice di 0,1
mq/mq trasferibile nella darsena o nelle altre aree
edificatorio pari al prodotto della superficie delle strade pubbliche della darsena per un indice
di trasformazione urbana.
di 0,6 mq/mq. Tale diritto viene trasferito ai proprietari della cintura verde in cambio della L’amministrazione non ha ritenuto di ricorrere allo
cessione dei terreni destinati al p parco. Poiché non era p possibile costruire né sulle strade né strumento dell’esproprio
dell esproprio per 2 ragioni principali: la
nella cintura verde, i proprietari della darsena dovevano impegnarsi, in cambio di incentivi, ad non valutazione dei tempi per l’acquisizione, la
ospitare i proprietari della cintura ossia la volumetria ceduta dal comune ad essi. stima non affidabile dei costi. Tali incertezze
avrebbero penalizzato l’attuazione del piano. Si è
scelto quindi di sperimentare una formula capace
di ridurre simultaneamente i rischi e i costi del
processo attuativo.
Il meccanismo compensativo consente
l’acquisizione dei terreni della cintura verde a
prezzi agricoli o nulli. La superficie utile edificabile
delle aree di cintura può essere usata nei
comparti di riqualificazione della darsena.
La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli
arch. Andrea Ceudech arch. Andrea Ceudech
La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli
arch. Andrea Ceudech arch. Andrea Ceudech
L’ambito n. 13 del Prg di Napoli L’ambito n. 13 del Prg di Napoli
La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli La perequazione urbanistica – L’ambito n. 13 del Prg di Napoli
arch. Andrea Ceudech arch. Andrea Ceudech
I soggetti
tti e le
l procedure
d per l’attuazione
l’ tt i degli
d li interventi
i t ti
La trasformazione della città contemporanea è attività complessa che Il proliferare della pluralità di soggetti coinvolti nella attuazione della trasformazione
urbana può considerarsi conseguenza sia dell’evoluzione degli strumenti di
coinvolge, nel corso del suo svolgersi, una molteplicità di soggetti interessati pianificazione, avvenuta soprattutto a partire dagli anni Novanta, sia dalla ricerca del
dal processo di trasformazione,
trasformazione portatori di una pluralità di competenze e maggiore coinvolgimento di capitali privati nel processo di trasformazione e quindi
interessi. dalle nuove opportunità emerse per diverse tipologie di operatori privati.
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
I soggetti dei processi di trasformazione/riqualificazione Il ruolo dei privati nei processi di attuazione degli interventi
Una prima distinzione può essere fatto tra attori pubblici e privati. Il Developer promuove la trasformazione, individuando le possibilità di trasformazione dei
suoli, redige il progetto e individua l’impresa costruttrice, cura il project management e il
Entrambi partecipano, seppure con ruoli diversi, nelle diverse fasi del processo di finanziamento dell’opera. Esistono diversi tipi di developer che possono ricoprire
trasformazione della città di iniziativa p
privata e p
pubblica. competenze e ruoli tecnico-professionali
tecnico professionali molteplici.
molteplici
p non tradizionali
Developer
Gruppi privati che operano attraverso l’acquisizione di aree da trasformare o immobili da
valorizzare. Questi soggetti sono rappresentati da developer di specifiche attività,
molto spesso legate all’ampliamento di reti commerciali, proprietari diretti o indiretti
d ll aree o enti
delle ti pubblici
bbli i che
h tramite
t it partnership
t hi con altri
lt i soggetti
tti promuovono lo
l
sviluppo o la valorizzazione di un proprio bene, fondi immobiliari costituiti per
promuovere investimenti immobiliari, società legate a gruppi bancari, holding
immobiliari in grado di promuovere e sviluppare grandi operazioni immobiliari.
immobiliari
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
I diversi
di i soggetti
tti cooperano nell processo di trasformazione
t f i i base
in b all perseguimento
i t dei
d i
loro interessi.
Nel caso dell’intervento di trasformazione di iniziativa pubblica:
Imprese
p e developer
p interessati da p
project
j Financing,
g, p
privati interessati dagli
g
oneri di urbanizzazione
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
Il ruolo dei soggetti pubblici Il ruolo dei p
privati nei p
processi di attuazione degli
g interventi
L’Amministrazione Pubblica svolge un ruolo di regolazione e controllo dell’attività La necessità sempre più stringente di operare e di promuovere trasformazioni territoriali
privata e costruzione della città pubblica. nella cronica scarsità di risorse pubbliche, ha indotto nel corso degli ultimi anni, gli
operatori pubblici a superare l’approccio vincolistico e coercitivo nei confronti dei
privati a favore di un modello concertativo e basato su politiche incentivanti la
privati,
partecipazione dei soggetti privati ai processi di trasformazione.
Tale attività viene esercitata mediante la approvazione degli strumenti urbanistici,
attraverso la stipula di convenzioni con i privati,
privati attraverso l’uso di strumenti innovativi
come il Project Financing, la realizzazione di opere pubbliche.
Questa necessità comporta per la pubblica amministrazione la messa in campo di
competenze e processi decisionali più vicini alla logica dell’investitore privato che a
quella dei funzionari pubblici e finalizzate al controllo della qualità degli interventi, ai
L’obiettivo è la massimizzazione del beneficio pubblico, sia in termini economico- tempi di attuazione, agli esiti sociali e ambientali delle trasformazioni.
finanziari (acquisizione aree, cessione opere, canoni agevolati, ecc.) che di qualità della
vita (attrezzature pubbliche, verde, parcheggi, diminuzione traffico, ecc.)
Inoltre, negli ultimi anni si è andato affermando un ruolo diverso del privato che da
esecutore diventa autore di un investimento di cui si assume,
assume in quota parte,
parte il rischio per
cui sposta la valutazione dell’intervento dal ricavo di costruzione e vendita, alla redditività
dell’investimento a lungo termine.
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi
La Conferenza dei Servizi (CdS) è disciplinata nel Capo IV della Legge 241/1990 (art. 14 e In altri termini, attraverso tale strumento le Amministrazioni pubbliche cercano di accelerare
seguenti) “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai e snellire le procedure finalizzate all’attuazione di un determinato intervento pubblico o di
amministrativi” anche se alcuni provvedimenti normativi íL.
documenti amministrativi L. 340/2000 e L. interesse pubblico acquisendo contestualmente i pareri e i nulla osta di tutti i soggetti
15/2005í hanno modificato alcuni aspetti essenziali di tale strumento. La normativa chiamati
hi ti ad
d esprimersi.
i i
stabilisce i casi in cui il ricorso a tale strumento è opportuno o consigliabile e altri in cui
è invece obbligatorio.
Generalmente la CdS viene convocata nei casi di progetti di particolare complessità sui La Legge n. 241 del 1990, distingue tre tipologie di CdS:
quali devono pronunciarsi numerosi soggetti. Il ricorso alla CdS è obbligatorio: nella í la Conferenza istruttoria;
realizzazione
li i di opere pubbliche
bbli h di importo
i t superiore
i aii 30 miliardi
ili di delle
d ll vecchie
hi lire;
li opere í la Conferenza predecisoria;
pubbliche in cui è necessaria la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale; per la í la Conferenza decisoria.
localizzazione di opere di interesse statale.
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi
L conferenza
La f predecisoria,
d i i viene
i convocata
t su motivata
ti t richiesta
i hi t dell’interessato
d ll’i t t nell caso
di progetti di particolare complessità quando sia disponibile il progetto preliminare Quindi mentre la conferenza istruttoria è essenzialmente una modalità di coordinamento tra
«al fine di verificare quali siano le condizioni per ottenere, alla loro presentazione, i soggetti ed interessi diversi, nel caso della conferenza decisoria «le determinazioni assunte
necessari atti di consenso.
consenso In tale caso la conferenza si pronuncia entro 30 giorni dalla data in tale sede sostituiscono gli atti di assenso delle Amministrazioni partecipanti,
partecipanti con piena
della richiesta e i relativi costi sono a carico del richiedente» (art. 14-bis della Legge n. 241 efficacia giuridica» (Olivieri 2005).
del 1990 come modificato dalla L. 15/2005). Scopo di questa tipo di conferenza è verificare,
prima della presentazione di un progetto definitivo, se ricorrono le condizioni per
ottenere
tt successivamente
i t i necessarii parerii e nulla ll osta
t fornendo
f d eventualmente
t l t
indicazioni e prescrizioni di cui tener conto nella redazione del progetto.
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi Gli strumenti di semplificazione – Conferenza dei Servizi
La L. 241/90 p
prevedeva che p
per il raggiungimento
gg g dell’accordo fosse necessaria l’unanimità, Per qquanto concerne lo svolgimento
g della CdS, una volta avviato il pprocedimento con la
ma le successive modifiche normative hanno stabilito, nell’attuale formulazione, che la convocazione da parte del responsabile del procedimento, i soggetti entro 15 o 30 giorni
decisione può essere assunta attraverso il ricorso alle “posizioni prevalenti”. svolgono la prima seduta in cui le Amministrazioni che vi partecipano determinano il termine
per l’adozione della decisione conclusiva. I lavori della conferenza non possono superare i
90 giorni,
giorni salvo quanto previsto dal comma 4. 4 Decorsi inutilmente tali termini,
termini
Per risolvere la difficoltà di definire la “maggioranza” in presenza di più soggetti che hanno l’amministrazione procedente provvede ai sensi dei commi 6 -bis e 9 del presente articolo».
diversa rilevanza istituzionale, laddove alcuni enti esprimono il loro dissenso si dovrà tener
conto del ruolo che le diverse amministrazioni assumono in sede di conferenza.
conferenza
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi
Il ruolo dei soggetti pubblici – Accordo di Programma Gli strumenti di semplificazione – Accordo di Programma
L’art. 34 del D.Lgs. 267/2000 stabilisce che laddove per l’attuazione di interventi è
necessaria «l’azione integrata e coordinata di comuni, di provincie e regioni, di
amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici
pubblici» è possibile promuovere la
La Legge
L L d ll Regione
della R i C
Campania
i n. 16/2004 “Norme
“N sull governo del
d l Territorio”
T it i ” disciplina
di i li
conclusione di un Accordo di Programma (AdP) per coordinare le azioni.
all’art. 12 l’AdP.
L’approvazione dell’AdP equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed Esplicitamente si fa riferimento alla possibilità di un AdP anche per l’attuazione dei
urgenza delle opere in esso previste. La promozione di un AdP è svolta dal Presidente della piani urbanistici comunali affidando così a tale strumento una portata ben più ampia di
Regione o della Provincia o dal Sindaco «in relazione alla competenza primaria o quella connessa alla possibilità di attuare una singola opera.
prevalente sull’opera o sugli interventi o programmi di intervento» oggetto dell’intesa.
I soggetti e le procedure per l’attuazione degli interventi Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi
Gli strumenti di semplificazione – Accordo di Programma Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi
Le convenzioni urbanistiche
Le convenzioni urbanistiche disciplinano il rapporto tra pubblico e privato
nell’attuazione degli strumenti urbanistici, esse non disciplinano l’assetto del
La conclusione di un AdP è p preceduta da una conferenza dei servizi e se l’AdP comporta
p territorio che è oggetto di un atto di natura autoritativa (piano urbanistico),
territorio, urbanistico) ma
variazione allo strumento urbanistico è prevista la pubblicazione dell’avviso di
convocazione all’Albo Pretorio del Comune e sui principali quotidiani. Inoltre, tutti gli
riguardano le modalità di assolvimento degli obblighi di urbanizzazione, ossia le
elaborati relativi all’intervento o al programma sono depositati presso la segreteria del cessioni di aree, i versamenti in denaro e le eventuali esecuzioni di opere di
C
Comune per 10 giorni
i i dalla
d ll data
d t di convocazione
i d ll conferenza
della f di servizi
i i e chiunque
hi può
ò urbanizzazione attuative dei piani.
piani
presentare osservazioni sulle quali la conferenza di servizi si esprime motivatamente.
Esistono diverse tipologie di convenzioni urbanistiche:
• Piano di lottizzazione
• Oneri di Urbanizzazione derivanti da piani attuativi
Acquisita entro 90 giorni ll’approvazione
approvazione della conferenza,
conferenza ll’accordo
accordo è sottoscritto ed è • Oneri di Urbanizzazione derivanti da permessi a costruire
approvato con DPGR pubblicato sul bollettino ufficiale. Se l’accordo comporta la variazione
degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, anche settoriali, comunali e sovra • Attuazione di comparti perequativi
comunali deve essere ratificato entro 30 giorni, a pena di decadenza, dagli organi • Realizzazione di parcheggi
competenti (nel caso del Comune,dal Consiglio Comunale). • Realizzazione di attrezzature pubbliche in attuazione del Prg
• ……
Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi
Le convenzioni urbanistiche Le convenzioni urbanistiche
Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi
La convenzione urbanistica definisce gli interventi privati, le aree da cedere al comune, le opere di Lavori pubblici da realizzarsi da parte dei soggetti privati, titolari di permesso di costruire,
urbanizzazione che verranno realizzate e poi cedute al comune. che assumono in via diretta l'esecuzione delle opere di urbanizzazione a scomputo totale o
parziale del contributo.
La convenzione viene stipulata sulla base del progetto preliminare delle opere di
urbanizzazione e sul computo dei relativi costi di realizzazione. Possono essere compresi
anche lavori su aree di proprietà pubblica. Qualora sia necessario, va inoltre quantificata
anche la semplice cessione di aree non trasformate.
trasformate
Le opere pubbliche
p bbliche che dovranno
do ranno essere realizzato
reali ato sono opere di interesse pubblico
p bblico e
pertanto in base alle direttive europee e al Dlgs 163/2006 devono seguire procedimenti di
evidenza pubblica che possono anche essere gestiti dai privati.
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Le convenzioni urbanistiche Le convenzioni urbanistiche
Molto spesso viene contemplata la possibilità all’interno dei piani comunali che i privati Il Comune di Napoli ha messo a punto una procedura per l’approvazione di tali tipologie di
promuovano interventi diretti che, prevedendo la realizzazione di attrezzature destinate interventi in attuazione degli artt. 17 e 56 delle NTA del Prg. La Giunta ha approvato, con
all'uso pubblico, richiedono la sottoscrizione di una convenzione fra promotore e d lib
delibera 1882/2006 la
1882/2006, l procedura
d per l'istruttoria
l'i i e l'approvazione
l' i d ll attrezzature
delle
amministrazione comunale, in base a un progetto di fattibilità che, istruito dagli uffici, è assoggettate ad uso pubblico. Tale procedura prevede: I fase - approvazione fattibilità e
approvato dalla Giunta comunale. approvazione schema di convenzione, previa conferenza di servizi; II fase - approvazione
del progetto definitivo.
definitivo
Recupero ex Sferisterio a polo sportivo - Napoli
I privati realizzano parcheggi, box
auto,, attrezzature,, spazi
p pubblici
p
e gestiscono tali manufatti in
convenzione e cedono al comune
gli spazi pubblici.
Parcheggio e attrezzature
sportive a via A. Falcone - Napoli
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opera “calda” quando è possibile applicare un prezzo per il servizio che consente di
ottenere ricavi in grado di equilibrare l’investimento, come ad esempio nel caso di impianti
per la produzione di energia elettrica o di parcheggi;
• consente di utilizzare risorse private per finanziare un intervento pubblico o di pubblica
utilità;
• integra il processo realizzativo con la successiva fase gestionale dell’opera: infatti opera “tiepida” quando i ricavi non sono sufficienti a ripagare interamente le risorse
solo se il servizio sarà gestito in modo efficiente e con performance elevate potrà impiegate per la loro realizzazione ed è necessario un contributo pubblico.
generare i flussi di cassa necessari a rimborsare il debito e a remunerare il p
g promotore.
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Il Project Financing Il Project Financing
L’attuazione di interventi programmati dalle amministrazioni pubbliche con l’utilizzazione di La nuova legge sui contratti pubblici, il D.Lgs. n. 163/2006, ha infine riformato la normativa
capitali privati è una modalità di collaborazione pubblico-privato già da tempo adottata nei relativa al project financing che è stata nuovamente modificata, nell’autunno del 2008, dal
Paesi anglosassoni ed introdotta in Italia con la L. 109/1994 (c.d. Legge Merloni) e III Decreto correttivo del Codice dei Contratti, il D.Lgs. 152/2008.
successivamente
i t modificata
difi t dalla
d ll L.L 415/1998 (c.d.
( d Merloni
M l i ter).
t ) Tale decreto definisce due tipi di procedura: ad iniziativa pubblica o ad iniziativa privata.
La progressiva
L i applicazione
li i d l project
del j t financing
fi i h richiesto
ha i hi t una serie i di interventi
i t ti
normativi che hanno via via apportato integrazioni e modifiche alle procedure da attivare per
realizzare un intervento con tale modalità:
In entrambi i casi le offerte da parte dei privati devono contenere:
– il progetto preliminare;
L. 340/2000, art. 21 - prevede il project financing anche con riferimento alla realizzazione
«di nuove infrastrutture viarie di interesse nazionale per le quali sono utilizzabili – la bozza di convenzione;
sistemi
i t i di pedaggiamento».
d i t – il piano economico-finanziario
economico finanziario asseverato da una banca;
– la descrizione del servizio e dell’ipotesi di gestione;
– l’indicazione delle spese sostenute per la redazione dell’offerta (che non possono
L. 443/2001 (c.d.
L (c d Legge obiettivo) - conferisce al Governo la delega per ll’emanazione
emanazione di superare il 2,5%
2 5% del valore dell
dell’investimento)
investimento).
uno o più decreti legislativi concernenti “la disciplina della tecnica di finanza di
progetto per finanziare e realizzare, con il concorso del capitale privato”, anche le
infrastrutture p
pubbliche di p
preminente interesse nazionale.
Per il PF di iniziativa pubblica i presupposti per l’avvio della procedura sono: Nella gara doppia: Iter del project financing
– l’inserimento dell’intervento nel programma triennale e nell’elenco annuale dei lavori secondo la legge 109/94
pubblici;
– la pubblicazione del bando di gara per l’avvio della procedura entro sei mesi Prima fase (individuazione del promotore):
dall’approvazione del’elenco annuale. – pubblicazione di un bando;
– individuazione del promotore;
Il PF ad iniziativa pubblica si differenzia in funzione della tipologia di procedura
– approvazione da parte dell’ente pubblico
adottata: a gara unica o a doppia gara.
del progetto.
Nella gara unica, le fasi sono: Seconda fase (miglioramenti del progetto e
– pubblicazione di un bando; affidamento della concessione):)
– graduatoria delle proposte e scelta del promotore; – pubblicazione di un nuovo bando che ha
come base di gara il progetto preliminare
– approvazione da parte dell’ente pubblico del progetto;
approvato e le condizioni economico-
economico
– stipula della convenzione con il promotore. contrattuali proposte dal promotore.
– stipula della convenzione con il soggetto
individuato.
individuato
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Il Project Financing Il Project Financing
Project financing ad iniziativa privata
Project financing ad iniziativa privata
A fronte della presentazione di una o più proposte l’ente deve pubblicare un avviso per
sollecitare ulteriori proposte specificando i criteri in base ai quali saranno valutate. Nei
A fronte dell’inerzia delle stazioni appaltanti che non danno avvio alle procedure di gara i successivi 90 giorni si possono presentare proposte alternative oppure ipotesi di modifica di
privati possono attivare la procedura III decreto correttivo del Codice dei Contratti).
Contratti) quella originaria in relazione ai criteri di valutazione indicati dall
dall’ente
ente. Nei successivi sei mesi
Se l’ente pubblico non ha avviato la procedura di project financing entro 6 mesi viene selezionata la proposta e quindi il promotore.
dall’approvazione degli strumenti di programmazione, i privati nei successivi 4 mesi possono A questo punto l’ente pubblico può attivare diverse procedure per mettere in concorrenza il
presentare una p
p proposta
p che deve avere g previsti nel caso di p
gli stessi contenuti p project
j progetto del promotore con gli altri soggetti.
soggetti
financing di iniziativa pubblica.
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Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi Rapporto pubblico/privato e nuovi strumenti operativi
Il Project Financing – Porto turistico a S
S. Giovanni Il Project Financing – completamento Centro Direzionale
Il Project Financing – completamento Centro Direzionale R. PAPA, IL GOVERNO DELLLE TRASFORMAZIONI URBANE E TERRITORIALI. METODI. TECNICHE E STRUMENTI. FRANCOANGELI, MILANO
CAP. 1 CAP. 2 CAP. 3 CAP. 4 CAP. 5 CAP. 6 CAP. 7 CAP. 8 CAP. 9 CAP. 10 CAP. 11 CAP. 12 CAP. 13 CAP. 14 CAP. 15 CAP. 16 CAP. 17 CAP. 18 CAP. 19 CAP. 20 CAP. 21 CAP. 22 CAP. 23 CAP. 24
1.2
1.3
17.1
5.1 6.1 10.1
9.2 17.2
5.2 6.2 10.2
17.3
7.1
Al concessionario compete la progettazione e la realizzazione di tutte le opere mediante 5.3 6.3
7.2
10.3
14.1
le quali si completa l'urbanizzazione del centro direzionale. Parte delle opere pubbliche 14.2
15.1
15.2
17.05
14.3
verranno cedute direttamente al Comune, altre saranno affidate in gestione per 30 anni con 11.1
11.2 12.01
tariffe e condizioni concordate con il Comune. Per fare fronte alla quota dei costi che non è 11.3
coperta dai rientri di gestione delle opere, l'amministrazione cede al concessionario una 16.1
16.2
19.1
19.2
quota delle proprie aree edificabili per la realizzazione di edifici privati (mc 354.957). 16.3
16.4
19.3
19.4
20.1
NELLE CELLE SONO RIPORTATI I NUMERI DEI PARAGRAFI
20.3