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ll rimbro è unorv s\,r quattro\, €.1!r
dei ri....Lu attributi del èrtr,rtlJ.
rr._r\,[r ur-l suono: §]]u dipende oa{4_!omDQ§&§:_
esso urlrÉIlge dalÉ comoosizio-
vibrazione, vale a dire dal numero, dall;ordiaq eìAla6i6§at-
con cul associano le timbro di
I inoltr Lonsroereremo a parte questa impartantissima
di estinzione). Il timbro risente pure dell,altezza
edellairtensitàdelsuono.r %
- --Efnave"i-s6-fAEidfisfaritomatica del suono, per mezzi di appositi oscillogra{ì
elettronici, si può vedere come ogni componente dello spettragràmma armaniù (v.
questa voce) sia animata mom€nto per momento da variazionidi ampiezza che viva-
cizza.ta l'immagiae spettrale. ogni armonica di qualsiasi suono muìicaie, che nsn
sia di origine meccanica o elettrica, è soggetta a tà[ fluttuazioni ed ha un suo com-
portamento diaarnico, senza che.da ciò consegua instabilità del timbro; auspice
-l'orecchio umaqo che è un meraviglioso integratore dell,informazione sonora.
5e consideriamo, attraverso I'apprezzamento uditivo, ii suono di una voce o di
uno.strumento e giudichiamo--che quellq,che udiamo è un suono di.rimbro omoge-
neo in rutta la tessitura di qu iiììamai6fo
per nor e mporta), rna non per la
del §tesso, che, nel caso rria anche sotevol-
mente note gra e alte e viceversa. Se,pq ipotèsì, var
l'altezza 4eJIe note, la-csrrnosizione armonica del suono resta-ssg-llnmutata, il tim-
bro che udremmo,sarebbe-J-ufi:a l r rrr r-he n",.'oi,,i-,i-Nl.,,, À ,ì-. ^ììì;;:*;r--=- ^ -:
Chiudiamo con una citazione che sarebbe stata più giustamente collocata in
ordine alla parola rumore, ma che qui ci sta parimenti bene dato che il rumore non è
solo questione di intensita acustica, ma anche di timbro.
Un giorno venne chiesto al prof. Burk, allora Direttore del laboratoiio di Elet-
troacustica del Politecnico di Monaco di Bavieia, quale fosse la definizione del ru-
more. Ed egli sintetizzò in poche parole il suo pensiero, rispondendo molto arguta-
mente che il «rumore è quello che fanno gli altri»>.
nisura, venne sin da allora stabilita nella stessa proporzione riconosciuta poi
ci, ossia nel rapporto 9/8.
Nella storia della musica occidentale, dopo il più che millennario dominio
.ema greco, troviamo con lo Zarlino, a meta del XVI. secolo, l'omonima ics:*
--- Dasatasui"rapportisemplici"(v,Scalemusicali),nellaqualeesistonoduegraaé*r-.,.,,,!
ze di tono: una, detta "tono grande" che è simile al tono greco di 9/8; l'altra de::* .
...--^
tono piccolo", ,l: tn/o
^L^.1è di
-:^--r^rr che - I1,l1lll
l0/9 = llrtl - roa
= ^^-.-
182 cents.
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Stato di nposo
a)
Stato di riPoso
ii
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a
230
&
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du-e oscillogrammi, uno de! trat§itorio di attac-
ln fig. 62 a) e b) sono riprodotri
molto-rapido, di un suono di pianoforte e I'altro, mediamente lento, di un suono
"o.
ài *olto evidente anche il lentissimo smorzamento del suono. ossia il
"i"É"i.itS,_È
trffione, del quale parleremb poco più avanti.
Il tipo di attacco del suono, che, sia per la voce umana, sia per gli strurnenti mu-
sicaliTu6 vàiiàFài6Fe-ìnrn--6&-molto netto, ha forte influenza sul transitorio cor-
ri sponde nte e Giltr-flu qli!L!g|§!Qng{ co me s@-
suono di una cixìlà-$Iizzicata" quello della slessa corda eccitata con&!§hQtto.
cò-iilà-Sizzicata" e a qùello con I' archetto,
opp -r
che tra I
ù r di evidente
I il modo di attaccare il suono e I'andamento del transitorio che ne tonses[eliè-ùna. -]
;o,tenò-à"usuco cne
231
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r che
sta
il transitorio di estinzione ha
atti variare il su5àn
de influenza ne del timbro: ba-
to per ottenere differenziazioni notevb-tr
questo caso uqgllgft"g!.*pi.?qssoJr,o".$iarir.e bene la situazione. Prendiamo un
supno ii-plenqfdt'té; dove ridn èdislè'§6luiibne di tempo tra il transitorio di attacco e
:in
§
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quello diSftl4ziinq e introduciamo nella memoria diun ca@iler clue o re*periodi jll
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i
di qtiixlo suono. Diamo quindi le opportune istruzioni alla macchina affinché ci fac- I
cia udire a I il suono di cui trattasi, iterando i due o tre periodi che le sono
i
immagazdnati. è più un no or Dranolorte. ma or so-
rmgf-mte-a=uono di uno strano strumento a fiato,ToEe tra q e
.1t
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stessa cosa. i possono fare anche speri- i
mentazioni inverse, trasformando, per esempio, un suono di lunga durata in un suo-
no imp ampana o con quello del pianoforte: ri
Delineato cosl l'aspetto acustico de due transitori e del tempo di normale regi- t
me ùibratorio, non resta che richiamare l'attenzione del lettore sulla determinante
importanza che hanno questi parametri rispetto alla qualità del suono e alle varia-
zioni timbriche che possono risultare in seguito a mutamenti, anche lievi, della loro
dinamica e del loro comportamento temporale.
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ermonico che sarà diverso da caso a sa§o. Dato che è dalla quantità, dall'intensità e
AJi"idi*i ioiquate si associano le armoniche che dipende la qualità deldirettamente
timbro, da
riO *ori*àge chà variando il tuogo di eccitaeione dElla corda si inftruisce
sul timbrò. La pratica e la tecnica degli strumenti a corda insegnano a valersi di
que-
it. pi"pii,.ta acustiche per ottenere particolari "colorazioni" del timbro. Se si §uCIna
àit,iin,i aua mera deila-corda, gssia (9offiic.gno sli,§-!ty$t3ll§!11 :::Illa tpstierai'',
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data l'assenZa delle armoniche di oitiine@ il suo11o-è tenue e vèllutato; mentre se
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Fig. 33