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di
fonetica acustica.
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1. Definizione
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la proprietà di sommarsi tra loro. La frequenza dell’onda
complessa risultante equivale alla frequenza della sua componente
più bassa. Se alla corda vibrante si aggiunge un risonatore, come
la cassa armonica della chitarra, alle onde prodotte dalle
vibrazioni della corda si aggiungono quelle prodotte dal
risonatore, che si mette a oscillare a frequenze che dipendono
dalla sua forma e dal materiale di cui è costituito.
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viene prodotto e messo in commercio dalla Kay Electrics il primo
modello di sound spectrograph. Oggi sono disponibili vari
modelli di spettrografi, sia hardware, come il CSL (Computerized
speech lab) della Kaypentax, sia software, come il Multi-Speech,
commercializzato dalla stessa società, o il Praat, elaborato presso
l’università di Amsterdam e scaricabile dalla rete. Gli
spettrogrammi riportati nelle figure seguenti sono stati prodotti
con WaveSurfer 1.8.5, un software open source elaborato dal CTT
(Centre for speech technology) del KTH (Kungliga tekniska
Högskolan; in ingl., Royal Institute of technology) di Stoccolma.
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2. Lo spettrogramma
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orizzontali. La distanza tra due striature contigue, misurata in Hz
sulla scala delle frequenze, dà il valore della frequenza di
vibrazione della glottide o frequenza fondamentale (F0). Il
secondo mette in risalto le cosiddette formanti (frequenze di
risonanza generate dalle cavità sopralaringali) evidenziate da zone
di maggiore annerimento, senza che vengano perdute le
informazioni sul comportamento della sorgente glottidale: le
aperture e chiusure delle corde vocali sono infatti rappresentate da
striature verticali periodiche. L’altezza di una formante, misurata
nel punto centrale della banda annerita, dipende non solo dalla
forma del risonatore ma anche dalla sua dimensione: in generale si
può dire che più piccola è la cavità, più alta è la frequenza alla
quale risuona.
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Oltre all’analisi di tipo segmentale, lo spettrogramma
consente anche un’indagine di tipo soprasegmentale (fig. 2), in
quanto dal tracciato è possibile ricavare la durata dei singoli foni,
la loro intensità e l’andamento intonativo dell’enunciato. Infine
l’analisi spettrografica permette di evidenziare i numerosi effetti
di coarticolazione che caratterizzano il parlato.
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3. Le vocali
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(c) l’arrotondamento e la protrusione delle labbra
determinano l’abbassamento di tutte le formanti; maggiore è la
labializzazione, maggiore è l’effetto sulle formanti.
vocale F1 - F2 F1 - F2
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[ɔ] 520 - 900 640 - 1200
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4. Le consonanti
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le caratteristiche acustiche e spettrografiche dei singoli modi di
articolazione.
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pattern spettrografico: spazio bianco seguito da un tratto
caratterizzato da striature irregolari (nel caso di affricate sonore si
aggiungono striature periodiche)
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Il luogo di articolazione delle consonanti è
spettrograficamente ricavabile dall’altezza della F2. Quando,
come nel caso delle occlusive, la F2 non è visibile, è possibile
ricavare il luogo dalle deviazioni, ascendenti o discendenti, delle
seconde formanti delle vocali a contatto (la «teoria dei loci»,
formulata per la prima volta da Delattre, Liberman & Cooper
1955, e successivamente ripresa da vari studiosi). Tali deviazioni
convergono verso un locus che rappresenta il corrispettivo
acustico del luogo articolatorio: 700 Hz per un luogo labiale, 1800
Hz per un luogo dentale o postalveolare, 2000 Hz per un luogo
palatale. Per un luogo velare vi sono due diversi loci: al di sopra
dei 2200 Hz se la vocale a contatto è aprocheila, intorno ai 700 Hz
se la vocale è procheila. Tali valori si riferiscono a una voce
maschile (per una voce femminile è sufficiente aumentarli del
15%). Infine va detto che anche la F1 varia al variare del luogo
articolatorio. Infatti se la F1 è inferiore ai 500 Hz la costrizione è
localizzata nella cavità orale, se la F1 supera i 500 Hz la
costrizione è nella cavità faringale.
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presenti un locus al di sotto dei 1000 Hz per effetto della vocale
procheila a contatto, e come le alveolari [d] e [t] abbiano entrambe
un locus di F2 intorno ai 1800 Hz. Inoltre, il tracciato evidenzia
molti fenomeni di coarticolazione. Si nota, ad es., che le due
consonanti laterali [l] presentano una diversa F2: intorno ai 1800
Hz la prima, intorno ai 1200 Hz la seconda. L’abbassamento è
evidentemente dovuto alla labializzazione: nel primo caso la
consonante è in contesto non labializzato, nel secondo si trova a
contatto con vocali protruse e arrotondate. La labializzazione
quindi, già presente nella prima [o], per economia articolatoria
permane durante la produzione della laterale e continua nella
vocale che segue.
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L’analisi spettrografica consente, in definitiva, di rivelare
molti dettagli articolatori che non potrebbero in alcun modo essere
individuati se non mediante tecniche di indagine più o meno
invasive (radiografiche, cineradiografiche, palatografiche), le
quali, peraltro, impediscono la spontaneità e la normalità
dell’eloquio. L’indagine spettrografica resta quindi uno strumento
essenziale per lo studio della voce e del suono linguistico.
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Studi
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Ferrero, Franco E. & Magno Caldognetto, Emanuela (1986),
Elementi di fonetica acustica, in Trattato di foniatria e logopedia,
a cura di L. Croatto, Padova, La Garangola, 1983-1988, 4 voll.,
vol. 3° (Aspetti fonetici della comunicazione), pp. 155-196.
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