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S U O NAR E I L BASS O

TECNICA PER LA MANO DESTRA

Tra le due mani, che svolgono una diversa funzione ed hanno regole tecniche diverse,
iniziamo con la destra, che si può definire come il motore del groove.
In linea generale per un destro la mano deputata a pizzicare le corde è appunto la destra,
pertanto, la mano destra è quella che pizzica le corde.
Per ciò che attiene alla giusta postura del basso izione del basso braccio e avambraccio
formano un angolo ampio e rilassato, con il polso praticamente senza angolo (abbiamo già
visto posizioni simili nell’articolo sulla postura a proposito della postura alternativa). La
mano e le dita sono in posizione da arpeggio (te ne parlo poco più giù);

In questo ambito così eterogeneo proviamo però a trovare dei punti fermi da cui partire.
Possiamo considerare la tecnica per la mano destra fondata su tre pilastri:
 Pizzicare le corde (I)
 Mutare le corde (II)
 Rake (III)
Prima di passare ad analizzare in dettaglio questi tre pilastri, partiamo dalla posizione
tradizione della mano.

Mano destra: posizione tradizionale


Si tratta della tecnica più utilizzata in assoluto.
La posizione da assumere è quella in figura, con l’avambraccio che poggia delicatamente
sul bordo del body e la mano che scende sulle corde con le dita raccolte ma non
attaccate.

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Questa è la posizione fa si che le corde possano essere pizzicate con i polpastrelli e non
con le unghia (metodo utilizzato da Francisco Tarrega con la chitarra classica). Vi è poi il
tocco appoggiato, di cui si parlerà a breve.

I – Pizzicare le corde
Il compito della mano destra è quello di far vibrare le corde in modo da produrre il suono.
Per fare questo bisognerà pizzicare le corde.
Chi ha un minimo di dimestichezza con il mondo della chitarra classica conosce già la
distinzione tra il tocco libero ed il tocco appoggiato.
Nel tocco libero il dito che pizzica la corda tocca solo con la corda che deve vibrare;
nel tocco appoggiato il dito che pizzica la corda, dopo averla fatta vibrare, termina il suo
movimento sulla corda successiva che è situata sopra quella che vibra.
Entrambe le tecniche sono eseguite utilizzando indice e medio, che si alterneranno nel
pizzicare le corde.

Come puoi osservare nell’immagine qui in alto, il dito parte dal punto A (seconda corda in
questo caso), pizzica la corda con la punta del polpastrello, attraversa le due corde e
termina il movimento sul punto B, appoggiandosi appunto sulla corda superiore, la terza.
Sottolineo che la corda va pizzicata con la punta del polpastrello e non col polastrello
pieno.
La pizzicata del punto A fa notare che la corda è pizzicata in modo corretto.
Tiriamo un attimo le somme di questo inizio e proviamo quindi a suonare il basso:
 appoggia il pollice sulla quarta corda come nell’immagine qui su;
 posizione indice e medio sulla terza corda;
 poi inizia a pizzicare la seconda corda come appena indicato alternando indice e medio
(in pratica è come se volessi imitare con le dita una persona che cammina);
 ricorda di terminare il movimento di ogni dito (indice e medio) sulla corda più in alto
rispetto a quella che si sta suonando.

Intensità del tocco


Per definire l’intensità da imprimere al tocco si può far riferimento al concetto di suonare
piano e suonare forte.
L’intensità dovrà essere tale da poter sempre suonare più forte o più piano.
In sostanza bisogna avere sempre una riserva di dinamica nel tocco.

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In questa foto si nota che il suonatore utilizza la c.d. rampa. Questo evita che le dita
possano affondare troppo tra le corde e assicura di poter pizzicare le corde con la punta
del polpastrello.

Considerazioni
Qualche considerazione su primo pilastro della tecnica per la mano destra è dovuto.
E’ importante avere le unghia molto corte, al fine di evitare che la punta dell’unghia
stessa possa produrre un suono impreciso e non omogeneo.
Inoltre, la tecnica del tocco appoggiato si preferisce a quella del tocco libero perché il
basso è sopratutto strumento melodico e non armonico e poi perché assolve alla funzione
fondamentale di evitare che le corde non pizzicate tendano a risuonare, o perché
suonate in precedenza o per simpatia.
E’ infatti risaputo che alcune vibrazioni possono indurre altri corpi (nel nostro caso altre
corde) a vibrare senza che ci sia un contatto fisico. Si dice che le corde vibrano per
simpatia (il contatto è solo acustico e non fisico).
Per poter avere un suono pulito, privo di vibrazioni e risonanze non volute, dobbiamo
analizzare il secondo pilastro che caratterizza la tecnica della mano destra per suonare il
basso.

II – Mutare le corde (Muting)


La tecnica del muting si esegue sempre con la mano destra e coinvolge anche altre dita,
oltre a indice e medio.
Le principali tecniche impiegate si possono riassumere in tre tipologie così denominate: 1)
Pollice ancorato, 2) JP e 3) Pollice flottante.

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Il tocco appoggiato garantisce che due corde (quella pizzicata e quella immediatamente
precedente) sono già impegnate dalle dita, quindi si eviteranno risonanze indesiderate
sulle corde interessate. Ad esempio, se si suona la prima corda, la seconda corda non
potrà produrre risonanze perché stoppata dal tocco appoggiato (si pizzica la prima corda e
si ferma il dito sulla seconda).

1 – Pollice ancorato
Con questa tecnica il pollice si muove seguendo il movimento verticale di indice e medio
poggiandosi di volta in volta su un punto differente.
In particolare, quando si pizzica la quarta e la terza corda il pollice sarà ancorato sul
PickUp. Non si avranno problemi di risonanze perché quando si suona la quarta corda
quelle più alte in frequenza non vibreranno. Quando si suona la terza corda, la quarta
è stoppata dall’uso del tocco appoggiato.
Da notare che quando suona la quarta corda il tocco appoggiato è come se lo eseguissi
sfruttando il pollice come punto di arrivo.
Quando si suona la seconda corda si fa scendere il pollice sulla quarta e lo si ancora su
quest’ultima.
Quando si suona la prima corda si sposta ancora il pollice sulla terza corda, avendo cura
di fare in modo che il pollice tocchi anche la quarta corda. In sostanza in questo caso il
pollice stoppa due corde: la terza e la quarta. Prima e seconda sono già impegnate da
indice e medio.

2 – Tecnica di Jaco Pastorius


Nell’immagine al punto 2, si nota che la terza e quarta corda sono stoppate dall’anulare e
dal mignolo e, mano mano che si procede in verticale, con l’indice, le stesse dita anulare e
mignolo si ancorano sulle corde.
Il pollice in questo caso segue indice e medio come nella tecnica 1, senza dover fermare
le corde più gravi.

3 – Pollice flottante
Questa tecnica è simile a quella del pollice ancorato. La differenza sta nel fatto che il
pollice scorre sulle corde senza mai ancorarsi su un punto specifico.
Da un lato questa tecnica stoppa efficacemente tutte le corde che precedono quella che si
sta pizzicando.
Tecnica 1 + 3
In realtà quelle indicate sono le tre principali tecniche impiegate. Esistono però anche delle
varianti, magari personalizzate.
Personalmente mi sono trovato molto bene con una tecnica che ho appreso da Scott
Devine.
In sostanza è la tecnica del pollice ancorato un tantino estremizzata, nel senso che
prevede l’ancoraggio del pollice sempre sulla corda precedente a quella pizzicata:

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Come si vede nell’immagine il pollice è sempre posizionato subito prima della corda
pizzicata. Solo quando si suona la prima corda la tecnica diventa con pollice flottante, in
modo da facilitare il bloccaggio delle corde più gravi (quarta soprattutto).

III – Rake
Il rake viene utilizzato per gestire la fase discendente del pizzicato, ovvero quando si
passa da una corda più acuta a quella più bassa successiva.
Questa tecnica si rifà alla tecnica della chitarra classica di Tarrega o Sor e prevede una
rigida alternanza tra indice e medio sia in fase ascendente che discendente.
Nel basso elettrico si è finito per ottimizzare questa tecnica per gestire la fase
discendente, abbandonando l’alternanza tra indice e medio a favore di un pizzicato più
fluido.
Vediamo in cosa consiste il rake.
Ad esempio, se dovessi suonare una nota sulla seconda corda ed una sulla terza dovrai
utilizzare lo stesso dito, indice o medio a seconda di quale dito hai utilizzato per suonare la
seconda corda.
Tale tecnica è da ritenersi valida in fase discendente perché il raking consente una
maggiore velocità e semplicità esecutiva.

Attenzione: esistono delle eccezioni all’utilizzo del rake.Ad esempio nei salti di corda non
sempre conviene utilizzarlo, preferendo invece dare priorità all’alternanza indice e pollice.
Esercizi pratici
Dopo aver analizzato in dettaglio i diversi aspetti che riguardano la tecnica per la mano
destra per suonare il basso, è utile a fare qualche esercizio pratico.

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Non avendo ancora affrontato il discorso relativo alla tecnica per la mano sinistra per ora ti
basterà appoggiare gentilmente la mano sinistra sulla tastiera in modo che le corde siano
ferme.
Attenzione: non devono schiacciare le corde. Bisogna solo fermarle poggiando il
palmo/dita della mano.
Quello che si otterrà è un suono di tipo percussivo, definito come ghost note (nota
fantasma).

Prima si suonano quattro quarti della seconda corda (RE) a vuoto e poi le ghost note sulla
stessa corda per un paio di volte:

Ripassando quanto sin qui detto è bene ricordare i punti salienti:


 utilizzare indice e medio per pizzicare le corde con la tecnica del tocco
appoggiato;
 in fase ascendente, ovvero con una direzione che va dalla quarta corda alla prima,
indice e medio si alternano mentre in fase discendente si utilizza il rake;
 ipotizzando che si stia utilizzando la tecnica del pollice ancorato per il muting, è
necessario spostare il pollice quando si passa a suonare le corde più acute.

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ESERCIZI SULLE TECNICHE DELLA MANO DESTRA SUL BASSO

Con gli esercizi riportati di seguito si può mettere in pratica quanto sin qui spiegato sulle
tecniche della mano destra.
E’ necessario suonare in quarti seguendo il metronomo con velocità massima a 60 bpm
(battiti per minuto). Ad ogni beep/beat del metronomo dovrà coincidere il suono
pronunciato dal pizzicato della mano destra.
IMPORTANTISSIMO: è consigliabile prima di introdurre il metronomo nell’esecuzione
dell’esercizio eseguire lo stesso molto lentamente per capire i movimenti e la posizione
della mano.

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