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DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA ASL SALERNO

Parte Generale Revisione n.2


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Sommario Luglio 2016
Salerno

SOMMARIO
1 PRESENTAZIONE 1
1.1 ORGANIZZAZIONE DEL DVR 2
1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3
2 INTRODUZIONE GENERALE 9
2.1 PREMESSA 9
2.2 TERMINOLOGIA 10
2.3 SCHEDA ANAGRAFICA DELL' UNITA' PRODUTTIVA 13
2.4 METODOLOGIA E FASI OPERATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO 14
2.4.1 Verifica della conformità normativa 15
2.4.2 Identificazione delle sorgenti di rischio e loro classificazione 15
2.4.2.1 Attrezzature di lavoro 16
2.4.2.2 Metodi di lavoro e disposizione degli impianti 16
2.4.2.3 Impiego dell'elettricità 16
2.4.2.4 Esposizione a sostanze o preparati pericolosi per la salute 17
2.4.2.5 Esposizione ad agenti fisici 17
2.4.2.6 Esposizione ad agenti biologici 17
2.4.2.7 Fattori ambientali ed ambiente di lavoro 17
2.4.2.8 Interazione del posto di lavoro e dei fattori umani 17
2.4.2.9 Fattori psicologici 18
2.4.2.10 Organizzazione del lavoro 18
2.4.2.11 Fattori vari 18
2.4.3 Classificazione Tradizionale ISPESL 18
2.4.3.1 Agenti di Rischio per la Sicurezza 18
2.4.3.2 Agenti di Rischio per la Salute 19
2.4.3.3 Agenti di Rischio Trasversali per la Sicurezza e la Salute dei lavoratori 21
2.4.4 Individuazione dei Fattori di Rischio 21
2.4.4.1 I Comparti delle Aziende Sanitarie 21
2.4.4.2 Individuazione delle aree omogenee e delle attività omogenee nei comparti 22
2.4.5 Metodologia specifica di valutazione dei rischi di natura infortunistica 36
2.4.6 Individuazione e valutazione dei rischi di natura igienico-ambientale e trasversale 38
2.4.7 Metodologia specifica per la valutazione dei rischi igienico-ambientali 40
2.4.8 Metodologie adottate per la valutazione dei rischi specifici 41
2.4.8.1 Metodologia per la valutazione del rischio incendio 42
2.4.8.2 Metodologia per la valutazione del rischio da scariche atmosferiche 47
2.4.8.3 Metodologia di valutazione del rischio elettrico 49
2.4.8.4 Metodologia di valutazione del rischio da elettromedicale 63
2.4.8.5 Metodologia di valutazione del rischio microclimatico 73
2.4.8.6 Metodologia per la valutazione del rischio illuminotecnico 92
2.4.8.7 Metodologia per la valutazione del rischio da MMC 104
2.4.8.8 Metodologia di valutazione del rischio chimico 121
2.4.8.9 Metodologia di valutazione del rischio biologico 123
2.4.9.10 Metodologia di valutazione del rischio rumore 129
2.4.9.11 Metodologia di valutazione del rischio vibrazioni 131
2.4.9.12 Metodologia di valutazione del rischio da campi elettromagnetici (CEM) 132

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2.4.9.13 Metodologia di valutazione del rischio da infrasuoni ed ultrasuoni 137


2.4.9.14 Metodologia di valutazione del rischio da radiazioni ottiche artificiali (ROA) 138
2.4.9.15 Metodologia di valutazione del rischio lavoro-stress correlato. 142
2.4.9 Metodologia conclusiva 146
3 IL SISTEMA DI GESTIONE 148
3.1 PREMESSA 148
3.1.1 Datore di Lavoro 148
3.1.2 Unità Produttiva 152
3.1.3 Dirigente (ai sensi del D.Lgs. 81/08) 152
3.1.4 Preposto (ai sensi del D.Lgs. 81/08) 153
3.1.5 Lavoratore 154
3.1.6 Addetto Antincendio e alla Gestione dell’Emergenza Aziendale 155
3.1.7 Addetto al Primo Soccorso 156
3.2 STRUTTURA COMPLESSA SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (SPP) 157
3.2.1 Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) 160
3.2.2 Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP) 160
3.3 STRUTTURA COMPLESSA MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE (MLA) 160
3.3.1 Medico Competente Coordinatore (MCC) 161
3.3.2 Medico Competente (MC) 162
3.2.3 Medico Autorizzato per la Sorveglianza Sanitaria di Radioprotezione (MA) 163
3.4 ALTRI SERVIZI CON COMPETENZE SULLA SICUREZZA DEI LAVORATORI 164
3.4.1 Esperto Responsabile per la sicurezza dell’impianto RMN (ER) 164
3.4.2 Medico Responsabile per la sicurezza dell’impianto RMN (MR) 165
3.4.3 Esperto Qualificato di Radioprotezione (EQ) 166
3.4.4 Tecnico Sicurezza Laser (TSL) 166
3.4.5 Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) 167
3.5 GESTIONE DEI PROGRAMMI D’INTERVENTO 167
3.5.1 Esempio di misure di adeguamento 168
4 ELABORAZIONE STATISTICA DEGLI INFORTUNI 170
4.1 DEFINIZIONI E METODI PER L'ANALISI DEGLI INFORTUNI 170
4.2 ANALISI ASSOLUTA DEGLI INFORTUNI 171
4.3 ANALISI DEGLI INFORTUNI PER STRUTTURA DELLA ASL SALERNO 175
5 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 178
5.1 PREMESSA 178
5.2COMMENTO AI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE 180
5.2.1 Mansionario dei Lavoratori 180
5.2.2 Piani di Adeguamento ed Intervento 180
5.2.3 Procedure e buone prassi lavorative 181
6 PROFILI DI RISCHIO PER ATTIVITÀ OMOGENEE (MANSIONARIO) 182
6.1 INDICE MANSIONI PER COMPARTO 182
6.2 SCHEDE DI SINTESI PER PROFILO DI RISCHIO 184
6.3 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 185
6.3.1 Generalità 185
6.3.2 Protezione degli arti superiori in ambito sanitario 185
6.3.3 Protezione degli occhi e del volto in ambito sanitario 186

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6.3.4 Protezione delle vie respiratorie in ambito sanitario 186


6.3.5 Protezione dei piedi in ambito sanitario 187
6.3.6 Protezione dell’udito in ambito sanitario 187
6.3.7 Radioprotezione 187
6.4 L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE 187
6.4.1 Informazione ai lavoratori 188
6.4.2 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti 188
6.5 IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA 190
6.5.1 Protocolli base per i profili di rischio di tutti i dipendenti della ASL 191
6.5.2 Protocollo sanitario specifico individuato per gruppi omogenei 191
6.5.3 Protocollo base generale per i lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti 191
6.6 SCHEDE DI SINTESI 192
7 PROCEDURE E BUONE PRASSI IN USO NELLA ASL SALERNO 193
7.1 PROCEDURA PER LA TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI 193
7.2 PROCEDURA PER LA CORRETTA REGISTRAZIONE DEGLI INFORTUNI 193
7.3 PROCEDURA PER LA GESTIONE DI FARMACI ANTIBLASTICI 194
7.4 PROCEDURA PER L’INTRODUZIONE DI NPDS 195
7.5 PROCEDURA PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI IN OSPEDALE 197
7.6 PROCEDURA PER INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO 198

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Salerno Presentazione Luglio 2016

1 PRESENTAZIONE
Il presente documento è stato redatto come rielaborazione ed aggiornamento del Documento di
Valutazione dei Rischi (DVR) dell’ASL SALERNO. Esso è il risultato del lavoro di analisi delle
attività svolte presso le strutture della ASL, della valutazione dei rischi associati e della programmazione
delle necessarie azioni di prevenzione e protezione da attuare ai sensi della nuova normativa vigente, e
cioè il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza e sui luoghi di lavoro, il D.Lgs.
81/08, entrato in vigore il 15 maggio 2008, che costituisce l’attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, per il riassetto e la riforma delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle
lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, mediante l’abrogazione, il riordino e il coordinamento
delle medesime in un unico testo normativo (successivamente integrato e modificato dal “correttivo”
Decreto Legislativo 3 settembre 2009, n.106).
Il presente documento è stato redatto sulla base delle Linee Guida CEE, delle linee guida dettate dal
Coordinamento delle Regioni e delle Province autonome del 27/10/1995, nonché delle linee guida
emanate fino ad oggi dall’ex ISPESL, nel corso degli ultimi anni a partire dall’entrata in vigore del
precedente testo normativo in materia di sicurezza e salute dei luoghi di lavoro, cioè il vecchio D.Lgs.
626/94 fino alla soppressione dell’Ente e il trasferimento delle competenze all’INAIL.
Il presente elaborato tiene inoltre conto delle vicende statutarie della ASL SALERNO, la quale è nata dal
commissariamento regionale delle tre ex AASSLL della Provincia di Salerno, in attuazione del Piano di
Rientro del Debito attuato dalla Regione Campania, che solo dall’agosto 2012 ha consentito la nomina di
un Direttore Generale, il quale ha inteso “disegnare” l’organigramma del sistema della sicurezza
aziendale con l’importante Delibera n. 4 del 10 agosto 2012, avente ad oggetto la “gestione della tutela
della salute e della sicurezza dei lavoratori della Azienda Sanitaria Locale SALERNO”. Con successiva
Delibera n. 3 del 27 luglio 2016 (Gestione della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro. ASL SALERNO. Provvedimenti), l’attuale Direttore Generale, facente funzioni di Datore di
Lavoro, ha inteso confermare l’organigramma del sistema della sicurezza aziendale previsto dai suoi
predecessori, attuando il sistema delle deleghe ai Direttori Responsabili di Macrostrutture e Unità
Complesse di adempimenti e responsabilità che sono proprie anche dal Datore di Lavoro.
Il lavoro di valutazione di tutti i rischi, previsto all’art. 28 del D.Lgs. 81/08, è stato eseguito dal Datore di
Lavoro di concerto con il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) dell’Azienda Sanitaria Locale
SALERNO. Il Servizio di Prevenzione e Protezione si è avvalso di un gruppo multidisciplinare di
collaboratori (Ingegneri, Architetti, Biologi) che sono stati indirizzati all’indagine dei vari rischi. La
valutazione, ove previsto, è stata condotta in collaborazione con la Struttura di Medicina del Lavoro
Aziendale della ASL SALERNO.
Durante i sopralluoghi sono stati consultati i dirigenti, i preposti, i rappresentanti dei lavoratori e i
lavoratori. Inoltre sono stati consultati un gran numero di lavoratori con attività diverse, dai quali sono
stati acquisiti dati ed informazioni, oltre a pareri e valutazioni tecniche, riguardanti i fattori di rischio ed i
sistemi di prevenzione propri delle attività oggetto di valutazione. Ove presenti sono stati consultati i
Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza (RLS) e Rappresentanti Sindacali (RSU). La
documentazione tecnica è stata messa a disposizione dal Servizio Tecnico Manutentivo e Gestione del
Patrimonio, con i suoi uffici centrali e quelli periferici, presenti presso le macrostrutture del territorio.
L’insieme dei documenti prodotti, in considerazione della propria naturale caratteristica in termini di
dinamicità, non deve essere considerato come un lavoro conclusivo e definitivo, ma come un passo operativo
nell’ambito di un auspicabile Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL). Di fatto, come recita
il comma 3 dell’art. 29 del D.Lgs. 81/08 (Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi): “la

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valutazione e il documento… debbono essere rielaborati… in occasione di modifiche del processo


produttivo o dell'organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei
lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a
seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la
necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate”.
Da una interpretazione più estensiva di quanto appena riportato, si deduce che il Documento di
Valutazione dei Rischi (DVR), deve essere revisionato anche in occasione di interventi sull’attività
lavorativa quali l’ingresso di nuove attrezzature, nuove assunzioni, trasferimento o qualsiasi tipo di
mobilità che possono interessare il personale e/o comunque quant’altro possa modificare l’esposizione al
rischio di un lavoratore.
Questo studio deve quindi essere inteso come base per meglio articolare le successive fasi di lavoro da
svolgere con il coordinamento del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e il significativo apporto
partecipativo da parte della Struttura di Medicina del Lavoro Aziendale (che per la ASL SALERNO
svolge tutte le attività dei sorveglianza sanitaria dei lavoratori), con l'obiettivo specifico di continuare ad
approfondire analisi e valutazioni ed acquisire ulteriori contributi da parte dei dirigenti, dei preposti, dei
rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi.
E, cosa non meno importante, il lavoro inerente la elaborazione del Documento di Valutazione dei
Rischi, deve essere rivolto alla creazione, nella coscienza dei non addetti ai lavori, di una “cultura” della
sicurezza, che produca, quanto meno, una sensibilità maggiore verso queste tematiche in tutte le unità
funzionali, al fine di perseguire una maggiore e più efficiente collaborazione tra il Servizio di
Prevenzione e Protezione (SPP) ed i vari dirigenti/preposti/rappresentanti/lavoratori.
Solo in questo modo, nell’ambito di un auspicato spirito collaborativo, il DVR potrà servire come
strumento di dialogo tra il Datore di Lavoro, i Dirigenti,i Preposti e i Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS), le RSU, per pianificare e coordinare le misure da attuare al fine di prevenire i rischi.

1.1 ORGANIZZAZIONE DEL DVR


L’insieme dei documenti prodotti dal Servizio di Prevenzione e Protezione, ai sensi dell'art. 28 del
D.lgs.81/08, costituisce il Documento della Valutazione del Rischio e va letto come un unico documento,
in riflesso della definizione nella ASL SALERNO di un’unica unità produttiva coincidente con
l’intera Azienda.
La prima parte del DVR, cioè il presente Documento, è definita “Parte Generale”. In essa sono
specificate tutte le informazioni relative all'approccio generale del lavoro di valutazione. Ivi vengono
specificati i Criteri Generali della Valutazione dei Rischi, le Metodologie di Valutazione dei Rischi e i
Criteri Generali della Pianificazione degli Interventi. Inoltre viene considerato nelle sue linee essenziali
l'intero argomento della gestione della salute, sicurezza e dell'igiene del lavoro nella ASL SALERNO,
alla luce dei regolamenti interni adottati, dell’Atto Aziendale in vigore e soprattutto tenendo conto delle
peculiarità di alcune strutture produttive dell’Azienda rispetto ad altre. Sicché, in funzione di una corretta
analisi della problematica, sono specificatamente individuati i comparti di produzione, gli ambiti e le aree
omogenee con le relative attività svolte dagli operatori dell’ASL SALERNO, definite parimenti per classi
tipologiche omogenee (strumento che chiameremo “mansionario”).
Questa prima parte è stata redatta al fine di essere il principale strumento operativo del Datore di Lavoro
e dei Dirigenti, poiché in essa vengono espresse le linee di azione, di coordinamento e di indirizzo sui
temi specificati. In particolare poi, a completamento, viene riportata una rassegna delle metodologie
utilizzate per la Valutazione dei Rischi e per l'estensione del Piano degli Adeguamenti (PdA). E' quindi

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parte integrante e rilevante del presente Documento di Valutazione dei Rischi – Parte Generale, una
approfondita indagine statistica degli infortuni avvenuti in Azienda nel triennio dal 2010 al 2012,
acquisiti attraverso la consultazione ed elaborazione dei Registri degli Infortuni presenti nelle varie
strutture. Infine ai sensi della lettera d) dell’art.28 del D.Lgs. 81/08, si riportano, corredate della
necessaria documentazione, una serie di procedure riguardanti aspetti della sicurezza sul lavoro che sono
già utilizzate nell’ASL SALERNO.
La seconda parte del Documento di Valutazione dei Rischi è costituita dall’insieme di tutti i fascicoli
relativi ai Piani di Adeguamento (e Piani di Miglioramento), raccolti per Macrostruttura Aziendale (ed
eccezionalmente, dove si fosse ritenuto necessario, per singola Struttura), che contengono in maniera
approfondita e puntuale la descrizione e la natura degli adempimenti (e miglioramenti) che si ritengono
necessari. In questa seconda parte del Documento sono riportate le tabelle riepilogative relative alla
individuazione di situazioni di rischio a cui corrisponde il giudizio sintetico del livello di rischio e la nota
di rimando ai Dirigenti Responsabili che devono operativamente intervenire per l’adeguamento,
corredata dalla tempistica di adeguamento. Il contenuto di tali schede è sintetico e riepilogativo, ed ha il
principale scopo di costituire una guida operativa di pronta consultazione per quanto attiene le principali
misure di prevenzione e protezione, nonché costituire un riferimento rapido per le attività proprie di
gestione della sicurezza e di sorveglianza dei lavoratori.

1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI


Nella redazione del presente documento è stata considerata la legislazione vigente in materia di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché la normativa in materia di legislazione ambientale che ha stretta
attinenza con la sicurezza. In relazione ad esse sono stati individuati i seguenti testi di legge (il presente
elenco è solamente indicativo e sicuramente non esaustivo):

NORME DI MODIFICA DEL DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Decreto Legislativo 19 febbraio 2014, n. 19, recante“Attuazione della direttiva 2010/32/UE che attua l'accordo
quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore
ospedaliero e sanitario”, (GU n.57 del 10/03/2014), con introduzione nel D.Lgs. 81/08 del Titolo Xbis
Decreto-Legge 21/06/2013, n. 69 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia” (G.U. n. 144 del
21/6/2013 - S.O. n. 50) convertito con modificazioni dalla Legge 9/08/2013, n. 98 (G.U. n. 194 del 20/08/2013 -
S.O. n. 63).
Legge n. 177 del 1 ottobre 2012- Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza sul
lavoro per la bonifica degli ordigni bellici
Legge n. 101 del 12 luglio 2012 - Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge n. 57 del 12 maggio
2012, recante disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore
dei trasporti e delle microimprese
Decreto Legislativo n. 106 del 3 agosto 2009 - Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile
2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia
di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

Atti della Conferenza Stato-Regioni


Accordo finalizzato alla individuazione della durata e dei contenuti minimi dei percorsi formativi per i responsabili
e gli addetti dei servizi di prevenzione e protezione, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.
81 e successive modificazioni. Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 7 luglio 2016
Valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria - Accordo in Conferenza
Stato-Regioni del 7 febbraio 2013
Linea guida per il settore della musica e delle attività ricreative - Approvate nella Conferenza Stato-Regioni del 25
luglio 2012

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Linee applicative concernenti le attività di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro - Approvate nella
Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012
Attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori - Accordo in Conferenza
Stato-Regioni del 22 febbraio 2012
Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro - Accordi in Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2011

NORME E CIRCOLARI DI SETTORE


Anno 2016
Circolare n.23 del 22/07/2016, Circolare e Allegato - Istruzioni per l’esecuzione in sicurezza di lavori su alberi con
funi
Circolare n.21 del 07/07/2016, definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all'art. 82, comma 2),
lettera c), del d.lgs. n. 81/2008 e s.m.i. - Chiarimenti operativi in materia di rinnovo triennale dell'autorizzazione
Anno 2015
Circolare n.22 del 29/07/2015, chiarimenti concernenti il D.I. 11 aprile 2011, "Disciplina della modalità di
effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'all. VII del D.lgs 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., nonchè i criteri per
l'abilitazione dei soggetti di cui all'art.71, comma 13, del medesimo decreto legislativo
Circolare congiunta del 13/02/2015, chiarimenti riguardanti l'utilizzo, durante l'esecuzione dei lavori in quota, dei
dispositivi d'ancoraggio a cui vengono collegati i sottosistemi per la protezione contro le cadute dall'alto
Decreto Interministeriale del 20/01/2015, elenco dei soggetti abilitati per l'effettuazione delle verifiche periodiche
di cui all'articolo 71, comma 11, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal
Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106
Anno 2014
Dlgs 19 febbraio 2014, n. 19 - Prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario -
Integrazioni al Dlgs 81/2008
Dm Lavoro 13 febbraio 2014 - Sicurezza sul lavoro - Procedure semplificate adozione "Modello organizzativo
231" per Pmi - Attuazione articolo 30, comma 5-bis, Dlgs 81/2008 - Prevenzione reati ex articolo 25-septies, Dlgs
231/2001
Decreto Dirigenziale 15 gennaio 2014 - Elenco dei soggetti abilitati ad effettuare i lavori sotto tensione.
Anno 2013
Delibera Senato della Repubblica 4 dicembre 2013 - Infortuni sul lavoro e delle malattie professionali - Istituzione
di una Commissione parlamentare di inchiesta
Direttiva Consiglio Ue 2013/59/Euratom - Norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i
pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti
Circolare n. 45 del 24 dicembre 2013 - Differimento del "termine per l'entrata in vigore dell'obbligo
dell'abilitazione all'uso delle macchine agricole". di cui all'accordo 22 febbraio 2012, n. 53 tra il Governo, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 45-bis, comma
2 della Legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98 - Chiarimenti.
Decreto Dirigenziale 31 luglio 2013 - Soggetti abilitati per l'effettuazione delle verifiche periodiche di cui
all'articolo 71, comma 11, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal Decreto
Legislativo 3 agosto 2009, n. 106.
Circolare n.31 del 18 luglio 2013 - D.M. 11 aprile 2011 concernente la Disciplina delle modalità di effettuazione
delle verifiche periodiche di cui all.VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, nonché i criteri per l'abilitazione
dei soggetti di cui all'art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo - Chiarimenti
Circolare n.30 del 16 luglio 2013 - Segnaletica di sicurezza - D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., Allegato XXV –
Prescrizioni generali. Uso e rispondenza dei pittogrammi con la norma UNI EN ISO 7010:2012 – Chiarimenti
Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2013/35/Ue - Sicurezza sul lavoro - Esposizione a campi
elettromagnetici - Disposizioni minime - Abrogazione direttiva 2004/40/Ce
Circolare del Ministero della Salute del 10 giugno 2013 - Chiarimenti su alcuni aspetti del decreto ministeriale 9
luglio 2012 in merito alle modalità di trasmissione delle informazioni relative ai dati aggregati sanitari e di rischio
dei lavoratori
Circolare n.21 del 10 giugno 2013 - Chiarimenti, tenuto conto della circolare n.12/2013 di questo Ministero, in
merito all’applicazione dell’Accordo del 22 febbraio 2012 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di
Trento e Bolzano concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica
abilitazione degli operatori
Decreto Dirigenziale 30 maggio 2013 - Aziende autorizzate ad effettuare i lavori sotto tensione di cui all’articolo
82, comma 1, lettera c), del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal Decreto
Legislativo 3 agosto 2009, n. 106

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Circolare n. 18 del 23 maggio 2013 - D.M. 11 aprile 2011 - Disciplina delle modalità di effettuazione delle
verifiche periodiche di cui all’All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per
l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo – Chiarimenti
Decreto Dirigenziale del 24 aprile 2013 - Elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche
di cui all’articolo 71, comma 11, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal
Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106
Decreto Interministeriale del 6 marzo 2013 - Criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e
sicurezza sul lavoro
Decreto Interministeriale del 4 marzo 2013 - Criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione,
integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza
di traffico veicolare
Anno 2012
Dpcm 20 dicembre 2012 - Sicurezza sul lavoro – Dlgs 81/2008 - Individuazione dei "datori di lavoro" nell'ambito
della Presidenza del consiglio dei Ministri
Decreto Interministeriale del 30 novembre 2012 - Recepimento delle procedure standardizzate di effettuazione
della valutazione dei rischi di cui all'articolo 29, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive
modifiche ed integrazioni, ai sensi dell'articolo 6, comma 8, lettera f), del medesimo decreto legislativo
Dm Lavoro 30 novembre 2012 - Dm recante procedure standardizzate per la valutazione dei rischi ai sensi
dell'articolo 29 del Dlgs 81/2008
Decreto Dirigenziale del 23 novembre 2012 - Tariffe per le attività di verifica periodica delle attrezzature di lavoro
di cui all’allegato VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni
Circolare n. 23 del 13 agosto 2012 - D.M. 11 aprile 2011 concernente la “Disciplina delle modalità di
effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 nonché i criteri per
l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo” – Chiarimenti
Decreto Interministerale del 6 agosto 2012 - Terzo elenco di valori indicativi di esposizione professionale in
attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica la direttiva 2009/39/CE della Commissione
Decreto Interministeriale del 9 luglio 2012 - Contenuti e modalita' di trasmissione delle informazioni relative ai
dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, ai sensi dell'articolo 40 del decreto legislativo 81/2008 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Circolare n. 11 del 25 maggio 2012 - DM 11 aprile 2011 concernente la "Disciplina delle modalità di
effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonchè i
criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo – Chiarimenti
Decreto Dirigenziale del 21 maggio 2012 - Primo Elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche
periodiche di cui all’art.71, comma 11, del Decreto Legislativo n. 81/2008 e s.m.i.
Decreto Legge n. 57 del 12 maggio 2012 - Disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza
nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese
Decreto Interministeriale del 14 marzo 2012 - Tariffe per l'attività di formazione del personale addetto ai servizi di
sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
Decreto Interministeriale del 20 gennaio 2012 - Differimento dell'entrata in vigore del decreto 11 aprile 2011,
recante: «Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonchè i criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'art. 71, comma 13, del
medesimo decreto legislativo
Anno 2011
Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011- Regolamento recante norme per la
qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a
norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
Decreto Direttoriale del 28 settembre 2011 - Costituzione della Commissione per gli interpelli in materia di salute
e sicurezza del lavoro
Dpr 1° agosto 2011, n. 151 - Procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi - Semplificazione della disciplina
- Articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78
Circolare n. 20 del 29 luglio 2011 - Attività di formazione in materia di salute e sicurezza svolta da enti bilaterali
e organismi paritetici o realizzata in collaborazione con essi
Decreto Interministeriale del 22 luglio 2011 - Proroga dell'entrata in vigore del decreto 11 aprile 2011 recante
disciplina delle modalita' di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del decreto legislativo 9 aprile
2008, n. 81, nonche' criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'articolo 71, comma 13, del medesimo decreto
legislativo
Lettera Circolare dell'11 luglio 2011 - Modello di organizzazione e gestione ex art. 30 D.Lgs. 81/2008 –
Chiarimenti

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Lettera Circolare del 30 giugno 2011 - Circolare esplicativa sull'applicazione dei Regolamenti Europei REACH,
CLP e SDS nell'ambito del D.Lgs. n. 81/2008
Lettera Circolare del 19 maggio 2011 - Chiarimenti in merito alle modifiche all'art. 38, comma 1 del Decreto
Legislativo n. 81/2008, introdotte dal Decreto Legislativo n. 106/2009
Decreto Interdipartimentale del 13 aprile 2011 - Disposizioni in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del
decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106,
in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Decreto Interministeriale dell'11 aprile 2011 - Disciplina delle modalita' di effettuazione delle verifiche periodiche
di cui all'All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonche' i criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui
all'articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo
Lettera circolare del 10 febbraio 2011 - Parere della commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza
sul lavoro sul concetto di eccezionalità di cui al punto 3.1.4 dell'allegato VI al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.
81 e s.m.i.
Anno 2010
Circolare n. 42 del 9 dicembre 2010 - Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; lavori in ambienti sospetti di
inquinamento. Iniziative relative agli appalti aventi ad oggetto attività manutentive e di pulizia che espongono i
lavoratori al rischio di asfissia o di intossicazione dovuta ad esalazione di sostanze tossiche o nocive
Lettera circolare del 18 novembre 2010 - Lettera circolare in ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie
alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato di cui all'articolo 28, comma 1-bis, del decreto legislativo
81/2008 e s.m.i.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 214 del 5 ottobre 2010 - Regolamento recante modifiche al Decreto del
Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per la parziale attuazione della Direttiva 2006/42/CE relativa
alle macchine e che modifica la Direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori
Testo coordinato con le modifiche introdotte dal D.P.R. 5 ottobre 2010 n. 214
Anno 2009
Circolare n. 33 del 10 novembre 2009 - Provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale di cui all'art. 14
D.Lgs. n. 81/2008, modificato dall'art. 11 del D.Lgs n. 106/2009
Circolare n. 30 del 29 ottobre 2009 - Applicazione delle disposizioni dell'articolo 90, comma 11, decreto legislativo
9 aprile 2008, n. 81, e successive modifiche e integrazioni
Circolare Inail n. 43 del 25 agosto 2009 - Comunicazione nominativo Rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza. Modifiche all'art.18,comma 1, lettera aa) del Decreto legislativo n. 81/2008
Decreto Ministeriale del 26 maggio 2009 - Istituzione del Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche
attive e per il coordinamento nazionale delle attivita' di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Dm Ambiente 26 maggio 2009, n. 138 - Piani di emergenza interni - Dlgs 17 agosto 1999, n. 334 - Consultazione
del personale
Circolare Inail n. 26 del 21 maggio 2009 - Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: comunicazione
nominativi. Chiarimenti e nuove istruzioni
Circolare n. 17 del 12 maggio 2009 - Articolo 18, comma 1, lettera r, decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 -
obbligo di comunicazione dei dati concernenti gli infortuni sul lavoro: Indicazioni operative
Circolare Inail n. 11 del 12 marzo 2009 - Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: comunicazione dei
nominativi
Circolare Inps n. 27 del 25 febbraio 2009 - Attività di vigilanza, linee di intervento
Circolare n. 1 del 29 gennaio 2009 - Generatori di vapore e di acqua surriscaldata - Ammissibilità del regime di
assistenza non continua
Anno 2008
Circolare Inail n. 79 del 19 dicembre 2008 - DURC per benefici contributivi. Circolare del Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali del 15 dicembre 2008, n.34
Circolare n. 34 del 15 dicembre 2008 - Procedura DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) -
Chiarimenti
Decreto Ministeriale del 3 dicembre 2008 - Costituzione Commissione consultiva permanente per la salute e la
sicurezza sul lavoro
Circolare n. 30 del 12 novembre 2008 - Art. 14 Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Sospensione dell'attività
imprenditoriale
Circolare n. 20 del 21 agosto 2008 -Libro Unico del Lavoro e attività ispettiva - articoli 39 e 40 del decreto legge
n. 112 del 2008: prime istruzioni al personale ispettivo
Nota del 21 maggio 2008 -Comunicazione a fini statistici - informativi degli infortuni di almeno 1 gg., oltre quello
dell'evento

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Circolare Inail n. 7 del 5 febbraio 2008 -Documento Unico di Regolarità Contributiva. Decreto del Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale del 24 ottobre 2007
Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2008 -Recepimento direttiva 7 febbraio 2006, n. 2006/15/CE. Direttiva
della Commissione che definisce un secondo elenco di valori indicativi di esposizione professionale, in attuazione
della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica le direttive 91/322/CEE e 200/39/CE (pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 48 del 26/02/2008)
Circolare n. 5 del 30 gennaio 2008 - Esplicativa del decreto ministeriale che disciplina le modalità di rilascio ed i
contenuti analitici del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) ai sensi del comma 1176 della
Finanziaria 2007
Anno 2007
Lettera Circolare del 22 agosto 2007 - Provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, prime istruzioni
al personale ispettivo
Anno 2006
Legge n. 248 , art. 36 bis, del 4 agosto 2006 - Misure urgenti per il contrasto del lavoro nero e per la promozione
della sicurezza nei luoghi di lavoro
Circolare n 13 del 20 aprile 2006 - Codice di comportamento del personale ispettivo del Ministero del lavoro
Anno 2005
Circolare n. 29 del 14 luglio 2005 - Piattaforme di lavoro elevabili - Traslazione con operatore a bordo delle
piattaforme sviluppate
Circolare Inail n. 38 del 25 luglio 2005 - Rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva in Edilizia
INPS - INAIL - Casse Edili. Testo congiunto approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con nota
prot. n. 230/segr. del 12 luglio 2005 (vedasi analoga Circolare Inps n. 92 del 26 maggio 2005)
Anno 2004
Circolare n. 24 del 24 giugno 2004 - Riforma dei servizi ispettivi (d.lgs 124/2004)
Anno 2003
Dlgs 10 settembre 2003, n. 276 - Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui
alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 - Cd. 'Legge Biagi'
Decreto Interministeriale n. 388 del 15 luglio 2003 - Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso
aziendale, in attuazione dell'articolo 15, comma 3, del DLGS 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni
Anni precedenti
Dm Interno 18 settembre 2002 - Prevenzione incendi nelle strutture sanitarie pubbliche e private
Circolare Ispesl n. 17 del 2 aprile 2002 - Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di
installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra e di impianti
elettrici pericolosi
Circolare n. 4 del 1° marzo 2002 - Ministero dell'interno - Linee guida per la valutazione della sicurezza
antincendio nei luoghi di lavoro ove siano presenti persone disabili
Decreto Interministeriale del 3 ottobre 2001 - Decreto di attuazione dell'art. 39, comma 2, del decreto legislativo
26 maggio 2000, n. 241, che stabilisce l'ammontare della spesa per il rilascio dei libretti personali di
radioprotezione di cui all'allegato XI del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, come modificato dal decreto
legislativo 26 maggio 2000, n. 241.
Dlgs 8 giugno 2001, n. 231 - Responsabilità amministrativa organizzazioni collettive - Danni all'ambiente -
Stralcio
Circolare n.13 del 12 settembre 2000 - Ministero della sanità, Attività di vigilanza nel settore delle sostanze
chimiche pericolose e dei relativi preparati. Cooperazione tra amministrazione centrale e autorità locali.
Circolare n. 40 del 16 giugno 2000 - Partecipazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza alla
gestione della sicurezza. Art 19 del D.lgs. 19 settembre 1994, n. 626, e successive modifiche ed integrazioni
Decreto Legislativo n. 241 del 26 maggio 2000 - Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di
protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti
Circolare n. 759470 del 22 maggio 2000- Ministero dell'industria del commercio e dell'artigianato, Indicazioni per
la commercializzazione di maschere di protezione delle vie circolatorie nel quadro della direttiva 89/686/CEE del
Consiglio del 21 dicembre 1989, relativa ai "Dispositivi di protezione individuale" modificata dalle direttive
93/68/CEE, 93/95/CEE e 96/58/CE
Circolare n. 4 del 15 marzo 2000 -Ministero della sanità. Note esplicative del decreto ministeriale 1° settembre
1998, recante disposizioni relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose (fibre
artificiali vetrose).
Dlgs 4 agosto 1999, n. 345 - Protezione dei giovani sul lavoro - Modifiche alla legge 977/1967 - Testo vigente

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Circolare n. 757708 del 15 settembre 1999 - Ministero dell'industria del commercio e dell'artigianato - Direttiva
97/23/CE in materia di "attrezzatura a pressione" pubblicata nella G.U.C.E. n. L 181 del 9 luglio 1997.
Prenotifiche.
Circolare n.16 dell'8 luglio 1998 - Ministero dell'interno - Decreto ministeriale 10 marzo 1998 - Chiarimenti.
Circolare n. 9 del 5 maggio 1998 - Ministero dell'interno - Decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio
1998, n. 37. Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti
applicativi.
Circolare n. 28 del 4 marzo 1998 - Sentenza della corte costituzionale n. 373/1997. Giudizio di legittimità
costituzionale degli articoli 2, 5, comma 2 e 8 del D.Lgs. 25 novembre 1996, n. 645 (recepimento della direttiva
92/85/CEE concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti,
puerpere o in periodo di allattamento).

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2 INTRODUZIONE GENERALE
2.1 PREMESSA
Per tutto quanto previsto dal D.lgs. 81/08 all’art. 17 e in conformità di quanto previsto al successivo art.
28, è stato elaborato il presente Documento di Valutazione dei Rischi, contenente:
a) la relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività
lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
b) l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione
individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a);
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli
di sicurezza;
d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonchè dei ruoli
dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati
unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
e) l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che
ha partecipato alla valutazione del rischio;
f) l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che
richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e
addestramento.
Oltre a ciò il DVR contiene una serie di studi, di analisi e di programmi finalizzati alla implementazione
di un vero e proprio sistema di gestione della sicurezza, dell'igiene e della sorveglianza sanitaria in
Azienda.
Il Documento è stato dunque concepito in forma modulare ed integrabile ed è prevista la sua periodica
revisione e riedizione in relazione ai progressi compiuti attraverso l'opera di approfondimento delle
conoscenze relative ai rischi professionali e messa a punto delle migliori tecnologie di prevenzione e
protezione in relazione ai rischi individuati.
L'azione di approfondimento e miglioramento è stata dunque progettata per essere continua e
permanente: in maniera analoga il presente Documento sarà periodicamente revisionato per aggiornare la
descrizione dello stato attuale ed i programmi di miglioramento dei sistemi di prevenzione e di
protezione.
In questo senso, il presente elaborato non è un mero adempimento cartaceo, più o meno formale, ma
l'atto finale di un'operazione di autodiagnosi straordinaria e globale, supportata da un impianto logico-
metodologico rigoroso e documentato, conforme all'orientamento espresso nel documento “Orientamenti
riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro” (Comunità Europea - DG V/E/2 - Unità di Medicina ed
Igiene del Lavoro) dove la Comunità Europea ha fornito le Linee Guida sulle modalità di Valutazione dei
Rischi sul Lavoro e a quanto contenuto nelle "linee guida per l'applicazione del D.Lgs. 626/94" a cura
delle Regioni e delle Province autonome con la collaborazione dell'ISPESL, arricchito dai contributi
scientifici e metodologici pubblicati in letteratura e/o sviluppati in maniera originale dall’ASL
SALERNO, al fine di focalizzare meglio la problematica e porre le basi per la soluzione dei problemi
specifici e particolari.
Per gli scopi suddetti i membri del gruppo di lavoro del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP)
dell’ASL SALERNO, appositamente istituito in modo conforme alle indicazioni legislative, hanno
attivato le procedure di individuazione e valutazione dei rischi professionali dell'attività propria dell’ASL

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SALERNO, in collaborazione con la Struttura dei Medicina del Lavoro Aziendale e con la consultazione
dei dirigenti, dei preposti, dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi.
I rischi generali e quelli specifici sono stati individuati e valutati utilizzando i riferimenti stabiliti da
leggi, normative e standard di buona tecnica.

2.2 TERMINOLOGIA
Sono valide anzitutto le definizioni riportate nel testo del D.Lgs. 81/08. Sono altresì valide tutte le
definizioni riportate nelle leggi e nelle normative applicabili, nelle norme tecniche, nelle linee guida e
nelle metodologie standard inerenti gli argomenti trattati (norme ISO, CEN, CEI, UNI, UNICHIM, etc.).
In particolare si ritiene utile per gli scopi di questo lavoro specificare le seguenti definizioni tratte in
larga parte dal Decreto citato:

Lavoratore persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività


lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o
privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere,
un'arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al
lavoratore così definito è equiparato: il socio lavoratore di cooperativa o di
società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell'ente
stesso; l'associato in partecipazione di cui all'articolo 2549, e seguenti del codice
civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di
orientamento di cui all'articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a
specifiche disposizioni delle leggi regionali promosse al fine di realizzare
momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare le scelte professionali
mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l'allievo degli istituti di
istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale
nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti
chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di
videoterminali limitatamente ai periodi in cui l'allievo sia effettivamente
applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; il volontario, come
definito dalla legge 1 agosto 1991, n. 266; i volontari del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco e della protezione civile; il volontario che effettua il servizio
civile; il lavoratore di cui al decreto legislativo 1 dicembre 1997, n. 468, e
successive modificazioni;
Datore di Lavoro il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il
soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito il
lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione
stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.
Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di lavoro si intende il dirigente al
quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica
dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente
autonomia gestionale, individuato dall'organo di vertice delle singole
amministrazioni tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli
uffici nei quali viene svolta l'attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di
spesa. In caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai
criteri sopra indicati, il datore di lavoro coincide con l'organo di vertice
medesimo;
Dirigente persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del
datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa;
Preposto persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri
gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, sovrintende
alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute,
controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un

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funzionale potere di iniziativa;


Servizio di Prevenzione e insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati
Protezione dai rischi (SPP) all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori;
Medico Competente (MC) medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui
all'articolo 38, che collabora, secondo quanto previsto all'articolo 29, comma 1,
con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo
stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al
presente decreto;
Sorveglianza Sanitaria insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei
lavoratori, in relazione all'ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e
alle modalità di svolgimento dell'attività lavorativa;
Responsabile del Servizio di persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo
Prevenzione e Protezione 32, designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di
(RSPP) prevenzione e protezione dai rischi;
Addetto al Servizio di
persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all'articolo
Prevenzione e Protezione
32, facente parte del servizio di cui alla lettera l);
(ASPP)
Rappresentante dei persona, eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne
Lavoratori per la Sicurezza gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;
(RLS)
Prevenzione il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità
del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali
nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno;
Valutazione dei rischi valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei
lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria
attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di
protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;
Pericolo proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore, avente il potenziale di
causare un danno
Rischio probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di
impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro
combinazione
Norma Tecnica specifica tecnica, approvata e pubblicata da un'organizzazione internazionale, da
un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui
osservanza non sia obbligatoria;
Buone Prassi soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le
norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la
salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il
miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni,
dall'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL),
dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e
dagli organismi paritetici di cui all'articolo 51, validate dalla Commissione
consultiva permanente di cui all'articolo 6, previa istruttoria tecnica dell'ISPESL,
che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;
Linee Guida atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di
salute e sicurezza predisposti dai Ministeri, dalle regioni, dall’ISPESL e
dall’INAIL e approvati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
Formazione processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri
soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e
procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza
dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla
gestione dei rischi;
Informazione complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla
riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;
Addestramento complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l'uso corretto di

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attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione


individuale, e le procedure di lavoro;
Modello di organizzazione e modello organizzativo e gestionale per la definizione e l'attuazione di una politica
gestione aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a),
del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli
articoli 589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle
norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro;
Agente di rischio qualunque elemento e/o condizione presente nell’ambiente di lavoro che sia
intrinsecamente capace di alterare le funzioni psicofisiche dell’organismo
umano;
Ambiente di lavoro insieme di tutti quegli elementi e/o condizioni che interagiscono con le funzioni
psicofisiche dell’uomo che svolge un’attività lavorativa e da questa derivanti;
Area Omogenea l’insieme dei luoghi, delle attrezzature e delle modalità lavorative nei quali viene
svolta una o una serie di attività lavorative, la cui caratteristica è l'omogeneità
dei risultati di analisi dei rischi all'interno dell'area stessa, così come specificata;
Attività Omogenea l’insieme delle attività lavorative collegate logicamente attraverso una
organizzazione del lavoro che riconduce ad un unico servizio (o sottoservizio)
aziendale all’interno di una Unità Operativa o funzionale, caratterizzata da
un'omogeneità dei risultati di analisi dei rischi;
Dipartimento l’insieme delle Funzioni e delle Aree, così come definite nell’Atto Aziendale, con
finalità di coordinamento e direzione, con compiti di orientamento, consulenza e
supervisione, per le quali le tipologie di lavoro e di conseguenza i pericoli sono
analizzabili secondo metodologie assimilabili;
Comparto il comparto è definito come “l’insieme delle unità locali dei luoghi di lavoro dove
si svolgono cicli di lavorazione simili o affini”;
Fattore di Rischio qualunque agente di rischio diviene fattore di rischio quando la probabilità che
esso effettivamente alteri le funzioni psicosomatiche dell’organismo umano ha
una valore stimato diverso da zero. La stima di questa probabilità può essere
fatta sia con metodi quantitativi che semiquantitativi, tenendo presente che questa
probabilità è funzione della “intensità” dell’agente di rischio e del tempo di
esposizione del lavoratore a quell’agente;
Gruppo omogeneo l’insieme dei lavoratori che per i cicli di lavoro svolti, e i luoghi frequentati,
possono essere soggetti agli stessi livelli di rischio. Dal punto di vista lavorativo,
il gruppo omogeneo svolge una o più attività omogenee;
Indice di rischio l'indice di rischio per i rischi di tipo igienistico occupazionale è definito come il
rapporto tra il valore misurato o stimato del parametro che descrive e quantifica
il rischio ed il rispettivo livello di riferimento adottato per la valutazione
dell'esposizione;
Luogo la porzione di sito identificabile per le sue peculiarità strutturali;
Rischio probabilità che si verifichi un evento indesiderato relativamente alla rilevanza
degli effetti che tale evento provoca. Questo, nel caso della sicurezza e dell’igiene
industriale e della medicina del lavoro, si identifica in una alterazione -
infortunio (effetto immediato) o malattia professionale (effetto protetto nel tempo)
- delle funzioni psicofisiche dell’organismo umano a causa dell’ambiente di
lavoro. E' possibile darne una rappresentazione numerica, funzione della
probabilità di accadimento dell'evento dannoso e del livello di gravità delle
conseguenze di tale evento;
Unità Edilizia l’insieme dei luoghi relativi ad un'unica struttura edilizia, che condividono
impianti e servizi;
Unità Funzionale l’insieme dei luoghi e delle attività appartenenti ad un comparto aziendale con
specifiche attività e parziale autonomia funzionale;
Unità Operativa Territoriale l’insieme dei luoghi e delle attività appartenenti ad un comparto aziendale che
hanno una completa autonomia funzionale;

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2.3 SCHEDA ANAGRAFICA DELL' UNITA' PRODUTTIVA


Sulla base delle definizioni fornite al paragrafo precedente, rapidamente si può comporre la tabella che
segue, la quale esemplifica e chiarisce in maniera preliminare a cosa corrisponda nella ASL SALERNO,
l’enunciazione di principio delle definizioni che si incontrano nella normativa.

Azienda Sanitaria Locale “SALERNO”


SEDE LEGALE: Via Nizza, 146 – SALERNO
Codice Fiscale: 04701800650
Settore Produttivo: Sanità Pubblica
Attività: Assistenza Sanitaria
86.10 – Servizi ospedalieri
86.21 – Studi medici di medicina generale;
86.22 – Studi medici specialistici;
86.23 – Studi medici odontoiatrici;
86.90 – Altri servizi di assistenza sanitaria;
87.10 – Assistenza residenziale;
Codice ATECO:
87.20 – Assistenza residenziale disturbi mentali;
87.30 – Assistenza residenziale anziani e disabili;
87.90 – Assistenza residenziale sociale;
88.10 – Assistenza non residenziale anziani e dis.;
88.91 – Servizi assistenza diurna;
88.99 – Servizi assistenza sociale

Datore di Lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08: Direttore Generale, Dott. Antonio Giordano

Dirigente della Struttura Complessa Medicina


del Lavoro Aziendale e Medico Competente e Dott. Ferdinando Crescenzi
Coordinatore:
Dott. Pasquale Benevento
Dott.ssa Luisa Cannavacciuolo
Dott. Fausto Bruno
Medici Competenti:
Dott.ssa Valeriana Montagnaro
Dott.ssa Anna Pappalardo
Dott. Ferdinando Scarpati
Dott.ssa Luisa Cannavacciuolo
Medici Autorizzati:
Dott. Ferdinando Scarpati
Dirigente della Struttura Complessa Servizio di
Prevenzione e Protezione e Responsabile del Dott. Aristide Tortora
Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale:
Ing. Raffaele Grimaldi
Ing. Salvatore Longobardi
Arch. Giuseppe Oro
Arch. Fortunata Russo
Geom. Mario Sparano
Geom. Raffaele Attianese
Dr. Ivan De Cagna
Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione:
Geom. Leonzio Caputo
Geom. Francesco Cesario
Geom. Raffaele Epifania
Geom. Agnello Palladino
Geom. Rolando Paolino
Geom. Carmine Cammarosano
Geom. Giovanni Pisapia
tutti gli RSU in carica alla data attuale (è in corso di
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza: definizione il Coordinamento Aziendale degli RSU-RLS,
temporaneamente individuato nel sig. Domenico Vrenna,

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coordinatore RSU)
Unità Produttiva INTERA ASL SALERNO
P.O. Nocera – Pagani
P.O. Scafati
P.O. Sarno
P.O. Oliveto Citra
P.O. Eboli
P.O. Battipaglia
P.O. Polla
P.O. Sapri
P.O. Vallo della Lucania
P.O. Roccadaspide
Distretto Sanitario n. 60 – Nocera Inferiore
Distretto Sanitario n. 61 – Angri, Scafati
Distretto Sanitario n. 62 – Sarno, Pagani
Unità Funzionale:
Distretto Sanitario n. 63 – Cava, Costa d’Amalfi
Distretto Sanitario n. 64 – Eboli, Buccino
Distretto Sanitario n. 65 - Battipaglia
Distretto Sanitario n. 66 - Salerno
Distretto Sanitario n. 67 – Mercato San Severino
Distretto Sanitario n. 68 – Giffoni Valle Piana
Distretto Sanitario n. 69 – Capaccio, Roccadaspide
Distretto Sanitario n. 70 – Vallo della Lucania, Agropoli
Distretto Sanitario n. 71- Sapri, Camerota
Distretto Sanitario n. 72- Sala Consilina, Polla
Dipartimento di Prevenzione
Dipartimento di Salute Mentale
Centro Strategico Direzionale - Funzioni Centrali

2.4 METODOLOGIA E FASI OPERATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO


In questo paragrafo viene descritto l'impianto metodologico utilizzato per l'analisi e la valutazione dei
rischi oggetto del presente Documento di Valutazione dei Rischi. Si riporta, cioè, sia l'iter dell'intervento
di valutazione che i criteri adottati per le scelte e le valutazioni.
L'intervento operativo finalizzato alla Valutazione del Rischio, in ossequio alla tradizionale linea giuda
ISPESL, si articola nelle seguenti quattro fasi:
1. verifica della conformità normativa;
2. identificazione delle sorgenti di rischio e loro classificazione (Pericolo/Agenti di Rischio);
3. individuazione dei rischi di esposizione (Fattori di Rischio);
4. stima dei rischi di esposizione individuati per ogni lavoratore (Valutazione).
Le quattro fasi prendono in considerazione tutte le tipologie di rischio che si definiscono qui di seguito
raggruppate nelle tre categorie principali (vedi sempre la tradizionale linea guida ISPESL):
 i rischi per la sicurezza, quelli cioè di natura infortunistica, per ciò che attiene luoghi di lavoro,
strutture, macchine, attrezzature, sostanze pericolose, elettricità ed incendio;
 i rischi per la salute, quelli cioè igienistico-occupazionali, per ciò che attiene gli agenti chimici,
gli agenti fisici e gli agenti biologici.
 i rischi cosiddetti trasversali, cioè quelli legati alla conduzione del lavoro e in senso lato
all’organizzazione del lavoro.
Nel seguito si illustreranno gli aspetti specifici di ciascuna delle fasi operative dell'intervento.

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2.4.1 Verifica della conformità normativa


La verifica di conformità normativa, che si esegue in forma di “audit”, è articolata in ulteriori tre
sottofasi:
1. verifica della documentazione cartacea;
2. analisi di conformità;
3. verifica con sopralluoghi.
La prima sottofase prevede anzitutto la verifica della conformità amministrativa mediante una analisi
della documentazione cartacea.
Nella seconda si procede ad una analisi della “conformità” o “rispondenza” di tutti gli elementi della
realtà produttiva alle leggi e normative vigenti, per ciò che riguarda i campi di applicazione di seguito
specificati.
La successiva verifica con sopralluoghi permette di individuare anche quegli elementi che non sono
correttamente o sufficientemente documentati in modo da accertare eventuali omissioni, totali o parziali,
nella gestione di quegli aspetti per i quali esiste una normativa specifica.

2.4.2 Identificazione delle sorgenti di rischio e loro classificazione


Questa è la fase assolutamente fondamentale nel processo di analisi e valutazione del rischio. Solo in
seguito alla identificazione di tutti gli agenti di rischio, infatti, si può passare alla loro corretta
valutazione. La delicatezza di questa fase impone quindi un approccio assolutamente metodico e
sistematico.
Le metodologie utilizzate per la conduzione della valutazione del rischio operano, in primo luogo, una
distinzione tra rischio “potenziale”, che rappresenta il potenziale danno che si può verificare se interviene
una causa ad attivarlo e rischio “attivato”, costituito dalla presenza nell’ambiente dei fattori di danno già
manifesti.
L’analisi del rischio è il processo che tiene conto quindi di tutti i rischi: attivati, potenziali e delle cause
che li possono attivare. L’azione di riduzione o eliminazione del rischio può agire quindi su due
elementi: eliminazione o riduzione del rischio attivato o potenziale, eliminazione o riduzione delle cause
che lo possono attivare. Nei confronti del rischio residuo, non ulteriormente riducibile, oltre all’adozione
delle misure di protezione ambientali, individuali o collettive, è necessario fornire la corretta
informazione e formazione sull’entità del rischio e sui danni che possono derivare dall’esposizione.
Le misure di eliminazione/riduzione del rischio sono intese come misure di prevenzione in quanto
tendono a ridurre la frequenza di accadimento degli eventi non desiderati. Le misure di protezione, non
impediscono il prodursi dell’evento dannoso, ma attenuano solo i suoi effetti e, in caso di loro utilizzo,
deve essere data la giusta informazione sulla loro efficienza, sul modo di utilizzo e sulle eventuali
controindicazioni al loro uso.
La conduzione di un’efficace analisi del rischio necessita di elementi di conoscenza relativi all’attività
nel suo complesso, allo stato della struttura, ai materiali e sostanze da utilizzare, ai processi lavorativi, ai
mezzi, alle metodologie, alla professionalità degli operatori, tutto in relazione poi all’ambiente
circostante in cui essa si svolge. Devono altresì essere analizzati i fattori di rischio dovuti ad eventi
accidentali legati alla specifica attività lavorativa, nonché quelli legati ad attività saltuarie.
In ambito sanitario, la natura dei pericoli esistenti negli ambienti lavorativi, oltre a sommare quelli
strutturali, presenti comunque in ogni ambiente di lavoro, comprende rischi specifici connessi al lavoro
sanitario assistenziale e a quello ambulatoriale, entrambi in dipendenza da esposizione ad agenti

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biologici, manipolazione di sostanze chimiche e dall’uso di apparecchiature elettromedicali per le


funzioni di diagnostica ed operative.
Pertanto, l’individuazione degli agenti di rischio e la loro catalogazione, prevede lo svolgimento di
ciascuna delle seguenti indagini:
 l'analisi del ciclo lavorativo e del processo;
 l'analisi degli impianti e delle attrezzature;
 l'analisi dell'organizzazione del lavoro;
 l'analisi del comportamento delle persone;
A supporto di tale analisi vengono esaminate:
 le finalità delle lavorazioni o delle operazioni, con la descrizione del processo tecnologico, delle
macchine, degli impianti, delle apparecchiature utilizzate e delle sostanze impiegate e prodotte;
 le caratteristiche del luogo di lavoro e il grado di interazione ed interferenza con l'attività;
 il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o alle operazioni svolte in un particolare
ambiente di lavoro, le caratteristiche delle relative attività e le modalità operative.
Quest’analisi permette infine di classificare tutti gli Agenti di Rischio cui sono potenzialmente esposti i
lavoratori, per ogni mansione specifica.

2.4.2.1 Attrezzature di lavoro


Si individuano potenziali rischi per l’uso di attrezzature e macchine secondo le seguenti sorgenti :
 elementi in movimento rotatorio o traslatorio non sufficientemente protetti, che possono causare
schiacciamenti, tagli, perforazioni, urti, agganciamenti o trazioni;
 elementi o materiali in movimento libero (caduta, rotolamento, scivolamento, ribaltamento,
dispersione nell'aria, oscillazione, crolli) cui possono conseguire danni per le persone;
 movimenti di macchinari e di veicoli;
 pericolo di incendio e di esplosione;
 intrappolamento.

2.4.2.2 Metodi di lavoro e disposizione degli impianti


Costituiscono potenziale rischio d’infortunio le seguenti attività o locazioni:
 superfici pericolose (bordi acuminati, spigoli, punte, superfici abrasive, parti protendenti);
 attività in altezza;
 compiti che comportano movimenti/posizioni innaturali;
 spazi limitati (necessità di lavorare tra parti fisse);
 inciampare e scivolare (superfici bagnate, scivolose, ecc.);
 stabilità del posto di lavoro;
 conseguenze derivanti dalla necessità di indossare dispositivi di protezione individuali non
adeguati agli altri aspetti dell’attività lavorativa;
 tecniche e metodi di lavoro;
 ingresso e lavoro in spazi confinanti.

2.4.2.3 Impiego dell'elettricità


Si individua una potenziale sorgente di rischio d’infortunio nelle seguenti attività o locazioni:
 pannelli di comandi elettrici;
 impianti elettrici (reti principali di alimentazione, circuiti di illuminazione);

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 attrezzature, sistemi di controllo e di isolamento a comando elettrico;


 impiego di attrezzi elettrici portatili;
 incendi o esplosioni causati dall'energia elettrica;
 cavi elettrici sospesi.

2.4.2.4 Esposizione a sostanze o preparati pericolosi per la salute


Relativamente a:
 inalazione, ingestione e assorbimento cutaneo di materiale pericoloso per la salute (compresi
aerosol e polveri);
 impiego di materiali infiammabili ed esplosivi;
 mancanza di ossigeno (asfissia);
 presenza di sostanze corrosive;
 sostanze reattive/instabili;
 presenza di sensibilizzanti.

2.4.2.5 Esposizione ad agenti fisici


 esposizione a radiazioni elettromagnetiche (calore, luce, ecc.);
 esposizione a laser;
 esposizione al rumore o ad ultrasuoni;
 esposizione a vibrazioni meccaniche;
 esposizione a sostanze/apparecchiature ad alta temperatura;
 esposizione a sostanze/apparecchiature a temperatura molto bassa;
 presenza di fluidi sotto pressione (aria, vapore, liquidi compressi, ....);
 esposizione a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

2.4.2.6 Esposizione ad agenti biologici


 rischio di infezioni derivanti dalla manipolazione e dall'esposizione non intenzionale a
microrganismi, esotossine ed endotossine;
 presenza di allergeni;

2.4.2.7 Fattori ambientali ed ambiente di lavoro


 illuminazione non adeguata o tecnicamente errata;
 controllo inadeguato di temperatura, umidità, ventilazione;
 rischio di infezioni dovute all’esposizione non intenzionale a microrganismi;
 presenza di agenti inquinanti.

2.4.2.8 Interazione del posto di lavoro e dei fattori umani


 dipendenza dei sistemi di sicurezza dalla necessità di ricevere e di elaborare con cura le
informazioni;
 dipendenza dalle conoscenze e dalle capacità del personale;
 dipendenza dalle norme di comportamento;
 dipendenza da una soddisfacente comunicazione e da istruzioni corrette per far fronte a
condizioni mutevoli;

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 conseguenze di deviazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro in condizioni di


sicurezza;
 adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale;
 scarsa motivazione alla sicurezza;
 fattori ergonomici, quali la progettazione del posto di lavoro, per renderlo conforme alle esigenze
del lavoratore.
2.4.2.9 Fattori psicologici
 difficoltà del lavoro (intensità, monotonia);
 dimensioni dell’ambiente di lavoro (claustrofobia, solitudine, ecc.);
 ambiguità del ruolo e/o situazione conflittuale;
 contributo al processo decisionale con conseguenza sul lavoro e sulle mansioni;
 lavoro molto esigente a scarso controllo;
 reazioni in caso di emergenza.

2.4.2.10 Organizzazione del lavoro


 fattori condizionati dai processi di lavoro (p es. lavoro in continuo, sistemi di turni, lavoro
notturno).
 sistemi efficaci di gestione e accordi per l’organizzazione, la pianificazione, il monitoraggio e il
controllo degli aspetti attinenti alla sicurezza e alla sanità;
 manutenzione degli impianti, apparecchiature sanitarie e non, comprese le attrezzature di
sicurezza;
 accordi adeguati per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza.

2.4.2.11 Fattori vari


 pericoli causati da terzi (per esempio: violenza a colleghi, personale di sorveglianza, polizia,
attività sportive);
 lavoro con animali;
 lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale;
 condizioni climatiche difficili;
 integrità del software;
 posti di lavoro variabili.

2.4.3 Classificazione Tradizionale ISPESL


Come già scritto in precedenza, mutuando le risultanze dalle tradizionali linee guida dell’ex ISPESL, è
possibile classificare tutti gli Agenti di Rischio in tre grandi gruppi:
 I Rischi per la Sicurezza;
 I Rischi per la Salute;
 I Rischi per la Salute e la Sicurezza (detti anche Rischi Trasversali)
Nelle tabelle seguenti sono elencati i tipici Agenti di Rischio secondo la classificazione fin qui condotta.

2.4.3.1 Agenti di Rischio per la Sicurezza

A1 Rischi da carenze strutturali Altezza dell’ambiente


dell’Ambiente di Lavoro relativamente a: Superficie dell’ambiente

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Volume dell’ambiente
Illuminazione (normale e in emergenza)
Pavimenti (lisci o sconnessi)
Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura,
apparecchiatura)
Solai (tenuta)
Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata)
Botole (visibili e con chiusura a sicurezza)
Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale)
Porte (in numero sufficiente in funzione del personale)
Locali sotterranei (dimensioni, ricambi d’aria)
A2 Rischi da carenze di sicurezza su Protezione degli organi di avviamento
Macchine e Apparecchiature Protezione degli organi di trasmissione
relativamente a: Protezione degli organi di lavoro
Protezione degli organi di comando
Macchine con marchio ‘CE’. Riferimento Direttiva
Macchine (89/392 CEE emendata)
Macchine prive di marchio ‘CE’. Riferimento al D.P.R.
547/55
Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento
Protezione nell’uso di ascensori e montacarichi
Protezione nell’uso di apparecchi a pressione (bombole e
circuiti)
Protezione nell’accesso a vasche, serbatoi e simili.
A3 Rischi da manipolazione di Sostanze Sostanze infiammabili
pericolose: Sostanze corrosive
Sostanze comburenti
Sostanze esplosive.
A4 Rischi da carenza di Sicurezza Elettrica Idoneità del progetto
connessa a: Idoneità d’uso
Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di
incendio e/o esplosione
Impianti speciali a caratteristiche di ridondanza.
A5 Rischi da Incendio e/o Esplosione per: Presenza di materiali infiammabili d’uso
Presenza di armadi di conservazione (caratteristiche
strutturali e di aerazione)
Presenza di depositi di materiali infiammabili
(caratteristiche strutturali di ventilazione e di ricambi
d’aria)
Carenza di sistemi antincendio
Carenza di segnaletica di sicurezza.

2.4.3.2 Agenti di Rischio per la Salute


I Rischi per la salute dei lavoratori, o meglio quelli igienico ambientali si possono suddividere in Rischi
derivanti da:

Agenti Chimici

B1 Rischi di esposizione connessi con ingestione;


l’impiego di sostanze chimiche, tossiche contatto cutaneo;
o nocive in relazione a: inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto
forma di:

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polveri;
fumi;
nebbie;
gas;
vapori;

Agenti Fisici

B2 Rischi da esposizione e grandezze fisiche B2-1 RUMORE (presenza di apparecchiatura rumorosa


che interagiscono in vari modi con durante il ciclo operativo e di funzionamento) con
l’organismo umano: propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di
lavoro.
B2-2 VIBRAZIONI (presenza di apparecchiatura e
strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a
trasmissione diretta o indiretta
B2-3 ULTRASUONI: Ultrasuoni (Freq. >10 Khz; P > 300
Watt)
B2-4 RADIAZIONI NON IONIZZANTI
Presenza di apparecchiature che impiegano
radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, etc.
Sorgenti di Radio frequenze (l 1040.3 m)
Sorgenti di Microonde (l 0.3 10-3 m)
Radiazioni Infrarosse (l 10-37.8 10 -7m)
Radiazioni Ottica (visibile) (l 7.8 10-7 3,8 10-7m)
Radiazioni Ultraviolette
Luce Laser (visibile e ultravioletto)
B2-5 RADIAZIONI IONIZZANTI
Radiazioni corpuscolare (alfa, beta, neutroni, protoni)
Radiazioni Fotoniche (gamma, X)
B2-5 MICROCLIMA
Carenze nella climatizzazione dell’ambiente per quanto
attiene alla:
Temperatura
Umidità relativa
Ventilazione
Calore radiante
Condizionamento
B2-6 ILLUMINAZIONE
Carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei
posti di lavoro (in relazione alla tipologia della
lavorazione fine, finissima , etc.). Non osservanza delle
indicazioni tecniche previste in presenza di
videoterminali.
Presenza di videoterminali
Posizionamento
Illuminotecnica
Postura
Microclima.

Agenti Biologici

B3 Rischi connessi con l’esposizione Emissione involontaria (impianto condizionamento,


(ingestione, contatto cutaneo, inalazione) emissioni di polveri organiche, etc.);

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a organismi e microrganismi patogeni o Emissione incontrollata (impianti di depurazione delle


non, colture cellulari, endoparassiti acque, manipolazione di materiali infetti in ambiente
umani, presenti nell’ambiente a seguito di ospedaliero, impianti di trattamento e smaltimento di
emissione e/o trattamento e rifiuti ospedalieri, etc.);
manipolazione. Trattamento o manipolazione volontaria, a seguito di
impiego per ricerca sperimentale in ‘vitro’ o in ‘vivo’ o in
sede di vera e propria attività produttiva (biotecnologie).

2.4.3.3 Agenti di Rischio Trasversali per la Sicurezza e la Salute dei lavoratori


C1 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO processi di lavoro usuranti: per es. lavori in continuo,
sistemi di turni, lavoro notturno;
pianificazione degli aspetti attinenti alla sicurezza e la
salute: programmi di controllo e monitoraggio;
manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di
sicurezza;
procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a
situazioni di emergenza;
movimentazione manuale dei carichi;
lavoro ai VDT.
C2 FATTORI PSICOLOGICI intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro;
stress – lavoro correlato
sindrome del burn-out;
mobbing;
carenze di contributo al processo decisionale e situazioni
di conflittualità;
complessità delle mansioni e carenza di controllo;
reattività anomala a condizioni di emergenza.
C3 FATTORI ERGONOMICI sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni;
conoscenze e capacità del personale;
norme di comportamento;
soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in
condizioni variabili;
C4 CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI condizioni climatiche esasperate;
conseguenze di variazioni ragionevolmente prevedibili
dalle procedure di lavoro in condizioni di sicurezza;
ergonomia delle attrezzature di protezione personale e
del posto di lavoro;
carenza di motivazione alle esigenze di sicurezza.

2.4.4 Individuazione dei Fattori di Rischio


2.4.4.1 I Comparti delle Aziende Sanitarie
Da un attento esame delle attività e dei servizi svolti dalla ASL SALERNO, in particolare
dell’organigramma funzionale, si è ritenuto di poter identificare i principali comparti (così come definiti
al paragrafo 2.2) per tutte le attività dell’Azienda, allo scopo di stabilire i Fattori di Rischio, evinti con
un’analisi aprioristica delle attività, e dunque definire, per ciascun comparto individuato, l’impostazione
delle indagini e dei sopralluoghi, dei protocolli di giudizio e di valutazione, nonché la stesura dei
rispettivi documenti.
Si specifica che la suddivisione in comparti funzionali è puramente finalizzata ad una razionale
impostazione della valutazione dei rischi e non deve essere assolutamente confusa con l’organizzazione
dell’Ente. Sono pertanto individuati:

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 Comparto “Direzionale, Amministrativo, Gestionale”.


 Comparto “Laboratori”.
 Comparto "Degenze e Terapie”.
 Comparto “Attività Ambulatoriali”.
 Comparto “Blocco Operatorio”.
 Comparto “Servizi di diagnostica”.
 Comparto “Servizi Generali”:
o Servizi tecnici e di manutenzione,
o Servizio Farmacia,
o Servizio Tanatologico,
o Servizio Gestione reflui e rifiuti.
In ciascuno dei comparti l'attività è svolta sia dal personale dipendente che da quello con contratti di
vario genere. Pertanto si è provveduto a classificare il personale attraverso una qualifica che deriva sia
dal proprio posto nella scala gerarchica dell'azienda che da quella funzionale.
Ai fini del presente Documento, non si terrà conto della differenza tra lavoratori dipendenti e lavoratori
con forme di collaborazione diverse, cioè soggetti ad una diversa organizzazione gerarchica, ma di fatto
sovrapponibili dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene del lavoro.

2.4.4.2 Individuazione delle aree omogenee e delle attività omogenee nei comparti
Conformemente alle definizioni contenute nel paragrafo 2.2, si è proceduto all’individuazione,
nell'ambito dei rispettivi comparti, delle aree omogenee e delle attività omogenee dei lavoratori
relativamente a tutti i comparti indicati nel paragrafo precedente. Le aree e le attività omogenee sono
state individuate sulla base delle attività svolte. Pertanto, sulla base di questi criteri, le attività di un
insieme definito di lavoratori (gruppo omogeneo) può essere classificata e descritta attraverso un’unica
attività, oppure, in funzione del mansionario, attraverso più attività omogenee.
La suddivisione delle attività omogenee è stata progettata in modo che, per quanto possibile, esista una
corrispondenza tra singolo lavoratore e singola attività omogenea.
Nel paragrafo che segue vengono riportate in forma tabellare le aree e le attività omogenee individuate
per ciascun comparto nel quale risultano divise le attività dell’Azienda, per le quali si evidenziano, anche
in forma semplificativa, i Fattori di Rischio per la Sicurezza, i Fattori di Rischio per la Salute e i Fattori
di Rischio Trasversali.
In questa fase preliminare è stato di grande aiuto il documento ISPESL “Linea Guida per la Valutazione
del Rischio ai sensi del D.lgs. 626/94 (ora D.Lgs. 81/08): Applicazione alle Strutture del Servizio
Sanitario Nazionale” reso pubblico dal Dipartimento Igiene del Lavoro del Centro Ricerche ISPESL. In
esso si trovano i principi dell’individuazione dei comparti in ambiente sanitario e dei relativi fattori di
rischio. Questa fase per esigenze di concretezza è condotta mediante tabelle riassuntive di facile
consultazione che si elencano di seguito.

Tabella 1: Comparto Direzionale, Amministrativo, Gestionale


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI
(A) –Comparto Direzionale, IGIENICO AMBIENTALI E
Amministrativo, Gestionale ORGANIZZATIVI

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(A) –Comparto Direzionale, IGIENICO AMBIENTALI E
Amministrativo, Gestionale ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA: Strutture: Microclima:


UFFICIO altezza (h) soffitti temperatura, Umidità Relativa (U.R.),
numero porte e uscite ventilazione.
rapporto superf./finestre ¨
ingombro e ostacoli Condizionamento aria:
soppalchi (h, uso e stabilità) temperatura, U. R., ventilazione;
luce emergenza quantità di aria e ricambi orari;
pareti attrezzate (ingombri e urti) aumento di CO2 e di v.o.c. per scarso
numero di ricambi orari o eccesso di
Impianti elettrici: riciclo
normative di impiego ed utilizzo inquinamento microbico (es.
(Norme CEI, etc.). legionella).

Qualità dell’aria:
inquinamento indoor
Fotocopiatrice:
- ozono O3 (lampade)
- formaldeide (carta patinata)
- polvere di toner
- idrocarburi volatili (v.o.c.).

Mobili d’ufficio in truciolato:


formaldeide
monomeri isocianici

Liquidi e prodotti per pulizia mobili:


emissione nel tempo di:
- alcoli;
- cellosolve
- fenoli; - v.o.c.

Rivestimenti e moquette:
formaldeide
acrilati , v.o.c

Coibentanti:
fibre di lana di vetro
lana di roccia
fibre di amianto (in caso di ambienti
con protezione incendio)

Carte autocopianti:
uffici copia e centri meccanografici

Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(A) –Comparto Direzionale, IGIENICO AMBIENTALI E
Amministrativo, Gestionale ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA: Strutture: Illuminazione


SPORTELLO AL PUBBLICO altezza (h) soffitti
numero porte e uscite ¨
rapporto superf./finestre Lavoro usurante e ripetitivo
ingombro e ostacoli stress da pubblico
soppalchi (h, uso e stabilità) rischi di patologia infettiva
luce emergenza
pareti attrezzate (ingombri e urti)
Impianti elettrici:
normative di impiego ed utilizzo
(Norme CEI, etc.).

Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)

Microclima:
temperatura, U. R., ventilazione

Condizionamento aria:
temperatura, U. R., ventilazione;
quantità di aria e ricambi orari;
aumento di CO2e di v.o.c. per scarso
numero di ricambi orari o eccesso di
riciclo
inquinamento microbico (es.
legionella).

Carte autocopianti:
uffici copia e centri meccanografici

AREA OMOGENEA: Strutture: Illuminazione


ARCHIVIO altezza (h) soffitti
numero porte e uscite Microclima:
rapporto superf./finestre temperatura, U. R., ventilazione
ingombro e ostacoli
soppalchi (h, uso e stabilità) Qualità dell’aria
luce emergenza polveri e bioaerosol
pareti attrezzate (ingombri e urti)

Scaffalature: Condizionamento aria:


stabilità e posizionamento carico temperatura, U. R., ventilazione;
Pavimenti: quantità di aria e ricambi orari;
stabilità e antisdrucciolo aumento di CO2 e di v.o.c. per scarso
Passaggi: numero di ricambi orari o eccesso di
agevoli riciclo
Impianto elettrico: inquinamento microbico (es.
normative di impiego ed utilizzo legionella).
(Norme CEI, etc.). ¨
Carte autocopianti:
Sistema antincendio: uffici copia e centri meccanografici
rilevatori e impianto antincendio

Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(A) –Comparto Direzionale, IGIENICO AMBIENTALI E
Amministrativo, Gestionale ORGANIZZATIVI

Trasporto manuale dei carichi

AREA OMOGENEA: Strutture: Illuminazione


MAGAZZINO altezza (h) soffitti
numero porte e uscite ¨
rapporto superf./finestre Microclima:
ingombro e ostacoli temperatura, U. R., ventilazione
soppalchi (h, uso e stabilità) ¨
luce emergenza Qualità dell’aria
pareti attrezzate (ingombri e urti) polveri e bioaerosol

Scaffalature: Condizionamento aria:


stabilità e posizionamento carico temperatura, U. R., ventilazione;
Pavimenti: quantità di aria e ricambi orari;
stabilità e antisdrucciolo aumento di CO2 e di v.o.c. per scarso
Passaggi: numero di ricambi orari o eccesso di
agevoli riciclo
Impianto elettrico:
normative di impiego ed utilizzo inquinamento microbico (es.
(Norme CEI, etc.). legionella).
Sistema antincendio: ¨
rilevatori e impianto antincendio Carte autocopianti:
uffici copia e centri meccanografici

Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)

Trasporto manuale dei carichi

AREA OMOGENEA: Strutture Condizionamento aria:


SERVIZI ELABORAZIONE DATI rispondenti alle destinazioni d’uso temperatura, U. R., ventilazione;
(CED) pavimentazione sopraelevata quantità di aria e ricambi orari;
(trasmissione di energia elettrica e aumento di CO2 e di v.o.c. per scarso
impianto di ventilazione per numero di ricambi orari o eccesso di
raffreddamento delle apparecchiature riciclo
informatiche) inquinamento microbico (es.
Impianto elettrico: legionella).
normative di impiego ed utilizzo ¨
(Norme CEI, etc.). Qualità dell’aria
a sicurezza ridondante
Sistema antincendio:
rilevatori e impianto antincendio

Tabella 2: Comparto Laboratori


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI
(B) - LABORATORI IGIENICO AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(B) - LABORATORI IGIENICO AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA: STRUTTURE AGENTI CHIMICI


LABORATORI CHIMICI altezza (h) soffitti Sostanze chimiche manipolazione di:
numero porte/uscite - reagenti acidi;
rapporto superfici/finestre - basici;
ingombri ed ostacoli - reagenti salini;
soppalchi (altezza, uso e stabilità) - solventi organici;
luce emergenza
pareti attrezzate (ingombri, urti,
stabilità)

materiale da costruzione (grès, vetri rischi da contatto con sostanze


temperati, materiali plastici) caustiche, irritanti, tossico nocive;

vie di uscita e percorsi di esodo rischi da inalazione di sostanze


luce di emergenza irritanti, tossiche o nocive;
depositi reagenti, materiali
infiammabili, tossici e nocivi

bombolai con segregazione tra gas rischi di inalazione da:


incompatibili - polveri (preparazione dei campioni)
IMPIANTI ELETTRICI - fumi (prodotti della combustione ed
Normativa di impiego ed utilizzo emissione da strumentazione)
(Norme CEI etc.) - nebbie (spray, aerosolizzazione di
impianti a sicurezza intrinseca solventi altobollenti - oli, glicoli, ecc.
materiali infiammabili gas e vapori (evaporazione di
impianti ridondanti solventi volatili o prodotti di
impianti a gas combustibile (norma reazione);
CIG)
impianto distribuzione gas

laboratorio (ispezionabile con rischi da sostanze cancerogene;


indicazione dei gas infiammabili -H2,
rilevatore di gas infiammabile)

IMPIANTI A PRESSIONE
Autoclavi e strumentazione in pressione
- Rischio esplosione - valvole di
sicurezza con eventuale sistema di
abbattimento gas (Norme ISO 29000-
29004)

MATERIALI INFIAMMABILI O/E


ESPLOSIVI rischi di emissioni chimiche
protezione dalle fiamme e dall’impianto provenienti dall’impiego di
elettrico - sistemi di allarme e strumentazioni analitiche;
antincendio A..A.S. fumi tossici
fluorimetri - lampade U.V. (ozono)
MATERIALE CON IL RISCHIO DI gascromatografia (oli e solventi)
TAGLIO
D.P.I.

NOTE CONCLUSIVE
L’attività nel laboratorio chimico
comporta un rischio da esposizione a
sostanze chimiche diversificate,
difficilmente quantificabili, ma
definibile come rischio da attività

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(B) - LABORATORI IGIENICO AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

complessiva di laboratorio.

RISCHI DA USTIONI AGENTI FISICI


termiche (spie luminose) Rischi da agenti fisici:
chimiche (D.P.I.) microclima, t, U.R., ventilazione

RISCHI DI IMPLOSIONE
Apparecchiature funzionanti sottovuoto rumore (apparecchiature rumorose,
- protezione meccanica impianti di aspirazione e/o
ventilazione)

RISCHI DA PRESENZA OD USO


CONTEMPORANEO DI SOSTANZE
INCOMPATIBILI
acido + base illuminazione
ossidante + riducente
soda + alluminio ® H2
HCl + cianuri ® HCl
cloruro di tionile + H2O ® SO3 + HCl
® H2 SO4 + HCl
O2 + Sost. Org. ® Espl.

NORMA PROCEDURALE
le quantità di sostanze conservate in
laboratorio devono essere inferiori
mediamente a 5 volte il fabbisogno
giornaliero, sia per motivi di sicurezza
che igienico ambientali.

DEPOSITO REAGENTI STRUTTURA con ventilazione forzata Rischio da contatto o inalazione


con rialzi di appoggio per contenitori specie in caso di emergenza.
di adeguata resistenza e pavimenti
idonei al contenimento e al recupero

AREA OMOGENEA: STRUTTURE AGENTI CHIMICI:


LABORATORI DI FISICA, altezza (h) soffitti Rischi di esposizione ad eventuali
CHIMICO-FISICI numero porte/uscite sostanze utilizzate per la
rapporto superfici/finestre realizzazione di prove e/o apparati
ingombri ed ostacoli sperimentali

soppalchi (altezza, uso e stabilità) RISCHIO DI EMERGENZA


luce emergenza
pareti attrezzate (ingombri, urti,
stabilità)
materiale da costruzione (gres,

vetri temperati, materiali plastici) AGENTI FISICI


vie di uscita e percorsi di esodo Rischi da agenti fisici
luce di emergenza rumore, apparecchiature rumorose
depositi reagenti, materiali
infiammabili, tossici e nocivi

norme igienico e igienico-ambientali microclima, t, U.R., ventilazione


per quanto attiene la superficie e la ultrasuoni (P > 300 W, n > 10 KHZ)
cubatura

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(B) - LABORATORI IGIENICO AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

materiali compatibili con la illuminazione


sperimentazione fisica prevista
bombolai con segregazione tra gas
incompatibili

IMPIANTI ELETTRICI RADIAZIONI IONIZZANTI


Normativa di impiego ed utilizzo Sorgenti radiogene, uso di sostanze
(Norme CEI etc.) radioattive ecc.
impianti a sicurezza intrinseca
impianti ridondanti
impianti a gas combustibile (norma
CIG)
impianto distribuzione gas laboratorio
(ispezionabile con indicazione dei gas

indicazione dei gas infiammabili - H2, RADIAZIONI NON IONIZZANTI:


rilevatore di gas infiammabile)
Radiofrequenze
IMPIANTI A PRESSIONE Microonde
(Autoclavi e strumentazione in Radiazione ottica
pressione - Rischio esplosione) Radiazione UV/B e UV/C
Norme ISO 29000-29004 Luce laser (classe 3)

IMPIANTI SOTTOVUOTO
protezione meccanica

AREA OMOGENEA: STRUTTURE AGENTI CHIMICI:


LABORATORI BIOLOGICI E altezza (h) soffitti Rischi di esposizione ad eventuali
MICROBIOLOGICI numero porte/uscite sostanze utilizzate per la
rapporto superfici/finestre realizzazione di prove e/o apparati
ingombri ed ostacoli sperimentali
soppalchi (altezza, uso e stabilità)
luce emergenza
pareti attrezzate (ingombri, urti,

stabilità) RISCHIO DI EMERGENZA


materiale da costruzione (gres,

vetri temperati, materiali plastici) AGENTI FISICI


vie di uscita e percorsi di esodo Rischi da agenti fisici
luce di emergenza rumore, apparecchiature rumorose
depositi reagenti, materiali
infiammabili, tossici e nocivi,

infettanti microclima, t, U.R., ventilazione


norme igienico e igienico-ambientali
per quanto attiene la superficie e la
cubatura
materiali compatibili con la
sperimentazione prevista

bombole con segregazione tra gas illuminazione


incompatibili

IMPIANTI ELETTRICI RADIAZIONI IONIZZANTI


Normativa di impiego ed utilizzo Sorgenti radiogene, uso di sostanze
(Norme CEI etc.) radioattive ecc.

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE. RISCHI


(B) - LABORATORI IGIENICO AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

impianti a sicurezza intrinseca


impianti ridondanti
impianti a gas combustibile (norma
CIG)
impianto distribuzione gas laboratorio
(ispezionabile con indicazione dei gas
infiammabili, H2) rivelatore di gas
infiammabile

IMPIANTI A PRESSIONE
Autoclavi e strumentazione in pressione
- Rischio esplosione - valvole di
sicurezza con eventuale recupero gas.
Norme ISO 29000-29004

MATERIALE CON RISCHIO DI AGENTI BIOLOGICI


PUNTURE E TAGLIO La manipolazione di materiale
vetrerie, siringhe ed altri oggetti biologico per attività di ricerca e/o di
taglienti anche potenzialmente infetti - controllo, eseguite sia in ‘vitro’ che
D.P.I. in ‘vivo’, comporta rischi di
esposizione a organismi e/o
RISCHI DA USTIONI microrganismi patogeni o non,
termiche (spie) naturali e/o geneticamente
chimiche (dis) modificati:
- batteri;
CONTENITORI DI RIFIUTI IN - virus;
MATERIALE RIGIDO - rickettsie;
- alghe;
- miceti;
- protozoi;
nonché di rischi diversificati connessi
con la ‘collezione’ e ‘produzione’ di
‘colture cellulari’ e ‘endo parassiti
umani’

Tabella 3: Comparto Degenza e Terapie


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE
(C) - REPARTI CLINICI DI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
DEGENZA E SERVIZI DI TERAPIA ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA: AGENTI CHIMICI


REPARTO DI: Rischi da esposizione a sostanze
Medicina RISCHI CONNESSI CON LA chimiche con particolare riferimento
Fisiopatologia respiratoria ATTIVITA’ DI PREPARAZIONE DEL ai:
Cardiologia ed emodinamica MEDICAMENTO E DI - medicamenti,
Reumatologia MEDICAZIONE: - disinfettanti,
Pediatria - chemioterapici,
Angiologia Taglio e/o puntura da vetreria e - antiblastici
Endocrinologia presidi tecnici quali forbici, aghi,
Diabetologia cannule, butterfly; ecc. AGENTI FISICI
Ematologia Adozione di procedure tecniche e dei Microclima (condizionamento)
Allergologia D.P.I. Illuminamento
Dermatologia
Malattie infettive RISCHI CONNESSI CON
Oncologia L’IMPIEGO: AGENTI BIOLOGICI
Radioterapia - di Dispositivi Medici (es. Rischi di esposizione in tutti i reparti e

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ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE


(C) - REPARTI CLINICI DI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
DEGENZA E SERVIZI DI TERAPIA ORGANIZZATIVI

Chirurgia elettromedicali, strumentazione per servizi di terapia a:


Chirurgia estetica dialisi, ecc.); - microrganismi (anche
Ginecologia ed Ostetricia - di apparecchiature di Diagnostica nell’eventualità di microrganismi
Ortopedia portatili (RX, ecografo, E.C.G., ecc.); geneticamente modificati),
Oftalmologia - endoparassiti umani,
Otorinolaringoiatria AL CONTATTO: - vettori virali e cellule somatiche
Urologia - con componenti sottotensione modificate nel caso di terapia genica.
Dialisi (elettrici)
Neurochirurgia - parti meccaniche in movimento; Nei reparti di malattie infettive o
Cardiochirurgia e chirurgia vascolare - componenti ad alta temperatura. reparti con rischio similare
Neurologia - Psichiatria l’esposizione ad agenti biologici
Odontoiatria - Conformità delle apparecchiature patogeni è insito con tutte le attività
Terapia Intensiva alle norme previste (DPR 547/55, del reparto.
Rianimazione Direttiva Macchine per le nuove; Rischi da trasporto e movimentazione
Trapianti d’organo Direttiva 93/42 CEE per i Dispositivi manuale dei carichi.
Medici)
- osservazione delle procedure
operative;
- uso dei D.P.I.

Tabella 4: Comparto Attività Ambulatoriali


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE-
(D) - AMBULATORI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA VEDI RISCHI PER LA SICUREZZA AGENTI CHIMICI


AMBULATORI DI: PREVISTI PER IL LAVORO NEI
Medicina LABORATORI vedi Reparti di degenza e servizi di
Fisiopatologia respiratoria terapia.
Cardiologia
Reumatologia Rischi da impiego di ‘Dispositivi AGENTI FISICI
Pediatria Medici’ (elettromedicali, ecc.) Microclima, (t., U.R., ventilazione)
Angiologia vedi Direttiva 93/42 CEE Condizionamento e qualità dell’aria
Endocrinologia sotto il profilo chimico e biologico
Diabetologia Illuminamento
Ematologia Radiazioni ionizzanti (radioterapia,
Dietologia ecc.)
Allergologia Radiazioni non ionizzanti
Malattie infettive Rischi da esposizione a:
Dermatologia - radiofrequenze,
Oncologia - microonde,
Radioterapia - radiazioni U.V. (B e C),
Chirurgia - radiazioni I. R.,
Chirurgia estetica - laser,
Ginecologia ed Ostetricia - N. M. R. (portatili)
Ortopedia Ultrasuoni
Otorinolaringoiatria Rischi da esposizione allorché la
Oftalmologia frequenza risulta > 10 Kz, P > 300 W
Urologia
Neurochirurgia AGENTI BIOLOGICI
Chirurgia e Chirurgia vascolare vedi reparti di degenza e servizi di
Neurologia terapia (vedi C)
Psichiatria
Odontoiatria
Medicina legale

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Tabella 5: Comparto Blocco Operatorio


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE -
(E) - SALE OPERATORIE RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA Rischi Strutturali AGENTI CHIMICI


BLOCCO OPERATORIO DI: Compatibilità dell’ambiente con la Rischi di esposizione per contatto ed
destinazione d’uso. inalazione di disinfettanti e per
Chirurgia Rischi elettrici inalazione di anestetici (isofluorano,
Ginecologia ed Ostetricia Impianto elettrico a norma, a enfluorano, metossifluoranoalotano,
Ortopedia sicurezza intrinseca protossito di azoto - Circolare del
Otorinolaringoiatria Rischio da esplosione ed incendio Ministero della Sanità del 5/4/89)
Oftalmologia Veicolazione, canalizzazione e Per quanto concerne l’esposizione
Urologia avvisatori in continuo. agli anestetici esso deriva da:
Neurochirurgia Rischi dall’impiego di macchine - perdite dal gruppo anestesiologico;
Cardiochirurgia e Chirurgia Vascolare Rischi da contatto con componenti in - fase di induzione,
Odontoiatria movimento. - aria espirata dal paziente.
Chirurgia estetica Rispondenza alle normedella
Trapianti d’organo DIRETTIVA MACCHINE (CE) AGENTI FISICI
Rischi dall’impiego di autoclavi od Microclima (t. U.R., ventilazione)
altre apparecchiature per la connesso all’impianto di ventilazione
sterilizzazione. e/o condizionamento
Controllo e verifica dei componenti di Illuminazione (scialitica)
sicurezza, valvole, Radiazioni ionizzanti
dell’apparecchiatura in pressione Radiazioni non ionizzanti (vedi D)

AGENTI BIOLOGICI
Rischi connessi a esposizione ad
agenti biologici patogeni durante
l’intervento operatorio vedi C
(Reparti di Degenza e Servizi di
Terapia)

TRASPORTO E MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI (vedi C)

Tabella 6: Comparto Diagnostica


ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE
(F) - CENTRI E SERVIZI DI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
DIAGNOSI ORGANIZZATIVI

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AREA OMOGENEA: Rischi strutturali AGENTI CHIMICI


Radiodiagnostica (RX, TAC) Compatibilità dell’ambiente con la
Medicina Nucleare destinazione d’uso.
Risonanza magnetica Rischi elettrici vedi Uffici Amministrativi
Endoscopia ed Ecografia Impianto elettrico in conformità alle
caratteristiche di potenza e di impiego Rischi di contatto con sostanze
Rischi dall’impiego di macchine impiegate in:
- Rispondenza alle norme di sicurezza - mezzi di contrasto
convenzionali e conformi alle norme - disinfettanti
specifiche (RX, RMN, ecc.) - composti marcati
- Informazione e formazione sulle
procedure operative AGENTI FISICI
Rischi da impiego di dispositivi medici vedi D
(elettromedicali, ecc.)
- Direttiva 93/42 CEE. AGENTI BIOLOGICI
Rischi da taglio o puntura in relazione vedi E
all’impiego di materiale in vetro e di
presidi tecnici quali forbici, aghi,
cannule, ecc.

Tabella 7: Comparto Servizi Generali


(G) - SERVIZI GENERALI

ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE


SERVIZI TECNICI E DI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
MANUTENZIONE ORGANIZZATIVI

LAVORO DI CONTROLLO RISCHI DIVERSIFICATI A TIPOLOGIA GENERALE


TECNICO E DI EVENTUALE Gli interventi di controllo e manutenzione ‘in loco’ comportano rischi
INTERVENTO IN LOCO DI differenziati a seconda delle operazioni da eseguire ed, in particolare, in
MANUTENZIONE relazione alle caratteristiche dell’attività lavorativa dell’ambiente dove si deve
intervenire (rep. di malattie infettive, Servizio di medicina nucleare, ecc.). Ne
deriva che le relative Misure di Sicurezza vanno definite caso per caso seguendo
specifiche procedure operative, che prevedono anche idonei D.P.I., approvate dal
Responsabile del Settore che ha richiesto l’intervento e dal responsabile del
Servizio di manutenzione.

LAVORO DI MANUTENZIONE E Rischi da Strutture: AGENTI CHIMICI


ATTIVITA’ LAVORATIVA IN
OFFICINA MECCANICA, Adeguate alle norme dei luoghi di Rischi di esposizione a sostanze
ELETTROTECNICA, lavoro in relazione alla particolare chimiche irritanti, tossiche e nocive,
FALEGNAMERIA destinazione d’uso. derivanti da lavorazione e/o
operazioni quali:
OFFICINE - Lavorazioni idrauliche (HCl)
Rischi Meccanici da: - Lavorazioni tipografiche (solventi)
Macchine - Lavorazioni taglio e saldatura (fumi
Rispondenti alle norme di sicurezza e gas)
sulle macchine utensili previste dala - Lavorazioni falegnameria (polveri di
Direttiva Macchine.. legno e di materie plastiche)
Rischio Elettrico AGENTI FISICI
conformità alle Norme CEI alla legge
46/90. Esposizione rumore
Rischi da Sostanze Infiammabili ed
Esplosive Microclima
Presenza di solventi per sgrassaggio,
vernici, lacche, bombole, ecc. Impianti di condizionamento
Adeguate misure di sicurezza controllo standard di qualità dell’aria
comprendenti locali di deposito,
procedure di impiego, ventilazione e Illuminazione
bombolaio. misura intensità illuminazione ai posti

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(G) - SERVIZI GENERALI

ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE


SERVIZI TECNICI E DI RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
MANUTENZIONE ORGANIZZATIVI

Uso di D.P.I. antinfortunistici (guanti, di lavoro


occhiali, indumenti protettivi, ecc.)
AGENTI BIOLOGICI
Rischi di esposizione ad agenti
biologici patogeni provenienti da
eventuali lavorazioni e/o operazioni di
manutenzione su apparecchiature e/o
componenti di impianti, strutture,
materiali, potenzialmente infetti.

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(G) - SERVIZI GENERALI

ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE -


FARMACIA RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

AREA OMOGENEA: STRUTTURE: AGENTI CHIMICI


FARMACIA Adeguate alla destinazione d’uso Rischi di esposizione a sostanze chimiche
(locale deposito, locale vendita al di interesse farmaceutico nelle
pubblico, ‘se esistente’, locale preparazioni officinali.
preparazione) Rischi di esposizioni accidentali a
solventi o altre sostanze chimiche con
Impianti Elettrici particolare riferimento ai prodotti
a norma con certificati di conformità volatili.
Nel caso di preparazione di prodotti
Gas Compressi chemioterapici antiblastici (C. A.) il
Ancoraggio Rischio di esposizione può comprendere:
- Rischio cancerogeno
Sostanze Infiammabili - Rischio teratogeno
(vedi laboratori) - Rischio mutageno
- Rischio embiotossico

AGENTI FISICI
Vedi Uffici Amministrativi

(G) - SERVIZI GENERALI

CAMERA MORTUARIA SALE SETTORIE RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE
RISCHI IGIENICO-
AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI

AREA Vedi Ambulatori AGENTI CHIMICI


OMOGENEA: Esposizione a sostanze detergenti, disinfettanti in
TANATOLOGIA formulazioni liquide o in pasta
(LAVORI
CONNESSI CON I AGENTI FISICI
TRATTAMENTI Microclima
PER LA Illuminazione
PREPARAZIONE
DELLE SALME) AGENTI BIOLOGICI
Rischio di esposizione nel caso di trattamento di salme
provenienti da reparti infettivi o comunque possibilità di
trasmissione di infezioni
Movimentazione manuale dei carichi

(LAVORI AGENTI CHIMICI


CONNESSI CON Vedi Sale operatorie con esclusione di Rischio di esposizione e sostanze detergenti , disinfettanti,
L’ATTIVITA’ Rischio da Incendio ed esplosione sterilizzanti (HCHO)
AUTOPTICA)
AGENTI FISICI
Impiego di idonei D.P.I. Microclima (vedi sale operatorie)
Illuminazione (vedi sale operatorie)

AGENTI BIOLOGICI
Vedi sale operatorie

Spostamento manuale dei carichi

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(G) – SERVIZI GENERALI

ATTIVITA’ LAVORATIVA RISCHI PER LA SICUREZZA E RISCHI PER LA SALUTE


GESTIONE REFLUI E RIFIUTI MISURE DI PREVENZIONE (RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI)

(LAVORI CONNESSI CON Rischi da taglio e puntura da materiale AGENTI CHIMICI


L’ATTIVITA’ DI TRATTAMENTO DEI acuminato.
REFLUI) Adozione di contenitori rigidi e D.P.I. AGENTI FISICI
Uso di carrelli
Rispetto delle corrette procedure di AGENTI BIOLOGICI
impiego La raccolta dei contenitori di rifiuti
solidi potrebbe comportare Rischio di
esposizione ad agenti infettanti se il
contenitore non è adeguato alla
raccolta di materiale infettante.

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2.4.5 Metodologia specifica di valutazione dei rischi di natura infortunistica


Per la valutazione dei rischi di natura infortunistica è stato utilizzato il criterio dell’accorpamento per
omogeneità dei luoghi di lavoro. In un primo momento, sulla scorta di osservazioni dirette dei luoghi e
delle funzioni, l’intera struttura è stata divisa in “aree omogenee funzionali” in relazione all’articolazione
e complessità aziendale.
L’acquisizione dei dati idonei all’individuazione e valutazione dei rischi per ciascun’area omogenea è
avvenuta per mezzo della compilazione di opportune check-list (liste di controllo con domande
complesse ed articolate), in grado di indagare a fondo le caratteristiche di rischio che possono presentarsi
in azienda. Queste check-list sono articolate in schede monotematiche con argomenti di rischio singoli
come pavimenti, passaggi, porte, ecc., in maniera da consentire una ricognizione ed individuazione dei
rischi il più possibile esaustiva.
Il rischio per la sicurezza è connesso maggiormente al verificarsi di un evento infortunistico, che
generalmente viene ritenuto la conseguenza diretta sull’uomo di un incidente, un evento cioè che si
manifesta improvvisamente e senza un’apprezzabile prevedibilità.
La definizione evidenzia come il pericolo di natura infortunistica dipenda essenzialmente da due
parametri, la probabilità di accadimento e l’entità o gravità del danno procurato, che alcuni chiamano
anche magnitudo.
Allora il rischio si può calcolare, con un metodo detto semiquantitativo, come segue:
RISCHIO = PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO  GRAVITÀ DEL DANNO
La metodologia correntemente utilizzata per la valutazione del rischio infortunistico consiste quindi in un
sistema a matrice nella quale sono riportate in forma tabellare, e quindi semiquantitativo, una scala degli
indici di probabilità (P) ed una scala degli indici di gravità (o magnitudo) (D). Dall’incrocio di tali indici,
in una matrice di quattro righe per quattro colonne (come quella appresso riportata) si ricava la misura
del rischio.

P = Probabilità di accadimento
Valore Livello Descrizione situazione
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe incredulità in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno solo in concomitanza di più
1 Improbabile
eventi indipendenti e a loro volta improbabili
non sono note segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe notevole sorpresa in
azienda
2 Poco probabile la situazione rilevata genererebbe danno solo in caso di eventi legati a
sfortunate coincidenze
sono note segnalazioni di rarissimi eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe moderata sorpresa in
azienda
la situazione rilevata genererebbe danno, anche se non direttamente ed in
3 Probabile
modo automatico
sono note alcune segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza,
cui ha fatto seguito un danno
il verificarsi del danno ipotizzato non susciterebbe alcuna sorpresa in
azienda
esiste una correlazione diretta fra la situazione rilevata e il verificarsi del
4 Altamente probabile
danno
sono già stati rilevati danni dipendenti dalla stessa mancanza, o
nell’azienda o in condizioni operative simili, anche altrove

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D = Gravità del danno


Valore Livello Descrizione situazione
l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti
1 Lieve al danno si considerano rapidamente reversibili per le persone

l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti


2 Medio al danno si considerano lentamente reversibili per le persone

l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti


3 Grave al danno possono generare effetti di invalidità parziale per le persone

l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti


4 Gravissimo al danno possono generare effetti di invalidità totale o letali per le
persone

Matrice di rischio
Gravità 4 8 12 16

3 6 9 12

2 4 6 8

1 2 3 4

Probabilità

Dalla valutazione dei rischi deriva il carattere d’urgenza o di priorità con cui intervenire sul singolo
rischio. Ogni tipo di rischio potenziale viene valutato secondo le tabelle di pagina precedente e gli viene
correlato un punteggio secondo la formula R = P x D. Le classi di rischio o livelli di rischio che si
ottengono dalla valutazione nel sistema matriciale a seguito dell’effettuazione del prodotto R = P x D,
costituiscono una discretizzazione della variabile quantitativa.
Secondo la graduatoria si riconoscono i quattro livelli di rischio crescente:
1. rischio basso
2. rischio medio basso
3. rischio medio alto
4. rischio alto.
Il tipo di azioni da intraprendere va normalmente deciso secondo il grado di priorità e di urgenza legato
al valore risultante del rischio, così come rilevabile dalla corrispondente cella della tabella sopra
riportata:

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Livello di
Valore Rischio Azione
Rischio
Azioni correttive da programmare con urgenza ed immediatezza,
R>9 Alto 4 perché assolutamente necessarie (per esempio ad horas)
Azioni correttive o migliorative da programmare con urgenza nel
4<R<8 Medio Alto 3 breve termine (per esempio con scadenza semestrale)
Azioni correttive o migliorative da programmare nel medio
2<R<3 Medio Basso 2 termine (per esempio con scadenza annuale)
Le eventuali azioni da programmare nel lungo termine sono solo
per migliorare una situazione di partenza di per sé non
R=1 Basso 1
pericolosa significativamente (per esempio con scadenza bi-
triennale)

Esistono poi delle situazioni per le quali la stima semiquantitativa non è realizzabile per difficoltà
tecniche ovvero per motivi di opportunità o fattibilità. In qualche caso è più opportuno utilizzare
direttamente un metodo di stima qualitativo. Lo svantaggio ed il limite di questo ultimo metodo è
sicuramente il considerevole margine di arbitrarietà della valutazione.
Questo limite insito nel metodo stesso può essere superato se sono definiti gli ambiti propri di
applicazione e per ciascuno di questi se sono chiari i criteri di valutazione specifici, gli obiettivi e le
finalità del percorso di valutazione.
In questi termini anche le situazioni particolari possono essere valutate con correttezza e con criteri
evidenti. Si prenda ad esempio il caso delle “non conformità normative” cioè il classico caso della
mancata individuazione di una certificazione per un impianto o attrezzatura perfettamente funzionante.
Queste verranno valutate, automaticamente, con il livello di rischio 4 perché, quand'anche non
espongano i lavoratori a un rischio grave, devono essere rimosse con la massima priorità perché il
rispetto del dettato legislativo sia effettivo e tempestivo.
E' utile riproporre che una classificazione delle situazioni di pericolo viene fatta non tanto per attribuire
un punteggio di carattere formale a tali situazioni, ma con lo scopo principale di determinare le priorità
con cui le azioni correttive devono essere messe in atto.
L'individuazione dei livelli di rischio pertanto in questo caso si basa fortemente su considerazioni
tecnico-prevenzionali, oltre che sull'esperienza e sulla professionalità di coloro che svolgono la
valutazione. Nella classificazione a quattro livelli cui ci si riferisce in questo paragrafo, il significato di
“livello di priorità” per le misure di adeguamento prevale pertanto su quello di “livello di rischio”.
Ciò infine è in linea con il significato che il Legislatore ha voluto dare alla valutazione del rischio, che è
funzionale alla programmazione delle necessarie misure correttive. L'individuazione dei livelli di rischio
va dunque in questo senso interpretata come una individuazione dei livelli di priorità per gli interventi di
prevenzione e protezione.

2.4.6 Individuazione e valutazione dei rischi di natura igienico-ambientale e trasversale


La individuazione dei rischi di natura igienico-ambientale e dei rischi trasversali, costituisce
un’operazione che deve portare a definire se la presenza nel ciclo lavorativo di sorgenti di rischio e/o di
pericolo, identificate nella fase precedente, possa comportare nello svolgimento della specifica attività un
reale rischio di esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto. Per questo
motivo detti rischi possono anche essere definiti complessivamente Rischi da Esposizione.

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L'individuazione dei rischi è effettuata perciò non tanto sulla base delle intrinseche potenzialità delle
sorgenti di rischio quanto piuttosto sull'analisi generale del contesto lavorativo nel quale queste
potenzialità possono eventualmente esprimersi.
Nello specifico vengono esaminate:
 le modalità operative seguite per la conduzione della lavorazione (es. manuale, automatica,
strumentale) ovvero dell'operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o comunque protetto,
etc.);
 l'entità dell'esposizione in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati
nell'arco della giornata lavorativa o del periodo ritenuto significativo;
 l'organizzazione dell'attività (tempi di permanenza nell'ambiente di lavoro, contemporanea
presenza di altre lavorazioni, etc.);
 la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione e protezione (schermatura,
segregazione, protezioni intrinseche, cappe di aspirazione, ventilazione, isolamento, segnaletica
di pericolo, etc.) nonché degli ulteriori interventi di protezione quali l'uso di mezzi, o dispositivi
di protezione individuale.
In conclusione si deve verificare ed individuare ogni rischio di esposizione per il quale le modalità
operative non ne consentano una gestione “controllata”.
I metodi operativi per l'individuazione dei rischi sono stati messi a punto per ogni specifica finalità, e
vanno dalle verifiche e sopralluoghi, ai questionari per l'acquisizione di dati sulla sicurezza e
l'organizzazione del lavoro, dalle indagini strumentali fino agli studi analitico-progettuali.
Per l’acquisizione dei dati e la valutazione è stato messo a punto un metodo operativo sviluppato con
Liste di Controllo (Check List).
La “stima” del Rischio di Esposizione (rischi di natura igienico ambientale e rischi trasversali per la
salute e la sicurezza dei lavoratori) ai fattori di pericolo riscontrati è eseguita, anche in base alle
considerazioni svolte nella fase precedente, attraverso:
 una verifica dell’esistenza di situazioni in cui l'esposizione deriva da non conformità normative
più o meno significative;
 una verifica qualitativa dell’esistenza di situazioni in cui permane un'esposizione significativa
(rischi residui) derivanti da specificità e particolarità delle lavorazioni, nonostante la conformità
normativa;
 una verifica dell'accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad un esame oggettivo della
entità e della durata delle lavorazioni, delle modalità operative svolte e di tutti i fattori che
influenzano le modalità e l'entità dell'esposizione, nonché in analogia con i dati di condizioni di
esposizione similari riscontrati nello stesso settore operativo;
 la misura diretta dei parametri che possono caratterizzare i fattori di rischio e che porti ad una
loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici
di riferimento (tale misura è indispensabile nei casi previsti dalle specifiche normative - per
rumore, amianto e piombo, oppure per le radiazioni ionizzanti, le sostanze cancerogene, etc, - e
quando, ad esempio, con considerazioni tecniche specifiche, si ritiene esista la possibilità che il
rischio raggiunga un “livello d'azione” così come definito nelle diverse discipline e metodologie
tecniche interessate);
 un'analisi approfondita dei dati sugli infortuni dell'ultimo triennio che può dare delle stime sulla
frequenza di accadimento e sulla gravità degli infortuni ricorrenti e delle malattie professionali.

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2.4.7 Metodologia specifica per la valutazione dei rischi igienico-ambientali


Per la valutazione del rischio igienico-ambientale vengono inizialmente utilizzate le seguenti fasi:
 ricognizione preliminare con individuazione dei pericoli;
 elaborazione della ricognizione, mediante una ponderazione dei rischi;
 ponderazione del rischio attuale.
In seguito alla fase ricognitiva iniziale possono essere dedotte la sussistenza dei pericoli e la loro qualità,
oltre ovviamente alla distribuzione logistica nelle aree omogenee stabilite. Per la successiva fase di
ponderazione dei rischi è utilizzabile un metodo indiretto, che sfrutta un procedimento di moltiplicazione
tra vari fattori, che deriva direttamente dall’assunto che la deviazione da pericolo potenziale a rischio
attuale, per questi particolari rischi, viene dall’azione combinata di tre parametri:
 gravità;
 durata;
 modalità.
Per gravità si intende in questo caso l’entità degli effetti attesi. La gravità è graduabile con un punteggio
progressivo da 1 a 5, proporzionato all’entità degli effetti dannosi attesi e alla loro reversibilità.

Livelli di gravità dei rischi igienico-ambientali


Entità Punteggio Tipologia degli effetti
Lieve 1 Effetti reversibili
Moderata 2 Effetti potenzialmente reversibili oppure effetti irreversibili di lieve entità
Media 3 Effetti sicuramente irreversibili
Alta 4 Effetti irreversibili di grave entità, potenzialmente letali
Molto Alta 5 Effetti letali

La durata corrisponde all’effettivo periodo d’esposizione al rischio, sia come valore di esposizione
singola sia come cumulo. Può essere ponderata con un punteggio scalare progressivo da 1 a 4. Per
l’assegnazione dei punteggi si possono considerare le possibili variazioni dei tempi di esposizione,
espresse in percentuale dell’orario di lavoro abituale.

Livelli di durata dell’esposizione ai rischi igienico-ambientali


Tipo Punteggio Tempistica della esposizione
Fino al 10% dell’orario di lavoro abituale giornaliero oppure fino a una
Occasionale 1
sola volta alla settimana
Fino al 25% dell’orario di lavoro abituale giornaliero, oppure più di una
Frequente 2
sola volta alla settimana
Dal 26% al 50% dell’orario di lavoro abituale giornaliero, oppure tutti i
Abituale 3
giorni della settimana, fino a due volte per ogni turno
Oltre il 50% dell’orario di lavoro abituale giornaliero, oppure tutti i
Continuata 4
giorni della settimana, oltre due volte per ogni turno

La valutazione della modalità corrisponde invece al modo di esposizione ai rischi, secondo un sistema
che prevede un punteggio per la qualità dei pericoli, tempi di esposizione, fattori ambientali, mezzi di
protezione ambientali (DPA), protezione collettiva (DPC)e dispositivi di protezione individuale (DPI).
Anche in questo caso è adottato un punteggio scalare progressivo con valori da 1 a 5.

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Livelli di modalità dell’esposizione ai rischi igienico-ambientali


Tipo Punteggio Dotazione protettiva
Protetta 1 Tutti i dispositivi di protezione, costantemente
Parzialmente protetta 2 Tutti i dispositivi di protezione, non costantemente
Poco protetta 3 Solo i dispositivi di protezione principali, costantemente
Pochissimo protetta 4 Solo i dispositivi di protezione principali, non costantemente
Per niente protetta 5 Assenza dei dispositivi

Dai punteggi dei singoli parametri in ciascun ambiente esaminato e per ciascuna delle categorie che in
esso opera, è stato ricavato, da un’operazione di moltiplicazione, un sintetico “indicatore del rischio”.
Tali valori hanno quindi consentito di operare una distinzione in livelli di esposizione al rischio, come
riportato di seguito nella tabella.

Valutazione dell’esposizione ai rischi igienistico-ambientali


Intervallo Livelli d’esposizione al rischio
1 – 10 Non presente o comunque trascurabile
11 – 30 Basso
31 – 60 Medio-basso
61 – 85 Medio-alto
86 – 100 Alto

2.4.8 Metodologie adottate per la valutazione dei rischi specifici


Per una piccola aliquota di rischi si preferisce utilizzare una metodologia di valutazione specifica per le
quali il SPP della ASL SALERNO ha potuto verificarne l’efficacia e l’applicabilità all’Azienda. Sono
trattati, quindi, con algoritmi specifici le valutazioni dei seguenti rischi:
 rischio incendio;
 rischio da scariche atmosferiche;
 rischio elettrico;
 rischio da apparecchiature elettromedicali;
 rischio microclimatico;
 rischio da movimentazione manuale dei carichi (MMC);
 rischio chimico;
 rischio biologico;
 rischio stress-lavoro correlato.
Per rischi specifici di stretta natura fisica, come:
 rischio rumore;
 rischio vibrazioni;
 rischio da campi elettromagnetici (CEM);
 rischio da infrasuoni ed ultrasuoni;
 rischio da radiazioni ottiche artificiali (ROA);
sono proposte le metodologia di valutazione previste direttamente al Titolo VIII – Agenti Fisici, del
D.Lgs. 81/08, per ciascuna delle quali, in seguito, è inserito un paragrafo esplicativo.

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2.4.8.1 Metodologia per la valutazione del rischio incendio


La valutazione dei Rischi da Incendio deve tenere in conto l'obiettivo fondamentale della prevenzione
incendi, che è quello di evitare per quanto possibile i danni alle persone e alle cose. Mentre, nel primo
caso, il valore della vita umana è incommensurabile quindi ogni spesa è giustificata per proteggerla, per
giustificare le spese per proteggere le cose è necessario procedere con una oculata analisi dei costi contro
i benefici. L'analisi dei costi inoltre risulta assai vantaggiosa quando la prevenzione degli incendi avviene
già in fase di progettazione delle strutture, risultando più gravosa economicamente, quando invece la
struttura è esistente e deve essere maggiormente protetta.
La bibliografia internazionale in materia, principalmente quella di origine nordamericana, ha provveduto
da tempo a strutturare l'analisi del rischio incendio partendo dall'assunto che il il rischio di incendio a
livello zero è solo una astrazione teorica. Pertanto sono codificati tre livelli di rischio:
 rischio lieve o ridotto, cioè "extra light hazard", a cui si riconducono tutti i rischi da incendio di
natura civile e la maggior parte dei rischi connessi ai servizi e alle dipendenze della attività
produttive;
 rischio normale, cioè "ordinary hazard", a cui si riconducono tutti i rischi di incendio per attività
produttive con combustibili e carichi di incendio ordinari;
 rischio grave, cioè "extra high hazard", a cui si riconducono tutti quei rischi di incendio in
attività produttive con combustibili e carichi di incendio non ordinari (in questa ultima categoria
si devono includere anche le industrie a rischio di incidente rilevante connesso alla particolare
attività produttiva che vi svolge).
I tre livelli di rischio incendio sopra riportati coincidono con le definizioni livello di rischio incendio,
cioè RISCHIO BASSO, MEDIO ed ELEVATO, che sono contenuti all'interno del DM 10/03/1998 -
criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro, che ad oggi
costituisce la linea guida tecnica per la corretta valutazione del rischio incendio. Il Decreto Ministeriale
10 marzo 1998è lo strumento di riferimento. Esso propone, in attuazione al disposto del D.lgs. 81/08, i
criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indicale misure di prevenzione e
protezione antincendio da attuare, al fine di ridurre l'insorgenza di un incendio e di limitarne le
conseguenze qualora si verifichi. La valutazione dei rischi di incendio consente quindi al datore di lavoro
di prendere i provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e di altre persone
presenti nel luogo di lavoro. I provvedimenti pertanto comprenderanno:
 la prevenzione dei rischi;
 l'informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti;
 la formazione dei lavoratori;
 le misure tecniche-organizzative per attuare i provvedimenti.
In generale anche il rischio di incendio si può correttamente valutare in termini di frequenza
dell'incidente ipotizzato e gravità del danno conseguente all'incidente ipotizzato, cioè, PROBABILITA' x
MAGNITUDO. Su queste basi generali, un buon algoritmo di valutazione del rischio incendio è il
cosidetto "Metodo Ericson" proposto in Italia dall'editore specializzato Dario Flaccovio mediante il
testo "Tecnica della Prevenzione Incendi” di A. Amico e G. Amico. Con il Metodo Ericson la
valutazione del rischio per una attività in esame viene condotta mediante la valutazione separata del
rischio legato al FABBRICATO e del rischio legato al CONTENUTO (comprese le persone) del
fabbricato stesso.

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Il Rischio per il Fabbricato, RF


La determinazione del Rischio per il Fabbricato (RF) si valuta con l’espressione:

dove i vari fattori hanno il seguente significato:


Qm fattore che rappresenta il carico di incendio delle merci contenute nel fabbricato
Qi coefficiente che tiene conto della combustibilità dei materiali componenti l’edificio (carico di
incendio dell’edificio)
C coefficiente che tiene conto della combustibilità dei materiali, viene fissato in funzione della
classe di pericolo attribuita al materiale trattato
A fattore relativo alla superficie della zona da proteggere
T fattore che tiene conto del tempo di intervento
RE resistenza al fuoco del fabbricato
Ri fattore che tiene conto di particolari misure speciali di prevenzione

Qm, Carico di Incendio delle Merci


Il fattore Qm rappresenta il carico di incendio delle merci contenute nel fabbricato ed assume i seguenti
valori tabellati in funzione del carico di incendio delle merci:

kg legno/mq Mcal/mq Qm
0-15 0-60 1,0
16-30 61-120 1,2
31-60 121-240 1,4
61-120 241-480 1,6
121-240 481-960 2,0
241-480 961-1920 2,4
481-960 1920-3840 2,8
961-1920 3841 - 7680 3,4
1921-3840 7681 - 15300 3,9
>= 3841 >= 15301 4,0

Qi, Combustibilità dei Materiali Componenti l’Edificio


Il fattore Qi rappresenta il carico di incendio proprio del fabbricato in assenza delle merci, tiene conto
quindi della combustibilità dell’edificio (relativamente alla possibilità di incendio di sue parti strutturali e
non strutturali, come soppalchi combustibili, rivestimenti, infissi in legno, pavimenti plastici, ecc.). Qi
assume i seguenti valori tabellati in funzione del carico di incendio proprio dell’edificio:

kg legno/mq Qm
0-20 1,0
21-45 1,2
46-70 1,4
71-100 1,6

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C, Combustibilità dei Materiali


Il coefficiente C tiene conto del livello di combustibilità dei materiali presenti all’interno del fabbricato
(quindi del solo materiale che ha determinato il fattore Qm), viene fissato in funzione della classe di
pericolo attribuita al materiale trattato. I valori sono indicati nella seguente tabella:

classe di rischio C
combustibilità bassa = leggero 1,0
combustibilità debole = ordinario debole 1,0
combustibilità normale = ordinario normale 1,0
combustibilità elevata = ordinario elevato 1,2
combustibilità speciale = ordinario speciale 1,4
combustibilità grave = ordinario grave 1,6

A, Superficie della zona da Proteggere


Il coefficiente A tiene conto delle dimensioni e della distribuzione spaziale del fabbricato da proteggere. I
valori che può assumere sono indicati nella seguente tabella:

descrizione della superficie A


superficie del compartimento inferiore a 1.500 mq
oppure distribuita su un massimo di 2 piani 1,0
oppure altezza del soffitto <= 8 metri
superficie del compartimento compresa tra 1.500 e 3.000 mq
oppure distribuita su un numero di piani da 3 a 4
1,3
oppure distribuita al primo livello interrato
oppure altezza del soffitto tra 8 e 12 metri
superficie del compartimento compresa tra 3.000 e 10.000 mq
oppure distribuita su un numero di piani superiore a 4
1,8
oppure distribuita a quota inferiore al primo livello interrato
oppure altezza del soffitto oltre 12 metri

T, Tempo di Intervento dei Vigili del Fuoco


Il fattore T tiene conto del tempo di intervento dei Vigili del Fuoco siano essi aziendali che Professionisti.
I valori che può assumere sono indicati nella seguente tabella:

ritardo di intervento misurato


in minuti rispetto all'allarme
10 15 20 25 30
vigili del fuoco professionisti 1,0 1,1 1,25 1,40 1,50
addetti antincendio aziendali 1,1 1,2 1,35 1,50 1,60

RE, Resistenza al Fuoco del Fabbricato


Il fattore RE tiene conto della Resistenza al Fuoco offerta delle strutture portanti, di tamponamento e di
compartimentazione, del fabbricato. I valori che può assumere il coefficiente sono indicati nella seguente
tabella:

classe di resistenza RE
15 1,00
30 1,00
60 1,20

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90 1,35
120 1,50
180 1,75
240 2,00

Ri, Misure particolari di Prevenzione Incendi


Il fattore Ritiene conto di eventuali misure speciali di prevenzione incendi e di organizzazione assunti per
il fabbricato. I valori che può assumere sono indicati nella seguente tabella:

valutazione del rischio Ri Descrizione


più grande del normale  combustione prevedibile piuttosto rapida;
 elevato numero di possibilità di ignizione;
1,0
 inadeguata penetrabilità delle squadre antincendio;
 infiammabilità facilitata dalle condizioni di immagazzinamento;
normale  combustione prevedibile normale;
 numero sorgenti di ignizione abituale;
1,2
 infiammabilità ridotta perchè i materiali combustibili sono contenuti
in recipienti incombustibili;
più piccolo del normale  immagazzinamento molto compatto;
1,6  scarse probabilità di sviluppo rapido dell'incendio;
 condizioni estremamente favorevoli all'evacuazione del calore;
molto piccolo  infiammabilità ridotta perchè i materiali combustibili sono tenuti in
recipienti di lamiera ben chiusi;
2,0
 assenza di sorgenti di ignizione;
 probabilità di combustione lenta.

Il Rischio per le Persone e il Contenuto del Fabbricato, RC


Il Rischio per le persone e per il contenuto del Fabbricato si valuta con la formula:

dove:
P fattore che tiene conto del pericolo per le persone
B fattore che tiene conto del pericolo per le cose
F fattore che tiene conto al pericolo dovuto alla produzione di fumo

P, Pericolo per PERSONE


Il fattore P tiene conto del pericolo per le persone, assume i seguenti valori tabellati in funzione del
pericolo previsto:

intensità di pericolo P
non esiste alcun pericolo per le persone (non ci sono abitualmente persone, poche persone
1,0
per poco tempo, oppure ottima distribuzione delle uscite di sicurezza)
esistono pericoli per le persone che però sono in condizioni di raggiungere
2,0
autonomamente le uscite di sicurezza
esistono pericoli per le persone che difficilmente possono abbandonare l'edificio
3,0
autonomamente o per motivi di controllo e sicurezza in generale

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B, Pericolo per le COSE


Il fattore B tiene conto del pericolo per le COSE all’interno del fabbricato, e assume i seguenti valori
tabellati in funzione del pericolo previsto:

valore dei beni P


il valore dei beni contenuti nell'edificio non rappresenta una entità considerevole 1,0
il valore dei beni contenuti nell'edificio rappresenta una entità considerevole 2,0
la perdita dei beni è irreparabile in quanto si tratta dei beni culturali o beni non sostituibili
3,0
o necessari per l'esistenza dell'azienda

F, Pericolo dovuto alla produzione di FUMO


Il fattore F tiene conto del pericolo dovuto alla produzione di fumo, e assume i seguenti valori tabellati in
funzione del pericolo previsto:

danni da fumo P
nessun pericolo particolare di danno da fumo o corrosione;
1,0
classe di reazione al fuoco del materiale uguale a 1
compartimentazione o costruzione con scarse superfici di aerazione;
almeno il 20% del materiale combustibile sviluppa in caso di incendio prodotti di
2,0
combustione tossici;
classe di reazione al fuoco dei materiali uguale a 2
più del 20% del materiale combustibile sviluppa in caso di incendio prodotti di
combustione tossici o corrosivi; 3,0
classe di reazione al fuoco dei materiali maggiore di 2

Determinazione del RISCHIO INCENDIO


A seguito della determinazione dei parametri e dei coefficienti sopra riportati, vengono calcolati, per
mezzo di una procedura automatica, elaborata dal Servizio di Prevenzione e Protezione con base EXCEL
di Windows, i parametri di valutazione del rischio parziali, RC e RF.

In merito ai rischi parziali si ha:


RC = 1,0 - Rischio per il contenuto BASSO
RC = 2,0 - Rischio per il contenuto MEDIO
RC = 3,0 - Rischio per il contenuto ALTO
RC = 4 o maggiore - Rischio per il contenuto MOLTO ALTO
RF = 1-1,25 - Rischio per il Fabbricato BASSO
RF = 1,25-2, 0 - Rischio per il Fabbricato MEDIO
RF = 2,0-3,0 - Rischio per il Fabbricato MEDIO-ALTO
RF = 3,0-4,0 Rischio per il Fabbricato ALTO
RF = maggiore di 4,0 Rischio per il Fabbricato NON AMMISSIBILE

Combinando tra loro i valori di RC e RF si ottiene il livello di rischio previsto dal DM 10/03/98, ossia:
Rischio Incendio BASSO, laddove RC ed RF sono entrambi a rischio basso;
Rischio Incendio MEDIO, laddove uno solo tra RC ed RF è a rischio medio oppure medio alto);
Rischio Incendio ELEVATO, laddove uno solo tra RC ed RF è a rischio alto, molto alto oppure non
ammissibile.

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Infine dal grafico che segue, a seconda della disposizione nella figura del valore R = RF x RC, si
determina un punto all'interno di una zona da A a F. A seconda dell'appartenenza del punto ad una
determinata zona, si prescrivono come obbligatori le misure di prevenzione e i sistemi di protezione
antincendio riportati nella relativa legenda (se R ricadesse esattamente sul confine di una zona con quelle
successiva, si deve considerare R ricadente nella zona che richiede misure più severe).

Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio connesso all'incendio, realizzata con procedura software in base EXCEL
autoprodotta e testata dal SPP, da cui risulta il valore del rischio come previsto dal DM 10/03/1998.

2.4.8.2 Metodologia per la valutazione del rischio da scariche atmosferiche


Generalità
Può destare sorpresa che i fulmini colpiscano la superficie terrestre circa 100 volte al secondo (circa 8,6
milioni di volte al giorno) e l'Italia, ad esempio, secondo i dati del Sistema Italiano di Rilevamento dei
Fulmini (SIRF) presso il CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) di Milano, è colpita da circa
750.000 fulmini ogni anno. Oggi in Italia è possibile determinare il punto d’impatto di un fulmine con
una precisione dell'ordine di circa cinquecento metri grazie al sistema di rilevamento dei fulmini SIRF,
realizzato all'inizio degli anni sessanta. Le stazioni di misurazione distribuite sul territorio italiano sono
sincronizzate e registrano l'istante in cui l'onda elettromagnetica della scarica del fulmine giunge in
corrispondenza del rispettivo ricevitore. Il punto d’impatto del fulmine viene calcolato in base alla
differenza dei diversi tempi di rilevamento dell'onda. Mentre i fulmini nube-nube provocano un pericolo
per i sistemi elettrici ed elettronici a causa dei campi elettromagnetici impulsivi (LEMP), i fulmini che
colpiscono il terreno, i più pericolosi, producono una compensazione della differenza di potenziale tra le
cariche elettriche delle nubi e le cariche al suolo. Un fulmine può provocare danni alla salute in forma
diretta, se il corpo viene colpito direttamente dalla scarica, oppure indiretta, se viene colpito dalla
corrente di ritorno nel terreno. I danni più gravi sono quelli derivanti dalla fulminazione diretta, e in certi
casi possono provocare la morte. Se, ad esempio, la corrente passa per il cuore può provocare un arresto
cardiaco, mentre se attraversa i centri nervosi o respiratori può portare alla morte per arresto respiratorio.
Possono causare la morte, o ferite gravi, anche le bruciature conseguenti alla fulminazione. Altri effetti
indiretti dei fulmini possono essere gli incendi degli edifici e la caduta di alberi.

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Come riportato sul sito dell’Inail, nei luoghi di lavoro "la valutazione del rischio fulminazione,
eseguita con la versione precedente delle norme CEI, va rivalutata come richiesto dal Decreto
legislativo 81/2008 e s.m.i. (artt. 17 e 84), essendo in vigore dal 1 marzo 2013 la nuova norma CEI
EN 62305-2:2013". Infatti, per gli edifici esistenti, nei quali la valutazione era stata effettuata secondo le
norme precedenti, “il datore di lavoro dovrà compiere nuovamente la valutazione in conformità alla
norma CEI EN 62305–2:20013 e se necessario dovrà individuare e realizzare le misure di protezione
necessarie a ridurre il rischio a valori non superiori a quello ritenuto tollerabile dalla norma”.
La prima edizione della norma CEI EN 62305 è datata aprile 2006; a seguito di numerose e articolate
vicende in sede internazionale, è stata infine pubblicata, ed è entrata in vigore il 01/03/2013, la parte 2
della seconda edizione della norma. L’attuale edizione della norma è stata suddivisa in parti a seconda
dei contenuti degli argomenti trattati, sostituendo completamente la serie di Norme CEI EN 62305:2006-
04.
 CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1) - in vigore dal 02/12/2013: Principi generali. Questa parte
contiene le informazioni relative al pericolo da fulmine, alle caratteristiche del fulmine e ai
parametri significativi per la simulazione degli effetti prodotti dai fulmini.
 CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) - in vigore dal 01/03/2013:Valutazione del rischio. La
valutazione del rischio secondo CEI EN 62305-2 si basa su un'analisi dei rischi stessi al fine di
stabilire per prima cosa la necessità di una protezione contro i fulmini. Dopodiché viene stabilita
la misura di protezione ottimale dal punto di vista tecnico ed economico. Infine viene determinato
il rischio residuo rimanente.
Per motivi di praticità i criteri per la progettazione, l’installazione e la manutenzione delle misure di
protezione contro il fulmine sono considerate in due gruppi separati.
 CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3) - in vigore dal 02/12/2013: Danno materiale alle strutture e
pericolo per le persone. Tratta la protezione di edifici e persone dai danni materiali e dal pericolo
di morte, che potrebbero essere causati dall'effetto della corrente di fulmine oppure da scariche
pericolose.
 CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) - in vigore dal 02/12/2013: Impianti elettrici ed elettronici nelle
strutture. Tratta la protezione di edifici contenenti sistemi elettrici ed elettronici dagli effetti dei
disturbi elettromagnetici (LEMP) prodotti dai fulmini.
Un'ulteriore recente novità sul tema della Valutazione del Rischio Fulminazione è costituita
dall'abrogazione, avvenuta il 30/06/2014, della Guida CEI 81-3, che indicava i valori medi del numero di
fulmini a terra. Tali dati sono ora rintracciabili nella banca dati del SIRF (Sistema Italiano Rilevamento
Fulmini) e saranno aggiornati nel tempo, imponendo al Datore di Lavoro una conseguente verifica della
correttezza della valutazione del rischio di fulminazione già eseguita.

Metodo di Valutazione
L'impianto di protezione contro i fulmini ha il compito di proteggere edifici dalle fulminazioni dirette e,
di conseguenza, da possibili incendi e comunque dalle conseguenze della corrente di fulmine. La
valutazione del rischio dovuto al fulmine analizza, come vedremo più avanti, un edificio con le sue
caratteristiche, dimensionali e strutturali, di ubicazione, di destinazione d’uso, di compartimentazione
antincendio, ecc. ed in base al tipo di impianti elettrici e di telecomunicazione presenti, o in ingresso, al
carico di incendio presunto, alla presenza, o meno, di mezzi adeguati per fronteggiare o rivelare la
presenza di eventuali incendi, consente di valutare se la struttura è statisticamente autoprotetta dai
fulmini (ossia protetta in relazione alle proprie stesse caratteristiche), oppure necessita di adeguati mezzi

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di protezione esterni quali LPS (parafulmine, gabbia di Faraday, ecc.), SPD (limitatori di sovratensione),
o accorgimenti di altra natura (mezzi di rivelazione/estinzione automatico in caso di incendi, asfaltatura
del suolo, ecc.). Quando le prescrizioni normative non contengono alcuna specificazione sui dettagli
delle misure di protezione contro i fulmini, o per massima cautela, è consigliabile installare almeno un
LPS (di classe III) secondo CEI EN 62305-3.
La metodologia utilizzata dalla Norma di Riferimento CEI EN 62305- 2 è abbastanza articolata, ma si
basa complessivamente su un concetto molto semplice ed intuitivo. Il Rischio (R), definito come il valore
della probabile perdita annua di persone vite umane o cose dovuta al fulmine in relazione alla struttura da
proteggere, dipende da:
 numero annuo di fulmini che possono interessare la struttura;
 la probabilità che un fulmine che interesse direttamente o indirettamente la struttura provochi un
danno;
 il valore economico medio della perdita conseguente.
L’equazione di base è quindi:
R=NxPxL
dove N è il numero di eventi pericolosi, P la probabilità di avere un danno ed L la perdita in seguito al
danno. Sono quindi individuate quattro Componenti di Rischio Rilevanti a loro volta composte da altre
Componenti Parziali di Rischio:
 R1: rischio di perdita di vite umane (inclusi danni permanenti);
 R2: rischio di perdita di servizio pubblico;
 R3: rischio di perdita di patrimonio culturale insostituibile;
 R4: rischio di perdita economica.
In conformità con la CEI EN 62305-1, nella valutazione della necessità della protezione contro il fulmine
debbono essere considerati i rischi R1, R2 ed R3. Per ciascun rischio considerato debbono essere
effettuati i seguenti passi:
 identificazione delle componenti Rx che contribuiscono al rischio;
 calcolo della componente di rischio identificata Rx;
 calcolo del rischio totale R;
 identificazione del rischio tollerabile Rt;
 confronto del rischio R con quello tollerabile Rt.
Se R ≤ Rt la protezione contro il fulmine non è necessaria. Se R > Rt debbono essere adottate misure di
protezione al fine di rendere R ≤ Rt per tutti i rischi a cui è interessata la struttura.

2.4.8.3 Metodologia di valutazione del rischio elettrico


Il processo di valutazione e gestione del rischio elettrico derivante dall’applicazione congiunta del D.Lgs.
81/08 e degli altri testi di legge in vigore consente di ridurre tale rischio ad un livello accettabile, in
conformità a quanto previsto dalle stesse leggi.
Nelle attività ordinarie, nelle quali i lavoratori sono considerati utenti generici degli impianti, delle
apparecchiature e dei componenti elettrici messi loro a disposizione, il datore di lavoro dovrà compiere
tutte le azioni necessarie a garantire:
 la realizzazione a regola d’arte di tutto il materiale elettrico reso disponibile, tenuto conto delle
caratteristiche del lavoro e delle condizioni ambientali e di esercizio;
 il corretto utilizzo di tale materiale, volto a prevenire i rischi;

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 l’adeguata manutenzione e le necessarie verifiche periodiche, finalizzate al mantenimento nel


tempo delle condizioni di sicurezza.
La valutazione potrà seguire modalità diverse e fare riferimento a documenti o attestazioni specifici per
ciascuna sorgente di rischio: l’impianto elettrico, gli apparecchi utilizzatori, gli organi di collegamento
mobile. Essa dovrà considerare, comunque, le condizioni di sicurezza conseguite nella costruzione del
componente o nell’installazione dell’impianto, nel loro utilizzo e nel loro mantenimento nel tempo.
Nel caso di “lavori in prossimità di parti attive” o “lavori elettrici”, la gestione del rischio elettrico
richiede anche la formazione specialistica dei lavoratori, l’adozione di specifiche procedure di lavoro, di
idonee attrezzature e dispositivi di protezione collettivi ed individuali, secondo quanto prescritto dalle
leggi e dalle norme tecniche.
In ogni caso, dovrà essere effettuata la specifica valutazione del rischio per le scariche atmosferiche e, in
caso di necessità, dovranno essere adottate le necessarie misure previste dalle norme tecniche per ridurre
tale rischio al di sotto di quello convenzionalmente ritenuto accettabile.
Il funzionamento di un impianto elettrico non è di per sé indice di sicurezza infatti, nonostante operi
regolarmente, può essere fonte di pericoli che non si vedono e che solo un esperto, dopo i necessari
controlli, può prevenire, riconoscere ed eliminare. Per questo è opportuno che l’impianto elettrico di un
edificio sia tenuto sotto controllo per garantire la sicurezza delle persone.
Tra gli incidenti di natura elettrica, il più comune è il contatto elettrico: toccando cavi elettrici non
adeguatamente protetti o apparecchi dalle componenti usurate, si corre il rischio di ricevere una scarica
elettrica, la cui intensità può avere gravi danni sull’organismo. I sovraccarichi di corrente possono invece
causare il surriscaldamento di componenti elettriche e dare luogo ad incendi.
Il D.Lgs. n. 81/2008 all’art. 80 del capo III del titolo III prevede che il datore di lavoro deve prendere
tutte le misure necessarie affinché i materiali, le apparecchiature e gli impianti elettrici messi a
disposizione dei lavoratori siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e mantenuti in modo da
salvaguardare i lavoratori stessi da tutti i rischi di natura elettrica ed in particolare quelli derivanti da:
 contatti elettrici diretti;
 contatti elettrici indiretti;
 innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici
e radiazioni;
 innesco di esplosioni;
 fulminazione diretta ed indiretta;
 sovratensioni;
 altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.
Al fine di garantire la sicurezza a cui sono esposti i lavoratori, il D.Lgs. n. 81/2008 obbliga il datore di
lavoro ad eseguire una specifica valutazione del rischio elettrico tenendo in considerazione:
 le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze;
 i rischi presenti nel luogo di lavoro;
 tutte le condizioni di esercizi prevedibili.
A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro deve adottare le misure tecniche ed
organizzative necessarie ad eliminare o ridurre i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di protezione
collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di
uso e manutenzione, oltre a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza degli impianti.

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Effetti sulle persone e conseguenze del contatto elettrico


Quando una persona viene a contatto con una parte elettrica in tensione, si verifica la circolazione della
corrente elettrica nel corpo umano. Seppure tale circostanza costituisca il pericolo più comune ed a tutti
noto connesso all’uso dell’energia elettrica,per meglio capire il rischio elettrico, è opportuno
intraprendere un breve percorso formativo partendo dall´effetto che la corrente elettrica esercita sul corpo
umano.
Il fenomeno meglio conosciuto come "scossa" elettrica, viene più propriamente detto elettrocuzione, cioè
condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in tensione con attraversamento del corpo da parte
della corrente. Condizione necessaria perché avvenga l´elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al
corpo un punto di entrata e un punto di uscita. Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con la
parte in tensione (molto spesso le dita di una mano), mentre il punto di uscita è la zona del corpo che
entra in contatto con altri conduttori consentendo la circolazione della corrente all´interno dell´organismo
seguendo un dato percorso (molto spesso i piedi, che sono in contatto con l’elemento conduttore
principale che è la massa della “terra”). In altre parole, se accidentalmente le dita della mano toccano una
parte in tensione ma l´organismo è isolato da terra (scarpe di gomma) e non vi è altro contatto con corpi
estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcun incidente. Mentre
se la medesima circostanza si verifica a piedi nudi si avrà elettrocuzione con circolazione della corrente
nel percorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto di uscita.
La gravità delle conseguenze dell´elettrocuzione dipende dall´intensità della corrente che attraversa
l´organismo, dalla durata di tale evento, dagli organi coinvolti nel percorso e dalle condizioni del
soggetto. Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente offrendo, nel contempo,
una certa resistenza a tale passaggio. Minore è la resistenza, maggiore risulta la quantità di corrente che lo
attraversa. Detta resistenza non è quantificabile in quanto varia da soggetto a soggetto, anche in funzione
delle differenti condizioni in cui il medesimo soggetto si può trovare al momento del contatto. Molteplici
sono i fattori che concorrono a definirla e che in sostanza non consentono di creare un parametro di
riferimento comune che risulti attendibile. Tra essi vi è il sesso, l´età, le condizioni in cui si trova la pelle
(la resistenza è offerta quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni ambientali, gli indumenti
interposti, la resistenza interna che varia da persona a persona, le condizioni fisiche del momento, il
tessuto e gli organi incontrati nel percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.

Gli effetti provocati dall´attraversamento del corpo da parte della corrente sono:
 Tetanizzazione
E’ il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa. In condizioni
normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi, attraverso i nervi, ad una
placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca neuromuscolare. L´attraversamento del
corpo da parte di correnti superiori provoca, a certi livelli di intensità, fenomeni indesiderati di
contrazione incontrollabile che determinano in modo reversibile l´impossibilità di reagire alla
contrazione. Ad esempio il contatto tra un conduttore in tensione e il palmo della mano determina la
chiusura indesiderata e incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di
contatto.
 Arresto della respirazione
La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di aria
che si ripete in condizioni normali circa 12-14 volte al minuto. I singoli atti respiratori avvengono
per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro movimento variano il

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volume della cassa toracica. Durante l´elettrocuzione per i medesimi motivi che determinano la
tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono l´espansione della cassa toracica
impedendo la respirazione. Se non si elimina velocemente la causa della contrazione e se non si
pratica in seguito a evento di notevole intensità la respirazione assistita il soggetto colpito muore per
asfissia.
 Fibrillazione ventricolare
Quanto già esposto lascia intuire che in un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che basa la
propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici derivanti dal cervello, ogni interferenza di
natura elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio. In funzione
dell´intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa la mancata
espulsione dall´organo di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in primo luogo del
cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di 3-4 minuti senza ossigeno, senza
risultare danneggiato in modo irreversibile. In questo caso un tempestivo massaggio cardiaco offre
qualche possibilità di recuperare l´infortunato, altrimenti destinato a morte sicura.
 Ustione
La conseguenza è tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all´attraversamento del corpo da
parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore. Normalmente le ustioni
si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della corrente dal corpo in quanto la pelle
è la parte che offre maggiore resistenza. Come per gli altri casi la gravità delle conseguenze sono
funzione dell´intensità di corrente e della durata del fenomeno.

L´elettrocuzione rappresenta il più noto, grave e frequente infortunio di natura elettrica che può avvenire
per:
 contatto diretto
 contatto indiretto
 arco elettrico.

Altri pericoli connessi con il rischio elettrico: incendio


Altri pericoli connessi alla presenza di energia elettrica sono l´incendio di origine elettrica, l´innesco in
atmosfera esplosiva e la mancanza di energia elettrica.
L´incendio è dovuto ad un´anomalia dell´impianto elettrico, ad un corto circuito, ad un arco elettrico o ad
un sovraccarico, possibili cause dell´innesco della combustione. In alcuni casi l´impianto elettrico funge
da vettore di un incendio, in quanto costituito da materiale combustibile (cavi ad isolamento plastico).
L´impianto elettrico può provocare l´innesco di sostanze esplosive, di atmosfere di gas, di vapori o di
polveri, a causa della formazione dell´arco elettrico (manovre, guasti), di sovraccarichi e di corto circuiti.
Indirettamente anche la mancanza di energia elettrica può essere causa di infortuni. Un Black-out, può
rappresentare durante una lavorazione pericolosa un fattore di notevole rischio.

Protezione contro i contatti accidentali


Quando una persona viene a contatto con una parte elettrica in tensione, si verifica la circolazione della
corrente elettrica nel corpo umano. Tale circostanza costituisce il pericolo più comune ed a tutti noto
connesso all’uso dell’energia elettrica. Oltre agli infortuni elettrici, esistono una serie di guasti che
possono compromettere la funzionalità delle apparecchiature, innescare incendi ed essere fonte di
pericolo per l’integrità dei beni.

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Contatti diretti e indiretti


I contatti che una persona può avere con le parti in tensione sono concettualmente divisi in due categorie:
 contatti diretti;
 contatti indiretti.
Si ha un contatto diretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una parte dell’impianto
elettrico normalmente in tensione (conduttori, morsetti, ecc.), figura 1:

Figura 1 - Contatto diretto

Un contatto si dice invece indiretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una massa o
con altra parte conduttrice, normalmente non in tensione, ma che accidentalmente si trova in tensione in
seguito ad un guasto o all’usura dell’isolamento, figura 2:

Figura 2 - contatto indiretto

Prevenzione dai contatti diretti ed indiretti


Fra i principali metodi di prevenzione da contatti diretti e indiretti troviamo:
 Fusibili
 Interruttore Magnetotermico
 Impianto di Terra
 Interruttore Differenziale
 Nodo Equipotenziale
 Trasformatore di Isolamento
 Doppio Isolamento

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 Funzionamento in Bassa Tensione

Fusibile
Il fusibile è un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi e i cortocircuiti. E’ caratterizzato da una
estrema semplicità costruttiva, da costi piuttosto contenuti e dal fatto di possedere un elevato potere
d’interruzione, tuttavia quando interviene non assicura la contemporanea interruzione di tutte le fasi del
circuito e i tempi di ripristino sono relativamente lunghi.
Il fusibile può intervenire a causa di un sovraccarico o a causa di un cortocircuito; viene infatti sfruttata la
buona conducibilità termica dell’elemento fusibile che si riscalda in modo uniforme e interviene in tempi
compresi tra i secondi e le ore. In presenza di correnti di cortocircuito che devono essere interrotte in
tempi brevi, la temperatura sale più rapidamente nelle zone a sezione ristretta (essendo più elevata la
resistenza elettrica e minore la capacità termica rispetto alle altre parti dell’elemento fusibile) dove il
materiale riempitivo non è in grado di trasferire all’esterno il calore prodotto. Nei punti a sezione più
piccola la temperatura di fusione viene raggiunta in tempi molto brevi e si hanno così dei punti deboli in
cui avvengono le fusioni, con la conseguente interruzione del flusso di corrente.

Interruttore Magnetotermico
È un dispositivo che contiene, al suo interno due dispositivi di protezione diversi e complementari:
• l’interruttore magnetico: costituito da un relè è in grado di intervenire rapidamente (nell’ordine dei
centesimi di secondo) aprendo il circuito dal momento in cui si crea un cortocircuito diretto. La
sua funzione diventa di fondamentale importanza nel caso di contatti diretti e nei sistemi TN.
• l’interruttore termico: consente l’apertura del circuito nel caso in cui la corrente superiori una
determinata soglia. Interviene in tempi maggiori rispetto all’interruttore magnetico con un tempo
di risposta di qualche secondo.

Impianto di Terra
L’impianto di terra costituisce l’insieme dei conduttori elettrici che raggiungono le prese di terra disposte
nell’edificio e la loro connessione con il terreno, tramite i dispersori.
L’impianto di terra richiede verifiche periodiche della sua efficienza e, in fase di progettazione, deve
soddisfare precise norme attualmente in vigore, tenendo traccia delle modifiche e delle verifiche
periodiche in opportuni registri.
In ambito ospedaliero le norme CEI impongono che la massima tensione in caso di contatto esterno non
superi i 24 Volt. Naturalmente queste specifiche tutelano l’utente solo in casi di macroshock e
rappresentano comunque un limite da non oltrepassare. La limitazione non è assolutamente sufficiente a
garantire la sicurezza in caso di elettrodi applicati direttamente al cuore o comunque in tutte quelle
situazioni in grado di causare microshock. I valori a cui fa riferimento la norma devono tuttavia trovare
un equilibrio tra sicurezza e praticità di utilizzo. Nelle strutture ad alto livello di pericolo si cerca di
proteggere l’utente anche con dispositivi di protezione ulteriori.

Interruttore Differenziale
L’interruttore differenziale ad alta sensibilità non limita il valore della corrente ma solamente il tempo in
cui questa permane in situazioni critiche, assicurando la sicurezza della persona.
L’interruttore differenziale funziona secondo un principio molto semplice, infatti la corrente entrante
(dalla fase) dopo aver percorso i vari circuiti della struttura esce dal neutro e, in condizioni di normale

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funzionamento, la corrente entrante deve essere uguale a quella uscente. Se ciò non accade significa che
una parte di essa sta percorrendo strade diverse, come il corpo umano in caso di scossa elettrica o per
cedimento dell’isolante fra un elettrodomestico e l’impianto di terra. L'interruttore differenziale confronta
continuamente la corrente entrante con quella uscente e scatta quando avverte una differenza fra di esse.
La massima corrente differenziale accettabile è di 30 mA.
La parte fondamentale di un interruttore differenziale è il trasformatore contenuto al suo interno dove, in
figura, ne viene rappresentato lo schema di funzionamento.

Quando la corrente nell’avvolgimento 1 è pari a quella che scorre nell’avvolgimento 2, il flusso


magnetico nel toroide si annulla e ai capi dell’avvolgimento 3 non è presente alcuna tensione. Quando
invece la corrente dell’avvolgimento 1 è maggiore rispetto all’avvolgimento 2, o viceversa, si instaura un
flusso magnetico nel toroide che genera una tensione in grado di alimentare il dispositivo di scatto;
questo dispositivo provvede all’apertura dell’interruttore e conseguentemente del circuito. La maggior
parte degli interruttori differenziali hanno un pulsante di test che crea appositamente un cortocircuito
verso massa per testare il funzionamento del dispositivo stesso. Gli interruttori differenziali non sono
così sensibili da evitare il rischio di microshock quindi sono dispositivi di prevenzione contro il
macroshock, essi devono essere usati a protezione di tutti quegli ambienti in cui la presenza dell’energia
elettrica non è critica, ad esempio bagni, corridoi, sale attesa, reparti di degenza.
Negli ambienti dove l’alimentazione elettrica è assolutamente necessaria (sale operatorie, aree di terapia
intensiva) l’interruttore differenziale non viene installato poiché l’interruzione improvvisa dell’energia
elettrica può risultare più rischiosa che non una elevata corrente di dispersione verso massa. Questi
ambienti vengono sempre alimentati attraverso un trasformatore di isolamento (trattato in seguito).

Nodo Equipotenziale
La prima cosa da fare in fase di installazione è quella di rendere la resistenza del circuito di massa molto
bassa in modo che, in caso di guasti, possano scaricarsi a massa correnti elevate. Se tali correnti sono
sufficientemente alte, l’apertura automatica degli interruttori generali avviene con tempi più ridotti,
riducendo sia i rischi di macroshock che quelli di microshock.
È fondamentale che tutte le superfici metalliche a possibile contatto con un paziente siano mantenute il
più possibile allo stesso potenziale per evitare rischiose differenze di potenziale in grado di causare
correnti indesiderate.
Per questa ragione nelle aree di terapia intensiva e nelle sale operatorie, nonché in tutti i laboratori e
centri diagnostici è presente una particolare connessione detta a nodo equipotenziale, al quale fanno
riferimento tutte le superfici conduttrici, le masse delle prese e le masse di tutti gli apparecchi a contatto

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con il paziente. Ogni nodo equipotenziale deve poi essere connesso individualmente alla massa
dell’edificio.
Nelle figura seguente è schematizzato un possibile schema di collegamento delle masse vicino alla zona
pazienti nel caso di locale di gruppo 1 o 2.

Trasformatore d’isolamento
Nelle aree ad alto rischio occorre garantire, oltre alla presenza del nodo equipotenziale, altre due
condizioni:
1) la protezione contro i guasti verso terra degli strumenti elettronici presenti nel locale
2) la continuità della fornitura di energia alle apparecchiature dalle quali dipende la vita del
paziente.
Osserviamo che l’interruttore differenziale viola la seconda condizione mentre il trasformatore
d’isolamento consente il soddisfacimento di entrambe. Generalmente un trasformatore viene usato per
elevare o abbassare la tensione disponibile; il trasformatore ad isolamento, invece ha una funzione
diversa in quanto la tensione di ingresso può essere uguale a quella di uscita poiché il suo compito non è
quello di convertire tensione bensì quello di separatore tra il circuito di alimentazione e la rete elettrica
della struttura. La protezione è ottenuta mediante isolamento tra avvolgimento primario e secondario,
come descritto in figura:

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La corrente di dispersione Ia si chiude a terra, risalendo attraverso Rt, la corrente Ib, invece, non si può
chiudere, a meno che vi siano capacità parassite (all’interno del trasformatore ad isolamento) che
facciano passare corrente Ic dal primario al secondario.
In caso di contatto diretto la persona non viene attraversata da corrente in quanto il circuito non può
chiudersi con un componente isolato; una protezione di questo tipo risulta però efficace solo per circuiti
di limitata estensione in quanto con l’aumento della lunghezza dei cavi si creano piccole capacità
parassite che causano correnti di perdita.
In particolare nel caso di un singolo guasto a massa nel circuito secondario non si generano correnti di
guasto in quanto il relativo circuito è interrotto dal trasformatore stesso. E’ di fondamentale importanza
che il trasformatore sia in grado di assicurare la separazione elettrica poiché in essa consiste la sicurezza
del circuito secondario; per tale motivo i trasformatori di isolamento devono essere conformi alla
specifica norma CEI 14-6 (EN60742). La norma stessa vieta di collegare alla terra del primario le masse
del secondario, predisponendo però un sistema di protezione nel caso in cui si verifichi un doppio guasto
su apparecchiature simultaneamente accessibili. Questa protezione si ha mantenendo allo stesso
potenziale tutte le apparecchiature in modo tale che un doppio guasto venga sentito come un
cortocircuito eliminabile con un dispositivo a massima corrente.
Il trasformatore ad isolamento avendo la linea isolata riduce il rischio di macroshock, per contatti diretti
o indiretti, ma non riduce di per sé il rischio di microshock.

Doppio Isolamento
Nei dispositivi con doppio isolamento il contenitore è fatto di materiale non conduttore, tipicamente
plastica, che rappresenta un isolamento supplementare. Se vi sono parti metalliche accessibili sono
attaccate al telaio portante conduttore attraverso uno strato addizionale di isolamento protettivo. Lo scopo
di questo metodo è assicurare che la resistenza Rf tra il contenitore e le fase sia la più elevata possibile. I
dispositivi con doppio isolamento devono essere etichettati “doppiamente isolato”, sono riconoscibili dal
marchio IMQ e la norma corrispondente, che ne regola i principi, ne vieta il collegamento a terra
disponendo spine prive di tale terminale. Il doppio isolamento (dispositivi di classe 2) è largamente usato
come metodo di prevenzione dall’elettroshock sia in campo ospedaliero che in campo civile

Funzionamento in bassa tensione


Nei casi di elettroshock visti fino ad ora si è supposto che la sorgente di tensione fosse a 220 V o 380 V.
Se l’apparecchio utilizzatore venisse collegato ad una tensione sufficientemente piccola, la resistenza del
corpo Rb sarebbe in grado di limitare l’eventuale corrente di dispersione che lo attraverserebbe entro
valori tollerabili e non dannosi alla persona.
Un esempio è rappresentato dai dispositivi a batterie. Se non si utilizzano batterie spesso si utilizza un
trasformatore di riduzione della tensione: questo trasformatore, oltre ad abbassare la tensione, provvede
ad isolare l’alimentazione da terra (vedi “sistemi di distribuzione con trasformatore di isolamento”). In
questo caso però la costruzione del trasformatore e la scelta dei materiali usati devono essere fatte con
cura per garantire un buon isolamento.

Classificazione dei locali ad uso medico


Come già riportato in premessa i locali ad uso medico sono classificati in tre gruppi: Gruppo 0, 1 e 2 a
secondo dell’attività che vi si svolge. La tabella seguente riporta alcuni esempi di classificazione dei
locali ad uso medico e la classe delle relative sorgenti di alimentazione di sicurezza consigliate:

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Gruppo Classe
Locali
0 1 2 ≤0,5 >0,5 ≤≤ 15
Sala per massaggi X X X (5)
Camera di degenza X X
Sala parto X X (1) X
Sala ECG, EEG, EHG, EMG X X
Sala per endoscopie X(2) X (1) X
(2)
Ambulatori X X X (5)
Sala per urologia X(2) X
Sala per diagnostica radiologica e
X X
radioterapie
Sala per idroterapie X X
Sala per fisioterapia X X
Sala per anestesia X X (1) X
Sala per chirurgia X X (1) X
Sala di preparazione alle operazioni X X(3) X (1) X
(4) (1)
Sala per ingessature chirurgiche X X X X
(4) (1)
Sala di risveglio postoperatorio X X X X
(1)
Sala per applicazioni di cateteri cardiaci X X X
Sala per cure intensive X X (1) X
Sala per esami angiografici ed emodinamici X X (1) X
Sala per emodialisi X X
Sala per risonanza magnetica (MRI) X X
Sala per medicina nucleare X X
Sala prematuri X X (1) X
(1) Apparecchi di illuminazione ed apparecchi elettromedicali con funzione di supporto vitale che richiedono un alimentazione entro 0,5 s o meno
(2) Se non è una sala per operazioni chirurgiche
(3) Se viene praticata anestesia generale
(4) Se ospita pazienti nella fase di risveglio da anestesia generale
(5) Solo per locali di gruppo 1

Nella figura seguente viene riportato un esempio di come deve essere distribuita l’alimentazione in una
struttura ospedaliera a partire dalla rete rispettando le classificazioni delle utenze e la classe
dell’alimentazione di sicurezza.
Nel dettaglio è evidenziato l’uso del collegamento equipotenziale e l’uso del trasformatore di isolamento
nelle sale operatorie (ed in generale di quei locali di gruppo 2) .

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Classificazione dell’alimentazione di sicurezza nei locali ad uso medico


A seconda del tipo di alimentazione automatica da garantire nei vari luoghi di lavoro abbiamo le seguenti
classificazioni:

Classe 0 (di continuità) Alimentazione automatica disponibile senza interruzioni


Alimentazione automatica disponibile in un tempo inferiore o uguale a
Classe 0,15 (interruzione brevissima)
0,15 s
Alim. autom. disponib. in un tempo superiore a 0,15 s ma non
Classe 0,5 (interruzione breve)
superiore a 0,5 s
Alim. autom. disponib. in un tempo superiore a 0,5 s ma non superiore
Classe 15 (interruzione media)
a 15 s
Classe > 15 (interruzione lunga) Alimentazione automatica disponibile in più di 15 s

Generalmente non è necessario prevedere una alimentazione senza interruzione per apparecchi
elettromedicali. Certi apparecchi comandati da microprocessori tuttavia possono richiedere tale
alimentazione. L’alimentazione di sicurezza prevista per locali richiedenti classificazioni differenti deve
essere della classe che dà la più elevata garanzia di alimentazione.

Valutazione del RISCHIO ELETTRICO


Le strutture di una ASL comprendono:
 locali adibiti ad uso medico, cioè locali che vengono utilizzati per esami o per cure di persone o
animali;
 locali con destinazione d’uso diverse, quali uffici, locali aperti al pubblico, servizi igienici,
archivi, depositi, locali tecnici (cabina elettrica, caldaia, gruppo elettrogeno, gruppo di continuità,
ecc.).

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La Norma CEI 64-8 classifica i locali adibiti ad uso medico e modula la necessità e la consistenza degli
adempimenti di prevenzione e protezione, con riferimento a definiti “raggruppamenti“ di locali ,
così individuabili:
 locali medici di gruppo 0: locali medici nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali
con parti applicate;
 locali medici di gruppo 1: locali medici in cui si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti
applicate ad eccezione della zona cardiaca;
 locali medici di gruppo 2: locali medici dove si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti
applicate destinate ad essere utilizzate in interventi intracardiaci o in operazioni chirurgiche o
dove il paziente e' sottoposto a trattamenti vitali (es. sala risveglio post-operatorio);
In particolare la Norma, salvo casi particolari, modula la necessità e la consistenza dei
provvedimenti con “dettami” sempre meno “stringenti” passando dai locali del gruppo 2 a quelli
del gruppo 0.
Infine la Norma detta disposizioni in ordine alla messa in funzione ed all’esercizio degli impianti:
 verifiche iniziali;
 verifiche periodiche;
 registro delle verifiche periodiche.
E’ stata adottata una metodologia caratterizzata dalle seguenti fasi:
1. Individuazione degli elementi per la valutazione del rischio elettrico e modalità di analisi.
2. Esame della documentazione.
3. Esami a vista di tipo generale.
4. Esami a vista specifici per locali adibiti ad uso medico e non, appartenente alla struttura.
5. Predisposizione di tabelle di valutazione del rischio elettrico.
6. Redazione del programma di interventi da attuare;

Modalità di analisi
La valutazione del rischio di natura elettrica può considerarsi derivante dall’analisi dei seguenti elementi:
 Documentazione disponibile presso la struttura e/o la Direzione Generale dell’ASL SA.
 Organizzazione delle azioni di manutenzione su impianti ed apparecchiature elettriche.
 Sistema di protezione dai contatti indiretti.
 Sistema di protezione dai contatti diretti.
 Caratteristiche di apparecchiature elettriche di sezionamento, comando, arresto di emergenza e
comando funzionale.
 Caratteristiche di condutture e connessioni.
 Caratteristiche di componenti ed apparecchiature elettriche.
 Accessibilità dei componenti di impianto per interventi operativi e di manutenzione, nonché
all’analisi della politica di controllo e di gestione della sicurezza elettrica della struttura.

Esame della documentazione


Consiste nel verificare la disponibilità presso la Direzione Generale di tutta la documentazione prescritta
per gli impianti elettrici relativa a progetto, collaudo e verifiche periodiche di legge.

Esami a vista di tipo generale


Si riferiscono a:

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 rispondenza degli impianti agli schemi ed ai piani di installazione ove disponibili;


 verifiche per la protezione dai contatti indiretti (controllo dei collegamenti a terra dei componenti
di classe I, verifica dei collegamenti equipotenziali);
 verifiche per la protezione dai contatti diretti, con particolare riguardo alla verifica dello stato di
isolamento delle parti attive, alla idoneità degli involucri ed al loro fissaggio
 verifica del grado di protezione degli involucri;
 verifica della separazione fra conduttori differenti;
 verifica delle sezioni minime dei conduttori;
 verifica dei colori distintivi;
 verifica della presenza e della corretta installazione di dispositivi di sezionamento, comando e
protezione;
 verifica della presenza di apparecchi di segnalazione di emergenza nei casi in cui ciò è
necessario.

Esami a vista specifici per locali adibiti ad uso medico


Si riferiscono a:
 presenza di un nodo/anello equipotenziale, ove necessario in relazione ad una ben accertata
destinazione d'uso;
 presenza di un trasformatore di isolamento per circuiti nei locali medici di gruppo 2;
 presenza di interruttori differenziali a protezione dei circuiti elettrici nei locali di gruppo 1 e 0 e
di tutti i circuiti lontani dalla zona pazienti nei locali di gruppo 2;
 presenza di collegamenti al nodo equipotenziale di masse, masse estranee e quant’altro previsto
dalla Norma nei locali di gruppo 2;

Tabelle di valutazione del rischio elettrico


L’analisi svolta ha portato alla redazione di tabelle di valutazione del rischio elettrico per ambienti tipo e
per l’intera struttura in oggetto della presente valutazione.
E’ stata eseguita una valutazione quantitativa dei fattori del rischio (probabilità e gravità) sulla base dei
quali dovranno prevedersi interventi migliorativi, secondo la metodologia già indicata nella parte
generale del documento di valutazione del rischio e che qui si riporta per comodità.
Tale metodologia, correntemente utilizzata per la valutazione del rischio, consiste nell’utilizzo di un
sistema a matrice nella quale sono riportate in forma tabellare e quindi semiquantitativo una scala degli
indici di probabilità (P) ed una scala degli indici di gravità (o magnitudo) (D). Dall’incrocio di tali indici,
in una matrice di quattro righe per quattro colonne (come quella appresso riportata) si ricava la misura
del rischio.

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P = Probabilità di accadimento
Valore Livello Descrizione situazione
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe incredulità in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno solo in concomitanza di più eventi indipendenti e
1 Improbabile
a loro volta improbabili
non sono note segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe notevole sorpresa in azienda
Poco la situazione rilevata genererebbe danno solo in caso di eventi legati a sfortunate
2
probabile coincidenze
sono note segnalazioni di rarissimi eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe moderata sorpresa in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno, anche se non direttamente ed in modo automatico
3 Probabile
sono note alcune segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza, cui ha fatto seguito
un danno
il verificarsi del danno ipotizzato non susciterebbe alcuna sorpresa in azienda
esiste una correlazione diretta fra la situazione rilevata e il verificarsi del danno
Altamente
4 sono già stati rilevati danni dipendenti dalla stessa mancanza, o nell’azienda o in
probabile
condizioni operative simili, anche altrove (si possono consultare le banche dati ASL, ex
Ispesl, Inail ecc. , inerenti conseguenze di danni, infortuni o malattie)

D = Gravità del danno


Valore Livello Descrizione situazione

l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti al danno si


1 Lieve
considerano rapidamente reversibili per le persone
l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti al danno si
2 Medio
considerano lentamente reversibili per le persone
l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti al danno possono
3 Grave
generare effetti di invalidità parziale per le persone
Gravissi l’inabilità o il pericolo individuale o l’alterazione ambientale conseguenti al danno possono
4 generare effetti di invalidità totale o letali per le persone
mo

Dalla valutazione dei rischi deriva il carattere d’urgenza o di priorità con


cui intervenire sul singolo rischio. Ogni tipo di rischio potenziale viene
valutato secondo le tabelle di pagina precedente e gli viene correlato un
punteggio secondo la formula R = P x D. Le classi di rischio o livelli di
rischio che si ottengono dalla valutazione nel sistema matriciale a seguito
dell’effettuazione del prodotto R = P x D, costituiscono una
discretizzazione della variabile quantitativa.

Secondo la graduatoria si riconoscono i quattro livelli di rischio crescente:


1. rischio basso
2. rischio medio basso
3. rischio medio alto
4. rischio alto.

Il tipo di azioni da intraprendere va normalmente deciso secondo il grado di priorità e di urgenza legato
al valore risultante del rischio, così come rilevabile dalla corrispondente cella della tabella sopra
riportata:

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Valore Rischio Livello di Rischio Azione


Azioni correttive da programmare con urgenza ed
R>9 Alto 4
immediatezza, perché assolutamente necessarie
Azioni correttive o migliorative da programmare con urgenza
4 < R < 8 Medio Alto 3
nel breve termine
Azioni correttive o migliorative da programmare nel medio
2 < R < 3 Medio Basso 2
termine
Le eventuali azioni da programmare nel lungo termine sono
R=1 Basso 1 solo per migliorare una situazione di partenza di per sé non
pericolosa significativamente

Esistono poi delle situazioni per le quali la stima semiquantitativa non è realizzabile per difficoltà
tecniche ovvero per motivi di opportunità o fattibilità. In qualche caso è più opportuno utilizzare
direttamente un metodo di stima qualitativo. Lo svantaggio ed il limite di questo ultimo metodo è
sicuramente il considerevole margine di arbitrarietà della valutazione.
Questo limite insito nel metodo stesso può essere superato se sono definiti gli ambiti propri di
applicazione e per ciascuno di questi se sono chiari i criteri di valutazione specifici, gli obiettivi e le
finalità del percorso di valutazione. In questi termini anche le situazioni particolari possono essere
valutate con correttezza e con criteri evidenti.

2.4.8.4 Metodologia di valutazione del rischio da elettromedicale


In base alla norma CEI 62-5 un dispositivo elettromedicale è un apparecchio elettrico dotato di una
parte applicata che trasferisce energia verso il paziente, dal paziente o che rileva tale trasferimento di
energia. Tale apparecchio è dotato di non più di una connessione ad una particolare alimentazione di
rete ed è previsto dal suo fabbricante per essere impiegato:
1) nella diagnosi, trattamento o monitoraggio di un paziente;
2) per compensare, lenire una malattia, le lesioni o menomazioni.
Gli elettromedicali fanno parte delle tecnologie biomediche, definite nel 1990 dal Centro di Informazione
e Valutazione Apparecchiature Biomediche (CIVAB) di Trieste come l’insieme dei prodotti e dispositivi
medici che afferiscono al settore della sanità ad eccezione dei farmaci.
Questa definizione inserisce il concetto di elettromedicale in un contesto più ampio. Infatti secondo il
d.lgs. 25 gennaio 2010, un dispositivo medico è un qualunque strumento, apparecchio, impianto,
software, sostanza o altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione, compresi gli accessori tra cui il
software destinato dal fabbricante ad essere impiegato specificamente con finalità diagnostiche e/o
terapeutiche e necessario al corretto funzionamento del dispositivo stesso, destinato dal fabbricante ad
essere impiegato sull’uomo a fini di:
1) diagnosi, prevenzione, controllo, trattamento o attenuazione di malattie;
2) diagnosi, controllo, trattamento, attenuazione o compensazione di una ferita o di un handicap;
3) studio, sostituzione o modifica dell’anatomia oppure di un processo fisiologico;
4) controllo del concepimento, che non eserciti nel o sul corpo umano l’azione principale cui è
destinato con mezzi farmacologici, immunologici o mediante processi metabolici, ma la cui
funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi.
Sembra logico, quindi, poter considerare gli apparecchi elettromedicali come un sottoinsieme dei
dispositivi medici. Considerato che più dispositivi possono risultare interconnessi o comunque utilizzati
contemporaneamente, la norma CEI 62-51 definisce come sistema elettromedicale la combinazione di

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più apparecchi elettromedicali, anche con altri tipi di dispositivi non elettromedicali, aventi funzione
specificata ed interconnessi tramite:
1) accoppiamento;
2) presa multipla portatile.
Allo stesso tempo, la norma CEI 62-5 integra la precedente definizione asserendo che i sistemi
elettromedicali sono una combinazione, specificata dal fabbricante, di più apparecchi almeno uno dei
quali deve essere un apparecchio elettromedicale, ed interconnessi mediante una connessione funzionale
o mediante una presa multipla.
L’utilizzo di tali apparecchiature nell’ambiente sanitario fa sorgere un fattore di rischio che non può
essere ignorato sia nei confronti dei lavoratori, nella veste di operatori, che dei pazienti in qualità di
utenti dei servizi erogati. La sicurezza delle apparecchiature elettromedicali e dei dispositivi medici in
generale risulta essere dipendente da diversi fattori tra cui sicuramente:
1) progettazione e costruzione eseguite nel rispetto dei requisiti richiesti dalle norme tecniche
(norme CEI e marchiatura CE);
2) impiego in locali in cui l’impianto elettrico sia realizzato secondo la “regola dell’arte”;
3) utilizzo corretto e conforme alla destinazione d’uso;
4) gestione delle verifiche di sicurezza secondo le specifiche norme tecniche in vigore (CEI, UNI,
etc.).
Presupposto fondamentale al punto 3) è la presenza della documentazione tecnica, fornita dal produttore
dell’apparecchio. La mancanza di tale documentazione introduce di per se un rischio non trascurabile.
Ulteriore fattore, sempre inerente al corretto utilizzo, è senza dubbio la formazione specifica che gli
operatori devono effettuare al fine di utilizzare correttamente il dispositivo. Tutti i dispositivi medici
devono essere sottoposti a controlli periodici e manutenzione preventiva, programmati secondo uno
scadenziario che varia in funzione del dispositivo e specificato nel manuale di uso e manutenzione
fornito dal costruttore. Controlli e manutenzione ordinaria possono essere effettuati da personale
addestrato avente le competenze tecniche necessarie. Invece tutti gli interventi di riparazione devono
essere effettuati dal costruttore o da una ditta che possiede le certificazioni necessarie.
Per approfondire questo aspetto bisogna considerare le norme CEI 62-5 e 62-148 che disciplinano
costruzione, prova e riparazione dei dispositivi medici ed in particolare degli elettromedicali.
La norma CEI 62-5 (IEC 60601) prescrive le metodologie di prova destinate prevalentemente ai
produttori di apparecchiature elettromedicali. Tali metodologie sono poco adatte ad essere applicate a
dispositivi già in servizio in quanto necessitano di strumentazioni dedicate e possono in alcuni casi
risultare distruttive in quanto le prove di continuità della terra (resistenza di massa) vengono effettuate
con una corrente pari a 25A. Quando un elettromedicale lascia la linea di produzione ed entra in servizio
nascono scenari di test diversi che vengono regolati dalla norma CEI 62-148 (IEC 62353).
● Test di accettazione: il dispositivo viene testato dall’azienda acquirente affinché sia verificato che
esso risponda ai requisiti di qualità e sicurezza, spesso non solo dal punto di vista elettrico ma
anche riguardo le sue funzionalità di base.
● Test di routine: fanno parte della manutenzione preventiva programmata e vengono effettuati ad
intervalli regolari che variano secondo il tipo di apparecchiatura e specificate nel manuale d’uso e
manutenzione del produttore. Questo tipo di test comprendono prove di sicurezza e di
funzionalità.
● Test post riparazione/assistenza: la norma CEI 62-148 prevede l’obbligo di effettuare un test
riguardo la sicurezza elettrica e delle emissioni del dispositivo ogni qualvolta esso sia stato

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oggetto di riparazione. Questo test deve essere effettuato dalla ditta che effettua la riparazione, la
quale deve rilasciare un documento, con espressi valori numerici, relativo alle misurazioni
effettuate dopo l’intervento per garantire la sicurezza elettrica dell’apparecchio e la sua efficacia
terapeutica.

Nella valutazione del rischio relativo alle apparecchiature elettromedicali è stata impiegata la seguente
metodologia:
1) vengono effettuate ricognizioni in loco annotando i dati disponibili dei dispositivi elettromedicali
rinvenuti e la loro posizione sulla planimetria;
2) viene esaminato il manuale d’uso, il registro di manutenzione e qualsiasi altro tipo di
documentazione tecnica associato al dispositivo;
3) tutte le apparecchiature rinvenute vengono elencate in una banca dati riportante le principali
caratteristiche ed informazioni disponibili;
4) viene elaborata una relazione con eventuali difformità riscontrate per ciascun dispositivo;
5) a queste difformità vengono associati specifici livelli di rischio in base ad una tabella valutativa
precompilata;
6) una volta classificati i livelli di rischio viene elaborato un programma delle misure da adottare nel
tempo mediante una scala di priorità.

Tramite i sopralluoghi è possibile compilare per ciascun dispositivo una scheda riguardante le
caratteristiche identificative del bene, le operazioni di manutenzione e di taratura pregresse, la regolarità
dell’allacciamento all’impianto elettrico ed il suo corretto utilizzo nel contesto dell’ubicazione.
Sulla base dei dati ed informazioni disponibili sono state individuati i seguenti tipi di difformità,
successivamente codificate in livelli di rischio:

Difformità Livello di rischio


Obsolescenza 1
Bene non inventariato 2
Mancanza di manuale d’uso 3
Mancanza di formazione specifica degli operatori 3
Mancanza del registro di manutenzione 3
Mancanza dell’attestazione di collaudo 3
Mancanza del certificato di taratura e conformità 3
Mancanza del marchio CE 4
Allacciamento elettrico non regolare 4
Mancanza del manuale d’uso + altra documentazione tecnica 4
Impiego del dispositivo in luoghi non conformi dal punto di vista elettrico 4
Impiego del dispositivo in luoghi non conformi alla destinazione d’uso 4

Per i dispositivi mobili utilizzati in luoghi non conformi elettricamente o per destinazione d’uso la
seguente misura correttiva va applicata immediatamente ed in modo continuativo: il dispositivo va
impiegato esclusivamente in locali ad uso medico. In mancanza dei dati tecnici il responsabile
dell’utilizzo deve acquisire, prima dell’uso, le necessarie informazioni sulle caratteristiche del
dispositivo e della rete elettrica dell’ambiente di lavoro.
Nel programma delle misure da adottare vengono espressi i tempi di attuazione. Appositi diagrammi di
flusso allegati esplicano l’iter delle modalità di adeguamento.

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Tale metodologia comprende esclusivamente la valutazione del rischio di shock elettrico ed incendio
relativo agli elettromedicali. Al fine di condurre una valutazione completa è necessario integrare anche le
valutazioni dei rischi biologici, chimici o altro in relazione al tipo di dispositivo ed alle sue funzionalità.
Limitatamente ai rischi di base (elettrico/incendio) si è proceduto ad attribuire i livelli di rischio a seguito
della ricognizione e dell’esame della documentazione tecnica. Analizzando i possibili rischi e
conseguenze, che derivano dall’assenza di documentazione tecnica, si può concludere quanto segue:

Stato di obsolescenza
Un elettromedicale con età maggiore di 9 anni (obsoleto) può presentare con maggiore probabilità,
rispetto ad un apparecchio di età più recente, problematiche di sicurezza elettrica. Se un elettromedicale
soddisfa tutte le richieste riguardanti la documentazione tecnica (CEI), il manuale d’uso, il registro di
manutenzione (collaudo, conformità, taratura...) e tenuta in sicurezza, ma si presenta in uno stato di
obsolescenza, configura un rischio di livello 1.

Bene non inventariato


Un elettromedicale sprovvisto di numero di inventario non consente una gestione amministrativa della
manutenzione e dei controlli di sicurezza del bene. Pertanto la sola assenza di un inventario (aziendale,
aggiornato, a barre) configura un rischio di livello 2.

Mancanza di manuale d’uso (inclusa assenza di interventi specifici di formazione)


La mancanza di un manuale d’uso, in loco, comporta una mancanza di informazioni basilari per il buon
esito del funzionamento del bene. Inoltre, contenendo il manuale informazioni specifiche relative alla
tipologia dell’apparecchiatura e alle norme di sicurezza cui sono obbligati gli operatori, tale difformità
non consente la programmazione degli interventi di manutenzione, dei controlli di conformità alle norme
vigenti e di formazione del personale addetto all’utilizzo del bene. La sola assenza del manuale d’uso di
un elettromedicale configura un rischio di livello 3.

Mancanza di registro di manutenzione (inclusa attestazione tecnica di collaudo, taratura e di


conformità ai requisiti minimi di precisione, accuratezza e sensibilità)
La mancanza di un registro di manutenzione, in loco, comporta una mancanza di informazioni basilari
per l’attività manutentiva. Dovendo contenere il registro di manutenzione informazioni specifiche
relative alla tipologia dell’apparecchiatura e alle norme di sicurezza cui sono obbligati gli operatori, tale
difformità non consente la programmazione degli interventi di manutenzione, dei controlli di conformità
alle norme vigenti e di formazione del personale addetto all’utilizzo del bene. La sola assenza del registro
di manutenzione configura un rischio di livello 3.

Mancanza marchio CE
Dal 14 giugno 1998 tutti i dispositivi medici possono essere immessi in commercio ed in servizio nel
territorio dell’Unione Europea soltanto se muniti della marcatura CE di conformità alla Direttiva
93/42/CEE. Pertanto la mancanza di marcatura CE, per dispositivi prodotti e messi in commercio dopo la
suddetta data, comporta assenza totale di garanzie di conformità e sicurezza. Un dispositivo in tali
condizioni rappresenta fonte di rischi per l’utilizzatore e il paziente che ne usufruisce, pertanto l’impiego
non è consentito dalle norme vigenti. Per i dispositivi la cui produzione ed immissione in commercio è

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antecedente alla data di cui sopra, è obbligatoria una rimessa a norma, certificata da soggetto autorizzato,
secondo le norme CEI, UNI, EN. Le difformità sopra esplicitate configurano un rischio di livello 4.

Allacciamento all’impianto elettrico non regolare


La normativa vigente, in materia di sicurezza elettrica, prevede che i dispositivi elettromedicali siano
dotati di sistemi di allacciamento all’impianto elettrico regolari ed appropriati :
 fili conduttori;
 spine;
 adattatore multiplo;
 ciabatte;
 prolunghe.
Le principali fonti di rischio di shock elettrico ed incendio sono:
 la non integrità e incompatibilità delle suddette componenti (con particolare riferimento al
contatto di terra);
 assenza di interruttore sulle ciabatte/multiprese;
 impiego della medesima presa a muro per più spine;
 avvolgimenti di fili conduttori e accrocchi vari.
Tali difformità configurano un rischio di livello 4.

Mancanza di manuale d’uso e mancanza di registro di manutenzione


La contemporanea mancanza di manuale d’uso e registro di manutenzione (di cui alle precedenti
descrizioni) configura un rischio di livello 4.

Impiego di dispositivi elettromedicali in luoghi non conformi dal punto di vista elettrico / impiego
di dispositivi non conformi alla destinazione d’uso
In particolare per le apparecchiature mobili, tale difformità rappresenta senza dubbio una fonte di rischio,
ponendosi ad un livello 4.

Valutazione e gestione delle apparecchiature elettromedicali


Nella gestione dei dispositivi elettromedicali in dotazione presso le strutture sanitarie dell’ASL SA
esistono problematiche di tipo gestionale, tecnico e giuridico che coinvolgono tutte le figure professionali
operanti in ambito ospedaliero e che in qualche modo utilizzano le tecnologie in dotazione ai fini
produttivi. Tale prodotto può essere rappresentato dall’erogazione di prestazioni sanitarie sotto forma di
diagnostica, clinica, terapia, supporto tecnologico e strumentale per la cura dei pazienti.
Questo documento è parte del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), previsto dall’articolo 28 del
D.Lgs. 81/08, in relazione e limitatamente al rischio elettrico per i dispositivi elettromedicali. A tal scopo
il documento individua e valuta:
1. i rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, specificando i criteri utilizzati per tale
valutazione;
2. le misure di prevenzione e protezione ed i dispositivi di protezione individuale necessari, in
relazione ai rischi di cui al punto 1;
3. un programma di misure opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
sicurezza.

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Concetti fondamentali delle norme di sicurezza per apparecchiature biomediche


Le apparecchiature biomediche in dotazione alle unità operative possono trovarsi in diverse condizioni di
funzionamento tra cui la piena conformità, l’obsolescenza, mancanza di marcatura CE, guasti elettrici o
meccanici o la mancanza di documentazione. Tutte le apparecchiature che dovessero trovarsi in
condizioni diverse dalla piena conformità devono essere, con diverse scale di priorità, rimesse a norma
dal costruttore o da un’azienda che possieda le certificazioni necessarie. I requisiti di sicurezza richiesti
sono contenuti principalmente nelle norme CEI 62-5 e CEI 62-148, che a loro volta si basano su dei
principi tecnici fondamentali:
 sicurezza di base, termine che indica quel requisito secondo il quale un apparecchio
elettromedicale garantisce protezione contro pericoli fisici diretti ed indiretti, se utilizzato in
condizioni usuali od in condizioni di guasto ragionevolmente prevedibile;
 efficienza/prestazione, termine che intende la capacità di un apparecchio elettromedicale di
rispondere ad una richiesta di prestazione quantitativa fissata;
 efficacia, ovvero la capacità di un apparecchio elettromedicale di ottenere i risultati attesi mentre
coadiuva ad una diagnosi o terapia. Dispositivi che non diano le prestazioni attese possono essere
fonti di rischi inaccettabili.

Mezzi per ottenere la sicurezza


Se da un lato il produttore e le aziende manutentrici si impegnano a seguire la normativa in vigore e
quindi produrre o ricondizionare apparecchiature allo stato dell’arte dei requisiti di sicurezza, si necessita
tuttavia dello sforzo congiunto degli utilizzatori che devono garantire l’applicazione delle seguenti
modalità:
1. seguire le prescrizioni incorporate nel progetto dell’apparecchio e nella documentazione tecnica;
2. formare ed informare correttamente il personale medico in modo specifico all’utilizzo
dell’apparecchio;
3. eseguire le pratiche mediche in ambienti che prevedano impianti elettrici, idrici e dei gas con
adeguate protezioni;
4. adottare una serie di misure suppletive come prescrizioni di installazione, routine di
manutenzione e prove di sicurezza.

La filosofia del primo guasto


Per quanto sia possibile ridurre al minimo i rischi associati al funzionamento di un apparecchiatura
elettromedicale osservando le norme di buona tecnica sia in fase progettuale che di utilizzo, la realtà ci ha
dimostrato purtroppo che tutti i dispositivi sono soggetti a guasti. Un guasto è una situazione di pericolo
e quindi va evitato al fine di non causare danni. Va considerato infatti il caso peggiore ovvero che il
guasto si verifichi nel momento in cui il paziente sia collegato al dispositivo e nonostante l’avaria esso
continui a funzionare. Come è logico supporre si tratta di un evento che mette in serio pericolo sia il
paziente che l’operatore. È possibile classificare le tipologie di guasti come segue.
1. Guasti evidenti all’operatore, che sono eventi rilevabili anche visivamente poiché
compromettono l’involucro o la componentistica meccanica ed elettrica del dispositivo.
Solitamente questo tipo di guasti limita parzialmente o del tutto la funzionalità del dispositivo e
possono essere indicate da una spia di malfunzionamento.
2. Guasti rilevabili solo dall’operatore particolarmente attento. Questa tipologia di avarie non
sono facilmente rilevabili in quanto l’apparecchiatura si presenta in normali condizioni di utilizzo

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e apparentemente essa funziona correttamente. Tuttavia essa eroga e/o rileva valori fuori
specifica.
3. Guasti non rilevabili neanche dall’operatore attento. Si tratta della categoria di guasti più
pericolosi in quanto solitamente l’avaria è nascosta e non compromette la normale funzionalità
del dispositivo, salvo poi manifestarsi in particolari condizioni. Questo tipo di guasto può essere
scoperto solo durante la manutenzione ordinaria o al manifestarsi dell’evento dannoso.

Sembrerebbe logico quindi intraprendere uno studio delle probabilità delle specifiche tipologie di guasto
e delle loro possibili combinazioni al fine di ridurle al minimo. Tuttavia vista la molteplicità di variabili,
(diversi tipi e combinazioni di sistemi elettromedicali, diverse filosofie costruttive, età delle
apparecchiature, allacciamenti multipli alla rete elettrica e così via) ciò diventa significativamente arduo
all’aumentare del numero di apparecchiature stesse in utilizzo. Si preferisce quindi fare affidamento alla
filosofia del primo guasto che possiamo sintetizzare come segue:
1. bisogna evitare che si presentino pericoli in condizioni di primo guasto ragionevolmente
ipotizzabili;
2. ogni parte dell’apparecchio correlata alla sicurezza deve essere ragionevolmente affidabile in
modo da mantenere bassa la probabilità di primo guasto;
3. la probabilità di avere due primi guasti contemporaneamente sarà dunque ragionevolmente
trascurabile in modo da ritenere accettabile che una situazione di guasto multiplo possa produrre
pericolo;
4. qualora un primo guasto ne causi direttamente altri, la probabilità è la stessa del guasto singolo e
l’apparecchio deve rimanere sicuro;
5. qualora si verifichi la circostanza che due guasti possano avere causa comune la probabilità dei
due guasti è la stessa della causa comune;
6. qualora un guasto appartenga alla categoria dei guasti non rilevabili neanche da operatori attenti
di cui sopra bisogna considerare, nello sviluppo delle prescrizioni di sicurezza, che
potenzialmente il guasto possa restare celato per un lungo periodo di tempo.

Questa filosofia del primo guasto fa parte delle norme di buona tecnica da tener conto durante la
progettazione e ricondizionamento di un apparecchiatura elettromedicale in modo da garantire la tutela
da danni fisici almeno nel caso in cui si verifichi una delle suddette condizioni. Nello specifico essa è
presente nella CEI 62-5 sotto primo guasto o single fault condition (SFC): condizione in cui è difettosa
una sola misura di protezione contro i pericoli nell’apparecchio oppure si verifica una sola condizione
anormale pericolosa esterna all’apparecchio.
In sostanza applicare la filosofia del primo guasto implica che vengano utilizzati due mezzi di difesa per
ciascun pericolo. Si accetta quindi che la condizione di doppio guasto, nonostante il danno risultante
possa essere elevato, abbia una probabilità troppo bassa da poter considerare plausibile il rischio
associato. In tal modo, premesso che la probabilità dei singoli guasti sia ragionevolmente bassa, il rischio
durante l’utilizzo di una apparecchiatura conforme, condizione alla quale bisogna necessariamente
tendere, diviene trascurabile. Va comunque precisato che la filosofia del primo guasto si applica
limitatamente al rischio di shock elettrico e di incendio e non a tipologie di rischio che interessano la
funzionalità, ovvero quei pericoli per i quali l’apparecchiatura non svolge correttamente la funzione
attesa.

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Quest’ultimo aspetto risulta essere di fondamentale importanza quando si valuta la possibilità o meno di
poter mantenere in servizio, ricondizionare o rottamare vecchie tecnologie che non soddisfino più le
normative in vigore nel momento della manutenzione o verifica periodica.

Le verifiche di sicurezza elettrica


Il principale obiettivo delle verifiche di sicurezza nel campo delle tecnologie biomediche è quello di
garantirne l’utilizzo in assenza di rischi e pericoli per operatori ed utenti. Il primo passo verso questo
obiettivo è compiuto dal produttore del dispositivo che garantisce l’idoneità progettuale, costruttiva e
funzionale tramite varie marcature previste dalle normative vigenti. Inoltre fornisce tutta la
documentazione tecnica al fine di istruire ed informare operatori e manutentori al corretto utilizzo del
dispositivo stesso. Sembra logico che un dispositivo elettromedicale appena messo in servizio offra il più
alto grado di sicurezza possibile. Con il passare del tempo e chiaramente con l’utilizzo del dispositivo,
l’usura dei materiali di cui esso è composto aumenta la probabilità di guasto (ad esempio perdita di
potere isolante o irrigidimento e fessurazione delle guaine dei conduttori) che nei casi peggiori può
diventare causa di danno. Va considerato inoltre che le innovazioni tecnologiche e le scoperte nel campo
medico spostano il livello dello stato dell’arte rendendo obsolete apparecchiature che fino a pochi anni
prima si credevano al massimo della sicurezza e della funzionalità operativa. Un esempio potrebbe essere
quello della scoperta, negli anni settanta, del micro shock che ha provocato la messa al bando di tutte
quelle apparecchiature utilizzate per l’applicazione intracardiaca presentanti correnti di dispersione nel
paziente.
Mentre i guasti che si manifestano palesemente possono essere segnalati immediatamente
dall’utilizzatore, l’individuazione e la definizione di corrette procedure di verifica periodica diventa
fondamentale per individuare la maggior parte delle situazioni di pericolo che non sempre sono
individuabili dagli operatori sanitari. Tali procedure vanno realizzate prendendo a riferimento sia le
norme tecniche sia le indicazioni fornite dal costruttore nella documentazione tecnica.
Lo scopo di queste verifiche non è di dichiarare la conformità di una determinata apparecchiatura ad una
particolare norma ma accertare che:
● essa abbia mantenuto nel tempo quelle caratteristiche di sicurezza dichiarate all’atto di messa in
servizio da parte del produttore attraverso una dichiarazione di conformità;
● il livello di rischio associato all’utilizzo dell’apparecchiatura è accettabile.
Va ricordato che tutte le operazioni di certificazione e quindi marchiatura sono effettuabili solo da enti di
certificazione riconosciuti, che dichiarano all’atto del progetto e della costruzione la totale rispondenza di
un’apparecchiatura alle norme e appongono il marchio di conformità.
Quindi vanno individuate all’interno delle norme le procedure che permettono di verificare dal punto di
vista visivo e strumentale lo stato del dispositivo per portare alla luce possibili guasti, usure e
malfunzionamenti anche occulti. Tali procedure non devono essere lesive per il dispositivo stesso e non
devono causare lunghi fermo-macchina che sia incompatibili con le esigenze del reparto di assegnazione.
Durante queste operazioni, occorre tenere in considerazione le seguenti condizioni di sicurezza:
● l’ambiente in cui sono inserite le apparecchiature;
● la corretta installazione;
● l’impianto elettrico;
● l’accessibilità dello strumento.
Dal punto di vista pratico le verifiche comprendono le seguenti attività:

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● verifica dei dati di targa e della documentazione tecnica dello strumento;


● la misura della resistenza del conduttore di alimentazione e quello di terra;
● la misura delle correnti di dispersione verso terra e nell’involucro in condizioni normali o di
primo guasto;
● la misura delle correnti di dispersioni ed ausiliarie nel cavo di collegamento verso il paziente in
condizioni normali e di primo guasto;
● la misura del grado di isolamento della parte collegata alla rete di alimentazione;
● una verifica visiva del circuito di protezione.

Tali verifiche vanno effettuate da tecnici qualificati per capacità professionali e partecipazione a corsi di
formazione abilitativi. Inoltre non vanno effettuate in locali ad uso medico né tanto meno in presenza di
pazienti collegati all’apparecchiatura.
Ci si rende rapidamente conto, allora, che non è possibile effettuare periodicamente tutte le verifiche
previste all’atto della certificazione dell’apparecchio. Tuttavia è possibile concentrarsi su quei parametri
o componenti che risulta, con maggiore probabilità, essere variati nel corso del tempo, in modo tale da
mettere in pericolo paziente ed operatore. Degli esempi potrebbero essere il controllo delle correnti di
dispersione, la verifica del valore dei fusibili in uso, l’integrità dell’allacciamento alla rete elettrica, delle
guaine isolanti di eventuali strumenti a mano e così via. Inoltre bisogna considerare che, essendo le
conoscenze tecniche e scientifiche in continua evoluzione, alcune apparecchiature adottate nel passato
potrebbero essere oggigiorno carenti rispetto le ultime norme pubblicate, nonostante al momento della
produzione fossero state realizzate allo stato dell’arte. Alla luce di questo, il collaudo iniziale (ovvero la
verifica effettuata dall’acquirente all’atto della messa in servizio del dispositivo) risulta essere una
procedura di fondamentale importanza, in quanto i valori inizialmente rilevati e validati risulteranno
essere un metro di paragone con le misurazioni che verranno effettuate successivamente durante le
verifiche periodiche e le operazioni di manutenzione.
Quindi, considerando questi aspetti fondamentali, è necessario che il responsabile del servizio di
prevenzione e protezione individui, per ciascuna tipologia di dispositivo elettromedicale, il sottoinsieme
di verifiche necessarie tra quelle disponibili nelle norme in vigore e rediga dei protocolli di verifica
periodici, garantendone l’applicazione.

La formazione del personale ospedaliero ed il manuale d’uso


Provvedere alla sola messa a norma delle apparecchiature non è sufficiente a garantire risultati
soddisfacenti, essa va accompagnata da processi formativi e informativi che portino a una vera e propria
cultura della sicurezza condivisa da tutte le figure professionali operanti all’interno della struttura
sanitaria. Da una prima analisi sembrerebbe che gli unici destinatari dei corsi formativi siano gli
operatori sanitari, quali medici e paramedici, in qualità di utilizzatori delle apparecchiature. Invece si
ritiene assolutamente necessario anche la formazione del personale ausiliario e degli esterni operanti
nell’ospedale stesso. Inoltre la formazione è necessaria anche per i responsabili delle strutture ospedaliere
come il Direttore Generale, i Direttori Sanitari e Amministrativi, i Direttori di Struttura e così via. Solo
da queste figure dirigenziali infatti possono partire le corrette politiche di gestione aziendale e di
assegnazione delle risorse economiche tenendo presente il problema della sicurezza.
La diffusione di una cultura per la sicurezza permette di minimizzare gli effetti di una non conformità
controllata per mezzo del comportamento attento del personale utilizzatore. Altrettanto importante è la
messa a disposizione del personale medico e paramedico della documentazione tecnica delle

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apparecchiature come ad esempio il manuale d’uso. Tale passaggio è fondamentale anche nella rimessa a
norma del dispositivo. Si precisa che qualsiasi apparecchiatura, anche al primo acquisto, non debba
superare il collaudo di accettazione se il fabbricante non fornisca il relativo manuale redatto in lingua
italiana. Per la reperibilità, conservazione e messa a disposizione dei manuali si fa affidamento al
buonsenso dei caposala che sono consapevoli dell’importanza di tale documento.

I sistemi elettromedicali
La richiesta e l’utilizzo di sistemi elettromedicali complessi, ovvero combinazioni di dispositivi
elettromedicali e non, utilizzati anche simultaneamente, è sempre più frequente. La norma CEI 62-51
fornisce prescrizioni precise sulla configurazione e sui collegamenti delle apparecchiature facenti parte
del sistema che prevedono anche l’utilizzo di prese multiple portatili, comunemente note come ciabatte.
Il concetto fondamentale è che tali sistemi, intesi come combinazioni di più dispositivi, devono
presentare lo stesso livello di sicurezza di un singolo elettromedicale in prossimità di un paziente. Fuori
da questa zona, il sistema deve garantire il livello di sicurezza proprio dell’apparecchiatura non
elettromedicale come definito dalla norma di competenza.
Principalmente ci sono due motivi principali a causa dei quali si può alterare la sicurezza delle
apparecchiature inserite in un sistema:
1. la presenza di involucri con correnti di dispersioni elevate o per somma di dispersioni o per la
presenza di non elettromedicali;
2. la presenza di tensioni sugli ingressi e/o uscite di segnale delle apparecchiature.
Siccome questa problematica è poco nota e quindi scarsamente considerata dagli operatori dei dispositivi
elettromedicali, molti sistemi non hanno le caratteristiche di sicurezza tali da poterli ritenere rispondenti
alle normative. Inoltre, le necessità di reparto implicano la possibilità di dover spostare apparecchiature
da un sistema all’altro, disgregando e ricreando nuovi sistemi di cui nessuno ha garantito la sicurezza.
Altrettanto frequente è la situazione in cui si acquistano nuovi dispositivi che verranno inseriti in sistemi
preesistenti dallo stesso personale medico. Risulta chiaro che, in base alle norme vigenti, tutti i sistemi di
elettromedicali andrebbero collaudati prima dell’effettivo utilizzo in reparto.

Criteri di valutazione
Le ricognizioni sono state effettuate tenendo conto delle informazioni disponibili sulla base dei seguenti
elementi:
 consultazione dei dirigenti, preposti, lavoratori e caposala;
 analisi della documentazione tecnica reperita in loco;
Gli esami effettuati sui dispositivi rinvenuti sono principalmente raggruppabili in tre categorie: esami
generali, esami specifici, esami della documentazione tecnica.
Gli esami generali consistono nel riconoscimento e valutazione di:
1. tipologia del dispositivo elettromedicale;
2. principali caratteristiche tecniche e fisiche di funzionamento;
3. componenti accessorie collegate oppure opzionali;
4. dati e informazioni desumibili dalla documentazione tecnica delle ditte costruttrici e manutentrici.
Passando agli esami specifici per singolo dispositivo, essi hanno lo scopo di valutare:

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1. la regolarità dell’allacciamento all’impianto elettrico;


2. i dati relativi al personale addetto all’utilizzo;
3. i dati generali, inclusa l’ubicazione del dispositivo;
4. la frequenza di impiego del dispositivo;
5. la clausola di condivisione del bene impiegato.

Infine l’esame della documentazione tecnica provvede ad accertare la presenza di:


1. manuale d’uso;
2. registro di manutenzione;
3. documenti tecnici attestanti tarature, messe a punto, collaudo iniziale, etc.

2.4.8.5 Metodologia di valutazione del rischio microclimatico


Il raggiungimento delle condizioni di benessere termoigrometrico in ambienti di lavoro ha lo scopo di
tutelare il comfort fisico e mentale dell’uomo e garantire una maggiore efficienza nello svolgimento delle
attività richieste. Un’attenta progettazione nell’architettura degli edifici ed il corretto funzionamento
degli impianti di climatizzazione è alla base del raggiungimento di un’adeguata qualità della vita negli
spazi quotidianamente occupati dall’uomo e nello svolgimento delle proprie mansioni lavorative. Le
interazioni fra gli occupanti di un ambiente e l’ambiente stesso determinano la sensazione di comfort
microclimatico, strettamente connessa alla produzione di calore metabolico, allo scambio di energia con
l’ambiente e alle variazioni fisiologiche e di temperatura corporea che ne derivano. I limiti e le
raccomandazioni a cui attenersi affinché si ottengano le condizioni di comfort negli ambienti moderati,
quelli in pratica appositamente progettati per soddisfare le esigenze degli esseri umani, sia in ambito
abitativo sia lavorativo, sono dettate dalle Norme Internazionali ASHRAE Standard 55 e UNI EN ISO
7730:2006 (di cui la prima è norma americana, di riferimento nel campo nella tecnologia del
condizionamento degli ambienti, la seconda è internazionale, in particolare di largo utilizzo per la
valutazione oggettiva degli ambienti lavorativi moderati). Parimenti nel caso si ricada nell’ambito di
valutazione degli ambienti severi caldi o freddi, allo stesso modo sono prese in considerazione le
normative ISO di riferimento, in particolare la UNI EN 27243:1996 per gli ambienti severi caldi e la
UNI EN ISO 11079:2008 per gli ambienti severi freddi.

Il microclima e l'uomo: GENERALITA’


Per microclima s'intende l'insieme delle caratteristiche climatiche (temperatura, umidità, velocità
dell'aria, ecc.) di un ambiente chiuso (in particolare un ambiente di lavoro). Tali caratteristiche hanno
importanza, da un lato, per lo stato di salute e di benessere dei lavoratori e, dall'altro, per il regolare
andamento del processo tecnologico. L'uomo, è un motore termico con un'efficienza di circa il 20 per
cento; può essere quindi paragonato ad un motore a scoppio, a quattro tempi, da 50 cc, con un sistema di
raffreddamento piuttosto inefficiente che limita le prestazioni ad elevata potenza ad un periodo molto
breve. Ma c'é un'importante differenza: non lo si può fermare. Anche in stato di riposo, o nel sonno, un
uomo continua a "girare al minimo" e sebbene non faccia nessun lavoro evidente continua a generare una
notevole quantità di calore, abbastanza da innalzare la sua temperatura corporea di 1 °C l'ora, se fosse
perfettamente isolato. Viene stimato che il calore metabolico disperso nell’ambiente circostante è di circa
70 watt durante il riposo e 700 watt durante un lavoro fisico pesante. La massima produzione di calore
metabolico è di circa 1400 watt per esercizi faticosi su breve periodo. E' ovvio che il corpo deve poter
eliminare questo calore.

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In un motore a benzina il calore può essere eliminato, per esempio, mediante un getto d'aria fredda sul
motore o sul radiatore, ottenendo quello che si dice un raffreddamento per convezione. Il fatto è che il
motore è abbastanza indifferente alla temperatura a cui lavora, infatti funziona benissimo ad una
temperatura di 80 - 90 °C ma può funzionare ancora quando la temperatura è prossima al punto di
congelamento oppure oltre la temperatura d'ebollizione dell'acqua. L'uomo, invece, deve funzionare ad
una temperatura corporea tra 35,8 e 37,7°C: un'oscillazione molto contenuta, di solo 1,9 °C perché si
tratta di una temperatura critica. Il sistema di regolazione della temperatura corporea è comunque assai
complesso, ma si può affermare che aliquote di calore possono essere eliminate in vari modi:
 per conduzione (trascurabile a meno che non ci si trovi su una superficie fredda o immersi in un
bagno gelato);
 per irraggiamento, cioè irraggiando calore verso oggetti più freddi nelle vicinanze;
 per convezione, quando una corrente d'aria fredda passa sul corpo, e mediante l'evaporazione del
sudore prodotto in ambiente molto caldo.
L'effetto raffreddante del sudore è veramente notevole: evaporare 100 cc di sudore ha lo stesso effetto di
raffreddamento procurato dall'ingestione di 0,5 kg di ghiaccio o di litri 1,6 d'acqua gelata.

Condizioni climatiche fredde


In condizioni climatiche fredde non c'è nessuna difficoltà nel perdere calore, semmai il problema è
com'evitare di perderne troppo. Le perdite di calore possono essere ridotte indossando idonei indumenti o
riscaldando l'ambiente. Infatti il corpo in condizioni di riposo genera abbastanza calore da innalzare la
sua temperatura di 1 °C ogni ora, come già accennato. Se però la temperatura corporea scende al di sotto
di un livello minimo accettabile, allora inizia il brivido, azione muscolare che produce calore e quindi
riscalda il corpo. Il brivido naturalmente deve essere considerato un segnale di avvertimento e si
dovrebbe subito intraprendere un'azione di riscaldamento del corpo che può consistere in esercizi fisici,
nell'indossare più indumenti o nello spostarsi in un ambiente più caldo.

Condizioni climatiche calde ed estremamente calde


Cosa succede quando il corpo si riscalda? Più sangue è pompato in superficie, la pelle diviene più calda e
più calore può essere eliminato per convezione o irraggiamento, poi comincia la sudorazione. Un efficace
raffreddamento richiede che il sudore evapori sulla pelle, che non goccioli sul corpo e che non sia
assorbito dagli indumenti. Se il grado di umidità è elevato, allora è necessaria una maggior velocità
dell'aria per evaporare il sudore. Mettiamoci però nel caso, non raro alle nostre latitudini, in cui
l'ambiente può essere più caldo del corpo, sicché il calore non può essere perduto per irraggiamento e il
corpo invece di disperdere il calore, ne acquista dall'ambiente. In aggiunta la situazione può essere
ancora più critica se il livello di l'umidità dell’ambiente è al cento per cento: in questo caso il sudore non
potrà evaporare.
In queste condizioni estreme, il calore non può essere assolutamente ceduto dal corpo e il corpo è
continuamente riscaldato dall'ambiente. Purtroppo l'organismo non riesce a riconoscere queste condizioni
e sempre più sangue è pompato alla pelle (lavoro inutile che riscalda ulteriormente il corpo). La
sudorazione diviene abbondante ed inutile. In queste condizioni la temperatura corporea inizia a salire
finché, se la persona non è allontanata da queste condizioni estreme, sopravviene la morte. I primi
sintomi di pericolo appaiono quando la temperatura corporea raggiunge i 39°C. A questa temperatura i
sintomi più frequenti sono: avvertire caldo e sentirsi bruciare, vertigini, svenimenti, sentirsi esausti e
incapaci di continuare a lavorare. Delirio e comportamento irrazionale possono verificarsi quando la

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temperatura corporea raggiunge i 40°C, in questo stadio la rimozione dall'ambiente caldo e un rapido
raffreddamento sono essenziali, altrimenti la temperatura del corpo continuerà ad alzarsi ulteriormente e
sopravverrà il coma, seguito dalla morte. E' ovvio che i tempi di esposizione che possono essere tollerati
in condizioni estreme varieranno secondo l'individuo, della temperatura, dell'umidità, dell'attività fisica,
del lavoro e degli indumenti indossati. Quando il lavoro è faticoso si genera maggior calore e la
temperatura corporea salirà rapidamente. Una precedente esperienza in condizioni climatiche calde può
essere importante: alcune persone sono incapaci di lavorare a lungo in condizioni estreme al primo
tentativo e migliorano le loro prestazioni solo con l'allenamento, mentre altre lavorano perfettamente
anche alla loro prima esperienza. Se una persona vive in un clima molto caldo o lavora per molte ore il
giorno in ambiente caldo, allora si avrà acclimatazione, cioè il corpo si adatterà in modo da poter
funzionare più efficacemente in ambienti caldi. Esperienze reali mostrano che i principianti possono
lavorare, al primo tentativo, solo la metà del tempo che una persona allenata può tollerare.

I sintomi dello stress da calore


Sebbene fortunatamente non molto frequente, lo stress da calore è un problema da non sottovalutare.
D'altra parte esso è comune in estate: un contadino che sta al sole è talvolta obbligato a interrompere il
lavoro allorché si manifestano sintomi di nausea o di vertigine; questo utile segnale d'avvertimento è dato
di solito quando la temperatura del corpo raggiunge i 39°C. Un riposo all'ombra, bevande fresche o un
bagno freddo ridurranno rapidamente la temperatura e la guarigione sarà rapida.
Le differenze individuali sono notevoli. Alcune persone sono colpite molto più precocemente di altre. E'
importante riconoscere questo fatto e istruire le persone che lavorano in condizione calde (sia
nell'industria sia durante l'estinzione di incendi) a smettere di lavorare quando avvertono i primi sintomi
(debolezza, disturbi alla vista, emicrania, nausea, crampi muscolari, respiro affannoso e palpitazioni).

La sudorazione e l'assunzione di cibi e bevande


Durante una copiosa sudorazione il cloruro di sodio (così come altri sali) viene perso con il sudore
dall'organismo. Questa deficienza di sale può causare dolorosi crampi muscolari. Era diffusa, una volta,
la pratica di ingerire compresse di sale per recuperare il sale perduto. Questa pratica non è stata più
continuata perché le tavolette di sale causavano dolori di stomaco in alcuni soggetti e in qualche caso non
si scioglievano passando intatte attraverso il canale digerente. Al posto delle tavolette vengono ora
somministrate bevande al gusto di arancia o limone, arricchite di sale (i cosiddetti reintegratori salini).
L'assunzione di sale dà risultati migliori durante i pasti. Poiché l'assunzione eccessiva di cloruro di sodio
può disturbare il bilancio tra i differenti sali nel corpo è necessario rimpiazzare gli altri sali, specialmente
il cloruro di potassio, nella stessa quantità di sale aggiunto (i reintegratori salini hanno una composizione
bilanciata). Succhi di agrumi e pomodoro (in aggiunta ad altri cibi ricchi di potassio) contribuiscono a
controbilanciare gli effetti di una prolungata esposizione al calore. E' importante che i lavoratori, che
perdono notevoli quantità d'acqua sudando, bevano sufficiente acqua per recuperare quella percepita
attraverso la sudorazione. Indubbiamente la pronta disponibilità di acqua fresca aumenta il comfort dei
lavoratori, cosi come - quando necessario - la disponibilità di reintegratori salini. L'alimentazione deve
essere costituita prevalentemente da alimenti facilmente assimilabili e ad elevato contenuto calorico e
razionalmente distribuita nel corso della giornata; il vino deve essere sconsigliato durante le ore di lavoro
perché sovraccarica i processi di termoregolazione.

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Il controllo medico
Ci sono differenze individuali nella tolleranza al calore e della necessità di acclimatazione. E' importante
prevenire, nei casi di lavoro in ambienti molto caldi ancorché al di sotto dei limiti raccomandati, i rischi
che possono correre persone non perfettamente sane. A tale scopo è importante attuare un controllo
medico e in particolare la visita medica di idoneità specifica al lavoro in ambiente caldo, in modo da
evidenziare eventuali patologie - o predisposizione a patologie - non compatibili con la mansione
prevista e visite periodiche comprendenti anche esami specifici dell'apparato cardiocircolatorio e
respiratorio. Anche in caso di lavori che si svolgono in ambiente freddo si devono adottare misure
preventive che consistono essenzialmente nel periodico controllo dello stato di salute dei lavoratori alfine
di evitare l'insorgere o l'aggravamento di patologie a carico dei vari apparati (affezioni respiratorie e
artriti in particolare).

GLI AMBIENTI TERMICI MODERATI


Convenzionalmente gli ambienti termici vengono distinti in:
 ambienti moderati
 ambienti caldi
 ambienti freddi
Tale distinzione è fondamentalmente concettuale e finalizzata alla utilizzazione delle modalità di analisi e
di valutazione appropriate al tipo di situazione in quanto a questi tre tipi di ambiente vengono applicati
metodi di analisi e criteri di valutazione distinti. La misura isolata delle singole variabili ambientali
(temperatura, umidità, temperatura radiante, velocità dell'aria) e' infatti generalmente insufficiente a
quantificare in precisi termini fisici gli scambi termici uomo-ambiente e quindi a determinare le
caratteristiche complessive di un ambiente termico.
Spesso pertanto si ricorre alla utilizzazione di indici microclimatici sintetici, i quali tendono a ricondurre
la valutazione di un determinato ambiente, alla verifica del valore assunto da una grandezza - indice (di
disagio o di stress termico), rispetto a valori di riferimento.
I criteri basati sull'uso di indici sintetici permettono la valutazione dell'ambiente evitando la
considerazione analitica delle numerose grandezze che determinano il microclima: l'indice infatti si
sostituisce a queste e ne integra l'effetto sull'organismo umano portando ad una semplificazione delle
procedure di valutazione estremamente vantaggiosa sul piano applicativo.
A causa dell'impossibilita' di formulare un solo indice in grado di soddisfare simultaneamente esigenze,
condizioni e parametri differenti tra loro, gli indici messi a punto, più o meno semplici, sono diversi.
Tali indici sono il risultato di un differente approccio all'analisi del problema e, come tali, non sempre
possono sostituirsi l'uno all'altro, ma è utile integrarli tra loro per formulare un giudizio globale.
Per la valutazione di ambienti moderati e caldi gli indici proposti possono essere suddivisi in due grandi
categorie quelli misurabili con metodi fisiologici e quelli misurabili con tecniche strumentali. Perciò
avremo:
 In ambienti moderati, gli indici di benessere, misurabili con metodi fisiologici (es. PMV-PPD,
DR);
 In ambienti caldi, gli indici di stress calorico, misurabili con metodi strumentali (WBGT-
SWBGT),
Non esistono allo stato attuale criteri di valutazione per ambienti freddi di ampia e affidabile
applicabilità. Sono all'esame della comunità degli studiosi due promettenti metodi: il metodo

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dell'isolamento termico (del vestiario) richiesto, denominato indice IREQ e il metodo di valutazione
basato sull'indice WCI (proposto anche dalla ACGIH) sui quali ci soffermeremo più avanti brevemente.

Generalità
Si chiamano ambienti termicamente moderati, quegli ambienti nei quali l'obiettivo, in sede di
progettazione e di gestione, è il raggiungimento del comfort termico. Lo sono certamente gli ambienti
civili (abitazioni, scuole, uffici, CED, ecc.) e molti ambienti industriali. Gli ambienti moderati si
contrappongono a quelli severi, caldi o freddi, dei quali si parlerà diffusamente nei prossimi paragrafi.Gli
ambienti moderati sono individuati operativamente dal fatto che impongono un "moderato" grado di
intervento al sistema di termoregolazione e che vi può risultare facilmente realizzata la condizione di
omeotermia del soggetto.
In concreto tali ambienti sono caratterizzati da:
 condizioni ambientali piuttosto omogenee e con ridotta variabilità nel tempo;
 assenza di scambi termici localizzati fra soggetto ed ambiente che abbiano effetti rilevanti sul
bilancio termico complessivo;
 attività fisica modesta e sostanzialmente analoga per i diversi soggetti;
 sostanziale uniformità del vestiario indossato dai diversi operatori.

Il comfort termico
Il comfort termico è definito come "quello stato psicofisico in cui il soggetto esprime soddisfazione nei
riguardi del microclima" oppure come "la condizione in cui il soggetto non ha né sensazione di caldo né
sensazione di freddo", condizione che si dice anche di neutralità termica. Queste due definizioni sono del
tutto equivalenti ed abbastanza semplici. Più complesso è esprimere il benessere termico e lo
scostamento da esso in termini fisiologici o di parametri microclimatici.
Come si vedrà dettagliatamente nel seguito, in letteratura si parla di “comfort termico globale” se ci si
riferisce al corpo nella sua interezza, e di “comfort termico locale”, o localizzato, se invece ci si riferisce
a determinate zone del corpo. Evidentemente, le situazioni reali sono considerate accettabili solo se sono
contemporaneamente verificate le due condizioni, quella di comfort locale e quella di comfort globale.

Comfort globale
Perché ci sia comfort termico globale, una condizione necessaria è che l'energia interna del corpo umano
non aumenti né diminuisca, ovvero che nell'equazione di bilancio:
f (abbigliamento, attività, ta, va, Ф, tr, tsk, Esw ) = 0;
il termine di accumulo sia nullo. Tale termine lega tra loro otto variabili: due relative al soggetto
(abbigliamento e attività), quattro ambientali (temperatura, velocità e umidità dell'aria e temperatura
media radiante) e due fisiologiche (temperatura della pelle e potenza termica dispersa per sudorazione o
percentuale di pelle bagnata dal sudore). In verità, le due variabili fisiologiche non sono variabili
indipendenti, ma dipendono con legge complessa dalle altre, per cui le variabili indipendenti da cui
dipende effettivamente il benessere termico sono sei.
Negli ambienti moderati è indispensabile valutare lo scostamento delle condizioni reali da quelle di
comfort termico globale; tale valutazione si effettua mediante gli indici di discomfort globale, che sono
funzione delle variabili non fisiologiche e assumono lo stesso valore per tutte le combinazioni di queste
ultime che danno uguali sensazioni termiche. Questi indici, i più importanti dei quali verranno esaminati

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nei seguenti paragrafi si valutano ipotizzando che le variabili ambientali siano uniformi nello spazio che
circonda il soggetto e che i loro valori siano uguali proprio ai valori medi spaziali.
Nel capitolo successivo si esamineranno due indici: il PMV, che è un indice di sensazione e che è alla
base della norma UNI-EN-ISO 7730, e l’indice PPD, che deriva direttamente dal PMV.

Indici di Fanger (PMV – PPD - DR)


Questi due indici, strettamente correlati tra loro, consentono di poter valutare le condizioni
microclimatiche di un ambiente di lavoro in funzione del giudizio (caldo, freddo, confortevole) espresso
dai soggetti in esame e del loro eventuale disagio termico.
Se il complesso di fattori:
 resistenza termica del vestiario
 attività fisica svolta
 parametri ambientali oggettivi (temperatura, umidità, velocità dell’aria…)
e' tale da soddisfare l'equazione del benessere termico per una popolazione numerosa di soggetti, e'
ragionevole attendersi che mediamente i soggetti stessi esprimeranno una valutazione di piena
accettazione nei confronti dell'ambiente termico. In caso contrario nascerà una insoddisfazione che potrà
essere apprezzata qualitativamente, ad esempio, mediante una scala di sensazioni.

Voto medio previsto (PMV)


Questo indice rappresenta il valore medio dei voti di un ampio campione di persone residenti nel
medesimo ambiente, le quali esprimono la propria sensazione termica soggettiva attraverso una scala
psicofisica comprendente sette voci:

+3 = molto caldo
+2 = caldo
+1 = leggermente caldo
0 = neutro
-1 = leggermente fresco
-2 = fresco
-3 = freddo

Va ricordato che, secondo Fanger, la sensazione termica è proporzionale alla variazione di metabolismo
(calore prodotto dal corpo in relazione all'attività fisica svolta) necessaria per soddisfare il bilancio
termico quando le altre variabili rimangono costanti.
Fanger ottenne dalla elaborazione dei dati sperimentali una legge empirica (troppo lunga e complicata
per essere riportata qui, nell’ambito di questa breve relazione), poi ripresa pienamente dalla EN-ISO
7730, dalla quale si può ottenere il valore di PMV disponendo del valore dei seguenti parametri oggettivi
(di cui si riporta anche l’unità di misura tipicamente utilizzata):
1. livello di attività fisica, MET, dove 1 MET = 50 Kcal/h per m2 di superficie corporea = 58,2
Watt/m2);
2. resistenza termica del vestiario, CLO, dove 1 CLO = 0,155 m2 °C/W = 0,180 m2 °C/Kcal);
3. temperatura radiante media, tr (°C);
4. temperatura dell'aria, ta (°C);
5. umidità relativa, Ф (%);

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6. velocità dell'aria, va (m/s).


Più avanti si relazionerà sul modo in cui si otterranno i valori per i parametri sopra citati.

Percentuale prevista di insoddisfatti (PPD)


Individuato il valore medio della sensazione termica espressa dalla popolazione di soggetti nei confronti
dell'ambiente (PMV), Fanger ha correlato tale valore numerico al grado di insoddisfazione dei soggetti
stessi individuando la percentuale di presumibili soggetti insoddisfatti associata ad ogni valore dell'indice
PMV compreso tra +3 e -3.
Viene definito "soggetto insoddisfatto" quello che, nell'ambiente in esame si dichiarerebbe decisamente
insoddisfatto, ossia voterebbe -3, -2 oppure +2, +3.
La correlazione tra l'indice PMV e PPD e' stata elaborata sulla base di ricerche sperimentali che hanno
coinvolto complessivamente circa 1300 soggetti indossanti gli stessi abiti leggeri ed esposti per tre ore
consecutive negli ambienti climatizzati in prova.
Dall'esame di tali ricerche e' emerso che:
 anche in corrispondenza del valore medio (PMV=0) esiste comunque una percentuale pari al 5%
di soggetti insoddisfatti, ossia che voterebbero -3, -2, +2, +3;
 la percentuale di insoddisfatti cresce rapidamente man mano che il valore dell'indice PMV si
discosta da zero.
Ad ogni buon conto, Fangher nel 1970 ha proposto la seguente legge che definisce PPD in funzione di
PMV (relazione esattamente riportata nella UNI EN ISO 7730:2006):

PPD = 100 - 95 exp (-0,03353 PMV4-0,2179 PMV2)

cui corrisponde esattamente il diagramma che segue.

Più che il diagramma della funzione può essere utile osservare i valori ottenuti nella sperimentazione di
Fanger nel 1970. Detti valori sono riportati in tabella opportunamente raccolti in ragione della
distribuzione dei voti espressi dai soggetti sottoposti alla sperimentazione.

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Tabella I - Distribuzione dei voti espressi per alcuni valori di PMV. Da (Fanger, 1970).

PMV percentuale di persone che hanno votato


0 ±1 ±2 ±3 PPD
+2 5 20 45 30 75
+1 27 48 20 5 25
+0,5 45 45 9 1 10
0 55 40 5 0 5
-0,5 45 45 9 1 10
-1 27 48 20 5 25
-2 5 20 45 30 75

Dalla Tabella I risulta che per PMV uguale a 0 (condizione di neutralità termica) la percentuale di
insoddisfatti fu comunque del 5%, e, nella stessa condizione di PMV = 0, ben il 40% delle persone votò
1, cioè non si ritenne in condizioni di neutralità termica. Se si tiene presente quanto detto a proposito
dell'uniformità dei soggetti sottoposti alla sperimentazione, c'è da ritenere che nei normali ambienti
moderati, dove parametri quali l'età, le condizioni psicofisiche, l'abbigliamento degli individui
sicuramente non sono uniformi, la percentuale di insoddisfatti può essere anche superiore a quella
ottenibile con l'equazione PPD = f (PMV).
In ogni caso, sia la tabella che il diagramma, evidenziano bene l'esistenza di differenze tra i diversi
individui che frequentano gli stessi luoghi di lavoro: i valori di soglia ai quali vengono attivati i recettori
termici variano da soggetto a soggetto, ne deriva che le risposte soggettive non sono uniformi ed è quindi
impensabile realizzare condizioni che siano di comfort proprio per tutti.

Criteri di accettabilità di un ambiente


L'indice PMV si è molto diffuso negli ultimi anni e, come si è detto, è alla base di normative ISO e UNI:
si ritiene quindi opportuno sottolinearne i limiti:
 il modello sperimentale che esprime l'indice è validato solo per i seguenti intervalli delle
grandezze fisiche, precisati dalla norma:
ta : 10 – 30 °C; MET: 0,8 - 4,0 MET;
tr : 10 - 40 °C; CLO: 0,0 - 2,0 CLO;
va : 0 - 1,0 m/s; PMV : -2,0 - +2,0;
 l'indice è definito per condizioni di regime permanente; può essere adoperato, con risultati
comunque soddisfacenti, anche per lievi variazioni di uno o più parametri, purché per tali
variabili siano considerate le medie temporali relative all'ultima ora.
Considerazioni economiche hanno orientato a ritenere accettabili ambienti con un PPD inferiore o uguale
al 10%, ovvero con un PMV compreso tra -0,50 e + 0,50.

Correnti d’aria e indice DR


Il discomfort da corrente d'aria è definito come un raffreddamento indesiderato, dovuto al movimento
dell'aria, localizzato ad una parte anche piccola del corpo umano. Come è facile immaginare si tratta di
un problema molto delicato e dibattuto. Delicato perché spesso sono proprio le correnti d’aria la causa
della non accettabilità dell'ambiente termico, soprattutto negli ambienti provvisti di impianti di

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climatizzazione con ventilazione forzata e nei mezzi di locomozione (auto, treni, ecc.). Dibattuto perché,
dopo molte ricerche, si è arrivati ad una conclusione che non convince completamente e che non è
facilmente utilizzabile.
Fino ad una decina di anni fa, infatti, si riteneva che il discomfort da correnti d'aria dipendesse
unicamente dalla velocità dell'aria (o meglio, dal suo valore medio), mentre le recenti ricerche
sperimentali hanno dimostrato che esso dipende anche dalla temperatura, ta, e dall'intensità di turbolenza
dell'aria, Tu, (definita come rapporto della deviazione standard della velocità dell’aria DSva, rispetto al
valore medio della stessa velocità, va) ed hanno portato alla relazione:
DR =(34-ta)(va-0,05)0,62(0937vaTu + 3,14)
dove DR (Draft Risk, in italiano Rischio da Corrente d'Aria) è la percentuale di insoddisfatti da corrente
d'aria. Per ragioni pratiche il modello che descrive il fenomeno perde di validità per valori troppo bassi
della velocità media dell’aria, perciò se è va< 0,05, si assume DR = 0.
Più in particolare, la relazione che descrive il rischio da correnti d’aria, che è stata recepita dalle seconde
edizioni sia della ISO 7730 che della ASHRAE 556, e, quindi, anche nella norma UNI EN ISO
7730:2006, è stata sperimentalmente validata alle seguenti condizioni:
 attività normalmente sedentarie, condizioni prossime a quelle di comfort globale;
 va compresa tra 0,05 e 0,4 m/s;
 Tu compresa tra 0% e 70%;
 ta compresa tra 20 e 26°C.
Per quanto riguarda il limite superiore di temperatura, vale la pena di considerare che al di sopra dei 26
°C, velocità dell'aria elevate sono certamente gradite se si ha caldo, dunque per valori di temperatura così
elevati si perde completamente il concetto personale di rischio da corrente d’aria e la relazione di cui
sopra non trova alcuna applicabilità.
Le determinazioni sperimentali, poi riportate nelle normative tecniche, stabiliscono come ottimale, nei
confronti del rischio da correnti d’aria, un valore di DR inferiore o uguale al 15%. A questo proposito
giova osservare quanto suggerito dal diagramma che si riporta di seguito.

La limitazione DR = 15% (condizione ottimale nella


valutazione del rischio da correnti d’aria) porta direttamente a
prescrizioni sulla velocità dell'aria molto precise.
Considerando che, generalmente, Tu varia nell'intervallo di
valori 30% - 60%, si ricava che va deve essere minore di 0,12
m/s nella stagione invernale e di 0,16 m/s in quella estiva.
Questi valori della velocità dell’aria sono parecchio severi e
ottenibili solo a patto di progettare con grande attenzione sia
gli ambienti di lavoro, che gli impianti di condizionamento
installati.
Comunque in generale e nella esecuzione pratica, la
valutazione del rischio da corrente d’aria mediante la
determinazione dell’indice DR è un esercizio assai delicato, in
quanto molto dipende dalla validità del modello fisico di riferimento. La conseguenza di piccoli
scostamenti dai parametri sopra evidenziati può dare a risultati assolutamente privi di valore pratico.
Solo a titolo di esempio si riferisce di recenti ricerche, che hanno evidenziato, al crescere della potenza
metabolica (intensità dell’attività lavorativa), oppure se il soggetto non è in neutralità termica ma ha una

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sensazione di leggero caldo, la percentuale di insoddisfatti, a parità di ta,Tu e va, diminuisce. Questi
effetti, però, non sono stati ancora quantificati in una valida legge empirica che possa modificare l’attuale
impostazione normativa.

AMBIENTI SEVERI CALDI


Generalità
Gli ambienti severi sono quelli nei quali, non essendo perseguibile il comfort termoigrometrico, bisogna
occuparsi della salvaguardia della salute degli occupanti. Gli ambienti severi si distinguono in caldi e
freddi: in questo capitolo viene affrontata la valutazione di quelli caldi. Se non si è in grado di stabilire se
l’ambiente è moderato o severo, si può usare come indicatore il valore dell’indice PMV, di cui si è
parlato al paragrafo precedente:
 per PMV > 1,0 l’ambiente va trattato come severo caldo e va quindi valutato con i metodi che
verranno esaminati qui di seguito;
 per -1,0 < PMV < 1,0 l’ambiente è moderato e va valutato secondo i metodi del precedente
paragrafo;
 infine se è PMV < -1,0 l’ambiente è da considerarsi severo freddo: se ne parlerà
al paragrafo successivo.
Il problema della definizione di un indice per la valutazione degli ambienti severi caldi è vecchio quanto
la storia dello studio dell’ambiente termico. Dagli anni ‘30 ad oggi sono stati proposti molti indici: basti
citare il P4SR e MSI (McIntyre, 1980) che, pur essendo ormai in disuso e non normalizzati, sono
talvolta ancora utilizzati. Attualmente, gli indici più usati per valutare lo stress termico in ambiente caldo
sono il WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) ed il SWr (Reqired Sweat Rate), che sono anche oggetto
di normativa ISO e CEN, e quindi UNI: per la nostra valutazione dei luoghi severi caldi ci affideremo
all’indice WBGT, del quale si parlerà diffusamente appresso.

Metodo del WBGT (WetBulb Globe Temperature)


Il WBGT è un indice empirico basato sulla correlazione di due o tre grandezze fisiche e sulla valutazione
delle reazioni fisiologiche ricavate sperimentalmente su molti soggetti. Una prima valutazione di questo
indice fu fatta da Yaglou e Minard nel 1957 che, considerando la radiazione solare come una delle
principali cause di stress termico durante le operazioni militari, proposero un metodo di valutazione
basato sulla correlazione di due temperature: quella del globotermometro, tg, e quella del termometro a
bulbo bagnato a ventilazione naturale, tnw. In seguito, si riscontrò che alla luce del sole il
globotermometro sopravvalutava l’influenza della radiazione, e, per bilanciare l’anomalia riscontrata, fu
introdotta nella correlazione la temperatura di bulbo asciutto dell’aria, ta.
Il calcolo dell’indice WBGT è oggetto di una norma ISO, la 7243 (ISO, 1989), quindi recepita dalla CEN
come EN 27243 e dall’UNI come UNI EN 27243 (UNI, 1995b). Dunque, per la valutazione dello stress
termico da caldo tramite l’indice WBGT la normativa prevede due diverse equazioni. La prima, valida in
assenza di irraggiamento solare e da usarsi sempre negli ambienti interni, correla la temperatura di globo
e quella di bulbo umido a ventilazione naturale (il pedice i sta per “interno”):
WBGTi = 0.7 tnw + 0.3 tg
La seconda equazione va invece utilizzata quando il soggetto si trova all’esterno, in presenza di
irraggiamento solare. In essa viene considerata come ulteriore variabile la temperatura di bulbo asciutto
dell’aria, ta (il pedice e sta per “esterno”):
WBGTe = 0,7 tmw + 0,2 tg + 0,1 ta

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Il grado igrometrico e la velocità dell’aria non compaiono esplicitamente nelle due relazioni, perché,
nella reaItà, sia la temperatura di globo che quella di bulbo umido a ventilazione naturale dipendono
dalla velocità dell’aria mentre la temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale è funzione anche
dell’umidità. In definitiva l’indice WBGT, che è una media pesata di due o tre temperature, dipende solo
dai soliti quattro parametri microclimatici, ta, tr, va (da cui dipendono sia tg che tnw) e Ф (da cui dipende
tnw) e rappresenta cioè lo stress termico che l’ambiente esercita sulla persona, quindi non dipende né dal
metabolismo, né dall’abbigliamento.
La norma UNI EN 27243 fornisce valori limite per l’indice WBGT, da non superare per evitare che il
corpo raggiunga una temperatura superiore a 38°C. I limiti sono riferiti ad una persona in buono stato di
salute, adatta all’attività in esame, con una resistenza termica dell’abbigliamento pari a 0.6 CLO e
permeabilità del vestiario pari a quella degli abiti di cotone. I limiti, riportati in Tabella II, si riferiscono a
differenti valori di metabolismo, parametro legato all’attività svolta dall’individuo, e sono differenti per
soggetti acclimatati o non acclimatati; sono inoltre differenti per ambienti con aria stagnante rispetto a
quelli con aria non stagnante.
Infatti quando si esaminano gli ambienti severi caldi si è soliti distinguere i soggetti acclimatati da quelli
non acclimatati. Un soggetto non acclimatato reagisce agli ambienti caldi in modo più difficoltoso
rispetto ad un soggetto acclimatato poiché quest’ultimo, per motivi fisiologici, attiva la sudorazione più
rapidamente; inoltre, a parità di lavoro, il soggetto acclimatato ha una frequenza cardiaca più bassa.
L’acclimatazione, che può essere naturale o indotta, si attua in un arco di tempo di una settimana durante
la quale la persona viene portata gradualmente ai parametri climatici tipici del luogo di lavoro. E’
significativo osservare, che non esiste per gli ambienti severi freddi un analogo meccanismo naturale di
acclimatamento.

Tabella I – Valori limite dell’indice WBGT, per valori crescenti del tasso metabolico (UNI EN 27243)

Qualora l’indice WBGT risulti superiore al valore limite è necessario prevedere delle pause di riposo nei
normali cicli di lavoro per evitare che possa verificarsi per i soggetti esposti un accumulo di energia
termica all’interno del nucleo.

AMBIENTI SEVERI FREDDI


Quando un individuo è esposto per lunghi periodi ad ambienti severi freddi, al fine di impedire il
raffreddamento del nucleo, l’organismo reagisce attivando inizialmente i meccanismi vasomotori e
successivamente quelli comportamentali. Per effetto della regolazione vasomotoria ed al fine di ridurre la
circolazione sanguigna nelle zone periferiche del corpo avviene il restringimento degli sfinteri dei
capillari periferici; quando questo meccanismo non è più sufficiente per garantire l’omotermia ed il corpo

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si raffredda al si sotto dei 35°C (ipotermia), insorge il brivido che comporta l’attivazione dei gruppi
muscolari con generazione di energia termica senza produzione di lavoro meccanico verso l’ambiente
esterno. A causa dell’affaticamento muscolare conseguente, il meccanismo comportamentale del brivido
non può tuttavia protrarsi indefinitamente. Se la temperatura del corpo si abbassa ulteriormente e si porta
al di sotto di 32°C subentra allora uno stato di confusione mentale che può portare alla perdita della
coscienza. In tali condizioni il soggetto non è più il grado di prendere alcun tipo di provvedimento e
l’ulteriore conseguente raffreddamento del corpo conduce alla morte per fibrillazione ventricolare ed
arresto cardiaco.
In questi casi è necessario intervenire sul soggetto colpito da stress da freddo riportandolo gradualmente
a condizioni termiche più confortevoli. Il soggetto non va però riportato repentinamente a temperature
più elevate per evitare che la vasocostrizione diminuisca talmente rapidamente da far si che il sangue,
raffreddandosi nell’attraversare i tessuti freddi, ritorni al cuore a bassa temperatura.
Le condizioni di stress termico a cui sono sottoposti gli individui negli ambienti severi freddi sono
valutate mediante il procedimento contenuto nel rapporto tecnico ISO TR 11079 (ISO, 1993) che utilizza
l’indice IREQ. Inoltre gli effetti dell’esposizione al freddo delle parti non protette del corpo sono
affrontati nello stesso documento mediante l’uso degli indici WCI e tch.

Indici IREQ
Partendo dalla considerazione che un adeguato abbigliamento può proteggere dal freddo, il Technical
Report ISO TR 11079 (ISO, 1993) ha adottato un indice di valutazione dello stress da freddo denominato
IREQ. Esso rappresenta la resistenza termica dell’abbigliamento in grado di mantenere indefinitamente
in condizioni di omotermia un soggetto sottoposto all’ambiente in esame. L’indice IREQ si basa
sull’analisi degli scambi termici tra soggetto ed ambiente e viene calcolato partendo dall’equazione di
bilancio termico del corpo umano, fornendo una soluzione di calcolo in funzione di due grandezze
relative al comportamento fisiologico degli uomini. Tali variabili indipendenti sono la temperatura della
pelle e la percentuale di pelle bagnata a cui vengono assegnati dei valori (suggeriti dalla stessa Technical
Report ISO TR 11079) in base a considerazioni di carattere fisiologico.
A tal fine vengono definiti due livelli per quanto riguarda l’indice IREQ: l’IREQmin e l’IREQneu. Il
primo valore è riferito a condizioni di stress termico elevato, al limite di attivazione del meccanismo di
protezione fisiologica del brivido, mentre il secondo fa riferimento a condizioni di stress termico
moderato, al limite inferiore della neutralità termica. L’IREQmin individua allora il minimo isolamento
termico richiesto per mantenere l’equilibrio termico del corpo al limite dell’attivazione del meccanismo
comportamentale del brivido, mentre l’IREQneu rappresenta l’isolamento termico richiesto per
mantenere condizioni di neutralità al limite di attivazione della funzione vasomotoria. I valori della
temperatura della pelle e della percentuale di pelle bagnata da imporre nel calcolo delle IREQmin e
IREQneu possono essere allora assegnati in corrispondenza alle condizioni limite di neutralità termica e
di attivazione del sistema termoregolatorio comportamentale, e, come già detto più sopra, tali valori sono
perentoriamente fissati dal Technical Report ISO TR 11079.

Indici WCI (Wind Chill Index) e tch (Chilling Temperature)


L’indice IREQ è ricavato partendo dal bilancio termico globale del corpo umano, quindi è basato su un
modello che non può tenere conto di effetti di raffreddamento localizzati, per esempio quelli relativi ad
attività che si svolgono necessariamente con alcune parti del corpo meno protette di altre che sono
adeguatamente schermate dagli indumenti specifici (per esempio le mani, i piedi o il viso).

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Per la valutazione del raffreddamento provocato dall’esposizione al freddo di parti non protette del corpo
umano si utilizza l’indice empirico WCI (Wind Chill Index), che rappresenta il flusso termico disperso
nell’ambiente reale da un cilindro la cui superficie esterna si trova alla temperatura di 33°C. Tale indice,
assieme al “gemello”, la Chilling Temperature, tchfurono proposti sin dal 1945 e ancora oggi sono i più
utilizzati per valutare il raffreddamento di parti del corpo.
L’equazione per il calcolo del WCI è la seguente:
WCI =1,16 [10,45 +10 √( vr− vr)] (33 − ta),
in cui vrè la velocità relativa (m/s) e ta è la temperatura dell’aria (°C).Alternativamente all’indice WCI
viene utilizzata la Chilling Temperature, tch, che rappresenta la temperatura di un ambiente fittizio, con
velocità dell’aria pari a 1,8 m/s in cui si riscontra lo stesso raffreddamento prodotto nell’ambiente reale.
La sua espressione è la seguente:
tch = 33 - (WCI / 25,5).
Si tenga bene presente che gli indici di cui sopra WCI e tch, sono gli unici utilizzabili nel caso di
valutazione del raffreddamento di parti localizzate del corpo.

Indagine Ambientale
Per la completa caratterizzazione del microclima si devono determinare, al fine di calcolare gli indici
microclimatici, i seguenti parametri microclimatici: la temperatura dell'aria (ta); la temperatura del bulbo
umido (tw); la temperatura del globotermometro (tg); la temperatura del bulbo umido naturalmente
ventilato (tnw); la velocità dell'aria (va), l’umidità relativa (Ф).
Naturalmente non tutti i parametri sono richiesti per il calcolo di tutti gli indici per cui, in alcuni casi,
certe determinazioni risultano inutili. Per la determinazione di tali parametri il SPP della ASL SALERNO
utilizza una stazione di monitoraggio microclimatico, del tipo BABUC A.

Multiacquisitore LSI “BABUC A”


Il “BABUC A” della Laboratori di Strumentazione Industriale S.p.A. (LSI) è un multiacquisitore,
alimentato da batterie ricaricabili e/o da rete, cui possono essere collegati fino ad undici diversi sensori.
L’acquisitore ha la capacità di riconoscere in maniera perfettamente automatica le sonde connesse.
La LSI dispone di una vasta gamma di sonde utilizzabili nei monitoraggi microclimatici: sonde per la
misura della temperatura, dell’umidità e velocità dell’aria, della temperatura di globo, delle temperature
piane radianti, della temperatura di bulbo bagnato a ventilazione naturale. L’acquisitore sovrintende alle
operazioni di impostazione dell’acquisizione delle variabili misurate, e all’elaborazione, visualizzazione
e memorizzazione di queste ultime.
L’esportazione dei valori misurati può essere effettuata direttamente su stampante oppure collegando lo
strumento ad un elaboratore elettronico mediante un cavo seriale. La capacità di memoria dell’acquisitore
consente di immagazzinare fino a 20.000 valori nella configurazione standard con la quale viene venduta.

METODOLOGIA OPERATIVA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO


Software WinMC 2.0, per il calcolo degli indici PMV, PPD, DR, WBTG, IREQ, WCI e tch
Nell'appendice B della norma UNI EN ISO 7730:2006 è riportato il listato di un programma BASIC per
il calcolo del PMV e del PPD ed un esempio di calcolo (con dati in ingresso e valori del PMV e del
PPD). Sempre in appendice, ma della UNI EN ISO 11079:2008 è riportato il listato di un programma
TURBO PASCAL per il calcolo degli IREQ, WCI e Tch, assieme ad una serie di esempi di calcolo per
effettuare il test di funzionamento del software. Sulla base di questa disponibilità di procedure di calcolo

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automatiche, regolata giuridicamente con il principio del “public domain”, il SPP della ASL SALERNO,
ha potuto implementare i due listati in una unica procedura di calcolo in VISUAL BASIC, nella quale,
oltre all’introduzione di un subroutine originale per il calcolo del DR e dei parametri del WBTG, è stata
ideata una sequenza logica che permette di discriminare tra luoghi di lavoro che devono essere
classificati caldi, moderati o freddi, secondo le attuali griglie di valutazione stabilite dalle stesse norme
internazionali di riferimento.

Gli unici dati che non sono forniti direttamente dalla stazione di misurazione BABUC sono quelli relativi
alla Energia Metabolica e l’Isolamento termico del Vestiario. Di seguito, a completamento della base dati
su cui esercitare il funzionamento del software MC, sono riportate due tabelle che si derivano
direttamente dalle norme tecniche armonizzate. La prima riporta valori tipici dell’Energia Metabolica in
MET, mentre la seconda esprime valori tipici dell’isolamento del vestiario in CLO.

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Valutazione del rischio da microclima


Il processo di valutazione è stato regolato sull'algoritmo che il SPP della ASL SALERNO ha
originalmente provveduto a progettare. Nella griglia di valutazione, l’operatore deve inizialmente
stabilire in quali condizioni generali di microclima deve essere effettuata la lavorazione che si trova ad
indagare. Cioè, più brevemente, si dispone a priori che l’ambito in cui si svolge l’attività deve essere
moderato, oppure necessariamente caldo o freddo. Ovviamente solo in pochissimi casi si ammetterà che
il tipo di mansione svolta preveda il suo naturale svolgimento in un luogo con clima estremo (facciamo
l’esempio di un magazziniere in una cella frigorifero o quello di un ricercatore in una serra) e proprio in
questi casi la valutazione sarà effettuata “dopo” la messa in esercizio dei Dispositivi di Protezione
Individuali, di quelli Collettivi e di quelli Ambientali. Contrariamente, in un ambiente in cui si deve
svolgere una mansione normale, quindi un ambiente a clima moderato, non si prevede a priori di dover
disporre necessariamente di DPI, DPC e DPA. In entrambi i casi, il risultato della valutazione fornirà un
giudizio, in base al quale, per gli ambienti moderati, eventualmente si dovranno predisporre adeguati
DPI, DPC e DPA, mentre nel caso dei climi estremi il giudizio provvederà semplicemente a validare il
tipo e la qualità dei Dispositivi proposti, oppure ad indicarne direttamente la “misura” di quelli
aggiuntivi.
In questa griglia sono stati individuati quattro diversi livelli di rischio a seconda del valore di
scostamento dei parametri microclimatici riscontrati sperimentalmente rispetto a quelli consigliati dalla
norma di riferimento. Si tratta in buona sostanza dell’attribuzione di un punteggio variabile da 1 a 4 che
il valutatore può dare alla condizione di microclima riscontrata sulla base del confronto con il valore di
adeguatezza richiesto dalla norma. Ovviamente i punteggi più alti saranno forniti per quelle condizioni in
cui la differenza con il valore consigliato e più grande. Per sua natura questa griglia di valutazione può
essere avvicinata di molto a quelle che tipicamente si utilizzano nella valutazione dei rischi strutturali,
allorché si cerca di dare dei valori numerici alla scala della gravità (la cosiddetta magnitudo del danno).
Sempre con riferimento alla metodologia di valutazione del rischio strutturale, si fa notare che oltre a
quanto sopra specificato in rapporto alla misura della gravità per mezzo dello scostamento dei parametri
microclimatici dai valori standard di accettabilità, nella nostra procedura si “nasconde” anche la
valutazione del parametro di probabilità allorché il valutatore è chiamato a stabilire se l’ambito di
esercizio normale di una funzione lavorativa è di tipo moderato, oppure caldo o freddo.
Con lo scopo di chiarire la procedura operativa di valutazione utilizzata si riportano alle pagine
successive:
 la tabella riassuntiva che stabilisce il rapporto tra la tempistica di intervento e il livello di rischio
assegnato
 i diagrammi di flusso relativi alla valutazione del rischio per ambiti di lavoro con microclima
necessariamente moderato, oppure con microclima necessariamente freddo o caldo.

Tabella riassuntiva dei livelli di rischio


TEMPISTICA
LIVELLO DI RISCHIO RESPONSABILE DELL’ATTUAZIONE
INTERVENTO
4 Immediato Direttore Responsabile della Macrostruttura
3 Breve Termine Direttore Responsabile della Macrostruttura

2 Medio termine Direttore Responsabile della Macrostruttura

1 Lungo termine Direttore Responsabile della Macrostruttura

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Algoritmo di valutazione per lavorazione classificata moderata

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Algoritmo di valutazione per lavorazione classificata calda

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Algoritmo di valutazione per lavorazione classificata fredda

Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio da microclima, realizzata con procedura software autoprodotta e testata dal
SPP, da cui risulta il valore del rischio nei termini previsti dalla tabella riassuntiva sopra riportata, con
livelli di rischio crescenti da 1 a 4.

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2.4.8.6 Metodologia per la valutazione del rischio illuminotecnico


L’illuminazione rappresenta uno dei principali fattori ambientali atti ad assicurare il benessere nei luoghi
di lavoro. Una corretta illuminazione, oltre a contribuire all’incremento della produttività, riveste grande
importanza nella prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Valori d’illuminazione errati, sia in difetto sia in eccesso, oltre ad agire negativamente sulla componente
psichica del lavoratore con disaffezione dal lavoro e conseguente scadimento delle capacità lavorative,
possono produrre disfunzioni dell’organo della vista.

Illuminazione dei luoghi di lavoro


L’illuminazione dei luoghi di lavoro deve essere ottenuta per quanto è possibile con luce naturale poiché
essa è più gradita all’occhio umano, in quanto meno affaticante. La luce naturale inoltre possiede una
discreta azione germicida grazie alla sua componente ultravioletta. La luce solare diretta è sconsigliabile
negli ambienti di lavoro in quanto determina abbagliamento o fastidiosi riflessi.
In ogni caso, tutti i locali e i luoghi di lavoro devono essere dotati d’adeguata luce artificiale per la
sicurezza e la salute dei lavoratori.
Insieme all’illuminazione generale dell’ambiente può essere a volte necessario ricorrere all’illuminazione
localizzata dei singoli posti di lavoro.
L’illuminazione artificiale deve rispondere ai seguenti requisiti.
 essere atta a fornire da sola i livelli ottimali stabiliti e, pertanto, i rilievi fotometrici relativi vanno
effettuati anche in ore notturne o comunque in condizioni tali che l’apporto della luce naturale sia
trascurabile;
 per non stancare l’occhio non deve essere oscillante, deve in altre parole avere spettro e intensità
d’emissione costanti;
 non essere abbagliante per non arrecare offesa all’occhio e permettere la giusta percezione degli
oggetti meno illuminati;
 non provocare alterazioni dell’aria (né chimicamente, con prodotti di combustione, né
fisicamente con la produzione d’eccessivo calore);
 avere spettro (cioè colore) il più vicino possibile a quello della luce naturale, sia per il benessere
della vista, sia per non alterare il colore degli oggetti.
La distribuzione della luce artificiale deve essere fatta, pertanto, tenendo presente che le esigenze
dell’illuminazione generale dei locali di lavoro sono diverse rispetto a quelle dei posti di lavoro.
Allo scopo di evitare un contrasto molesto tra illuminazione generale ed illuminazione localizzata, si
consiglia di mantenere un rapporto, fra i due livelli d’illuminamento, di uno a tre o comunque mai
superiore a cinque.

Indagine sui livelli d’illuminamento


A causa della sua capacità d’adattamento alla luminosità esistente nell’ambiente, l’occhio non è
assolutamente in grado di valutare il livello oggettivo d’illuminamento. Eseguendo misure con il
luxmetro ci si rende conto che differenze d’illuminamento da 1 a 10 lux sono percepite dall’occhio
umano come molto piccole, a meno che non ci si trovi in condizioni di semioscurità.
L’affaticamento visivo è invece molto maggiore con bassi livelli d’illuminamento. Da qui l’importanza
di eseguire rilevamenti strumentali.

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Mentre la misura del livello d’illuminamento (in lux) si effettua con uno strumento relativamente
semplice, il luxmetro, la misura della luminanza delle superfici e del contrasto luminoso richiede
strumenti più complessi.
L’indagine strumentale deve tendere a raccogliere le seguenti informazioni:
 dimensioni del locale, colori, capacità di riflettere la luce delle superfici, temperatura nelle
vicinanze delle sorgenti d’illuminazione;
 descrizione del sistema d’illuminazione generale e localizzato: lampade, quantità, distribuzione,
tipo d’armatura; ecc;
 tipo e caratteristiche dello strumento impiegato, data dell’ultima calibrazione (con il tempo gli
strumenti per la misura si “starano”);
 livello d’illuminamento misurato nei vari punti (posti di lavoro in particolare) in funzione del tipo
d’illuminazione artificiale inserita;
 luminanza della superfici visibili dai singoli posti di lavoro nelle direzioni comprese nel normale
angolo visivo del lavoratore, con particolare attenzione ai fenomeni d’abbagliamento.
I dati raccolti saranno utilizzati per valutare il livello d’illuminamento in relazione agli standard, i
rapporti di luminanza rispetto ai rapporti massimi raccomandati.
Le conclusioni saranno utili per migliorare la manutenzione dei corpi illuminati; per modificarne, se
necessario, il numero, la disposizione, il tipo; per introdurre un corretto uso dei colori ed infine per
verificare il grado di disaccordo tra la situazione esistente e i dati di progetto dell’impianto
d’illuminazione.

PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA DI STRUTTURE AD USO MEDICO


L’illuminazione di strutture ad uso medico deve essere progettata tenendo conto delle diverse esigenze
connesse alle persone presenti, rappresentati dai pazienti e dal personale sanitario, e alle funzioni in essa
svolte.
Una progettazione illuminotecnica accurata, insieme ad un’adeguata scelta di colori ed arredi, va prevista
allo scopo di creare ambienti confortevoli, adatti a persone particolarmente bisognose di tranquillità e
comfort.
Parte degli ambienti delle strutture sanitarie sono del tipo comune ad altre attività non specificatamente
mediche, per cui in esse si applicano i criteri illuminotecnici previsti per le strutture ordinarie (locali
tecnici, uffici, servizi, sale riunioni, WC, depositi…).
Le norme esistenti in Italia in materia d’illuminazione artificiale sono:
 Norma UNI EN 12464-1:2011 (in vigore dal 21/07/2011) “Luce e Illuminazione- Illuminazione
dei luoghi di lavoro- Parte 1- Luoghi di lavoro interni”;
 Cir. Min. LL.PP. n. 13011 del 22/11/1974 “Requisiti fisico - tecnici per le costruzioni
ospedaliere: proprietà termiche, di ventilazione e di illuminazione”;
 Norma UNI EN ISO 11197:2016 (in vigore dal 14/04/2016) “ Requisiti di sicurezza per unità di
alimentazione per uso medico”;
 Norma CEI EN 60598-2-25 (CEI 34-76) “ Apparecchi d’illuminazione Parte II: Prescrizioni
particolari- Sezione 25; Apparecchi d’illuminazione per gli ambienti clinici degli Ospedali e delle
Unità Sanitarie”;
 Norma CEI 62-118: “Apparecchi elettromedicali – Parte II Norme particolari per la sicurezza
d’apparecchi di illuminazione per uso chirurgico e per la diagnosi”.

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La norma UNI 10380 è stata abrogata dal 20/11/2003 e sostituita dalla già citata UNI EN 12464-1. Infine
esiste anche la norma CEI EN 60598-2-25 (CEI 34-76), che tratta unicamente gli apparecchi di
illuminazione per esame generale (regolabili, da montare su superfici, muro o soffitto, o da fissare ad un
banco mobile per l’esame medico) e da visita portatili, con l’esclusione di quelli per tavoli operatori.

La norma UNI EN 12464-1:2011


La norma UNI EN 12464-1:2011 fissa, per i vari tipi d’ambienti degli edifici di cura, i requisiti
illuminotecnici più importanti secondo i quali costruire gli impianti d’illuminazione, dettando i seguenti
parametri (indicati nella tabella inclusa nella norma stessa):
 Illuminamento medio mantenuto Em (in lux);
 Classe di qualità per la limitazione dell’abbagliamento G;
 Indice di resa del colore Ra.
Questa norma ha di fatto sostituito la UNI 10380, come già detto sopra, abrogata in data 20/11/2003.
Per la limitazione dell’abbagliamento del tipo diretto, il fattore G, la Norma impone il rispetto di curve
limite di luminanza, in relazione al livello di illuminazione, alla disposizione e al tipo di apparecchio
d’illuminazione.
Le classi di qualità per la limitazione dell’abbagliamento, variano dalla A alla E, secondo il tipo di
compito visivo o attività e va dal compito più difficoltoso a quello meno difficoltoso.

Tabella 1
CLASSI DI QUALITA’ PER LA LIMITAZIONE DELL’ABBAGLIAMENTO
CLASSE DI QUALITA’ G
PER LA LIMITAZIONE TIPO DI ATTIVITA’ SVOLTA NEL LOCALE
DELL’ABBAGLIAMENTO
A Attività che richiedono compiti visivi molto difficoltosi
B Attività che richiedono prestazioni visive elevate
C Attività che richiedono prestazioni visive normali
D Attività che richiedono prestazioni visive modeste
Per locali in cui le persone non sono ubicate in una posizione di lavoro
E precisa, ma si spostano svolgendo attività che richiedono prestazioni
visive modeste

Circa la resa del colore, si tratta delle caratteristiche di resa cromatica delle lampade che vengono
suddivise in cinque gruppi, passando da un’ottima resa del colore ad una scarsa, con indici da  90 a 20.

Tabella 2
INDICE DI RESA DEL COLORE DELLE SORGENTI LUMINOSE ED IMPIEGHI CONSIGLIATI
INDICE DI RESA
IMPIEGHI CONSIGLIATI
DEL COLORE Ra
90 Ambienti con necessità di resa dei colori estremamente elevata (es.esami clinici)
Ambienti civili e del terziario (abitazioni, alberghi, ristoranti, negozi uffici,
scuole, ospedali, ecc)
80Ra90
Ambienti industriali con necessità di resa dei colori elevata (stamperie,
colorifici, tessiture, ecc)
60Ra80 Ambienti industriali
40Ra60 Ambienti dove sono eseguiti lavori grossolani
20Ra40 Ambienti industriali con necessità di resa dei colori modesta.

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Per l’illuminamento medio mantenuto, la classe di qualità per la limitazione dell’abbagliamento diretto e
la resa del colore, la Norma UNI EN 12464-1 detta i seguenti parametri:

Tabella 3
PARAMETRI ILLUMINOTECNICI PER EDIFICI DI CURA
G
TIPO DI INTERNO, Fm
CLASSI DI QUALITA’ PER LA Ra
COMPITO E ILLUMINAMENTO MEDIO
LIMITAZIONE GRUPPO RESA DEL COLORE
ATTIVITA’ MANUTENUTO
DELL’ABBAGLIAMENTO
LOCALI DI USO GENERALE
Locali di attesa 200 C-22 80
Corridoi (durante il
200 C-22 80
giorno)
Corridoi (durante la
50 D-22 80
notte))
Day room 200 C-22 80
LOCALI PERSONALE
Ufficio personale 500 B-19 80
Stanza personale 300 B-19 80
CORSIE REPARTI MATERNITA’
Illuminazione generale 100 B-19 80
Illuminazione di lettura 300 B-19 80
Visita semplice 300 B-19 80
Visita e trattamento 1000 B-19 90
Luce notturna di
5 80
osservazione
Bagni e toilette per
200 C-22 80
pazienti
LOCALI DIAGNOSTICI
Illuminazione generale 500 B-19 90
Visita e trattamento 1000 B-19 90
LOCALI DI VISITA OCULISTICA
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita esterna dell’occhio 1000 90
Test di lettura e visione
500 A-16 90
dei colori
LOCALI DI VISITA OTORINOLARINGOIATRA
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita all’orecchio 1000 90
LOCALI ANALISI
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita e trattamento 50 B-19 80
SALA PARTO
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita e trattamento 1000 B-19 80
LOCALI DI CURA
Dialisi 500 B-19 80
Dermatologia 500 B-19 80
Endoscopia 300 B-19 80
Ingessatura 500 B-19 80

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Bagni medici 300 B-19 80


Massaggio e radioterapia 300 B-19 80

CAMERE OPERATORIE
Locale pre operatorio 500 B-19 90
Sala operatoria 1000 B-19 90
Da 10000 a 100000 lx con
Area operatoria
apparecchi speciali
RIANIMAZIONE E CURE INTENSIVE
Illuminazione generale 100 B-19 90
Visita semplice 300 B-19 90
Visita e trattamento 1000 B-19 90
Osservazione notturna 20 B-19 90
ODONTOIATRIA
Illuminazione generale 500 90
Sul paziente 1000 90
Area operatoria 5000 90
Osservazione colore denti 5000 90
LABORATORIO E FARMACIA
Illuminazione generale 500 B-19 80
Ispezione colori 1000 B-19 90
LOCALI DECONTAMINAZIONE
Locali sterilizzazione 300 C-22 80
Locali disinfestazione 300 C-22 80
LOCALE AUTOPSIA E CAMERA MORTUARIA
Illuminazione generale 500 B-19 90
Tavolo per autopsia e
5000 90
disserzione

Come si vede, per gli ambienti medici i gruppi sono solo di tipo 1A e 1B, dove il primo è riservato ai
locali per visita e trattamento di pazienti (Ra90) e il secondo agli altri.
Un serio progetto illuminotecnico, e quindi la scelta di tipo e disposizioni dell’apparecchio di
illuminazione e del tipo di lampada, deve essere eseguito non solo rispettando i parametri precedenti, ma
anche tenendo conto degli altri requisiti fissati dalla Norma, ovvero:
 Uniformità d’illuminazione;
 Colore della luce;
 Fattore di mantenimento;
 Distribuzione delle luminanze;
 Limitazione dell’abbagliamento riflesso.
Per quanto riguarda il colore della luce, le lampade vengono suddivise in tre gruppi, secondo le
temperature di colore (in K).

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Tabella 4
SUDDIVISIONE IN GRUPPI DELLE LAMPADE
PER INTERNI, SECONDO LA LORO TEMPERATURA DI COLORE
TEMPERATURA DI COLORE
LUCE
TC
 3300K Bianca-calda
Compresa tra 3300K e 5300K Bianca-neutra
 5300K Bianca-fredda

Il valore delle temperature di colore che vedono possedere le sorgenti luminose dipende anche dal livello
d’illuminamento. Negli ambienti ad uso medico il colore della luce è generalmente del tipo W, ma anche
del tipo I e, ad esempio, per illuminazione localizzata ad elevato livello, del tipo C.
Di seguito, per i principali tipi di locali medici, vengono riportate sinteticamente le caratteristiche
illuminotecniche e quelle degli apparecchi d’illuminazione fissi.

Sale operatorie
È necessario distinguere due sistemi d’illuminazione:
 illuminazione generale dell’ambiente;
 illuminazione del tavolo operatorio.

Illuminazione generale dell’ambiente: dalla tabella 3 risulta che nelle Sale Chirurgiche bisogna garantire
un livello d’illuminazione generale di 1000 lux. Per evitare che non si abbiano eccessivi contrasti di
luminanza rispetto al tavolo operatorio, occorre che tra il sistema di illuminazione generale e quello del
tavolo operatorio i rapporti di luminanza vengano limitati tra 5/1 e 10/1.
È consigliabile pertanto disporre gli apparecchi d’illuminazione intorno al tavolo operatorio, schermati al
fine di evitare fenomeni d’abbagliamento ed ottenere un adeguato livello d’uniformità.
È comunque da tener bene presente che gli apparecchi d’illuminazione devono essere compatibili con le
esigenze d’asetticità dell’ambiente.

Illuminazione del tavolo operatorio: deve essere in grado di fornire un adeguato livello d’illuminazione
sull’area in cui il chirurgo opera. L’illuminamento, compreso tra 10.000 e 100.000 lux, è ottenuto
mediante lampade scialitiche, vale a dire per mezzo di uno speciale sistema di diffusione della luce a più
punti, tale che la luce non presenti ombre.
Tale caratteristica è primaria per le lampade per sale chirurgiche. Oltre ad evitare le ombre, la lampada
scialitica deve offrire una buona capacità di penetrazione della luce tale da consentire al chirurgo di
operare anche in cavità con un’ottima luminosità. La Norma che viene applicata per queste
apparecchiature è la CEI 62-118 “Apparecchi elettromedicali – Parte II Norme particolari per la
sicurezza d’apparecchi d’illuminazione per uso chirurgico e per la diagnosi”.

Anche nei locali funzionalmente collegati alle sale operatorie, allo scopo di consentire un rapido
adattamento visivo, è necessario installare un’illuminazione ed apparecchi d’illuminazione aventi le
stesse caratteristiche di quelli generali delle sale operatorie.

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Sale per terapia intensiva


In questi ambienti, l’illuminazione deve essere progettata in modo da consentire al personale medico e
parametrico di effettuare operazioni di visita e medicazione, osservazione dei pazienti e della
strumentazione e, trattandosi d’ambienti nei quali i pazienti non devono essere infastiditi da sorgenti
luminose, l’illuminazione deve avere un effetto gradevole e tranquillante.
È necessario pertanto disporre di un’illuminazione generale con un livello d’illuminazione di 100 lux, di
un’illuminazione notturna con 20 lux e di un’illuminazione per visita e trattamento con livello compreso
tra 300 e 1.000 lux.
Per l’illuminazione generale si possono avere apparecchi d’illuminazione a soffitto, mentre per le visite e
i trattamenti, generalmente si impiegano sorgenti luminose comprese in unità d’alimentazione attrezzate
a parete (travi testa-letto) o sospese (travi-pensili e/o elettroni pensili).

Sale di degenza
L’illuminazione generale delle camere di degenza deve essere adattata alle esigenze del malato, il quale
trascorre parte del suo tempo quasi interamente a letto. Essa deve creare un’atmosfera gradevole e non
deve abbagliare né il paziente né il personale.
L’illuminazione indiretta con un illuminamento minimo di 100 lux, ottenuta preferibilmente con
apparecchi testa-letto ubicati a mt. 1,70 di altezza in corrispondenza di ogni letto, è la soluzione migliore.
Si suggerisce un colore della luce bianco caldo, con ottime qualità di resa del colore. Ogni posto letto
deve disporre di una luce di lettura, schermata nei confronti del vicino. L’intensità luminosa, misurata nel
punto normalizzato, deve essere di 300 lux.
L’illuminazione notturna con un livello d’illuminamento di 5 lux può essere realizzata con lampade
disposte nei testa-letto oppure con apparecchi posti a parete nella stanza ad altezza di 35 cm dal
pavimento.
L’illuminazione per la visita medica deve essere in grado di fornire al personale medico e parametrico
un’alimentazione adeguata a svolgere l’attività di visita e assistenza del malato.
Viene di solito adottata per la visita medica e l’assistenza dei pazienti una luce supplementare che non
abbaglia il personale, con un illuminamento di 1.000 lux. Anche in questo caso l’illuminazione può
essere realizzata con lampade disposte nel testa-letto. Per quanto riportato sopra, risulta conveniente
l’utilizzo di apparecchi testa-letto, che esplicano le varie funzioni viste.

Ambulatori e locali per esami


Il livello d’illuminamento di questi ambienti varia notevolmente in relazione all’attività medica espletata
e del compito visivo connesso. La tabella 3 fornisce i valori dei lux che bisogna assicurare.
In generale è quasi sempre necessario prevedere due diversi sistemi d’illuminazione: un sistema
d’illuminazione generale che fornisca una luce uniforme all’ambiente ed un sistema d’illuminazione
orientabile, e possibilmente variabile, anche nelle dimensioni del cono di luce generato.

Laboratori di analisi e locali adibiti a farmacia


Anche in questi ambienti bisogna distinguere due diverse condizioni d’illuminazione: un’illuminazione
generale con un grado uniforme d’illuminamento di 300 lux ed una illuminazione locale più elevata o
direzioni particolari della luce in corrispondenza di alcune postazioni. Generalmente in questi ambienti è
richiesto un elevato grado di resa del colore, indispensabile per un corretto giudizio ottico sulle sostanze

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e sui preparati da analizzare, così come è necessario evitare riflessi fastidiosi sulle superfici di lavoro o
sulle apparecchiature utilizzate.

Altre sale ed ambienti particolari


Nei locali per cure, sale per il personale medico, ambienti comuni, ecc., l’alimentazione deve rispettare i
parametri indicati in tabella 3 e i normali criteri illuminotecnica, in relazione alle funzioni e alle esigenze
ad essi connessi.
In generale, per ambienti in cui si svolgono funzioni delicate in cui è richiesto un certo grado di asetticità
(es. sale sterili) è necessario installare idonei apparecchi d’illuminazione che garantiscono la massima
pulizia. Si tratta d’apparecchi a soffitto o incassati direttamente nei controsoffitti, realizzati in modo da
non rappresentare un ricettacolo di polveri e batteri, del tipo stagno con sufficiente grado di protezione
IP, aventi uno schermo in vetro temprato o in materiale plastico con superficie esterna liscia.

Obitorio
Le indicazioni per l’illuminazione generale sono di 750 lux. Generalmente sono utilizzate plafoniere per
interni della classe di protezione IP 54 con le coppe prismatiche in plexiglas.
Per l’illuminamento sul tavolo per autopsia e disserzione, sono richiesti 5.000 lux. Risulta in genere
sufficiente l’utilizzo di una grande unità fissa affiancata da faretti variamente orientati, studiati per
aumentare il livello d’illuminamento in corrispondenza del tavolo per autopsia. Tutte le sorgenti
impiegate devono essere caratterizzate da un’ottima resa del colore.

Valori limite dettati dalle norme


L’illuminazione degli ambienti di lavoro (espressa in lux) deve essere ovviamente valutata sulla base
delle varie attività lavorative. L’art. 10 del DPR 303/56 (che prevedeva limiti ben precisi, ma troppo
bassi) è stato abrogato dal D.Lgs. 626/94, superato poi dal Dlgs 81/08 che, non introducendo nuovi limiti
minimi specifici, permette in pratica di adeguarsi ai più corretti standard europei.

Confronto con i nuovi standard europei (valori espressi in lux)


Locali o tipo di lavoro Vecchie Standards
disposizioni del europei
DPR 303/56
Deposito 10 100 - 200
Aree di passaggio 20 100 - 200
Lavori grossolani 40 200 - 400
Lavori di media finezza (illuminazione generale) 20 200 - 400
Lavori di media finezza (illuminazione 100 1000 - 2000
localizzata)
Lavori fini (illuminazione generale) 40 400 - 800
Lavori fini (illuminazione localizzata) 200 2000 - 4000
Lavori finissimi (illuminazione generale) 60 800 - 1200
Lavori finissimi (illuminazione localizzata) 300 4000 - 6000

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Le norme tecniche riportano inoltre le seguenti indicazioni, che oltre la quantità di illuminamento
tendono a dare standard di riferimento riguardo alla qualità dell’illuminamento:
 l’illuminamento, all’interno di uno stesso locale di lavoro, deve essere il più possibile uniforme,
in modo che l’occhio dell’operatore non venga costretto a continui adattamenti alle diverse
luminosità;
 nelle aree di un locale di lavoro, che non sono sede del compito visivo, il valore medio
dell’illuminamento non deve essere mai minore di un terzo del valore medio dell’illuminamento
nella zona sede del compito visivo;
 nel caso di due locali adiacenti, il rapporto tra l’illuminamento medio del locale più illuminato e
quello del locale meno illuminato non deve essere maggiore di 5.

Dopo l’abrogazione del vetusto art. 10 del DPR 303/56 non esistono al momento norme italiane che
stabiliscano dei limiti fissi (evidentemente minimi) di illuminamento, salvo che per alcuni casi
particolari. In molti articoli di varie leggi vengono comunque date chiare indicazioni sulle caratteristiche
dell’illuminamento negli ambienti di lavoro. Segue un quadro sinottico che raccoglie quelle che al
momento sono i riferimenti più importanti.

Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la particolarità del
Art. 2087 cod. civ. lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la
personalità morale dei lavoratori"
I locali utilizzati dai lavoratori devono essere illuminati in modo sufficiente ed opportuno;
Art. 9 Legge 864/70
per i locali di lavoro l’illuminazione per quanto è possibile, deve essere naturale
Art. 7.1 lettera a) L’illuminazione garantita dai sistemi di sicurezza lungo i percorsi d’esodo d'emergenza
D.M. 26 agosto 1992 deve essere non inferiore a 5 lux
 1.10.1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle
lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono
disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di
lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione
artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di
lavoratori.
Dlg. 81/08
 1.10.2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione
ALLEGATO IV
devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non
requisiti dei
rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori.
luoghi di lavoro
 1.10.3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a
rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di
1.10 Illuminazione
un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità.
naturale ed
 1.10.4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale
artificiale dei luoghi
devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
di lavoro
 1.10.5. Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con
luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.
 1.10.6. Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o
procedimenti, non sia possibile illuminare adeguatamente gli ambienti, i luoghi ed
i posti indicati al punto 1.10.5, si devono adottare adeguate misure dirette ad
eliminare i rischi derivanti dalla mancanza e dalla insufficienza della
illuminazione.

RILIEVI LUXMETRICI
Il luxmetro numerico portatile CLIMALUX N, prodotto dai LABORATORI DI STRUMENTAZIONE
S.p.A., è uno strumento destinato al rilevamento dei dati ambientali di illuminazione durante

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l’investigazione delle condizioni di lavoro, abitabilità, agibilità e comfort visivo che sono influenzate non
solo dall’illuminazione assoluta, ma anche dall’ammontare della frazione di luce naturale esterna
presente nell’ambiente. Il CLIMALUX N, composto da un indicatore corredato di uno o due sensori,
CL1 e CL2, per diverse intensità di illuminazioni, misura il valore di illuminazione (lux), e computa
direttamente il coefficiente di luce diurna (CID) dell’ambiente in esame. Una notevole precisione e
l’ampio campo di misura da 0 a 100.000 lux permettono l’impiego del CLIMALUX N sia in ambienti
confinati con scarsa illuminazione, sia all’esterno in presenza di luce solare diretta. La sensibilità
spettrale dei sensori impiegati è adattata a quella dell’occhio umano per mezzo di un filtro appropriato,
mentre lo speciale diffusore opalino umbonato consente di minimizzare l’errore angolare, integrando la
misura delle sorgenti di luce non perpendicolari al sensore stesso.

Attuazione delle misure sperimentali


Per effettuare le misure di illuminazione viene scelto preventivamente il sensore che più si adattava al
tipo di misura da effettuare: per illuminazione inferiori a 10.000 lux è impiegato il sensore CL1, per
illuminazioni superiori a 10.000 lux è impiegato il sensore CL2. I sensori sono stati posti in vari punti dei
locali, secondo la destinazione d’uso di questi ultimi (sul lettino nelle sale da visita e ambulatori, vicino
ai testa letto nelle sale di degenza, al centro dei corridoi per collegamenti tra i reparti). Le misure sono
effettuate ponendo particolare attenzione a non influenzare con il proprio corpo il sensore stesso, e
leggendo il valore rilevato direttamente sul display del luxmetro.

La Valutazione del rischio illuminotecnico


Al termine della campagna di rilevamento con lo strumento CLIMALUX N si dispone di una serie di dati
che individuano il livello di illuminamento medio dei locali della struttura sanitaria, assieme a tutta una
serie di condizioni ambientali che vanno dall’analisi della destinazione d’uso dei locali alla
considerazione della esposizione dei posti di lavoro rispetto alle sorgenti di luce, siano essi artificiali o
naturali, dall’esame a vista e diretto dell’impianto elettrico, con particolare riferimento alle
apparecchiature che garantiscono l’illuminazione artificiale, alla consuetudine e familiarità degli
operatori con queste particolari attrezzature.
Sulle basi di questa messe di dati è stato possibile disegnare un percorso metodologico che ci ha
permesso di svolgere una esauriente valutazione del rischio da illuminamento, fornendo i risultati
secondo il consueto schema del Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO che si
articola su quattro livelli crescenti di rischio.

Metodologia di valutazione
Il processo di valutazione è stato regolato su due diverse griglie di valutazione che il SPP ha
originalmente provveduto a progettare. Nella prima griglia, che abbiamo chiamato “di valutazione della
rilevazione strumentale” sono stati individuati quattro diversi livelli di rischio a seconda del valore di
scostamento dell’illuminamento medio riscontrato rispetto a quello consigliato dalla norma di riferimento
UNI EN 12464-1. Si tratta in buona sostanza dell’attribuzione di un punteggio variabile da 1 a 4 che il
valutatore può dare alla condizione di illuminamento riscontrata solo sulla base del confronto con il
valore richiesto dalla norma. Ovviamente i punteggi più alti saranno forniti per quelle condizioni in cui la
differenza con il valore consigliato e più grande. Si tenga presente che l’attribuzione del punteggio in
questa griglia è stato effettuato con il criterio di considerare più gravi le condizioni illuminamento
inferiore al valore consigliato rispetto a quelle situazioni in cui l’illuminamento è maggiore e quindi può

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dare solo un rischio di abbagliamento. Per sua natura questa griglia di valutazione può essere avvicinata
di molto a quelle che tipicamente si utilizzano nella valutazione dei rischi strutturali, allorché si cerca di
dare dei valori numerici alla scala della gravità (la cosiddetta magnitudo del danno).

Griglia di valutazione della rilevazione sperimentale


LIVELLO DI
RISCHIO DA TEMPISTICA
MISURA SPERIMENTALE
RILEVAZIONE INTERVENTO
SPERIMENTALE
L’Illuminamento rilevato è minore (oltre il 50%) del valore
4 Immediato
consigliato
L’Illuminamento rilevato è minore (entro il 20% ed il 50%) del
valore consigliato – oppure -
l’Illuminamento rilevato è maggiore (oltre il 50%) del valore 3 Breve termine
consigliato;
L’Illuminamento rilevato è minore (entro il 20%) del valore
consigliato – oppure -
2 Medio termine
l’Illuminamento rilevato è maggiore, (entro il 20% ed il 50%)
del valore consigliato;
L’Illuminamento rilevato è maggiore (entro il 20%) del valore
1 Lungo termine
consigliato;

Una seconda griglia, che abbiamo definito “di valutazione delle condizioni ambientali” descrive invece
una ulteriore serie di 4 punteggi che è possibile attribuire alle condizioni al contorno che si sono
riscontrate all’atto dell’indagine, con riferimento all’adeguatezza degli impianti e dei luoghi di lavoro.
Mutuando un discorso molto simile a quello valido per la precedente griglia delle gravità, questa seconda
(che tiene in conto delle cause del rischio da illuminamento) può essere a sua volta avvicinata alla scala
di valutazione delle probabilità. Diversamente però dalla tipica metodologia del rischio strutturale, nella
quale si moltiplicano i valori di probabilità e gravità per dare una misura matematica del rischio, nel
nostro caso è stato necessario dare un maggior peso alla rilevazione strumentale. Cioè la metodologia di
valutazione del rischio da illuminazione prevede che in una prima fase si attribuisca un livello di rischio
solo con la griglia di valutazione strumentale e che questo livello possa solo peggiorare di un valore uno
se contemporaneamente nella seconda griglia viene attribuito un livello di rischio maggiore del primo.

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Griglia di valutazione delle condizioni ambientali


LIVELLO DI
CONDIZIONE RISCHIO DA TEMPISTICA
AMBIENTALE CONDIZIONE INTERVENTO
AMBIENTALE
Ambiente in assenza di illuminamento 4 Immediato

Ambiente con inadeguata sorgente di luce artificiale


3 Breve Termine
(es. testa letto utilizzate come lampade d’ufficio)

Ambiente con sorgente di luce artificiale non


2 Medio termine
funzionante

Ambiente con sorgente di luce artificiale e naturale


1 Lungo termine
esistente ma non utilizzata adeguatamente

Diagramma di flusso della Metodologia

legenda dei simboli del paragrafo


Å: Angstrom, misura di lunghezza pari a 1 x 10-10 metri
: lunghezza d’onda di radiazioni elettromagnetiche
T: periodo di un’onda elettromagnetica
c: velocità della luce

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f: frequenza dell’onda elettromagnetica


F: flusso luminoso
W: potenza trasportata dalla radiazione elettromagnetica
V: coefficiente di visibilità
Km: fattore di conversione del flusso energetico in flusso luminoso
I: intensità luminosa
w: angolo solido
Im: intensità luminosa media
L: illuminamento
A: area della superficie che riceve il flusso luminoso
U: luminanza
R: radianza
: rendimento luminoso
Ra: indice di resa cromatica
Tc: temperatura di colore
E: efficienza luminosa
P: potenza elettrica
Pu: potenza luminosa in uscita
Pp: potenza persa

2.4.8.7 Metodologia per la valutazione del rischio da MMC


Col termine movimentazione manuale dei carichi (MMC) si intendono quelle attività svolte da uno/più
operatori caratterizzate da sollevamento e/o deposizione, spinta, tiro, trasporto, spostamento o sostegno
di un peso che, a causa delle circostanze e delle condizioni con cui viene manipolato, potrebbe
comportare rischi per la sicurezza e per la salute, particolarmente a carico della colonna vertebrale dorso-
lombare.
Le attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di
patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, sono regolamentate espressamente
dal Titolo VI e dall’allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08.
Per quanto riguarda la movimentazione manuale dei carichi, (MMC), sono state effettuate apposite
indagini per valutare la presenza di situazioni nelle quali i pesi o le dimensioni dei carichi o le situazioni
nelle quali avviene la movimentazione siano da considerarsi "a rischio" tenuto conto delle indicazioni di
legge.
Infatti nell’ambito delle professioni sanitarie assumono particolare rilievo tra gli addetti alla
mobilizzazione dei pazienti le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale.
In particolare in ambito distrettuale sanitario, le operazioni che comportano una MMC sono effettuate
nelle attività assistenziali, in farmacia, e nei magazzini.
Sotto il profilo dei costi economici e sociali indotti in termini di assenza per malattia, cure, spostamenti
di mansione, invalidità, le lombalgie rappresentano uno dei principali problemi per chi si occupa degli
aspetti sanitari nel mondo del lavoro.
Il problema della movimentazione manuale di carichi è particolarmente rilevante in tutte quelle attività
che prevedano la movimentazione manuale degli infermi, oltre alle aree “classiche” come quelle di tipo
“deposito” o “magazzino”. Nella movimentazione degli infermi infatti ricorrono sinergicamente più
elementi che amplificano l’effetto fattore di rischio:

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- il carico ha un peso che è quasi sempre notevolmente superiore ai 20/30 kg (tranne le meno
frequenti eccezioni”pediatriche”);
- il carico è sprovvisto di appigli comodi;
- la movimentazione può facilmente richiedere la torsione del tronco.
Per questi motivi è stato posta particolare attenzione al problema nella valutazione dei rischi, nell’analisi
delle modalità operative e delle attrezzature a disposizione. A tale proposito il SPP ha ricercato in ambito
nazionale ed internazionale la metodologia che meglio si addicesse al descrivere compiutamente la
valutazione, anche provvedendo se necessario a frazionare il problema generale in più sottoproblemi da
affrontare e risolvere con metodologie diverse ma maggiormente orientate al problema.
Nella sottostante tabelle sono riportati sinteticamente le corrispondenze create tra i vari problemi di
movimentazione e la metodologia di valutazione che il SPP ha inteso utilizzare per meglio validare la sua
ricerca.

Problematica relativa alla MMC Metodo di valutazione


Movimentazione di carichi ciclica e ripetitiva Metodologia NIOSH classica
Operazioni di traino e spinta e trasporto in piano Metodologia SNOOK – CIRIELLO
Sollevamento di pazienti Metodologia MAPO

VALUTAZIONE DEL RISCHIO MMC


La valutazione del rischio MMC va effettuata sia in caso di azioni di movimentazione ricorrenti che
occasionali.

Azioni ricorrenti
Convenzionalmente si considera rilevante (e come tale meritevole di valutazione preliminare) ogni
azione di movimentazione manuale che sia svolta con una certa frequenza (> 1 volta all’ora nel turno) a
partire da un peso minimo di 3 kg: in questi casi, si debbono applicare formule e criteri tratti dalla
letteratura, in base ai quali si stabilisce se sussista o meno il rischio di sovraccarico bio-meccanico per
l’organismo del lavoratore.

Azioni occasionali
La valutazione, in questo caso, viene abitualmente effettuata con una semplice bilancia (per il
sollevamento e deposizione) ovvero con l’impiego di un dinamometro (in caso di movimentazione a
spinta, traino o a strascico). Tale valutazione, vagliate le condizioni operative, in particolare la distanza
dal corpo del peso che non deve mai essere eccessiva (ad es. > 63 cm) ed il punto di partenza o di arrivo
della movimentazione che non deve mai essere troppo lontano dal pavimento (ad es., > 175 cm), nonché
le condizioni ambientali in cui si opera (ad es., al freddo), terrà conto prevalentemente del superamento o
meno di uno dei valori massimi indicati dalle leggi del nostro Paese, oltre che delle condizioni fisiche del
soggetto:
Uomini
 adulti sani 30 kg
 ragazzi 15-18 anni 20 kg
Donne
 adulte sane 20 kg
 ragazze 15-18 anni 15 kg

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Analisi del rischio


Va effettuata tenendo presenti le caratteristiche del carico, dello sforzo fisico richiesto, dell’ambiente di
lavoro, delle esigenze connesse con l’attività e delle condizioni individuali del lavoratore.
1. Caratteristiche del carico – La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio se:
 il carico è troppo pesante
 è ingombrante o difficile da afferrare
 è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi
 è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato:
(a) ad una certa distanza dal tronco;
(b) con una torsione o un’inclinazione del tronco
 può causare lesioni al lavoratore in caso di urto (a motivo della struttura esterna e/o della
consistenza del carico stesso)
2. Sforzo fisico richiesto – Lo sforzo fisico può presentare un rischio se:
 è eccessivo
 può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco
 può comportare un movimento brusco del carico
 è compiuto con il corpo in posizione instabile
3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro – Le caratteristiche dell’ambiente di lavoro possono aumentare
il rischio se:
 lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell’ attività richiesta
 il pavimento è ineguale (rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore)
 il posto o l’ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione a un’altezza di
sicurezza o in buona posizione
 il pavimento o il piano di lavoro presentano dislivelli che implicano la manipolazione del carico a
livelli diversi
 il pavimento o il punto di appoggio sono instabili
 la temperatura, l’umidità o la circolazione dell’aria sono inadeguate
4. Esigenze connesse con l’attività – L’attività può comportare un rischio se implica:
 sforzi fisici troppo frequenti o troppo prolungati che sollecitano, in particolare, la colonna
vertebrale
 periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente
 distanze troppo grandi di:
a) sollevamento;
b) abbassamento;
c) trasporto
 un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore
5. Fattori individuali di rischio – Il lavoratore può incorrere in un rischio (accresciuto) nei seguenti casi:
 è portatore di inidoneità fisica a svolgere il compito in questione
 indossa indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati
 non gli è stata fornita sufficiente ed adeguata informazione e formazione.

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Livelli di protezione
I valori limite di peso movimentabile manualmente nelle condizioni operative analizzate possono essere
selezionati – in ossequio alla letteratura corrente - in funzione del livello prescelto di protezione che si
vuole o che si riesce ragionevolmente ad applicare per la tutela della popolazione lavorativa considerata:
tale livello di protezione, ad esempio, può variare percentualmente da un realistico e spesso fattibile 90%
(che implica tuttavia un 10% di soggetti sani ipoprotetti) fino ad un ideale e meno facilmente realizzabile
99,9% di protetti (che assicura pressoché la certezza che non vi saranno individui sani ipoprotetti).

CRITERI GENERALI DI VALUTAZIONE


In particolare in ambito strettamente sanitario, le operazioni che comportano una MMC tradizionale con
attività di sollevamento (valutabile con metodologia NIOSH) sono effettuate nelle attività assistenziali, in
farmacia, nei magazzini, nei servizi, nella diagnostica e sicuramente in tutte le mansioni che afferiscono i
distretti territoriali. Negli stessi ambienti si attua in misura minore attività di tira e spingi (valutabile con
metodologia SNOOK E CIRIELLO) che per il minimo ordine di grandezza viene trascurata rispetto alle
altre metodiche. Invece nel caso specifico dei Reparti Ospedalieri o negli Hospice è sicuramente
prevalente l’attività di sollevamento pazienti, per cui si utilizzerà, per questa tipologia di attività la
metodologia MAPO.
Di seguito si riporta una tabella in cui si riporta la corrispondenza tra le mansioni previste per tutti gli
operatori della ASL SALERNO e la corrispondente metodologia, NIOSH e/o MAPO e/o SNOOK-
CIRIELLO (S/C), utilizzata per la valutazione del rischio da MMC.

MANSIONE METODO ADOTTATO


COMPARTO TECNICO-AMMINISTRATIVO
Dirigente di Macrostruttura/ Funzionario Responsabile NON soggetto a rischio MMC
Impiegato/Assistente Amministrativo NON soggetto a rischio MMC
Programmatore CED/Videoterminalista NON soggetto a rischio MMC
Commesso NIOSH – S/C
Archivista NIOSH – S/C
Tecnico della Prevenzione/Ispettore (ruolo sanitario) NON soggetto a rischio MMC
Tecnico della Prevenzione/Medico Veterinario (ruolo sanitario) NON soggetto a rischio MMC
Assistente Tecnico/Geometra/Perito NON soggetto a rischio MMC
COMPARTO LABORATORIO
Medico – Responsabile Laboratorio Biomedico NON soggetto a rischio MMC
Medico - Biologo NON soggetto a rischio MMC
Medico di Anatomia Patologica NON soggetto a rischio MMC
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico NON soggetto a rischio MMC
Tecnico Sanitario di Anatomia Patologica NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Coordinatore Centro Trasfusionale NON soggetto a rischio MMC
Infermiere collaboratore Centro Trasfusionale NIOSH – S/C
O.T.A., Ausiliario Specializzato NIOSH – S/C
COMPARTO DEGENZE E TERAPIE
Medico Responsabile di U.O. Discipline Chirurgiche NON soggetto a rischio MMC

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Medico Responsabile di U.O. Discipline Mediche NON soggetto a rischio MMC


Medico Discipline Chirurgiche NON soggetto a rischio MMC
Medico Discipline Mediche NON soggetto a rischio MMC
Medico Responsabile U.O. Malattie Infettive NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Coordinatore Discipline Chirurgiche MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore Discipline Chirurgiche MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline Chirurgiche MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) Discipline Chirurgiche MAPO/NIOSH– S/C
Ausiliario Discipline Chirurgiche MAPO/NIOSH– S/C
Ostetrica MAPO/NIOSH– S/C
Puericultrice MAPO/NIOSH– S/C
Vigilatrice MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere pediatrico MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere generico MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline Mediche MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) Discipline Mediche MAPO/NIOSH– S/C
Ausiliario Discipline Mediche MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Coordinatore (Malattie Infettive) MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore (Malattie Infettive) MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Socio Sanitario (OSS) (Malattie Infettive) MAPO/NIOSH– S/C
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) (Malattie Infettive) MAPO/NIOSH– S/C
Ausiliario Malattie Infettive MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore DH Oncologico MAPO/NIOSH– S/C
Medico Pronto Soccorso/PSAUT/OBI MAPO/NIOSH
Infermiere coordinatore Pronto Soccorso/PSAUT/OBI MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere collaboratore Pronto Soccorso/PSAUT/OBI MAPO/NIOSH– S/C
OSS (P.Socc./PSAUT/OBI) MAPO/NIOSH– S/C
OTA (P.Socc./PSAUT/OBI) MAPO/NIOSH– S/C
Ausiliario (P.Socc.) MAPO/NIOSH– S/C
Medico Dipartimento Salute Mentale MAPO/NIOSH
Infermiere Coordinatore Salute Mentale MAPO/NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore Salute Mentale MAPO/NIOSH– S/C
OSS Salute Mentale MAPO/NIOSH– S/C
OTA Salute Mentale MAPO/NIOSH– S/C
Ausiliario Salute Mentale MAPO/NIOSH– S/C
Medico SPDC MAPO/NIOSH
Infermiere Coordinatore SPDC MAPO/NIOSH– S/C
Infermieri Collaboratore SPDC MAPO/NIOSH– S/C
OSS SPDC MAPO/NIOSH– S/C

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OTA SPDC MAPO/NIOSH–S/C


Ausiliario SPDC MAPO/NIOSH–S/C
COMPARTO AMBULATORI
Medico NON soggetto a rischio MMC
Medico (Dipartimento Salute Mentale) NON soggetto a rischio MMC
Medico Medicina del Lavoro Aziendale NON soggetto a rischio MMC
Medico Legale NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Coordinatore NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Collaboratore NON soggetto a rischio MMC
Operatore Socio Sanitario (OSS - Ambulatori) NIOSH– S/C
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA - Ambulatori) NIOSH– S/C
Ausiliario (Ambulatori) NIOSH– S/C
Sociologo, Psicologo, Ass. sociale, Educ., Animatore., Comunicatore,
NIOSH
Tecnico di riabilitazione psichica
Tecnico di riabilitazione (Fisioterapista, FisioKinesiterapista) NIOSH
Tecnico di riabilitazione (Massoterapista) NIOSH
Tecnico di riabilitazione (Logopedista) NON soggetto a rischio MMC
Tecnico di riabilitazione (Ortottista) NON soggetto a rischio MMC
Tecnico di riabilitazione (Audiometrista) NON soggetto a rischio MMC
Tecnico della Riabilitazione Cardiaca NIOSH
Infermiere Collaboratore SERT MAPO/NIOSH– S/C
COMPARTO BLOCCO OPERATORIO
Medico Chirurgo NON soggetto a rischio MMC
Medico Anestesista NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Coordinatore NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore NIOSH– S/C
OSS, OTA, Ausiliario NIOSH– S/C
COMPARTO DIAGNOSTICA
Medico Radiologo Dirigente di U.O. NON soggetto a rischio MMC
Medico Radiologo NON soggetto a rischio MMC
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica NON soggetto a rischio MMC
Infermiere Collaboratore di Radiologia Medica NIOSH– S/C
OTA di Radiologia Medica NIOSH– S/C
Ausiliario di Radiologia Medica NIOSH– S/C
COMPARTO SERVIZI GENERALI
Farmacista NIOSH
Magazziniere NIOSH– S/C
Autista Logistica NIOSH– S/C
Barbiere NON soggetto a rischio MMC
Necroforo NIOSH– S/C
Addetto alla sartoria NIOSH

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Guardia giurata NON soggetto a rischio MMC


Centralinista NON soggetto a rischio MMC
Portiere NON soggetto a rischio MMC
Pittore – Scenografo NIOSH
Assistente Religioso NON soggetto a rischio MMC
Accalappiacani NON soggetto a rischio MMC
COMPARTO SERVIZI MANUTENZIONE
Giardiniere NIOSH
Elettricista NIOSH
Meccanico NIOSH
Operaio NIOSH
Falegname NIOSH
Conduttore di Caldaie NIOSH
Idraulico NIOSH
Fabbro NIOSH
EMERGENZE
Medico Emergenza e Medico Anestesista NIOSH
Infermiere Collaboratore per emergenza e addetto mezzi di soccorso NIOSH– S/C
Autista – Soccorritore NIOSH– S/C
Infermiere Collaboratore emergenza Centrale Operativa NON soggetto a rischio MMC
LAVORO EQUIPARATO
Tirocinante - Allievo di corso NON soggetto a rischio MMC

Per quanto attiene il valore dell’indice di rischio valutato con la metodologia MAPO, si precisa che
questo è riferito al reparto anziché alle singole mansioni e sarà valido per tutti gli operatori (a prescindere
dalla mansione, dal sesso e dall’età) impegnati in sollevamento pazienti all’interno del reparto analizzato.
Naturalmente sono escluse dall’applicazione delle diverse metodiche tutte quelle mansioni, come
indicato in tabella, per cui il rischio da MMC, da una valutazione preliminare, è considerato non rilevante
a priori.

CALCOLO DELL’INDICE MAPO


Attività in rischio
Le affezioni muscolo-scheletriche sono di frequente riscontro nei lavoratori ospedalieri, soprattutto
infermieri e ausiliari; infatti l’organizzazione del lavoro impone loro sia la frequente assunzione di
posture fisse prolungate, sia il sollevamento e il trasporto di carichi. Le situazioni più a rischio, sulla base
della percezione dello sforzo degli operatori, sono: sollevare il paziente dal letto ad una carrozzina,
ruotare il paziente a letto, sollevare il paziente sul cuscino, alzare lo schienale del letto. Tali operazioni
diventano particolarmente gravose nel caso di degenti che non possono collaborare come spesso accade
nei reparti di riabilitazione, rianimazione, pronto soccorso, chirurgia ed ortopedia, residenze geriatriche.

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Gli indici espositivi MAPO


L’applicazione di un indice sintetico d’esposizione al rischio di recente definizione, denominato
M.A.P.O. – Movimentazione ed Assistenza del Paziente Ospedalizzato, elaborato dall’Unità di
Ricerca “Ergonomia della Postura e del Movimento afferente” all’ICP-CEMOC di Milano (Istituti
Clinici di Perfezionamento-Centro di Medicina Occupazionale), permette di pervenire a valutazioni
maggiormente discriminanti in base alle specifiche peculiarità dell’attività considerata. È ipotizzato che,
nei reparti di degenza, le operazioni di movimentazione manuale coinvolgano pazienti non
autosufficienti dal punto di vista deambulatorio e materiali vari e sottintendano anche il trascinamento di
carichi su ruote; mentre le ultime due attività citate possono essere considerate residuali, la
movimentazione dei pazienti rappresenta il fattore di rischio prevalente.
Vengono quindi considerati in modo integrato vari fattori specifici, quali il carico assistenziale indotto
dalla presenza di pazienti non autosufficienti, il grado e la tipologia della disabilità motoria di questi
ultimi, il numero di operatori presenti nel reparto e la turnazione degli stessi, le attrezzature in dotazione,
le caratteristiche strutturali del reparto, la formazione del personale,così da pervenire ad un’analisi
esaustiva dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro.
Ai suddetti fattori vengono assegnati valori numerici, per poterli integrare in una formula matematica che
permette di calcolare l’indice di rischio; anche in questo caso il risultato viene confrontato con valori
soglia prestabiliti, così da evidenziare l’entità dell’esposizione del lavoratore nel periodo in esame.

Caratteristiche dell’indice MAPO


Le principali caratteristiche dell’ Indice di cui trattasi sono le seguenti:
- è espressamente elaborato al fine di valutare il rischio cui sono esposti gli operatori,
principalmente infermieri ed ausiliari, che svolgono la propria attività lavorativa nell’ambito dei
reparti di degenza ospedaliera, attraverso l’identificazione e la successiva quantificazione di
fattori specifici e ponderati;
- si avvale di una scheda di rilevazione ed una di calcolo, che consentono di rilevare in maniera
rapida e diretta tutti i dati necessari, così da pervenire al calcolo dell’indice di rischio;
- il risultato valutativo riguarda tutto il personale addetto all’assistenza ed alla cura dei degenti,
operante nel reparto in esame e non esclusivamente il singolo operatore; questo è conseguenza
del fatto che i fattori considerati nel calcolo dell’indice di rischio, si riferiscono alle
caratteristiche strutturali ed organizzative del reparto nella sua interezza;
- non viene fatta alcuna distinzione relativamente all’esposizione al rischio, fra le figure operanti
all’interno del reparto, addette all’assistenza ed alla cura dei pazienti, principalmente infermieri
generici e professionali ed ausiliari, ipotizzando che nel complesso l’impegno profuso da
ciascuna di queste sia paragonabile in relazione alle operazioni di movimentazione dei degenti;
- l’apporto al rischio complessivo cui sono esposti gli operatori, determinato dalle movimentazioni
di oggetti o dal trascinamento di carrelli, viene considerato trascurabile; ne consegue un’estrema
semplificazione dell’analisi valutativa;
- non pervenendo ad una valutazione “personalizzata”, il metodo comporta, al fine dell’analisi del
rischio corso da un operatore sanitario durante l’intero iter lavorativo, la valutazione di tutti i
reparti presso i quali il lavoratore stesso ha prestato servizio nel corso degli anni;
- nel calcolo dell’indice di rischio, non viene fatta alcuna discriminazione relativamente al sesso
dell’operatore, cosicché non vi è alcuna differenza nelle valutazioni effettuate fra operatori di
sesso diverso nell’ambito del medesimo reparto.

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- non viene presa in considerazione l’anzianità di servizio del singolo operatore, ovvero non è
possibile pervenire ad alcuna differenziazione ai fini della valutazione del rischio, in base al
numero di anni di lavoro trascorsi presso il reparto in esame;
- il metodo non prevede un’analisi quali-quantitativa delle posture incongrue eventualmente
assunte dagli operatori nell’effettuazione delle movimentazioni dei pazienti;
- è applicabile esclusivamente ai reparti di degenza generici, non essendo valido per strutture
dedicate, quali ad esempio, i blocchi operatori, il pronto soccorso, le strutture di riabilitazione
funzionale e quei reparti ove l’organizzazione del lavoro si differenzia da quella standard, come
nel caso dei reparti di rianimazione ove i pazienti sono costretti a rimanere allettati senza
necessità di essere movimentati;
- è comunque un metodo di recente introduzione, che necessita di ulteriori studi, approfondimenti e
validazioni, suscettibile di ulteriori modificazioni.

Calcolo dell’indice M.A.P.O.


L’indice sintetico di esposizione MAPO viene calcolato secondo la seguente espressione:
M.A.P.O.=(NC/Op x FS + PC/Op x FA) x FC x FAmbx FF
dove:
- NC/Op: rapporto fra pazienti non collaboranti ed operatori presenti nei tre turni
- PC/Op: rapporto fra pazienti parzialmente collaboranti ed operatori presenti nei tre turni
- FS: fattore sollevatori (c.d. ausili maggiori)
- FA: fattore altri ausili (c.d. ausili minori)
- FC: fattore carrozzine
- FAmb: fattore ambiente
- FF: fattore formazione.

Metodologia di rilevazione dell’indice MAPO


- NC/PC - Pazienti non/parzialmente collaboranti: i dati fondamentali del MAPO, rilevati
attraverso il colloquio con la Caposala, la verifica del Registro degenze e gli ordini di servizio
aziendali, sono costituiti dal numero dei pazienti non autosufficienti e dal numero di operatori
addetti all’assistenza durante le 24 ore. La scelta di suddividere i pazienti non autosufficienti in
“totalmente non collaboranti” (NC) e “parzialmente collaboranti” (PC), peraltro sufficientemente
documentata in letteratura, deriva dall’evidenza di un differente sovraccarico biomeccanico nei
confronti del rachide lombare in relazione alle diverse tipologie di manovre effettuate.
Per paziente totalmente non collaborante (NC) si intende il paziente non in grado di utilizzare gli
arti superiori ed inferiori e che pertanto nelle operazioni di trasferimento deve essere
completamente sollevato, mentre per parzialmente collaborante (PC) si intende il paziente che ha
residue capacità motorie e che viene pertanto solo parzialmente sollevato
Nella valutazione specifica relativa all’Umberto I si è proceduto a calcolare la percentuale di
pazienti non collaboranti e parzialmente collaboranti sul numero di posti letto presenti in reparto
e si son considerati il numero di operatori presenti sui tre turni impegnati nella movimentazione
dei pazienti.
- FS - La valutazione del “solleva-malati” coniuga due aspetti: la sufficienza numerica in relazione
al numero dei pazienti totalmente non collaboranti e l’adeguatezza alle esigenze del reparto. Per

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“sufficienza numerica” si intende la presenza di 1 sollevatore ogni 8 pazienti totalmente non


collaboranti (NC). Si considera “inadeguato alle esigenze del reparto” un sollevatore che:
° non può essere utilizzato per il tipo di pazienti abitualmente presenti in reparto
° è in cattivo stato di manutenzione (frequentemente rotto);
° non può essere utilizzato per le caratteristiche ambientali delle camere di degenza e/o dei
bagni.
Il valore attribuito al fattore sollevatore (FS) varia da 0,5 a 4 nelle varie situazioni; si propone
anche il libero utilizzo del fattore 1 per situazioni di sufficienza anche se di non completa
adeguatezza.

Caratteristiche del sollevatore Valore di FS


Presenti+sufficienti+adeguati 0,5
Insufficienti o inadeguati 2
Assenti o insufficienti+inadeguati 4

- FA - Si considerano “ausili minori” le attrezzature che riducono il numero o il sovraccarico


indotto da alcune operazioni di spostamento parziale del peso del paziente (telo ad alto
scorrimento, rullo, materassino alto scorrimento, disco transfer, cintura ergonomica, tavole e
tavolette). La sufficienza numerica per tali ausili è raggiunta quando la dotazione del reparto ne
comprende 3 tipi diversi; va rilevato che in presenza di personale ben formato una tavola ad alto
scorrimento più almeno uno degli altri citati presenti in buon numero si sono dimostrati parimenti
efficaci. Al relativo fattore è stato attribuito un valore demoltiplicativi pari a 0,5, considerando
che la presenza di tali ausili riduce il numero delle operazioni sopraccitate. Quando gli ausili
minori non risultano presenti o sufficienti il valore attribuito diventa 1; si propone il valore di
0,75 per una buona numerosità e bassa diversità.

Ausili minori Valore di FA


Presenti+sufficienti 0,5
Assenti o insufficienti 1

- FC - La valutazione delle carrozzine e/o comode considera due aspetti in modo integrato:
a. la sufficienza numerica in relazione al numero di pazienti non autosufficienti; intendendo per
sufficienza numerica la presenza di un numero di carrozzine pari almeno alla metà dei
pazienti non autosufficienti in un reparto. Tale scelta è indotta dalla considerazione che alcuni
pazienti totalmente non collaboranti (allettati) o parzialmente collaboranti non utilizzano
carrozzine
b. la presenza di requisiti ergonomici. La valutazione dei requisiti ergonomici viene effettuata
attribuendo ad ogni tipo di carrozzina comoda individuata nel corso del sopralluogo un valore
pari a 1 per l’assenza di ognuno dei seguenti aspetti:
° braccioli, che devono essere rimovibili;
° schienale, che non deve risultare ingombrante nel senso dell’altezza;
° frenabilità, che deve essere assicurata;
° larghezza, che deve essere inferiore a 70 centimetri
Attraverso la somma del punteggio di “inadeguatezza” di ogni tipo di carrozzine moltiplicato per
il numero di carrozzine (aventi le stesse caratteristiche), si ottiene il punteggio globale per ogni

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tipo di carrozzina. Dalla somma dei diversi punteggi di colonna, divisa per il numero totale di
carrozzine, si ottiene il punteggio medio di carrozzine, che rappresenta perciò la valutazione
della congruità ergonomica di tutto il parco di carrozzine, comode e altri simili mezzi di trasporto
presenti in quel reparto. Diviene così possibile definire il valore del fattore carrozzine (FC)
integrando i due aspetti valutati (numerosità e requisiti ergonomici). Il valore di tale fattore varia
da 0,75 a 2 poiché, sulla base delle osservazioni preliminari EPM, la presenza di carrozzine-
comode non adeguate e insufficienti induce almeno un raddoppio della frequenza delle
operazioni di spostamento del paziente che determinano un sovraccarico biomeccanico del
rachide lombare.

Punteggio 1-1,33 1,34-2,66 2.67-4


Sufficienza numerica SI NO SI NO SI NO
Valore FC 0,75 1 1,12 1,5 1,5 2

- FAmb - Aspetti strutturali dell’ambiente: sono considerati unicamente quegli aspetti strutturali
dell’ambiente che possono determinare un aumento del carico dorso-lombare nelle operazioni di
movimentazione da parte del personale sanitario. A questo scopo sono state predisposte tre
sezioni che prevedono l’analisi di:
° bagni utilizzati per l’igiene del paziente
° bagni utilizzati per bisogni corporali del paziente
° camere di degenza, viste come luogo di movimentazioni assistenziali
Per ogni sezione sono state individuate le più rilevanti e frequenti caratteristiche di inadeguatezza a cui
corrisponde un punteggio proporzionale al maggiore carico che inducono nel rachide degli operatori
durante le movimentazioni dei pazienti. I punteggi maggiori (1 o 2) sono stati attribuiti agli aspetti
ambientali che, se inadeguati, costringono gli operatori sanitari ad effettuare un numero maggiore di
manovre di trasferimento dei pazienti. Un punteggio inferiore (0,5) è stato riferito alla presenza di arredi
(es. poltrone) che possono impedire al paziente parzialmente collaborante di utilizzare le residue capacità
motorie inducendo l’operatore ad effettuare il sollevamento. Aggregando nella valutazione bagni o
camere dello stesso tipo in una colonna e sommando alla fine di questa i rispettivi punteggi delle
inadeguatezze presentate, ottenuti moltiplicando il peso stabilito per ogni “caratteristica impedente” per
la numerosità degli ambienti che la presentano, si ottiene, sommando tutti i punteggi di colonna e
dividendo per il numero totale degli ambienti considerati del quadro, un numero che descrive
quantitativamente il pericolo espositivo della sezione o area ambientale. Tale numero viene definito
punteggio medio di bagni-igiene, bagni-WC e camere degenza e rappresenta la valutazione della
incongruità ergonomica integrata delle dotazioni-arredi-spazi e ambienti in cui vengono di fatto espletate
le movimentazioni del reparto. Nei locali utilizzati per le operazioni di igiene del paziente (bagni che
possiedono vasca o doccia) si rilevano alcune caratteristiche strutturali, quali la presenza di doccia o
vasca, la larghezza della porta di accesso e modalità di apertura, gli spazi liberi e l’eventuale presenza di
ingombri e bordi precludenti l’utilizzazione di carrozzine o ausili. Nei bagni utilizzati per le necessità
fisiologiche si rileva la disponibilità di spazi liberi per l’utilizzazione di eventuali ausili, la larghezza
della porta di accesso e modalità di apertura, gli spazi laterali a l’altezza del WC e la presenza di
maniglioni laterali fissi a parete. Vengono rilevate le caratteristiche relative agli spazi operativi (spazio
esistente fra i letti e al fondo letto, spazio occupato dal comodino, presenza di eventuali ingombri
rimovibili che riducono lo spazio stesso); le caratteristiche dei letti (altezza, presenza di ruote e

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caratteristiche delle spondine, comandi di regolazione, altezza libera presente sotto il letto per l’eventuale
accesso di ausili) e delle poltrone utilizzate da pazienti non autosufficienti e altezza del piano sedile.
Ottenuti i punteggi medi che quantificano le difficoltà e gli ostacoli che ogni sezione frappone alle
operazioni di movimentazione (nello specifico, quelli relativi ai bagni utilizzati per l’igiene, ai bagni
utilizzati per i bisogni corporali ed alle camere di degenza), detti punteggi si sommano per ottenere il
punteggio medio ambiente. Il Fattore ambiente (FAmb) che sarà utilizzato nel calcolo dell’indice
espositivo MAPO si ricava da una tabella ordinale divisa in tre fasce di valori di punteggi medi
ambientali. Il valore del fattore ambiente varia da 0,75 a 1,5: le osservazioni preliminari hanno permesso
di stabilire che la completa assenza dei requisiti ergonomici considerati nelle strutture ambientali
sanitarie implica di fatto un aumento di circa 1,5 delle manovre che determinano sovraccarico
biomeccanico del rachide lombare.

Caratteristiche Caratteristiche Caratteristiche


Punteggio Punteggio Punteggio
strutturali strutturali strutturali
Bagni per igiene
Servizi igienici Camere di degenza
paziente
Spazio libero Spazio che non
Distanza tra i letti e
inadeguato consente la
2 2 pareti inferiore a 90 2
all’utilizzo degli rotazione delle
cm
ausili carrozzine
Spazio a fondo
Porta di larghezza Altezza wc
1 1 letto inferiore a 120 2
inferiore a 85 cm inferiore a 50 cm
cm
Letto inadeguato:
Assenza di
Ingombri non inaccessibilità dei
1 maniglioni laterali 1 1
rimovibili comandi, letto a 2
al wc
sole ruote
Spazio libero tra
Porta di larghezza letto e pavimento
1 1
inferiore a 85 cm inadeguato
inferiore a 15 cm
Spazio laterale al Poltrone
wc inferiore a 90 1 inadeguate, altezza 0,5
cm inferiore a 50 cm

Grado di inadeguatezza Basso Medio Alto


Punteggio medio ambiente 0-5,8 5,9-11,6 11,7-17,5
Fattore ambiente 0,75 1,25 1,5

- FF - Info-formazione per personale - Vengono quindi rilevati il tipo e il grado dell’avvenuta


formazione del personale relativamente alla movimentazione manuale dei carichi e dei pazienti.
La qualità di questa viene distinta in base all’effettuazione di corsi di aggiornamento specifici e
qualificati o dalla somministrazione di informazioni con distribuzione di fascicoli illustrativi. Le
esperienze di verifica di efficacia della formazione hanno portato a definire i requisiti minimi di
adeguatezza della formazione specifica sulla base delle seguenti caratteristiche:
° la durata del corso di formazione deve essere di almeno 6 ore;
° il corso deve essere articolato in una parte teorica sull’ergonomia delle posture e
movimentazioni;

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° devono essere svolte esercitazioni pratiche sulle modalità meno sovraccaricanti di


sollevamento manuale parziale del paziente;
° deve essere tenuta una esercitazione pratica sull’utilizzazione corretta degli ausili e
attrezzature principali
Quando l’attività di formazione è stata effettuata seguendo tali indicazioni e contenuti, si è in
genere constatato che il numero delle azioni di movimentazione sovraccaricanti il rachide
lombare diminuiva in maniera considerevole. Inoltre quelle movimentazioni non altrimenti
riconducibili venivano comunque effettuate con modalità meno sovraccaricanti. Pertanto nei casi
di adeguata formazione viene attribuito un fattore moltiplicativo di 0,75. Laddove invece la
formazione è limitata alla sola informazione mediante spiegazione o mediante distribuzione di
opuscoli illustrativi o entrambe le cose, non si è poi riscontrata una sostanziale diminuzione dei
rischi nelle attività delle movimentazioni e pertanto il fattore di moltiplicazione deve essere
prossimo a 1. Nei casi invece in cui non è stato effettuato nessun tipo di informazione, è stato
stimato un raddoppio della frequenza-gravità delle manovre sovraccaricanti il rachide e pertanto
il fattore moltiplicativo diventa 2.

Indicatori di rischio e azioni conseguenti


Sulla scorta del risultato (indice MAPO) ottenuto, è possibile delineare conseguenti comportamenti in
funzione preventiva.

INDICE MAPO ENTITA’ RISCHIO INDICAZIONI


Minore o uguale 1,5 Rischio praticamente trascurabile Non c’è necessità di intervento
Individuare interventi necessari:
Attivazione della formazione
Compreso tra 1,51 e 4,99 Rischio non rilevante Sorveglianza sanitaria
Programmazione degli interventi di
bonifica a medio e lungo termine
Sono necessari degli interventi:
Attivazione della formazione
Maggiore di 5 Rischio significativo Sorveglianza sanitaria specifica
Attuazione degli interventi di bonifica
a breve termine

CRITERIO DI VALUTAZIONE PER LE AZIONI DI SOLLEVAMENTO (E DEPOSIZIONE):


METODO NIOSH
Il metodo più usato è quello proposto dal NIOSH (cfr. National Institute of Occupational Safety &
Health: Musculoskeletaldisorders and workplacefactors, 1997) che serve a valutare quantitativamente le
azioni di sollevamento e/o di deposizione tramite un’equazione che parte dalla definizione di un valore
massimo di peso sollevabile in condizioni ideali ed applica una serie di fattori demoltiplicativi ciascuno
con valore compreso tra1 (condizioni ottimali) e 0 (condizioni ergonomicamente non accettabili).
Nella pubblicazione del NIOSH il peso massimo ideale da cui si parte è pari a 23 kg considerato
protettivo per il 99% degli uomini adulti sani e per il 75-90% delle donne adulte sane.
In Italia, tenuto conto delle norme in vigore, si è scelto di applicare la formula NIOSH partendo da un
peso ideale di 30 kg per l’uomo (20 per l’adolescente) e di 20 kg per la donna (15 per l’adolescente): tali
valori, differenziati per sesso, garantiscono una buona protezione per circa il 90%degli uomini e delle
donne addetti alla movimentazione.

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Condizioni per l’applicabilità della formula NIOSH


- il sollevamento è effettuato in posizione eretta
- avviene con entrambe le mani
- si sviluppa, senza torsioni, su un piano sagittale (anteriormente al soggetto)
- le dimensioni del carico non sono eccessive
- vi sono buone possibilità di presa
- il movimento avviene in un tempo limitato (< 2”)
- è possibile per il lavoratore effettuare un certo recupero (riposo) tra un’operazione e l’altra
- nel compito lavorativo le componenti differenti dal sollevamento (in particolare trasporto, spinta
e traino) sono minime
- c’è buona aderenza tra calzatura e pavimento
- i gesti di sollevamento non devono essere bruschi
- il peso manipolato non è troppo freddo, caldo, contaminato o dalcontenuto instabile
- il lavoro è svolto in spazi non ristretti
- il soggetto è in buone condizioni di salute
- il soggetto è stato addestrato al tipo di lavoro che svolge
- le condizioni climatiche estive o invernali sono buone

Formula NIOSH
Risulta dal calcolo seguente:
RWL = LC x HM x VM x DM x AM x FM x CM
E’ possibile anche calcolare con detta formula il profilo di rischio relativo al punto di partenza (o di
origine) ed al punto di arrivo (o di destinazione)della movimentazione. Nel caso di maggiore rischiosità
di una delle due posizioni si terrà conto della situazione meno favorevole, anche a fini migliorativi.
La formula di cui sopra tiene conto dei seguenti fattori:
- RWL (valore raccomandato di peso)
- PESO (LC = load constant): peso massimo raccomandato in condizioni ottimali: 30 kg (U) e 20
(D)
- MOLTIPLICATORE ORIZZONTALE (HM = horizontal multiplier): distanza massima (H in
cm) tra corpo e centro del carico durante il sollevamento = 25 cm/H.
Per H = 25 cm il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per H = 60 cm il fattore è pari a 0,42;
per distanze > di 63 cm il fattore orizzontale non ammette movimentazione sistematica (HM = 0)
- MOLT. ALTEZZA (VM = vertical multiplier): distanza da terra delle mani che afferrano il carico
all’inizio del sollevamento (V in cm) = 1-[0,003x(V-75)].
Per V = 75 cm il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per V = 150 cm il fattore è 0,78;
per altezze >di 175 il fattore verticale di partenza non ammette movimentazione sistematica (VM=0)
- MOLT. DISLOCAZIONE VERTICALE (DM = distance multiplier): distanza verticale (D in cm)
tra inizio e fine dello spostamento del peso = 0,82+(4,5/D)
- MOLT. ASIMMETRIA (AM = asymmetry multiplier): dislocazione angolare (A: angolo di
asimmetria in gradi) del peso rispetto al piano sagittale del soggetto = 1-(0,0032xA)
Per A = 0° il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per A = 90° il fattore moltiplicativo è pari a 0,71;

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per A = 120° il fattore moltiplicativo è pari a 0,62;


per dislocazioni angolar i > 135° non sono ammesse movimentazioni sistematiche (AM = 0)
- MOLT. FREQUENZA (FM = frequency multiplier): frequenza di sollevamento (n° azioni al
minuto) in relazione al n° di ore di attività che includono sollevamenti: 0 – 1 come da tabella
seguente (nel riquadro i valori moltiplicativi secondo cui non sono ammessi in nessun caso ritmi
superiori alle 15 movimentazioni/min = 900/ ora) = vedi tabella sottostante:
-
VALORI MOLTIPLICATIVI
N° azioni/ min ( h) Durata del lavoro continuo in ore
< 1 ora >1 ore <2 > 2 ore < 8
0,2 (=12/h) 1 ,0 0 ,9 5 0 ,8 5
0,5 (=30/h) 0 ,9 7 0 ,9 2 0 ,8 1
1,0 (=60/h) 0 ,9 4 0 ,8 8 0 ,7 5
2,0 (=120/h) 0 ,9 1 0 ,8 4 0 ,6 5
3,0 (=180/h) 0 ,8 8 0 ,7 9 0 ,5 5
4,0 (=240/h) 0 ,8 4 0 ,7 2 0 ,4 5
5,0 (= 300/h) 0 ,8 0 0 ,6 0 0 ,3 5
10,0 (=600/h) 0 ,4 5 0 ,2 6 0 ,1 3
>15,0 (>900/h) 0 ,0 0 0 ,0 0 0 ,0 0

- MOLT. PRESA (CM = couplingmultiplier): giudizio sulla presa del carico:


C = 1 (se la presa è buona);
C = 0,95 ( se moderata);
C = 0,90 ( se scadente)
Note:
- se il sollevamento è effettuato con un solo arto: applicare un fattore moltiplicativo ulteriore di 0,6
- se il sollevamento è effettuato da due soggetti assieme: applicare un fattore moltiplicativo di 0,85
sul 50% del peso movimentato (cioè aggiungere il 15% alla metà del peso condiviso dai due
lavoratori)
- se il sollevamento è effettuato in posizione seduta od obbligata: orientarsi verso un valore limite
indicativo di 5 kg ogni 5 minuti.

Indicatori di rischio e azioni conseguenti


Una volta calcolato il valore di peso (massimo) raccomandato (RWL) con la formula NIOSH per le
azioni di sollevamento e deposizione, ai fini della quantificazione del rischio va calcolato l’indice di
movimentazione (IM) che non è altro che il rapporto tra il peso effettivamente spostato nelle condizioni
lavorative allo studio ed il peso raccomandato, secondo la formula seguente:

IM (indice movimentazione) = Peso trattato / Peso raccomandato

L’impegno fisico e, conseguentemente, il rischio connesso con la movimentazione saranno valutati in base al seguente
punteggio:
- < 0,85 - Rischio basso: la movimentazione è al di sotto di quello che potrebbe essere definito
come livello d’azione. Entro questo valore non viene indicata nessuna azione specifica per la
tutela del lavoratoresano eccetto la normale informazione basale su prevenzione e protezione nei
luoghi di lavoro

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- 0,86 -1,00 - Rischio border line basso: la movimentazione è effettuata al di sotto di quello che
potrebbe essere definito come valore limite ma al di sopra del c.d. livello di azione. Entro questa
fascia di rischio sono già raccomandabili varie cautele quali la info-formazionee, se il Medico
Competente lo ritiene opportuno, anche la sorveglianza sanitaria, almeno una tantum per
verificare le condizioni basali del lavoratore e per decidere se sorvegliarlo periodicamente (in
relazione al suo stato clinico) oppure solo a richiesta, dopo avergli preventivamente comunicato
che è suo diritto richiedere una visita straordinaria purché inerente i rischi lavorativi.
- 1,01 -1,25 - Rischio border line alto: la movimentazione è effettuata, seppur di poco, al di sopra
del c.d. valore limite indicativo del rischio. Sono pertanto da programmare ed attuare, ove
possibile, interventi migliorativi. Per questa fascia di rischio, oltre alla info-formazione,va attuata
anche la Sorveglianza sanitaria sistematica da parte del Medico Competente, con una periodicità
indicativa a cadenza triennale per i lavoratori adulti e sani.
- 1,26 -3,00 - Rischio significativo: la movimentazione è effettuata sicuramente al di sopra del c.d.
valore limite indicativo del rischio. Sono pertanto da programmare ed attuare, ove possibile,
interventi migliorativi. Per questa fascia di rischio, oltre alla info-formazione, va attuata
obbligatoriamente anche la Sorveglianza sanitaria sistematica da parte del Medico Competente
[con una periodicità indicativa a cadenza biennale per i lavoratori adulti e sani, di età fino a 45
anni econ indice di movimentazione inferiore a 2; a cadenza da stabilirsi negli altri casi (indice di
rischio >2,0, soggetti ultra 45enni e/o con problemi clinici rilevanti)].
- >3,00 - Rischio molto elevato: La movimentazione è effettuata non solo sicuramente al di sopra
del c.d. valore limite indicativo del rischio ma comporta anche uno stress biomeccanico molto
intenso per l’organismo del lavoratore, specie se ripetuta frequentemente. Sono pertanto da
programmare ed attuare, ove possibile, interventi migliorativi immediati. Per questa fascia di
rischio, oltre alla info-formazione, va attuata obbligatoriamente la Sorveglianza sanitaria
sistematica da parte del Medico competente, con una periodicità indicativa a cadenza annuale per
i lavoratori adulti e sani, di età fino a 45 anni, con eventuale ulteriore accorciamento del periodo
delle visite periodiche a semestrale nei casi di rischio particolarmente concentrato e/o di soggetto
potenzialmente più suscettibile.

CRITERIO DI VALUTAZIONE PER LE AZIONI DI TIRA E SPINGI. METODO SNOOK &


CIRIELLO
Questo metodo è stato proposto dagli autori per valutare il rischio correlato al trasporto in piano, al traino
e alla spinta dei carichi, così come richiamato nella norma UNI ISO 11228-2:2009. Alla base del metodo
proposto ci sono gli studi condotti da Snook e Ciriello utilizzando metodologie psicofisiche (comprese le
misure del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca, delle caratteristiche antropometriche...). I
soggetti esaminati potevano scegliere liberamente i pesi da movimentare; tutte le altre variabili
dell’operazione (le azioni di sollevamento, spinta, traino, così come l’altezza, la distanza, la frequenza)
erano decise dagli sperimentatori. I soggetti monitoravano le loro sensazioni di fatica e sforzo e
riaggiustavano il peso movimentato o la forza impiegata.
I risultati di questi studi sono riassunti nelle cosiddette “Tabelle Psicofisiche”, le quali forniscono
importanti informazioni sulle capacità e limitazioni dei lavoratori riguardo alla movimentazione manuale
dei carichi (in senso generale, comprese le azioni di traino, spinta e trasporto). Vengono forniti per
ciascuna tipologia di azione, per sesso e per diversi percentili di “protezione” della popolazione sana,
nonché per varianti interne al tipo di azione (frequenza, altezza da terra del punto di applicazione della

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spinta, distanza di trasporto, ecc.) i valori limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o della forza
esercitata (in azioni di tirare o spingere) rispettivamente nella fase iniziale (picco di forza) e poi di
mantenimento dell’azione (forza di mantenimento).
Nelle tabelle appresso riportate sono forniti i relativi valori “ideali” rispettivamente per le azioni di spinta,
di traino e di trasporto in piano; sono stati selezionati unicamente i valori che tendono a proteggere il 90%
delle rispettive popolazioni adulte sane, maschili e femminili. L’uso dei dati riportati nella tabella è
estremamente semplice: si tratta di individuare la situazione che meglio rispecchia il reale scenario
lavorativo esaminato, decidere se si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche
femminile, estrapolare il valore raccomandato (di peso o di forza) e confrontarlo con il peso o la forza
effettivamente sviluppata (misurata con dinamometro) ponendo quest’ultima al numeratore e il valore
raccomandato al denominatore. Si ottiene così un indice di rischio del tutto analogo a quello ricavato
dall’analisi delle azioni di sollevamento (NIOSH).

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2.4.8.8 Metodologia di valutazione del rischio chimico


Dal maggio del 2008, con il D.Lgs. 81/08, l’intera materia della valutazione del rischio da agenti chimici
è compresa nel Capo I, del Titolo IX (artt. dal 221 al 232) del decreto legislativo. Rispetto al passato, nel
nuovo articolato normativo scompare il concetto di “rischio moderato” e si afferma un livello di “rischio
soglia”, definito come “basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori”. Al di sotto della
soglia il datore applica misure e principi generali di prevenzione che vanno dalla riduzione del numero di
lavoratori esposti e della durata ed intensità della esposizione, alla adeguata progettazione del posto di
lavoro e la emanazione di procedure appropriate per la lavorazione in presenza di agenti chimici
potenzialmente pericolosi. Solo per gli esposti per cui la valutazione esplicita il superamento di questo
livello di “rischio soglia”, si applicano specifiche misure di protezione e prevenzione, come la
misurazione periodica degli agenti pericolosi, la informazione e formazione dei lavoratori per i casi di
incidente ed emergenza chimica, sorveglianza sanitaria con cartella personale di rischio, con indicazione
del livello professionale di esposizione, determinato tramite l’Allegato XXXVIII del Decreto Legislativo,
oppure tramite le comunicazioni di sicurezza del fabbricante, o ancora ricorrendo alla bibliografia
ufficiale.
Nel frattempo alcune Regioni hanno elaborato proprie metodologie di valutazione del rischio, al fine di
fornire alle aziende sanitarie uno strumento operativo condivisibile. Tra le varie proposte presenti nella
letteratura scientifica abbiamo ritenuto utile, a seguito di una serie di prove effettuate attraverso i diversi
modelli disponibili, adottare il modello approntato dalla Regione Piemonte, che utilizza i concetti di
“rischio stimato” e di “rischio misurato” relativamente ai rischi da agenti chimici, non derivanti
dall’esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e teratogene.
Ai fini del processo di valutazione del rischio, riferendosi a tale criterio metodologico, si è convenuto che
l’esistenza di un “rischio” possa derivare dall’insieme di tre fattori (vedi tab.1):
 gravità (o qualità negativa) intrinseca potenziale dell’agente chimico;
 durata dell’effettiva esposizione all’agente chimico (che indica il tempo di esposizione in una
settimana lavorativa);
 livello di esposizione (qualitativa e quantitativa, cioè concentrazione dell’inquinante a cui è
esposto un operatore, ricavato dalle quantità/anno per ciascun fattore di rischio).
I due ultimi fattori concorrono a definire l’entità dell’esposizione effettiva del lavoratore all’agente
chimico. La valutazione del rischio si articola attraverso una sequenza che prevede un procedimento
moltiplicativo fra i tre fattori sopra definiti.

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Tab. 1: Fattori considerati per la valutazione del rischio


GRAVITA'
1 LIEVE effetti reversibili
2 MODESTA effetti potenzialmente irreversibili
3 MEDIA effetti sicuramente irreversibili
4 ALTA effetti irreversibili gravi
5 MOLTO ALTA effetti possibilmente letali
DURATA
1 OCCASIONALMENTE < 10 % orario lavoro
2 FREQUENTEMENTE 10-25 % orario lavoro
3 ABITUALMENTE 26-50 % orario lavoro
4 SEMPRE 51-100 % orario lavoro
LIVELLO DI ESPOSIZIONE
1 LIEVE lieve/altamente protettive
2 MODESTA moderata/protettive
3 MEDIA media/poco protettive
4 ALTA alta/assai poco protettive
5 MOLTO ALTA molto alta/non protettive

Pertanto, il prodotto dei tre “contatori” derivanti dalla valutazione dei rispettivi fattori di rischio, porta ad
un INDICATORE DI RISCHIO, espresso in una scala numerica variabile da 0 a 100, che viene
empiricamente segmentata in Classi di Rischio (tab.2).

Tab. 2: Classi di rischio e misure specifiche di protezione e prevenzione


MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E
CLASSI DI RISCHIO
PREVENZIONE
1-25 BASSO Non necessarie (*)
26-50 MEDIO Opportune a breve termine/necessarie a medio termine
51-75 ALTO Indispensabili a breve termine
76-100 MOLTO ALTO Urgenti
(*) Risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi, ma il giudizio sulla necessità
della sorveglianza sanitaria di cui agli art. 229 e 230, resta solo in testa al Medico Competente.

Nel corso della valutazione, per quanto riguarda il fattore livello di esposizione, bisogna specificare che
si può considerare il rischio come “stimato” (in assenza di dati quantitativi di monitoraggio biologico o
ambientale) o “misurato” (quando sono disponibili dati quantitativi). Pertanto, nel caso del rischio
stimato, i livelli di esposizione, graduati da 1 a 5, sono individuabili sulla base dei quantitativi di sostanza
utilizzati per settimana, per ciascun addetto.
Se esistono, invece, dati di monitoraggio biologico e/o rilievi igienistico-industriali, i livelli di
esposizione (probabilità biologica e/o di probabilità ambientale), anche in questo caso graduati da 1 a 5,
sono stabiliti sulla base del rapporto tra i TLVs (Threshold Limit Values -Valori Limite di Soglia), BEIs
(Biological Exposure Indices - Indici Biologici di Esposizione) e i livelli misurati dell’agente chimico del
quale si sta valutando il rischio (tab.3).

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Tab. 3: Rischio misurato


LIVELLO DI ESPOSIZIONE rischio misurato
Pb o Pa Rapporto tra Valori Misurati e Valori Limite (TLV, BEI)
0 Valori misurati uguali/inferiori ai dati relativi all'esposizione della popolazione generale
1 ≤ 10 %
2 > 11 < 25 %
3 > 26 < 50 %
4 > 51 < 100 %
5 ≥ 100 %

Nella maggior parte delle attività in ambito sanitario questo schema valutativo è prevalentemente
utilizzato nella sua versione “stima del rischio”, dato che gli agenti chimici presenti in tali ambienti sono
in genere a livelli di concentrazione inferiori a quelli rilevabili dai metodi analitici disponibili.
Nel caso di utilizzo di sostanze cancerogene, mutagene e teratogene tale modello deve essere integrato da
un altro che valuti specificamente il rischio mutageno e cancerogeno. In questo caso abbiamo previsto di
utilizzare il modello valutativo proposto dalla Divisione Igiene e Sicurezza dell’Università di Pavia.
Tra gli agenti cancerogeni rientrano anche alcuni farmaci antiblastici, in tal caso si fa specificamente
riferimento alle Linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici e
antiblastici in ambiente sanitario, elaborato dall’ISPESL nel 1999.

2.4.8.9 Metodologia di valutazione del rischio biologico


Aspetti generali del problema biologico
1. Il rischio biologico è la possibilità di contrarre una malattia infettiva nel corso di attività lavorative che
comportano esposizione ad agenti biologici.
2. La norma definisce Agente biologico “qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato,
coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni”
3. Gli agenti biologici possono essere:
- Batteri (come Mycobatteri, clamidie, ricktesie, salmonelle);
- Virus (come Virus dell’epatite C, Virus dell’epatite B, Virus della sindrome di
immunodeficienza umana, ma anche Virus Influenzale tipi A, B e C);
- Parassiti – endoparassiti (sia mono cellulari come protozoi appartenenti ai generi Leishmania,
Plasmodium, sia pluricellulari come Taenie e trichinelle);
- Funghi (come Aspergillusfumigatus, Candida albicans, Trichophytonspp).
Da notare che nell’elenco dell’Allegato XLVI al T.U. 81/08 non sono menzionati gli ectoparassiti
(pidocchi, pulci, acari della scabbia). Andrebbero tuttavia implementate procedure per il loro controllo,
in quanto gli ectoparassiti, non solo causano patologie come la scabbia, ma sono soprattutto vettori di
numerosi patogeni.

Classificazione degli agenti biologici


Il legislatore in base a fattori quali: infettività, patogenicità, trasmissibilità e la disponibilità di misure
preventive e di cura delle patologie degli agenti biologici, ha suddiviso gli agenti biologici in quattro
gruppi:
 agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in
soggetti umani;

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 agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire
un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma
disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
 agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma
di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
 agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti
umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o
terapeutiche.
Nel caso in cui l’agente biologico oggetto di classificazione non può essere attribuito in modo
inequivocabile ad uno fra i due gruppi sopraindicati, esso va classificato nel gruppo di rischio più elevato
tra le due possibilità.
Tale classificazione, però, non tiene conto dei fattori che possono modulare la risposta all’esposizione nei
lavoratori e nella popolazione in generale. I fattori che possono influire sugli effetti dell’esposizione,
come per esempio le malattie preesistenti, l’uso di medicinali, uno stato immunitario compromesso o la
gravidanza devono, invece, essere valutati al momento di scegliere le misure protettive da adottare, cosi
come riportato nell’art. 279 relativo alla sorveglianza sanitaria.

Trasmissione delle infezioni


Una delle caratteristica comune di tutte le infezioni e infestazioni è la trasmissibilità orizzontale, cioè il
passaggio dell’agente biologico da un ospite ad un altro sia per contatto diretto sia tramite l’ambiente.
Solo pochi microrganismi hanno la capacità di trasmettersi in senso verticale, cioè da madre a figlio
durante la gravidanza. L’esempio meglio conosciuto è fornito dal virus della rosolia.
La trasmissione orizzontale la possiamo suddividere in
 trasmissione diretta, gli agenti biologici sono trasferiti direttamente dalle sorgenti e dai serbatoi
alle vie di penetrazione del soggetto ricettivo; le condizioni che caratterizzano questa modalità di
contagio sono: tempo breve e spazio ridotto. un esempio è la trasmissione diretta per contatto,
tipica delle malattie veneree, in cui gli agenti responsabili sono rapidamente inattivati
nell’ambiente. la trasmissione diretta può aver luogo anche senza l’effettivo contatto come nel
caso degli agenti patogeni espulsi con le goccioline infettive che si producono con lo starnuto, la
tosse, la fonazione e che vengono immediatamente inalate da un soggetto recettivo o che
giungono fino alle sue congiuntive. questa modalità di trasmissione diretta per via aerea è tipica
delle infezioni respiratorie e di alcune infezioni esantematiche.
 trasmissione indiretta è abituale in molte malattie infettive e può avvenire per mezzo di veicoli
o con il tramite di vettori. I primi sono costituiti da substrati inerti, quali: acqua, alimenti, aria,
oggetti di uso e substrati vari (sangue, feci, urine, ecc), una particolare attenzione deve essere
rivolta alla trasmissione tramite aerosol e/o polvere in particolare negli ambienti confinati
essendo particolarmente rilevante per la diffusione degli agenti biologici attraverso:
- Particelle aerogene primarie (droplet nuclei): del diametro inferiore a 100 µm, si
uniscono attorno ad un nucleo e formano quelli aggregati noti come “droplet-
nuclei”.Questi sono risospesi, facilmente diffondono a notevole distanza e restano
fluttuanti nell’aria anche per molto tempo (molte ore o giorni) diventando potenziali vie
indirette di contaminazione anche in assenza della sorgente d’infezione.

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- Particelle Aerogene secondarie (polveri risospese): questo tipo di diffusione consente un


allungamento del tempo d’esposizione, mantenendo la possibilità di veicolare anche a
molta distanza le gocce infettanti. Le gocce di dimensione superiori a 100 µm possono
essere inalate o sedimentate e depositarsi su diverse superfici essiccandosi, quindi essere
risospese, in seguito, come polveri contaminate.
I vettori invece, sono organismi animati che attuano il trasporto dei microrganismi con movimento
proprio. In questo caso possiamo avere due casi:
 meccanica, il semplice trasporto meccanico da parte di un insetto
 biologica, il microrganismo deve moltiplicarsi e/o moltiplicarsi e/o svilupparsi prima che
l’artropode possa trasmettere all’uomo la forma infettiva dell’agente, attraverso la saliva
 durante una morsicatura, attraverso il rigurgito o per deposizione sulla cute delle di feci o altro
materiale in grado di penetrare successivamente attraverso la ferita del morso o un’area
traumatizzata per sfregamento.
Vie di penetrazione degli agenti biologici
Gli agenti biologici penetrano in un organismo e possono distribuirsi negli organi interni o in quelli più
superficiali attraverso le vie di contagio o penetrazione, queste sono:
 Via oculare
 Via orale/vie respiratorie
 Via cutanee (cute integra)
 Via cutanea (cute lesa)
 Via riproduttiva

Condizioni dell’ospite che favoriscono la penetrazione degli agenti biologici


Molte sono le cause che intervengono nell‘influenzare penetrazione degli agenti biologici, ci sono fattori
caratteristici dell’ospite:
Intrinseci
 Fattori genetici
 Sesso
Contingenti
 Età
 Alimentazione
 Stato di salute
 Gravidanza
 Attività lavorativa usurante e/o in ambienti inquinati
 Esposizione a radiazioni ionizzanti
 Tabagismo, abuso d’alcool, uso di droghe

Fattori presenti nell’ambiente esterno


Climatici
 Clima atmosferico
 Area geografica
 Inquinamento atmosferico
Fattori sociali
 Abitazioni

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 Condizioni economiche
 Affollamento
 Tradizione e riti

Azione patogena
L’azione patogena svolta dai microrganismi è principalmente di tre tipi:
 azione infettiva;
 azione allergizzante, sostenuta da actinomiceti termofili, da micro funghi (Aspergillus, Alternaria,
penicillium, ecc), protozoi (Naegleriagruberi, Acanthamoeba, ecc) o metaboliti microbici. In questo
caso i sogetti esposti manifestano riniti, sinusiti, asma, alveoliti o febbri, decritte come
OrganicDustToxicSyndrome (ODTS).
 Azione tossica, svolta da metaboliti quali endotossine, micotossine e 1-3 β-D-glucani. Le
endotossine sono costituenti della parete cellulare dei batteri gram negativi, la cui principale azione è
collegata all’induzione di febbre e alla necrosi tissutale. Le micotossine hanno un effetto citotossico
e sono sintetizzate da alcune specie di funghi, in determinate condizioni di temperatura, umidità o di
substrato. Altri metaboliti, quali 1-3 β-D-glucani (costituenti delle spore fungine) possono, invece,
dar luogo a risposte infiammatorie e immunologiche.
Infine restano patologie a eziologia ignota o alla cui insorgenza concorrono varie cause come la
“sindrome dell’edificio malato” (Sick Building Sindrome, SBS), nelle cui manifestazioni l’inquinamento
microbiologico potrebbe giocare un ruolo determinate. Tuttavia ad oggi non esistono correlazioni certe,
ma alcuni studi hanno rilevato che in edifici caratterizzati da SBS, Pennicilliumspp. Rappresenta il 70% -
100% dei miceti riscontrati, a differenza dell’ambiente esterno ove predominano altri generi fungini.

Valutazione del rischio


Il metodo di valutazione del rischio biologico che si intende proporre è uno sviluppo del metodo “Bio-
ritmo” elaborato nel 2010 da INAIL – CONTARP Liguria e ARPAL per le attività dei laboratori chimici
e biologici dell’ARPAL stessa e successivamente generalizzato per permetterne l’applicazione in
differenti settori lavorativi. Nella della pubblicazione del febbraio 2014 curata dall’INAIL - Il rischio
biologico negli ambulatori “Prime Cure” INAIL - Proposta di valutazione attraverso una metodologia
integrata, l’algoritmo viene adattato per essere applicato alle strutture ambulatoriali.
Il metodo, in accordo anche con le indicazioni dell’OSHA, adotta il criterio basato sui seguenti step:
 Identificazione delle fonti di rischio biologico (pericoli) e delle persone esposte.
 Valutazione del rischio in termini di gravità e probabilità dell’evento dannoso ed individuazione
delle priorità di intervento da adottare.
 Identificazione delle misure appropriate per eliminare o controllare il rischio.
 Attuazione delle misure, secondo la scala di priorità.
 Monitoraggio periodico dei risultati ottenuti.
Per quanto riguarda lo step 2, l’algoritmo fa riferimento al metodo “a matrice”: dalla relazione P x D
scaturisce un valore R (Rischio), che esprime il livello di rischio presente nell’attività in esame, stante le
condizioni che hanno portato a determinare P e D:
R=PxD
dove:
P = probabilità di accadimento di un evento dannoso
D = danno conseguente all’evento, qualora questo accada.

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Il modello utilizzato, di solito, è la matrice “4x4”, Nella matrice adottata,tuttavia, il livello più basso di
probabilità è stato però scorporato in due sottolivelli, per tener conto del fatto che, in molte situazioni con
potenziale presenza di rischio biologico, la probabilità di riscontrare agenti biologici, seppure esistente, è
realisticamente bassa.

Per la valutazione del rischio biologico gli elementi P e D sono calcolati nel modo che segue.

Step 1: Identificazione delle fonti di rischio e degli esposti


Pertanto, è necessario conoscere nel dettaglio il tipo di attività che ciascun settore svolge, le modalità
operative seguite, le persone/mansioni addette e le caratteristiche dei locali ove si svolgono le attività di
lavoro.

Step 2: Valutazione del rischio


Determinazione del valore D relativo al “Danno”
Per individuare gli agenti biologici potenzialmente presenti nell’attività si fa riferimento ai dati di
bibliografia per lo specifico settore, ovvero il settore sanità. Una volta individuati i potenziali pericoli
biologici, la quantificazione del danno fa riferimento direttamente al gruppo di appartenenza di questi
ultimi, secondo la classificazione del rischio infettivo di cui all’allegato XLVI del D.Lgs. n.81/2008 e
s.m.i.: il danno viene quantificato come pari al gruppo più alto tra quelli possibili individuati.
Determinazione del valore P relativo alla “Probabilità”
Come noto, nella valutazione del rischio biologico per “probabilità” si intende la possibilità che un
individuo esposto ad agenti biologici venga contaminato e possa sviluppare una patologia infettiva. A
determinare la probabilità di infezione concorrono diversi elementi, che devono essere analizzati
singolarmente ed inseriti nell’algoritmo.
La probabilità viene così calcolata:
/

dove:
C: è il grado di contaminazione presuntiva delle fonti di rischio (rischio intrinseco).
Fi: è il coefficiente che esprime il grado di influenza sull’esposizione al rischio di ciascuno degli “i”
elementi. Tali elementi sono: la frequenza dei contatti con le fonti di rischio, le caratteristiche

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dell’ambiente di lavoro, le procedure adottate (buone pratiche, istruzioni operative, ecc.), la gestione e
l’utilizzo di DPI, l’informazione e la formazione ricevuta.

GRADO DI CONTAMINAZIONE PRESUNTA DELLE FONTI DI RISCHIO (C)


Il grado di contaminazione presunta esprime idealmente la carica microbica totale che si potrebbe
rilevare sulla fonte di rischio.

Classificazione della contaminazione C


presunta
Molto bassa 1
Bassa 2
Media 3
Alta (uso deliberato) 4

Si può attribuire un valore di C ad ognuna delle fonti di rischio considerate, sulla base della casistica
riportata dalla letteratura scientifica e/o dell’esperienza clinica e delle considerazioni sopra esposte.

FATTORI LEGATI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO (F)


I coefficienti indicati con la lettera F e con un numero identificativo da 1 a 6 individuano le
caratteristiche che, secondo il modello adottato, condizionano il rischio biologico; ad ognuno di essi deve
essere assegnato un valore numerico, secondo il seguente criterio:
0 = la caratteristica è adeguata ad una corretta gestione del rischio biologico.
0,5 = la caratteristica è giudicata parzialmente adeguata alla corretta gestione del rischio biologico.
1 = la caratteristica non è adeguata alla corretta gestione del rischio biologico.
I Fattori sono i seguenti:
 F1 Quantità (es. quanti pazienti si visitano in una settimana)
 F2 Frequenza di contatto (es. frequenza delle attività a rischio biologico)
 F3 Caratteristiche strutturali degli ambienti di lavoro (% delle caratteristiche strutturali adeguate)
 F4 Procedure/Buone pratiche (% delle procedure/Buone pratiche applicate)
 F5 DPI per il rischio biologico (% dei DPI utilizzati in modo adeguato)
 F6 Formazione (valutazione della formazione)
Dopo aver quantificato tutti i coefficienti e determinato il valore di P per l’attività che si sta valutando, si
può procedere a determinare il valore di R, che descrive il rischio associato alla mansione, secondo la
formula (algoritmo) che segue:

Step 3: Identificazione delle misure di prevenzione e protezione


Livelli di rischio sono messi direttamente in relazione con la individuazione delle relative misure di
prevenzione e protezione:

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Step 4: Attuazione delle misure, secondo la scala di priorità.


Le 5 fasce di rischio riportate nella tabella di cui sopra sono direttamente messe in relazione con i 4
livelli di rischio generalmente utilizzati nella valutazione dei rischi per l’Azienda ASL SALERNO,
secondo lo schema di corrispondenza che si riporta appresso nel quale è riportata anche la conseguente
scala di priorità degli interventi:

Fascia di
Livello di rischio Descrizione della Priorità degli Interventi
rischio

E 4 Azioni da attuare con urgenza

D 3 Azioni da attuare a breve termine

C 2 Azioni da attuare a medio termine

B 1 Azioni aggiuntive da valutare in fase di programmazione

A Accettabile Attuazione di norme igieniche generali

Step 5: Monitoraggio periodico dei risultati ottenuti.


Nella responsabilità del Datore di Lavoro e dei Dirigenti con funzioni delegate da parte del Datore di
Lavoro, viene stabilito un sistema di gestione del monitoraggio sul rischio. Tale sistema di gestione, con
adeguate procedure e fissata tempistica può essere regolarizzato con un apposito regolamento da redigere
in tempi brevi.

2.4.9.10 Metodologia di valutazione del rischio rumore


La valutazione dell’esposizione dei lavoratori al rischio rumore è stata effettuata prendendo in
considerazione:
 il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo
 i valori limite di esposizione e i valori di azione stabiliti dall’art. 189 del D.Lgs. 81/2008;
 tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore;
 per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori
derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l'attività svolta e fra
rumore e vibrazioni;

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 tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra
rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di
infortuni;
 le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in
conformità alle vigenti disposizioni in materia;
 l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore;
 il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di
cui è responsabile;
 le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle
reperibili nella letteratura scientifica;
 la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione.
In particolare nell’attività di valutazione del rischio rumore dovrà essere rispettato quanto riportato nel
titolo VIII capo II D.Lgs. 81/2008, nonché nelle linee guida per la valutazione del rischio rumore
elaborate dall’ISPESL/INAIL.
Per la classificazione dei livelli di esposizione viene utilizzato il criterio di seguito enunciato. I valori
limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla
pressione acustica di picco, sono fissati a:
 valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h= 87 dB(A) e ppeak= 200 Pa (140 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa);
 valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A) e ppeak= 140 Pa (137 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa);
 valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e ppeak= 112 Pa (135 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa).
Laddove a causa delle caratteristiche intrinseche della attività lavorativa l'esposizione giornaliera al
rumore vari significativamente, da una giornata di lavoro all'altra, è possibile sostituire, ai fini
dell'applicazione dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, il livello di esposizione
giornaliera al rumore con il livello di esposizione settimanale a condizione che:
 il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da un controllo idoneo, non
ecceda il valore limite di esposizione di 87 dB(A);
 siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati a tali attività.
In relazione ai limiti innanzi indicati si possono individuare le seguenti fasce di esposizione, dove per
LEX si intende indifferentemente LEX,8h o LEX,w, e conseguentemente classificare l’esposizione al
rumore dei lavoratori:

Esposizione inferiore ai LEX ≤ 80 dB(A)


valori inferiori di azione LPEAK ≤ 135 dB(C)
Esposizione inferiore ai
80 dB(A) < LEX ≤ 85 dB(A)
valori superiori di
135 dB(C) < LPEAK ≤ 137 dB(C)
azione
Esposizione inferiore ai 85 dB(A) < LEX ≤ 87 dB(A)
valori limite 137 dB(C) < LPEAK ≤ 140 dB(C)
LEX > 87 dB(A)
Esposizione superiore LPEAK > 140 dB(C)
ai valori limite Va valutato il rispetto dei valori limite di esposizione tenendo conto anche
dell’attenuazione degli otoprotettori utilizzati.

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Nel seguito del presente documento vengono riportate per ogni mansione prevista per l’esecuzione delle
opere una valutazione indicativa dell’esposizione dei lavoratori al rumore.
Ai fini della verifica delle valutazioni dell’esposizione dei lavoratori al rumore durante l’esecuzione delle
attività saranno accettati anche rilevazioni preventive effettuate secondo gli studi condotti da
ISPESL/INAIL, Università, CPT e altri enti. Misurazioni a campione sono condotte dal personale SPP
mediante idonea strumentazione messa a disposizione.

2.4.9.11 Metodologia di valutazione del rischio vibrazioni


La valutazione dell’esposizione al rischio vibrazioni è stata effettuata prendendo in considerazione in
particolare:
 il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a vibrazioni intermittenti
o a urti ripetuti;
 i valori limite di esposizione e i valori d'azione specificati nell'art. 201 del D.Lgs. 81/2008;
 gli eventuali effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio;
 gli eventuali effetti indiretti sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni tra le vibrazioni
meccaniche e l'ambiente di lavoro o altre attrezzature;
 le informazioni fornite dal costruttore dell'attrezzatura di lavoro;
 il prolungamento del periodo di esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero al di là delle
ore lavorative, in locali di cui il datore di lavoro è responsabile;
 condizioni di lavoro particolari, come le basse temperature;
 informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle
reperibili nella letteratura scientifica.
Il rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio dovrà essere valutato mediante
l’accelerazione equivalente ponderata in frequenza riferita ad 8 ore di lavoro, A(8).
I valori limite giornalieri previsti dalla normativa vigente (art. 201 del D.Lgs. 81/2008) per l’esposizione
alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio sono:

Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio


Livello di Azione A(8) = 2,5 m/s2
Valore Limite di Esposizione A(8) = 5 m/s2

Il rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero dovrà essere valutato mediante
l’accelerazione equivalente ponderata in frequenza riferita ad 8 ore di lavoro, A(8).
I valori limite giornalieri previsti dalla normativa vigente (art. 201 del D.Lgs. 81/2008) per l’esposizione
alle vibrazioni trasmesse al corpo intero riferiti sono:

Vibrazioni trasmesse al corpo intero


Livello di azione A(8) = 0,5 m/s2
Valore limite di esposizione A(8) = 1,00 m/s2

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Nel seguito del presente documento vengono riportate per ogni mansione prevista per l’esecuzione delle
attività con rischio da vibrazione, una valutazione preventiva ed indicativa dell’esposizione dei lavoratori
alle vibrazioni.
Ai fini della verifica delle valutazioni dell’esposizione dei lavoratori alle vibrazioni durante l’esecuzione
delle attività saranno utilizzate anche rilevazioni preventive effettuate secondo gli studi condotti
dall’ISPESL/INAIL.

2.4.9.12 Metodologia di valutazione del rischio da campi elettromagnetici (CEM)


Le misure previste dall’attuale versione del Titolo VIII del DLgs.81/2008 (edizione giugno 2016, Capo
IV, Titolo VIII, art. 206, comma 1) sono specificamente mirate alla protezione dagli effetti certi che
hanno una ricaduta in termini sanitari (“rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti
nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e
dall’assorbimento di energia, e da correnti di contatto”). Si tratta degli effetti conosciuti di tipo
deterministico, di cui cioè esiste, ed è stata definita, una soglia di insorgenza, e la cui gravità può variare
in funzione dell’intensità dell’esposizione. Invece, la norma non riguarda la protezione da eventuali effetti
a lungo termine, per i quali mancano dati scientifici conclusivi che comprovino un nesso di causalità, né i
rischi conseguenti al contatto con i conduttori in tensione (art. 206, comma 2), questi ultimi già coperti
dalle norme per la sicurezza elettrica. La circolazione di correnti indotte è essenzialmente connessa ai
CEM a bassa frequenza (fino a 10 MHz), e può indurre vari effetti avversi di stimolazione elettrica
principalmente a carico del sistema cardiovascolare (aritmie, fibrillazione, asistolia, ecc.) e nervoso
(contrazione neuromuscolare, induzione di lampi luminosi nel campo visivo noti come magnetofosfeni, o
altri). L’assorbimento di energia è connesso ai CEM a frequenze oltre i 100 kHz e può causare un
riscaldamento localizzato di organi e tessuti o uno stress termico generalizzato; gli effetti avversi più
rilevanti sono le ustioni, il colpo di calore, la cataratta e la sterilità maschile temporanea. Invece, le
correnti di contatto sono quelle che fluiscono al contatto di un individuo con oggetti metallici posti nel
campo elettromagnetico e che, in funzione dell’intensità, possono indurre effetti quali percezioni
dolorose, contrazioni muscolari, ustioni. Da notare che la maggior parte degli effetti avversi considerati
compaiono immediatamente (es. aritmie, contrazioni muscolari, ustioni), ma alcuni, come la cataratta o la
sterilità maschile, essendo la conseguenza di un processo cumulativo, possono manifestarsi a distanza di
tempo. Infine, la normativa vigente è volta anche alla protezione dagli effetti indiretti, quali l’interferenza
elettromagnetica con attrezzature e dispositivi medici elettronici (compresi stimolatori cardiaci e altri
dispositivi impiantati), l’effetto propulsivo di oggetti ferromagnetici all’interno di intensi campi magnetici
statici, l’innesco di elettrodetonatori ed il rischio incendio per scintille provocate dalla presenza dei CEM
nell’ambiente.
Relativamente alla metodologia di valutazione del rischio da CEM, a rigore esisterebbe solo la possibilità
di una misurazione diretta del Campo Magnetico stesso ed il conseguente confronto con la tabelle che in
ALLEGATO XXXVI individuano i valori limite di azione e i valori limite di esposizione in funzione
della frequenza di campo in Hz (e suoi multipli). Ma la bibliografia INAIL (ex ISPESL e ISS - Decreto
Legislativo 81/2008 - Titolo VIII, Capo I, II, III, IV e V sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti
all’esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro - Indicazioni operative, rev. 3 del 2014) suggerisce
l'adozione preliminare di un criterio "giustificativo". Viene infatti definita “giustificabile” una condizione
che può avvalersi di una semplice modalità di valutazione del rischio CEM nella quale la condizione
espositiva non comporta apprezzabili rischi per la salute. Ai fini di questa definizione si reputano in
primo luogo non comportare rischi per la salute le esposizioni inferiori ai livelli di riferimento per la

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popolazione di cui alla raccomandazione europea 1999/519/CE. In linea con questa definizione sono
condizioni espositive giustificabili quelle elencate nella Tabella 4.1 elaborate a partire dalla norma CEI
EN 50499:2099. In questi casi la giustificazione è adottabile indipendentemente dal numero di
attrezzature di lavoro in uso.

Tipo di attrezzatura/situazione Note


Tutte le attività che si svolgono unicamente in ambienti privi di
impianti e apparecchiature elettriche e di magneti permanenti
Luoghi di lavoro interessati dalle emissioni di sorgenti CEM Il datore di lavoro deve verificare se è in
autorizzate ai sensi della normativa nazionale per la protezione possesso di autorizzazione ex legge
della popolazione, con esclusione delle operazioni di manutenzione 36/2001 e relativi decreti attuativi ovvero
o altre attività svolte a ridosso o sulle sorgenti richiedere all’ente gestore una
dichiarazione del rispetto della legislazione
nazionale in materia
Uso di apparecchiature a bassa potenza (così come definite dalla Non sono comprese le attività di
norma CEI EN 62479:2013) con emissione di frequenza 10 MHz ¸ manutenzione
300 GHz
Uso di attrezzature marcate CE, valutate secondo gli standard Le attrezzature devono essere installate ed
armonizzati per la protezione dai CEM Lista soggetta a frequenti utilizzate secondo le indicazioni del
aggiornamenti: costruttore. Non sono comprese le attività
CEI EN 50360: telefoni cellulari; di manutenzione.
CEI EN 50364: sistemi di allarme e antitaccheggio; Il datore di lavoro deve verificare sul
CEI EN 62233 : elettrodomestici libretto di uso e manutenzione che
CEI EN 62479: norma generica per gli apparecchi elettrici ed l’attrezzatura sia dichiarata conforme al
elettronici di bassa potenza; pertinente standard di prodotto
CEI EN 50385: stazioni radio base e stazioni terminali fisse per
sistemi di telecomunicazione senza fili;
CEI EN 50401: apparecchiature fisse per trasmissione radio (110
MHz -40 GHz) destinate a reti di telecomunicazione senza fili;

CEI EN 60335-2-25: forni a microonde e forni combinati per uso 
domestico e similare;
CEI EN 60335-2-90: forni a microonde per uso collettivo (uso
domestico e similare)
Attrezzature presenti sul mercato europeo conformi alla 
raccomandazione 1999/519/CE e non richiedono marcatura
CE essendo per esempio parte di un impianto
Apparati luminosi (lampade)    Escluso specifiche lampade attivate da RF
Computer e attrezzature informatiche    
Attrezzature da ufficio    I cancellatori di nastri possono richiedere
    ulteriori valutazioni
Cellulari e cordless      
Radio rice-trasmittenti    Solo quelle con potenze inferiori a 20 mW
Basi per telefoni DECT e reti Wlan    Limitatamente alle apparecchiature per il
    pubblico
Apparati di comunicazione non wireless e reti       
Utensili elettrici manuali e portatili   es.: conformi alle CEI EN 60745-1 e CEI
EN
   61029-1 inerenti la sicurezza degli utensili a
   motore trasportabili.
Attrezzature manuali per riscaldamento (escluso il riscaldamento a es.: conformi alla CEI EN 60335-2-45 (es.

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induzione e dielettrico) pistole per colla a caldo)


Carica batterie Inclusi quelli ad uso domestico e destinati a
 garage, piccole industrie e aziende agricole
 (CEI EN 60335-2-29)
Attrezzature elettriche per il giardinaggio 
Apparecchiature audio e video alcuni particolari modelli che fanno uso di
 trasmettitori radio nelle trasmissioni
 radio/TV necessitano di ulteriori valutazioni
Apparecchiature portatili a batteria esclusi i trasmettitori a 
radiofrequenza 
Stufe elettriche per gli ambienti     esclusi i riscaldatori a microonde
I criteri qui riportati per dimostrare la
conformità ai limiti di esposizione nel luogo
di lavoro sono basati sulla dimostrazione
Rete di distribuzione dell’energia elettrica a 50 Hz nei luoghi di
che le esposizioni sono inferiori ai limiti
lavoro: campo elettrico e magnetico devono essere considerati
minimi della Raccomandazione CE (1999)
separatamente. Per esposizioni al campo magnetico sono
sulle esposizioni EMF per la popolazione.
conformi:
Tali criteri sono sufficienti a dimostrare la
Ogni installazione elettrica con una intensità di corrente di fase £
conformità per la maggior parte dei luoghi
100 A;
di lavoro. I criteri di valutazione basati
-Ogni singolo circuito all’interno di una installazione con una
direttamente sui limiti di esposizione della
intensità di corrente di fase £ 100 A; -Tutti i componenti delle reti
Direttiva 2004/40/CE per il luogo di lavoro,
che soddisfano i criteri di cui sopra sono conformi (incluso i
sono indicati nell’Allegato F della norma
conduttori, interruttori, trasformatori ecc...); -Qualsiasi conduttore
CEI EN 50499. Essi utilizzano 500 A al
nudo aereo di qualsiasi voltaggio. Per esposizioni al campo
posto di 100 A, 200 kV invece di 100 kV e
elettrico sono conformi: • Qualsiasi circuito in cavo sotterraneo o
250 kV invece di 125 kV. La lista di
isolato indipendentemente dal voltaggio • Qualsiasi circuito nudo
controllo indicata in F.2.4 della norma CEI
aereo tarato ad un voltaggio fino a 100 kV, o line aerea fino a 125
EN 50499 può quindi essere utilizzata per
kV, sovrastante il luogo di lavoro, o a qualsiasi voltaggio nel caso
dimostrare la conformità ai campi
di luogo di lavoro interni.
magnetici, e quella in F.3.1 della norma
CEI EN 50499 per la conformità ai campi
elettrici in qualsiasi luogo di lavoro.
Strumentazione e apparecchi di misura e controllo 
Elettrodomestici Sono inclusi in questa tabella anche le
apparecchiature professionali per la cottura,
lavaggio (lavatrici), forni a microonde ecc...
usate in ristoranti, negozi, ecc...
Necessitano invece di ulteriori valutazioni i
 forni di cottura ad induzione.

Computer e attrezzature informatiche con trasmissione wireless es.: Wlan (Wi-Fi), Bluetooth e tecnologie
simili, limitatamente all’uso pubblico
Trasmettitori a batteria Limitatamente alle apparecchiature per il
pubblico
Ulteriori valutazioni sono necessarie solo
Antenne di stazioni base
se i
lavoratori possono essere più vicini
all’antenna rispetto alle distanze di
sicurezza stabilite per l’esposizione del
pubblico
Apparecchiature elettromedicali non per applicazioni con campi
elettromagnetici o di corrente

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A partire dalla norma CEI EN 50499, si riporta a seguito la Tabella 4.2 dedicata alle situazioni che
sicuramente meritano un approfondimento valutativo (si ricorda che la lista non è assolutamente
esaustiva).

Tipo di impianto Note


Elettrolisi industriale Sia con correnti alternate che continue
Saldature elettriche
Forni fusori elettrici e a induzione
Riscaldamento a induzione
Riscaldamento dielettrico a RF e a MW
Saldatura dielettrica
Magnetizzatori/smagnetizzatori industriali Compresi i dispositivi per la cancellazione in
blocco di nastri magnetici

Apparecchi di illuminazione speciali attivati con RF


Dispositivi al plasma in RF Compresa la deposizione sotto vuoto e la
polverizzazione catodica
Apparecchi per diatermia (marconiterapia e radarterapia) Tutti gli apparecchi elettromedicali che
utilizzano sorgenti RF con potenza media
emessa elevata (>100 mW)
Sistemi elettrici per la ricerca di difetti nei materiali
Radar Radar per il controllo del traffico aereo,
militare, del tempo e a lungo raggio.
Trasporti azionati elettricamente: treni e tram
Tutti gli apparecchi elettromedicali per applicazioni intenzionali di
radiazioni elettromagnetiche o di corrente tra cui:
Elettrobisturi
Ablatori a RF e a microonde
Stimolatori magnetici transcranici
Apparati per magnetoterapia
Tomografi RM
Riscaldatori ed essiccatori industriali a microonde
Antenne delle stazioni radio base Ulteriori valutazioni sono necessarie solo se i
lavoratori possono essere più vicini all’antenna
rispetto alle distanze di sicurezza stabilite per
l’esposizione del pubblico
Reti di alimentazione elettrica nel luogo di lavoro e circuiti di
distribuzione e trasmissione dell’elettricità che sorvolano il luogo di
lavoro e non soddisfano i criteri indicati nella Tabella 4.1

Esempi di luoghi di lavoro o mansioni per i quali, comunemente, si devono effettuare approfondimenti
nella valutazione del rischio sulla base della Tabella 4.2 sono: centrali e sottostazioni elettriche;
installatori e manutentori di sistemi fissi di telecomunicazioni, manutentori di linee elettriche, saldatori ad
arco o a induzione o a scarica capacitiva, installatori e manutentori di sistemi radar, fonditori di metalli
preziosi, addetti a macchine dielettriche utilizzate nel settore tessile o lavorazione di legno o plastica,
macchinisti su treni ad alta velocità, operatori sanitari e personale pulizie su RM, chirurghi e
personale sanitario che utilizza elettrobisturi e apparecchiature similari, fisioterapisti che utilizzano

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apparati di diatermia, addetti alla manutenzione e riparazione di apparecchiature/impianti


medicali emittenti CEM, ecc.

Tutti i macchinari alimentati a corrente elettrica, o contenenti una componente che sia sorgente di
radiazioni non ionizzanti, possono generare, nello spazio loro circostante, un campo elettromagnetico di
spettro vario. Secondo quanto riportato al punto 1.5.10 dell’Allegato 1 del DLgs.17/2010 (recepimento
della nuova direttiva macchine 2006/42/CE) la progettazione e costruzione di tali macchinari deve essere
tale da limitare qualsiasi emissione di radiazioni a quanto necessario al loro funzionamento e tale che i
suoi effetti sulle persone esposte siano nulli o comunque non pericolosi. La norma di riferimento per la
valutazione e riduzione dei rischi generati dalle radiazioni emesse dal macchinario è la UNI EN 12198-1
del 2009, che riguarda l’emissione di tutti i tipi di radiazione elettromagnetica non ionizzante (sia i campi
elettromagnetici che le radiazioni ottiche).
In funzione del livello di emissione di radiazioni, (valori riportati in appendice B della UNI EN
12198:2009) la norma richiede che il fabbricante assegni alla macchina una categoria di emissione di
radiazioni. Sono considerate tre categorie di emissione, per le quali sono previste diverse misure di
protezione, informazione, addestramento, secondo lo schema seguente:

Il fabbricante deve dichiarare nelle istruzioni per l’uso quali sono gli impieghi previsti della macchina, la
categoria di emissione di radiazioni e le procedure di funzionamento. Il fabbricante deve specificare, se
necessario, il livello di competenza da raggiungere mediante addestramento. Nei casi in cui particolari
condizioni operative possano ridurre le emissioni, il fabbricante deve fornirne dettagli appropriati nelle
istruzioni. Le macchine rientranti nelle categorie 1 e 2 devono essere adeguatamente marcate.

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Riguardo la metodologia di misurazione si deve tenere presente quanto segue:


 fino alla frequenza di 10 MHz sono definiti valori limite di esposizione e valori di azione
finalizzatia prevenire effetti di stimolazione elettrica a carico dei tessuti stimolabili, in primo
luogo i tessuti nervoso e muscolare. Tali effetti si manifestano su base temporale sostanzialmente
istantanea: per tale motivo il rispetto dei limiti e valori di azione deve essere garantito su base
istantanea, senza alcuna operazione di media temporale, per tutto il tempo di esposizione durante
la giornata di lavoro (a tal fine, nell’arco di una intera giornata lavorativa, le misure devono
essere effettuate nelle condizioni di massima emissione delle attrezzature);
 per campi a frequenze tra 100 kHz e 10 GHz sono definiti i limiti di esposizione e valori d'azione
finalizzati a prevenire l'eccessivo riscaldamento a livello sistemico e locale. La valutazione
dell’esposizione va quindi effettuata considerando la potenza media per ogni intervallo di 6
minuti, per tenere in conto i tempi di risposta del sistema di termoregolazione del corpo umano;
 per frequenze superiori a 10 GHz, infine, l’intervallo di tempo su cui valutare la media della
potenza è pari a 68/f1,05 minuti.
La strumentazione utilizzata per le misurazioni deve essere tarata presso laboratori che garantiscano la
riferibilità a campioni nazionali (LAT - Laboratori di Taratura accreditati da ACCREDIA) o
internazionali (ad es. accreditamento UKAS in Gran Bretagna, ecc.). La periodicità della taratura non è
fissata da norme cogenti, ma secondo le norme di buona tecnica (ad es. CEI 211-6 e 211-7) deve essere
almeno biennale.

2.4.9.13 Metodologia di valutazione del rischio da infrasuoni ed ultrasuoni


L’art.181 indica che “il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici”,
mentre l’art.180 precisa che “per agenti fisici si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le
vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima
e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori”.
Pertanto la valutazione va effettuata per tutti gli agenti di rischio fisici elencati all’art.180. Ma scorrendo i
Capi del Titolo VII del D.Lgs. 81/08 non si fa riferimento a norme propriamente indicate per gli
infrasuoni e ultrasuoni (e neppure per atmosfere iperbariche). Pertanto è legittima la domanda:
relativamente agli ultrasuoni e infrasuoni (e atmosfere iperbariche), secondo quali criteri specifici
debbono essere effettuate le valutazioni dei rischi ed adottate le misure di prevenzione e protezione?
La risposta è contenuta all’art.181, comma 1 del D.Lgs. 81/08, laddove è chiarito che la valutazione del
rischio di tutti gli agenti fisici deve essere tale da “identificare e adottare le opportune misure di
prevenzione e protezione” facendo “particolare riferimento alle norme di buona tecnica e alle buone
prassi”. Le prime sono le norme tecniche nazionali (UNI, CEI) e internazionali (CEN, ISO), mentre le
seconde sono le “soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme
di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e la sicurezza sui luoghi
di lavoro”.
Posto che il datore di lavoro deve sempre considerare l’effetto del rischio sulla salute dei lavoratori
tenendo conto dell’evoluzione tecnica in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro, e dato che le
buone prassi sono per definizione documenti di natura applicativa sviluppati in coerenza con le norme
tecniche, è consigliabile utilizzarle come riferimenti primari ogni qualvolta ve ne sia disponibilità. Nel
caso di ultrasuoni e infrasuoni, ad oggi, non esiste una norma tecnica o linea guida condivisa. Tale
vacanza, originata degli orientamenti della letteratura, non totalmente validata dal punto di vista
scientifico, in materia di effetti degli infrasuoni e degli ultrasuoni sulla salute umana, da un lato mette in

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dubbio la necessità addirittura di attivare la sorveglianza sanitaria nei confronti dei lavoratori esposti agli
agenti fisici per i quali non è previsto un Capo specifico all’interno del Titolo VIII del DLgs.81/2008,
(vale a dire infrasuoni, ultrasuoni) mentre dall'altro lato, coerentemente con il principio di precauzione,
suggerisce di erogare comunque informazione e formazione, mentre da un punto di vista della
sorveglianza sanitaria, di monitorare anamnesticamente eventuali sintomi, per altro aspecifici, quali
fatica, nausea, cefalea ed acufeni e alterazioni dell’equilibrio nei soli casi di esposizione congiunta ad
ultrasuoni e/o solventi e/o rumore otolesivo.

2.4.9.14 Metodologia di valutazione del rischio da radiazioni ottiche artificiali (ROA)


Il Capo V del Titolo VIII tratta della protezione dei lavoratori dai rischi fisici associati all’esposizione alle
Radiazioni Ottiche di origine artificiale, lasciando significativamente da parte le Radiazioni Ottiche di
origine naturale, come quelle derivanti dal Sole che appartengono al gruppo delle radiazioni sicuramente
cancerogene per l'uomo (secondo l'attuale classificazione IARC - International Agency for Research on
Cancer) che quindi devono essere considerate sorgente di rischio generico, cioè non normato al Titolo
VIII.
La radiazione ottica comprende quindi le componenti dello spettro elettromagnetico di lunghezza d’onda
minore dei campi elettromagnetici (trattati al Capo IV del Titolo VIII del DLgs.81/2008) e maggiore di
quelle delle radiazioni ionizzanti (trattate dal DLgs.230/1995 e s.m.i). L’intervallo delle lunghezze d’onda
delle ROA è compreso tra 100 nm e 1 mm (con le bande spettrali degli infrarossi –IR–, del visibile –VIS–
e dell’ultravioletto –UV–) mentre l’energia (E=hv) è compresa tra 10-3 e 12 eV:

Le sorgenti di radiazioni ottiche possono inoltre essere classificate in coerenti e non coerenti. Le prime
emettono radiazioni in fase fra di loro (i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono), mentre le
seconde emettono radiazioni sfasate. I L.A.S.E.R. (Light Amplification by Stimulated Emission of
Radiation) sono sorgenti di radiazioni ottiche artificiali coerenti, mentre tutte le altre sono non coerenti.
Le sorgenti di Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) nelle attività lavorative sono molteplici e nelle due
successive tabelle vengono forniti due elenchi non esaustivi dei principali campi di applicazione.

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ESEMPI DI SORGENTI ROA NON COERENTI (ERO)


Riscaldatori radianti
Forni di fusione metalli e vetro
IR Cementerie
Lampade per riscaldamento a incandescenza
Dispositivi militari per la visione notturna
Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al mercurio, sistemi LED …)
Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica) / estetico
VISIBILE
Luce pulsata –IPL (Intense Pulsed Light)
Saldatura
Sterilizzazione
Essiccazione inchiostri, vernici
Fotoincisione
Controlli difetti di fabbricazione
UV
Lampade per uso medico (es.: fototerapia dermatologica) e/o estetico (abbronzatura) e/o di
laboratorio
Luce pulsata –IPL–
Saldatura ad arco / al laser
* Alcune delle sorgenti di cui sopra emettono non solo nella banda di riferimento, ma anche in quelle vicine

ESEMPI DI SORGENTI ROA COERENTI (LASER)


Applicazioni mediche e mediche per uso estetico
Applicazioni per solo uso estetico (depilazione)
Telecomunicazioni, informatica
Lavorazioni di materiali (taglio, saldatura, marcatura e incisione)
Metrologia e misure
Applicazioni nei laboratori di ricerca
Beni di consumo (lettori CD e “bar code” …) e intrattenimento (laser per discoteche e concerti …)

Per effettuare la valutazione del rischio di esposizione alle ROA lo schema di flusso che viene attuato è il
seguente:
 censimento delle sorgenti: è necessario preliminarmente censire le sorgenti ROA, utilizzando,
ove disponibile, la classificazione delle sorgenti secondo le norme tecniche specifiche o la
conformità a standard tecnici, che può consentire la “giustificazione” che permette di non
effettuare una valutazione approfondita del rischio in quanto trascurabile, ovvero di stabilire
direttamente il superamento o meno dei valori limite;
 conoscenza delle modalità espositive: devono essere valutate le modalità di impiego ed i luoghi in
cui sono operanti, acquisendo, se possibile, i “layout” o le planimetrie dove sono installate le
sorgenti (per la effettiva esposizione dei lavoratori è importante acquisire i tempi, le distanze e le
modalità di esposizione per le sorgenti non coerenti, mentre per quelle laser è importante
verificare anche eventuali riflessioni);
 esecuzione di misure (se non si ricade direttamente nel caso di una "giustificazione" o di
superamento dei valori limite derivato direttamente dai dati del fabbricante): vengono effettuate
misure strumentali secondo le indicazioni fornite da norme tecniche specifiche: le misure devono
essere eseguite con strumentazione adeguatamente tarata, dotata di caratteristiche idonee ai
parametri da rilevare;
 esecuzione di calcoli: partendo dai dati forniti dal fabbricante, dai dati di letteratura o dai valori
misurati, mediante appositi calcoli si ottengono le grandezze necessarie al confronto con i valori
limite;

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 confronto con i valori limite: i risultati acquisiti dalle fasi precedenti (dai dati dei produttori, dai
dati di bibliografia, da misure strumentali o da calcoli) devono essere confrontati con i valori
limite previsti nell’Allegato XXXVII Parte I (ROA-ERO) e Parte II (LASER) del DLgs.81/2008
per stabilire il possibile superamento o meno di tali valori.

Nella valutazione del rischio ROA particolare attenzione deve essere posta alla possibilità di ritenere
intrinsecamente trascurabile il rischio derivante da una sorgente, applicando il concetto della
"giustificazione", prevista per tutti gli agenti fisici all'art. 181, comma 3. Costituisce esperienza condivisa
che talune sorgenti di radiazioni ottiche, nelle corrette condizioni d’impiego, non danno luogo ad
esposizioni tali da presentare rischi per la salute e la sicurezza. In questi casi è "giustificato" non dover
procedere ad una valutazione del rischio più dettagliata.

Sorgenti ROA non coerenti (ERO) per cui può ricorrere la "giustificazione"
In termini generali sono "giustificabili" e quindi rappresentare un rischio trascurabile, tutte le
apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente classificate nella Categoria 0 secondo lo
standard UNI EN 12198:2009, così come le lampade e i sistemi di lampade, anche a LED, classificate
nel gruppo “Esente” dalla norma CEI EN 62471:2009. Esempio di sorgenti ROA-ERO di gruppo
“Esente” sono l’illuminazione standard per uso domestico e di ufficio, i monitor dei computer, i display,
le fotocopiatrici, le lampade e i cartelli di segnalazione luminosa. Sorgenti analoghe, anche in assenza
della suddetta classificazione, nelle corrette condizioni di impiego si possono “giustificare”.
Sono giustificabili anche tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente indicate
dalle “Non Binding Guide” della Health Protection Agency nelle condizioni specificate dalle linee guida
stesse:

Sorgenti che producono esposizioni insignificanti e che possono essere considerate “sicure”
Illuminazione fluorescente montata a soffitto con diffusori sopra le lampade
Schermi di computer o simili
Illuminazione fluorescente compatta montata a soffitto
Proiettore fluorescente compatto
Trappole per insetti UVA
Proiettore alogeno al tungsteno montato a soffitto
Illuminazione specifica per la zona di lavoro con lampada al tungsteno (incluse le lampadine a spettro solare)
Lampade al tungsteno montate a soffitto
Fotocopiatrici
Attrezzatura di presentazione con lavagna interattiva
Indicatori a LED
Assistenti digitali personali
Freccia, stop, retromarcia e antinebbia
Lampade per flash fotografici
Riscaldatori radianti sospesi a gas
Illuminazione stradale

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Sorgenti che possono essere considerate sicure in determinate condizioni


Sorgenti Condizioni di utilizzo sicuro
Illuminazione fluorescente montata a soffitto Sicura con livelli normali di illuminazione da
senza diffusori sopra le lampade lavoro (≈ 600 lux)
Proiettori ad alogenuro metallico/al mercurio Sicuri se la copertura frontale di vetro è integra e
ad alta pressione non si trova nella linea di vista.
Proiettori da tavolo Sicuri se non si guarda il fascio
Luce nera UVA a bassa pressione Sicura se non si trova nella linea di vista
Qualsiasi dispositivo laser di «classe 1» Sicuro se la copertura è integra. Potrebbe non
(secondo la norma EN 60825-1) essere sicuro se la copertura viene rimossa
Sicuro se non si trova nella linea di vista.
Qualsiasi prodotto del «gruppo esente»
Potrebbe non essere sicuro se la copertura viene
(secondo la norma EN 62471)
rimossa
Sicuri se si evita lo sguardo prolungato diretto
Proiettori dei veicoli
intra-fascio

Sorgenti ROA coerenti (LASER) per cui può ricorrere la "giustificazione"


Tutte le sorgenti che emettono radiazione laser classificate nelle classi 1 e 2 (attenzione: non 1M e 2M,
ma neppure le apparecchiature di classe 1 o 2 che contengono sorgenti di classe superiore) secondo lo
standard IEC 60825-1, sono, all'evenienza, giustificabili.

Situazioni lavorative in ambito sanitario che devono essere certamente valutate


La tabella seguente riporta le principali sorgenti non coerenti di radiazione ottica che vanno sicuramente
valutate ai fini della prevenzione del rischio per i lavoratori. Le sorgenti di radiazioni UV sono tratte dalla
pubblicazione edita dall’ICNIRP dal titolo Protecting workers from ultraviolet radiation (ICNIRP
14/2007). La tabella è stata ridotta dal SPP dell'ASL SALERNO per tenere conto delle sole lavorazioni
riscontrabili in ambito sanitario.

Possibilità di
Sorgente Note
sovraesposizione
Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per
Lampade germicida per
Elevata sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali,
sterilizzazione e disinfezione
industrie alimentari e laboratori
Le sorgenti UV sono usualmente posizionate
Lampade per fotoindurimento all’interno di apparecchiature, ma l’eventuale
di polimeri, fotoincisione, Media radiazione che può fuoriuscire attraverso aperture
“curing” o fessure è in grado di superare i limiti in poche
decine di secondi
La radiazione UV è utilizzata per le terapie in
Lampade/sistemi LED dermatologia e la “luce blu” è utilizzata
Elevata
per la fototerapia nell’ambito di attività sanitarie (es.: PUVA-
terapia, fototerapia dell’ittero neonatale).
Sono utilizzate nei teatri, in ambienti vasti e aperti
Lampade Bassa per l’illuminazione esterna e possono superare sia
ad alogenuri (Elevata se visione i limiti per gli UV che per la radiazione visibile e
metallici diretta) in particolare per la “luce blu” per visione diretta
della sorgente
Bassa Per talune lampade i valori limite di esposizione
Lampade scialitiche da sala
(Elevata se visione per luce blu possono essere superati in 30 minuti
operatoria
diretta) in condizioni di visione diretta della sorgente

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Le sorgenti utilizzate in ambito estetico per


l’abbronzatura possono emettere sia UVA che
UVB, i cui contributi relativi variano a seconda
Lampade abbronzanti Media – Elevata
della loro tipologia. Queste sorgenti superano i
limiti per i lavoratori per esposizioni dell’ordine
dei minuti.
Apparecchiature con sorgenti Elevata-Molto Emissioni di radiazioni ottiche potenzialmente
IPL per uso medico o estetico elevata molto superiori ai valori limite anche per pochi
secondi.

Per quanto riguarda la radiazione laser, tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica coerente
classificate nelle classi 1M, 2M 3R, 3B e 4 (nella nuova classificazione) o nelle classi 3A, 3B e 4 (nella
vecchia classificazione) secondo lo standard IEC 60825-1 vanno valutate.

2.4.9.15 Metodologia di valutazione del rischio lavoro-stress correlato.


Generalità
Accanto ai rischi tradizionali (chimici, fisici e biologici) per la salute del lavoratore, i rischi psico-
tecnico-sociali legati all'organizzazione del lavoro stanno diventando una delle principali cause di
alterazione della salute dei lavoratori.
Il lavoro terapeutico ed assistenziale, in particolare, è un insieme di servizi, lavorazioni e processi che
inevitabilmente si intrecciano con le aree maggiormente problematiche della soggettività umana, con la
percezione del limite e dell'incertezza, con il timore della malattia e della morte. Il mestiere di curare
non può prescindere dalla relazione tra persone, tra chi offre e chi chiede aiuto. Affinché gli operatori
sanitari possano provvedere alla cura degli altri e vivere sufficientemente bene, occorre che siano
formati appositamente per riconoscere e governare tutte quelle istanze emozionali che inevitabilmente
emergono nel contatto, a volte frustante, con la sofferenza dell'altro, in modo da gestire questi sentimenti
e di non esserne a sua volta travolto.
Il D.Lgs 81/08 ha introdotto l’obbligo della valutazione dello stress lavoro correlato in tutte le aziende
secondo i contenuti dell’Accordo Interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo
stress lavoro-correlato concluso l’8 ottobre 2004 tra UNICE/UEAPME, CEEP E CES.
L’Accordo quadro europeo mira a promuovere la crescita di consapevolezza e comprensione dello stress
da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, alzando l’attenzione sui segnali che
potrebbero denotare problemi di stress lavoro-correlato.
Lo scopo dell’accordo europeo è migliorare la consapevolezza e la comprensione dello stress da lavoro
da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, attirando la loro attenzione sui
sintomi che possono indicare l’insorgenza di problemi di stress da lavoro. L’obiettivo di questo accordo è
quindi di offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori un modello che consenta di individuare e di prevenire o
gestire i problemi di stress da lavoro.
Pur riconoscendo che la sopraffazione e la violenza sul lavoro sono fattori stressogeni potenziali,
l’accordo europeo non riguarda direttamente né la violenza sul lavoro, né la sopraffazione sul lavoro, né
lo stress post-traumatico. Di conseguenza, pur essendo individuabili come fattori stressogeni, il Mobbing,
il Burn-out, la violenza attiva e passiva sui luoghi di lavoro, non rientrano nella categoria di rischio
strettamente connessa con lo stress-lavoro correlato.
Genericamente lo stress (anche quello non direttamente correlato al lavoro) è uno stato, che si
accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali ed che consegue dal fatto che le
persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.

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L’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono
essere considerate positive, ma di fronte ad una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte
grosse difficoltà di reazione. Inoltre, persone diverse possono reagire in modo diverso a situazioni simili
e una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a situazioni
simili. Lo stress quindi non è di per sé una malattia, ma un’esposizione prolungata allo stress può ridurre
l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute.
Tutte le manifestazioni di stress sul lavoro non vanno considerate causate dal lavoro stesso. Lo stress da
lavoro può essere causato da vari fattori, quali il contenuto e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di
lavoro, una comunicazione “povera”, ecc.
Data la complessità del fenomeno stress – lavoro correlato, risulta veramente difficile individuare una
lista esaustiva dei potenziali indicatori di stress. Tuttavia, un alto assenteismo o un’elevata rotazione del
personale, conflitti interpersonali o lamentele frequenti da parte dei lavoratori sono alcuni dei sintomi che
possono rivelare la presenza di stress da lavoro. Se il problema di stress da lavoro è identificato, bisogna
agire per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo. La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare
spetta al datore di lavoro.

Metodologia di valutazione dello stress-lavoro correlato


Volendo provvedere ad una valutazione di tipo preliminare del rischio da stress-lavoro correlato, il
Servizio di Prevenzione e Protezione e il Servizio di Medicina del Lavoro Aziendale della ASL
SALERNO, per i luoghi di lavoro di competenza, hanno definito una strategia basata sul metodo di
valutazione prodotto dal "Network Nazionale per la Prevenzione del Disagio Psicosociale nei Luoghi di
Lavoro" (ISPESL - SPISAL Verona). La valutazione, come per tutti gli altri rischi, deve essere effettuata
dal Datore di Lavoro, che ne ha la responsabilità. In analogia con gli altri rischi è previsto il
coinvolgimento delle figure aziendali come RSPP, RLS, MC, oltre ad eventuali altri soggetti
interni/esterni.
La procedura si articola in tre FASI principali:
FASE 1. Valutazione indicatori oggettivi di stress al lavoro (compilazione della check list)
FASE 2. Identificazione della condizione di rischio (BASSO, MEDIO, ALTO) e pianificazione delle
azioni di miglioramento;
FASE 3. Valutazione percezione dello stress al lavoro dei lavoratori, attraverso compilazione di
questionari di percezione, analizzati in modo aggregato, obbligatoria solo per rischio alto.
La valutazione dello stress lavoro correlato prevede, nella FASE 1, la compilazione di una Check List
che identifica la condizione di rischio BASSO – MEDIO – ALTO relativamente a:
A- AREA INDICATORI AZIENDALI (10 indicatori)
B- AREA CONTESTO DEL LAVORO ( 6 aree di indicatori)
C- AREA CONTENUTO DEL LAVORO (4 aree di indicatori)

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Ad ogni indicatore è associato un punteggio che concorre al punteggio complessivo dell’area. I punteggi
delle 3 aree vengono sommati (secondo opportune indicazioni che qui si omettono) e consentono di
identificare il proprio posizionamento nella TABELLA DEI LIVELLI DI RISCHIO.

I punteggi delle 3 aree vengono sommati e consentono di identificare il proprio posizionamento nella
TABELLA DEI LIVELLI DI RISCHIO.

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Nella FASE 2 è quindi possibile individuare il livello di rischio (BASSO, MEDIO, ALTO)
corrispondente al punteggio totalizzato, e conseguentemente, individuare la strategia di intervento,
confrontando i risultati della valutazione con quanto riportato nella tabella di cui alla pagina precedente.
Si noti che in caso di rischio BASSO e MEDIO sono previsti interventi di tipo organizzativo. Solo in
caso di rischio ALTO si deve procedere alla valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato.

Quando sia stata sufficientemente compresa la natura dei fattori oggettivi analizzati con la CHECK LIST
ed attuate le misure di miglioramento identificate, in caso di rischio ALTO è necessario procedere alla
valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato (FASE 3). Questo livello di intervento richiede di
procedere con identificazione dei referenti, responsabili aziendali (direttori di struttura), responsabili
della qualità ed eventuali consulenti coinvolti per l’intervento sul campione/settori/unità operative in cui
si è evidenziato la condizione RISCHIO ALTO.
Questa fase prevede la scelta di:
 questionario
 modalità di rilevazione che garantiscano a tutti i lavoratori l’informazione, la partecipazione e
l’anonimato
 modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse aziendale
 pianificazione delle azioni di miglioramento.

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La scelta del questionario, come pure delle modalità di rilevazione ed analisi, viene demandata alle
capacità e risorse della struttura di indagine, coinvolgendo un gruppo di lavoro che, partendo dal SPP e
MC, deve necessariamente comprendere la figura dello Psicologo, del quale la valutazione generale dello
stress è competenza ai sensi della Legge 18/02/89, n. 56, come pure è necessario l’intervento della
struttura che si occupa della qualità aziendale, della privacy e delle risorse umane. La scelta, in
particolare, dello strumento di valutazione più adatto alla realtà aziendale (questionario) aumenta la
partecipazione, riduce le barriere al cambiamento e costituisce il primo passo per la prevenzione stessa.
Come ben specificato nell’Accordo quadro europeo la finalità della valutazione è offrire ai datori di
lavoro ed ai lavoratori un quadro di riferimento per individuare e prevenire o gestire problemi di stress
lavoro-correlato, non è invece quello di attribuire la responsabilità dello stress all’individuo. I questionari
soggettivi non hanno quindi la funzione di identificare “il soggetto con il problema” ma di consentire la
rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che, aggregate per area/reparto, contribuiscono ad
identificare le condizioni su cui intervenire per eliminare, ridurre e gestire la condizione di stress al
lavoro.I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati per la valutazione dello stress lavoro correlato
sono:
 JCQ - Job Content Questionnaire (Karasek 1985)
 QUESTIONARIO ISPESL “Le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002)
 PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983)
 OSI - Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988)
 JSQ - Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH)
 OSQ - Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992)
 JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994)
 OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005)
 M_DQ10 - Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005)
 Benessereorganizzativo – Magellano PA (Avallone 2004)
 (Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere
organizzativo (De Carlo 2008).

Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio stress-lavoro correlato, prodotta con procedura software in base EXCEL
autoprodotta e testata dal SPP da cui risulta il valore del rischio lavoro stress-correlato.

2.4.9 Metodologia conclusiva


I metodi attraverso i quali viene condotta l'analisi di valutazione dei rischi (infortunistico-strutturale,
igienico-ambientale, trasversale e specifico) cui è esposto un lavoratore sono molteplici e specifici in
funzione del fattore di rischio analizzato. In questo lavoro si farà ricorso a diversi metodi, comunque
definibili come quantitativi, semiquantitativi o qualitativi, meglio descritti nei fascicoli relativi alla
valutazione del rischio specifico. Qui, solo per completezza espositiva, viene invece riportata la tabella
riepilogativa dei livelli di rischio ai quali si farà riferimento in tutta la valutazione del rischio dei luoghi
di lavoro ed il corrispondente significato in termini di pianificazione delle misure correttive.

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Livello di rischio Rischio Priorità di azione


4 "intervento immediato” Alto Immediato
non conformità normativa e/o
grave pericolo"
3 "pericolo" Medio alto Breve termine
2 "guardia" Medio basso Medio termine
1 "attenzione" Basso Lungo termine

Il livello 1 è relativo alle situazioni in cui il rischio è lieve e le azioni di bonifica non sono prioritarie
(interventi a lungo termine). Il livello 2 è relativo alle situazioni di rischio "medio". Con il livello 3 si
classificano le situazioni in cui il rischio è grave e l'intervento è urgente. Infine con il livello 4 vengono
classificate le situazioni in cui:
 il rischio è rilevante e le azioni da intraprendere devono avere la massima priorità;
 l'elemento valutato (attrezzatura, modalità operativa, luogo di lavoro, impianti, ecc;) non è
conforme alle norme.

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3 IL SISTEMA DI GESTIONE
3.1 PREMESSA
L’applicazione del D.lgs. 81/08 prevede, tre le altre cose, l’individuazione del Datore di Lavoro (che
esercita il governo dell’Azienda), del Dirigente (che dirige) e del Preposto (che sovrintende). Nella ASL
SALERNO è istituita la cosiddetta “Alta Direzione”, con funzioni eminentemente funzionali e
strategiche, costituita dal Direttore Generale, nominato dall'organo di vertice della Regione Campania,
assistito a sua volta dal Direttore Sanitario e da quello Amministrativo, figure professionali direttamente
scelte e nominate dal Direttore Generale. Il Direttore Generale, inoltre incarica i Dirigenti, ai quali per
disposto dall’art. 4 del D.lgs.165/01, spetta l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi,
compresi gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria,
tecnica ed amministrativa, mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane,
strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva della gestione e dei relativi risultati.
Ai Dirigenti, il DG, può delegare funzioni gestionali (non di governo) di sua competenza, ivi comprese
tra le altre, le funzioni delegabili attribuitegli dal D.Lgs. 81/08, secondo quanto previsto all’art. 16 dello
stesso Decreto, escluse tassativamente le funzioni non delegabili elencate al successivo art. 17. Deve
essere chiaro, infatti, che ai Dirigenti, con o senza delega, competono tutti gli obblighi dell’art. 18 del
D.lgs. 81/08, compresa in particolare la responsabilità di attuare gli interventi preventivi e/o correttivi
volti ad eliminare o ridurre rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori a seguito della valutazione dei
rischi. Per effettuare la sorveglianza della corretta attuazione delle misure di prevenzione disposte dai
Dirigenti, sono individuati i Preposti, dipendenti dell’Azienda con alcune responsabilità di direzione dei
lavori o dei lavoratori. Per stabilire i rapporti di responsabilità e gli obblighi a carico delle diverse figure
professionali e strutture della ASL, sono stabilite le seguenti definizioni.

3.1.1 Datore di Lavoro


Il Direttore Generale della ASL SALERNO è il Datore di Lavoro Unico. Sul Direttore Generale,
pertanto, ricadono le responsabilità degli adempimenti previsti dal D.Lgs. 81/08. In particolare è
responsabile della istituzione di una adeguata organizzazione per l’attuazione della prevenzione,
protezione e sorveglianza sanitaria in Azienda. Le principali responsabilità del Datore di Lavoro della
ASL SALERNO, sono appresso elencate:
 la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto
dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/08;
 la designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi (RSPP);
 la costituzione di un adeguato Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi, interno
all’Azienda, compresa la designazione degli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione
(ASPP).
Ai sensi del Deliberazione del Direttore Generale n. 3 del 27/07/2016, sono invece delegati ai
Dirigenti (come appresso specificati) i seguenti compiti che sono anche del Datore di Lavoro
(parzialmente comma 1 dell’art. 18 del D.lgs. 81/08):
 designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione
incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e
immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza;

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 nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in
rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
 fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il
responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente;
 prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate
istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e
specifico;
 richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle
disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di
protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
 inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza
sanitaria e richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico;
 nei casi di sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del D.lgs. 81/08, comunicare
tempestivamente alla FC Medicina del Lavoro Aziendale la cessazione del rapporto di lavoro;
 adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare
istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino
il posto di lavoro o la zona pericolosa;
 informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato
circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
 adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37
del D.Lgs. 81/08, secondo la regolamentazione aziendale;
 astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal
richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un
pericolo grave e immediato;
 consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
 consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di
questi e per l’espletamento della sua funzione, copia del documento di valutazione dei rischi di
cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche su supporto informatico con avvertenza che il
documento è consultato esclusivamente in azienda
 prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare
rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno verificando periodicamente
la perdurante assenza di rischio;
 comunicare in via telematica all’INAIL, nonché per loro tramite, al sistema informativo
nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, entro 48 ore dalla ricezione
del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le informazioni relativi agli infortuni
sul lavoro che comportino l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e,
a fini assicurativi, quelli relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza al lavoro
superiore a tre giorni; l’obbligo di comunicazione degli infortuni sul lavoro che comportino
un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni si considera comunque assolto per mezzo della
denuncia di cui all’articolo 53 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria

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contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
 consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle ipotesi di cui all’art. 50 del
D.Lgs. 81/08;
 adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di
lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato;
 vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti
alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità;
 fornire alle SC Servizio di Prevenzione e Protezione e FC Medicina del Lavoro Aziendale
informazioni in merito a:
o la natura dei rischi;
o l’organizzazione del lavoro, la programmazione e l’attuazione delle misure preventive e
protettive;
o la descrizione degli impianti e dei processi produttivi;
o i dati relativi agli infortuni e quelli relativi alle malattie professionali;
o i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza.

Al Dirigente della S.C. Servizio di Prevenzione e Protezione è delegata la mera elaborazione del DVR,
da approvarsi formalmente nei modi previsti dal D.lgs. 81/08.

Ancora ai sensi della Deliberazione del Direttore Generale n. 3 del 27/07/2016, sono sempre delegati
ai Dirigenti (come appresso specificati) i seguenti compiti ed adempimenti che sono previsti anche in
capo del Datore di Lavoro (parzialmente previsti all’art. 61 del D.lgs. 230/95 e s.m.i.):
 i Dirigenti delegati che rispettivamente eserciscono e dirigono le attività disciplinate dal D.lgs.
230/95 e, con i preposti che vi sovraintendono, devono, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e
competenze, attuare le cautele di protezione e di sicurezza previste dal presente capo e dai
provvedimenti emanati in applicazione di esso;
 i Dirigenti delegati, prima dell'inizio delle attività disciplinate dal D.Lgs. 230/95, debbono
acquisire da un Esperto Qualificato di cui all’art.77, una relazione scritta contenente le
valutazioni e le indicazioni di radioprotezione inerenti alle attività stesse. A tal fine i Dirigenti
forniscono all'Esperto Qualificato i dati, gli elementi e le informazioni necessarie (la relazione
costituisce il Documento di Valutazione dei Rischi di cui all’art. 17 del D.Lgs. 81/08, per gli
aspetti concernenti i rischi da radiazioni ionizzanti);
Sulla base delle indicazioni della relazione dell’Esperto Qualificato, i Dirigenti Delegati dal Datore di
Lavoro e i Preposti devono in particolare:
 provvedere affinché gli ambienti di lavoro in cui sussista un rischio da radiazioni vengano, nel
rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 230/95 all'articolo 82, individuati, delimitati,
segnalati, classificati in zone e che l'accesso ad essi sia adeguatamente regolamentato;
 provvedere affinché i lavoratori interessati siano classificati ai fini della radioprotezione nel
rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 230/95 all'articolo 82;

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 predisporre norme interne di protezione e sicurezza adeguate al rischio di radiazioni e curare che
copia di dette norme sia consultabile nei luoghi frequentati dai lavoratori, ed in particolare nelle
zone controllate;
 fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione, in
relazione ai rischi cui sono esposti;
 rendere edotti i lavoratori, nell'ambito di un programma di formazione finalizzato alla
radioprotezione, in relazione alle mansioni cui essi sono addetti, dei rischi specifici cui sono
esposti, delle norme di protezione sanitaria, delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza
delle prescrizioni mediche, delle modalità di esecuzione del lavoro e delle norme interne;
 provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme interne, usino i mezzi di sorveglianza
e protezione ed osservino le modalità di esecuzione del lavoro;
 provvedere affinché siano apposte segnalazioni che indichino il tipo di zona, la natura delle
sorgenti ed i relativi tipi di rischio e siano indicate, mediante appositi contrassegni, le sorgenti di
radiazioni ionizzanti, fatta eccezione per quelle non sigillate in corso di manipolazione;
 fornire al lavoratore esposto i risultati delle valutazioni di dose effettuate dall'esperto qualificato,
che lo riguardino direttamente, nonché assicurare l'accesso alla documentazione di sorveglianza
fisica concernente il lavoratore stesso;
 nei casi in cui occorre assicurare la sorveglianza fisica i dirigenti devono avvalersi degli Esperti
Qualificati di cui all'articolo 77 del D.Lgs. 230/95 e, per gli aspetti medici, dei Medici
Competenti o Medici Autorizzati di cui all'articolo 83 del D.Lgs. 230/95;
 nei casi in cui non occorre assicurare la sorveglianza fisica, i dirigenti sono tenuti comunque ad
adempiere alle disposizioni relative alla predisposizione di norme interne, del programma di 
formazione specifico e delle modalità di esecuzione del lavoro, a verificare che i lavoratori
osservino le predisposizioni e fornire i mezzi di protezione eventualmente necessari;
 comunicano tempestivamente all'Esperto Qualificato e al Medico Autorizzato per mezzo della FC
Medicina del Lavoro Aziendale la cessazione del rapporto di lavoro con il lavoratore esposto.
Inoltre al Dirigente Delegato sono demandati dal Datore di Lavoro, in particolare:
 la segnalazione delle misure di miglioramento al fine della tutela della sicurezza degli ambienti di
lavoro e della salute dei lavoratori;
 la segnalazione alle competenti FC Struttura Tecnica e Gestione del Patrimonio e/o Tecnologie
Biomediche e Tecniche, di ogni deficienza delle strutture, degli impianti e delle apparecchiature e
l’assunzione delle iniziative di competenza di cui è venuto a conoscenza al fine di evitare
l’esposizione dei lavoratori e del pubblico a rischi indebiti;
 la gestione dei rapporti con gli organi di vigilanza conseguenti all’applicazione della normativa in
tema di igiene e prevenzione dei luoghi di lavoro in relazione alle competenze delegategli o
proprie.

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3.1.2 Unità Produttiva


Nella ASL SALERNO non sono individuate Unità Produttive al di fuori della struttura complessiva
della Azienda stessa. La determinazione discende direttamente da due capisaldi che possono regolarne
l’individuazione. Da una parte, è ben nota la stessa definizione di “unità produttiva” contenuta all’art. 2
del D.Lgs. 81/08, cioè: “uno stabilimento o una struttura finalizzati alla produzione di beni o
all’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale”. Dall’altra, la chiave di
lettura offerta dalla Giurisprudenza con l’orientamento proposto dalla Corte di Cassazione, sez. IV, n.
45068 del 22/11/2004. In questo pronunciamento si afferma che l’organismo, per essere considerato
“unità produttiva”, pur restando una emanazione di una stessa impresa, deve avere “una fisionomia
distinta, presenti un proprio bilancio” ed abbia in condizioni di indipendenza “un proprio riparto di risorse
disponibili” così da permettere in piena autonomia le scelte organizzative più confacenti alle
caratteristiche funzionali e produttive della unità.

3.1.3 Dirigente (ai sensi del D.Lgs. 81/08)


Il Dirigente (ai sensi del D.Lgs. 81/08) è un dipendente o equiparato dell’Azienda Sanitaria che ha
funzioni direttive. Quindi è il soggetto aziendale cui il Datore di Lavoro ha delegato in tutto o in parte le
attribuzioni delegabili in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Pertanto la nomina
di un Dirigente di una struttura del livello operativo (definita anche Macrostruttura), con un atto scritto
da parte del Direttore Generale, contiene già, implicitamente, le attribuzioni di Dirigente ai sensi del
D.Lgs. 81/08, quindi l’atto scritto di incarico, adeguatamente controfirmato, costituisce, l’attribuzione di
funzioni dirigenziali prevista dal Decreto Legislativo. Il Dirigente organizza, coordina, dispone, vigila
(sui e con i Preposti), adotta i provvedimenti necessari ai fini di sicurezza e salute, cura la formazione-
informazione dei lavoratori assegnati alla struttura e risponde in relazione ai poteri conferitigli e secondo
i limiti entro i quali sono legittimamente esercitati.
Nell’Azienda Sanitaria Locale SALERNO, con Delibera del Direttore Generale n. 3 del 27/07/2016,
sono individuati come Dirigenti con delega degli adempimenti propri del Datore di Lavoro ai sensi
del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. le seguenti figure:
il Direttore Medico di Presidio, (Direttore Sanitario) nei seguenti Presidi Ospedalieri:
 P.O. Nocera – Pagani;
 P.O. Scafati;
 P.O. Sarno;
 P.O. Oliveto Citra;
 P.O. Eboli;
 P.O. Battipaglia;
 P.O. Polla;
 P.O. Sapri;
 P.O. Vallo della Lucania;
 P.O. Roccadaspide.
il Direttore del Distretto, nei seguenti ambiti territoriali:
 Distretto Sanitario n. 60;
 Distretto Sanitario n. 61;
 Distretto Sanitario n. 62;

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 Distretto Sanitario n. 63;


 Distretto Sanitario n. 64;
 Distretto Sanitario n. 65;
 Distretto Sanitario n. 66;
 Distretto Sanitario n. 67;
 Distretto Sanitario n. 68;
 Distretto Sanitario n. 69;
 Distretto Sanitario n. 70;
 Distretto Sanitario n. 71;
 Distretto Sanitario n. 72.
il Direttore del Dipartimento di Prevenzione
il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale
i Direttori Responsabili delle seguenti Funzioni Centrali (FC):
 FC Affari Generali;
 FC Affari Legali;
 FC Tecnica e Gestione del Patrimonio;
 FC Economico Finanziario;
 FC Gestione del Personale;
 FC Provveditorato;
 FC Raccolta ed Elaborazione Dati;
i Direttori Responsabili delle seguenti Strutture Centrali (SC):
 SC Comitato Consultivo Zonale;
 SC Comunicazione;
 SC Coordinamento Assistenza Farmaceutica;
 SC Emergenza-Urgenza e Continuità Assistenziale;
 SC Formazione;
 SC Integrazione Ospedale-Territorio;
 SC Integrazione Socio-Sanitaria;
 SC Internal Auditing;
 SC Medicina del Lavoro Aziendale;
 SC Medicina Legale;
 SC Monitoraggio e Controllo;
 SC Programmazione e Controllo Committenza;
 SC Rapporti ASL no Profit;
 SC Risk Management e Qualità;
 SC Servizio di Prevenzione e Protezione;
 SC Tecnologie Biomediche e Tecniche.

3.1.4 Preposto (ai sensi del D.Lgs. 81/08)


Il Preposto dell’ASL SALERNO è un dipendente dell’Azienda Sanitaria che ricopre alcune
responsabilità di direzione dei lavori, o dei lavoratori, senza essere un Dirigente, ai sensi del D.Lgs.
81/08, per come individuato al punto precedente. Per definizione contenuta proprio all’art. 2 del decreto,

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il preposto è una “persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici
e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e
garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa”. E’ pertanto il responsabile della vigilanza e
della corretta attuazione delle misure di prevenzione disposte dalla Direzione. Nella ASL SALERNO, il
Preposto è il Responsabile di una Unità Operativa Semplice, Dipartimentale o Complessa, il
Responsabile di una Organizzazione Operativa permanente, il Dirigente Infermieristico, il Dirigente
Tecnico e l’Operatore Professionale Coordinatore (ovviamente l’elenco non è esaustivo).
I Preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono:
 sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge,
nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi
di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in
caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
 verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone
che li espongono ad un rischio grave e specifico;
 richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e
inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;
 informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato
circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
 astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro
attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato;
 segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle
attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di
pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della
formazione ricevuta;
 frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37 del Decreto
Legislativo.

3.1.5 Lavoratore
La definizione di lavoratore è contenuta nell’art. 2, lettera “a” del D.Lgs. 81/08. Lavoratore è “la persona
che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo
fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e
familiari”. Sono equiparati ai lavoratori, i soci lavoratori di cooperative o di società, anche di fatto, che
prestino la loro attività per conto dell'Azienda e gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione
scolastica, universitaria e professionale avviati presso datori di lavoro per agevolare o per perfezionare le
loro scelte professionali. Sono altresì equiparati gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e i
partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi
ed attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici (esempio: tirocinio OSS, scuola
infermieri, stagisti, etc.).

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Ciascun lavoratore si prende cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre
persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni,
conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
In particolare i lavoratori devono:
 contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento degli obblighi
previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
 osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti,
ai fini della protezione collettiva ed individuale;
 utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di
trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza;
 utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
 segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e
dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui
vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie
competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le
situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza;
 non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di
controllo;
 non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
 partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro;
 sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal
medico competente.

3.1.6 Addetto Antincendio e alla Gestione dell’Emergenza Aziendale


All’art. 18 del D.Lgs. 81/08, comma 1, lett. b) tra gli obblighi del Datore di Lavoro e dei suoi Dirigenti è
prescritto di “designare preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e
immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza”. Con la
Deliberazione del Direttore Generale n. 3 del 27/07/2016, il Datore di Lavoro della ASL SALERNO ha
istituito formale delega all’adempimento di cui sopra in capo ai Dirigenti di Macrostruttura e Struttura
Complessa Centrale dell’Azienda, riservandosi il solo obbligo della vigilanza e del controllo. Dunque gli
“Addetti Antincendio e alla Gestione dell’Emergenza”, sono individuati dai Dirigenti secondo le direttive
previste dal DM 10/03/1998 e il recentissimo DM 19/03/2015. Proprio quest’ultimo DM 19/03/2015
“Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e
l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui all’DM 18/09/2002” per le strutture
sanitarie ospedaliere, residenziali e quelle di assistenza specialistica in regime ambulatoriale superiori a
1000 mq introduce nel Titolo V, per la prima volta, il “numero minimo” di addetti antincendio. Come
ulteriore novità, limitatamente alle strutture ospedaliere e residenziali, oltre alla squadra vera e propria di
addetti antincendio (che si occupa dei controlli preventivi e dell’intervento contro l’incendio vero e
proprio), sono previsti “un numero minimo di addetti di compartimento” che si occupano “del primo

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intervento immediato e svolgono le altre funzioni sanitarie e non”. Anche se formalmente l’adozione
delle nuove squadre di addetti antincendio rileva solo per strutture esistenti che devono ancora adeguarsi
al DM 18/09/2002, come modificato dal DM 19/03/2015, l’ASL SALERNO si pone l’obiettivo di
individuare, dove dovuti, “addetti antincendio” almeno nel numero minimo previsto dal nuovo DM.
Tutti gli Addetti Antincendio (della squadra vera e propria o gli addetti di compartimento) devono essere
adeguatamente formati preventivamente con i corsi previsti con DM 10/03/1998 a seconda del tipo di
Rischio Incendio rilevato nella valutazione dei rischi (generalmente rischio elevato per tutti gli ospedali
della ASL SALERNO e rischio medio per tutte le altre strutture - residenziali, ambulatoriali, uffici
centrali e periferici). Il numero minimo di addetti di compartimento è calcolato per ogni struttura con
l’algoritmo previsto alla Tabella 1 del Titolo V del DM 19/03/2015.
Un aspetto da tenere ben presente in fase di assegnazione dei compiti, da parte dei Dirigenti con delega
di funzioni da parte del Datore di Lavoro, è che la nomina non è rifiutabile né da diritto a maggiorazioni
in termini di retribuzione o agevolazioni sull’orario di lavoro. La nomina di un addetto andrebbe fatta
valutandone con attenzione i requisiti fisici ed emotivi, ed eventualmente saggiandone la disponibilità,
onde evitare in caso di effettiva necessità o emergenza, di dover fare affidamento su soggetti poco
motivati o non adeguati.

3.1.7 Addetto al Primo Soccorso


Con la già citata Deliberazione n. 3 del 27/07/2016, il Datore di Lavoro della ASL SALERNO ha
istituito formale delega all’adempimento di individuazione degli “Addetti al Primo Soccorso” in capo ai
Dirigenti di Macrostruttura e Struttura Complessa Centrale dell’Azienda, riservandosi il solo obbligo
della vigilanza e del controllo. Dunque gli “Addetti al Primo Soccorso”, sono individuati dai Dirigenti di
ogni struttura secondo le direttive previste dal DM 15 luglio 2003, n. 388 “Regolamento recante
disposizioni sul pronto soccorso aziendale, in attuazione dell’articolo 15, comma 3, del decreto
legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni”, cui ci si riferirà appresso con la
dicitura semplificata “DM 388/03”. Ai sensi dell’art. 1 del DM 388/03, l’intera ASL SALERNO,
considerata come un'unica unità produttiva viene classificata come Azienda del Gruppo B, cioè azienda o
unità produttive con tre o più lavoratori che non rientra nelle aziende o unità produttive del Gruppo A.
Pertanto tutti gli Addetti al Primo Soccorso devono essere adeguatamente formati preventivamente con i
corsi previsti all’allegato 4 del DM 388/03. La formazione dei lavoratori designati andrà ripetuta con
cadenza triennale almeno per quanto attiene alla capacità di intervento pratico.
Diversamente dal caso degli addetti antincendio, non esiste nella norma un numero minimo, o
proporzionale al numero complessivo dei dipendenti, dei membri che devono far parte della squadra, ma
deve essere il Dirigente Delegato, sentito il parere del Medico Competente, a valutare il numero degli
addetti al primo soccorso in base alle dimensioni della struttura, al numero di lavoratori e ai
rischi presenti. La nomina ad addetto non è rifiutabile né da diritto a maggiorazioni in termini di
retribuzione o agevolazioni sull’orario di lavoro, pertanto andrebbe fatta valutandone con attenzione i
requisiti fisici ed emotivi, ed eventualmente saggiandone la disponibilità, onde evitare in caso di effettiva
necessità o emergenza, di dover fare affidamento su soggetti poco motivati o non adeguati.
Una particolare attenzione si deve porre alla possibilità per la ASL SALERNO di individuare tra i suoi
Addetti al Primo Soccorso un consistente numero di infermieri professionali o di medici. Relativamente
alla possibile esenzione di queste categorie di lavoratori dalla frequentazione del corso di formazione

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previsto dal DM 388/03 esiste una nutrita serie di attestazioni favorevoli nelle appendici normative
estratte dai Decreti Attuativi (n. 90 del 15/03/2010) e dagli Interpelli Ministeriali, tra i quali merita
attenzione l’interpello n. 02/2012 del 15/11/2012 che aggiorna le disposizioni in materia di formazione
degli addetti alla squadra di primo soccorso. Anche un Documento Preliminare del Comitato Tecnico
Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro in collaborazione con il Ministero della Salute, in
un lavoro preparatorio ad un possibile (ma finora mai attuato) Accordo in sede di Conferenza dello Stato
con le Regioni sugli indirizzi applicativi del DM 388/03, datato ormai al 10/01/2005 (quindi in vigenza
del D.lgs. 626/94), attesta senza mezzi termini che “non sono tenuti a svolgere la formazione tutte quelle
aziende od unità produttive che indicano come addetto al servizio di pronto soccorso un medico o un
infermiere professionale”. L’Interpello n. 02/2012 del 15/11/2012 invece tende a fornire una soluzione
più ampia del problema esenzioni con riferimento diretto ai corsi dei “Volontari del Soccorso”
organizzati dalla Croce Rossa Italiana o da altri Enti collegati al SSN 118. Tale soluzione è di natura
strettamente “tecnica” in quanto si approva la eventuale esenzione in senso generale per coloro che
possano dimostrare di aver sostenuto corsi almeno pari o superiori a quello previsto dal DM 388/03,
compresi gli aggiornamenti almeno triennali. In conclusione, riguardo alla possibile esenzione per medici
ed infermieri professionali della ASL SALERNO dalla frequentazione del corso DM 388/03 si ritiene di
dare una soluzione equilibrata al problema ricordando che, in ragione dello stesso DM: ogni persona
individuata come addetto deve disporre di adeguata preparazione teorico-pratica, pari e superiore nella
durata e nei contenuti a quella proposta in Allegato 4 del DM 388/03. Pertanto chiunque non fosse
medico o infermiere professionale (dotato cioè a priori della necessaria competenza teorica e pratica)
deve necessariamente sostenere i corsi base e gli aggiornamenti. Poiché la consulenza del Medico
Competente è assolutamente necessaria nell’attuazione dell’intero sistema di prevenzione e protezione
previsto al DM 388/03, lo stesso Medico Competente deve essere sentito per l’eventuale esonero dal
corso formativo di un medico o infermiere professionale. Ovviamente sulla base dell’Interpello n.
02/2012 del 15/11/2012 tale esonero può essere anche parziale, relativo per esempio alla sola attività
teorica, o solo quella pratica. Per estensione può essere valutato positivamente anche l’eventuale esonero
dalle attività pratiche in aggiornamento se il candidato (medico o infermiere) dimostri il mantenimento
almeno triennale della capacità di intervento pratico.

3.2 STRUTTURA COMPLESSA SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (SPP)


Nella ASL SALERNO è individuata la struttura “Servizio di Prevenzione e Protezione”, come una
tecnostruttura di staff strategico del Di rettore Generale, con la denominazione “S.C. Servizio di
Prevenzione e Protezione”, con funzioni tecnico-scientifico-valutative, con il compito di supportare il
Datore di Lavoro (Direttore Generale) e l’Azienda nell’ambito di attività che richiedono un elevato grado
di specializzazione, con rapporto diretto con il Direttore Generale e l’Alta Direzione, senza mediazioni di
livello gerarchico.
Tutte le competenze del SPP sono esclusivamente di analisi, valutazione e proposta circa la prevenzione
dei rischi aziendali. Le attività condotte dal SPP sono esclusivamente speculative, di supporto per le
funzioni di Datore di Lavoro e per i Dirigenti, che hanno compiti strettamente orientati alla gestione e
realizzazione, ovvero sono di carattere puramente operativo.
I compiti previsti per il SPP sono ben descritti all’art. 33 del D.Lgs. 81/08:

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 individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi e individuazione delle misure per la
sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base
della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale;
 elaborazione, per quanto di competenza, delle misure preventive e protettive di cui all’articolo
28, comma 2, e i sistemi di controllo di tali misure;
 elaborazione delle procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
 proposta di programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
 partecipazione alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché
alla riunione periodica di cui all’articolo 35 (che per delega del D.G. è convocata proprio dallo
RSPP);
 fornitura ai lavoratori delle informazioni di cui all’articolo 36.
La SC Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO, oltre a quanto richiamato in
precedenza, provvede a:
 partecipare, con il Medico Competente (MC), alle visite ispettive degli organi di vigilanza e di
polizia giudiziaria e alle inchieste interne per infortuni sul lavoro;
 organizzare i piani di emergenza e di prevenzione incendi, nonché la formazione degli addetti
alle squadre di emergenza antincendio, la formazione degli addetti all’evacuazione, la
formazione dei collaboratori per le fasi di emergenza ed evacuazione;
 ricevere la valutazione del rischio effettuata dall’Esperto Qualificato di Radioprotezione (EQ), ai
sensi del D.Lgs. 230 del 17/03/95, come integrato dal D.Lgs. 241 del 26/05/2000 e dal
successivo D.Lgs. 257 del 09/07/2002, in quanto la relazione dell’Esperto Qualificato
costituisce, di fatto, un Documento di Valutazione dei Rischi da Radiazioni Ionizzanti (IR);
 ricevere la valutazione del rischio effettuata dall’Esperto Responsabile di Risonanza Magnetica
(ER), ai sensi del DM 02/08/91 e DPR n. 542/94 in quanto la relazione dell’Esperto
Responsabile di RM costituisce, di fatto, il Documento di Valutazione dei Rischi da Radiazioni
Non Ionizzanti (NIR) relative agli impianti RM;
 ricevere la valutazione del rischio effettuata dal Tecnico alla Sicurezza Laser (TSL), ai sensi del
combinato disposto del D.Lgs. 81/08, Capo V e Norma CEI EN 60825, parte 1, CEI 76-6 parte 8;
 fornire la consulenza, per la redazione dei Piani di Emergenza Esterna dell’ASL SALERNO,
l’addestramento teorico e pratico delle figure dell’emergenza, il coordinamento da parte
dell’ASL per i rapporti con la Protezione Civile del territorio;
 fornire la necessaria consulenza alle strutture dell’Azienda interessate a raggiungere migliori
standard di sicurezza e salute dei lavoratori; in particolare, su richiesta della D.G., può esprimere
pareri di competenza in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, riguardo alle nuove
progettazioni di strutture sanitarie e modificazioni o trasformazioni delle strutture sanitarie
esistenti;
 fornire specificità per la stesura dei Capitolati d’Appalto e Documenti Unici di Valutazione dei
Rischi da Interferenza (DUVRI di cui all’art. 26 del D.lgs. 81/08) relativi alla materia di forniture
di Servizi e di Materiali per la Funzione Centrale di Provveditorato;
 implementare un servizio di reperibilità e pronto intervento H24 per garantire la presenza di
specialisti in sicurezza nelle situazioni di estrema urgenza, di emergenza aziendale o emergenze
extra aziendali;

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 collaborare alla implementazione nella unità produttiva e presso tutte le strutture di competenza
di un regolamento per il fumo, individuando, se necessario un referente fisso con funzioni di
vigilanza, controllo, collaborazione e cooperazione per l’educazione al rispetto delle normative
sul fumo attivo e passivo;
 promuovere il coordinamento tra le varie strutture aziendali in aderenza alle indicazioni nazionali
e regionali, implementando la cultura della prevenzione rispetto al rischio ed una azione positiva
per la sicurezza degli operatori ai diversi livelli, innescando un processo di verifica continua,
partecipazione e condivisione teso al miglioramento delle condizioni di sicurezza nella
erogazione dei servizi sanitari.
Il RSPP può essere delegato alla convocazione della Riunione Periodica di cui all’art. 35 del D.Lgs.
81/08.
Per il conseguimento dei sui fini e dei suoi obiettivi, la SC Servizio di Prevenzione e Protezione della
ASL SALERNO, si articola secondo un organigramma organizzato su diversi livelli organizzativi.
Complessivamente si individuano nella SC tre livelli gerarchici ed un ufficio di supporto ai livelli. Al
primo livello gerarchico sta il RSPP, al secondo un Nucleo Centrale di Esperti (NCE), al terzo un gruppo
di collaboratori, selezionati nelle Macrostrutture dell’ASL, aventi il ruolo di “Facilitatori”. I componenti
del NCE e i Facilitatori possono essere individuati anche come Addetti del Servizio di Prevenzione e
Protezione (ASPP), se ne hanno i titoli previsti dal D.Lgs. 81/08.
I componenti del NCE possono essere dipendenti e/o consulenti della ASL SALERNO, di provata
esperienza e dotati di profonda conoscenza della materia della sicurezza e salute dei luoghi di lavoro.
Sono persone alle dirette dipendenze del RSPP con il quale collaborano ed al quale rispondono. Incarico
specifico del NCE è l’effettuazione della valutazione dei rischi per la materia di competenza, avvalendosi
nel caso della strumentazione necessaria messa a disposizione dall’Azienda e la stesura dei relativi piani
di adeguamento e dei piani di emergenza. Se in possesso dei requisiti previsti (apposito corso per ASPP e
relativi aggiornamenti, come definiti dal D.lgs. 81/08, all’art. 32) i componenti del NCE possono essere
designati dal Datore di Lavoro come ASPP, previa individuazione da parte del RSPP. In questa veste
collaborano con il RSPP, cui rispondono gerarchicamente, per la gestione delle competenze e delle
attività del Servizio di Prevenzione e Protezione.
I Facilitatori sono dipendenti a vario titolo e/o consulenti della ASL SALERNO, individuati come
personale in servizio presso le Macrostrutture della ASL, eventualmente già afferente ad altre strutture
della ASL SALERNO. La loro funzione è quella di rendere quando più efficace ed efficiente la
comunicazione e lo scambio di informazioni tra le Direzioni e le Strutture della Macrostrutture e il SPP.
Se in possesso dei requisiti previsti (apposito corso per ASPP e relativi aggiornamenti, come definiti dal
D.lgs. 81/08, all’art. 32) i Facilitatori possono essere designati dal Datore di Lavoro come ASPP, previa
individuazione da parte del RSPP. In questa veste collaborano con il RSPP, cui rispondono
gerarchicamente, per la gestione delle competenze e delle attività del Servizio di Prevenzione e
Protezione.

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3.2.1 Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)


Per definizione è “una persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo
32 del D.Lgs. 81/08, designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di
prevenzione e protezione dai rischi”. Nell’ASL SALERNO il RSPP è individuato sempre e solo nel
Dirigente Responsabile della “S.C. Servizio di Prevenzione e Protezione”. Questo Dirigente deve essere
nominato anche RSPP direttamente dal Datore di Lavoro Unico. Deve essere un professionista
qualificato con apposito corso per RSPP e relativi aggiornamenti, come definiti dal D.lgs. 81/08 all’art.
32. La nomina diretta di RSPP deve garantire il rapporto senza mediazione gerarchica tra il Datore di
Lavoro e il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.

3.2.2 Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP)


Per definizione è “persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32
del D.lgs. 81/08, facente parte del servizio di cui alla lettera l)”. L’incarico di ASPP secondo quanto
stabilito dal D.lgs. 81/08, avviene su designazione del Direttore Generale in qualità di Datore di Lavoro
Unico, di professionista qualificato con apposito corso per ASPP e relativi aggiornamenti, come definiti
dal D.lgs. 81/08, all’art. 32, individuato preventivamente dal RSPP Aziendale. Gli ASPP collaborano con
il RSPP, cui rispondono gerarchicamente, per la gestione delle competenze e delle attività del Servizio di
Prevenzione e Protezione.

3.3 STRUTTURA COMPLESSA MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE (MLA)


Nell’ASL SALERNO è individuata una Struttura Complesse di Medicina del Lavoro Aziendale (MLA),
come una tecnostruttura di staff strategico del Direttore Generale. La SC Medicina del Lavoro Aziendale
ha funzioni tecnico – scientifico - valutative ed ha il compito di supportare l’ASL SALERNO
nell’ambito di attività della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori aziendali. Ha rapporto diretto
con il Direttore Generale e lo Staff Strategico. Eroga il coordinamento e l’uniformità operativa nello
svolgimento dell’insieme di atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei
lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali ed alle modalità di
svolgimento dell’attività lavorativa e dell’insieme delle visite mediche, delle indagini specialistiche e di
laboratorio, dei provvedimenti sanitari al fine di garantire la protezione sanitaria dei lavoratori esposti.
La FC Medicina del Lavoro Aziendale, in particolare:
 istituisce ed aggiorna i documenti sanitari;
 effettua accertamenti preventivi e periodici al fine di valutare l’ idoneità alla mansione specifica; 
 controlla periodicamente gli ambienti di lavoro anche durante le attività e controlla i fattori di
rischio che possono avere effetti sulla salute dei lavoratori; 
 fornisce consulenza sulla pianificazione ed organizzazione del lavoro compresa la struttura degli
ambienti, sulla scelta e manutenzione delle macchine, delle attrezzature e dei prodotti utilizzati
nel lavoro; 
 fornisce la necessaria consulenza alle strutture dell’Azienda interessate a raggiungere migliori
standard di sicurezza e salute dei lavoratori; in particolare esprime pareri di competenza riguardo
alle nuove progettazioni di strutture sanitarie e modificazioni o trasformazioni delle strutture
sanitarie esistenti;  

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 partecipa allo sviluppo di programmi per il miglioramento dei processi lavorativi come test e
valutazioni del rischio per la salute di nuove apparecchiature, processi, ecc. ; 
 fornisce la consulenza sui rischi sulla salute e sicurezza e igiene, sull’ergonomia e sui dispositivi
di protezione collettiva e individuale; 
 effettua la sorveglianza sanitaria e medica dei lavoratori in relazione ai fattori di rischio
lavorativi; 
 promuove il concetto di adattamento del lavoro al lavoratore; 
 promuove e collabora alle attività di informazione e formazione sui rischi per la salute,
sull’igiene e sull’ergonomia; 
 partecipa all’organizzazione delle misure di primo soccorso ed emergenza; 
 partecipa all’analisi degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; 
 fornisce informazioni ai lavoratori e ai loro rappresentanti sul significato degli accertamenti
sanitari e li informa del risultato degli stessi; 
 effettua le visite mediche straordinarie ed eccezionali; 
 informa ogni lavoratore sui risultati degli accertamenti e ne rilascia copia su richiesta; 
 identifica e valuta i rischi per la salute nei luoghi di lavoro; 
 intrattiene rapporti con le istituzioni pubbliche che operano nel settore della prevenzione nei
luoghi di lavoro; 
 effettua la sorveglianza sanitaria e medica degli esposti classificati di categoria A e B al rischio
dei radiazioni ionizzanti (D.lgs. 230/95 e D.lgs. 241/00 ); 
 convoca i lavoratori per la effettuazione delle visite mediche relative alla sorveglianza sanitaria e
medica. 

3.3.1 Medico Competente Coordinatore (MCC)


Il Dirigente Responsabile della SC Medicina del Lavoro Aziendale che è anche Medico Competente
Coordinatore espleta e garantisce, in particolare, quanto segue:
 il rigoroso rispetto delle sfere di competenza professionale ed il coordinamento per uniformare lo
svolgimento delle attività di competenza tra i vari Medici Competenti ed Autorizzati, Dirigenti
Medici e singoli operatori afferenti alla Struttura;
 in caso di reiterata inosservanza, la contestazione dei fatti per iscritto;
 la definizione di protocolli sanitari tecnici e operativi volti ad unificare le metodiche di lavoro
nelle diverse realtà dell’Azienda;
 la massima omogeneità nei rapporti istituzionali con Enti ed organismi titolari di competenza
interagenti con quelli Sanitari (Protezione Civile, Prefettura, Regione, Comune, Volontariato,
ONLUS, ecc.);
 la raccolta ed elaborazione dati sulla base anche delle indicazioni delle UU.OO. Aziendali;
 l’indirizzo ed il coordinamento delle attività di ricerca e la funzione di formazione e di
aggiornamento del personale;
 si avvale per accertamenti diagnostici della collaborazione di Medici Specialisti;
 la programmazione organizzativa;
 trasmette, in occasione delle riunioni periodiche di cui all’art. 35 del D.Lgs. 81/08, ai
rappresentanti per la sicurezza i risultati anonimi collettivi degli accertamenti clinici e strumentali

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effettuati e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati cosi come comunicatigli dai
Medici Competenti ed Autorizzati;
 trasmette ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in maniera anonima le informazioni
comunicatigli dai Medici Competenti ed Autorizzati, circa il significato degli accertamenti
sanitari cui sono sottoposti i lavoratori e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo
termine, sulla necessità di sottoporli ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione
dell’attività che comporta l’esposizione a tale agente;
 partecipa alla programmazione di controllo dell’esposizione dei lavoratori i cui risultati gli sono
forniti con tempestività ai fini delle valutazioni e dei pareri;
 collabora alla predisposizione del Primo Soccorso ai sensi dell’art. 45 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.;
 la formulazione di proposte in ordine all’acquisto di apparecchiature e dispositivi medici;
 l’obbligo di inoltro di denunce e certificazioni non espressamente riservate al singolo Medico
Competente e Autorizzato;
 la gestione dei conflitti, reclami e vertenze medico-legali;
 la responsabilità relativamente alla Struttura in materia di privacy ex D.Lgs. 196/03;
 il controllo del personale, compreso eventuale espletamento di procedimenti disciplinari,
controllo sull’ammissione di personale volontario, frequentatori ai fini di riconoscimento di
professionalità;
 la vigilanza in materia di prestazioni;
 la gestione delle cartelle sanitarie e di rischio e dei documenti sanitari personali (controllo
completezza, copie, archiviazione e conservazione);
 il controllo in materia di farmaci e presidii medico-chirurgici;
 la promozione del rispetto dei principi etici delle figure professionali garantendo il rispetto del
codice deontologico;
 il controllo di qualità;
 la responsabilità nei riguardi dell’organizzazione e funzionamento della Struttura (anche rispetto
agli obblighi legati all’ECM );
 la nomina del Medico Competente e del Medico Autorizzato.
Il Dirigente Responsabile – Medico Coordinatore, fermo restando l’autonomia professionale del singolo
Medico Competente ed Autorizzato, funge da riferimento tecnico per i casi più complessi e rappresenta le
istanze dei Medici Competenti ed Autorizzati nei riguardi dell’Azienda.

3.3.2 Medico Competente (MC)


Il Medico Competente deve avere una posizione giuridica rispetto all’azienda sanitaria di (art. 39, c. 2,
D.Lgs. 81/08):
 dipendente;
 dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata in regime di convenzione
appositamente sottoscritta dal D.G.;
 libero professionista.
Il Medico Competente in particolare:
 svolge funzioni mediche previste dai DD.Lgss. 81/08 e s.m.i. e 230/95 s.m.i. comprese quelle
medico legali con propria responsabilità;

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 effettua la sorveglianza sanitaria e medica, avvalendosi del protocollo e della programmazione


sanitaria definita dal Dirigente Responsabile della Struttura – Medico Coordinatore;
 si avvale, per accertamenti diagnostici, della collaborazione di medici specialisti afferenti alla SC
Medicina del Lavoro Aziendale (MLA) e/o di altri medici specialisti previa autorizzazione del
Dirigente Responsabile;
 esprime i giudizi di idoneità alla mansione specifica e di idoneità ai radioesposti, avvalendosi di
modelli predisposti, che invierà al Dirigente con delega funzionale da parte del Datore di Lavoro
del Macrocentro;
 aggiorna il data-base per i rilievi di natura statistica e scientifica;
 istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, per ogni lavoratore, la cartella
sanitaria e di rischio e il documento sanitario personale per il tempo strettamente necessario per
l’esecuzione della sorveglianza sanitaria e medica e la trascrizione dei relativi risultati; tali
documenti sanitari saranno conservati, con salvaguardia del segreto professionale, presso locali
dedicati;
 si assicura del’invio delle cartelle sanitarie e di rischio e dei documenti sanitari personali nei casi
previsti, agli istituti individuati dalla normativa;
 fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti
e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad
accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l’esposizione a tali
agenti. Fornisce altresì, a richiesta, informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza;
 informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41
e, a richiesta dello stesso, gli rilascia copia della documentazione sanitaria;
 collabora con il Servizio di Prevenzione e Protezione alla valutazione dei rischi, anche
effettuando visite programmate degli ambienti di lavoro ai sensi dell’art. 25, comma 1, lett. a) e
l) D.lgs. 81/08 e s.m.i. per la predisposizione dell’attuazione delle misure per la tutela della
salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori e per l’attività di formazione e informazione nei
confronti dei lavoratori;
 effettua le visite programmate degli ambienti di lavoro e compila il verbale predisposto,
attenendosi a quanto segue:
o di esserne l’unico firmatario;
o di non divulgare il relativo contenuto;
o di trasmetterlo al Dirigente Responsabile.

3.2.3 Medico Autorizzato per la Sorveglianza Sanitaria di Radioprotezione (MA)


Il Medico Autorizzato per la Sorveglianza Medica degli esposti alle radiazioni, secondo il dettato del
D.Lgs. 230/95 (successivamente modificato e integrato dai D.Lgs. 241/2000 e D.Lgs. 257/2001 ed altri)
è iscritto in apposito Elenco del Ministero del Lavoro (art. 88 del D.Lgs.). Ad integrazione, il Medico
Competente di cui al D.Lgs. 81/2008, può ricoprire, al pari del Medico Autorizzato, il ruolo di Medico
addetto alla Sorveglianza Medica delle Radioprotezione, con la limitazione però ai lavoratori classificati
professionalmente esposti di Categoria B (gli esposti di Categoria A sono sorvegliati per la
Radioprotezione esclusivamente da un Medico Autorizzato). In tale veste anche il Medico Competente

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risponde alle norme del D.Lgs. 230/95 e s.m.i. e non solo al D.Lgs. 81/2008. Il Medico Addetto alla
Sorveglianza Medica della Radioprotezione (Medico Autorizzato/Medico Competente), agisce
nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali di cui al D.Lgs. 230/95.
Il Medico Autorizzato in particolare:
 svolge le funzioni mediche previste dal D.Lgs. 230/95 smi, comprese quelle medico- legali con
propria responsabilità;
 effettua la sorveglianza medica, avvalendosi del protocollo e della programmazione sanitaria
definita dal Dirigente Responsabile della Struttura – Medico Coordinatore;
 si avvale, per accertamenti diagnostici, della collaborazione di medici specialisti afferenti alla SC
Medicina del Lavoro Aziendale e/o di altri medici specialisti previa autorizzazione del Dirigente
Responsabile;
 esprime i giudizi di idoneità per i radioesposti, avvalendosi dei modelli predisposti, che invierà
al Dirigente Delegato-Datore di Lavoro del Macrocentro;
 aggiorna il data base per i rilievi di natura statistica e scientifica;
 istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, per ogni lavoratore, la cartella
sanitaria e di rischio e il documento sanitario personale per il tempo strettamente necessario per
l’esecuzione della sorveglianza e medica e la trascrizione dei relativi risultati. Tali documenti
sanitari saranno conservati, con salvaguardia del segreto professionale, presso locali dedicati;
 si assicura dell’invio delle cartelle sanitarie e di rischio e dei documenti sanitari personali nei
casi previsti agli Istituti Individuati dalla normativa;
 fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza medica cui sono stati
sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di
sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività che comporta
l’esposizione a tale agente;
 informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza medica;
 effettua le visite programmate degli ambienti di lavoro e compila il verbale predisposto,
attenendosi a quanto segue:
a) di esserne l’unico firmatario;
b) di non divulgarne il relativo contenuto;
c) di trasmetterlo al Dirigente Responsabile.

3.4 ALTRI SERVIZI CON COMPETENZE SULLA SICUREZZA DEI LAVORATORI


3.4.1 Esperto Responsabile per la sicurezza dell’impianto RMN (ER)
Il Regolamento di Sicurezza (RdS) di un sito di Risonanza Magnetica (RM) è il documento di
riferimento per la gestione delle attività all’interno del medesimo, alla luce degli specifici rischi in esso
presenti. Il RdS è anche propedeutico alla “valutazione del rischio” da espletare ai sensi dell’art. 28 del
D.Lgs. 81/08 e va redatto, ciascuno per quanto di propria competenza, dall’Esperto Responsabile (ER)
per la sicurezza e dal Medico Responsabile (MR) dell’impianto RM, figure formalmente incaricate dal
Datore di Lavoro ai sensi della normativa vigente in materia (art. 2 del DM 29/11/1985, Allegati I e IV
del DM 02/08/1991). L’Esperto Responsabile di RMN è nominato dal Datore di Lavoro con una
specifica lettera di incarico. Deve possedere la Laurea (ex ISPESL specificava la Laurea in Fisica) e deve
avere un curriculum “adeguato”. Deve, infine, accettare formalmente l’incarico.

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L'Esperto Responsabile di Impianto RMN ha le seguenti attribuzioni:


 validazione del progetto esecutivo (scelta dei sito e benestare);
 stesura delle norme interne di sicurezza (con MR);
 stesura delle norme di emergenza;
 stesura e diffusione del Regolamento di Sicurezza elaborato congiuntamente al Medico
Responsabile e adozione di tutte le misure necessarie per fare rispettare il regolamento di
sicurezza;
 controllo della corretta installazione dei diversi dispositivi di sicurezza;
 controllo dei diversi collaudi effettuati dalla Ditta incaricata dell’installazione delle
apparecchiature;
 controllo del rispetto delle indicazioni date per gli impianti speciali (climatizzazione, areazione,
evacuazione gas, criogeni, rivelazione ossigeno, spegnimento del campo magnetico,
canalizzazione per il gas He da utilizzare in fase di rabbocco);
 verifica della corretta esecuzione del progetto ad installazione avvenuta: rispondenza a quanto
inizialmente validato;
 esecuzione dei controlli di qualità;
 sorveglianza fisica dell’ambiente;
 verifica periodica del perdurare delle caratteristiche tecniche dell’impianto:
 controllo periodico dei dispositivi di controllo e di sicurezza del sistema a radiofrequenza;
 verifica della tenuta della gabbia di Faraday;
 controllo del sistema di rivelazione dell’ossigeno e della canalizzazione dei gas prodotti dai
liquidi criogenici;
 controllo della ventilazione e dell’espulsione rapida dei gas;
 verifica delle curve isomagnetiche in relazione alla definizione delle aree ad accesso controllato,
delle zone di rispetto, e della minimizzazione del rischio per il personale;
 formazione/informazione del personale (con MR) ai sensi degli artt. 21 e 22 del D.Lgs. 626/94;
 segnalazione al SPP del fattore di rischio specifico connesso con l’attività del sito RMN: allegato
al documento della sicurezza di cui all’art. 17 (rischi e prescrizioni per loro minimizzazione);
 garanzia della regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine ed impianti, con
particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza, ed in conformità alle indicazioni dei fabbricanti
 segnalazione degli incidenti di tipo tecnico (Registro Incidenti Tecnici).

3.4.2 Medico Responsabile per la sicurezza dell’impianto RMN (MR)


Viene nominato dal Datore di Lavoro con una specifica lettera di incarico. Deve possedere la
specializzazione in Radiologia. Deve accettare formalmente l’incarico.
Il Medico Responsabile deve garantire:
 la stesura, conoscenza e rispetto delle norme interne di sicurezza e dell’esecuzione dei controlli
di qualità in collaborazione con l’Esperto Responsabile per la sicurezza);
 la stesura e la diffusione del Regolamento di Sicurezza elaborato congiuntamente all’Esperto
Responsabile per la sicurezza;
 il divieto di accesso alle zone di rispetto a persone non autorizzate, ed il divieto di introduzione
di oggetti ferro-magnetici;

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 l’approntamento di idonea segnaletica che interdica l’accesso a persone per cui esistano
controindicazioni all’esposizione a campi magnetici;
 la predisposizione, nel sito RMN, delle apparecchiature di primo intervento medico sul paziente,
anche per cause non strettamente correlate alla prestazione RMN;
 stesura dei protocolli per il pronto intervento sul paziente nei casi di emergenza;
 predisposizione di idonei dispositivi di sorveglianza del paziente durante l’esame (interfono,
telecamera, ecc.) e dispositivi di protezione per il rumore derivante dalle apparecchiature (in
collaborazione con l’Esperto Responsabile per la sicurezza);
 segnalazione degli incidenti di tipo medico (Registro incidenti di tipo medico);
 controllo, della sussistenza per gli addetti, all’idoneità allo svolgimento dell’attività lavorativa
(annuale);
 la stesura dei protocolli per la corretta esecuzione degli esami.

3.4.3 Esperto Qualificato di Radioprotezione (EQ)


Le competenze dell'Esperto Qualificato sono indicate nel D.Lgs. 230/95 (successivamente modificato e
integrato dai D.Lgs. 241/2000 e D.Lgs. 257/2001 ed altri), dove è definito come: “persona che possiede
le cognizioni e l'addestramento necessari sia per effettuare misurazioni, esami, verifiche o valutazioni di
carattere fisico, tecnico o radiotossicologico, sia per assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi
di protezione, sia per fornire tutte le altre indicazioni e formulare provvedimenti atti a garantire la
sorveglianza fisica della protezione dei lavoratori e della popolazione”. L'Esperto Qualificato è un
consulente del Datore di Lavoro, dal quale riceve, tramite nomina, la competenza tecnico/scientifica
esclusiva della garanzia della sorveglianza radiologica. La legge garantisce il rapporto diretto senza
mediazione gerarchica tra il Datore di Lavoro e l’Esperto Qualificato di Radioprotezione.
I Datori di Lavoro, prima dell'inizio delle attività che prevedono l’impiego di radiazioni ionizzanti,
debbono acquisire da un Esperto Qualificato, una relazione scritta contenente le valutazioni e le
indicazioni di radioprotezione inerenti alle attività stesse. A tal fine i datori di lavoro forniscono
all'Esperto Qualificato i dati, gli elementi e le informazioni necessarie. La relazione costituisce il
Documento di Valutazione dei Rischi per gli aspetti concernenti i rischi da radiazioni ionizzanti. Tale
relazione quindi deve essere trasmessa al Datore di Lavoro, al RSPP e al Medico Competente che ne
terranno conto nella elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi.

3.4.4 Tecnico Sicurezza Laser (TSL)


Il Datore di Lavoro, in possesso di sorgenti laser di classe 3B o 4, deve nominare un Tecnico per la
Sicurezza Laser (TSL) che, esperto in materia, supporta e consiglia sull’uso sicuro di tali dispositivi
medici e sulle relative misure di prevenzione e protezione da porre in atto. Il Tecnico Sicurezza Laser
deve valutare i rischi relativi all’installazione laser, delimitare la zona laser controllata e individuarla con
apposita segnaletica adesiva e luminosa, scegliere i dispositivi di protezione individuale adatti a ciascuna
sorgente, effettuare la valutazione delle condizioni di sicurezza dell’ambiente e dei lavoratori sia in fase
di acquisto che durante l’utilizzo della sorgente, partecipare alla attività di formazione del personale
operatore, effettuare i test di accettazione di ogni sorgente e i controlli periodici di sicurezza, analizzare
tutti gli infortuni e incidenti che riguardano i laser, definire le procedure di sicurezza, definire e

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mantenere il programma di assicurazione della qualità (Norma CEI 76-6 Sicurezza degli apparecchi
laser Parte 8: Guida all’uso degli apparecchi laser in medicina).

3.4.5 Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)


I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) hanno le attribuzioni ad essi specificamente
assegnate dall’art. 50 del D.Lgs. 81/08, sono eletti in base a quanto stabilito con le RSA e organizzano,
eventualmente, in modo autonomo una propria struttura di coordinamento. Nella fase attuale, che nel
breve periodo vedrà maturare un organismo di "coordinamento degli RLS", la RSA ha elaborato un
documento unitario in cui è chiarito che tutti gli RSU eletti ed in carica sono contemporaneamente anche
RLS su tutto il territorio e le strutture della ASL, avendo frequentato un corso di formazione abilitante
organizzato annualmente dalla stessa Azienda. Temporaneamente una minima forma di coordinamento
degli RLS viene svolta dall'ufficio del coordinatore della RSU.

3.5 GESTIONE DEI PROGRAMMI D’INTERVENTO


La distribuzione delle gerarchie e delle responsabilità aziendali, esige una impostazione del Documento
di Valutazione dei Rischi, finalizzata al rispetto del disegno organizzativo aziendale. Se cioè ai Dirigenti,
come sopra individuati, è delegata la funzione di provvedere, nell’ambito delle competenze e del budget
contrattato annualmente con l’Alta Direzione Strategica, alla attuazione dei Programmi d’Intervento per
la Salute e Sicurezza dei Lavoratori, il Documento di Valutazione dei Rischi deve essere necessariamente
un prodotto fortemente orientato alla gestione della sicurezza, organizzato per settori di responsabilità.
La redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è richiesta dalla Legge per ciascuna Unità
Produttiva, ma nel caso della ASL SALERNO, esiste un’unica Unità Produttiva, coincidente con l’intera
struttura della ASL. Ciò non facilita il lavoro del Dirigente, al quale, in fin dei conti, interessa solo sapere
operativamente quali siano gli interventi più necessari ed indifferibili, nell’ambito della propria
competenza e potenzialità di budget. Per facilitare il lavoro dei Dirigenti e fornire un prodotto finale che
contenga le informazioni più efficienti, l’attività di Valutazione di tutti i Rischi in Azienda è coordinata
dal SPP, come staff alle dirette dipendenze del Direttore Generale (Datore di Lavoro). Il SPP individua e
valuta (di concerto con il Datore di Lavoro) tutti i fattori di rischio presenti, distintamente, in ogni luogo
di lavoro dell’Azienda, distinguendo tra rischi strutturali, rischi da esposizione e rischi trasversali. Alla
fine elabora una proposta di programma d’intervento per la mitigazione dei rischi che sono i così detti
Piani di Adeguamento (PdA), organizzati per ogni Macrostruttura della ASL.
La produzione dei Piani di Adeguamento (PdA) viene quindi caratterizzata da un’articolazione a struttura
trasversale che sulla base dell’analisi dei luoghi e delle attività facenti capo ad una macrostruttura,
saranno indirizzati a ciascun Dirigente/Responsabile di Unità Funzionale competente per essa, ai sensi
dell'Organigramma Aziendale. Per questo motivo, oltre ad una necessaria parte di natura del tutto
generale (cioè il presente documento), saranno disponibili Piani di Adeguamento per i luoghi e le attività
corrispondenti alle seguenti Macrostrutture della ASL SALERNO:
 P.O. Nocera – Pagani;
 P.O. Scafati;
 P.O. Sarno;
 P.O. Oliveto Citra;
 P.O. Eboli;

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 P.O. Battipaglia;
 P.O. Polla;
 P.O. Sapri;
 P.O. Vallo della Lucania;
 P.O. Roccadaspide;
 Distretto Sanitario n. 60;
 Distretto Sanitario n. 61;
 Distretto Sanitario n. 62;
 Distretto Sanitario n. 63;
 Distretto Sanitario n. 64;
 Distretto Sanitario n. 65;
 Distretto Sanitario n. 66;
 Distretto Sanitario n. 67;
 Distretto Sanitario n. 68;
 Distretto Sanitario n. 69;
 Distretto Sanitario n. 70;
 Distretto Sanitario n. 71;
 Distretto Sanitario n. 72;
 Dipartimento di Prevenzione
 Dipartimento di Salute Mentale
 Servizi Centrali e Centro Strategico Direzionale.

3.5.1 Esempio di misure di adeguamento


Nel seguito si riporta, a titolo di esempio, una scheda tipo di Piano di Adeguamento. Nel rispetto delle
distribuzioni di responsabilità sancite dall’Atto Aziendale vigente, il Piano riporta, in forma sintetica,
tutte le necessarie indicazioni o misure di adeguamento.
Si tratta di uno schema molto semplice, destinato alla rapida e immediata lettura della persona interessata
all’adeguamento, che sia lo stesso Dirigente Responsabile della Struttura, che ordina e progetta
l’intervento (con la consulenza dei servizi interni, ora l’ufficio tecnico, ora il servizio di prevenzione e
protezione), o il Preposto, cioè la persona che dell’intervento di adeguamento ha l’incarico di seguirne il
corretto svolgimento e la necessaria verifica di funzionalità.
Pertanto in maniera semplice ogni riga della tabella corrisponde ad un particolare intervento, del quale si
spiegano brevemente:
 dove l’intervento deve essere svolto;
 cosa fare, cioè in cosa consista l’intervento;
 il perché dell’intervento, cioè il valore del livello di rischio che corrisponde alla attuale
situazione di pericolo;
 chi deve attuare l’intervento (in grassetto è indicato il Responsabile cui compete l’obbligo di
legge, in corsivo è indicato il servizio interno che necessariamente deve fornire la sua consulenza
tecnica;
 entro quando l’intervento deve essere effettuato, che fornisce la risposta alla definizione di una
priorità di interventi rispetto ad altri.

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4 ELABORAZIONE STATISTICA DEGLI INFORTUNI


4.1 DEFINIZIONI E METODI PER L'ANALISI DEGLI INFORTUNI
Il Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO ha cominciato il lavoro di raccolta dei dati
degli infortuni, in maniera scientifica e razionale, a partire dal 1 gennaio 2001 nell'ambito della ex ASL
SA/1. Con l'unificazione degli SPP delle tre ex ASL, maturata nel 2013, è stata prodotta un'analisi
statistica degli infortuni nel triennio 2010-2012 su tutto il territorio della ASL SALERNO. Le indicazioni
che seguono appresso, si limitano alla parte più significativa delle informazioni raccolte, cioè la statistica
degli infortuni occorsi nei Presidi Ospedalieri nel triennio indicato (si omettono i dati marginali degli
infortuni nei distretti territoriali e nelle strutture centrali che saranno inglobati in una prossima
pubblicazione integrale). Gli infortuni di interesse per questa analisi sono, quindi, quelli accaduti dal
2010 al 2012, che abbiano comportato la denuncia sul Registro degli Infortuni (cartaceo) in dotazione nei
PPOO della ASL SALERNO. Questa analisi si è avvalsa dei seguenti parametri di indagine:
 le classi di analisi, definite come l'insieme degli elementi di una data categoria, che sono state
individuate di volta in volta al fine di mettere in evidenza la maggiore incidenza di infortuni per
un determinato periodo (esempi di classi di analisi possono essere l'insieme delle aree omogenee,
delle attività, della tipologia di infortunio, la sede della lesione, i periodi dell'anno, ecc.),
 la frequenza assoluta Fa di accadimento degli infortuni, definita come il numero assoluto di
infortuni occorsi in un dato periodo di tempo per ciascuno degli elementi delle classi di analisi
specificate;
 il numero medio dei giorni persi a causa dell'infortunio, ponderato sull'insieme dei dati
corrispondenti ad un determinato elemento di classe di analisi; questo parametro è utilizzato
talora anche come indicatore di gravità dell'infortunio.

Il grado di affidabilità delle analisi statistiche è ovviamente dipendente dalla base-dati, dalla sua
completezza nonché dal grado di accuratezza e dettaglio con cui sono stati riportati gli infortuni nei
registri durante il periodo di riferimento. Oltre a ciò, bisogna ricordare che l'analisi statistica degli eventi
infortunistici accaduti nell'arco di un lungo periodo di tempo dà delle indicazioni univoche posto che non
siano intervenuti nel frattempo importanti modifiche alle strutture, agli impianti, ai macchinari ed alle
attrezzature di lavoro, nonché alle modalità operative. In base a tutto ciò si potrà decidere a quale livello
di approfondimento si potrà spingere l'analisi, e quali grandezze sia ragionevolmente possibile calcolare
al fine di ottenere dati utili.
All'analisi presentata nei paragrafi successivi, si deve comunque premettere, che il database degli
infortuni derivante direttamente dal Registro degli Infortuni Cartaceo delle strutture dell’ASL, risulta
abbastanza completo dal momento che risultano manchevoli i dati che riguardano solo strutture di
piccole dimensioni. Va invece sottolineato che sono stati riscontrati in generale non pochi casi di
incertezza e/o di incompletezza della registrazione degli eventi infortunistici, addebitabili ad una scarsa
conoscenza sulla procedure di registrazione da parte dei Preposti. Per questo motivo si auspica un
intervento formativo dei responsabili che solleciti un diverso atteggiamento dei preposti affinché suddetta
attività non sia un mero e insignificante adempimento amministrativo. Poiché tale analisi è di sicura
utilità, verrà in ogni caso svolta cercando di trarre dai dati disponibili il massimo delle informazioni.

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4.2 ANALISI ASSOLUTA DEGLI INFORTUNI


Sono riportati grafici che descrivono diffusamente la frequenza assoluta di infortuni per tutta l’Azienda e
relativamente ai soli PPOO, per l’intero periodo per cui sono disponibili i rilevamenti scientifici da parte
della ASL SALERNO, per le diverse classi di analisi che interessano più compiutamente l’indagine.

In particolare il primo dato è quello che descrive l’andamento nel tempo del numero assoluto d’infortuni,
che descrive per il triennio una sostanziale diminuzione degli infortuni, in linea con l'andamento generale
nazionale. In questi termini generali, la diminuzione del numero assoluto di infortuni non costituisce
l'effetto positivo dell'applicazione di un corretto sistema di sicurezza del lavoro, quanto piuttosto l'effetto
della contrazione delle ore lavorate complessive, che incidono direttamente sul numero di lavoratori che
sono potenzialmente soggetti all'infortunio.
I tre grafici che seguono, invece, descrivono diffusamente la distribuzione assoluta in termini percentuali
degli infortuni nel triennio 2010-2012, distinguendo tre diverse classi d’indagine, vale a dire la qualifica
o mansione dell’infortunato, la sede primaria della lesione accertata e la causa principale che ha dato
origine all’infortunio.
Da una prima lettura dei grafici in valore assoluto, risulta che la categoria che ha subito il maggior
numero di infortuni risulta essere di gran lunga quella degli infermieri (60%), seguita dai medici (21%),
quindi dagli OTA/OSA (12%).

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Risulta, inoltre che la regione del corpo maggiormente colpita è ovviamente quella delle mani (43%), che
stacca ampiamente tutte le altre parti del corpo. In questo grafico però si deve far rilevare il gran numero
d’infortuni che interessano il rachide in conseguenza di movimentazione manuale di carichi e
movimentazione di pazienti (10%). L’ultimo grafico, infine, relativo alla distribuzione percentuale delle
cause che hanno determinato gli infortuni, ci conferma quello che è il dato più caratteristico degli
infortuni nelle strutture sanitarie, che cioè l’infortunio che ricorre maggiormente in valore assoluto è la
puntura d’ago. Nel periodo 2010-2012 si registra per questa causa il 29% di tutti gli infortuni riportati nei
registri. Il dato si deve considerare ampiamente contenuto nella media nazionale delle strutture sanitarie,
sebbene il suo valore, comunque elevato, deve indurre ad una seria considerazione sull’opportunità di
investire in formazione su questo particolare argomento, a fronte dei costi aziendali necessari per i
conseguenti protocolli medici di controllo. Lo stesso grafico ci fa notare un alto numero d’infortuni per
caduta e/o scivolamento sul piano (pari al 18% del totale, che diventano ancora più numerosi se si
sommano anche le cadute avvenute fuori sede nei pressi dei luoghi di lavoro, che costituiscono una
aliquota della voce "in itinere"), il buon numero di incidenti stradali in servizio (riportati sempre
all'interno della voce "in itinere"), che potrebbe indurre alla valutazione di inserire nei programmi di
informazione e formazione anche l’educazione stradale. Si porta l'attenzione anche sulla percentuale del
5% del totale degli infortuni da attribuire all’aggressione da parte di terzi: una causa di infortunio che
cresce costantemente negli ultimi anni e che deve necessariamente essere indagato nelle sue cause,
interpretando l'aggressione da terzi, come indice di un malessere interno e aumento del livello di rischio
collegato allo stress-lavoro correlato.

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Il primo grafico sopra riportato descrive la cadenza del numero assoluto di infortuni durante tutto l’arco
temporale dell’indagine dal 2010 al 2012 in ragione del mese dell’anno. L’indagine può rilevare se nel
corso di un anno solare ci siano periodi temporali in cui si concentrano gli infortuni. L’andamento dei
numeri, a prima vista, sembra dare il destro all’individuazione di particolari periodi negativi, come
possono essere la ripresa del lavoro dopo il periodo festivo natalizio, testimoniato dalla cadenza record di
infortuni nel mese di gennaio. Si confermano nei mesi tradizionali i lievi incrementi degli infortuni, in
particolare in luglio (tradizionalmente il mese che a livello nazionale registra la maggiore incidenza di
infortuni), ma anche ottobre e novembre. A tale proposito si deve stigmatizzare il valore probabilmente
troppo elevato di infortuni che appare al mese di agosto, tradizionalmente un mese in cui dovrebbero
aversi i numeri di infortuni più bassi dell’intero anno. In agosto resta sostenuto il numero assoluto di
infortuni nonostante il basso numero di lavoratori nei turni lavorativi e il contenuto livello prestazionale.
Il secondo grafico esprime il numero assoluto di infortuni occorsi nel periodo in esame (2010-2012),
raggruppati per sesso del lavoratore. Si manifesta regolarmente che le donne si infortunano mediamente
meno degli uomini soprattutto perché sono in numero inferiore rispetto ai primi (mediamente il rapporto
è molto vicino a 60 contro 40, su cento lavoratori).

4.3 ANALISI DEGLI INFORTUNI PER STRUTTURA DELLA ASL SALERNO


Sono riportati i grafici dell'analisi eseguita per ciascuna delle strutture ospedaliere, da cui si evince
marcatamente che soffrono di maggiore frequenza di infortuni gli Ospedali di Nocera Inferiore (26% con
317,00 posti letto medi e 11.800 accettati/dimessi medi), Sarno (13% con 99,83 posti letto medi e 5.371
accettati/dimessi medi e Vallo della Lucania (12% con 252,00 posti letto medi e 8.943 accettati/dimessi
medi).

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Meglio del dato assoluto può essere utile disporre di un dato percentuale, dal quale non può non balzare
all'occhio la consistenza infortunistica dell'Ospedale di Nocera Inferiore (il maggiore della ASL
SALERNO in termini di numero di posti letto). Si tenga presente come il dato percentuale si possa
considerare a tutti gli effetti come un dato assoluto di frequenza di infortunio.

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L'ultimo grafico è invece relativo al numero medio di giorni di infortunio registrati nelle strutture
ospedaliere durante l'intero triennio di interesse. In questo caso le informazioni possono dare indicazioni
sulla gravità dell'infortunio. Per esempio, considerata la posizione dell'Ospedale di Nocera Inferiore, il
quale pur avendo un'altissima percentuale di accadimento di infortuni (frequenza), in termini di minori
numeri medi di infortunio (gravità) recupera notevoli aspetti positivi, collocandosi in una situazione di
minore rischiosità rispetto per esempio all'Ospedale di Sarno. Quest’ultimo, infatti, sia rispetto alla
frequenza che alla gravità manifesta alti livelli generali di rischiosità.

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5 LA VALUTAZIONE DEI RISCHI


5.1 PREMESSA
E’ il caso di ricordare che ad oggi l’ASL SALERNO, relativamente alle strutture di competenza
territoriale riconducibili all’Area Nord della ASL (disciolta ASL SA/1), dispone di un Documento di
Valutazione Iniziale, realizzato tra il 2000 e il 2002 dal Datore di Lavoro e l’SPP Aziendale, con la
Consulenza Esterna della Società NIER di Bologna, specializzata nel settore. Dal 2002 ad oggi la
disciolta ASL SA/1 ha strutturato in maniera diversa il SPP, procedendo già dal 2004 alla revisione ed
aggiornamento del DVR NIER 2002. Dal 2004 ad oggi, in vigenza del D.Lgs. 626/94 e succ. sono state
realizzate, sempre a cura del SPP della ex SA/1, le revisioni ed aggiornamenti dei DVR. Tali Documenti
di aggiornamento, riportano come riferimento il codice “Revisione n.0”, poiché aggiornano con una
diversa impostazione e realizzazione il DVR NIER 2002. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08, la
disciolta ASL SA/1 ha inteso affrontare il problema dell’aggiornamento legislativo sia del DVR NIER
2002 sia dei DVR con codice Revisione n.0. Tali nuovi documenti, in vigenza del D.Lgs. 81/08, riportano
il codice di aggiornamento “Revisione n. 1”.
Nello stesso periodo temporale, la disciolta ASL SA/2, autonomamente per mezzo del suo SPP, aveva
prodotto per singole strutture, unità funzionali, unità operative semplici e Presidi Ospedalieri una serie di
Documenti di Valutazione dei Rischi. Di questi DVR, una consistente parte reca date di elaborazione in
vigenza del D.Lgs. 626/94, mentre solo una piccola quota è aggiornata al vigente D.Lgs. 81/08. Per
analogia con quanto realizzato nella ex ASL SA/1, i DVR ex ASL SA/2, redatti secondo il D.Lgs.
626/94, recapitati e conservati presso il SPP unico aziendale, vanno a costituire parte della “Revisione
n.0”, mentre, quelli redatti in vigenza del D.Lgs. 81/08 costituiscono parte della “Revisione n.1”.
Nella ex ASL SA/3, nel recente passato, erano individuati un Datore di Lavoro per ogni Macrostruttura
(PP.OO. - DDSSBB - Centro Strategico, DSM e Dipartimento di Prevenzione), ciascuno dei quali poteva
individuare un suo RSPP che disponesse di un proprio SPP. Allo scopo di semplificare la compilazione
dei DVR, era stato concesso un incarico di consulenza a tutti gli RSPP da parte di una società esterna,
specializzata del settore, la COMMetodi di Milano. Con il contributo del Consulente Esterno erano stati
prodotti tanti DVR quanti erano i Datori di Lavoro e le relative Unità Produttive. I documenti pervenuti
al SPP aziendale, dopo l'unificazione delle AASSLL e dei relativi Servizi di Prevenzione e Protezione,
sono tutti classificati come “Revisione n.1”, perché redatti in vigenza del D.Lgs. 81/08.
Tutta la documentazione attualmente in possesso del SPP aziendale, per come pervenuta dagli SPP delle
tre precedenti AASSLL, costituisce il Documento di Valutazione dei Rischi della ASL SALERNO. Tale
insieme di documenti, ovviamente necessita di una drastica riorganizzazione che tenga conto dell'attuale
organigramma aziendale. Per questo motivo, oltre che per evidenti motivazioni di sintesi e
omogeneizzazione delle informazioni, è stata prodotta la presente Revisione n.2 del Documento di
Valutazione dei Rischi, cioè la prima revisione organica e complessiva del DVR calato
nell'organigramma unificato della ASL SALERNO.

La prima parte del DVR Revisione n. 2 è definita Parte Generale. In essa sono specificate tutte le
informazioni relative all'approccio generale del lavoro di valutazione. Ivi vengono specificati i Criteri
Generali della Valutazione dei Rischi, le Metodologie di Valutazione dei Rischi e i Criteri Generali della
Pianificazione degli Interventi. Inoltre viene considerato nelle sue linee essenziali l'intero argomento

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della gestione della salute, sicurezza e dell'igiene del lavoro nella ASL SALERNO, alla luce dei
regolamenti interni adottati, dell’Atto Aziendale in vigore e soprattutto tenendo conto delle peculiarità di
alcune strutture produttive dell’Azienda rispetto ad altre. Sicchè, in funzione di una corretta analisi della
problematica, sono specificatamente individuati i comparti di produzione, gli ambiti e le aree omogenee
con le relative attività svolte dagli operatori dell’ASL SALERNO, definite parimenti per classi
tipologiche omogenee (strumento che chiameremo “mansionario”).
Questa prima parte è stata redatta al fine di essere il principale strumento operativo del Datore di Lavoro
e dei Dirigenti, poiché in essa vengono espresse le linee di azione, di coordinamento e di indirizzo sui
temi specificati. In particolare poi, a completamento, viene riportata una rassegna delle metodologie
utilizzate per la Valutazione dei Rischi e per l'estensione del Piano degli Adeguamenti (PdA). E' quindi
parte integrante e rilevante del presente Documento di Valutazione dei Rischi, una approfondita indagine
statistica degli infortuni avvenuti in Azienda nel triennio dal 2010 al 2012, acquisiti attraverso la
consultazione ed elaborazione dei Registri degli Infortuni presenti nelle varie strutture. Infine ai sensi
della lettera d) dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08, si riportano, corredate della necessaria documentazione, una
serie di procedure riguardanti aspetti della sicurezza sul lavoro che sono già utilizzate nell’ASL
SALERNO.

La seconda parte del DVR Revisione n. 2 è costituita dall’insieme di tutti i fascicoli relativi ai Piani di
Adeguamento (e miglioramento), raccolti per Macrostruttura Aziendale ed eventualmente per singola
Struttura, i quali contengono in maniera approfondita e puntuale la descrizione e la natura degli
adempimenti (e miglioramenti) che si ritengono necessari. In questa seconda parte del Documento sono
riportate le tabelle riepilogative relative alla individuazione di situazioni di rischio a cui corrisponde il
giudizio sintetico del livello di rischio e la nota di rimando ai Dirigenti Responsabili che devono
operativamente intervenire per l’adeguamento, corredata dalla tempistica di adeguamento. Il contenuto
di tali schede è sintetico e riepilogativo, ed ha il principale scopo di costituire una guida operativa di
pronta consultazione per quanto attiene le principali misure di prevenzione e protezione, nonché
costituire un riferimento rapido per le attività propriamente di gestione della sicurezza e di sorveglianza
dei lavoratori.

L’insieme dei documenti prodotti, in considerazione della propria naturale caratteristica in termini di
dinamicità, non deve essere considerato come un lavoro conclusivo e definitivo, ma come un passo operativo
verso la costituzione di un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL). Il Documento di
Valutazione dei Rischi, deve essere nuovamente revisionato anche in occasione di interventi sull’attività
lavorativa quali l’ingresso di nuove attrezzature, nuove assunzioni, trasferimento o qualsiasi tipo di
mobilità che possono interessare il personale e/o comunque quant’altro possa modificare l’esposizione al
rischio di un lavoratore.
Questo studio deve quindi essere inteso come base per meglio articolare le successive fasi di lavoro da
svolgere con il coordinamento del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e il significativo apporto
partecipativo da parte della Struttura Medicina del Lavoro Aziendale Medico Competente, con l'obiettivo
specifico di continuare ad approfondire analisi e valutazioni ed acquisire ulteriori contributi da parte dei
dirigenti, dei preposti, dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi.

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E, cosa non meno importante, il lavoro inerente la elaborazione del Documento di Valutazione dei
Rischi, deve essere rivolto alla creazione, nella coscienza dei non addetti ai lavori, di una “cultura” della
sicurezza, che produca, quanto meno, una sensibilità maggiore verso queste tematiche in tutte le unità
funzionali, al fine di perseguire una maggiore e più efficiente collaborazione tra il Servizio di
Prevenzione e Protezione (SPP) ed i vari dirigenti/preposti/rappresentanti/lavoratori.
Solo in questo modo, nell’ambito di un auspicato spirito collaborativo, tali elaborati potranno servire
come strumento di dialogo tra il Datore di Lavoro, i Dirigenti, i Preposti e i Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza, le RSU, per pianificare le misure da attuare al fine di prevenire i rischi.

5.2COMMENTO AI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE


5.2.1 Mansionario dei Lavoratori
Nel presente elaborato, con riferimento alla sua parte generalista, vengono specificati i Criteri Generali
della Valutazione dei Rischi, i Criteri Generali della Pianificazione degli Interventi e viene considerato,
assai diffusamente, l'intero argomento della gestione della salute, sicurezza e dell'igiene del lavoro nella
ASL SALERNO, alla luce dei regolamenti interni adottati, dell’Atto Aziendale attualmente proposto e
soprattutto tenendo conto della struttura produttiva dell’Azienda nel suo complesso.
Sicchè, in funzione di una corretta analisi della problematica, sono stati individuati i comparti di
produzione, gli ambiti e le aree omogenee con le relative attività svolte dagli operatori dell’ASL
SALERNO, definite parimenti per classi tipologiche omogenee (strumento che chiameremo
“Mansionario”). Il Mansionario, appunto, di cui si ci occuperà assai diffusamente nel successivo
paragrafo 6, è lo strumento più potente di gestione della sicurezza e salute dei lavoratori della ASL. Lo
strumento è concepito come una griglia di indicazioni che riassumono in maniera sintetica più aspetti
della gestione del sistema della sicurezza e salute, dall’aspetto tecnico del livello di rischio alle
“contromisure” relative alla quantità e tipologia di informazione e formazione da erogare, al protocollo
sanitario da effettuare, fino alla indicazione, necessariamente succinta dei DPI che il Datore di Lavoro
ritiene obbligatori, proprio a seguito della valutazione dei rischi. Il Mansionario, al di là della sua natura
strettamente sintetica è il vero risultato della valutazione dei rischi, essendo di fatto, lo strumento
operativo di “gestione” del sistema aziendale di salute e sicurezza, mentre i Piani di Adeguamento e
Miglioramento si occupano di “miglioramento tecnico funzionale” del sistema aziendale e le procedure
della elevazione del livello di “qualità” del sistema stesso.

5.2.2 Piani di Adeguamento ed Intervento


La seconda parte del Documento di Valutazione dei Rischi è costituita dall’insieme di tutti gli allegati
relativi ai Piani di Adeguamento e degli Interventi, raccolti per macrostrutture della ASL SALERNO. In
questa parte del Documento sono riportate le tabelle riepilogative relative alla individuazione di
situazioni di rischio a cui corrisponde il giudizio sintetico del livello di rischio e la nota di rimando ai
Dirigenti Responsabili che devono operativamente intervenire per l’adeguamento, corredata dalla
tempistica di adeguamento. Il contenuto di tali schede è sintetico e riepilogativo, ed ha il principale scopo
di costituire una guida di pronta consultazione per quanto attiene le principali misure di prevenzione e
protezione, nonché costituire un riferimento rapido per le attività propriamente di gestione e di
sorveglianza. Lo strumento dei Piani di Adeguamento (PdA) si pone quindi come un percorso di
miglioramento del sistema complessivo aziendale, imponendosi all’attenzione della Direzione Strategica

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Aziendale e a quella dei Dirigenti Responsabili, come un utile canovaccio per la programmazione e
breve, medio e lungo termine degli interventi di natura tecnico funzionale.

5.2.3 Procedure e buone prassi lavorative


Una serie di procedure e buone prassi organizzative, elaborate dal SPP per effettuare nei modi più
corretti e sicuri alcune particolari attività che si manifestano in ambito aziendale sono direttamente
inserite nel paragrafo 7, cui si rimanda direttamente.

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6 PROFILI DI RISCHIO PER ATTIVITÀ OMOGENEE (MANSIONARIO)


6.1 INDICE MANSIONI PER COMPARTO

COMPARTO AMMINISTRATIVO-TECNICO
Dirigente di Macrostruttura – Funzionario Responsabile AMM-1
Impiegato – Assistente Amministrativo AMM-2
Programmatore CED – Videoterminalista AMM-3
Commesso AMM-4
Archivista AMM-5
Tecnico della Prevenzione/Ispettore (ruolo sanitario) AMM-6
Tecnico della Prevenzione/Medico Veterinario (ruolo sanitario) AMM-7
ImpiegatoTecnico - Geometra - Perito AMM-8

COMPARTO LABORATORIO
Medico – Resp. Laboratorio Biomedico LAB-1
Medico Biologo LAB-2
Medico di Anatomia Patologica LAB-3
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico LAB-4
Tecnico Sanitario di Anatomia Patologica LAB-5
Infermiere Coordinatore Centro Trasfusionale LAB-6
Infermiere Collaboratore Centro Trasfusionale LAB-7
OTA - Ausiliario specializzato LAB-8

COMPARTO DEGENZE E TERAPIE


Medico Responsabile di UO (Discipline Chirurgiche) DEG-0/C
Medico Responsabile di UO (Discipline Mediche) DEG-0/M
Medico Discipline Chirurgiche DEG-1/C
Medico Discipline Mediche DEG-1/M
Medico Responsabile UO e Medico Malattie Infettive DEG-1/Mi
Infermiere Coordinatore Discipline Chirurgiche DEG-2/C
Infermiere Collaboratore Discipline Chirurgiche DEG-3/C
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline Chirurgiche DEG-4/C
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) Discipline Chirurgiche DEG-5/C
Ausiliario Discipline chirurgiche DEG-6/C
Ostetrica DEG-7/C
Puericultrice DEG-8/C
Vigilatrice DEG-9
Infermiere Pediatrico DEG-10
Infermiere Generico DEG-11
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche DEG-2/M
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche DEG-3/M
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline Mediche DEG-4/M
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) Discipline Mediche DEG-5/M
Ausiliario Discipline Mediche DEG-6/M
Infermiere Coordinatore Malattie Infettive DEG-2/Mi
Infermiere Collaboratore Malattie Infettive DEG-3/Mi
Operatore Socio Sanitario (OSS) Malattie Infettive DEG-4/Mi

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Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA) Malattie Infettive DEG-5/Mi


Ausiliario Malattie Infettive DEG-6/Mi
Infermiere Collaboratore DAY HOSPITAL Oncologico DEG-3/MoDH
Medico Pronto Soccorso/PSAUT/OBI DEG-1/PSocc
Infermiere Coordinatore Pronto Soccorso – PSAUT/OBI DEG-2/PSocc
Infermiere Collaboratore Pronto Soccorso – PSAUT/OBI DEG-3/PSocc
OSS Pronto Soccorso/PSAUT/OBI DEG-4/Psocc
OTA Pronto Soccorso/PSAUT/OBI DEG-5/Psocc
Ausiliario Pronto Soccorso/PSAUT/OBI DEG-6/Psocc
Medico Dipartimento Salute Mentale DEG-1/SM
Infermiere Coordinatore Salute Mentale DEG-2/SM
Infermiere Collaboratore Salute Mentale DEG-3/SM
OSS Salute Mentale DEG-4/SM
OTA Salute Mentale DEG-5/SM
Ausiliario Salute Mentale DEG-6/SM
Medico SPDC DEG-1/SPDC
Infermiere Coordinatore SPDC DEG-2/SPDC
Infermiere Collaboratore SPDC DEG-3/SPDC
OSS SPDC DEG-4/SPDC
OTA SPDC DEG-5/SPDC
Ausiliario SPDC DEG-6/SPDC

COMPARTO AMBULATORI
Medico AMB-1
Medico Dipartimento Salute Mentale AMB-1/DSM
Medico Medicina del Lavoro Aziendale AMB-1/MC
Medico Legale AMB-1/MLE
Infermiere Coordinatore AMB-2
Infermiere Collaboratore AMB-3
OSS Ambulatori AMB-4
OTA Ambulatori AMB-5
Ausiliario Ambulatori AMB-6
Sociol. – Psicol. – Ass. Sociale - Educ. Anim. Comunic. Tec. Riab. Psich. AMB-7
Tecnico di riabilitazione: Fisioterapista-Fisiokinesiterpista AMB-8
Tecnico di riabilitazione: Massoterapista AMB-9
Tecnico di riabilitazione: Logopedista AMB-10
Tecnico di diagnostica: Ortottista AMB-11
Tecnico di diagnostica: Audiometrista AMB-12
Tecnico Riabilitazione Cardiaca AMB-13
Infermiere Collaboratore SERT AMB-14

COMPARTO BLOCCO OPERATORIO


Medico Chirurgo BLOP-1
Medico Anestesista BLOP-1/bis
Infermiere Coordinatore BLOP-2
Infermiere Collaboratore BLOP-3
OSS - OTA – Ausiliario Specializzato BLOP-4

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COMPARTO DIAGNOSTICA
Medico Responsabile UO Radiologia DIA-0
Medico Radiologo DIA-1
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica DIA-2
Infermiere Collaboratore di Radiologia Medica DIA-3
OTA di Radiologia Medica   DIA-4 
Ausiliario di Radiologia Medica DIA-5

COMPARTO SERVIZI GENERALI


Farmacista SERG-1
Magazziniere SERG-2
Autista Logistica SERG-3
Barbiere SERG-4
Necroforo SERG-5
Addetto alla sartoria SERG-6
Guardia giurata SERG-7
Centralinista SERG-8
Portiere SERG-9
Decoratore - Pittore - Scenografo SERG-10
Assistente Religioso SERG-11
Accalappiacani SERG-12

COMPARTO SERVIZI MANUTENZIONE


Giardiniere SERM-1
Elettricista SERM-2
Meccanico SERM-3
Operaio Edile – Imbianchino SERM-4
Falegname SERM-5
Conduttore di Caldaie SERM-6
Operatore Tecnico Idraulico SERM-7
Fabbro SERM-8

Servizio Emergenze
Medici Emergenza e Medico Anestesista EME-1
Infermiere Collaboratore per Emergenza e Addetto Mezzi di Soccorso EME-2
Autista - Soccorritore EME-3
Infermiere Collaboratore Emergenza – Centrale Operativa EME-4

Lavoratori Equiparati
Tirocinante - Allievo di Corso LAV-EQ-1

6.2 SCHEDE DI SINTESI PER PROFILO DI RISCHIO


Le schede che seguono al successivo paragrafo 6.6 riportano l’elencazione di tutte le attività svolte dagli
operatori dell’ASL SALERNO, proprie dei processi produttivi aziendali, individuate per comparti e
definite per classi tipologiche omogenee. In sintesi ogni scheda individua la mansione svolta (Attività) e
l’ambito o area omogenea ove viene svolta (Comparto).Vengono quindi esplicate le tipologie di attività

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derivanti dalla mansione specifica e per esse viene definito, direttamente dalla valutazione di tutti i rischi,
un elenco dei rischi associati. Articolato l’elenco dei rischi si passa alla valutazione degli stessi secondo
la metodologia semiquantitativa che esprime un livello di criticità (Livello di Rischio) dato
genericamente dalla probabilità di accadimento dell’evento per la gravità delle conseguenze dello stesso.
Una volta definiti i rischi viene quindi riportato, in sequenza, quanto bisogna attuare per la mitigazione
del rischio in ottemperanza al disposto normativo. Ossia viene riportato l’elenco dei Dispositivi di
Protezione Individuale (DPI), il Piano della Informazione e della Formazione e il Protocollo di
Sorveglianza Sanitaria che compete a ciascun lavoratore inquadrato nella mansione.

6.3 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE


Il disposto normativo del D.Lgs. 81/08, rivolto principalmente al datore di lavoro, al dirigente e al
preposto, impone che all’esito della valutazione di tutti i rischi in azienda, il datore di lavoro elabori un
documento contenente, tra le altre cose, l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione e dei
dispositivi di protezione individuali, laddove si intende per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI)
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro
uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo.
La scelta dei DPI, quindi, rappresenta un momento essenziale per il settore sanitario, dove non si può
ovviamente eliminare il rischio specifico (non si può fare a meno di manipolare volontariamente sostanze
e tessuti per i quali è evidente la presenza di un rischio biologico), ma occorre invece fronteggiarlo con
opportune barriere fisiche (i DPI) e comportamentali (le procedure).

6.3.1 Generalità
I DPI forniti in uso al personale sanitario devono essere dotati di:
 una dichiarazione del fabbricante di conformità CE da Rischio Specifico;
 la marcatura CE su ogni singolo pezzo;
 una nota informativa rilasciata dal fabbricante.
I DPI devono garantire:
 assenza di rischi derivanti dal DPI stesso;
 compatibilità con la mansione svolta e con altri DPI usati;
 comfort, ergonomia, adattabilità alle esigenze di salute dell’operatore.

6.3.2 Protezione degli arti superiori in ambito sanitario


In ambito sanitario, gli arti superiori sono esposti direttamente al rischio biologico. A esempio, vi è la
possibilità che l’operatore sanitario possa subire una contaminazione delle mani con sangue infetto da
HIV, HBV o altri patogeni, durante i prelievi di sangue per venopuntura. Questo rischio presenta una
variabilità che è funzione di più fattori:
 professionalità dell’operatore;
 adozione rigorosa delle procedure;
 frequenza con la quale l’operatore esegue la procedura (indipendentemente dalla corretta
esecuzione: il rischio aumenta con l’aumento del numero di operazioni);
 situazione specifica (routine o emergenza);

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 tipo di fonte (pazienti di reparto infettivi o prelievi ambulatoriali).


Se l’esposizione è avvenuta, la possibilità di infezione dipende da:
 concentrazione del patogeno;
 durata del contatto;
 presenza di lesioni cutanee sulle mani dell’operatore;
 stato immunitario dell’operatore.
Questa evenienza può essere fronteggiata con l’adozione di guanti, che dovranno sempre essere
disponibili, nelle diverse taglie, affinché gli operatori sanitari possano farne uso. La protezione degli arti
superiori per operatori sanitari avviene con l’adozione di guanti monouso (sterili e non, secondo il tipo di
mansione). In particolare, i guanti devono sempre essere usati quando:
 l’operatore deve eseguire manovre invasive;
 l’operatore può entrare in contatto con cute lesa o mucose;
 l’operatore presenta sulle mani aree di cute lesa;
 la mansione da svolgere presenta il rischio di contatto con materiali biologici;
 la mansione da svolgere presenta il rischio di contatto con sostanze chimiche;
 si effettua il lavaggio di strumenti chirurgici;
Prima e dopo l’uso dei guanti occorre sempre lavare le mani (con un prodotto antisettico se è avvenuto
contatto con materiale biologico).

6.3.3 Protezione degli occhi e del volto in ambito sanitario


Molte mansioni espongono gli occhi e il volto dell’operatore a rischio biologico: getti o spruzzi di liquidi
biologici; a rischio chimico: getti o spruzzi o vapori di sostanze corrosive o irritanti. Vi sono poi
mansioni come quella della rimozione dei gessi che espongono l’operatore al rischio legato alla
produzione di polvere. Occhiali ad astine con ripari laterali svolgono adeguata funzione protettiva per il
rischio biologico e chimico causato da getti o spruzzi. Devono invece essere adottati occhiali del tipo a
mascherina nei casi di esposizione a vapori irritanti o nocivi (es.: disinfezione e sterilizzazione con
glutaraldeide o ETO, coloranti e solventi in uso presso laboratori di anatomia patologica ecc.). Visiere o
schermi facciali possono essere usati per quelle situazioni in cui l’esposizione al rischio biologico o
chimico da spruzzi o getti assume carattere di maggiore valore, anche in funzione della protezione delle
membrane mucose (bocca e naso, congiuntiva): camere operatorie, odontoiatri, alcune mansioni dei
laboratori di chimica-clinica, pronto soccorso. Si devono inoltre considerare i rischi per gli occhi legati
alle mansioni degli operatori tecnici, specie gli addetti alla manutenzione che svolgono attività di
saldatura, falegnameria e verniciatura.

6.3.4 Protezione delle vie respiratorie in ambito sanitario


Molte operazioni svolte abitualmente da operatori sanitari comportano un rischio di esposizione ad agenti
biologici, chimici o fisici in grado di arrecare seri danni alle vie respiratorie. In questi casi solo una
accurata valutazione del rischio, condotta attraverso una analisi della mansione/procedura, una raccolta di
informazioni sull’agente pericoloso desunte dalla scheda di sicurezza del prodotto e da studi sulle
modalità attraverso le quali la sostanza-agente penetra nell’organismo per arrecare il suo danno, permette
di individuare il corretto respiratore da fare indossare all’operatore esposto. Seguendo questa linea
procedurale si possono così individuare gli operatori e le situazioni a rischio per le quali la onnipresente

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mascherina chirurgica deve essere sostituita da un respiratore in grado di trattenere i vapori organici (es.:
glutaraldeide, acidi, solventi aromatici nelle preparazioni istologiche) oppure particolato o aerosol
inalabili es.: farmaci antitumorali, batteri aerodispersi, polveri allergizzanti).

6.3.5 Protezione dei piedi in ambito sanitario


Il personale sanitario deve essere dotato di calzature antiscivolamento nell’ambito delle attività sanitarie.
Per quanto riguarda invece la protezione dei piedi per operatori tecnici, personale addetto alla
manutenzione, personale con compiti di vigilanza e ispezione, la dotazione di scarpe antinfortunistiche
dovrà essere concordata fra Responsabile del Servizio in cui operano gli operatori esposti e il Servizio di
Prevenzione e Protezione, per definire il tipo di calzatura secondo le tipologie e la specificità della
mansione, la loro peculiarità e il livello di esposizione.

6.3.6 Protezione dell’udito in ambito sanitario


L’adozione di otoprotettori in ambito sanitario è ristretta ad alcune mansioni specifiche, caratterizzate
dall’uso di strumenti particolarmente rumorosi per un elevato numero di ore. È il caso a esempio
dell’operatore che esegue rimozione gessi (per il quale è previsto anche l’uso di mascherina antipolvere),
o dell’operatore tecnico addetto alla manutenzione che esegue lavori di falegnameria, carpenteria e
simili.

6.3.7 Radioprotezione
Barriere, o schermature, costituiscono il principale elemento tecnico di difesa dalle radiazioni ionizzanti.
La principale barriera di protezione individuale per gli operatori esposti a radiazioni ionizzanti è il
grembiule piombifero. Analoga funzione svolgono giubbotti, collari, grembiuli paragonadi, guanti e
occhiali piombati. Mascherine e occhiali, visiere, guanti e camici monouso sono la normale dotazione di
DPI per gli operatori della medicina nucleare e di laboratorio, quando trattano sostanze radioattive.
L’Esperto Qualificato aziendale provvede a redigere le norme di buona tecnica, i codici di
comportamento e il regolamento di sicurezza da adottare all’interno dei reparti.

6.4 L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE


Le disposizioni legislative sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla tutela della salute dei
lavoratori, richiedono al datore di lavoro di informare i propri dipendenti sui rischi specifici cui sono
esposti e di portare a loro conoscenza le norme essenziali di prevenzione da osservare durante la
conduzione della attività.
I Lavoratori adeguatamente informati sui rischi legati al lavoro e capaci di individuare le condizioni di
rischio per sé e per i colleghi sono Lavoratori che avranno meno infortuni sul lavoro, saranno capaci di
migliori prestazioni e costituiranno una risorsa ed una ricchezza per gli Istituti e per i colleghi. L’ASL
SALERNO si propone pertanto di raggiungere questo obiettivo, in modo di accrescere la collaborazione
con i propri Lavoratori e farli partecipi del miglioramento della sicurezza sul lavoro in Azienda.
Sia l’informazione che la formazione intervengono e concorrono, infatti, alla valorizzazione delle risorse
umane in quel particolare campo che è l’educazione degli adulti, operanti in contesti organizzativi,
produttivi e professionali, veicolando il messaggio dell’importanza dell’attività di prevenzione degli
infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, anche al fine dell’ottimizzazione del processo

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produttivo. Le Direttive Comunitarie e quindi il D.Lgs. 81/08, danno grande importanza alla
informazione e formazione dei lavoratori. Infatti, la politica della Unione Europea è basata sul
convincimento che sensibili miglioramenti in materia di salute e sicurezza siano ottenibili investendo
innanzi tutto sul fattore umano, attraverso un processo di informazione e formazione dei lavoratori che
dia le ragioni e gli strumenti di un modo di lavorare più sicuro e rispettoso della integrità della persona.
Gran parte degli articoli del D.Lgs. 81/08 contengono il richiamo alla informazione e formazione e due
articoli, il 36 e il 37, sono interamente dedicati a questi aspetti. Occorre dunque considerare con
attenzione e impegno questa indicazione, che certamente ci viene rivolta per il miglioramento personale e
collettivo.
L’informazione è un processo di comunicazione/ricezione di notizie e concetti, mentre la formazione lo è
di insegnamento/apprendimento di conoscenze utili per svolgere una determinata attività.
L’informazione è la trasmissione di contenuti strutturati in maniera organica (COMUNICAZIONE)
dall’emittente al ricettore. Il contenuto della comunicazione viene definito MESSAGGIO, che viene
trasmesso attraverso SEGNI, cioè veicoli della comunicazione, che possono essere di natura diversa
(parole, immagini, suoni, colori, ecc.).
La formazione è promozione, sviluppo e aggiornamento, attraverso meccanismi di apprendimento
consapevole di tre dimensioni “SAPERE” (conoscenze), “SAPER FARE” (capacità) e “SAPER
ESSERE” (atteggiamenti facilitanti), per realizzare, produrre, creare, svolgere una performance
(competenza professionale).

6.4.1 Informazione ai lavoratori


Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
 sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della impresa in generale;
 sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di
lavoro;
 sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di pronto soccorso ed emergenza
antincendio;
 sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del
medico competente.
Il datore di lavoro provvede altresì affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
 sui rischi specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le
disposizioni aziendali in materia;
 sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei
dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;
 sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate.
Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire
loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene
previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.

6.4.2 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti


Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in
materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:

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 concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione a-ziendale,


diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
 rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di
prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell’azienda.
La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione sono definiti mediante accordo in sede di
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali. Il datore di lavoro assicura, comunque, che
ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in merito ai rischi specifici.
La formazione e, ove previsto, l’addestramento specifico devono avvenire in occasione:
 della costituzione del rapporto di lavoro o dell’inizio dell’utilizzazione qualora si tratti di
somministrazione di lavoro;
 del trasferimento o cambiamento di mansioni;
 della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e
preparati pericolosi.
L’addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro. La formazione dei lavoratori e
dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o
all’insorgenza di nuovi rischi. I preposti ricevono a cura del datore di lavoro e in azienda, un’adeguata e
specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e
sicurezza del lavoro. I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di
evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo
soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e
un aggiornamento periodico; in attesa dell’emanazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo
46, D.Lgs. 81/08, continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui al decreto del Ministro
dell’Interno in data 10 marzo 1998, pubblicato nel S.O. alla G.U. n. 81 del 7 aprile 1998.
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia di
salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria
rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e
prevenzione dei rischi stessi. Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale,
nel rispetto dei seguenti contenuti minimi:
 principi giuridici comunitari e nazionali;
 legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
 principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;
 definizione e individuazione dei fattori di rischio;
 valutazione dei rischi;
 individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione;
 aspetti normativi dell’attività di rappresentanza dei lavoratori;
 nozioni di tecnica della comunicazione.
La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le
conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La
contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell’obbligo di aggiornamento periodico, la cui
durata non può essere inferiore 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori.

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La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli
organismi paritetici di cui all’articolo 50 ove presenti, durante l’orario di lavoro e non può comportare
oneri economici a carico dei lavoratori.
Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro
di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la
formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza
della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo.
Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazione di cui al presente
decreto sono registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i), del
decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni. Il contenuto del libretto
formativo è considerato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli
organi di vigilanza tengono conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al presente decreto.

6.5 IL PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA


Il Protocollo di Sorveglianza Sanitaria della ASL SALERNO, di seguito proposto dalla SC Medicina del
Lavoro Aziendale, servizio di staff al Direttore Generale, è stato organizzato per mansioni e per rischi
professionali specifici con indicazione della periodicità dei controlli sanitari e con verifica di congruità
fra protocollo sanitario proposto e mansioni svolte dal singolo lavoratore o da gruppi omogenei. Il
protocollo prevede Accertamenti Sanitari Preventivi e Periodici rappresentati da esami diagnostici e/o
visite specialistiche in correlazione alla valutazione dei rischi ed alle indagini ambientali svolte.
L’esame clinico, effettuato dal Medico Competente, rappresenta l’atto medico fondamentale per valutare
gli organi ed apparati bersaglio dei vari fattori di rischio, per slatentizzare o diagnosticare eventuali
condizioni patologiche anche ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità specifico alla mansione
lavorativa.
La visita medica viene integrata da esami di laboratorio e/o strumentali, mirati, semplici ed affidabili,
non nocivi, non invasivi, e predittivi (Accertamenti Sanitari Preventivi Periodici) per:
 valutare danni precoci di organi ed apparati;
 riconoscere la presenza di eventuali tecnopatie;
 formulare il giudizio di idoneità alla mansione specifica.
La visita medica, come da normativa vigente, potrà essere richiesta dal dipendente, in deroga alla
periodicità indicata nel protocollo, qualora sia correlata ai rischi professionali.
Nel protocollo di sorveglianza sanitaria sono riportati gli Accertamenti Sanitari Preventivi e Periodici per
ogni singola mansione e per rischi lavorativi omogenei.
La scelta di effettuare un protocollo base di esami di laboratorio permette di avere un quadro
ematochimico generale del lavoratore. Per gli esposti a rischio biologico è fondamentale un quadro
sierologico per evidenziare precocemente possibili danni epatici. Il medico competente, ad integrazione
dell’esame clinico effettuato, si avvale anche dei suddetti accertamenti clinici e strumentali ed eventuali
consulenze specialistiche per esprimere il proprio giudizio di idoneità alla mansione specifica,
informandone per iscritto il lavoratore e il Datore di Lavoro o un suo delegato.
Contro tale giudizio, ai sensi del vigente D.Lgs. 81/08 e del Decreto Dirigenziale n. 9 del 18.01.2005,
della Regione Campania, è ammesso ricorso, entro trenta giorni dalla data di comunicazione, all’organo

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di vigilanza territorialmente competente che può disporne la conferma, la modifica o la revoca del
giudizio stesso.

6.5.1 Protocolli base per i profili di rischio di tutti i dipendenti della ASL
Profilo base:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT;
transaminasi, ECG;
Profilo rischio biologico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), test di Mantoux, esame clinico
del rachide;
Profilo rischio biologico con CDT:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, CDT, Test HIV (previo consenso), test di Mantoux, esame
clinico del rachide;
Profilo rischio biologico Pediatrico/Ostetrico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), tampone orofaringeo,
coprocoltura; CDT, test di Mantoux, esame clinico del rachide;
Profilo rischio DH oncologico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), esame citologico urinario,
reticolociti, PSA, test di Mantoux, esame clinico del rachide;
Profilo rischio biologico Veterinari:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, test di Mantoux, esame clinico del rachide.

6.5.2 Protocollo sanitario specifico individuato per gruppi omogenei


Oltre al protocollo generale di sorveglianza sanitaria generale, la valutazione dei rischi suggerisce per
gruppi omogenei di lavoratori un protocollo specifico, integrativo di quello generale. Questo protocollo
specifico, variabile a seconda della mansione cui un lavoratore è adibito si deve ritrovare nelle schede
sintetiche (mansionario) che si riportano appresso al paragrafo 6.6.

6.5.3 Protocollo base generale per i lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti
Profilo rischio radiologico annuale esposti Cat. A:
QPE, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT, transaminasi,
ECG, colesterolo, HDL, trigliceridi, FT3, FT4, TSH, reticolociti + emocromo + QSPE (semestrali),
markers epatite B e C, Uricemia, APTT, PT, urine, ecografia tiroidea,visita oculistica con esame del
cristallino in midriasi
Profilo rischio radiologico semestrale Cat. A:
QPE, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT, transaminasi,
ECG, colesterolo, HDL, trigliceridi, FT3, FT4, TSH, reticolociti + emocromo + QSPE (semestrali),

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markers epatite B e C, Uricemia, APTT, PT, urine, ecografia tiroidea,visita oculistica con esame del
cristallino in midriasi

6.6 SCHEDE DI SINTESI


Si riportano nelle pagine successive le schede di sintesi del cosi detto "mansionario aziendale", con
riferimento all’elenco proposto al paragrafo 6.1.

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QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-1

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO

Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


MANSIONE: DIRIGENTE DI MACROSTRUTTURA- FUNZIONARIO RESPONSABILE

ATTIVITA'
Elaborazione concettuale, elaborazione esecutiva
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Riunioni, contabilità
Uso di videoterminale < 20 ore/settimana
Attività esterna presso altre UU.OO. e/o fornitori. Attività di cantiere (nel caso vedi PSC)
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

allegato del Documento di Valutazione dei R


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
X
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
X FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-2

allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: IMPIEGATO

ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con uso di videoterminale < 20 ore/settimana
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
2
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-3

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: VIDEOTERMINALISTA/PROGRAMMATORE CED

ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo di videoterminale in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Visio-test Visio-test Biennale e/o quinquennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale e/o quinquennale
3
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-4

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: COMMESSO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Smistamento posta
Archiviazione materiale cartaceo
Fotocopie
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
affaticamento visivo X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
4
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-5

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: ARCHIVISTA

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio
Smistamento posta
Archiviazione materiale cartaceo
Fotocopie
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incendio, fiamme ed esplosioni X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
5
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-6

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: TECNICO DELLA PREVENZIONE - ISPETTORE

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale. Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione. Ispezione e controllo della filiera di produzione di alimenti
Vigilanza e controllo territoriale degli esercizi, degli stabilimenti
Interfaccia con utenze interne ed esterne
Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
metalli pesanti, amianto, piombo (per attività in esterno) X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo ematochimico base Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
6
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-7

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: TECNICO DELLA PREVENZIONE - MEDICO VETERINARIO

ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale; uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione.
Eradicazione delle malattie che possono essere trasmesse dall’animale e dai prodotti di origine animale all’uomo o ad altri animali

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 811/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Interfaccia con utenze interne ed esterne .Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo ematochimico base Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-8

COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO

Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


MANSIONE: IMPIEGATO TECNICO / GEOM / PERITO

ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di cantiere (nel caso vedi Piano di Sicurezza e di Coordinamento)
Attività di ufficio con uso di videoterminale < 20 ore/settimana. Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

allegato del Documento di Valutazione dei R


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
8
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-1

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO - RESP. LABORATORIO BIOMEDICO

ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Amministrazione e gestione delle attività di laboratorio

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive e/o sottoscrive i risultati delle analisi e li trasmette al reparto che si occupa della riconsegna ai pazienti.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
9
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-2

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO - BIOLOGO

ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio di campioni di sangue, feci, urine, secrezioni

(D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive e/o sottoscrive i risultati delle analisi e li trasmette al reparto che si occupa della riconsegna ai pazienti.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress
t - lavoro
l correlato
l t X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Visio-test Visio-test Biennale/Quinquennale
E
Esame clinico
li i ffunzionale
i l deld l rachide
hid Esame
E clinico
li i funzionale
f i l deld l rachide
hid Ann ale
Annuale
10
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-3

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO DI ANATOMIA PATOLOGICA

ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio su organi, tessuti e cellule. Può eseguire esami autoptici
Esplica funzione tecnico-diagnostica

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C, Hiv previo consenso Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Visio-test Visio-test Biennale/Quinquennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
11
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-4
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: TECNICO SANITARIO DI LABORATORIO BIOMEDICO
ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio di campioni di sangue, feci, urine, secrezioni
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e

Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio


Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive i risultati delle analisi e trasmette
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Visio-test Visio-test Biennale/Quinquennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
12
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-5

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: TECNICO SANITARIO DI ANATOMIA PATOLOGICA

ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio su organi, tessuti e cellule. Può eseguire esami autoptici
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive i risultati delle analisi e trasmette
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Visio-test Visio-test Biennale/Quinquennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
13
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-6

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE - LABORAT. ANALISI - CENTRO TRASFUSIONALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Attività di ufficio (accettazione, registrazione, archiviazione)
Controllo dell'armadio farmaceutico
Controllo e utilizzo di materiali per l'esecuzione del prelievo e delle apparecchiature per la conservazione dei prelievi
Prelievo e assistenza
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE X ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
14
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-7

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE - LABORAT. ANALISI - CENTRO TRASFUSIONALE

ATTIVITA'
Prelievo e assistenza

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio (accettazione, registrazione, archiviazione)
Controllo e utilizzo di materiali per l'esecuzione del prelievo e delle apparecchiature per la conservazione dei prelievi
Movimentazione pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAB-8

COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: O.T.A. AUSILIARIO SPECIALIZZATO

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa;
supporto nella movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
16
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-0/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO RESPONSABILE DI UU.OO. DISCIPLINE CHIRURGICHE

ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Visite medico-chirurgiche; redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi; effettuazione di interventi chirurgichi.

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Chirurgiche
.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurg
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
CDT CDT Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-0
17
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-0/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO RESPONSABILE DI UU.OO. DELLE DISCIPLINE MEDICHE

ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO. – Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinologia,Fisiopat. Respiratoria; Oncoematologia
Diabetologia, Nefrologia ed Emodialisi, Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia, Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
UU.OO. – Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
UU.OO. - Pediatria e TIN
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposti A e/o B fare riferimento scheda DIA - 1
Per i lavoratori afferenti alla Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria la periodicità del Test di Mantoux deve intendersi Annuale
18
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO DISCIPLINE CHIRURGICHE

ATTIVITA'
Visite medico-chirurgiche; redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi; effettuazione di interventi chirurgici.
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.

allegato del Documento di Valutazione dei Riscchi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Chirurgiche
UU.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurgia;
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
19
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO DELLE DISCIPLINE MEDICHE

ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.

allegato del Documentoo di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III


III, capo II - D lgs 81/08)
D.lgs.
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO. Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinologia, Diabetologia, Nefrol ed Emodialisi, Oncoematologia
Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia, Fisiopat. Respiratoria; Pediatria e TIN; Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Per i lavoratori afferenti alla Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria la periodicità deve intendersi Annuale
UU.OO. – Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
UU.OO. Materno Infantile; Pediatria; Neonatologia
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
Per i lavoratori afferenti alla Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria la periodicità del Test di Mantoux deve intendersi Annuale
20
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/Mi
COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA
MANSIONE: MEDICO RESPONSABILE e MEDICO DI UU.OO.(MALATTIE INFETTIVE)

ATTIVITA'
Il Direttore cura anche l'organizzazione delle risorse umane assegnate e la gestione delle risorse economiche
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Malattie Infettive
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE DISCIPLINE CHIRURGICHE
ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazione di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Chirurgiche
UU.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurgia;
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DISCIPLINE CHIRURGICHE

ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Dipartimento Discipline Chirurgiche
UU.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurgia;
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.S.S. DISCIPLINE CHIRURGICHE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziale e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prep
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
24
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. DISCIPLINE CHIRURGICHE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
25
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/C

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO SPECIALIZZATO DISCIPLINE CHIRURGICHE

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-7/C

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: OSTETRICA

ATTIVITA'
Presta assistenza globale alla gestante e sorveglia il benessere fetale. Assiste la donna durante il travaglio, il parto e il puerperio
Assiste in sala parto il ginecologo, ma può operare anche in autonomia per parti che si svolgono senza complicazioni;
Partecipa attivamente nei Piani di Assistenza nelle patologie ginecologiche e nelle indagini diagnostiche e strumentali
Svolge anche compiti infermieristici professionali
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-8/C

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: PUERICULTRICE

ATTIVITA'
Provvede all'assistenza neo-natale e all'assistenza del bambino sano; provvede alla sua alimentazione, sorveglianza e pulizia;

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


Preparazione e sterilizzazione di succhiotti e tettarelle; rifacimento di lettini e culle; sorveglianza e organizzazione dei giochi dei bambini
Rilievo e registrazione di temperatura, polso, peso del bambino; delle caratteristiche dei secreti ed escreti ed alle medicazioni semplici;

IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
28
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-9

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: VIGILATRICE

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Provvede alla alimentazione,alla sorveglianza e alla pulizia del neonato sano
Vigila costantemente il neonato sano

IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
29
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-10

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE PEDIATRICO

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D..Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.

IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
30
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-11

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE GENERICO

ATTIVITA'
Coadiuva l'infermiere professionale in tutte le sue attività

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività su prescrizioni del Medico (Vedi D.P.R. 14 marzo 1974, n. 225. Modifiche al R.D. 2/5/1940, n.1310)

IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
31
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/M

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE DISCIPLINE MEDICHE

ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi ((D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO: Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinol.,Fisiopat. Respiratoria, Pediatria e TIN, Oncoematologia
Diabetologia, Nefrologia ed Emodialisi, Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia; Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/M

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DISCIPLINE MEDICHE

ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche

allegato del Documento di Valutazione dei Rischii (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO: Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinol.,Fisiopat. Respiratoria, Pediatria e TIN, Oncoematologia
Diabetologia, Nefrologia ed Emodialisi, Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia; Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.S.S. DISCIPLINE MEDICHE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
34
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. DISCIPLINE MEDICHE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
35
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO DISCIPLINE MEDICHE

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
36
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/Mi

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE DISCIPLINE MEDICHE (MALATTIE INFETTIVE)

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/Mi

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DISCIPLINE MEDICHE (MALATTIE INFETTIVE)

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.S.S. MALATTIE INFETTIVE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
39
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. MALATTIE INFETTIVE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
40
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO MALATTIE INFETTIVE

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
41
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/MoDH

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DAY HOSPITAL ONCOLOGICO

ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Impegnato, all'occorrenza, nella preparazione dei farmaci antiblastici

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti cancerogeni X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
farmaci antiblastici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE X ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
DH ONCOLOGICO
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
esame citologico urinario esame citologico urinario Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
reticolociti, reticolociti, PSA, Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/Psocc

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: MEDICO PRONTO SOCCORSO / PSAUT / OBI

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi ((D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizza le attività e supervisiona le modalità di accettazione (triage)
Assicura interventi diagnostico-terapeutici di urgenza e gli accertamenti clinico-strumentali per la stabilizzazione del paziente
Redazione di referti, verbali e/o denunce; referti anche di tipo medico-legale ai fini dei eventuali istruttorie.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
43
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/Psocc
COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI

ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
44
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/Psocc

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Coadiuva il medico negli interventi in urgenza. Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Svolge anche funzione di responsabile al Triage. Può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi;
Può svolgere le altre attivita e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsab. del serviz
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/Psocc

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.S.S. PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
puntura d'ago X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
46
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/Psocc

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
47
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/Psocc

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO SPECIALIZZATO PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
48
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/SM

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di terapie e medicinali.
Utilizzo di strumentazioni psicodiagnostiche e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
49
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/SM

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE SALUTE MENTALE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
50
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/SM

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE SALUTE MENTALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
51
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/SM

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: O.S.S. SALUTE MENTALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
52
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/SM

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. SALUTE MENTALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
53
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/SM

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO SALUTE MENTALE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
54
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/SPDC

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: MEDICO SPDC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di terapie e medicinali.
Utilizzo di strumentazioni psicodiagnostiche e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
55
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/SPDC

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE SPDC

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
56
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/SPDC

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE SPDC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
57
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/SPDC

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: O.S.S. SPDC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
58
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/SPDC

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: O.T.A. SPDC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
59
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/SPDC

COMPARTO: DEGENZA E TERAPIA


MANSIONE: AUSILIARIO SPDC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
60
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-1

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Visite mediche e redazione referti
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
61
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-1/DSM

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO (DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE)

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione referti
Diagnostica e prescrizioni di medicinali e/o cure
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
62
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-1/MC

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE

ATTIVITA'
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Redazione di cartelle cliniche; sopralluoghi sui luoghi di lavoro; predisposizione di misure di tutela
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
agenti biologici X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
63
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-1/MLE

COMPARTO: AMBULATORI

Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


MANSIONE: MEDICO LEGALE

ATTIVITA'
Attività medico legali (idoneità e certificazione, visite domiciliari)
Attività medico legali collegiali (declatorie, certificazioni, valutazioni, esenzioni)
Medicina necroscopica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

allegato del Documento di Valutazione dei R


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
64
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-2

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE

allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Organizzazione e coordinamento dell'assistenza infermieristica;
Assistenza alle visite mediche
Gestione di ambulatorio: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
65
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-3

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
movimentazione di carichi X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
66
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-4

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: O.S.S.

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
movimentazione di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
67
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-5

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: O.T.A.

allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
68
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-6

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: AUSILIARIO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
69
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-7

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: SOCIOLOGO, PSICOLOGO, ASS. SOCIALE, EDUC., ANIMAT., COMUNIC., TEC. RIAB.PS.

allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Colloquio con pazienti e suoi familiari
Prevenzione e individuazione di patologie di natura psicosociale
Attività di assistenza e supporto terapeutico
Incontri di equipe; rapporti pubblici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
70
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-8

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DELLA RIABILITAZIONE: FISIOTERAPISTA, FISIOKINESITERAPISTA

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni locomotorie, neurologiche o respiratorie,
congenite o acquisite a seguito di incidenti e malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DA LAVORO INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale

71
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-9

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DELLA RIABILITAZIONE: MASSOTERAPISTA

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni locomotorie, neurologiche o respiratorie,
congenite o acquisite a seguito di incidenti e malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DA LAVORO INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
72
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-10

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI RIABILITAZIONE: LOGOPEDISTA

allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni neurologiche
congenite o acquisite a seguito di incidenti e malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Test Tubercolinico secondo Mantoux
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
73
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-11

allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI DIAGNOSTICA ORTOTTISTA

ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Test Tubercolinico secondo Mantoux
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
74
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-12

allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI DIAGNOSTICA: AUDIOMETRISTA

ATTIVITA'
Sono terapisti di diagnostica alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Test Tubercolinico secondo Mantoux
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
75
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-13

COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI RIABILITAZIONE CARDIACA

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni cardiache
congenite o acquisite a seguito di malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità cardiache
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
76
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-14

COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE SERT

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
77
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-1

COMPARTO: BLOCCO OPERATORIO


MANSIONE: MEDICO CHIRURGO

ATTIVITA'
Visite medico-chirurgiche e redazione referti
Interventi chirurgici in equipe
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-1bis

COMPARTO: BLOCCO OPERATORIO


MANSIONE: MEDICO ANESTESISTA

ATTIVITA'
Si occupa dell'anestesia del paziente e/o della rianimazione
Gestione e assistenza del paziente in condizioni critiche
Utilizzo di apparecchiature elettromedicali per la somministrazione anestetica

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Esami Ematochimici: Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es del cristallino in midriasi Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-2

COMPARTO: BLOCCO OPERATORIO


MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE

ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica; gestione della sala operatoria, della sua sanificazione ed efficienza
Verifica della corretta funzionalità in tutte le sue parti della sala, verifica della pronta disponobilità di presidi, farmaci e dispositivi chirurgici
Gestione accettazione pazienti; gestione della preparazione del paziente
Assistenza peri-operatoria e post-operatoria
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-3

COMPARTO: BLOCCO OPERATORIO


MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE

ATTIVITA'
Collabora alla valutazione pre-operatoria del paziente
Preparazione degli apparecchi elettromedicali, degli stumenti videoscopici e per la registrazione dati. Preparazione campo chirurgico
Collabora e partecipa alla conduzione dell'intervento; prepara e predispone campioni per le analisi; effettua suture e medicazioni

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Collabora al trasferimento del paziente nel reparto. Collabora alla raccolta, gestione e archiviazione referti e dati
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
R di i i iionizzanti
Radiazioni i ti ((solo
l espostiti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
S di t A Bf if i t h d DIA 1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-4

COMPARTO: BLOCCO OPERATORIO


MANSIONE: O.S.S. O.T.A. AUSILIARIO SPECIALIZZATO
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa;
supporto nella movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
82
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DIA-0

COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: MEDICO RESPONSABILE UO RADIOLOGIA

ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche

allegato del Documento di Valutazzione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Prescrive ed esegue tutte le applicazioni con radiazioni ionizzanti (raggi X), ultrasuoni, risonanza magnetica nucleare
Si occupa della produzione e della lettura a fine diagnostico o terapeutico (Radioterapia)di immagini radiografiche.
Utilizza macchinari per raggi X, ecografia o risonanza magnetica.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità

SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "A"


Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Semestrale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "B"
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DIA-1

COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: MEDICO RADIOLOGO

ATTIVITA'
Prescrive ed esegue tutte le applicazioni con radiazioni ionizzanti (raggi X), ultrasuoni, risonanza magnetica nucleare

allegato del Documento di Valutazzione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Si occupa della produzione e della lettura a fine diagnostico o terapeutico (Radioterapia)di immagini radiografiche.
Utilizza macchinari per raggi X, ecografia o risonanza magnetica.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "A"
Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Semestrale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "B"
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DIA-2
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA

ATTIVITA'
Professionista dell'area tecnico-sanitaria che, in autonomia o collaborazione, opera con il medico radiologo, radioterapista, medico nucleare,
fisico sanitario e con tutte quelle figure mediche e sanitarie nell'ambito d'impiego di radiazioni ionizzanti.
Conduce le procedure per la formazione dell'immagine nella radiologia tradizionale o per la terapia radiante
Preparazione e posizionamento del paziente; preparazione e somministrazione dei radiofarmaci
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Tecnico-Sanitarie
Radiologia Diagnostica, Radiologia Medica, Medicina Nucleare, Radiologia Interventistica
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "A"
Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Semestrale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "B"
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
A l
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DIA-3

COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DI RADIOLOGIA MEDICA

ATTIVITA'
Professionista dell'area tecnico-sanitaria che opera con il medico radiologo, radioterapista, medico nucleare, fisico sanitario e con tutte

allegato del Documento di Valutazzione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
quelle figure mediche e sanitarie nell'ambito d'impiego di radiazioni ionizzanti.
Preparazione e posizionamento del paziente; preparazione e somministrazione dei radiofarmaci
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE X ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Tecnico-Sanitarie
Radiologia Diagnostica, Radiologia Medica, Medicina Nucleare, Radiologia Interventistica
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "A"
Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Semestrale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "B"
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
A l
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-5/M

COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: O.T.A. RADIOLOGIA

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
87
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M

COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: AUSILIARIO RADIOLOGIA

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
88
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-1

COMPARTO: SERVIZI GENERALI


MANSIONE: FARMACISTA

ATTIVITA'

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizzazione e gestione dei servizi farmaceutici; pianificazione economica e acquisti
Approvvigionamento, immagazzinamento , conservazione e distribuzione ai reparti; farmacovigilanza
Preparazioni galeniche; informazione sui farmaci e dispositivi medici al personale sanitario e ai pazienti in dismissione
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X X
postura X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X X
urti, colpi, impatti e compressioni X X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
89
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-2

COMPARTO: SERVIZI GENERALI


MANSIONE: MAGAZZINIERE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Ricezione, stoccaggio e distribuzione di materiali; movimentazione carichi
Registro carico e scarico, controllo e inventario materiali.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
90
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-3

allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: AUTISTA LOGISTICA

ATTIVITA'
Conduzione di automezzi per trasporto di persone o materiali
Movimentazione carichi
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
91
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-4

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: BARBIERE

ATTIVITA'
Provvede alla cura della barba e dei capelli
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
92
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-5

COMPARTO: SERVIZI GENERALI


MANSIONE: NECROFORO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Trasporto della salma dai reparti all’obitorio
Igiene degli ambienti e della salma nonché la vestizione della stessa in collaborazione con le Imprese di Onoranze funebri
Adempimenti amministrativi connessi all’attività di medicina necroscopica
Supporto in caso di autopsia (riscontro diagnostico e autopsia giudiziaria): presa in carico, conservazione e posizionamento del cadavere
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
93
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-6

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: ADDETTO ALLA SARTORIA

ATTIVITA'
Lavori di cucitura di tessuti, lenzuola, cuscini indumenti ecc.
Stiratura, piegatura, immagazzinamento
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
94
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-7

COMPARTO: SERVIZI GENERALI

Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


MANSIONE: GUARDIA GIURATA

ATTIVITA'
Presta servizi di sorveglianza e sicurezza in genere presso le strutture ospedaliere, in particolare nei Pronto Soccorso
Controllo e sorveglianza delle strutture e della viabilità interna; attività in orari anche notturni.
Utilizzo di autoveicoli - Dotazione di arma da fuoco
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
postura X
rapina X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X

allegato del Documento di Valutazione dei R


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
C.D.T. Test Tossicologici C.D.T. Test Tossicologici Annuale
Audiometria Audiometria Triennale
95
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-8

allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: CENTRALINISTA

ATTIVITA'
Ricevere e smistare telefonate; fornire informazioni
Aggiornamento degli archivi telefonici
Ricevere e inviare fax; recapitare messaggi.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
96
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-9

COMPARTO: SERVIZI GENERALI

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: PORTIERE

ATTIVITA'
Sorveglia e vigila gli accessi alle strutture
Verifica l'accesso degli autorizzati e in generale dei visitatori
Contatti telefonici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
investimento X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
97
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-10

COMPARTO: SERVIZI GENERALI


MANSIONE: DECORATORE-PITTORE SCENOGRAFO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Supporto assistenziale-terapeutico ai servizi del DSM: relazionamento con pazienti.
Disegni, progetti, realizzazione di manufatti ceramici e/o di altri materiali da decorare. Realizzazione di elementi scenografici.
Utilizzo di terracotta, materiali vari , colle, vernici; uso di utensili e attrezzi; uso del forno.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
98
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-11

allegato del Documento di Valutazionne dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: ASSISTENTE RELIGIOSO

ATTIVITA'
Nel rispetto della volontà e libertà di coscienza dei cittadini, svolge in piena autonomia operativa con dipendenza esclusiva del Vescovo,
le attività dirette all'amministrazione dei sacramenti, alla cura delle anime, alla catechesi e all'esercizio del culto nei confronti dei pazienti,
dei familiari e del personale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
99
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-12

COMPARTO: SERVIZI GENERALI


MANSIONE: ACCALAPPIACANI

ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale; uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione.
Eradicazione delle malattie che possono essere trasmesse dall’animale e dai prodotti di origine animale all’uomo o ad altri animali

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 811/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Interfaccia con utenze interne ed esterne .Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo ematochimico base Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-1

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: GIARDINIERE

ATTIVITA'
Manutenzione aree verdi

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 881/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Scavi, tagli e innesti di piante
Uso di concimi, antiparassitari, di utensileria e attrezzi per il giardinaggio
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
vibrazioni X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
101
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-2

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: ELETTRICISTA

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Realizzazione di piccoli impianti o di parti di impianti.
Manutenzione e/o riparazioni di impianti, utenze, quadri elettrici. Effettuazione di piccole opere murarie
Verifica funzionamento e sicurezza degli impianti; compilazione di documenti di servizio
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incendio, fiamme ed esplosioni X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
102
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-3

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: MECCANICO

ATTIVITA'

Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


Manutenzione, riparazione e revisione di veicoli a motore
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lg


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
vibrazioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
103
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-4

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: OPERAIO EDILE - IMBIANCHINO

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Realizzazione, manutenzione di piccole opere edili
Opere da imbianchino
Utilizzo di attrezzature e utensileria; materiali da impasto, solventi, vernici.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI X DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
104
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-5

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: FALEGNAME

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Manutenzione opere in legno, manutenzione e riparazione di infissi e serramenti.
Utilizzo di utensileria, piccole macchine da lavoro, colle, solventi, lacche.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
105
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-6

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: CONDUTTORE DI CALDAIE

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Controllo e sorveglianza degli impanti e dei macchinari.
Manutenzione e revisione di impianti, macchine, condotte, tubazioni.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incendio, fiamme ed esplosioni X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Spirometria Spirometria Biennale
Audiometria Audiometria Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
106
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-7

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: OPERATORE TECNICO IDRAULICO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Realizzazione di piccoli impianti idraulici
Manutenzione impianti idraulici, tubazioni.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux
Spirometria Spirometria Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
107
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-8

COMPARTO: SERVIZI GENERALI - MANUTENZIONI


MANSIONE: FABBRO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Realizzazione e manutenzione di piccoli manufatti in metallo
Assemblaggio e saldatura di componenti e parti metalliche
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli
g ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
vibrazioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
Audiometria Audiometria Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
108
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-1

COMPARTO: EMERGENZE
MANSIONE: MEDICO EMERGENZA e MEDICO ANESTESISTA

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Pronto intervento e primo intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Utilizzo di apparecchiature specifiche per la rianimazione
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
t d'
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
109
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-2

COMPARTO: EMERGENZE
MANSIONE: INFERMIERE COLL. EMERGENZA E ADDETTO AI MEZZI DI SOCCORSO

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Assistenza al pronto e primo intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
t d'
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
110
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-3

COMPARTO: EMERGENZE

allegato del Documento di Valutazione dei Riscchi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: AUTISTA - SOCCORRITORE

ATTIVITA'
Collabora al pronto intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Responsabile della sicurezza dell'equipe di soccorso; gestione delle radio-comunicazioni
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti,
ti colpi,
l i impatti
i tti e compressioni
i i X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
111
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-4

COMPARTO: EMERGENZE

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE CENTRALE OPERATIVA

ATTIVITA'
Attività di ufficio con utilizzo di videoterminale in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze esterne
Responsabile della procedura di pronto soccorso e di eventuale assistenza medica telefonica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale

112
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAV.EQ.-1

COMPARTO: LAVORO EQUIPARATO


MANSIONE: TIROCINANTE / ALLIEVO DI CORSO

D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e


ATTIVITA'
Beneficiente delle iniziative di tirocinio formativo, mediante presenza in ospedale o ambulatorio distrettuale
Utilizzo limitato allo scopo didattico di attrezzature ed apparecchiature con stretta sorveglianza
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X

allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D


tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)


X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test di Mantoux Test di Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
113
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA ASL SALERNO
Parte Generale Revisione n. 2
Via Nizza, 146
Salerno PROCEDURE E BUONE PRASSI IN USO NELLA ASL SALERNO Luglio 2016

7 PROCEDURE E BUONE PRASSI IN USO NELLA ASL SALERNO

Si segnalano per la loro particolare importanza e per la valenza che hanno sulla gestione del sistema della
salute e della sicurezza aziendale le seguenti procedure che sono attualmente in uso nella ASL
SALERNO. Le procedure segnalate, per le quali si scrive un brevissimo commento, si riportano
integralmente in coda a questo stesso paragrafo.

7.1 PROCEDURA PER LA TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI


Trattasi della attuale procedura aziendale per la protezione della salute della lavoratrice in stato di
gravidanza redatta ai sensi del D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 "Testo Unico delle disposizioni legislative
in materia di tutela e sostegno alla maternità e della paternità, a norma dell'art. 15 della Legge 8 marzo
2000 n. 53” e normative connesse
Il Documento, che riporta il codice identificativo MATER e che ad oggi vige nella sua Revisione n. 4 del
15/07/2016 è stata realizzata congiuntamente dalla SC Servizio di Prevenzione e Protezione (dott.
Aristide Tortora, ing. Raffaele Grimaldi e arch. Fortunata Russo) e dalla FC Medicina del Lavoro
Aziendale (dr. Ferdinando Crescenzi). Lo stesso documento, nella versione originale del 2009, è stato
approvato dalla Commissione Pari Opportunità della ASL SA/1 e inviato al Ministero della Salute per il
riconoscimento di “best practice”.

7.2 PROCEDURA PER LA CORRETTA REGISTRAZIONE DEGLI INFORTUNI


L’indagine sugli infortuni riportata nel presente DVR – Parte Generale, ha richiesto la consultazione di
tutti i Registri degli Infortuni, in formato cartaceo, ad oggi presenti nella varie strutture aziendali e ha
evidenziato anche non pochi casi di incertezza e/o di incompletezza della registrazione degli eventi
infortunistici, che non sono accettabili vista l’importanza della registrazione, anche in assenza
dell’obbligo della registrazione previsto dalla Legge a seguito delle modifiche legislative previste dal Job
Act 2015 (l’articolo 21 comma 4 del Decreto Legislativo 151/2015 prevede che a decorrere dal 23
dicembre 2015 il Datore di Lavoro non abbia più l’obbligo di mantenere il Registro degli Infortuni
istituito con DPR 547/1955, art. 403 e DM 12/09/1958, come modificato con DM 5/12/1996).
Sui Registri degli Infortuni della ASL SALERNO sonono stati riscontrati casi di:
 incompletezza della registrazione riguardo alle date, la sede della lesione e soprattutto la causa
dell’infortunio;
 omissione della data di rientro al lavoro e scorretta indicazione dei giorni complessivi di
prognosi;
 omissione della mansione operativa dell’infortunato e della struttura/reparto di appartenenza;
 duplicazione e moltiplicazione dei registri che non corrispondono in alcuni casi alla gerarchia
funzionale delle strutture aziendali;
 assenza di qualsiasi registrazione di tipo quantitativo e cronologico degli infortuni.
Tali deficienze si possono addebitare solo ad una scarsa conoscenza della procedura da parte dei preposti
per cui si auspica un intervento formativo dei Responsabili che solleciti un diverso atteggiamento
affinché l’attività di registrazione non sia un mero e insignificante adempimento amministrativo, atteso
l’obbligo di legge sancito dal D.Lgs. 81/08. A tale proposito, la Circolare n. 92 dell’INAIL, datata 23
dicembre 2015, conferma l’abolizione del Registro, ribadisce le attuali procedure informatiche di

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Via Giovanni Falcone, 60 – 84014, Nocera Inferiore (SA)
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA ASL SALERNO
Parte Generale Revisione n. 2
Via Nizza, 146
Salerno PROCEDURE E BUONE PRASSI IN USO NELLA ASL SALERNO Luglio 2016

denuncia obbligatoria all’INAIL degli infortuni, ma segnala che l’abolizione è avvenuta in anticipo sulla
istituzione del SINP (Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro), che
attende un nuovo apposito decreto interministeriale. In attesa di potere accedere al nuovo SINP, il
Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO ha predisposto, per la sola necessità di
provvedere allo studio statistico dell’andamento degli infortuni in Azienda (necessario per gli
adempimenti ex art. 18 del D.lgs. 81/08), un semplice “modulo di comunicazione dell’infortunio ad uso
interno”, che adeguatamente compilato potrà essere inviato al SPP per ogni infortunio.

7.3 PROCEDURA PER LA GESTIONE DI FARMACI ANTIBLASTICI


Il Datore di Lavoro adotta tutte le misure preventive e protettive per la manipolazione in sicurezza dei
farmaci antiblastici. La Direzione Sanitaria, la Dirigenza Medica, il Servizio Infermieristico ed il
Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale assumono le funzioni di indirizzo e coordinamento per
quanto riguarda gli aspetti organizzativi e gestionali per la manipolazione in sicurezza dei farmaci
citostatici.
L’adozione delle misure precauzionali descritte nella procedura deve avvenire in maniera sistematica da
parte di tutto il personale sanitario (medici, infermieri e personale di supporto), nel rispetto delle
specifiche competenze.
Il Responsabile dell’Unita Operativa, quale Dirigente, ha la responsabilità di:
 trasmettere e garantire l’addestramento del personale e favorire la diffusione delle disposizioni
contenute nella procedura;
 individuare la più idonea destinazione funzionale del personale;
 evitare che personale non compreso nell’organico stabile (specializzandi, borsisti, tirocinanti,
volontari, etc.) dell’Unita Operativa allestisca farmaci citostatici;
 osservare le eventuali indicazioni derivanti dal giudizio di idoneità espresso dal Medico
Competente.
Il Coordinatore Infermieristico, quale preposto, ha la responsabilità di:
 controllare l’approvvigionamento del materiale;
 verificare la corretta applicazione della procedura;
 provvedere alla pianificazione dei turni escludendo da tali procedure le operatrici in gravidanza o
allattamento.
Tutti gli operatori hanno la responsabilità di:
 attuare i comportamenti suggeriti per la tutela della salute;
 utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) forniti e di assicurarne la
cura;
 smaltire secondo modalità stabilite i materiali residui e i DPI derivanti dalla manipolazione dei
farmaci antiblastici.
Al Dirigente e al Coordinatore Sanitario (Caposala/Capotecnico) dell’U.O. è demandata la verifica
periodica che il personale si attenga alle disposizioni contenute nel Protocollo. Gli esiti di tale verifica
devono essere documentati su adeguato supporto cartaceo.

Servizio di Prevenzione e Protezione


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Parte Generale Revisione n. 2
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7.4 PROCEDURA PER L’INTRODUZIONE DI NPDs


L’esposizione occupazionale al rischio biologico è un evento grave e frequente che riguarda, nel mondo,
milioni di lavoratori del comparto sanitario. In particolare, tra gli oltre sessanta agenti patogeni
trasmissibili per via ematica a seguito di un’esposizione accidentale, si impongono all’attenzione per la
gravità delle patologie associate, i virus dell’immunodeficienza umana (HIV), dell’epatite C (HCV) e
dell’epatite B (HBV). Si deve tener presente, inoltre, che la via di esposizione percutanea, che
rappresenta circa il 75% del totale, è anche quella potenzialmente più a rischio di trasmissione di agenti
infettivi.
In Italia l’esposizione al rischio biologico, con una frequenza del 41%, rappresenta l’infortunio
occupazionale maggiormente segnalato tra gli operatori sanitari. Per di più, delle esposizioni accidentali
segnalate al rischio biologico, una su tre coinvolge materiale biologico derivante da un paziente affetto
da una patologia infettiva trasmissibile per via ematica.
I dati riguardanti l’ASL SALERNO si collocano in linea con i dati nazionali disponibili. Infatti nel
periodo 2010-2012, relativamente alle attività dei soli Ospedali della ASL, sono stati segnalati, su un
totale di 388 infortuni, 159 (proprio il 41%) infortuni a potenziale rischio biologico (punture 29%, tagli
6% e schizzi 6%). Tuttavia, considerando i soli infortuni a potenziale rischio biologico è da sottolineare
che le esposizioni percutanee sono percentualmente maggiori, nell’ordine del 85,5% (infatti, su 159
infortuni a rischio biologico totali, quelli dovute a punture sono 113 (71%) ed i tagli 23 (14,5%)), rispetto
al 75% riscontrato a livello nazionale. Questo aspetto, allo stato attuale delle indagini interne alla ASL
SALERNO deve essere ulteriormente approfondito, per verificare, per esempio, se il dato è riferibile ad
una sottostima del rischio biologico da esposizione diversa da quella ematica, dovuta alla mancata
denuncia delle esposizioni muco-cutanee.
Un altro aspetto che non deve essere tralasciato è l’impatto economico delle esposizioni occupazionali al
rischio biologico in ambito ospedaliero-sanitario. Infatti, nel nostro Paese si stima che il costo medio
relativo alla diagnostica, alla profilassi e al monitoraggio post-esposizione, sia di circa 850,00 € per ogni
evento. Tale costo medio non comprende i costi indiretti dovuti, ad esempio, alla perdita di produttività
(giorni di assenza dal lavoro e/o sottoimpiego) ed all’eventuale risarcimento del danno subito
dall’operatore (costi, questi ultimi, che raggiungerebbero in caso di malattia grave contratta per ragioni
professionali l’ordine di grandezza delle centinaia di migliaia di euro per evento).
In considerazione, tanto della recente introduzione del Titolo Xbis nel D. Lgs. 81/08 (che tratta
specificamente della sicurezza dei lavoratori in ambito sanitario relativamente al rischio di infortuni
dovuti ai taglienti e pungenti), sia degli aspetti economici sopra menzionati, è stato ritenuto necessario
elaborare un piano di gestione del problema nelle strutture sanitarie, valutando il beneficio derivante
dall’introduzione progressiva dei Dispositivi Medici Taglienti e Pungenti con Dispositivo di Protezione
(di seguito indicati con la sigla “NPDs” - Needlestick Prevention Devices).
In base a quanto definito dal gruppo PHASE (People for Healthcare Administration, Safety and
Efficiency) in una recente pubblicazione (“Prevenzione dell’esposizione occupazionale al rischio
biologico derivante da lesione percutanea accidentale – puntura, ferita, taglio – nel settore ospedaliero e
sanitario” – Position Paper, maggio 2012), si ritiene necessario, per prevenire le lesioni accidentali,
adottare ed implementare i seguenti provvedimenti:
 applicare le Precauzioni Standard rispetto al rischio infettivo;

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 sviluppare, validare ed introdurre pratiche operative più sicure (es. vietare la pratica di
reincappucciamento degli aghi);
 valutare, adottare ed utilizzare i NPDs messi a disposizione dall’evoluzione tecnologica dopo
adeguato programma di addestramento al loro corretto utilizzo;
 sensibilizzare, informare e formare gli operatori sanitari sui rischi associati, sull’importanza di
attenersi alle procedure di sicurezza, sull’uso efficace degli strumenti di protezione messi a
disposizione (collettivi ed individuali), sulla necessità di segnalare ogni evento e sui diritti/doveri
che riguardano ogni operatore.
Ciascun provvedimento è condizione necessaria, ma non sufficiente, ai fini della prevenzione delle
lesioni percutanee accidentali. Solo la completa attuazione dei quattro provvedimenti è in grado di
assicurare una prevenzione efficace ed efficiente.
Lo scopo della procedura realizzata dal Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO è
quello di indicare le modalità di individuazione, di utilizzo, richiesta e distribuzione dei NPDs al fine di
minimizzare gli incidenti a rischio biologico. Scopo della procedura è, inoltre, quello di allinearsi alla
normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La procedura si applica a tutte le fasi lavorative in cui si evidenzia per i lavoratori che operano presso l’
ASL SALERNO un’esposizione al rischio biologico. Infatti, l’utilizzo dei NPDs è da intendere come
misura tecnica e/o organizzativa volta a ridurre i rischi.
Per meglio comprendere quali siano in termini tecnologici gli strumenti a cui si ci riferisce in questa
procedura, si riportano di seguito le definizioni dei vari gruppi di Dispositivi.
 Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata
e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne
la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale
scopo (D.Lgs. 81/08 art. 74, comma 1);
 Dispositivi Medici (DM): qualunque strumento, apparecchio, impianto, software, sostanza o
altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione, compreso il software destinato dal
fabbricante ad essere impiegato specificamente con finalità diagnostiche o terapeutiche e
necessario al corretto funzionamento del dispositivo, destinato dal fabbricante ad essere
impiegato sull'uomo a fini di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una
malattia; di diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di una ferita o di un
handicap; di studio, sostituzione o modifica dell'anatomia o di un processo fisiologico; di
intervento sul concepimento, il quale prodotto non eserciti l'azione principale, nel o sul corpo
umano, cui è destinato, con mezzi farmacologici o immunologici nè mediante processo
metabolico ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi (D.Lgs. 46/97, art. 1).
 Dispositivi medici taglienti: oggetti o strumenti necessari all’esercizio di attività specifiche nel
quadro dell’assistenza sanitaria, che possono tagliare, pungere o infettare. Gli oggetti taglienti o
acuminati sono considerati, ai sensi del D.Lgs. 81/08, attrezzature di lavoro (D.Lgs. 81/08 - 286-
ter);
 Misure di prevenzione specifiche: misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione di
infezioni nel quadro della prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività direttamente
connesse all’assistenza ospedaliera e sanitaria, incluso l’impiego di attrezzature ritenute
tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi medici

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taglienti, quali i dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e di sicurezza, in


grado di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della procedura per la quale il
dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione protettiva permanente nelle fasi di
raccolta e smaltimento definitivo (D.Lgs. 81/08 286-ter);
 NPDs: dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione sono da intendersi
come quei dispositivi medici taglienti dotati di un meccanismo di protezione e sicurezza, in grado
di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della procedura per la quale il
dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione protettiva permanente nelle fasi di
raccolta e smaltimento definitivo.
Da quanto si legge sopra appare evidente che esiste una chiara differenza tra DPI, DM e NPDs (questi
ultimi direttamente richiamati nel D.Lgs. 81/08 alla lettera c), comma 1, art. 286/sexties, tra le misure di
prevenzione specifiche del rischio da puntura e taglio in ambito sanitario). Tanto i DPI che i NPDs sono
strumenti a disposizione del Datore di Lavoro per ridurre i diversi rischi occupazionali.
Di seguito elenchiamo i principali dispositivi medici che, in ambito sanitario, devono essere dotati di
dispositivi di sicurezza:
 AGO DI HUBER
 AGO IPODERMICO
 AGO CANNULA A DUE VIE
 AGO SISTEMA VACUTAINER PER PRELIEVO
 SIRINGA PER INSULINA
 SIRINGA EPARINATA
 AGHI EPICRANICI (A FARFALLA)
 LANCETTE PUNGIDITO
 SIRINGA CON AGO CON DISPOSITIVO DI SICUREZZA
In fase preliminare di attuazione della procedura per l’introduzione dei NPDs, si deve:
 individuare le aree in cui si deve disporre dei NPDs;
 individuare le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di indicare i dispositivi più idonei da
utilizzarsi a seconda delle attività svolte in base alle aree di competenza;
 individuare le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di vigilare sull’uso corretto dei NPDs;
 assicurate agli operatori un corretto addestramento e formazione all’utilizzo dei NPDs
(andrebbero organizzati corsi, anche in collaborazione con le ditte fornitrici).

7.5 PROCEDURA PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI IN OSPEDALE


In questo documento si descrivono i metodi previsti per lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti
ospedalieri e i rifiuti assimilabili agli urbani secondo le esigenze dei PPOO della ASL SALERNO. La
procedura operativa ha lo scopo di descrivere in modo dettagliato gli aspetti riguardanti la
sicurezza e salute dei lavoratori che applicano le procedure di smaltimento dei rifiuti ospedalieri in
modo che siano chiare a tutti gli operatori interessati (sia del ruolo sanitario che tecnico) e
disponibili al controllo per le autorità preposte. In sintesi si vuole giungere a:
 informare correttamente tutti gli operatori
 distinguere senza dubbi le diverse tipologie di rifiuti, il loro conferimento, il pretrattamento
 non avere giacenze di alcun genere di rifiuto

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DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLA ASL SALERNO
Parte Generale Revisione n. 2
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Salerno PROCEDURE E BUONE PRASSI IN USO NELLA ASL SALERNO Luglio 2016

 ridurne la quantità, incrementare il riutilizzo e di prevenirne la pericolosità


 eventualmente, dove possibile ridurre il costo economico della gestione interna e dello
smaltimento.
In particolare, riguardo all’ultimi due punti, si evidenziano profili di grande miglioramento in termini di
sicurezza del lavoro e risparmio economico in almeno due situazioni potenzialmente rischiose ma
facilmente migliorabili a seguito della possibile utilizzazione di strumentazione tecnica specifica:
 smaltimento meccanico in fognatura del contenuto delle sacche di urina non infetta;
 imbusta mento di rifiuti sanitari a rischio infettivo di uso comune (pannoloni cateteri ed altro).

7.6 PROCEDURA PER INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO


Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. “Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ed il D.Lgs. 235/90
“Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie pubbliche e private”
prevedono l’obbligo per gli Operatori Sanitari di comunicare immediatamente all’organo preposto
l’accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi biologici per l’adozione degli opportuni
provvedimenti.
Pertanto la ASL SALERNO per mezzo della FC Medicina del Lavoro Aziendale ha ritenuto necessario
provvedere alla elaborazione scritta di una procedura operativa. Lo scopo della istruzione operativa è di
descrivere a tutti gli Operatori Sanitari come comportarsi a tutela della propria salute in caso di infortuni
che contemplino qualsiasi contatto accidentale con strumenti o materiali contaminati da sangue e/o da
altro materiale biologico di pazienti potenzialmente infetti. La procedura quindi si propone i seguenti
obiettivi specifici:
 attuare misure di prevenzione adeguate nei riguardi dell’operatore infortunato, con assunzione del
caso nell’ambito della sorveglianza sanitaria effettuata dal Medico Competente dal punto di vista
sanitario, medico legale ed epidemiologico;
 misurare l’incidenza negli Operatori Sanitari (OS) di esposizione accidentale a sangue o altri
materiali biologici potenzialmente infetti;
 descrivere le circostanze dell’occorrenza degli incidenti occupazionali;
 stimare l’incidenza d’infezione da HIV, HBV, HCV per gli OS dopo esposizione parenterale o
contaminazione mucocutanea con sangue o altri materiali biologici potenzialmente infetti ;
 avviare un’opportuna attività di prevenzione degli eventi infortunistici sugli operatori sanitari;
 migliorare l’attività di informazione sull’utilità delle vaccinazioni mirate.
La procedura si applica a tutti gli infortuni con esposizione occupazionale a materiale biologico
potenzialmente infetto intervenuti all’interno dei servizi dell’Azienda ASL Salerno, dove per
“esposizione a rischio” si intende la puntura o taglio di mucose o di cute lesa con aghi, bisturi o altro
strumentario contaminato con modalità diverse da materiali biologici a rischio, e per “materiale biologico
a rischio” si intende:
 sangue e qualsiasi altro materiale biologico contenente sangue;
 liquido cerebrospinale, sinoviale, pleurico, pericardico ed amniotico;
 sperma e secrezioni genitali femminili;
 materiale di laboratorio contaminato (colture cellulari, sospensioni, materiali bioptici o
anatomici).

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PROCEDURE DI SICUREZZA

Protezione della salute della


Lavoratrice in stato di gravidanza
(procedura MATER)
Revisione n. 4 del 13 luglio 2016

Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO


Direttore e RSPP: dott. Aristide Tortora

Medicina del Lavoro Aziendale della ASL SALERNO


Direttore: dott. Ferdinando Crescenzi
PROCEDURE DI SICUREZZA
Procedure di Sicurezza della Lavoratrice in Stato di Gravidanza Revisione n.4
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Sommario Luglio 2016
Salerno

SOMMARIO

1  PREMESSA 1 
2  PRIVACY 1 
3  INIZIO DELLA PROCEDURA 2 
4  SCHEMA GENERALE DELLA PROCEDURA E FASI OPERATIVE 4 
5  LAVORI VIETATI PERCHE’ FATICOSI, PERICOLOSI ED INSALUBRI 7 
6  LAVORI VIETATI PER AGENTI E CONDIZIONI PERICOLOSE 7 
7  LAVORI VIETATI PER ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI 8 
8  LAVORI CON ESPOSIZIONE DA VALUTARE 8 
9  MANSIONI INCOMPATIBILI 9 
10  MANSIONI COMPATIBILI 13 
11  MANSIONI CON COMPATIBILITÀ DA VALUTARE 14 
12  ALLEGATO I – DICHIARAZIONE DI STATO DI GRAVIDANZA 17 
13  ALLEGATO II – PROSECUZIONE ATTIVITA’ FINO VIII° MESE 18 

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PROCEDURE DI SICUREZZA
Revisione n. 4
Procedure di Sicurezza della Lavoratrice in Stato di Gravidanza
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Procedura Luglio 2016
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1 PREMESSA
La normativa vigente impone al Datore di Lavoro (D.Lgs. 645/98 - Legge 53/00 - D.Lgs. 151/01 –
D.Lgs. 81/08) di valutare i rischi lavorativi anche in relazione alla gravidanza, puerperio e
all'allattamento e di identificare luoghi di lavoro “sicuri” ove permettere alla lavoratrice in gravidanza di
continuare a svolgere la sua attività. In particolare l’art. 28 comma 1 del D.Lgs. n. 81/08 prevede che la
Valutazione dei Rischi tenga conto anche dei soggetti/gruppi esposti a rischi particolari come le sono
appunto le lavoratrici in stato di gravidanza, puerperio ed allattamento. In merito alle problematiche
generali correlate alla salute delle gestanti, è opportuno attendere al disposto normativo del D.lgs.
151/2001. Infatti secondo le linee direttrici della Commissione della Comunità Europea datate 5/10/2000,
“la maternità non è una malattia, ma è un aspetto della vita quotidiana. La Protezione della salute e
della sicurezza delle gestanti può essere adeguatamente affrontata applicando le procedure e le regole
esistenti nei rispettivi ambiti”.
Alla luce dell’apparato normativo in materia è necessario dotare la ASL SALERNO, di una procedura
aggiornata per la protezione della salute della lavoratrice in stato di gravidanza, schematizzata nella
TABELLA 1 allegata e appresso puntualmente esposta in 12 passi o fasi operative.
La compatibilità dello stato di gravidanza con la mansione specifica della lavoratirce, visti gli articoli 11
e 12 del D.lgs. 151/01 è effettuata nella ASL SALERNO dal Dirigente di Macrostruttura. Il Dirigente,
che in questa funzione agisce per delega del Datore di Lavoro, a seguito della Valutazione dei Rischi,
eventualmente ne ricorra il caso, modifica la mansione delle lavoratrice-madre, durante il periodo di
gravidanza, fino a sette mesi di età del bambino e durante tutto il periodo dell’allattamento. La
lavoratrice non può essere adibita ai lavori “vietati”: cioè quelli definiti faticosi, pericolosi ed insalubri
all’art. 7 del D.lgs. 151/01 (TABELLA 2) e quelli che prevedono l’esposizione a particolari agenti e
condizioni di lavoro ai sensi dello stesso art. 7 del D.lgs. 151/01 (TABELLA 3). Ai lavori “vietati” si
devono poi aggiungere le lavorazioni che ai sensi del D.P.R. 336/94, espongono al rischio di malattie
professionali e i lavori che comportano l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, ai sensi del D.lgs. 230/95.
Al successivo art.11 del D.lgs. 151/01, invece, si riporta l’elenco dei rischi aziendali che devono essere
specificamente valutati, anche in relazione alla eventuale presenza di lavoratrici in gravidanza
(TABELLA 4). Al fine di semplificare il processo di complessivo di valutazione, sono state suddivise le
mansioni in TRE categorie:
 mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza, puerperio ed allattamento (TABELLA 5);
 mansioni compatibili con lo stato di gravidanza, puerperio ed allattamento (TABELLA 6);
 mansioni con compatibilità da valutare con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento
(TABELLA 7).

2 PRIVACY
Determinate condizioni personali, vanno trattate nel rispetto della massima riservatezza, invero il
Dirigente non può rendere noto lo stato di gravidanza di una donna se essa non dà il suo consenso.
Delle suddette condizioni, correlate alle condizioni del lavoro e sempre nel rispetto della
riservatezza, devono tenere conto anche le consulenze mediche, i rapporti e i certificati medici. In
generale è necessario prendere misure per proteggere la salute, la sicurezza e il benessere della
donna, con il consenso dell’interessata previa la sua consultazione.

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E’ fatto obbligo alla lavoratrice di dichiarare lo stato di gravidanza “non appena accertato” solo
nei seguenti casi:
1. in caso di radioesposizione come da art. 8 del D. Lgs. 151/01 (1);
2. prima dell’inizio del settimo mese di gravidanza per richiedere il congedo di maternità
(astensione obbligatoria dal lavoro).
Per gli altri casi, al fine di una efficace tutela della gestante e del nascituro ed ai fini
dell'applicazione della presente procedura, lo stato di gravidanza va comunicato "al più presto
possibile". Ad ogni modo eventuali ritardi non comportano la perdita dei diritti derivanti dalle
norme di tutela fisica, le quali però diventano operanti soltanto dopo la presentazione del certificato
medico di gravidanza secondo le procedure nel seguito esposte (2).
(1) Esposizione a radiazioni ionizzanti (Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, art. 69):
1. Le donne, durante la gravidanza, non possono svolgere attività in zone classificate o, comunque, essere adibite ad
attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un millisievert durante il periodo della gravidanza.
2. E’ fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza, non appena
accertato.
3. E’ altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di contaminazione.

(2) A tale proposito si fa presente che secondo le Linee Direttrici dell'Unione Europea si definisce lavoratrice
gestante/puerpera/in periodo di allattamento ogni lavoratrice gestante/puerpera/in periodo di allattamento che informi del suo
stato il proprio datore di lavoro conformemente alla legislazione nazionale.

3 INIZIO DELLA PROCEDURA


La procedura interna MATER si attua solo in presenza della comunicazione della lavoratrice del
sopraggiunto stato di gravidanza. La lavoratrice, infatti, deve procedere alla comunicazione scritta del
proprio stato di gravidanza, attraverso il certificato medico redatto da un medico del SSN, trasmesso al
Dirigente della Struttura in cui lavora.
Questa figura, appresso meglio definita, opera a tal fine in attuazione della delega di funzioni operative
da parte del Datore di Lavoro. Pertanto ove nelle norme e nei regolamenti di attuazione in materia di
tutela della maternità si legge generalmente “il datore di lavoro”, si deve intendere quel Dirigente che
nella struttura di competenza opera in nome e per delega del datore di lavoro, sostituendosi a questo nei
compiti e negli adempimenti. Si segnalano di seguito i Dirigenti con delega degli adempimenti propri
del Datore di Lavoro a cui vanno trasmesse per competenza le comunicazioni di gravidanza:

il Direttore Sanitario dei Presidi Ospedalieri


 P.O. Nocera – Pagani;
 P.O. Scafati;
 P.O. Sarno;
 P.O. Oliveto Citra;
 P.O. Eboli;
 P.O. Battipaglia;
 P.O. Polla;
 P.O. Sapri;
 P.O. Vallo della Lucania;
 P.O. Roccadaspide.

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il Direttore Responsabile del Distretti Sanitari


 Distretto Sanitario n. 60;
 Distretto Sanitario n. 61;
 Distretto Sanitario n. 62;
 Distretto Sanitario n. 63;
 Distretto Sanitario n. 64;
 Distretto Sanitario n. 65;
 Distretto Sanitario n. 66;
 Distretto Sanitario n. 67;
 Distretto Sanitario n. 68;
 Distretto Sanitario n. 69;
 Distretto Sanitario n. 70;
 Distretto Sanitario n. 71;
 Distretto Sanitario n. 72.

il Direttore del Dipartimento di Prevenzione

il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale

il Direttore delle Funzioni e dei Servizi Centrali


 FC Affari Generali;
 FC Affari Legali;
 FC Tecnica e Gestione del Patrimonio;
 FC Economico Finanziario;
 FC Gestione del Personale;
 FC Provveditorato;
 FC Raccolta ed Elaborazione Dati;
 SC Comitato Consultivo Zonale;
 SC Comunicazione;
 SC Coordinamento Assistenza Farmaceutica;
 SC Emergenza-Urgenza e Continuità Assistenziale;
 SC Formazione;
 SC Integrazione Ospedale-Territorio;
 SC Integrazione Socio-Sanitaria;
 SC Internal Auditing;
 SC Medicina del Lavoro Aziendale;
 SC Medicina Legale;
 SC Monitoraggio e Controllo;
 SC Programmazione e Controllo Committenza;
 SC Rapporti ASL no Profit;
 SC Risk Management e Qualità;
 SC Servizio di Prevenzione e Protezione;
 SC Tecnologie Biomediche e Tecniche.

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4 SCHEMA GENERALE DELLA PROCEDURA E FASI OPERATIVE


Quello che segue in TABELLA 1 è lo schema generale della procedura MATER.

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FASI OPERATIVE DELLA PROCEDURA


Passo Descrizione Il Responsabile Modalità di esecuzione operativa
dell’applicazione della fase
1 Compilazione della La lavoratrice in stato di La lavoratrice in stato di gravidanza
dichiarazione di gravidanza compila e firma la dichiarazione di
gravidanza gravidanza indirizzata al Dirigente
della Struttura di appartenenza.
Allega il certificato di un medico del
SSN.
2 Individuazione della Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura dove la
eventuale nuova dove la lavoratrice presta lavoratrice presta servizio, in
mansione cui adibire la servizio ottemperanza alla valutazione dei
lavoratrice in stato di rischi, individua la eventuale nuova
gravidanza. mansione tra quelle già codificate e
contenute nella TABELLA 6. Nel
caso di necessità concorda la nuova
mansione con il Dirigente della
Struttura di destinazione.
3 Trasmissione della Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura invia al
documentazione al SPP dove la lavoratrice presta SPP e MC comunicazione conforme
e MC servizio all'Allegato I, controfirmata dalla
lavoratrice, con l’indicazione della
nuova mansione. La comunicazione
va inviata anche all’Esperto
Qualificato in caso di lavoratrice
esposta a rischio ionizzante.
4 Trasmissione del Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura trasmette
certificato di dove la lavoratrice presta il certificato della lavoratrice alla
gravidanza alla servizio Direzione Provinciale del Lavoro
Direzione Provinciale affinché venga disposta l'interdizione
del Lavoro temporanea del lavoro della
lavoratrice stessa ai sensi dell'art. 17
comma 3 del D.Lgs. 151/01 fino a
che non venga formulato il giudizio
d’idoneità alla nuova mansione
specifica e la eventuale nuova
valutazione del rischio.
5 Individuazione dei SPP, di concerto con MC, il Il Servizio di Prevenzione e
fattori di rischio sulla Responsabile della Struttura Protezione una volta in possesso della
base delle mansioni Originaria, eventualmente il documentazione di cui all’Allegato I,
proposte Responsabile della Struttura esegue, unitamente al Medico
di Destinazione Competente e con la collaborazione
del Responsabile della Struttura di
appartenenza o di Destinazione la
valutazione dei rischi connessi alla
nuova mansione proposta. Ove
necessario esegue un sopralluogo sul
posto di lavoro insieme al Medico
Competente, dandone preventiva
comunicazione agli RLS.
6 Giudizio di idoneità MC Il MC esprime il giudizio di idoneità
alla nuova mansione alla nuova mansione specifica al

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lavoro della donna gravida (art.18, co


1, lettera c, e 39 del D.Lgs. n° 81/08)
7 Notifica alla Direzione Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura di
Provinciale del Lavoro dove la lavoratrice presta appartenenza della lavoratrice
in caso di spostamento servizio notifica alla Direzione Provinciale del
della lavoratrice ad Lavoro lo spostamento della
altra mansione lavoratrice ad altra mansione.
8 In caso di assegnazione Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura
ad altra mansione: di Appartenenza o, nel caso, Appartenenza o, nel caso, della
Ordine di Servizio della Struttura di Struttura di Destinazione redige un
Destinazione Ordine di Servizio scritto per la
lavoratrice, che riporti le mansioni
individuate e il luogo di loro
svolgimento, che l'interessata firma
per presa visione.
9 Notifica alla Direzione Il Dirigente della Struttura Il Dirigente della Struttura di
Provinciale del Lavoro dove la lavoratrice presta appartenenza della lavoratrice
in caso di impossibilità servizio notifica alla Direzione Provinciale del
di stabilire una nuova Lavoro che non è stato possibile
mansione ed una nuova spostare la lavoratrice ad altre
struttura di mansioni anche presso strutture
destinazione differenti da quella di appartenenza e
pertanto la Direzione Provinciale del
Lavoro, può disporre l’interdizione
dal lavoro durante il periodo di
gravidanza e fino a 7 mesi di età del
figlio.
10 Eventuale domanda per La lavoratrice La lavoratrice, nel caso in cui sia
la flessibilità del interessata e ne voglia usufruire, può
congedo di maternità fare domanda di flessibilità del
congedo di maternità ai sensi dell'art.
20 comma 1 del D.Lgs. 151,
adottando il facsimile di domanda
riportato nell'Allegato II. La
domanda dovrà pervenire al Dirigente
della struttura entro la prima metà del
settimo mese di gravidanza.
11 Visita Medica MC La lavoratrice viene sottoposta a
visita medica per l'ottenimento del
nulla osta alla flessibilità. Il Medico
Competente valuta la richiesta di
flessibilità tenuto conto delle
mansioni cui la lavoratrice è adibita
(secondo quanto stabilito dal verbale
di valutazione del rischio), formula
un giudizio di idoneità/non idoneità
12 Visita medica Il Dirigente Nel periodo successivo al parto, fatto
straordinaria post- salvo il periodo di astensione
parto, ai sensi della obbligatoria, il Dirigente della
lett. c, comma 5, art. 4. struttura invia la lavoratrice a visita
medica straordinaria presso il MC
(lett. c, c.1, art.18 D.lgs. n° 81/08).

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5 LAVORI VIETATI PERCHE’ FATICOSI, PERICOLOSI ED INSALUBRI


Il divieto di cui all'art. 7, primo comma, del D.Lgs. 151/01 si intende riferito al trasporto, sia a braccia e a
spalle, sia con carretti a ruote su strada o su guida, e al sollevamento dei pesi, compreso il carico e
scarico e ogni altra operazione connessa. I lavori vietati alle gestanti, perchè faticosi, pericolosi ed
insalubri, sono quelli elencati all’Allegato A del D.Lgs. 151/01, integralmente riportato alla successiva
TABELLA 2.

TABELLA 2
A) quelli previsti dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 345 e dal decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 262;
B) quelli indicati nella tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n.
303, per i quali vige l'obbligo delle visite mediche preventive e periodiche: durante la gestazione e
per 7 mesi dopo il parto;
C) quelli che espongono alla silicosi e all'asbestosi, nonché alle altre malattie professionali di cui
agli allegati 4 e 5 al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive
modificazioni: durante la gestazione e fino a 7 mesi dopo il parto;
D) i lavori che comportano l'esposizione alle radiazioni ionizzanti: durante la gestazione e per 7
mesi dopo il parto;
E) i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse: durante la gestazione e fino al termine del periodo
di interdizione dal lavoro;
F) i lavori di manovalanza pesante: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
G) i lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell'orario o che obbligano ad una
posizione particolarmente affaticante, durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
H) i lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia
frequente, o esiga un notevole sforzo: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
I) i lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni: durante la
gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro;
L) i lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per malattie infettive e per
malattie nervose e mentali: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto;
M) i lavori agricoli che implicano la manipolazione e l'uso di sostanze tossiche o altrimenti nocive
nella concimazione del terreno e nella cura del bestiame: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il
parto;
N) i lavori di monda e trapianto del riso: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
O) i lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di
comunicazione in moto: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal
lavoro.

6 LAVORI VIETATI PER AGENTI E CONDIZIONI PERICOLOSE


Il divieto di cui all'art. 7, secondo comma, del D.Lgs. 151/01 si intende riferito a quei lavori che
comportano il rischio di esposizione agli agenti ed alle condizioni di lavoro che rendono lo stesso

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faticoso, pericoloso ed insalubre. Gli agenti e le condizioni di lavoro pericolose sono quelli elencati
all’Allegato B del D.Lgs. 151/01, integralmente riportato alla successiva TABELLA 3.

TABELLA 3
lavoro in atmosfera di sovrapressione
Fisici elevata, ad esempio in camere sotto
pressione, immersione subacquea
toxoplasma;
virus della rosolia, a meno che sussista
Divieto per le Agenti Biologici la prova che la lavoratrice è
lavoratici gestanti sufficientemente protetta contro questi
agenti dal suo stato di immunizzazione
piombo e suoi derivati, nella misura in
Chimici cui questi agenti possono essere
assorbiti dall'organismo umano
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario
Agenti Chimici piombo e suoi derivati, nella misura in
Divieto per le
cui questi agenti possono essere
lavoratrici dopo il
assorbiti dall'organismo umano
parto
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario

7 LAVORI VIETATI PER ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI


Riguardo a mansioni che prevedono l’esposizione a radiazioni ionizzanti, l’art. 8 del D.Lgs. 151/01 e
l’art. 69 del D.Lgs. 230/95 prevedono che:
1. le donne, durante la gravidanza, non possono svolgere attività in zone classificate o, comunque,
essere adibite ad attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un
millisievert durante il periodo della gravidanza.
2. è’ fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro (nel caso della ASL SALERNO
il Dirigente di Struttura che opera con delega di funzioni proprie del datore di lavoro) il proprio
stato di gravidanza, non appena accertato.
3. è altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di
contaminazione.

8 LAVORI CON ESPOSIZIONE DA VALUTARE


All’art.11 del D.lgs. 151/01 e suo Allegato C è riportato l’elenco dei rischi aziendali che devono
essere specificamente valutati dal datore di lavoro, anche in relazione alla eventuale presenza di
lavoratrici in gravidanza (TABELLA 4).

TABELLA 4
allorché vengono considerati come agenti che comportano lesioni del feto
e/o rischiano di provocare il distacco della placenta:
Agenti Fisici colpi, vibrazioni meccaniche o movimenti;
movimentazione manuale di carichi pesanti che comportano rischi,
soprattutto dorso-lombari;

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rumore;
radiazioni ionizzanti;
radiazioni non ionizzanti;
sollecitazioni termiche;
movimenti e posizioni di lavoro, spostamenti,
fatica mentale e fisica e altri disagi fisici connessi all'attività.
gruppi di rischio da 2 a 4 ai sensi dell'art. 268 e ALLEGATO XLVI del
Biologici
D.lgs. 81/08
sostanze etichettate R40; R45; R46 e R47 ai sensi della direttiva n.
67/548/CEE;
agenti chimici che figurano nell'allegato XLII del decreto legislativo
81/08;
Chimici
mercurio e suoi derivati;
medicamenti antimitotici;
monossido di carbonio;
agenti chimici pericolosi di comprovato assorbimento cutaneo.
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario
processi industriali che figurano nell'allegato XLII del decreto legislativo
Processi 
81/08;

Si tenga conto che nella gran parte dei casi il processo di valutazione può richiedere del tempo. Al fine di
semplificare e velocizzare la valutazione, con lo scopo di dare indicazioni quasi immediate, tutte le
mansioni che si svolgono nella ASL SALERNO, a seguito di una valutazione dei rischi di natura
preliminare, sono state suddivise in TRE CATEGORIE:
1. mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento (TABELLA 5);
2. mansioni compatibili con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento (TABELLA 6);
3. mansioni con compatibilità da valutare caso per caso con lo stato di gravidanza, puerperio e
allattamento (TABELLA 7).

9 MANSIONI INCOMPATIBILI
Quello che segue è un elenco di mansioni che le lavoratrici della ASL SALERNO non possono
assolutamente continuare a svolgere dal momento che il Dirigente viene messo a conoscenza dello
stato di gravidanza, fino al termine dell’astensione obbligatoria. Il sistema di gestione della sicurezza dei
luoghi di lavoro della ASL SALERNO, in presenza di una gestazione certificata da parte di una
lavoratrice che svolge una delle mansioni previste all’interno della successiva TABELLA 5, deve
garantire in un ragionevolmente breve lasso di tempo il trasferimento della gestante ad altra mansione. Se
possibile all’interno della stessa UO di appartenenza, in via degradata all’interno della Macrostruttura di
appartenenza. Va da sé che un Dirigente consapevole e responsabile, in presenza di mansioni
sicuramente incompatibili, deve porsi il problema della disponibilità e localizzazione delle mansioni
alternative, prima del verificarsi di un caso e sicuramente non dopo, allorché il procedimento di
trasferimento ad altra mansione può diventare lungo, a detrimento della salute e sicurezza della
lavoratrice.

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TABELLA 5
MANSIONI INCOMPATIBILI CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Prescrizioni
Tecnico della Prevenzione - Veterinario Cambio mansione per pericolo aggressione
animali e toxoplasmosi
Medico - Resp. Laboratorio Biomedico Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Medico - Biologo Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Medico di Anatomia Patologica Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Tecnico Sanitario di Anatomia Patologica Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Infermiere Coordinatore di Laboratorio Analisi - Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Centro Trasfusionale
Infermiere Collaboratore di Laboratorio Analisi - Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Centro Trasfusionale
Operatore Tecnico e Ausiliario di Laboratorio Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Analisi
Medico Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio biologico
e possibile esposizione a radiazioni ionizzanti
Medico Discipline Mediche esposto a radiazioni Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Dirigente Medico Discipline Mediche (Malattie Cambio mansione per pericolo per inclusione al
Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Coordinatore Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
esposto a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Collaboratore Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
esposto a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Ostetrica Cambio mansione per rischio biologico e
movimentazione pazienti
Infermiere Pediatrico Cambio mansione per rischio biologico e
movimentazione
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche esposto Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche esposto Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche Cambio mansione per pericolo per inclusione al

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(Malattie Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri


art.7
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche Cambio mansione per pericolo per inclusione al
(Malattie Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Operatore Socio Sanitario Discipline Mediche Cambio mansione per pericolo per inclusione al
(Malattie Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Operatore Tecnico Assistenziale Discipline Mediche Cambio mansione per pericolo per inclusione al
(Malattie Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Ausiliario Discipline Mediche (Malattie Infettive) Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Collaboratore Day Hospital Oncologico Cambio mansione per esposizione antiblastici
Medico Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Coordinatore Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Collaboratore Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Operatore Socio Sanitario Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Operatore Tecnico Assistenziale Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Ausiliario Specializzato Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Medico SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Coordinatore SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Collaboratore SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Operatore Socio Sanitario SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al

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punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri


art.7
Operatore Tecnico Assistenziale SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Ausiliario Specializzato SPDC Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Medico Ambulatori Dipartimento Salute Mentale Cambio mansione per pericolo per inclusione al
punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Medico Chirurgo Blocco Operatorio se esposto a Cambio mansione per esposizione a radiazioni
radiazioni ionizzanti (Cat. A o B) ionizzanti
Medico Anestesista Blocco Operatorio se esposto a Cambio mansione per esposizione a radiazioni
radiazioni ionizzanti (Cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Collaboratore Blocco Operatorio se Cambio mansione per esposizione a radiazioni
esposto a radiazioni ionizzanti (Cat. A o B) ionizzanti
Responsabile Medico Radiologia Cambio mansione per radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti
Medico Radiologia Cambio mansione per radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica Cambio mansione per radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti
Infermiere Collaboratore di Radiologia Medica Cambio mansione per radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti
Magazziniere Cambio mansione per movimentazione manuale
dei carichi
Autista Cambio mansione per postura e stazione fissa
Necroforo Cambio mansione per movimentazione manuale
dei carichi e rischio biologico
Guardia Giurata Cambio mansione per rischio aggressione,
postura e stazione eretta ½ orario di lavoro
Accalappiacani Cambio mansione per rischio da toxoplasmosi,
rischio biologico, postura, movimentazione dei
carichi
Medico Emergenza e Medico Anestesista (118) Cambio mansione per trasporto su mezzi,
movimentazione carichi e rischio biologico
Infermiere Collaboratore Emergenza – Addetto Cambio mansione per trasporto su mezzi,
Mezzi di Soccorso (118) movimentazione carichi e rischio biologico
Autista Soccorritore (118) Cambio mansione per trasporto su mezzi,
movimentazione carichi e rischio biologico

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10 MANSIONI COMPATIBILI
Quello che segue è un elenco di mansioni che le lavoratrici della ASL SALERNO possono continuare a
svolgere. Va da sé che un Dirigente consapevole e responsabile, in presenza di mansioni sicuramente
incompatibili, deve porsi il problema della disponibilità e localizzazione delle mansioni alternative
compatibili, prima del verificarsi di un caso e sicuramente non dopo, allorché il procedimento di
trasferimento ad altra mansione può diventare lungo, a detrimento della salute e sicurezza della
lavoratrice. Quello che segue in TABELLA 6 è pertanto l’elenco delle mansioni compatibili cui il
Dirigente, eventualmente, può fare riferimento, quando ha la necessità di operare un cambio mansione
temporaneo.
Al fine di tutelare adeguatamente le lavoratrici gestanti e puerpere, nell'ambito dell'ASL SALERNO,
sono state identificate alcune tipologie di "lavoro sicuro", cui destinare temporaneamente la categoria di
lavoratrici in questione.
1. Nel caso in cui le tipologie di lavoro di seguito riportate siano coincidenti con l'attività
normalmente svolta, le interessate proseguiranno in linea di massima la loro mansione ordinaria.
2. Nel caso invece che l'attività normalmente svolta non sia consona con lo stato di gravidanza e
puerperio, le tipologie di lavoro sicuro potranno costituire un'attività alternativa a quella
ordinaria, cui adibire temporaneamente la lavoratrice.
I "lavori sicuri" sono:
 il lavoro di carattere amministrativo,
 il lavoro in portineria.

Il lavoro di carattere amministrativo


L'attività di carattere amministrativo consiste sostanzialmente nell'espletamento di pratiche
amministrative di vario genere. Attività complementari possono essere quelle di archiviazione di
pratiche, documenti, lavoro (solo occasionale) di fotocopiatura.
L'ambiente nel quale l'attività si svolge deve risultare separato da locali nei quali si configurino
lavorazioni comportanti esposizione diretta o indiretta ad agenti biologici, chimici e fisici potenzialmente
nocivi, escludendo altresì attività dove c'è la presenza di pazienti con patologie in atto, certe o sospette o
ad animali.
Eventuali limitazioni in gravidanza: uso di scale portatili, movimentazione di carichi, uso saltuario della
fotocopiatrice ed uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.
Eventuali limitazioni nel post partum: movimentazione di carichi, uso saltuario della fotocopiatrice ed
uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.

Il lavoro in portineria
L'attività comporta il controllo generico di coloro che accedono alla Struttura, l'offerta di indicazioni ed
informazioni agli utenti, la distribuzione e la consegna della posta, l'apertura e la chiusura degli
ambulatori, degli studi medici e degli uffici, (provvedendo, se necessario ad accendere e spegnere
computer, videoproiettori, proiettori di diapositive, lavagne luminose ed amplificatori), attività di
smistamento delle telefonate in arrivo, lavoro occasionale di fotocopiatura.
L'ambiente nel quale l'attività si svolge deve risultare separato da locali nei quali si configurino
lavorazioni comportanti esposizione diretta o indiretta ad agenti biologici, chimici e fisici potenzialmente

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nocivi, escludendo altresì attività dove c'è la presenza di pazienti, con patologie in atto, certe o sospette, o
di animali.
Eventuali limitazioni in gravidanza: uso di scale portatili, movimentazione di carichi, uso saltuario della
fotocopiatrice ed uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.
Eventuali limitazioni nel post partum: movimentazione di carichi, uso saltuario della fotocopiatrice ed
uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.

TABELLA 6
MANSIONI COMPATIBILI CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Eventuali Prescrizioni
Dirigente di Macrostruttura – Funzionario Ambiente di lavoro separato da locali ospitanti
Responsabile lavorazioni comportanti esposizione diretta o
Impiegato Amministrativo indiretta ad agenti biologici, chimici e fisici
Portiere potenzialmente nocivi, escludendo altresì attività
Medico Medicina del Lavoro Aziendale dove c'è la presenza di pazienti con patologie in
Assistente Religioso atto, certe o sospette o ad animali
Limitazioni in gravidanza: uso di scale portatili,
movimentazione di carichi, uso saltuario della
fotocopiatrice ed uso limitato del videoterminale
a meno di 20 ore settimanali.
Limitazioni nel post partum: movimentazione di
carichi, uso saltuario della fotocopiatrice ed uso
limitato del videoterminale a meno di 20 ore
settimanali.

11 MANSIONI CON COMPATIBILITÀ DA VALUTARE


Per le mansioni svolte dalle lavoratrici della ASL SALERNO e riportate nell’allegato elenco di
TABELLA 7, deve essere necessariamente svolta un approfondimento della valutazione dei rischi ad
hoc, distinguendo caso per caso. Si tratta di mansioni che generalmente potrebbero essere mantenute, per
le quali il Medico Competente può prescrivere, per il tempo della gestazione e il periodo post-partum
esterno all’astensione obbligatoria, una o alcune prescrizioni o limitazioni. Distinguendo caso per caso,
il Dirigente, sentiti il Servizio di Prevenzione e Protezione e la Medicina del Lavoro Aziendale, può,
eventualmente anche procedere al cambio mansione.

TABELLA 7
MANSIONI CON COMPATIBILITA’ CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO DA VALUTARE A CURA DEL SERVIZIO DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE E MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Prescrizioni
Programmatore CED – Videoterminalista Analisi ed eventuale modifica del luogo, delle

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Commesso condizioni di lavoro, dell’orario di lavoro,


Archivista nonché dell’attività lavorativa specifica, con
Tecnico della Prevenzione/Ispettore (ruolo sanitario)
eventuale esclusione o limitazione su una
ImpiegatoTecnico - Geometra - Perito
lavorazione specifica (es. stazione in piedi
Medico Responsabile di UO (Discipline Chirurgiche)
inferiore a 2h/giornata, limitazione al
Medico Responsabile di UO (Discipline Mediche)
sollevamento e trasporto di carichi fino a 5 kg,
Medico Discipline Mediche (non esposto a radiazioni
esclusione dall’attività sanitaria vera e propria,
ionizzanti Cat. A o B)
Infermiere Coordinatore Discipline Chirurgiche (non limitazione dell’orario di lavoro a max 4
esposto a radiazioni ionizzanti Cat. A o B) ore/giornata, etc.)
Infermiere Collaboratore Discipline Chirurgiche (non
esposto a radiazioni ionizzanti Cat. A o B)
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline
Chirurgiche
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA)
Discipline Chirurgiche
Ausiliario Discipline chirurgiche
Puericultrice
Vigilatrice
Infermiere Generico
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche (non
esposto a radiazioni ionizzanti Cat. A o B)
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche
Operatore Socio Sanitario (OSS) Discipline Mediche
Operatore Tecnico Assistenza di Base (OTA)
Discipline Mediche
Ausiliario Discipline Mediche
Medico Pronto Soccorso/PSAUT/OBI
Infermiere Coordinatore Pronto Soccorso –
PSAUT/OBI
Infermiere Collaboratore Pronto Soccorso –
PSAUT/OBI
OSS Pronto Soccorso/PSAUT/OBI
OTA Pronto Soccorso/PSAUT/OBI
Ausiliario Pronto Soccorso/PSAUT/OBI
Medico Ambulatori
Medico Legale
Infermiere Coordinatore Ambulatori
Infermiere Collaboratore Ambulatori
OSS Ambulatori
OTA Ambulatori
Ausiliario Ambulatori
Sociol. – Psicol. – Ass. Sociale - Educ. Anim.
Comunic. Tec. Riab. Psich.
Tecnico di riabilitazione: Fisioterapista-
Fisiokinesiterapista
Tecnico di riabilitazione: Massoterapista
Tecnico di riabilitazione: Logopedista
Tecnico di diagnostica: Ortottista
Tecnico di diagnostica: Audiometrista

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Tecnico Riabilitazione Cardiaca


Infermiere Collaboratore SERT
Medico Chirurgo Blocco Operatorio (non esposto a
radiazioni ionizzanti Cat. A o B)
Medico Anestesista Blocco Operatorio (non esposto
a radiazioni ionizzanti Cat. A o B)
Infermiere Coordinatore Blocco Operatorio
OSS - OTA – Ausiliario Specializzato
OTA di Radiologia Medica
Ausiliario di Radiologia Medica
Farmacista
Barbiere
Addetto alla sartoria
Centralinista
Decoratore - Pittore - Scenografo
Giardiniere
Elettricista
Meccanico
Operaio Edile – Imbianchino
Falegname
Conduttore di Caldaie
Operatore Tecnico Idraulico
Fabbro
Infermiere Collaboratore Emergenza – Centrale
Operativa
Tirocinante - Allievo di Corso

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Procedura Luglio 2016
Salerno

12 ALLEGATO I – DICHIARAZIONE DI STATO DI GRAVIDANZA

ALLEGATO I – Procedura MATER, ASL SALERNO, rev. 4, luglio 2016

Al Direttore Responsabile della FC Medicina del


Lavoro Aziendale della ASL SALERNO
PO Umberto I, IV Piano
84014 - Nocera Inferiore (SA)

Al Direttore Responsabile della S.C. Servizio di


Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO
Via G. Falcone, 60
84014 - Nocera Inferiore (SA)

DICHIARAZIONE DI STATO DI GRAVIDANZA


E PROPOSTA DI ATTIVITA’ LAVORATIVA

La sottoscritta
COGNOME:
NOME:
LUOGO E DATA DI NASCITA:
RESIDENZA:
SEDE DI SERVIZIO: U.O.
MANSIONE:
RECAPITO TELEFONICO:
DATA PRESUNTA DEL PARTO:

(barrare la casella che interessa)


in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2001, del documento di Valutazione dei Rischi della ASL
SALERNO e normative connesse, poiché l’attuale mansione è inclusa tra quelle intrinsecamente sicure, dichiara di
poter continuare a svolgere la propria mansione (fermo restando il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro).

in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2001, del Documento di Valutazione dei Rischi della ASL
SALERNO e normative connesse, dichiara la mansione che potrebbe svolgere presso la struttura di appartenenza,
specificando l'orario di lavoro e il luogo di svolgimento delle stesse, in accordo con il Responsabile della Struttura,
durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto (fermo restando il periodo di astensione
obbligatoria dal lavoro).

ALTRA MANSIONE ORARIO DI LAVORO LUOGO DI SVOLGIMENTO

in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2001, del Documento di Valutazione dei Rischi della ASL
SALERNO e normative connesse, dichiara, in accordo con il Responsabile della Struttura, di non poter svolgere
alcuna attività presso la struttura di appartenenza durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto
(fermo restando il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro).

Dichiara inoltre di:


essere
non essere
esposta a radiazioni ionizzanti.

data ................................................

Firma Direttore Responsabile Struttura Firma dell’interessata

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Procedure di Sicurezza della Lavoratrice in Stato di Gravidanza
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Procedura Luglio 2016
Salerno

13 ALLEGATO II – PROSECUZIONE ATTIVITA’ FINO VIII° MESE

ALLEGATO II – Procedura MATER, ASL SALERNO, rev. 4, luglio 2016

Al Direttore Responsabile della Struttura


___________________________________
___________________________________
___________________________________

La sottoscritta .......................................................................... nata a.............................................................................


il ......................................................., residente a ...........................................................................................................
in Via....................................................................................., recapito ...........................................................................
in servizio presso .............................................................................................................................................................

DICHIARA

di trovarsi alla .................................... settimana di gravidanza, pertanto la data presunta del parto è ..........................

E PERTANTO CHIEDE

la prosecuzione dell’attività lavorativa fino al termine dell’VIII° mese di gravidanza, secondo quanto
previsto dal D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 art. 20 comma 1 (flessibilità del congedo di maternità).

Sarà propria cura far avere al Medico Competente il certificato del proprio Medico Specialista Ginecologo del SSN
o ad esso convenzionato, redatto a metà del VII° mese di gravidanza, attestante l'assenza di condizioni patologiche
che configurino situazioni di rischio per la madre e per il nascituro.

Distinti saluti,

data ................................................

Firma.....................................................

-------------------------------------------------- FINE PROCEDURA ------------------------------------------------

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PROCEDURE DI SICUREZZA

PROCEDURE DI SICUREZZA PER GLI


ADDETTI ALLA PREPARAZIONE,
SOMMINISTRAZIONE E SMALTIMENTO
RIFIUTI DI FARMACI ANTIBLASTICI

Revisione n. 2 del 18 luglio 2016

Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO


Direttore e RSPP: dott. Aristide Tortora

a cura di:
ing. Raffaele Grimaldi, ASPP della ASL SALERNO
arch. Giuseppe Oro, ASPP della ASL SALERNO
arch. Fortunata Russo, ASPP della ASL SALERNO
PROCEDURE DI SICUREZZA
Procedure di Sicurezza per la Gestione di Farmaci Antiblastici Revisione n.2
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Sommario Luglio 2016
Salerno

SOMMARIO

1 SCOPO 1
2 CAMPO D’APPLICAZIONE 1
3 DEFINIZIONI, TERMINI, ABBREVIAZIONI E SIMBOLI 1
4 RESPONSABILITA’ 1
5 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ 2
5.1 PREPARAZIONE DELLA CAPPA ASPIRANTE 2
5.2 PREPARAZIONE DELL’OPERATORE 3
5.3 PREPARAZIONE DEI FARMACI 3
5.4 CONSERVAZIONE E MOVIMENTAZIONE DEI FARMACI 5
5.5 SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI 5
5.6 SMALTIMENTO DEI RIFIUTI 6
5.7 TRASPORTO DELLE PREPARAZIONI CHEMIOTERAPICHE 7
5.8 PULIZIA DEI LOCALI DI PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE 7
6 PROCEDURE IN CASO DI CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE 8
6.1 AMBIENTI DI SOMMINISTRAZIONE 8
6.2 AMBIENTI UFA 10
7 ALLEGATO 1 12
8 ALLEGATO 2 13
9 ALLEGATO 3 14

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Pagina I
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PROCEDURE DI SICUREZZA
Revisione n. 2
Procedure di Sicurezza per la Gestione di Farmaci Antiblastici
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Procedura Luglio 2016
Salerno

1 SCOPO
Lo scopo della procedura è quello di definire ed uniformare i comportamenti degli operatori della ASL
SALERNO al fine di garantire la manipolazione in sicurezza dei farmaci antiblastici in tutte le fasi di
utilizzazione.

2 CAMPO D’APPLICAZIONE
La procedura viene applicata in tutte le unità operative e servizi della ASL SALERNO dove sono previsti
protocolli con l’utilizzo di farmaci citotossici e/o immunosoppressori.

3 DEFINIZIONI, TERMINI, ABBREVIAZIONI E SIMBOLI

Dispositivo di Protezione Individuale = qualsiasi dispositivo che, indossato dal


DPI lavoratore durante il lavoro, lo protegga dall’esposizione a rischi lavorativi (biologici,
chimici, fisici, ecc.).
Facciale
Dispositivo di protezione individuale delle vie respiratorie
filtrante
(Fattore di Filtrazione P2S o P3): fattore di filtrazione di un facciale filtrante,
FFP2S-FFP3 dispositivo che protegge le vie aeree da polveri, fumi, nebbie ed altre particelle
aereodisperse in ragione del 97% o del 99%
(High Efficiency Particulate Air): dispositivo di protezione delle vie
Filtro HEPA respiratorie con fattore di filtrazione di particelle aerodisperse pari al
99,97%.

TNT Tessuto Non Tessuto

UO Unità Operativa (struttura operativa funzionale della ASL SALERNO)

4 RESPONSABILITA’
Il Datore di Lavoro adotta tutte le misure preventive e protettive per la manipolazione in sicurezza dei
farmaci antiblastici. La Direzione Sanitaria, la Dirigenza Medica, il Servizio Infermieristico ed il Servizio
di Prevenzione e Protezione Aziendale assumono le funzioni di indirizzo e coordinamento per quanto
riguarda gli aspetti organizzativi e gestionali per la manipolazione in sicurezza dei farmaci citostatici.
L’adozione delle misure precauzionali descritte nel presente documento deve avvenire in maniera
sistematica da parte di tutto il personale sanitario (medici, infermieri e personale di supporto), nel rispetto
delle specifiche competenze.

Il Responsabile dell’Unità Operativa, quale Dirigente, ha la responsabilità di:


 trasmettere e garantire l’addestramento del personale e favorire la diffusione delle disposizioni contenute
nella presente procedura;

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PROCEDURE DI SICUREZZA
Revisione n. 2
Procedure di Sicurezza per la Gestione di Farmaci Antiblastici
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Procedura Luglio 2016
Salerno

 individuare la più idonea destinazione funzionale del personale;


 evitare che personale non compreso nell’organico stabile (specializzandi, borsisti, tirocinanti, volontari,
etc.) dell’Unità Operativa allestisca farmaci citostatici;
 osservare le eventuali indicazioni derivanti dal giudizio di idoneità espresso dal Medico Competente.

Il/la Coordinatore Infermieristico, quale Preposto, ha la responsabilità di:


 controllare l’approvvigionamento del materiale;
 verificare la corretta applicazione della procedura;
 provvedere alla pianificazione dei turni escludendo da tali procedure le operatrici in gravidanza o
allattamento.

Tutti gli operatori hanno la responsabilità di:


 attuare i comportamenti suggeriti per la tutela della salute;
 utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) forniti e di assicurarne la cura;
 smaltire secondo modalità stabilite i materiali residui e i DPI derivanti dalla manipolazione dei farmaci
antiblastici.

Al Dirigente e al Coordinatore Infermieristico (Caposala) dell’U.O. è demandata la verifica periodica che il


personale si attenga alle disposizioni contenute nel Protocollo. Gli esiti di tale verifica devono essere
documentati su adeguato supporto cartaceo (Allegato 3 della presente procedura).

5 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’


Trattasi dell’attività svolta dal personale con mansione inerente la preparazione e somministrazione di
farmaci antiblastici, utilizzati in chemioterapia antitumorale. Le norme generali che gli addetti alla
preparazione di farmaci antiblastici devono osservare si articolano nelle seguenti fasi essenziali:
 preparazione del piano di lavoro della cappa aspirante;
 preparazione dell’operatore;
 preparazione dei farmaci (fleboclisi, fiale, polvere, etc. );
 conservazione e movimentazione;
 somministrazione dei farmaci;
 smaltimento dei rifiuti.

Inoltre devono essere osservate particolari procedure per:


 trasporto dei manufatti;
 pulizia dei locali.

5.1 Preparazione della cappa aspirante


L’operatore:
1. accende la cappa controllando la funzionalità degli allarmi (se presenti);
2. indossa i guanti monouso;
3. pulisce il piano della cappa con una garza imbevuta con alcool 70°, procedendo dall’alto verso il
basso e dalla periferia verso il centro;
4. getta nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo, garza e guanti;

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Revisione n. 2
Procedure di Sicurezza per la Gestione di Farmaci Antiblastici
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Procedura Luglio 2016
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5. lava le mani con acqua e sapone;


6. introduce tutto l’occorrente necessario per la diluizione e il contenitore rigido per i taglienti. N.B.:
eccedere con materiale quale garze, siringhe, aghi, deflussori e farmaci comporta l’interruzione del
flusso d’aria sterile che va dall’alto verso il basso;
7. attende 20 minuti prima di iniziare la lavorazione. N. B.: il tempo di attesa serve per raggiungere
all’interno della cappa, le condizioni necessarie per garantire sterilità del prodotto e di sicurezza
per l’operatore.

5.2 Preparazione dell’operatore


L’operatore prima di allestire la terapia antiblastica indossa in apposito locale dell’UFA:
 camice monouso (TNT), del tipo chirurgico, lungo, idrorepellente, allacciato dietro, con polsino alto di
maglia;
 facciale filtrante FFP2S se la preparazione avviene sotto cappa chimica;
 guanti;
 occhiali o visiera;
 cuffia monouso che contenga tutti i capelli;
 sovrascarpe monouso.

5.3 Preparazione dei farmaci


Le forme farmaceutiche utilizzate sono:
 fiale;
 polvere;
 fleboclisi;
 compresse.

L’operatore deve:
 rispettare le regole di asepsi previste nella preparazione di ogni farmaco iniettabile;
 evitare di ostruire la griglia anteriore del piano e lavorare al centro della cappa (almeno a 15 cm. dal
suo ingresso frontale);
 muovere le braccia in direzione parallela al piano di lavoro, evitando movimenti bruschi o rapidi
che creerebbero turbolenze all’interno della cabina;
 evitare di trasferire frequentemente oggetti dall’interno all’esterno della cappa al fine di evitare la
contaminazione del locale;
 rimuovere ogni materiale o liquido residuo dal piano di lavoro ed eliminarlo nei contenitori rigidi dei
taglienti, avendo cura di non lasciare filamenti;
 mantenere in funzione la cappa durante le operazioni di pulizia e per ulteriori 20 minuti;
 eliminare i guanti utilizzati nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
 indossare un nuovo paio di guanti e togliere i dispositivi di protezione con il seguente ordine
o facciale filtrante (se utilizzato);
o camice;
o cuffia;
o sovrascarpe, eliminandoli nel contenitore per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.
Se l’operatore utilizza FIALE:
 valuta l’integrità della fiala;

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 rotea accuratamente la fiala in modo che non rimangano residui di liquido nella parte superiore;
 avvolge il collo della fiala con una garza imbevuta di alcool 70°, in modo da evitare il rischio di ferite
e la dispersione di aerosol, quindi lo rompe con movimento deciso delle mani verso l’esterno (in
direzione opposta al corpo);
 aspira il farmaco in una siringa con chiusura luer-lock;
 procede, con l’ausilio di una garza sterile, alla disconnessione dell’ago dalla siringa e alla
eliminazione nel contenitore per taglienti;
 inserisce l’ago sterile completo del cappuccio di protezione;
 elimina l’aria dalla siringa avvolgendo l’ago, munito di cappuccio protettivo, con una garza imbevuta di
alcool.
Se l’operatore utilizza PREPARATI IN POLVERE:
 disinfetta con alcool il tappo di gomma (da evitare l’utilizzo di preparati a base di iodio poichè
l’accidentale penetrazione nel flacone potrebbe provocare alterazioni del farmaco);
 applica il filtro in isopressione nel flacone o sacca del solvente;
 aspira il solvente con siringa sterile;
 perfora centralmente la membrana di gomma del flaconcino con un altro filtro in isopressione, introduce
nel flaconcino la quantità richiesta di solvente, lentamente, dirigendolo sulle pareti del flacone in modo
da bagnare tutta la polvere prima di agitarla (questo minimizza la pressione all’interno del flacone);
 rimuove la siringa usata per il solvente;
 allestisce una nuova siringa con la corretta dose di farmaco pronto, evitando di riempirla oltre i 3/4
del suo volume al fine di evitare la fuoriuscita accidentale del pistone con conseguente dispersione del
contenuto;
 elimina l’aria dalla siringa prima di rimuoverla dal flacone o dopo aver applicato l’ago con il
cappuccio tamponando con una garza imbevuta di alcool;
 smaltisce il materiale residuo negli appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio
infettivo;
 dispone il farmaco allestito su vassoi o in buste di plastica sigillate recanti le indicazioni d’uso
(l’eventuale fuoriuscita accidentale di prodotto è facilmente controllata e raccolta).
Se l’operatore utilizza FLEBOCLISI:
 si accerta della compatibilità del farmaco con la soluzione consultando le relative schede;
 disinfetta il tappo in gomma evitando l’utilizzo di preparati a base di iodio poichè l’accidentale
penetrazione nel flacone potrebbe provocare alterazioni del farmaco;
 perfora centralmente la membrana di gomma della flebo con un filtro in isopressione, introduce nella
flebo la quantità richiesta di farmaco, lentamente; se il volume da aggiungere supera i 20 ml aspira
tale volume di liquido della fleboclisi prima di inserire il farmaco, evitando che l’ago venga a contatto
con il contenuto del flacone;
 rimuove la siringa dal filtro proteggendo il punto di fuoriuscita con garza sterile imbevuta di alcool;
 chiude il morsetto a valle della camera di gocciolamento del deflussore e perfora il tappo di gomma
della fleboclisi mantenendo compresso il gocciolatore;
 riempie il tubo di collegamento proteggendo con una garza sterile la sua estremità;
 pulisce la fleboclisi con una garza imbevuta di alcool in modo da rimuovere eventuali contaminazioni
accidentali;
 copre il flacone con un involucro di tessuto o in alluminio se il farmaco contenuto è fotosensibile,
mantenendo fino alla fine della somministrazione in modo da garantirne la stabilità.

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Se l’operatore utilizza COMPRESSE PER TERAPIA ORALE:


 le manovre di frazionamento o triturazione dei farmaci in compresse o confetti devono essere fatte
usando le stesse precauzioni previste nella preparazione dei farmaci chemioterapici iniettabili:
 i frammenti del farmaco non utilizzati vanno conservati in contenitori chiusi possibilmente non
trasparenti o avvolti con involucro in alluminio.
N. B.: Ogni preparato, siringa o flacone, deve essere identificato con nome e cognome del paziente,
nome e dose del farmaco e qualsiasi altra sostanza contenuta (se il farmaco è somministrato in
infusione: ora, durata dell’infusione).

5.4 Conservazione e movimentazione dei farmaci


I farmaci citostatici preparati devono essere conservati in un unico punto, evidenziandone la pericolosità con
simboli o indicazioni appropriate. Ai fini della conservazione e manipolazione dei farmaci citostatici è
sempre da preferirsi l’uso di materiale in plastica piuttosto che in vetro tranne in caso di incompatibilità
tra farmaco e materiale. Tutto il personale che viene in contatto, a qualsiasi titolo, con confezioni di
antiblastici deve indossare i guanti monouso.

5.5 Somministrazione dei farmaci


Via di somministrazione VENOSA
L’operatore deve:
 lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone ed indossare guanti monouso puliti e non talcati, il
camice e la visiera;
 adagiare le siringhe o i flaconi, completi di ago e deflussore, contenenti il farmaco su un telino pulito;
 proteggere, mediante telini assorbenti, il piano di appoggio del braccio del paziente;
 espellere sempre l’aria dai set di infusione proteggendosi con una garza imbevuta di alcool;
 scegliere la sede di infusione più idonea possibile, evitando le vene piccole sclerotiche e in genere
quelle degli arti inferiori;
 dopo il posizionamento dell’ago, controllare l’accesso venoso sempre aspirando ed iniettando solo
fisiologica, prima di procedere alla somministrazione del farmaco;
 durante la somministrazione, infondere il farmaco lentamente;
 rispettare il seguente ordine di infusione dei chemioterapici: prima il farmaco più vescicante o
necrotizzante, poi l’irritante ma non vescicante ed infine quello nè irritante nè vescicante;
 prima dell’infusione, tra un farmaco e l’altro, infondere sempre almeno 10 ml di soluzione
fisiologica per lavare il lume dell’accesso venoso per evitare il depositarsi di piccole quantità di
farmaco che potrebbero essere causa di irritazioni locali; alla fine dell’infusione per lo stesso motivo,
lavare il lume della vena con 100 ml. di soluzione fisiologica;
 in caso di stravaso di farmaci antitumorali:
o interrompere sempre l’infusione;
o avvisare il Medico;
o aspirare se possibile 3 - 5 ml. di sangue nel tentativo di rimuovere parte del farmaco e
quindi rimuovere l’ago, con una siringa da 10 ml raccordata ad un ago da insulina aspirare in
più punti la zona circostante lo stravaso;
o secondo prescrizione medica, iniettare sottocute l’antidoto specifico o in mancanza un
corticosteroide ed attuare le eventuali altre indicazioni mediche;
o elevare l’arto per favorire il deflusso venoso.

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o togliere i guanti contaminati e sostituirli con altri puliti;


o seguire la procedura riportata nel punto 6 per la decontaminazione qualora fosse avvenuto uno
spandimento nell’ambiente.

Via di somministrazione ENDOCAVITARIA


L’operatore deve:
 osservare le procedure standard per la somministrazione;
 posizionare un telino impermeabile di protezione (TNT) sotto il bacino del paziente;
 utilizzare il kit sterile monouso a circuito chiuso per cateterismo vescicale, ponendo attenzione al fatto che
l’attacco non è del tipo luer lock;
 al termine dell’applicazione (permanenza prescritta), smaltire tutto il sistema di somministrazione
in sacchetti di plastica sigillabili e successivamente nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi a
rischio infettivo.

Via di somministrazione ORALE


L’operatore deve:
 estrarre le compresse dal flacone, facendole scivolare direttamente nel contenitore destinato al
paziente; se le compresse sono contenute in blister la compressione dell’involucro per estrarre la
capsula va fatta direttamente nel contenitore del paziente.

Via di somministrazione INTRAMUSCOLARE


L’operatore deve:
 indossare i guanti in lattice non talcati;
 nella necessità di espellere l’aria dalla siringa direttamente nell’ambiente, utilizzare una garza sterile
imbevuta di alcool, all’estremità superiore dell’ago;
 NON ELIMINARE eccessi di chemioterapici antiblastici sul lavandino;
 dopo l’iniezione, eliminare siringa ed ago, SENZA REINCAPPUCCIARE l’ago, nel contenitore dei
taglienti.

Via di somministrazione TOPICA


L’operatore deve:
 utilizzare l’apposito applicatore (spatola o altro);
 avere cura di non contaminare porzioni cutanee non interessate al trattamento.

5.6 Smaltimento dei rifiuti


L’operatore:
 elimina aghi e siringhe nei contenitori dei taglienti; questi ultimi e l’altro materiale utilizzato devono
essere smaltiti nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo;
 identifica i contenitori dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo con etichetta del reparto di
provenienza;
 dopo aver indossato guanti monouso, ripone la biancheria contaminata da escreti o da farmaco in sacchi
idrosolubili, a loro volta inseriti nei sacchi della biancheria sporca infetta, per evitare la contaminazione
del personale dei servizio di trasporto della biancheria. Tale biancheria viene sottoposta poi alle normali
procedure di lavaggio.

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Eliminazione degli escreti


Va premesso che non esiste un inattivatore universale. Urine e feci andrebbero trattate con gli inattivatori
adatti al tipo di farmaco somministrato secondo protocolli che tengono conto dei tempi di escrezione. I
prodotti più pericolosi sono: platino, ciclofosfamide, antracicline, methotrexate. Gli operatori che entrano in
contatto con urine e feci devono quindi utilizzare i seguenti dispositivi di protezione individuale:
 occhiali di sicurezza;
 sovracamice;
 guanti;
 facciale filtrante FFP2S;
 sovrascarpe;
 cuffia.
Generalmente le più alte concentrazioni di farmaci negli escreti si riscontrano in 1° e 2° giornata dopo la
somministrazione (fa eccezione il cis - platino che ha un’emivita di 6 - 8 giorni). I contenitori (padelle e
altro) vanno puliti con una soluzione di ipoclorito di sodio al 10%.

5.7 Trasporto delle preparazioni chemioterapiche


Le confezioni di terapie antiblastiche vanno trasportate su carrelli in contenitori chiusi e facilmente lavabili.
All’interno dei contenitori deve essere predisposto un sacchetto bianco nel quale inserire il kit di
emergenza di cui al punto 6. Il personale addetto al trasporto deve essere informato circa il rischio e i
contenuti della presente procedura.

5.8 Pulizia dei locali di preparazione e somministrazione


Il personale addetto alla pulizia e alla disinfezione dei locali deve indossare i seguenti dispositivi di
protezione individuale:
 camice monouso in TNT, chiuso dietro, idrorepellente, lungo;
 facciale filtrante FFP2S;
 occhiali di protezione;
 sovrascarpe monouso;
 cuffia monouso;
 guanti monouso, non talcati con polsino abbastanza lungo da sovrapporsi e superare il polsino del
camice;
 guanti in PVC.
Per la pulizia di ogni locale devono essere usati sovrascarpe e guanti nuovi. Tutto il materiale non
monouso (secchi, vaschette, carrello, etc.) necessario per la pulizia dei locali, arredi, superfici vetrate,
etc. deve essere DEDICATO (non può essere utilizzato al di fuori dell’Unità Operativa di
Oncologia Medica). Al termine dell’uso tutto il materiale deve essere lavato, trattato con ipoclorito di
sodio e conservato con cura in ambiente idoneo.

Pulizie da svolgere a cadenza giornaliera


L’operatore deve:
 indossare la cuffia, le sovrascarpe, il camice, gli occhiali, il facciale filtrante e i guanti;
 iniziare la pulizia del locale filtro e quindi proseguire nel locale “preparazione”;

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 passare sul pavimento un panno per raccogliere la polvere (es.: veline monouso). Deve utilizzare un
panno /velina per la pulizia di ogni ambiente. NON DEVE UTILIZZARE SCOPE o qualsiasi
dispositivo che possa sollevare polvere;
 lavare e disinfettare i pavimenti usando ipoclorito di sodio al 10% in acqua con uno straccio
diverso da quello utilizzato per le superfici;
 eliminare la soluzione di lavaggio nel WC, pulire e risciacquare accuratamente i secchi utilizzati
con ipoclorito di sodio al 10%;
 lavare WC e lavelli con prodotti a base di ipoclorito di sodio e risciacquare abbondantemente con
acqua corrente;
 gettare nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo, il materiale utilizzato
durante la pulizia nonché i DPI utilizzati.

Pulizie da svolgere a cadenza quindicinale


Ogni quindici giorni è necessario pulire e disinfettare porte, infissi e vetri internamente con ipoclorito di
sodio al 10% con le stesse modalità indicate nella procedura di pulizia giornaliera.

6 PROCEDURE IN CASO DI CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE

6.1 Ambienti di somministrazione


L’eventuale contaminazione accidentale può essere:
 ambientale;
 individuale
pertanto l’Unità Operativa che manipola farmaci antiblastici è provvista di kit d’emergenza che
comprende:
 istruzioni per l’operatore;
 facciale filtrante a copertura di naso e bocca (FFP3);
 guanti in gomma;
 occhiali di protezione;
 paletta e scopino a perdere;
 contenitore rigido per taglienti;
 camice monouso idrorepellente chiuso posteriormente;
 cuffia;
 sacchetto in plastica;
 telini assorbenti.

IN CASO DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE PER SPANDIMENTO ACCIDENTALE:


prima di intervenire si indossa:
 camice;
 cuffia;
 occhiali di sicurezza;
 facciale filtrante FFP3;
 guanti in gomma;
 guanti in PVC;

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 sovrascarpe.
si procede quindi:
 assorbendo eventuali liquidi con carta assorbente o telini in TNT monouso;
 assorbendo eventuali polveri con carta assorbente e telini in TNT monouso umidi.

La bonifica dell’area deve iniziare dalla periferia dello spandimento cioè la zona contaminata, fino al
centro rimuovendo tutto il materiale, inclusi eventuali vetri; l’area deve essere quindi lavata con detergente
e soluzione di ipoclorito di sodio al 10% per almeno 3 volte e infine risciacquata con acqua. Al termine
delle varie operazioni si ripongono il materiale e i dispositivi di protezione individuale usati negli
appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.

IN CASO DI CONTAMINAZIONE DEL PERSONALE:


 per puntura/inoculazione accidentale: in questo caso l’intervento da effettuare è di favorire il
gocciolamento di sangue dal punto di inoculazione e quindi il lavaggio abbondante della cute con acqua
corrente e disinfezione adeguata;
 per contatto diretto di cute e mucose: in questo caso è necessario lavare accuratamente la zona interessata
con acqua corrente e consultare le indicazioni fornite dal produttore contenute nella scheda del farmaco;
 per contaminazione degli occhi: lavare abbondantemente con acqua corrente o fisiologica per almeno 15
minuti, quindi consultare l’oculista.
Si fa notare che la suddetta procedura si deve applicare anche quando la contaminazione avesse
interessato un paziente. Si ricorda che l’incidente deve essere notificato, da parte del Dirigente
Medico dell’UO, alla Dirigenza Medica e al Servizio d i Prevenzione e Protezione. Nella
comunicazione deve essere notificata la data, l’ora, il luogo, le persone coinvolte, il nome del farmaco
oggetto dell’incidente e la quantità stimata di materiale disperso nonchè una breve descrizione
della dinamica dell’incidente e dell’intervento di bonifica ambientale effettuato (Allegato n° 1).

IN CASO DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE PER SPANDIMENTO ACCIDENTALE


SIGNIFICATIVO:
In caso di contaminazione ambientale significativa, dove per “ significativa” si intende la rottura con
conseguente spargimento del contenuto di un flacone di farmaco, a giudizio del Responsabile
dell’Emergenza da Contaminazione individuato nel Coordinatore Infermieristico / Caposala (o suo facente
funzioni), si fanno evacuare tutti i presenti, in particolare malati e accompagnatori. Successivamente si
aprono le finestre, se presenti, e si chiude la porta della stanza apponendo un cartello con scritto
“CHIUSO PER CONTAMINAZIONE – DIVIETO ASSOLUTO DI INGRESSO”. Gli eventuali
pazienti in terapia verranno sistemati presso le stanze di degenza, se disponibili, e/o i locali di ambulatorio
oncologico, sospendendo momentaneamente e per tutta la durata dell’emergenza il servizio ambulatoriale.
Prima di intervenire si indossa:
 camice;
 cuffia;
 occhiali di sicurezza;
 facciale filtrante FFP3;
 guanti in gomma;
 guanti in PVC;
 sovrascarpe.

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Una sola persona, dotata dei DPI, entra nella stanza, un’altra si pone all’esterno della porta e mantiene
contatti diretti a voce. Si consiglia di mantenere costante il contatto vocale.
L’operatore all’interno procede quindi:
 assorbendo eventuali liquidi con carta assorbente o telini in TNT monouso;
 assorbendo eventuali polveri con carta assorbente e telini in TNT monouso umidi.

La bonifica dell’area deve iniziare dalla periferia dello spandimento cioè la zona contaminata, fino al
centro rimuovendo tutto il materiale, inclusi eventuali vetri; l’area deve essere quindi lavata con detergente
e soluzione di ipoclorito di sodio al 10% per almeno 3 volte e infine risciacquata con acqua (si può
utilizzare CHEMOPROTECT SPILL BOX). La sala contaminata non deve essere riutilizzata per tutta la
restante parte della giornata lavorativa, in modo da permettere il giusto ricambio di aria, naturale se
sono presenti finestre, forzato in caso di assenza di finestre (UTA dotata di filtri HEPA). Al termine
delle varie operazioni si ripongono il materiale e i dispositivi di protezione individuale usati negli
appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.

6.2 Ambienti UFA


COMPORTAMENTO DEL PERSONALE QUALORA AVVENGA UNA CONTAMINAZIONE
ACCIDENTALE, DURANTE LA MISCELAZIONE, DI PARTICELLE
CHEMIOTERAPICHE ANTIBLASTICHE, ALL’INTERNO DEL LABORATORIO (UFA):
Il laboratorio a controllo particellare per miscelazione dei chemioterapici è realizzato in modo da
garantire la completa segregazione particellare
rispetto ai locali limitrofi:
Le pareti ed il soffitto sono sigillati per garantire
la tenuta d’aria e le porte hanno guarnizioni a
tenuta;
Il condizionamento, con un ricambio d’aria di 40
vol/h, ha i diffusori di mandata e le riprese
dell’aria con filtri HEPA H14 che garantiscono
una barriera particellare.
I vani che sono in comunicazione con il
laboratorio: cambio personale e passaprodotto,
hanno porte con interblocco e sono in
sovrapressione rispetto al laboratorio chemio.
Tali requisiti garantiscono che in caso di
contaminazione accidentale del locale, le
eventuali particelle di chemioterapici antiblastici
restino segregate all’interno del laboratorio.
L’operatore, in caso di incidente da contaminazione (eccezionalmente può utilizzare la doccia ed il
lavaocchi che si trova all’interno del laboratorio) preme il pulsante di emergenza, che porta il laboratorio in
forte depressione, ed esce tramite il locale cambio (non tramite l’uscita di sicurezza) utilizzando le normali
procedure d’uscita:
1. Entra nel SAS2
2. Passa nel SAS3 dove si toglie la tuta usa e getta e si lava le mani ripetutamente nel lavabo.

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3. Ripassa nel SAS2 ed entra nel SAS1 dove tramite la panca si cambia le scarpe.
4. Esce nell’area protetta.

A questo punto prende il KIT predisposto per la nuova vestizione di protezione con il materiale idoneo per
la decontaminazione e riattraversa i SAS1 e SAS2 seguendo le normali procedure d’ingresso. Non deve
essere aperta assolutamente l’uscita di sicurezza, altrimenti si può contaminare anche l’area protetta e da
questa i locali confinati.
Per la DECONTAMINAZIONE dai principi attivi chemio della cappa a flusso laminare verticale viene
utilizzato il sodio ipoclorito al 10% in quanto è l’unico che dà garanzie maggiori anche con PA
particolarmente difficili per struttura da eliminare (es. ciclofosfamide). Purtroppo deve essere utilizzata una
concentrazione al 10% (non inferiore) e quindi, per non danneggiare le superfici della cappa di acciaio
inox, questa deve essere poi sciacquata attentamente con acqua.

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7 AL L E G A T O 1

MODELLO DI RELAZIONE DI INCIDENTE CON SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE


Data ....................................... Ora: ...............................

Ambiente nel quale è accaduto l’incidente:


...............................................................................................................................................................

Sostanza/e coinvolta/e nell’incidente:


Sostanza 1: ...........................................................................................................................................
Sostanza 2: ...........................................................................................................................................
Sostanza 3: ...........................................................................................................................................
Sostanza 4: ...........................................................................................................................................

Persone coinvolte nell’incidente: Dipendenti


Cognome: .............................................................................................................................................................
Nome:.....................................................................................................................................................
Unità Operativa:.....................................................................................................................................
Ruolo nell’incidente:.....................................................................................................................................

Persone coinvolte nell’incidente: Esterni


Cognome: .............................................................................................................................................................
Nome:.....................................................................................................................................................
Unità Operativa:.....................................................................................................................................
Ruolo nell’incidente:.....................................................................................................................................

Modalità di accadimento:
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................

Azioni intraprese:
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................

Il Preposto Il Direttore della U.O.

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8 AL L E G A T O 2

INDICATORI DI VERIFICA DELLA CORRETTA APPLICAZIONE DELLA PROCEDURA

Parte Struttura Indicatore Standard Riscontro


1 DH Oncologico n° camici X operatore/die ≥1
2 Reparto n° giornate somministrazione terapie/n° camici =1
3 Tutti n° kit per emergenza usati/n° emergenze =1
4 Tutti n° kit per emergenza usati/n° notifiche a SPP o M.C. =1
5 UFA n° guanti specifici x operatore/die ≥1

Unità Operativa Denominazione:


Direttore U.O. C/N: Firma:
Responsabile C/N: Firma:

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9 AL L E G A T O 3

SCHEDA DI VERIFICA DELLA PROCEDURA OPERATIVA PER LA


PREPARAZIONE, SOMMINISTRAZIONE E SMALTIMENTO IN SICUREZZA DI
FARMACI ANTIBLASTICI

IL PROTOCOLLO E’ DA CONSIDERARSI:
TOTALMENTE APPLICATO

PARZIALMENTE APPLICATO
Motivazione:

NON APPLICATO
Motivazione:

PUNTI CRITICI RILEVATI NELL’APPLICAZIONE

N.B.: La scheda, compilata dalla Caposala/Preposto in ogni sua parte, deve essere archiviata nella U.O. e
trasmessa al Servizio Prevenzione Protezione almeno 1 volta all’anno (entro il 10 dicembre).

Unità Operativa Denominazione:


Direttore U.O. C/N: Firma:
Responsabile C/N: Firma:

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ultimi, che raggiungerebbero in caso di malattia grave contratta per ragioni professionali l’ordine di grandezza delle
centinaia di migliaia di euro per evento).
In considerazione sia delle recenti novità normative, introduzione del titolo X bis nel D. Lgs. 81/08 che tratta
specificamente della sicurezza dei lavoratori in ambito sanitario focalizzandosi sugli infortuni dovuti ai taglienti e
pungenti, sia degli aspetti economici su menzionati, diventa necessario attuare un piano di gestione e pianificazione
nelle strutture sanitarie, valutando, anche, i benefici derivanti dall’introduzione dei Dispositivi medici taglienti e
pungenti con dispositivo di protezione (di seguito indicati con la sigla “NPDs” Needlestick prevention devices ) rispetto
ai rischi di infortunio tramite periodici monitoraggi. In base a quanto definito dal gruppo PHASE (People for Healthcare
3
Administration, Safety and Efficiency) in una recente pubblicazione , si ritiene necessario, per prevenire le punture
accidentali, adottare ed implementare i seguenti provvedimenti:
a) applicare le Precauzioni Standard rispetto al rischio infettivo;
b) sviluppare, validare ed introdurre pratiche operative più sicure (es. vietare la pratica di reincappucciamento
degli aghi);
c) valutare, adottare ed utilizzare i NPDs messi a disposizione dall’evoluzione tecnologica dopo adeguato
programma di addestramento al loro corretto utilizzo;
d) sensibilizzare, informare e formare gli operatori sanitari sui rischi associati, sull’importanza di attenersi alle
procedure di sicurezza, sull’uso efficace degli strumenti di protezione messi a disposizione (collettivi ed
individuali), sulla necessità di segnalare ogni evento e sui diritti/doveri che riguardano ogni operatore.
Ciascun provvedimento è condizione necessaria, ma non sufficiente, ai fini della prevenzione delle punture accidentali.
Solo la completa attuazione dei quattro provvedimenti è in grado di assicurare una prevenzione efficace ed efficiente.

1. S COP O
Scopo della presente procedura è quello di indicare le modalità di individuazione, di utilizzo, richiesta e distribuzione
dei NPDs al fine di minimizzare gli incidenti a rischio biologico. Scopo della presente procedura è, inoltre, quello di
allinearsi alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

2. CA MP O DI AP PLI C AZI ON E
La procedura si applica a tutte le fasi lavorative in cui si evidenzia per i lavoratori che operano presso l’ASL SALERNO
un esposizione al rischio biologico. Infatti, l’utilizzo dei Dispositivi di Sicurezza è da intendere come misura tecnica e/o
organizzativa volta a ridurre i rischi.

3. TE RM IN I E D AB B RE VI AZI ON I

RSPP: responsabile del servizio di prevenzione e protezione


SPP: servizio di prevenzione e protezione
RLS: rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
DL: datore di lavoro
MC: medico competente
MCC: medico competente coordinatore
DPI: dispositivi di protezione individuale (da indossare)
needlestick prevention devices (dispositivi medici dotati di meccanismi di protezione e di
NPDs:
sicurezza)

3
“Prevenzione dell’esposizione occupazionale al rischio biologico derivante da lesione percutanea accidentale –
puntura, ferita, taglio – nel settore ospedaliero e sanitario” – Position Paper, maggio 2012.

2
DVR: documento di valutazione dei rischi

3.1 DEFINIZIONI
Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività
lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con
o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una
professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. a)
Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la
propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in
quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui
all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di
lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario
non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un
ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole
amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei
quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di
omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il
datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. b)
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività
lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. (D.
Lgs 81/08 art. 1, lett. e)
Responsabile del servizio persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 del D.
di prevenzione e Lgs 81/08 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di
protezione: prevenzione e protezione dai rischi. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. f)
Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui
all’articolo 38 del D.Lgs 81/08 , che collabora, secondo quanto previsto all’articolo 29,
comma 1 del D. Lgs 81/08 , con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è
nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti
di cui al presente decreto. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. h)
Rappresentante dei
persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti
lavoratori per la
della salute e della sicurezza durante il lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. i)
sicurezza:
insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività
Servizio di prevenzione e
di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori. (D. Lgs 81/08 art. 1,
protezione dai rischi:
lett. l)
Dispositivo di Protezione Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo
Individuale (DPI): di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute
durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. (D. Lgs
81/08 art. 74, comma 1)
Dispositivi Medici (DM): qualunque strumento, apparecchio, impianto, software, sostanza o altro prodotto,
utilizzato da solo o in combinazione, compreso il software destinato dal fabbricante ad
essere impiegato specificamente con finalità diagnostiche o terapeutiche e necessario al
corretto funzionamento del dispositivo, destinato dal fabbricante ad essere impiegato

3
sull'uomo a fini di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una
malattia; di diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di una ferita o di
un handicap; di studio, sostituzione o modifica dell'anatomia o di un processo fisiologico;
di intervento sul concepimento, il quale prodotto non eserciti l'azione principale, nel o sul
corpo umano, cui e' destinato, con mezzi farmacologici o immunologici ne' mediante
processo metabolico ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi. (D. Lgs
46/97 art. 1)
Dispositivi medici oggetti o strumenti necessari all’esercizio di attività specifiche nel quadro dell’assistenza
taglienti: sanitaria, che possono tagliare, pungere o infettare. Gli oggetti taglienti o acuminati
sono considerati, ai sensi del D.Lgs. 81/08, attrezzature di lavoro. (D. Lgs. 81/08 286-ter)
Misure di prevenzione misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione di infezioni nel quadro della
specifiche: prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività direttamente connesse
all’assistenza ospedaliera e sanitaria, incluso l’impiego di attrezzature ritenute
tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi
medici taglienti, quali i dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e
di sicurezza, in grado di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della
procedura per la quale il dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione
protettiva permanente nelle fasi di raccolta e smaltimento definitivo. (D. Lgs 81/08 286-
ter)
NPDs: dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione sono da intendersi
come quei dispositivi medici taglienti dotati di un meccanismo di protezione e sicurezza,
in grado di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della procedura per la
quale il dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione protettiva permanente
nelle fasi di raccolta e smaltimento definitivo.
Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del
sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla
acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in
azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi. (D. Lgs 81/08 art.
1, lett. aa)
Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla
riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. bb)
Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di
attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e
le procedure di lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. cc)

4. RE S PON S AB ILI T À
4.1 ELABORAZIONE
L’elaborazione della procedura è a carico del Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale (lett. c), comma 1, art. 33
del D.Lgs. 81/08).

4.2 APPROVAZIONE
L’approvazione della procedura è a carico dei Dirigenti con delega di funzioni operative del Datore di Lavoro (art. 18
del D.Lgs. 81/08 e Del. DG n. 4 del 10/08/2012).

4.3 SOGGETTI INCARICATI DELLA DIFFUSIONE E DELLA APPLICAZIONE

4
Il Responsabile della Macrostruttura, quale Dirigente con delega di funzioni operative del Datore di Lavoro, ha la
responsabilità di trasmettere e garantire l’addestramento del personale e favorire la diffusione delle disposizioni
contenute nella presente procedura.

4.4 SOGGETTI INCARICATI DELLA VIGILANZA SULLA CORRETTA APPLICAZIONE


Il preposto, ha la responsabilità di:
− controllare l’approvvigionamento del materiale;
− verificare la corretta applicazione della procedura.

4.5 SOGGETTI INCARICATI DELL’APPLICAZIONE DELLA PROCEDURA


Tutti gli operatori hanno la responsabilità di :
− attuare i comportamenti suggeriti per la tutela della salute;
− utilizzare correttamente i Dispositivi di Sicurezza.
Il preposto, ha la responsabilità di:
− compilare la Scheda Raccolta Dati;

5. MO DA LI T À O PE R A TI V E
5.1 DETERMINAZIONE DELLE NECESSITÀ
5.1.1 CONOSCENZA DELLA SITUAZIONE IN ATTO
Non essendo disponibili al momento della stesura della presente procedura le informazioni riguardanti l’attuale
utilizzo dei NPDs si rende necessario una prima fase conoscitiva in cui sono raccolte le informazioni, riguardanti:
1. attuazione procedure per l’utilizzo in sicurezza di taglienti e pungenti (Allegato 1 - Scheda Raccolta Dati);
2. dati relativi all’acquisto e distribuzione complessivi, reperibili presso i centri di acquisto centrali (farmacie
ospedaliere, farmacie territoriali, economato centrale, etc.); in particolare si deve verificare l’attuale rapporto tra
dispositivi standard e dispositivi di sicurezza (NPDs); sono oggetto della verifica i dispositivi indicati al punto
5.1.4;
3. dati relativi all’effettivo utilizzo presso le varie unità operative dei dispositivi di sicurezza ed alla relativa
formazione ed addestramento (Allegato 1 - Scheda Raccolta Dati) ;
4. dati relativi agli infortuni sul lavoro in particolare quelli dovuti a taglienti e pungenti.

5.1.2 VALUTAZIONE DEI DATI RACCOLTI


Raccolte le informazioni sopra elencate si devono:
1. individuare sia le esigenze in materia di sicurezza dei lavoratori, sia evidenziare le aree di maggior criticità su cui
intervenire più celermente e in particolare le eventuali aree in cui non siano state implementate in modo
adeguato le procedure per l’utilizzo in sicurezza di taglienti e pungenti, con particolare riguardo alla pratica del
reincappucciare gli aghi, la quale deve essere tassativamente vietata;
2. individuare le aree dove vengono già utilizzati abitualmente i NPDs, in modo da utilizzare le informazioni già
disponibili sull’utilizzo dei NPDs per facilitare l’implementazione in altre aree, focalizzando l’attenzione sugli
aspetti inerenti l’addestramento e la formazione del personale all’utilizzo dei Dispositivi di Sicurezza, ed agli
aspetti tecnici del NPDs;
3. individuare le aree critiche per le ferite da pungenti e taglienti utilizzando i dati statistici disponibili, in modo da
favorire, nell’implementazione, le aree con maggior incidenza di infortuni.

5
5.1.3 INDIVIDUAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA
In considerazione, del fatto, che l’attuale normativa cogente non definisce cosa si debba esattamente intendere per
“NPDs - dispositivo con meccanismo di protezione”, per la scelta dei NPDs si utilizza l’elenco delle caratteristiche
individuato da numerose agenzie internazionali (FDA, OSHA-US, CDC-NIOSH, GERES, NHS, ISO), il Governo della
Comunità Autonoma di Madrid e l’ex-ISPESL hanno fissato alcuni importanti criteri guida per la corretta definizione e
valutazione di un dispositivo per la prevenzione delle punture accidentali.
Di seguito si riporta l’elenco completo delle caratteristiche tecniche da considerare per i NPDs:
− il meccanismo di protezione deve essere preferibilmente attivabile in modo automatico (innesco attivo o
passivo) e, comunque, con una sola mano.
− le mani dell’operatore devono sempre trovarsi dietro la parte acuminata del dispositivo.
− l’attivazione del meccanismo di protezione deve essere la più precoce possibile.
− il dispositivo deve essere affidabile, di facile ed intuitivo uso.
− il meccanismo di protezione deve creare una barriera efficace, permanente ed irreversibile tra la parte
acuminata del dispositivo e l’operatore.
− il meccanismo di protezione non può essere disattivato e deve assicurare la sua funzione protettiva anche
durante e dopo lo smaltimento.
− il dispositivo deve essere dotato di un segnale (udibile e/o visibile, per es. un “clic”) che consenta di verificare
l’avvenuta attivazione del meccanismo di protezione.
− il meccanismo di protezione deve essere una parte integrante del dispositivo e non un accessorio.
− l’utilizzo del dispositivo non deve generare rischi addizionali per la sicurezza (es. rischio di esposizione
mucocutanea).
− il dispositivo non deve in alcun modo compromettere la qualità dell’intervento e la sicurezza per il paziente.

5.1.4 DISPOSITIVI MEDICI DOTATI DI DISPOSITIVI DI SICUREZZA (NPDS)


I NPDs utilizzati e quelli che si andranno ad utilizzare devono rispettare i criteri indicati al punto 5.1.3, inoltre è
preferibile che le aziende che forniscono o forniranno tali dispositivi, assicurino un adeguata formazione e
addestramento per gli utilizzatori. Per indirizzare la selezione del NPDs è predisposta la scheda Allegato 2 - Scheda di
Pre-Valutazione.
Di seguito elenchiamo i principali dispositivi medici che devono essere dotati di dispositivi di sicurezza:
− AGO DI HUBER
− AGO IPODERMICO
− AGO CANNULA A DUE VIE
− AGO SISTEMA VACUTAINER PER PRELIEVO
− SIRINGA PER INSULINA
− SIRINGA EPARINATA
− AGHI EPICRANICI (A FARFALLA)
− LANCETTE PUNGIDITO
− SIRINGA CON AGO CON DISPOSITIVO DI SICUREZZA
In allegato (Appendice 1) una descrizione dettagliata dei dispositivi medici.

5.2 IMPLEMENTAZIONE
5.2.1 FASE 1: PRELIMINARE
In fase preliminare vanno:
− effettuata la compilazione ed elaborazione delle schede Allegato 1 - Schede Raccolta Dati;
− avviata la compilazione delle schede Allegato 2 - Schede di Pre-Valutazione;
− individuate le aree in cui si deve disporre dei NPDs;

6
− individuate le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di indicare i dispositivi più idonei da utilizzarsi a
seconda delle attività svolte in base alle aree di competenza;
− individuate le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di vigilare sull’uso corretto dei NPDs;
− assicurate agli operatori un corretto addestramento e formazione all’utilizzo dei NPDs; (si devono organizzare
corsi, anche in collaborazione con le ditte fornitrici).

5.2.2 FASE 2: UTILIZZO


In fase di utilizzo va monitorato l’utilizzo appropriato dei NPDs.
La funzione individuata per il monitoraggio ha il compito di:
− pretendere l’utilizzo dei NPDs da parte del personale dell’unità operativa, secondo le attività a rischio e
vigilare affinché ciò avvenga;
− vigilare affinché tali dispositivi, generalmente più costosi dei tradizionali, siano utilizzati soltanto per gli usi
previsti;
− fornire istruzioni comprensibili ai lavoratori;
− raccogliere eventuali osservazioni o problematiche emerse in reparto per comunicarle al SPP.
Controlli sull’utilizzo dei NPDs sono effettuati anche in occasione di sopralluoghi di RSPP, MC, RLS, anche in seguito
all’analisi dell’andamento infortunistico.
Il mancato o scorretto utilizzo dei NPDs da parte degli operatori deve essere segnalato dal Dirigente per le iniziative
del caso. Eventuali impedimenti o difficoltà operative vanno segnalati al SPP.

5.3.3 FASE 3: VERIFICA


In fase di verifica si dovranno appurare:
− dati relativi alle modalità degli infortuni modalità (in particolare se avvenuti con utilizzo di dispositivi di
sicurezza o in assenza di essi);
− praticità d’uso, livello di accettazione e gradimento da parte degli operatori (Allegato 3 - Scheda Valutazione
NPDs).
− tolleranza da parte dei pazienti;
− idoneità dell’addestramento.

5. 4 R IC HIE S TA E DI S T RI B UZI ON E DE I N P DS
Le richiesta di fornitura di NPDs verificati, segue i normali canali di fornitura dei dispositivi medici.

7
ISTRUZIONE / PROCEDURA OPERATIVA

U TIL IZ ZO DI SP OS I TI VI M E DI CI T A GLIE N T I E PUN G E N TI C ON DI SP OS I TI VO DI PR O TE ZI ON E “N PD S” .


Un dispositivo medico per la prevenzione della puntura accidentale (comunemente detti anche NPDs - needlestick
prevention device) è un dispositivo che incorpora un meccanismo di protezione grazie al quale è possibile prevenire la
puntura accidentale durante e dopo l’uso, durante e dopo l’eliminazione del dispositivo stesso.
E’ importante sottolineare, che a differenza dei dispositivi di protezione individuale, un NPDs è assimilabile ad una
“misura di protezione collettiva”, in quanto i benefici ottenuti dall’utilizzo di tali dispositivi sono goduti da tutti gli
operatori che potenzialmente potrebbero venire a contatto con il dispositivo utilizzato.
Attualmente sono disponibili in commercio varie tipologie di meccanismi di sicurezza, tale variabilità potrebbe
confondere gli operatori.
Pertanto le seguenti istruzioni vogliono descrivere ai lavoratori gli aspetti essenziali riguardanti l’utilizzo dei NPDs, in
modo da uniformare il comportamento dei lavoratori dell’ASL Salerno.

SC OP O
Scopo del documento è quello di uniformare i comportamenti di tutto il personale al fine di prevenire il rischio di
punture accidentali ed assicurare una corretta procedura di gestione e smaltimento degli aghi impiegati per la
somministrazione di farmaci e per i prelievi ematici o di altri liquidi biologici.

CA MP O DI APP LI CA ZI ON E
La presente istruzione operativa è rivolta a tutto il personale sanitario che impiega aghi ed altri dispositivi medici quali
i NPDs sia nella somministrazione di farmaci sia nei prelievi ematici o di altri liquidi biologici.

DI FF U SIO N E DE LL A P RO C E DU R A: RE SP ON S A BIL IT À COIN V OL TE


SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
Il presente documento è redatto a cura del Servizio Prevenzione e Protezione ASL SALERNO che ne è responsabile
della diffusione alle Direzioni dei Presidi Ospedalieri, dei Distretti, dei Dipartimenti Funzionali, dei Servizi di Farmacia
Ospedaliera e quelli di Farmacia Territoriale.

DIREZIONE PRESIDIO OSPEDALIERO, DIREZIONE DI DISTRETTO, DIREZIONE DI DIPARTIMENTO


È responsabile della diffusione del documento ai direttori/responsabili medici delle UUOO/servizi di competenza.

DIREZIONE UU.OO./SERVIZI DI COMPETENZA


È responsabile della diffusione del documento ai responsabili degli uffici infermieristici di distretto, del dipartimento di
salute mentale, dipartimento di prevenzione, dipartimento cure primarie, 118 e delle aree tecnico professionali di
competenza.

RESPONSABILE DELL’UFFICIO INFERMIERISTICO DI PRESIDIO, DI DISTRETTO, DI DIPARTIMENTO, 118 E


DELL’AREA TECNICO PROFESSIONALE
È responsabile della diffusione del documento ai coordinatori delle UU.OO/ servizi di competenza

8
MO DA LI TÀ O PE R A TI VE

PRECAUZIONI GENERALI
A PPLICARE LE P RECAUZIONI S TANDARD
Le Precauzioni Standard sono un insieme di norme igieniche e comportamentali in grado, di per sè, di ridurre
frequenza e conseguenze delle esposizioni occupazionali al rischio biologico. Di particolare rilievo è l’invito a
considerare tutti i pazienti (e tutti i materiali biologici) come potenzialmente infetti.
Tra le precauzioni standard da adottare, troviamo le seguenti norme comportamentali che tutti gli operatori sanitari
devono, routinariamente, seguire per ridurre le esposizioni percutanee: punture con ago o tagli con presidi
contaminati da sangue o dagli altri liquidi/materiali biologici considerati a rischio:
− il tagliente (aghi, mandrini, bisturi, rasoi monouso, lamette, fiale rotte, ecc) dopo l’uso, deve essere
immediatamente eliminato nell’apposito contenitore in plastica rigida;
− gli aghi non devono essere reincappucciati, piegati o rotti, rimossi dalle siringhe monouso o altrimenti
manipolati;
− i taglienti riutilizzabili (ferri chirurgici, forbici, ecc.) devono essere subito dopo l’uso decontaminati, poi lavati
e infine disinfettati o sterilizzati.

OBBLIGHI
− Non reincappucciare mai gli aghi dopo l’uso.

RACCOMANDAZIONI
− Si ricorda che ogni volta che si manipolano strumenti acuminati e/o taglienti:
− di non piegare o rompere lame, aghi ed ogni sorta di altro dispositivo tagliente;
− di utilizzare guanti appropriati al tipo di rischio e all’attività svolta, in particolare vanno indossati:
− guanti pluriuso spessi e/o guanti antitaglio quando si manipolano ferri chirurgici o da medicazione (esempio:
durante la loro raccolta, disinfezione, pulizia , ecc;
− guanti pluriuso antitaglio durante alcune procedure necroscopiche e veterinarie in cui sono utilizzati coltelli o
altri presidi taglienti.
− di utilizzare lo strumento conformemente alla sua destinazione d’uso attenendosi alle istruzioni fornite dalla
ditta fornitrice;
− di porre la massima attenzione durante ogni operazione che comporti l’uso di tali strumenti, con particolare
riguardo agli interventi svolti in regime d’urgenza;
− nel caso di utilizzo di presidi con paziente in stato di agitazione, di richiedere l’aiuto di un collega;
− di non indirizzare mai la punta di aghi e bisturi verso parti del corpo;
− di cercare di non passare i taglienti di mano in mano; se la manovra è necessaria, lo strumento deve essere
passato con la dovuta cautela;
− di non raccogliere strumenti appuntiti o taglienti se stanno cadendo;
− di non raccogliere gli aghi caduti a terra con le mani: utilizzare apposite pinze;
− utilizzare guanti antitaglio o ditali antitaglio nelle operazioni di manutenzione di aghi di prelievi dei
campionatori automatici;
− non portare in tasca aghi, bisturi ed ogni altra sorta di dispositivo tagliente.

POSIZIONAMENTO DEI CONTENITORI


L’eliminazione dei rifiuti taglienti in sicurezza deve prevedere:
− la presenza dell’apposito contenitore per lo smaltimento dei rifiuti taglienti, in ogni postazione di lavoro in cui
è prevedibile la produzione di tali rifiuti;

9
− che l’apposito contenitore per l’eliminazione, sia posizionato nel raggio d'azione delle braccia dell’operatore
in modo che l’operatore non deve appoggiare, neppure momentaneamente, il tagliente sul letto (o sul
comodino o nel vassoio), e poi riprendere in mano il presidio per eliminarlo;
− che l’operatore veda con chiarezza la finestra d’eliminazione, presente sul coperchio del contenitore;
− che non ci non siano ostacoli tra la postazione di lavoro e il contenitore stesso;
− che il contenitore mantenga la posizione verticale;
− che sia presente il contenitore di adeguato volume, facilmente determinabile, per ciascun posto di
produzione di rifiuti taglienti, in base alla grandezza e/o alla quantità dei taglienti da eliminare in esso;
− che il contenitore per rifiuti taglienti non sia riempito fino al suo margine superiore, ma per 3/4 del proprio
volume.

4
GESTIONE CONTENITORI
Tutti i presidi taglienti e pungenti non più utilizzabili devono essere gestiti con le modalità di seguito riportate,
utilizzando appositi contenitori rigidi a perdere, resistenti alla puntura:
− scegliere il contenitore delle dimensioni più adatte rispetto alla lunghezza dei presidi da smaltire (es. lungo
per aghi da biopsia),
− assemblare correttamente il contenitore rigido, recante la scritta "Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
taglienti e pungenti", ponendo particolare attenzione ad incastrare i vari componenti seguendo le indicazioni
riportate dalla casa di produzione, per avere la garanzia della tenuta ermetica,
− non utilizzare contenitori difettosi (es. è vietato assemblare le parti con nastro adesivo), in tal caso
conservarli per la restituzione alla ditta fornitrice e segnalare la non conformità agli uffici aziendali
competenti;
− il materiale pungente e tagliente deve essere conferito senza comprimerlo, fino al raggiungimento dei ¾ del
volume (in genere segnalato da apposito indicatore sull’esterno del contenitore stesso), senza manipolare o
rincapucciare gli aghi. non disconnettere manualmente gli aghi dalle siringhe; la siringa deve essere eliminata
con l’ago connesso direttamente nel contenitore in plastica rigida. Nel caso sia presente un sistema di
deconnessione dell’ago sull’imboccatura del contenitore, utilizzarlo solo nel caso in cui tale manovra sia
prevista nella procedura interna di gestione dei rifiuti.
− smaltire tutti i rifiuti taglienti e pungenti (anche se non sono venuti a contatto con fluidi biologici) all’interno
dei contenitori rigidi,
− non smaltire rifiuti di altro tipo (es. guanti) che riducono la capienza del contenitore e possono favorire una
disposizione pericolosa dei presidi taglienti e pungenti (es. aghi che fuoriescono dall’imboccatura del
contenitore).
− non deve mai essere travasato il contenuto da un contenitore ad un altro, anche se presente in minima
quantità.
− utilizzare la chiusura temporanea, di cui sono dotati i contenitori, al termine dell’attività lavorativa, allo scopo
di ridurre il rischio di fuoriuscita del materiale in caso di rovesciamento del contenitore,
− al riempimento (max ¾ del volume) del contenitore bloccare la chiusura definitiva e riporlo all’interno dei
contenitori per i rifiuti a rischio infettivo. Prima della chiusura definitiva, l’operatore deve accertarsi che non
vi siano materiali pungenti o taglienti che fuoriescano.

4
http://www.ausl.rn.it/Materiali/lavorare_sicurezza/rifiuti_sanitari_taglienti_e_pungenti.html

10
E SE M PI APP LI C AT IV I D’U TI LIZ ZO DE I DI SP O SI TI VI ME D IC I TA G LIE N TI E P U N GE N TI C ON
DI SPO SI T IV O DI PR O TE ZI ON E “N PD S”
Considerando che le modalità di funzionamento dei NPDs variano a seconda dell’azienda produttrice del modello ed
alla possibile introduzione nel mercato di nuovi modelli un elencazione esaustiva delle varie tipologie risulta poco
praticabile, riportiamo di seguito a scopo esemplificativo le modalità di utilizzo di alcuni di questi NPDs, Il lavoratore
deve attenersi, in ogni caso, a quanto indicato dal produttore del NPDs, per il suo corretto utilizzo.

PRELIEVO DI SANGUE DA ACCESSO VENOSO PERIFERICO


Ricordiamo che indipendentemente dal modello di dispositivo medico utilizzato il lavoratore deve assicurare la
corretta esecuzione del prelievo venoso, a tale scopo, riportiamo di seguito, in modo sintetico, gli accorgimenti
proposti nel documento redatto dal gruppo di studio Intersocietario Società Italiana di Biochimica Clinica (SIBioC) -
Società Italiana di Medicina di Laboratorio (SIMeL) “Variabilità extra-analitica”: Proposta di una “checklist” per il
5
prelievo di sangue venoso”
1) Utilizzare dispositivi di protezione individuale
2) Il paziente è seduto o disteso da almeno 5 min
3) Controllare l’identità del paziente
4) Verificare corrispondenza di dati anagrafici sulle etichette
5) Etichettare le provette prima del prelievo
6) Preparare il materiale per il prelievo
7) Assemblare il dispositivo
8) Applicare laccio emostatico per meno di 2 min
9) Evitare accanimento se il prelievo è difficoltoso
10) Seguire ordine specifico di provette
11) Riempire bene le provette
12) Miscelare gentilmente le provette
13) Eliminare in modo sicuro il materiale
Di seguito sono mostrati le metodiche di utilizzo di alcuni NPDs, cosi come sono proposte dalle aziende produttrici.

5 biochimica clinica, 2013, vol. 37, n. 4

11
®
NPDS “SURSHIELD” DELLA AZIENDA TERUMO

NPDS “QUICKSHIELD” DELLA AZIENDA GREINER BIO-ONE

12
®
NPDS “BD VACUTAINER PUSH BUTTON” DELLA AZIENDA BD BIAGNOSTIC

13
MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA INSULINICA
Gli strumenti in uso per somministrare l’insulina sono:
− siringa è flacone di insulina (quando possibile, le fiale mono-dose dovrebbe essere preferite a quelle multi-
dose per evitare possibili contaminazioni, in particolare per la somministrazione attraverso cateteri
intravascolari.
− Penna pre-riempita (deve essere usata da un solo paziente).

Prima di iniziare le operazioni di manipolazione di aghi per siringa e/o per penna da insulina con dispositivo di
sicurezza, l’operatore deve:
− lavarsi le mani;
− indossare i guanti forniti conformemente al D. Lgs 475/92 (DPI) e di taglia idonea appropriati al tipo di rischio
e all’attività;
− posizionare l’apposito contenitore rigido per lo smaltimento dei rifiuti pungenti nella postazione di lavoro.

Procedura di sicurezza nella manipolazione di aghi per siringa da insulina


− applicare sul flacone multi-dose un’etichetta riportante la data della prima apertura e la data entro la quale il
prodotto può essere utilizzato (max 28gg dalla data di apertura);
− disinfettare il tappo preforabile prima e dopo ogni utilizzo;
− riporre il flacone nella confezione originale;
− dopo il primo utilizzo conservare il flacone alla temperatura riportata sul foglio illustrativo;
− nell’ipotesi di un rischio di contaminazione, sostituire il prodotto prima del termine temporale di utilizzo
stabilito;
− non re-incappucciare l’ago usato.

Procedura di sicurezza nella manipolazione di aghi per penna da insulina con dispositivo di sicurezza
− All’atto del primo utilizzo applicabile sulla penna un’etichetta riportante il numero del lotto di produzione e
data di scadenza, nome, cognome del paziente al quale l’insulina è destinata. La data della prima apertura e
la data entro la quale il prodotto può essere utilizzato (max 28gg dalla data di apertura);
− l’ago di sicurezza deve essere inserito solo prima di ogni somministrazione e non può essere riutilizzato;
− il sistema automatico di sicurezza inizialmente ricopre la punta dell’ago, nella fase di iniezione e di
somministrazione di insulina si ritrae e al termine dell’iniezione si blocca ricoprendo la punta dell’ago,
eliminando il rischio di puntura accidentale. Il cappuccio esterno, quindi, assolve alla duplice funzione:
− di supporto per il montaggio/smontaggio dell’ago;
− di verifica della corretta funzionalità del dispositivo.

Al termine di tutte le operazioni, sia nel primo, che nel secondo caso:
− smaltire immediatamente l’ago e/o il dispositivo, nell’apposito contenitore rigido resistente alla foratura;
− verificare che il contenitore rigido non venga riempito fino all'orlo, ma al max per i ¾;
− chiudere e smaltire i contenitori opportunamente chiusi.

14
MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA DI ERITROPOIETINE
Gli strumenti per somministrare l’eritropoietina, presenti sul mercato, sono:
− siringa pre-riempita senza meccanismo di sicurezza (monouso);
− siringa pre –riempita con meccanismo di sicurezza (monouso).

Prima di iniziare le operazioni di manipolazione dei dispositivi per la somministrazione di eritropoietina con
dispositivo di sicurezza, il lavoratore deve:
− lavarsi le mani;
− indossare i guanti forniti conformemente al D. Lgs 475/92 (DPI) e di taglia idonea appropriati al tipo di rischio
e all’attività;
− posizionare l’apposito contenitore rigido per lo smaltimento dei rifiuti pungenti nella postazione di lavoro.

Procedura per la manipolazione di siringa pre-riempita con dispositivo di sicurezza


La somministrazione del farmaco può essere eseguita endovena o sottocute, in tal caso, può essere effettuata su:
parte alta della coscia;
addome;
parte posteriore delle braccia.

Per evitare di piegare l’ago il cappuccio dell’ago va tirato


delicatamente in senso orizzontale.
Lo spingere lo stantuffo in questa fase ne toccare l’ago.

Una volta individuata l’area dell’iniezione


Spingere lo stantuffo con una pressione lenta e costante

15
Spingere lo stantuffo finché tutto il liquido non è stato iniettato
La protezione trasparente dell’ago non si attiverà finché la
siringa pre-riempita non è vuota

con lo stantuffo ancora premuto rimuovere l’ago dalla pelle

Rilasciare lo stantuffo e lasciare che la protezione trasparente ricopra


l’ago stesso

Se la protezione dell’ago non si attiva, potrebbe esserci stata


un’iniezione incompleta

16
APPENDICE 1

Classificazione Nazionale Dispositivi Medici (CND) - Approvata con D.M. 07 ottobre 2011.

Le caratteristiche dei NPDs elencati sono state tratte da: Commissione Regionale Dispositivi Medici, Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali, Linee di indirizzo e criteri d’uso dei
dispositivi medici con meccanismo di sicurezza per la prevenzione di ferite da taglio o da punta - Luglio 2014
DI SPO SI T IV I D A SO MM IN IS TR AZ ION E , P RE LIE V O E RA C CO L TA
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
A02010205 Siringhe da infusione e irrigazione monouso con SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGA DA TUBERCOLINA/ INSULINA È un dispositivo
sistema di sicurezza MONOUSO CON SISTEMA DI SICUREZZA medico utilizzato per la somministrazione di
• Siringa da infusione monouso per insulina con ago Sono dispositivi sterili, utilizzati per la medicinali. Costituita da un cilindro, in materiale
di sicurezza somministrazione di sostanze plastico specifico per uso medicale, al cui interno
• Siringa da infusione per insulina con ago di medicamentose. Sono costruite in genere in scorre un pistone. Monouso, sterile, priva di lattice,
sicurezza monouso materiale plastico. Possiedono un priva di tossicità e apirogena.Questa siringa è dotata di
• Siringa monouso per test allergologici con ago di meccanismo di protezione dell'ago, il quale un ago retto termosaldato, in acciao inox a triplice
sicurezza riduce al minimo la possibilità che affilatura, senza spazio morto, e dotate di un apposito
• Siringa monouso per tubercolina con ago di l'utilizzatore si punga accidentalmente sistema di sicurezza che si deve attivare al termine
sicurezza durante una procedura con tale dispositivo. della somministrazione. L'ago, dotato di copriago, può
• Siringa per test allergologici con ago di sicurezza L'ago è in acciaio, retto e di lunghezza e avere lunghezza e diametro variabili.
monouso diametro variabili. I dispositivi descritti sono
• Siringa per tubercolina con ago di sicurezza monouso.
monouso

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A020102 SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGA DA INFUSIONE MONOUSO CON AGO È un
MONOUSO MONOUSO dispositivo medico utilizzato per la somministrazione
Varie Varie di sostanze. È costituito da un cilindro, in materiale
plastico specifico per uso medicale, al cui interno
scorre un pistone. Monouso, sterile, priva di lattice,
priva di tossicità e apirogena.È dotata di un ago retto,
in acciao inox a triplice affilatura; è provvista di un
apposito sistema di sicurezza che si deve attivare con
una sola mano al termine dell’infusione. L'ago è
dotato di copriago e può avere lunghezza e diametro
variabili. Il cono deve possedere un attacco luer/luer
lock centrale o eccentrico.
A020105 SIRINGHE PER EMOGASANALISI CON AGO SIRINGHE PER EMOGASANALISI CON AGO SIRINGA PER EMOGAS ANALISI CON AGO E' un
Sono dispositivi sterili, utilizzati per il dispositivo medico utilizzato per il prelievo di sangue
prelievo di sangue arterioso o venoso arterioso finalizzato al dosaggio dei diversi gas
Nota finalizzato al dosaggio dei diversi gas presenti all’interno del campione ematico stesso. Ha
I fabbricanti del commercio hanno allocato i prodotti all'interno del campione. Sono in genere forma cilindrica, monouso, sterile, priva di lattice,
in CND A010199 Aghi e Kit per infusione e prelievo costruite in materiale plastico e contengono costituita da materiale plastico specifico per uso
AltriA020199 Siringhe monouso - Altre un anticoagulante. Presentano forma medicale, priva di tossicità e apirogena. Questa siringa
cilindrica e possiedono uno stantuffo per contiene un anticoagulante in grado di assicurare una
l'aspirazione del campione ematico. La immediata solubilità del campione prelevato ed è
raccolta de campione può avvenire dotata di un sistema che consente l’eliminazione
attraverso un ago collegato direttamente dell’aria residua. L’ago (provvisto di un apposito
alla siringa. La struttura del dispositivo sistema di sicurezza che si deve attivare con una sola
impedisce la contaminazione del campione mano al termine del prelievo) è dotato di copriago. Il
da parte dell'aria. I dispositivi descritti sono cono è provvisto di un attacco luer lock. La siringa è
monouso. dotata di uno stantuffo per l’aspirazione del campione
e di un tappo luer lock che consente la chiusura del
dispositivo al termine della prestazione.

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AG HI E KI T PE R IN F US IO N E E P RE LIE VO
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
A01010101 AGHI IPODERMICI PER SIRINGA AGHI IPODERMICI PER SIRINGA AGO IPODERMICI PER SIRINGA È un dispositivo
Ago ipodermico per siringa sterile monouso Sono dispositivi sterili, utilizzati per iniezione di medico utilizzati per iniezione di sostanze
sostanze medicamentose a livello ipodermico o per medicamentose o per aspirazione di fluidi a livello
drenaggio di fluidi dal medesimo distretto corporeo. ipodermico.Monouso, sterile, privo di lattice, e
Gli aghi ipodermici sono costituiti da una cannula costituito da materiale plastico specifico per uso
apirogena in acciaio inox affilata, la quale permette medicale, privo di tossicità e apirogeno. L’ago è in
la penetrazione indolore nel derma e negli strati acciao inox a triplice affilatura, lubrificato, ben
sottostanti. Alla cannula è in genere saldato un saldato al bariletto e dotato di idoneo sistema di
bariletto che ne permette l'adattabilità al cono Luer sicurezza (che si deve attivare con una sola mano, al
o Luer Lock delle siringhe. Sono aghi sottili e termine della prestazione).Il cono, dotato di
appuntiti, la cui cannula è in genere ricoperta da un raccordo universale per siringhe (sia dotate di coni
copriago in materiale plastico per prevenire punture luer che luer lock) è trasparente per permettere la
accidentali. I dispositivi descritti sono monouso. visibilità del sangue e/o del medicamento, ed è
caratterizzato da codice colore, secondo gli standard
internazionali, per poterne riconoscere subito il
calibro.
A01010102 AGHI IPODERMICI PER PENNA AGHI IPODERMICI PER PENNA AGHI IPODERMICI PER PENNA E’ un dispositivo
Sono dispositivi sterili, utilizzati per iniezione di medico utilizzato per iniezione di sostanze
sostanze medicamentose a livello ipodermico o medicamentose, a livello ipodermico o
sottocutaneo attraverso una penna. Gli aghi sottocutaneo, attraverso una penna. Monouso,
ipodermici sono costituiti da una cannula apirogena sterile, privo di lattice e costituito da materiale
in acciaio inox affilata, la quale permette la plastico specifico per uso medicale, privo di tossicità
penetrazione indolore nel derma e negli strati e apirogeno. L’ago, in acciao inox, è sottile,
sottostanti. Alla cannula è in genere saldato un appuntito e permette la penetrazione indolore nel
bariletto che ne permette l'adattabilità alla penna. derma e negli strati sottostanti. L’ago è ben saldato
Sono aghi sottili e appuntiti. I dispositivi descritti ad un bariletto il quale ne permette l’adattabilità alla
sono monouso. penna. Questo dispositivo è provvisto di un apposito

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sistema di sicurezza (che si deve attivare al termine
della prestazione).
A010105 AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO AGO SISTEMA VACUTAINER PER PRELIEVO
Ago a farfalla di sicurezza per prelievo Sono dispositivi sterili, utilizzati per la perforazione
venoso monouso delle provette durante il prelievo ematico sotto
Ago a farfalla monouso di sicurezza per vuoto. Sono aghi in acciaio inox. Risultano protetti
prelievo venoso da una camicia esterna in materiale plastico che
Ago monouso per prelievo ematico riduce la possibilità di punture accidentali. I
sottovuoto dispositivi descritti sono monouso.
Ago per prelievo ematico sottovuoto
monouso
A010103 AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI AGO DI HUBER È un dispositivo medico, monouso e
Ago di Huber monouso per infusione Sono dispositivi sterili, no-coring (antifrustolo) che sterile, impiegato per la somministrazione di
sottocutanea perforano attraverso una puntura cutanea la sostanze (quali chemioterapici, miscele nutrizionali e
Ago di Huber per infusione sottocutanea membrana di un porta-cath. Vengono utilizzati per la sangue) e per il prelievo ematico in pazienti che
monouso somministrazione di sostanze (chemioterapici, presentano un accesso venoso a livello
Ago di Huber per port impiantabile miscele nutrizionali, sangue) e per il prelievo ematico sottocutaneo.È in acciaio inox, dotato di un apposito
monouso in pazienti ai quali è stato impiantato a livello sistema di sicurezza per la prevenzione delle punture
Ago monouso per port sottocutaneo sottocutaneo un accesso venoso o arterioso. Sono accidentali e presenta punta non carotante per
Ago monouso per port-a-cath aghi in acciaio inox, commercializzati da soli o in kit, l’accesso ai setto dei sistemi impiantati nei pazienti;
Ago monouso per sistema impiantabile con gli accessori necessari all'utilizzo. Appartengono è dotato di un sistema di fissaggio costituito da
sottocutaneo alla categoria gli aghi di Huber (diritti o angolati a alette o da una base di appoggio. Sono disponibili
Ago per port sottocutaneo monouso 90°) e gli aghi Gripper (con tubo di raccordo); diverse lunghezze e diametri e l’ago si distingue in
Ago per port-a-cath monouso entrambi sono adattabili al cono Luer o Luer Lock di retto e angolato a 90 gradi. All'ago può essere
Ago per sistema impiantabile sottocutaneo una siringa. I dispositivi descritti sono monouso. collegato con attacco luer lock un tubo di raccordo
monouso privo di memoria, in materiale plastico per uso
Kit per iniezione in port sottocutaneo medicale privo di lattice e di ftalati.
A010102 AGHI A FARFALLA AGHI A FARFALLA AGO A FARFALLA Dispositivo medico utilizzato per il
Ago a farfalla con attacco luer-lock Sono dispositivi sterili, utilizzati in genere per il prelievo di sangue (da un vaso periferico o per
monouso prelievo di sangue da un vaso periferico o per venipuntura epidermica in neonatologia) e per

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Ago a farfalla monouso con attacco luer- venipuntura epidermica (in neonatologia). Gli aghi a infusioni intravenose a breve termine. Monouso,
lock farfalla sono in acciaio inox e vengono per lo più sterile, privo di lattice, e costituito da materiale
Ago a farfalla per prelievo venoso monouso venduti in set che comprendono anche un tubicino plastico specifico per uso medicale, privo di tossicità
Ago butterfly monouso per il collegamento al portaprovette. Sono aghi e apirogeno. Si possono individuare tre parti
Ago epicranico monouso sottili e appuntiti, montati su un sistema di alette in fondamentali: l’ago, le alette laterali e il tubicino di
materiale plastico che permette una facile raccordo. L’ago è in acciao inox a triplice affilatura,
manegevolezza durante il posizionamento nel vaso lubrificato, ben saldato alle due alette poste ai lati
del paziente, al fine di ridurre i rischi di dello stesso e dotato di idoneo sistema di sicurezza
contaminazione per il personale sanitario. I (che si deve attivare, con una sola mano, al termine
dispositivi descritti sono monouso. della prestazione). Le alette, antiscivolo ed
ergonomiche, si devono impugnare facilmente ed
essere caratterizzate, in base alla misura, da codice-
colore secondo i modelli convenzionali
internazionali. Il tubicino di raccordo deve essere
privo di memoria, trasparente, flessibile, dotato di
attacco luer lock e provvisto di un tappo di chiusura
a perfetta tenuta.

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AG HI C AN N UL A D I S I CU R E ZZA
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
C0101010201 AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON VALVOLA DI AGO CANNULA A DOPPIA VIA CON VALVOLA DI
VALVOLA DI INIEZIONE INIEZIONE INIEZIONE È un dispositivo sterile, utilizzato come
Ago cannula di sicurezza con valvola di Sono dispositivi sterili, utilizzati come accesso accesso venoso periferico al fine di introdurre
iniezione in poliuretano venoso periferico per iniezione di sostanze sostanze medicamentose nell'albero vascolare
medicamentose nell'albero vascolare del paziente. del paziente oppure per prelevare campioni
Sono per lo più costruiti in materiale plastico o in ematici. L’ago, disponibile con diametri e
poliuretano, con ago in acciaio inox per uso lunghezze diverse, è in acciao inox a triplice
medicale. Possiedono un sistema automatico di affilatura, lubrificato e viene sfilato dopo
copertura dell'ago al momento della rimozione, per l’introduzione della cannula. La cannula,
ridurre al minimo la possibilità di punture accidentali costituita da materiale plastico o poliuretano,
da parte degli operatori. Sono caratterizzati dalla apirogeno, specifico per uso medicale, è priva di
presenza di una valvola che impedisce il reflusso del lattice e di tossicità.Il cono di connessione è
farmaco al momento dell'infusione. Alcuni modelli trasparente, per consentire la verifica immediata
possiedono delle alette per facilitarne l'utilizzo e la del corretto posizionamento dell’ago; è dotato o
fissazione e un attacco per siringa senza ago. Sono meno di alette laterali di posizionamento o
disponibili in diverse lunghezze e con aghi di fissaggio (contraddistinte da specifico colore
varidiametri. I dispositivi descritti sono monouso. secondo i modelli convenzionali internazionali) e
dotato di attacco luer lock.Questo ago cannula è
caratterizzato dalla presenza di una valvola
antireflusso, che impedisce il reflusso del
farmaco al momento dell’infusione
estemporanea, ed è dotata di un cappuccio di
chiusura. Questo ago cannula è provvisto di un
apposito sistema di sicurezza che si attiva al
termine della prestazione.
C0101010202 AGHI CANNULA DI SICUREZZA SENZA AGHI CANNULA DI SICUREZZA SENZA VALVOLA DI AGO CANNULA MONOVIA Dispositivo medico
VALVOLA DI INIEZIONE INIEZIONE utilizzato per accesso vascolare periferico al fine

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Sono dispositivi sterili, utilizzati come accesso di introdurre sostanze medicamentose
venoso periferico per iniezione di sostanze nell’albero vascolare del paziente oppure per
medicamentose nell'albero vascolare del paziente. prelevare campioni ematici.Monouso, sterile.
Sono per lo più costruiti in materiale plastico o in L'ago, disponibile con diametri e lunghezze
poliuretano, con ago in acciaio inox per uso diverse, è in acciao inox a triplice affilatura,
medicale. Possiedono un sistema automatico di lubrificati e si estrae dopo l’introduzione della
copertura dell'ago al momento della rimozione, per cannula.La cannula, costituita da materiale
ridurre al minimo la possibilità di punture accidentali plastico o poliuretano, apirogeno, specifico per
da parte degli operatori. Non presentano alcuna uso medicale, è priva di lattice e di tossicità.Il
valvola che impedisce il reflusso del farmaco al cono di connessione è trasparente, per
momento dell'infusione. Alcuni modelli possiedono consentire la verifica immediata del corretto
delle alette per facilitarne l'utilizzo e la fissazione e posizionamento dell’ago; è dotato o meno di
un attacco per siringa senza ago. Sono disponibili in alette laterali di posizionamento o fissaggio
diverse lunghezze e con aghi di vari diametri. I (contraddistinte da specifico colore secondo i
dispositivi descritti sono monouso. modelli convenzionali internazionali) e di attacco
luer lock. È provvisto di un apposito sistema di
sicurezza che si deve attivare al termine della
prestazione.

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DI SPO SI T IV I VE N O SI PE R IFE RI CI IN TE GR A TI
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
C010103 DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI AGHI CANNULA DOPPIA VIA CON SISTEMA
Sono dispositivi sterili, rappresentati da cateteri, CHIUSO E’ un dispositivo medico utilizzato per
Nota cannule, aghi ed altre strutture per l'accesso venoso accesso vascolare periferico al fine di introdurre
I fabbricanti hanno allocato i prodotti anche integrati in un unico prodotto. I dispositivi descritti sostanze medicamentose nell’albero vascolare
in CND C010199 - Cateteri venosi periferici - sono monouso. del paziente oppure per prelevare campioni
altri. ematici. Monouso, sterile. L’ago, disponibile con
diametri e lunghezze diverse, è in acciao inox a
triplice affilatura, lubrificato e deve essere sfilato
dopo l’introduzione della cannula. La cannula,
costituita da materiale plastico o poliuretano,
apirogeno, specifico per uso medicale, deve
essere priva di lattice e di tossicità. Il cono di
connessione deve essere trasparente, per
consentire la verifica immediata del corretto
posizionamento dell’ago; e fornito di alette
laterali di posizionamento o fissaggio
(contraddistinte da specifico colore secondo i
modelli convenzionali internazionali) e dotato di
attacco luer lock. Questo dispositivo è
caratterizzato dalla presenza di una seconda via
di accesso aggiuntiva (prolunga integrata), che
deve essere a perfetta tenuta e di conseguenza
creare un sistema a circuito chiuso. Questo ago
cannula deve essere provvisto di un apposito
sistema di sicurezza che si deve attivare al
termine della prestazione.

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LAN CE T TE P UN G IDI T O M ON O U SO
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
V0104 LANCETTE PUNGIDITO MONOUSO LANCETTE PUNGIDITO MONOUSO LANCETTA PUNGIDITO MONOUSO E' un
Sono dispositivi sterili, utilizzati per la puntura della dispositivo medico utilizzato per la puntura della
cute al fine di ottenere un campione ematico cute al fine di ottenere un campione ematico
capillare da sottoporre ad analisi laboratoristica. capillare da sottoporre ad analisi laboratoristica.
Sono costruite in acciaio inox per uso medicale e Monouso, sterile. La lancetta è in acciao inox e in
montate in genere su un supporto in materiale genere montata su un supporto in materiale
plastico (per l'impugnatura manuale o il montaggio plastico specifico per uso medicale privo di
su una penna per la puntura automatica). Sono tossicità, apirogeno e privo di lattice. Sono
disponibili con diametro e lunghezza diversi. I disponibili diametri e lunghezze diverse. Questo
dispositivi descritti sono monouso. dispositivo è provvisto di un apposito sistema di
sicurezza (che si deve attivare al termine della
prestazione).

LANCETTA PUNGITALLONE MONOUSO È un


dispositivo medico utilizzato per il prelievo di
sangue dal tallone di neonati e prematuri, al fine
di ottenere un campione ematico capillare da
sottoporre ad analisi laboratoristica. Monouso e
sterile. La lancetta è in acciao inox e in genere
montata su un supporto in materiale plastico
specifico per uso medicale, privo di tossicità,
apirogeno e privo di lattice. Sono disponibili
diametri e lunghezze diversi. Questo dispositivo è
provvisto di un apposito sistema di sicurezza (che
si deve attivare al termine della prestazione).

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ALLEGATO 1 - Scheda Raccolta Dati
U.O.
RESPONSABILE
RESPONSABILE COMPILAZIONE
CONTATTO

È presente una procedura scritta per la gestione in sicurezza per l’utilizzo e smaltimento degli oggetti
1
taglienti e pungenti?

A SI esiste una procedura scritta ed essa è applicata.

B SI esiste una procedura scritta ma essa non è applicata o è applicata solo parzialmente.

non esiste una procedura scritta ma i lavoratori applicano di routine comportamenti volti a ridurre
C NO 1
i tagli e le punture .
non esiste una procedura scritta e i lavoratori non applicano di routine comportamenti volti a
D NO
ridurre i tagli e le punture.

2 Sono utilizzati i contenitori rigidi (ago-box)?


è viene posta la massima attenzione a non eliminare in modo inappropriato i pungenti e taglienti
A SI
(non vengo mai gettati nei contenitori di cartone o altra tipologia non idonea)
ma occasionalmente i taglienti e pungenti, anche se non sono venuti in contatto con liquidi
B SI biologici vengono smaltiti in modo inappropriato (vengono gettati nei contenitori di cartone o
altra tipologia non idonea)

C NO sono utilizzati solo occasionalmente o non sono mai utilizzati.

Sono utilizzati dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione (NPDs - needlestick
3
prevention devices)?

A SI sono utilizzati, almeno il 66% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i NPDs

B SI sono utilizzati, almeno il 33% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i NPDs

Non sono utilizzati, meno del 33% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i
C NO
NPDs

D NO Non sono usati i NPDs

È stata vietata la pratica del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di
4
protezione e sicurezza per le punture?

A SI

B NO

È rispettato il divieto del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di


5
protezione e sicurezza per le punture?

1
Vanno rispettati almeno i seguenti principi, eliminazione di tutti i taglienti e pungenti nei contenitori rigidi, non
reicappucciare gli aghi, non maneggiare lame ed altri taglienti senza gli appropriati DPI.
1
A SI tutti i lavoratori rispettano il divieto.

tutti i lavoratori ne sono a conoscenza e rispettano il divieto, ma occasionalmente, per procedure


B SI
estemporanee non viene applicato.
Non è possibile applicarlo per problematiche tecniche e/o procedurali, ma tutti i lavoratori ne
C NO
sono a conoscenza.

D NO Non tutti i lavoratori rispettano il divieto sebbene ne siano a conoscenza.

E NO Non tutti i lavoratori ne sono a conoscenza.

6 È stata svolta attività specifica negli ultimi 5 anni di formazione ai lavoratori sui rischi biologici

A SI È stata svolta attività specifica di formazione sui rischi biologici

B NO Non è stata svolta attività specifica di formazione sui rischi biologici ma solo generica

C NO Non è stata svolta alcun tipo di attività di formazione sui rischi biologici

7 La formazione ha riguardato nello specifico quali ARGOMENTI (RISPONDERE SI, NO)

A Utilizzo corretto dei DPI (FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO)

B Utilizzo corretto dei NPDs (FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO)

C Procedure per l’utilizzo e lo smaltimento in sicurezza dei taglienti e pungenti

E procedure da attuare per la notifica, la risposta ed il monitoraggio postesposizione;

profilassi da attuare in caso di ferite o punture, sulla base della valutazione della capacità
F
di infettare della fonte di rischio.
Procedure da seguire nel caso di presenza di pazienti affetti da patologie trasmissibili per via
G
parenterale

H ALTRO:

I ALTRO:

Se al primo quesito si è risposto SI proseguire con il quesito 8 altrimenti andare al quesito 10


Da quando è operativa la procedura scritta per la gestione in sicurezza per l’utilizzo e smaltimento degli
8
oggetti taglienti e pungenti? (indicare l’anno della prima stesura è l’anno dell’ultima revisione)

A Indicare data:
stesura
Ultima
B Indicare data:
revisione

C Date non indicate/non disponibili indicare data presunta:____________

2
Nella procedura scritta per la gestione in sicurezza per l’utilizzo e smaltimento degli oggetti taglienti e
9
pungenti quali dei seguenti argomenti sono considerati:

A Utilizzo dei taglienti e pungenti

B Modalità di smaltimento dei taglienti e pungenti

C Modalità di utilizzo dei DPI

D Modalità per il lavaggio e sterilizzazione dei taglienti non monouso

E Formazione

F ALTRO specificare:

Se al secondo quesito si è risposto SI proseguire con il quesito 10 altrimenti andare al quesito 11


10 I contenitori rigidi sono utilizzati in modo corretto?
Il contenitore per lo smaltimento dei rifiuti taglienti è in ogni postazione di lavoro in cui è
prevedibile la produzione di tali rifiuti?

Il contenitore è posizionato in modo ergonomico per l’operatore?

Sono utilizzati contenitori di dimensioni adeguate per la quantità di rifiuti prodotta?

il contenitore per rifiuti taglienti non è riempito fino al suo margine superiore, ma per 3/4 del
proprio volume?
i contenitori sono delle dimensioni più adatte rispetto alla lunghezza dei presidi da smaltire (es.
lungo per aghi da biopsia)?

Vengono smaltiti anche rifiuti di altro tipo nei contenitori rigidi?

Se alla terza domanda si è risposto A, B O C rispondere ai seguenti quesiti altrimenti andare al quesito n. 15
11 Quale tipologia di NPDs si utilizza?
Siringhe da infusione e irrigazione monouso con sistema di sicurezza
• Siringa da infusione monouso per insulina con ago di sicurezza
• Siringa da infusione per insulina con ago di sicurezza monouso
A • Siringa monouso per test allergologici con ago di sicurezza
• Siringa monouso per tubercolina con ago di sicurezza
• Siringa per test allergologici con ago di sicurezza monouso
• Siringa per tubercolina con ago di sicurezza monouso
SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE MONOUSO
B

SIRINGHE PER EMOGASANALISI CON AGO


C

AGHI IPODERMICI PER SIRINGA


D

E AGHI IPODERMICI PER PENNA

3
AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO (SISTEMA TIPO VACUTAINER)
Ago a farfalla di sicurezza per prelievo venoso monouso
F Ago a farfalla monouso di sicurezza per prelievo venoso
Ago monouso per prelievo ematico sottovuoto
Ago per prelievo ematico sottovuoto monouso
AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI
Ago di Huber monouso per infusione sottocutanea
Ago di Huber per infusione sottocutanea monouso
Ago di Huber per port impiantabile monouso
Ago monouso per port sottocutaneo
G Ago monouso per port-a-cath
Ago monouso per sistema impiantabile sottocutaneo
Ago per port sottocutaneo monouso
Ago per port-a-cath monouso
Ago per sistema impiantabile sottocutaneo monouso
Kit per iniezione in port sottocutaneo
AGHI A FARFALLA
Ago a farfalla con attacco luer-lock monouso
Ago a farfalla monouso con attacco luer-lock
H
Ago a farfalla per prelievo venoso monouso
Ago butterfly monouso
Ago epicranico monouso
AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON VALVOLA DI INIEZIONE
I Ago cannula di sicurezza con valvola di iniezione in poliuretano (AGO CANNULA A DOPPIA VIA
CON VALVOLA DI INIEZIONE)

L AGHI CANNULA DI SICUREZZA SENZA VALVOLA DI INIEZIONE (AGO CANNULA MONOVIA)

M DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI (AGHI CANNULA DOPPIA VIA CON SISTEMA CHIUSO)

N LANCETTE PUNGIDITO/PUNGITALLONE MONOUSO

O ALTRO specificare:

P ALTRO specificare:

12 È stato svolto un addestramento specifico all’utilizzo dei NPDs in uso?

A SI

B NO

C In parte Specificare:

13 È stata effettuata una valutazione dei NPDs in uso, prima della loro introduzione?

A SI

B NO

C In parte Specificare:

Commento la valutazione è risultata utile SI

4
NO

14 Oltre ai NPDs utilizzati normalmente sarebbe utile l’introduzione nel suo settore specifico di altri dispositivi

A SI Quali consiglierebbe

B NO

15 Vi è una motivazione specifica per la mancata introduzione dei o di un NDPs

A SI Specificare:

B NO Specificare:

5
ALLEGATO 2: SCHEDA DI PRE – VALUTAZIONE

Tipo di dispositivo: produttore:

CONSIDERAZIONI CLINICHE Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Implicazioni Il dispositivo che si utilizzerà comporterà delle modifiche nelle
procedurali tecniche utilizzate (comparato con il dispositivo convenzionale)
per il
personale
Il dispositivo permette il cambio dell’ago
sanitario

Il dispositivo permette il riutilizzo dell’ago sullo stesso paziente

Il dispositivo permette una facile visione dell’ entrata in vena.

Il dispositivo permette una facile visione dell’area di intervento

Altro:

Commenti:
ALTRE CONSIDERAZIONI Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
ASPETTI Il dispositivo è esente dal lattice (latex free)
INERENTI I
PAZIENTI
Il dispositivo potenzialmente può causare infezioni

Il dispositivo può potenzialmente causare maggior dolore al paziente


o aumentare il fastidio

Altro:

Commenti:

ASPETTI Il dispositivo può essere utilizzato sia su di una popolazione di


INERENTI pazienti adulti sia pediatrici
L’UTILIZZO
DEL
Il dispositivo può essere utilizzato in reparti/aree specialistiche
DISPOSITIVO
particolari (radiologia anestesiologia)
il dispositivo è utilizzabile in tutti i campi in cui il “dispositivo
standard” è comunemente utilizzato

Altro:

Commenti:
Aspetti connessi alla sicurezza del dispositivo Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Caratteristiche Il sistema di sicurezza non richiede l’attivazione da parte
del dell’utilizzatore
meccanismo di
attivazione La mano dell’operatore può rimanere dietro l’ago durante
l’attivazione del sistema di sicurezza
L’attivazione del sistema di sicurezza può essere eseguita con una
sola mano
L’attivazione del sistema è la più precoce possibile
Altro:
Commenti:

caratteristiche Il sistema di sicurezza isola in modo permanete la parte affilata


del dispositivo
Il sistema di sicurezza è integrato nel dispositivo (non deve essere
aggiunto dopo l’utilizzo del dispositivo)
Vi è un segnale di attivazione visivo o acustico il quale evidenza che
il sistema di sicurezza è stato attivato

Il sistema di sicurezza deve essere di uso facile ed intuitivo ed


affidabile

Il sistema di sicurezza non deve compromettere in alcun modo la


sicurezza per il paziente
Il dispositivo non deve generare rischi addizionali per l’operatore
(esempio esposizione muco cutanea)
Il dispositivo deve restare attivato in modo permanente

Altro:

Commenti:
Altri aspetti Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Disponibilità Il dispositivo è disponibile in tutti i formati normalmente utilizzati

Il fornitore è in grado di rifornire il dispositivo in quantità necessarie

Altro:
Commenti:

assistenza alla Il fornitore sarà in grado di fornire la formazione sull’utilizzo del


vendita dispositivo
Il fornitore fornirà dei campioni gratuiti per una valutazione

La storia del fornitore ha evidenziato una capacità di risposta al


manifestarsi di problemi

Altro:

Commenti:

considerazioni Il volume dei rifiuti taglienti non deve aumentare


pratiche

Il dispositivo non deve modificare la forma o le dimensioni del


contenitore per i pungenti.
Altro:

Commenti:
ALLEGATO 3: Valutazione dispositivi di sicurezza
prodotto Data
Dipartimento/unità Mansione

N. 1 Numero di volte che si è utilizzato il dispositivo


1-5 6-10 11-25 26-50 Più di 50

N. 2 indicare con una X la casella che meglio descrive la vostra esperienza con il dispositivo di sicurezza. Se il quesito
non è applicabile al dispositivo non rispondere.
Ne in
Fortement Fortement
In accordo ne
Valutazione e in In accordo e in
disaccordo in
disaccordo accordo
disaccordo
A La penetrazione dell’ago è comparabile con
1 2 3 4 5
quella del dispositivo standard
B L’utilizzo di questo dispositivo al paziente
non causa un maggiore dolore o un 1 2 3 4 5
maggiore fastidio
C L’utilizzo del dispositivo non aumenta il
1 2 3 4 5
numero di punture effettuate al paziente
D L’utilizzo del dispositivo non aumenta il
1 2 3 4 5
tempo per eseguire la procedura
E L’utilizzo del dispositivo non comporta una
1 2 3 4 5
modifica nella procedura tecnica
F Il dispositivo è compatibile con altri
strumenti ce devono essere utilizzati con 1 2 3 4 5
esso
G il dispositivo può essere utilizzato in tutti i
campi in cui il “dispositivo standard” è 1 2 3 4 5
comunemente usato
H L’utilizzo del dispositivo non è influenzato
1 2 3 4 5
dalla dimensione delle mani dell’operatore
I L’età o le dimensioni del paziente non
1 2 3 4 5
influenzano l’uso del dispositivo
L Il dispositivo di sicurezza non interferisce
1 2 3 4 5
con le procedure tecniche
M Il dispositivo di sicurezza è facile da
1 2 3 4 5
attivare
N Il dispositivo di sicurezza non si attiva
1 2 3 4 5
prima del completamento della procedura
O Una volta attivato il dispositivo di sicurezza
1 2 3 4 5
resta bloccato
P Non hai avuto esperienza di ferite o quasi
1 2 3 4 5
eventi (near miss event) con il dispositivo

N. 3 Hai partecipato ad un addestramento/formazione all’utilizzo di questo dispositivo di sicurezza


NO (vai al quesito n 6) SI

N. 4 chi ti ha addestrato/formato all’utilizzo del dispositivo di sicurezza (indicare tutti quelli che hanno contribuito
all’addestramento/formazione)
un istitutore inviato dal produttore del dispositivo personale interno all’ASL (specificare)

altro:
N. 5 l’addestramento che hai ricevuto è stato adeguato
NO SI

N. 6 Era effettivamente necessario uno specifico addestramento per il coretto utilizzo del dispositivo
NO SI

N.7 Sei uomo o donna


UOMO DONNA

N.8 Sei mancino o destrorso


MANCINO DESTRORSO

N.9 in base al tuo genere come descriveresti le tue mani


PICCOLE MEDIA GRANDI

N. 10 utilizzare le righe sottostanti per ulteriori commenti

GRAZIE PER AVER RISPOSTO AL QUESTIONARIO


 
MEDICINA del LAVORO AZIENDALE
Struttura di Staff alla DIREZIONE GENERALE
Sede Istituzionale : via Nizza 146 Salerno - via G. Falcone 50 Nocera Inferiore
Sede Operativa: D.E.A. III° Livello P.O. “Umberto I°” Nocera Inferiore
Via Nizza,146 - 84124 Salerno C.F./P.Iva 04701800650
medlavoroaziendale@pec.aslsalerno.it medlavoroaziendale@aslsalerno.it fax 0819213706

RISCHIO
BIOLOGICO

PROCEDURA OBBLIGATORIA DA ADOTTARE IN CASO DI


INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO PER GLI OPERATORI
SANITARI
DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE SALERNO
Edizione Luglio 2014

Documento redatto da :

Ferdinando Crescenzi (Direttore - Medico Competente Coordinatore)


Luisa Cannavacciuolo (Medico del Lavoro Competente /Medico Autorizzato )
Ferdinando Scarpati (Medico del Lavoro Competente / Medico Autorizzato )
Giovanni Giordano (Medico del Lavoro)
Carmine Ceglia (Coordinatore Infermieristico)

1
INDICE:

PROCEDURA OBBLIGATORIA DA ADOTTARE IN CASO DI INFORTUNIO A pag. 2


RISCHIO BIOLOGICO PER GLI OPERATORI SANITARI DELL’ASL SALERNO.

PROCEDURA POST ESPOSIZIONE ………………………………………………………………… pag. 4


- Caso paziente – fonte noto……………………………………….……………………………………...
- Caso paziente – fonte non noto……………………………………………………………………………

INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE…………………………………..…………...………… pag. 6

MANAGEMENT CLINICO LABORATORISTICO……………………………………….………… pag. 7

VACCINAZIONE ANTI EPATITE…………………………………………………………………… pag. 7

MODULISTICA…………………………………………………………………………………………. pag. 8

FLOW CHART RIASSUNTIVA……………………………………………………………………… pag. 16

3
1. PROCEDURA OBBLIGATORIA DA ADOTTARE IN CASO DI INFORTUNIO A RISCHIO
BIOLOGICO PER GLI OPERATORI SANITARI DELL’ASL SALERNO.

1.1 SCOPO

Lo scopo della presente istruzione operativa è di descrivere a tutti gli Operatori Sanitari come
comportarsi a tutela della propria salute in caso di infortuni che contemplino qualsiasi contatto
accidentale con strumenti o materiali contaminati da sangue e/o da altro materiale biologico di
pazienti potenzialmente infetti.

1.2 OBIETTIVI SPECIFICI

 Attuare misure di prevenzione adeguate nei riguardi dell’operatore infortunato, con assunzione
del caso nell’ambito della sorveglianza sanitaria effettuata dal Medico Competente dal punto di
vista sanitario, medico legale ed epidemiologico;
 Misurare l’incidenza negli Operatori Sanitari (OS) di esposizione accidentale a sangue o altri
materiali biologici potenzialmente infetti;
 Descrivere le circostanze dell’occorrenza degli incidenti occupazionali;
 Stimare l’incidenza d’infezione da HIV, HBV, HCV per gli OS dopo esposizione parenterale o
contaminazione mucocutanea con sangue o altri materiali biologici potenzialmente infetti ;
 Avviare un’opportuna attività di prevenzione degli eventi infortunistici sugli operatori sanitari;
 Migliorare l’attività di informazione sull’utilità delle vaccinazioni mirate.

1.3 CAMPO DI APPLICAZIONE

La procedura si applica a tutti gli infortuni con esposizione occupazionale a materiale biologico
potenzialmente infetto intervenuti all’interno dei servizi dell’Azienda ASL Salerno.

1.4 DEFINIZIONI

Esposizione occupazionale:
Esposizione che si realizza in conseguenza dell’attività lavorativa nel personale dipendente e non,
compresi i volontari ed il personale in formazione, a seguito di procedure in ambiente sanitario, inclusa
l’assistenza domiciliare.
Esposizione a rischio:
Puntura o taglio di mucose o di cute lesa con aghi, bisturi o altro strumentario contaminato con
modalità diverse da materiali biologici a rischio.
Materiali biologici a rischio:
 sangue e qualsiasi altro materiale biologico contenente sangue;
 liquido cerebrospinale, sinoviale, pleurico, pericardico ed amniotico;
 sperma e secrezioni genitali femminili ;
 materiale di laboratorio contaminato (colture cellulari, sospensioni, materiali bioptici o anatomici).

1.5 OBBLIGHI DEI LAVORATORI

Il d.Lgs 81 e s.m.i. del 9/4/2008 “ Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ed il
decreto 235 del 28/09/1990 “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture
sanitarie pubbliche e private” prevedono l’obbligo per gli OS di: “Comunicare immediatamente
all’organo preposto l’accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi biologici per l’adozione degli
opportuni provvedimenti”.

4
2. PROCEDURA POST-ESPOSIZIONE DA ADOTTARE IN CASO DI INFORTUNIO A
RISCHIO BIOLOGICO DEGLI OPERATORI SANITARI DELL’ASL SALERNO

2.1 CASO PAZIENTE FONTE NOTO (paziente determinabile, identificabile)

 Al verificarsi dell’infortunio, il lavoratore infortunato deve:


- avvertire immediatamente il Preposto ( = responsabile dell’U.O. );
- recarsi presso un Pronto Soccorso dell’ASL Salerno per presentare regolare denuncia di
infortunio sul lavoro (modulo compilato dal Dirigente Medico del Pronto Soccorso);
- sottoporsi al prelievo di base (T0) presso il Pronto Soccorso, previa compilazione del consenso
informato recepito in forma scritta;
- consegnare al proprio Ufficio del Personale e/o Amministrativo copia della certificazione
rilasciata dal Pronto Soccorso;
- sottoporsi tramite la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale al controllo post-esposizione.

 Al verificarsi dell’infortunio, il Preposto ( = Responsabile della U.O. ) deve:


- procedere ad un’immediata indagine epidemiologica e clinica sul paziente fonte noto, utilizzando
la scheda raccolta dati (allegato 2);
- organizzare il prelievo per la determinazione sierologica (HBsAg, HCV, HIV, ALT, AST) del
paziente fonte noto, previo consenso informato scritto, utilizzando l’allegato 3;
- inviare il prelievo venoso al Laboratorio Analisi di riferimento;
- compilare il “ Modulo per la segnalazione di incidente occupazionale a rischio biologico ”
( allegato 4) e inviarlo alla S.C. Medicina del Lavoro Aziendale ed all’Ufficio del Personale e/o
Amministrativo;
- inviare l’operatore sanitario infortunato presso la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale.

2.2 CASO PAZIENTE FONTE NON NOTO (paziente non determinabile, non identificabile)

Soggetto non noto dal quale proviene il materiale biologico a rischio (= puntura con ago abbandonato o
con taglienti non correttamente smaltiti). L’entità del rischio di infezione sarà valutata secondo lo
schema sottostante

ESPOSIZIONE LESIONE
Lesione profonda da ago cavo pieno di sangue
A RISCHIO ELEVATO Puntura o ferita sanguinante con presidio visibilmente contaminato da sangue
Esposizione di cute lesa o della congiuntiva a sangue o a liquidi biologici
visibilmente contaminati da sangue
Lesione superficiale senza sanguinamento
A BASSO RISCHIO Esposizione di lesione cicatrizzata o della mucosa, diversa dalla congiuntiva,
a sangue o a liquidi biologici visibilmente contaminati da sangue
Contatto prolungato di una vasta area cutanea con sangue
Contaminazione di cute integra con sangue
NESSUN RISCHIO Lesioni con presidi non visibilmente contaminati da sangue

5
 Al verificarsi dell’infortunio, il Preposto ( = Responsabile dell’U.O.) deve:

- compilare il “Modulo per la segnalazione di infortunio a rischio biologico” (allegato 4) ed


inviarlo alla S.C. Medicina del Lavoro Aziendale ed all’Ufficio del Personale e/o
Amministrativo;
- inviare l’operatore sanitario infortunato presso la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale.

 Al verificarsi dell’infortunio, il lavoratore infortunato deve:


- avvertire immediatamente il Preposto ( = Responsabile dell’U.O. );
- recarsi presso un Pronto Soccorso dell’ASL Salerno per presentare regolare denuncia di
infortunio sul lavoro (modulo compilato dal Dirigente Medico del Pronto Soccorso);
- sottoporsi al prelievo di base (T0) presso il Pronto Soccorso, previa compilazione del consenso
informato recepito in forma scritta;
- consegnare all’Ufficio del Personale e/o Amministrativo copia della certificazione rilasciata dal
Pronto Soccorso;
- sottoporsi tramite la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale al controllo post-esposizione.

6
3. INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE

3.1 PRONTO SOCCORSO ASL SALERNO

- mette in atto i provvedimenti immediati /urgenti;


- compila il primo certificato medico di infortunio INAIL e ne consegna copia al
lavoratore;
- effettua il prelievo venoso al lavoratore infortunato a tempo zero ( T0 ).

3.2 UNITA’ OPERATIVA (dove si è verificato l’infortunio)

- procede ad un’immediata indagine epidemiologica e clinica sul paziente fonte noto,


utilizzando la scheda raccolta dati (allegato 2);
- organizza il prelievo per la determinazione sierologica (HBsAg, HCV, HIV, ALT, AST)
del paziente fonte noto, previo consenso informato scritto, utilizzando l’allegato 3;
- invia il prelievo venoso al Laboratorio Analisi di riferimento;
- compila il “Modulo per la segnalazione di infortunio a rischio biologico”
( allegato 4) e lo invia alla S.C. Medicina del Lavoro Aziendale ed all’Ufficio del Personale e/o
Amministrativo;
- invia l’operatore sanitario infortunato presso la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale.

3.3 LABORATORIO DI ANALISI

- invia i risultati degli esami del paziente fonte noto e del lavoratore alla S.C. Medicina del
Lavoro Aziendale.

3.4 UNITA’ OPERATIVA MEDICINA O MALATTIE INFETTIVE

- provvede alla somministrazione di immunoglobuline specifiche e/o chemioprofilassi anti-


retrovirale.

3.5 UFFICIO DEL PERSONALE E/O AMMINISTRATIVO

- provvede ad inoltrare la denuncia all’INAIL;


- compila ed aggiorna il registro infortuni;
- trasmette al Servizio Prevenzione e Protezione copie delle schede di segnalazione
infortunio biologico.

3.6 S. C. MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE

- attiva il follow-up per il lavoratore infortunato;


- realizza il counseling del lavoratore e lo informa sulle norme da attuare per evitare la
possibile trasmissione dell’infezione;
- segnala con valenza medico-legale eventuali denunce all’organo competente;
- invia alla U.O. Medicina e/o Malattie Infettive per eventuale profilassi anti-epatite B e/o
chemioprofilassi anti- retrovirale.

7
3.7 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

- riceve dall’Ufficio del Personale e/o Amministrativo i moduli per la segnalazione di


infortunio a rischio biologico;
- utilizza i dati ricevuti per l’eventuale aggiornamento del documento di valutazione dei
rischi.

4. MANAGEMENT CLINICO-LABORATORISTICO

Schema degli esami da prescrivere all’operatore sanitario infortunato

Tempo zero ALT,AST, test-HIV, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb,
HCV-RNA, HDV, Bilirubina tot. e fraz., QPE, gamma GT

I controllo (1 mese) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb

II controllo (3 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb

III controllo (6 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb

IV controllo ( 12 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb
test-HIV

5. VACCINAZIONE ANTI-EPATITE

La vaccinazione anti-epatite B, anche se non obbligatoria per legge, è raccomandata ed offerta


gratuitamente agli Operatori Sanitari (art. 4 Legge 27/05/1991 n. 165) e rappresenta una misura di
prevenzione primaria efficace e sicura.

L’OS vaccinato contro l’epatite B potrà essere :

Operatore “responder”
Livello di anticorpi HBsAb, eseguito due mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, > 10
mUI/ml ;

Operatore “non responder”


Livello di anticorpi HBsAb < 10 mUI/ml dopo due mesi dal completamento del ciclo vaccinale.

8
ALLEGATO 1 (da compilare a cura del Dirigente Medico del Pronto Soccorso)

Consenso informato dell’Operatore Sanitario infortunato


ai sensi della legge n. 135 del 05/06/1990, art. 5 punto 3

Cognome………………………………. Nome…………………………………
Data di nascita…………………………. Mansione……………………………..
UO di appartenenza………………………… Macrocentro…………………………

In seguito all’infortunio a rischio biologico occorsomi nell’ambito dell’attività


di lavoro acconsento di essere sottoposto al test HIV

Data…………………… Firma dell’operatore infortunato

_____________________________
Alla cortese attenzione del Dirigente Medico di Pronto Soccorso che redige il referto dell’infortunio : il
presente modulo, compilato e sottoscritto dall’operatore infortunato, deve essere trasmesso alla SC
Medicina del Lavoro Aziendale.

9
SCHEDA PER LA RACCOLTA DATI DAL PAZIENTE FONTE NOTO IN
SEGUITO AD INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO
(inviare alla Sc Medicina del Lavoro Aziendale il presente modulo unitamente all’ allegato 3

U.O.___________________________________________ N. Cartella________________

Sesso  M  F
Stato sierologico del paziente fonte:

Positivo Negativo In corso Data

HBsAg   

Ab HCV   

Ab HIV   

 Fattori di rischio assenti

 Fattori di rischio presenti  Trasfusioni di sangue

 Emofilia

 Uso di droghe per via parenterale

 Comportamenti sessuali a rischio

 Tatuaggi recenti

 Convivente con paziente HIV +

 Neonato nato da madre HIV +

 Altro………………………………………………………………………

Data____/____/____ Firma del Preposto


______________________________

10
Consenso informato del paziente fonte noto
ai sensi della legge n. 135 del 05/06/1990, art. 5 punto 3

Cognome………………………………Nome……………………………………..
Nato a…………………………………………. (………..) il ……………………
U.O. ………………………………………………………………….................

Il sottoscritto dichiara di concedere il proprio consenso all’effettuazione del


prelievo ematico per il test di ricerca dell’antigene dell’epatite B e per la ricerca
degli anticorpi del virus dell’epatite C e di HIV.
Dichiara di essere stato informato che tali esami si rendono necessari a
seguito di incidente con contatto con materiale biologico occorso ad un operatore
sanitario e che tali esami saranno utilizzati per attivare gli interventi preventivi e/o
terapeutici che risultassero necessari.
E’ inoltre consapevole del fatto che l’autorizzazione a tali accertamenti è
subordinata al rispetto della privacy e alla garanzia dell’anonimato.

Data……………………. Firma

11
MODELLO PER LA SEGNALAZIONE DI INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO

DATI DELL’INFORTUNATO:
Cognome e Nome……………………………………………………………………............... Nato il……………………………….
U.O.……………………………………Macrocentro ……………………… Mansione……………………………………………...
VACCINAZIONE ANTIEPATITE B NO NON RICORDA SI ………………………………………………………………...
(SE SI INDICARE DATA ULTIMA DOSE O RICHIAMO)
DATI SULL’INFORTUNIO:
Data infortunio……………………………… Ora………………..
Luogo……………………………………………………………..
OGGETTO DELLA LESIONE:
 Ago standard  Ago Butterfly  Ago cannula  Ago sutura  Lancetta per stick  Bisturi
 Altri strumenti chirurgici  Vetreria  Altro ……………………………………………………………………..
NATURA DELLA LESIONE:
 Puntura  Taglio  Imbrattamento  Altro………………………………………………………………………………..
PROCEDURA/MANOVRA IN ATTO AL MOMENTO DELL’INFORTUNIO
 Durante iniezione/terapia  Durante prelievo  Durante intervento chirurgico/sutura
 Durante smaltimento rifiuti  Durante riordino/pulizia  Altro
…………..………………………………………………….
SEDE DELLA LESIONE
 Volto  Occhi  Braccio_____  Mano_____  Dita mano_____  Gamba_____  Piede_____  Altro
PROTEZIONI UTILIZZATE AL MOMENTO DELL’INFORTUNIO
 Guanti in lattice  Guanti in PVC  Visiera  Occhiali  Mascherina  Altro………………………………..
MATERIALE BIOLOGICO CONTAMINANTE
 Sangue  Altri liquidi biologici ……….………………………………………………………………………………….......
NOTIZIE SUL PAZIENTE FONTE NOTO
 HBsAg +  HBsAg -  HCV +  HCV -  HIV +  HIV -  Paziente fonte non noto
AZIONI INTRAPRESE
 nessuna  accesso al pronto soccorso di……………………………………. il……………………….. alle
ore………………
Esami sierologici al Tempo 0 effettuati
presso………………………………………………………………………….........................
 ALT/AST  anti HIV  HbsAg  HbeAg  antiHBs  antiHBc  antiHCV  HCV RNA
 Gamma GT  QSPE  Bilirubina totale e frazionata

Data………………………...… …………………………………………………………………............
(Firma del Responsabile dell’U.O. )

12
Allegato n. 5 (da compilare a cura del Dirigente Medico U.O. Medicina e/o Malattie
Infettive)

CONSENSO INFORMATO DELL’OPERATORE SANITARIO INFORTUNATO PER


L’ADESIONE ALLA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE DA HIV

Lei ha segnalato un infortunio avvenuto durante la sua attività lavorativa che comporta un rischio
potenziale di infezione da HIV.
Per tale motivo le è stata offerta la possibilità di assumere dei farmaci come mezzo di prevenzione della
trasmissione dell’infezione (profilassi) secondo le indicazioni espresse dalla Commissione Nazionale per la
Lotta contro l’Aids e le malattie infettive emergenti e riemergenti “Aggiornamento delle Linee guida per la
chemioprofilassi con antiretrovirali dopo esposizione occupazionale ad HIV negli operatori sanitari”.

Alla luce delle attuali conoscenze lei è stato informato :


a) circa l’entità del rischio di infezione da HIV, in generale e riferito al suo caso specifico;
b) che alcuni studi hanno evidenziato la potenziale efficacia dell’assunzione di farmaci diretti contro l’HIV nel
ridurre tale rischio;
c) che i risultati di tali studi non possono comunque essere considerati definitivi e che, sulla base delle attuali
limitate conoscenze, l’efficacia di tali farmaci nel prevenire l’infezione non può considerarsi assoluta;
d) che esistono pochi dati sulla tossicità di tali farmaci, soprattutto per quanto riguarda gli effetti a lungo
termine ritenuti per altro improbabili;
e) delle possibili interazioni con altre sostanze chimiche, farmacologiche e non;
f) delle possibili controindicazioni di tali farmaci;
g) delle conoscenze sull’uso di tali farmaci in caso di gravidanza in atto;
h) delle modalità di somministrazione e dei controlli previsti.

I suoi diritti medico-legali non sono in alcun modo messi in discussione, qualsiasi sia la sua decisione.
In tutti i casi, le visite, le consulenze e i controlli necessari, le sono assicurati senza alcuna spesa. Il medico che
la segue ha l’obbligo di mantenere la più stretta confidenzialità sul suo caso.
Lei può accettare tutti o solo alcuni dei farmaci che le sono proposti e interrompere in qualsiasi momento la
profilassi, anche se è consigliato discuterne prima con il medico specialista che la segue. I farmaci le saranno
dati senza alcuna spesa a suo carico.
La possibile efficacia della profilassi dipende in parte anche da un pronto inizio. Per tale motivo le viene
richiesto di sottoscrivere ora il presente modulo sia che decida o meno di assumere i farmaci.

Il sottoscritto……………………………………………………………..., sulla base di quanto discusso con il Dottor


……………………………………………………… in servizio presso…………………………………………………… e
di quanto riportato nel presente modulo, dichiara di
accettare rifiutare l’offerta di una profilassi dell’infezione da HIV.

Data__________________

Firma dell’operatore sanitario infortunato Firma e timbro del dirigente medico

______________________________ _______________________________

13
Scheda di raccolta dati degli infortuni per punture da ago o lesioni da altri oggetti taglienti, per
contaminazione mucocutanea con sangue o altri materiali biologici.

1.0.0 INFORMAZIONI SUL PAZIENTE FONTE NOTO


A) HBsAg positivo negativo non testato
B) test HCV positivo negativo non testato
C) test HIV positivo negativo non testato
D) altro (se disponibile : ad es. HCV - RNA) …………………………………………..

2.0.0 INFORMAZIONI SULL’OPERATORE INFORTUNATO

E’ già stato vaccinato contro l’epatite B ? SI NO


ha risposto alla vaccinazione (responder)
non ha risposto alla vaccinazione (non responder)

TEMPO a1 a3 a6 a 12
“ZERO” mese mesi mesi mesi
DATA
test HIV pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg.
HBsAg pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg
HBcAb pos. neg. pos. neg. pos. neg pos. neg pos. neg
HBeAg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HCV pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg
ALT pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
AST pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HBsAb pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HbeAb pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HCV RNA pos. neg
Gamma GT pos. neg pos. neg pos. neg
QSPE pos. neg
Bilirubina pos. neg pos. neg pos. neg
diretta ed
indiretta

E’ in trattamento con farmaci test-retrovirali ? SI NO


L’operatore infortunato : accetta rifiuta il trattamento con test-retrovirali.
Annotare eventuali sintomi recenti riferiti dall’operatore esposto, con la loro durata e la loro data di esordio : febbre
linfoadenopatia artralgie/mialgie perdita di peso non volontaria diarrea cronica astenia sudorazione notturna
rash tosse/dispnea candidosi orale sintomi neurologici
altro…………………………………………………………………………………..
L’infortunato era stato informato delle procedure di sicurezza? SI NO
Nel caso che queste non siano state osservate, indicarne il motivo……………………..
……………………………………………………………………………………………

Firma del lavoratore infortunato Il Medico Competente


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Allegato n. 7

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DIRETTIVE SULLE PRECAUZIONI UNIVERSALI DA RISPETTARE NELL’ESPOSIZIONE
A LIQUIDI E MATERIALI BIOLOGICI DA PARTE DEGLI OPERATORI SANITARI

D. Lgs. 81/08 e successive modifiche: OBBLIGHI DEI LAVORATORI

Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella
delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o
omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

I lavoratori:
a) osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti,
ai fini della protezione collettiva ed individuale;

b) utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i preparati


pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza;

c) utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;

d) segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e


dispositivi di cui alle lettere b) e c), nonché le altre condizioni di pericolo di cui vengono a
conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle loro competenze e
possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al Rappresentante dei
Lavoratori per la Sicurezza (RLS);

e) non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o


di controllo;

f) non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;

g) si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;

h) contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento di tutti gli


obblighi imposti dall’autorità competente o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la
salute dei lavoratori durante il lavoro.

Tutti gli operatori sanitari e non, la cui attività può comportare un contatto con i liquidi organici di
pazienti devono adottare misure di barriera idonee e comportamenti atti a prevenire l’esposizione della
cute e delle mucose nei casi in cui sia prevedibile un contatto accidentale e osservare le norme previste
dal Decreto del Ministero della Sanità del 28/09/90.

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Le precauzioni consistono nell’utilizzo di :

Guanti : devono essere sempre indossati prima di venire a contatto con il paziente, nonché per eseguire
venipunture o altre procedure di accesso vascolare;

Mascherine, occhiali o copri faccia : devono essere indossati durante l’esecuzione di procedure che
possono determinare l’emissione di goccioline di sangue o di altri liquidi biologici, per prevenire
l’esposizione delle mucose della bocca, del naso e degli occhi;

Camici e grembiuli : devono essere indossati nelle procedure che possono determinare schizzi di
sangue o di altri liquidi biologici;

Lavaggio mani : devono essere lavate accuratamente ed immediatamente dopo la rimozione dei guanti;

Uso di contenitori resistenti per smaltire aghi e taglienti : devono essere sistemati in vicinanza del
loro punto di utilizzo;

Decontaminazione degli strumenti : i presidi riutilizzabili dopo l’uso devono essere immediatamente
immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull’HIV, HBV e HCV, prima delle
operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione per la sterilizzazione (art. 2 DM
28/09/90).

MISURE URGENTI DA OSSERVARSI IN CASO DI INFORTUNIO CON PUNTURE, TAGLI O


CONTATTO MUCOSO

1. Favorire il sanguinamento e detergere abbondantemente con acqua e sapone ;


2. Procedere alla disinfezione della ferita con amuchina al 10% ;
3. In caso di contatto con il cavo orale procedere a risciacqui con amuchina al 5% ;
4. In caso di contatto con le congiuntive procedere ad un abbondante risciacquo con acqua corrente o
soluzione fisiologica (per 15 minuti) ;
5. Avvertire immediatamente il Preposto (= Responsabile dell’U.O.);
6. Recarsi presso il Pronto Soccorso per presentare regolare denuncia di infortunio sul lavoro;
7. Sottoporsi al prelievo a tempo zero ( T0);
8. Comunicare all’Ufficio del Personale e/o Amministrativo l’infortunio per la registrazione;
9. Sottoporsi tramite la S.C. Medicina del Lavoro Aziendale al controllo post-esposizione.

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FLOW CHART RIASSUNTIVA
Infortunio a Rischio Biologico di Operatore Sanitario

Unità Operativa di Appartenenza SC Medicina del Lavoro Aziendale


 Counselling dell’infortunato
 Indagine epidemiologica e clinica  Follow up dell’infortunato
sul paziente fonte noto  Registrazione nel data base
 Prelievo paziente fonte noto  Segnalazioni con valenza medico-legale di eventuali denunce
previo consenso informato ed invio all’organo competente
provetta al Laboratorio Analisi
 Compilazione scheda segnalazione
infortunio a rischio biologico
 Invio dell’infortunato alla
Medicina del Lavoro Aziendale
 Decontaminazione parte esposta

U.O. Medicina e/o Malattie


Infettive

 Counseling dell’infortunato
 Chemioprofilassi
antiretrovirale

Pronto Soccorso
Laboratorio Analisi
 Trattamento della lesione
 Compilazione primo certificato
 Ritiro provette e trasmissione
INAIL e consegna copia
risultati esami del paziente fonte
all’infortunato
noto e dell’infortunato alla SC
 Prelievo venoso tempo 0 (zero)
Medicina del Lavoro Aziendale
ed invio provetta al Laboratorio
Analisi

Servizio Prevenzione e Protezione


 Acquisizione scheda di segnalazione infortunio
a rischio biologico
 Registrazione dell’infortunio
Ufficio Individuato alla Tenuta del Registro Infortunio  Aggiornamento del D.V.R.
 Trasmissione Pratica INAIL  Trasmissione del rapporto annuale infortuni
 Registrazione dell’Infortunio
 Trasmissione copia scheda di segnalazione infortunio a
rischio biologico al S.P.P.

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