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SOMMARIO
1 PRESENTAZIONE 1
1.1 ORGANIZZAZIONE DEL DVR 2
1.2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3
2 INTRODUZIONE GENERALE 9
2.1 PREMESSA 9
2.2 TERMINOLOGIA 10
2.3 SCHEDA ANAGRAFICA DELL' UNITA' PRODUTTIVA 13
2.4 METODOLOGIA E FASI OPERATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO 14
2.4.1 Verifica della conformità normativa 15
2.4.2 Identificazione delle sorgenti di rischio e loro classificazione 15
2.4.2.1 Attrezzature di lavoro 16
2.4.2.2 Metodi di lavoro e disposizione degli impianti 16
2.4.2.3 Impiego dell'elettricità 16
2.4.2.4 Esposizione a sostanze o preparati pericolosi per la salute 17
2.4.2.5 Esposizione ad agenti fisici 17
2.4.2.6 Esposizione ad agenti biologici 17
2.4.2.7 Fattori ambientali ed ambiente di lavoro 17
2.4.2.8 Interazione del posto di lavoro e dei fattori umani 17
2.4.2.9 Fattori psicologici 18
2.4.2.10 Organizzazione del lavoro 18
2.4.2.11 Fattori vari 18
2.4.3 Classificazione Tradizionale ISPESL 18
2.4.3.1 Agenti di Rischio per la Sicurezza 18
2.4.3.2 Agenti di Rischio per la Salute 19
2.4.3.3 Agenti di Rischio Trasversali per la Sicurezza e la Salute dei lavoratori 21
2.4.4 Individuazione dei Fattori di Rischio 21
2.4.4.1 I Comparti delle Aziende Sanitarie 21
2.4.4.2 Individuazione delle aree omogenee e delle attività omogenee nei comparti 22
2.4.5 Metodologia specifica di valutazione dei rischi di natura infortunistica 36
2.4.6 Individuazione e valutazione dei rischi di natura igienico-ambientale e trasversale 38
2.4.7 Metodologia specifica per la valutazione dei rischi igienico-ambientali 40
2.4.8 Metodologie adottate per la valutazione dei rischi specifici 41
2.4.8.1 Metodologia per la valutazione del rischio incendio 42
2.4.8.2 Metodologia per la valutazione del rischio da scariche atmosferiche 47
2.4.8.3 Metodologia di valutazione del rischio elettrico 49
2.4.8.4 Metodologia di valutazione del rischio da elettromedicale 63
2.4.8.5 Metodologia di valutazione del rischio microclimatico 73
2.4.8.6 Metodologia per la valutazione del rischio illuminotecnico 92
2.4.8.7 Metodologia per la valutazione del rischio da MMC 104
2.4.8.8 Metodologia di valutazione del rischio chimico 121
2.4.8.9 Metodologia di valutazione del rischio biologico 123
2.4.9.10 Metodologia di valutazione del rischio rumore 129
2.4.9.11 Metodologia di valutazione del rischio vibrazioni 131
2.4.9.12 Metodologia di valutazione del rischio da campi elettromagnetici (CEM) 132
1 PRESENTAZIONE
Il presente documento è stato redatto come rielaborazione ed aggiornamento del Documento di
Valutazione dei Rischi (DVR) dell’ASL SALERNO. Esso è il risultato del lavoro di analisi delle
attività svolte presso le strutture della ASL, della valutazione dei rischi associati e della programmazione
delle necessarie azioni di prevenzione e protezione da attuare ai sensi della nuova normativa vigente, e
cioè il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza e sui luoghi di lavoro, il D.Lgs.
81/08, entrato in vigore il 15 maggio 2008, che costituisce l’attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, per il riassetto e la riforma delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle
lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, mediante l’abrogazione, il riordino e il coordinamento
delle medesime in un unico testo normativo (successivamente integrato e modificato dal “correttivo”
Decreto Legislativo 3 settembre 2009, n.106).
Il presente documento è stato redatto sulla base delle Linee Guida CEE, delle linee guida dettate dal
Coordinamento delle Regioni e delle Province autonome del 27/10/1995, nonché delle linee guida
emanate fino ad oggi dall’ex ISPESL, nel corso degli ultimi anni a partire dall’entrata in vigore del
precedente testo normativo in materia di sicurezza e salute dei luoghi di lavoro, cioè il vecchio D.Lgs.
626/94 fino alla soppressione dell’Ente e il trasferimento delle competenze all’INAIL.
Il presente elaborato tiene inoltre conto delle vicende statutarie della ASL SALERNO, la quale è nata dal
commissariamento regionale delle tre ex AASSLL della Provincia di Salerno, in attuazione del Piano di
Rientro del Debito attuato dalla Regione Campania, che solo dall’agosto 2012 ha consentito la nomina di
un Direttore Generale, il quale ha inteso “disegnare” l’organigramma del sistema della sicurezza
aziendale con l’importante Delibera n. 4 del 10 agosto 2012, avente ad oggetto la “gestione della tutela
della salute e della sicurezza dei lavoratori della Azienda Sanitaria Locale SALERNO”. Con successiva
Delibera n. 3 del 27 luglio 2016 (Gestione della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro. ASL SALERNO. Provvedimenti), l’attuale Direttore Generale, facente funzioni di Datore di
Lavoro, ha inteso confermare l’organigramma del sistema della sicurezza aziendale previsto dai suoi
predecessori, attuando il sistema delle deleghe ai Direttori Responsabili di Macrostrutture e Unità
Complesse di adempimenti e responsabilità che sono proprie anche dal Datore di Lavoro.
Il lavoro di valutazione di tutti i rischi, previsto all’art. 28 del D.Lgs. 81/08, è stato eseguito dal Datore di
Lavoro di concerto con il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) dell’Azienda Sanitaria Locale
SALERNO. Il Servizio di Prevenzione e Protezione si è avvalso di un gruppo multidisciplinare di
collaboratori (Ingegneri, Architetti, Biologi) che sono stati indirizzati all’indagine dei vari rischi. La
valutazione, ove previsto, è stata condotta in collaborazione con la Struttura di Medicina del Lavoro
Aziendale della ASL SALERNO.
Durante i sopralluoghi sono stati consultati i dirigenti, i preposti, i rappresentanti dei lavoratori e i
lavoratori. Inoltre sono stati consultati un gran numero di lavoratori con attività diverse, dai quali sono
stati acquisiti dati ed informazioni, oltre a pareri e valutazioni tecniche, riguardanti i fattori di rischio ed i
sistemi di prevenzione propri delle attività oggetto di valutazione. Ove presenti sono stati consultati i
Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza (RLS) e Rappresentanti Sindacali (RSU). La
documentazione tecnica è stata messa a disposizione dal Servizio Tecnico Manutentivo e Gestione del
Patrimonio, con i suoi uffici centrali e quelli periferici, presenti presso le macrostrutture del territorio.
L’insieme dei documenti prodotti, in considerazione della propria naturale caratteristica in termini di
dinamicità, non deve essere considerato come un lavoro conclusivo e definitivo, ma come un passo operativo
nell’ambito di un auspicabile Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL). Di fatto, come recita
il comma 3 dell’art. 29 del D.Lgs. 81/08 (Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi): “la
parte integrante e rilevante del presente Documento di Valutazione dei Rischi – Parte Generale, una
approfondita indagine statistica degli infortuni avvenuti in Azienda nel triennio dal 2010 al 2012,
acquisiti attraverso la consultazione ed elaborazione dei Registri degli Infortuni presenti nelle varie
strutture. Infine ai sensi della lettera d) dell’art.28 del D.Lgs. 81/08, si riportano, corredate della
necessaria documentazione, una serie di procedure riguardanti aspetti della sicurezza sul lavoro che sono
già utilizzate nell’ASL SALERNO.
La seconda parte del Documento di Valutazione dei Rischi è costituita dall’insieme di tutti i fascicoli
relativi ai Piani di Adeguamento (e Piani di Miglioramento), raccolti per Macrostruttura Aziendale (ed
eccezionalmente, dove si fosse ritenuto necessario, per singola Struttura), che contengono in maniera
approfondita e puntuale la descrizione e la natura degli adempimenti (e miglioramenti) che si ritengono
necessari. In questa seconda parte del Documento sono riportate le tabelle riepilogative relative alla
individuazione di situazioni di rischio a cui corrisponde il giudizio sintetico del livello di rischio e la nota
di rimando ai Dirigenti Responsabili che devono operativamente intervenire per l’adeguamento,
corredata dalla tempistica di adeguamento. Il contenuto di tali schede è sintetico e riepilogativo, ed ha il
principale scopo di costituire una guida operativa di pronta consultazione per quanto attiene le principali
misure di prevenzione e protezione, nonché costituire un riferimento rapido per le attività proprie di
gestione della sicurezza e di sorveglianza dei lavoratori.
Decreto Legislativo 19 febbraio 2014, n. 19, recante“Attuazione della direttiva 2010/32/UE che attua l'accordo
quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore
ospedaliero e sanitario”, (GU n.57 del 10/03/2014), con introduzione nel D.Lgs. 81/08 del Titolo Xbis
Decreto-Legge 21/06/2013, n. 69 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia” (G.U. n. 144 del
21/6/2013 - S.O. n. 50) convertito con modificazioni dalla Legge 9/08/2013, n. 98 (G.U. n. 194 del 20/08/2013 -
S.O. n. 63).
Legge n. 177 del 1 ottobre 2012- Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza sul
lavoro per la bonifica degli ordigni bellici
Legge n. 101 del 12 luglio 2012 - Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge n. 57 del 12 maggio
2012, recante disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore
dei trasporti e delle microimprese
Decreto Legislativo n. 106 del 3 agosto 2009 - Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile
2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia
di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Linee applicative concernenti le attività di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro - Approvate nella
Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012
Attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori - Accordo in Conferenza
Stato-Regioni del 22 febbraio 2012
Formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro - Accordi in Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2011
Circolare n. 18 del 23 maggio 2013 - D.M. 11 aprile 2011 - Disciplina delle modalità di effettuazione delle
verifiche periodiche di cui all’All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per
l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo – Chiarimenti
Decreto Dirigenziale del 24 aprile 2013 - Elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche
di cui all’articolo 71, comma 11, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal
Decreto Legislativo 3 agosto 2009, n. 106
Decreto Interministeriale del 6 marzo 2013 - Criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e
sicurezza sul lavoro
Decreto Interministeriale del 4 marzo 2013 - Criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione,
integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza
di traffico veicolare
Anno 2012
Dpcm 20 dicembre 2012 - Sicurezza sul lavoro – Dlgs 81/2008 - Individuazione dei "datori di lavoro" nell'ambito
della Presidenza del consiglio dei Ministri
Decreto Interministeriale del 30 novembre 2012 - Recepimento delle procedure standardizzate di effettuazione
della valutazione dei rischi di cui all'articolo 29, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive
modifiche ed integrazioni, ai sensi dell'articolo 6, comma 8, lettera f), del medesimo decreto legislativo
Dm Lavoro 30 novembre 2012 - Dm recante procedure standardizzate per la valutazione dei rischi ai sensi
dell'articolo 29 del Dlgs 81/2008
Decreto Dirigenziale del 23 novembre 2012 - Tariffe per le attività di verifica periodica delle attrezzature di lavoro
di cui all’allegato VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni
Circolare n. 23 del 13 agosto 2012 - D.M. 11 aprile 2011 concernente la “Disciplina delle modalità di
effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 nonché i criteri per
l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo” – Chiarimenti
Decreto Interministerale del 6 agosto 2012 - Terzo elenco di valori indicativi di esposizione professionale in
attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica la direttiva 2009/39/CE della Commissione
Decreto Interministeriale del 9 luglio 2012 - Contenuti e modalita' di trasmissione delle informazioni relative ai
dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori, ai sensi dell'articolo 40 del decreto legislativo 81/2008 in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Circolare n. 11 del 25 maggio 2012 - DM 11 aprile 2011 concernente la "Disciplina delle modalità di
effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonchè i
criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'art. 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo – Chiarimenti
Decreto Dirigenziale del 21 maggio 2012 - Primo Elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche
periodiche di cui all’art.71, comma 11, del Decreto Legislativo n. 81/2008 e s.m.i.
Decreto Legge n. 57 del 12 maggio 2012 - Disposizioni urgenti in materia di tutela della salute e della sicurezza
nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese
Decreto Interministeriale del 14 marzo 2012 - Tariffe per l'attività di formazione del personale addetto ai servizi di
sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
Decreto Interministeriale del 20 gennaio 2012 - Differimento dell'entrata in vigore del decreto 11 aprile 2011,
recante: «Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonchè i criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'art. 71, comma 13, del
medesimo decreto legislativo
Anno 2011
Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011- Regolamento recante norme per la
qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a
norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
Decreto Direttoriale del 28 settembre 2011 - Costituzione della Commissione per gli interpelli in materia di salute
e sicurezza del lavoro
Dpr 1° agosto 2011, n. 151 - Procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi - Semplificazione della disciplina
- Articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78
Circolare n. 20 del 29 luglio 2011 - Attività di formazione in materia di salute e sicurezza svolta da enti bilaterali
e organismi paritetici o realizzata in collaborazione con essi
Decreto Interministeriale del 22 luglio 2011 - Proroga dell'entrata in vigore del decreto 11 aprile 2011 recante
disciplina delle modalita' di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all'All. VII del decreto legislativo 9 aprile
2008, n. 81, nonche' criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui all'articolo 71, comma 13, del medesimo decreto
legislativo
Lettera Circolare dell'11 luglio 2011 - Modello di organizzazione e gestione ex art. 30 D.Lgs. 81/2008 –
Chiarimenti
Lettera Circolare del 30 giugno 2011 - Circolare esplicativa sull'applicazione dei Regolamenti Europei REACH,
CLP e SDS nell'ambito del D.Lgs. n. 81/2008
Lettera Circolare del 19 maggio 2011 - Chiarimenti in merito alle modifiche all'art. 38, comma 1 del Decreto
Legislativo n. 81/2008, introdotte dal Decreto Legislativo n. 106/2009
Decreto Interdipartimentale del 13 aprile 2011 - Disposizioni in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del
decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106,
in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Decreto Interministeriale dell'11 aprile 2011 - Disciplina delle modalita' di effettuazione delle verifiche periodiche
di cui all'All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonche' i criteri per l'abilitazione dei soggetti di cui
all'articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo
Lettera circolare del 10 febbraio 2011 - Parere della commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza
sul lavoro sul concetto di eccezionalità di cui al punto 3.1.4 dell'allegato VI al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.
81 e s.m.i.
Anno 2010
Circolare n. 42 del 9 dicembre 2010 - Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; lavori in ambienti sospetti di
inquinamento. Iniziative relative agli appalti aventi ad oggetto attività manutentive e di pulizia che espongono i
lavoratori al rischio di asfissia o di intossicazione dovuta ad esalazione di sostanze tossiche o nocive
Lettera circolare del 18 novembre 2010 - Lettera circolare in ordine alla approvazione delle indicazioni necessarie
alla valutazione del rischio da stress lavoro-correlato di cui all'articolo 28, comma 1-bis, del decreto legislativo
81/2008 e s.m.i.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 214 del 5 ottobre 2010 - Regolamento recante modifiche al Decreto del
Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per la parziale attuazione della Direttiva 2006/42/CE relativa
alle macchine e che modifica la Direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori
Testo coordinato con le modifiche introdotte dal D.P.R. 5 ottobre 2010 n. 214
Anno 2009
Circolare n. 33 del 10 novembre 2009 - Provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale di cui all'art. 14
D.Lgs. n. 81/2008, modificato dall'art. 11 del D.Lgs n. 106/2009
Circolare n. 30 del 29 ottobre 2009 - Applicazione delle disposizioni dell'articolo 90, comma 11, decreto legislativo
9 aprile 2008, n. 81, e successive modifiche e integrazioni
Circolare Inail n. 43 del 25 agosto 2009 - Comunicazione nominativo Rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza. Modifiche all'art.18,comma 1, lettera aa) del Decreto legislativo n. 81/2008
Decreto Ministeriale del 26 maggio 2009 - Istituzione del Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche
attive e per il coordinamento nazionale delle attivita' di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Dm Ambiente 26 maggio 2009, n. 138 - Piani di emergenza interni - Dlgs 17 agosto 1999, n. 334 - Consultazione
del personale
Circolare Inail n. 26 del 21 maggio 2009 - Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: comunicazione
nominativi. Chiarimenti e nuove istruzioni
Circolare n. 17 del 12 maggio 2009 - Articolo 18, comma 1, lettera r, decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 -
obbligo di comunicazione dei dati concernenti gli infortuni sul lavoro: Indicazioni operative
Circolare Inail n. 11 del 12 marzo 2009 - Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza: comunicazione dei
nominativi
Circolare Inps n. 27 del 25 febbraio 2009 - Attività di vigilanza, linee di intervento
Circolare n. 1 del 29 gennaio 2009 - Generatori di vapore e di acqua surriscaldata - Ammissibilità del regime di
assistenza non continua
Anno 2008
Circolare Inail n. 79 del 19 dicembre 2008 - DURC per benefici contributivi. Circolare del Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali del 15 dicembre 2008, n.34
Circolare n. 34 del 15 dicembre 2008 - Procedura DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) -
Chiarimenti
Decreto Ministeriale del 3 dicembre 2008 - Costituzione Commissione consultiva permanente per la salute e la
sicurezza sul lavoro
Circolare n. 30 del 12 novembre 2008 - Art. 14 Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Sospensione dell'attività
imprenditoriale
Circolare n. 20 del 21 agosto 2008 -Libro Unico del Lavoro e attività ispettiva - articoli 39 e 40 del decreto legge
n. 112 del 2008: prime istruzioni al personale ispettivo
Nota del 21 maggio 2008 -Comunicazione a fini statistici - informativi degli infortuni di almeno 1 gg., oltre quello
dell'evento
Circolare Inail n. 7 del 5 febbraio 2008 -Documento Unico di Regolarità Contributiva. Decreto del Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale del 24 ottobre 2007
Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2008 -Recepimento direttiva 7 febbraio 2006, n. 2006/15/CE. Direttiva
della Commissione che definisce un secondo elenco di valori indicativi di esposizione professionale, in attuazione
della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica le direttive 91/322/CEE e 200/39/CE (pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale n. 48 del 26/02/2008)
Circolare n. 5 del 30 gennaio 2008 - Esplicativa del decreto ministeriale che disciplina le modalità di rilascio ed i
contenuti analitici del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) ai sensi del comma 1176 della
Finanziaria 2007
Anno 2007
Lettera Circolare del 22 agosto 2007 - Provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, prime istruzioni
al personale ispettivo
Anno 2006
Legge n. 248 , art. 36 bis, del 4 agosto 2006 - Misure urgenti per il contrasto del lavoro nero e per la promozione
della sicurezza nei luoghi di lavoro
Circolare n 13 del 20 aprile 2006 - Codice di comportamento del personale ispettivo del Ministero del lavoro
Anno 2005
Circolare n. 29 del 14 luglio 2005 - Piattaforme di lavoro elevabili - Traslazione con operatore a bordo delle
piattaforme sviluppate
Circolare Inail n. 38 del 25 luglio 2005 - Rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva in Edilizia
INPS - INAIL - Casse Edili. Testo congiunto approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con nota
prot. n. 230/segr. del 12 luglio 2005 (vedasi analoga Circolare Inps n. 92 del 26 maggio 2005)
Anno 2004
Circolare n. 24 del 24 giugno 2004 - Riforma dei servizi ispettivi (d.lgs 124/2004)
Anno 2003
Dlgs 10 settembre 2003, n. 276 - Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui
alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 - Cd. 'Legge Biagi'
Decreto Interministeriale n. 388 del 15 luglio 2003 - Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso
aziendale, in attuazione dell'articolo 15, comma 3, del DLGS 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni
Anni precedenti
Dm Interno 18 settembre 2002 - Prevenzione incendi nelle strutture sanitarie pubbliche e private
Circolare Ispesl n. 17 del 2 aprile 2002 - Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di
installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra e di impianti
elettrici pericolosi
Circolare n. 4 del 1° marzo 2002 - Ministero dell'interno - Linee guida per la valutazione della sicurezza
antincendio nei luoghi di lavoro ove siano presenti persone disabili
Decreto Interministeriale del 3 ottobre 2001 - Decreto di attuazione dell'art. 39, comma 2, del decreto legislativo
26 maggio 2000, n. 241, che stabilisce l'ammontare della spesa per il rilascio dei libretti personali di
radioprotezione di cui all'allegato XI del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, come modificato dal decreto
legislativo 26 maggio 2000, n. 241.
Dlgs 8 giugno 2001, n. 231 - Responsabilità amministrativa organizzazioni collettive - Danni all'ambiente -
Stralcio
Circolare n.13 del 12 settembre 2000 - Ministero della sanità, Attività di vigilanza nel settore delle sostanze
chimiche pericolose e dei relativi preparati. Cooperazione tra amministrazione centrale e autorità locali.
Circolare n. 40 del 16 giugno 2000 - Partecipazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza alla
gestione della sicurezza. Art 19 del D.lgs. 19 settembre 1994, n. 626, e successive modifiche ed integrazioni
Decreto Legislativo n. 241 del 26 maggio 2000 - Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di
protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti
Circolare n. 759470 del 22 maggio 2000- Ministero dell'industria del commercio e dell'artigianato, Indicazioni per
la commercializzazione di maschere di protezione delle vie circolatorie nel quadro della direttiva 89/686/CEE del
Consiglio del 21 dicembre 1989, relativa ai "Dispositivi di protezione individuale" modificata dalle direttive
93/68/CEE, 93/95/CEE e 96/58/CE
Circolare n. 4 del 15 marzo 2000 -Ministero della sanità. Note esplicative del decreto ministeriale 1° settembre
1998, recante disposizioni relative alla classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose (fibre
artificiali vetrose).
Dlgs 4 agosto 1999, n. 345 - Protezione dei giovani sul lavoro - Modifiche alla legge 977/1967 - Testo vigente
Circolare n. 757708 del 15 settembre 1999 - Ministero dell'industria del commercio e dell'artigianato - Direttiva
97/23/CE in materia di "attrezzatura a pressione" pubblicata nella G.U.C.E. n. L 181 del 9 luglio 1997.
Prenotifiche.
Circolare n.16 dell'8 luglio 1998 - Ministero dell'interno - Decreto ministeriale 10 marzo 1998 - Chiarimenti.
Circolare n. 9 del 5 maggio 1998 - Ministero dell'interno - Decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio
1998, n. 37. Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti
applicativi.
Circolare n. 28 del 4 marzo 1998 - Sentenza della corte costituzionale n. 373/1997. Giudizio di legittimità
costituzionale degli articoli 2, 5, comma 2 e 8 del D.Lgs. 25 novembre 1996, n. 645 (recepimento della direttiva
92/85/CEE concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti,
puerpere o in periodo di allattamento).
2 INTRODUZIONE GENERALE
2.1 PREMESSA
Per tutto quanto previsto dal D.lgs. 81/08 all’art. 17 e in conformità di quanto previsto al successivo art.
28, è stato elaborato il presente Documento di Valutazione dei Rischi, contenente:
a) la relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività
lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
b) l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione
individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a);
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli
di sicurezza;
d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonchè dei ruoli
dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati
unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
e) l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che
ha partecipato alla valutazione del rischio;
f) l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che
richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e
addestramento.
Oltre a ciò il DVR contiene una serie di studi, di analisi e di programmi finalizzati alla implementazione
di un vero e proprio sistema di gestione della sicurezza, dell'igiene e della sorveglianza sanitaria in
Azienda.
Il Documento è stato dunque concepito in forma modulare ed integrabile ed è prevista la sua periodica
revisione e riedizione in relazione ai progressi compiuti attraverso l'opera di approfondimento delle
conoscenze relative ai rischi professionali e messa a punto delle migliori tecnologie di prevenzione e
protezione in relazione ai rischi individuati.
L'azione di approfondimento e miglioramento è stata dunque progettata per essere continua e
permanente: in maniera analoga il presente Documento sarà periodicamente revisionato per aggiornare la
descrizione dello stato attuale ed i programmi di miglioramento dei sistemi di prevenzione e di
protezione.
In questo senso, il presente elaborato non è un mero adempimento cartaceo, più o meno formale, ma
l'atto finale di un'operazione di autodiagnosi straordinaria e globale, supportata da un impianto logico-
metodologico rigoroso e documentato, conforme all'orientamento espresso nel documento “Orientamenti
riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro” (Comunità Europea - DG V/E/2 - Unità di Medicina ed
Igiene del Lavoro) dove la Comunità Europea ha fornito le Linee Guida sulle modalità di Valutazione dei
Rischi sul Lavoro e a quanto contenuto nelle "linee guida per l'applicazione del D.Lgs. 626/94" a cura
delle Regioni e delle Province autonome con la collaborazione dell'ISPESL, arricchito dai contributi
scientifici e metodologici pubblicati in letteratura e/o sviluppati in maniera originale dall’ASL
SALERNO, al fine di focalizzare meglio la problematica e porre le basi per la soluzione dei problemi
specifici e particolari.
Per gli scopi suddetti i membri del gruppo di lavoro del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP)
dell’ASL SALERNO, appositamente istituito in modo conforme alle indicazioni legislative, hanno
attivato le procedure di individuazione e valutazione dei rischi professionali dell'attività propria dell’ASL
SALERNO, in collaborazione con la Struttura dei Medicina del Lavoro Aziendale e con la consultazione
dei dirigenti, dei preposti, dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi.
I rischi generali e quelli specifici sono stati individuati e valutati utilizzando i riferimenti stabiliti da
leggi, normative e standard di buona tecnica.
2.2 TERMINOLOGIA
Sono valide anzitutto le definizioni riportate nel testo del D.Lgs. 81/08. Sono altresì valide tutte le
definizioni riportate nelle leggi e nelle normative applicabili, nelle norme tecniche, nelle linee guida e
nelle metodologie standard inerenti gli argomenti trattati (norme ISO, CEN, CEI, UNI, UNICHIM, etc.).
In particolare si ritiene utile per gli scopi di questo lavoro specificare le seguenti definizioni tratte in
larga parte dal Decreto citato:
Datore di Lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08: Direttore Generale, Dott. Antonio Giordano
coordinatore RSU)
Unità Produttiva INTERA ASL SALERNO
P.O. Nocera – Pagani
P.O. Scafati
P.O. Sarno
P.O. Oliveto Citra
P.O. Eboli
P.O. Battipaglia
P.O. Polla
P.O. Sapri
P.O. Vallo della Lucania
P.O. Roccadaspide
Distretto Sanitario n. 60 – Nocera Inferiore
Distretto Sanitario n. 61 – Angri, Scafati
Distretto Sanitario n. 62 – Sarno, Pagani
Unità Funzionale:
Distretto Sanitario n. 63 – Cava, Costa d’Amalfi
Distretto Sanitario n. 64 – Eboli, Buccino
Distretto Sanitario n. 65 - Battipaglia
Distretto Sanitario n. 66 - Salerno
Distretto Sanitario n. 67 – Mercato San Severino
Distretto Sanitario n. 68 – Giffoni Valle Piana
Distretto Sanitario n. 69 – Capaccio, Roccadaspide
Distretto Sanitario n. 70 – Vallo della Lucania, Agropoli
Distretto Sanitario n. 71- Sapri, Camerota
Distretto Sanitario n. 72- Sala Consilina, Polla
Dipartimento di Prevenzione
Dipartimento di Salute Mentale
Centro Strategico Direzionale - Funzioni Centrali
Volume dell’ambiente
Illuminazione (normale e in emergenza)
Pavimenti (lisci o sconnessi)
Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura,
apparecchiatura)
Solai (tenuta)
Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata)
Botole (visibili e con chiusura a sicurezza)
Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale)
Porte (in numero sufficiente in funzione del personale)
Locali sotterranei (dimensioni, ricambi d’aria)
A2 Rischi da carenze di sicurezza su Protezione degli organi di avviamento
Macchine e Apparecchiature Protezione degli organi di trasmissione
relativamente a: Protezione degli organi di lavoro
Protezione degli organi di comando
Macchine con marchio ‘CE’. Riferimento Direttiva
Macchine (89/392 CEE emendata)
Macchine prive di marchio ‘CE’. Riferimento al D.P.R.
547/55
Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento
Protezione nell’uso di ascensori e montacarichi
Protezione nell’uso di apparecchi a pressione (bombole e
circuiti)
Protezione nell’accesso a vasche, serbatoi e simili.
A3 Rischi da manipolazione di Sostanze Sostanze infiammabili
pericolose: Sostanze corrosive
Sostanze comburenti
Sostanze esplosive.
A4 Rischi da carenza di Sicurezza Elettrica Idoneità del progetto
connessa a: Idoneità d’uso
Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di
incendio e/o esplosione
Impianti speciali a caratteristiche di ridondanza.
A5 Rischi da Incendio e/o Esplosione per: Presenza di materiali infiammabili d’uso
Presenza di armadi di conservazione (caratteristiche
strutturali e di aerazione)
Presenza di depositi di materiali infiammabili
(caratteristiche strutturali di ventilazione e di ricambi
d’aria)
Carenza di sistemi antincendio
Carenza di segnaletica di sicurezza.
Agenti Chimici
polveri;
fumi;
nebbie;
gas;
vapori;
Agenti Fisici
Agenti Biologici
2.4.4.2 Individuazione delle aree omogenee e delle attività omogenee nei comparti
Conformemente alle definizioni contenute nel paragrafo 2.2, si è proceduto all’individuazione,
nell'ambito dei rispettivi comparti, delle aree omogenee e delle attività omogenee dei lavoratori
relativamente a tutti i comparti indicati nel paragrafo precedente. Le aree e le attività omogenee sono
state individuate sulla base delle attività svolte. Pertanto, sulla base di questi criteri, le attività di un
insieme definito di lavoratori (gruppo omogeneo) può essere classificata e descritta attraverso un’unica
attività, oppure, in funzione del mansionario, attraverso più attività omogenee.
La suddivisione delle attività omogenee è stata progettata in modo che, per quanto possibile, esista una
corrispondenza tra singolo lavoratore e singola attività omogenea.
Nel paragrafo che segue vengono riportate in forma tabellare le aree e le attività omogenee individuate
per ciascun comparto nel quale risultano divise le attività dell’Azienda, per le quali si evidenziano, anche
in forma semplificativa, i Fattori di Rischio per la Sicurezza, i Fattori di Rischio per la Salute e i Fattori
di Rischio Trasversali.
In questa fase preliminare è stato di grande aiuto il documento ISPESL “Linea Guida per la Valutazione
del Rischio ai sensi del D.lgs. 626/94 (ora D.Lgs. 81/08): Applicazione alle Strutture del Servizio
Sanitario Nazionale” reso pubblico dal Dipartimento Igiene del Lavoro del Centro Ricerche ISPESL. In
esso si trovano i principi dell’individuazione dei comparti in ambiente sanitario e dei relativi fattori di
rischio. Questa fase per esigenze di concretezza è condotta mediante tabelle riassuntive di facile
consultazione che si elencano di seguito.
Qualità dell’aria:
inquinamento indoor
Fotocopiatrice:
- ozono O3 (lampade)
- formaldeide (carta patinata)
- polvere di toner
- idrocarburi volatili (v.o.c.).
Rivestimenti e moquette:
formaldeide
acrilati , v.o.c
Coibentanti:
fibre di lana di vetro
lana di roccia
fibre di amianto (in caso di ambienti
con protezione incendio)
Carte autocopianti:
uffici copia e centri meccanografici
Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)
Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)
Microclima:
temperatura, U. R., ventilazione
Condizionamento aria:
temperatura, U. R., ventilazione;
quantità di aria e ricambi orari;
aumento di CO2e di v.o.c. per scarso
numero di ricambi orari o eccesso di
riciclo
inquinamento microbico (es.
legionella).
Carte autocopianti:
uffici copia e centri meccanografici
Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)
Videoterminali (VDT):
Problematiche ergonomiche ed
oftalmologiche (postura e schermi)
IMPIANTI A PRESSIONE
Autoclavi e strumentazione in pressione
- Rischio esplosione - valvole di
sicurezza con eventuale sistema di
abbattimento gas (Norme ISO 29000-
29004)
NOTE CONCLUSIVE
L’attività nel laboratorio chimico
comporta un rischio da esposizione a
sostanze chimiche diversificate,
difficilmente quantificabili, ma
definibile come rischio da attività
complessiva di laboratorio.
RISCHI DI IMPLOSIONE
Apparecchiature funzionanti sottovuoto rumore (apparecchiature rumorose,
- protezione meccanica impianti di aspirazione e/o
ventilazione)
NORMA PROCEDURALE
le quantità di sostanze conservate in
laboratorio devono essere inferiori
mediamente a 5 volte il fabbisogno
giornaliero, sia per motivi di sicurezza
che igienico ambientali.
IMPIANTI SOTTOVUOTO
protezione meccanica
IMPIANTI A PRESSIONE
Autoclavi e strumentazione in pressione
- Rischio esplosione - valvole di
sicurezza con eventuale recupero gas.
Norme ISO 29000-29004
AGENTI BIOLOGICI
Rischi connessi a esposizione ad
agenti biologici patogeni durante
l’intervento operatorio vedi C
(Reparti di Degenza e Servizi di
Terapia)
TRASPORTO E MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI (vedi C)
AGENTI FISICI
Vedi Uffici Amministrativi
CAMERA MORTUARIA SALE SETTORIE RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI PER LA SALUTE
RISCHI IGIENICO-
AMBIENTALI E
ORGANIZZATIVI
AGENTI BIOLOGICI
Vedi sale operatorie
P = Probabilità di accadimento
Valore Livello Descrizione situazione
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe incredulità in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno solo in concomitanza di più
1 Improbabile
eventi indipendenti e a loro volta improbabili
non sono note segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe notevole sorpresa in
azienda
2 Poco probabile la situazione rilevata genererebbe danno solo in caso di eventi legati a
sfortunate coincidenze
sono note segnalazioni di rarissimi eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe moderata sorpresa in
azienda
la situazione rilevata genererebbe danno, anche se non direttamente ed in
3 Probabile
modo automatico
sono note alcune segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza,
cui ha fatto seguito un danno
il verificarsi del danno ipotizzato non susciterebbe alcuna sorpresa in
azienda
esiste una correlazione diretta fra la situazione rilevata e il verificarsi del
4 Altamente probabile
danno
sono già stati rilevati danni dipendenti dalla stessa mancanza, o
nell’azienda o in condizioni operative simili, anche altrove
Matrice di rischio
Gravità 4 8 12 16
3 6 9 12
2 4 6 8
1 2 3 4
Probabilità
Dalla valutazione dei rischi deriva il carattere d’urgenza o di priorità con cui intervenire sul singolo
rischio. Ogni tipo di rischio potenziale viene valutato secondo le tabelle di pagina precedente e gli viene
correlato un punteggio secondo la formula R = P x D. Le classi di rischio o livelli di rischio che si
ottengono dalla valutazione nel sistema matriciale a seguito dell’effettuazione del prodotto R = P x D,
costituiscono una discretizzazione della variabile quantitativa.
Secondo la graduatoria si riconoscono i quattro livelli di rischio crescente:
1. rischio basso
2. rischio medio basso
3. rischio medio alto
4. rischio alto.
Il tipo di azioni da intraprendere va normalmente deciso secondo il grado di priorità e di urgenza legato
al valore risultante del rischio, così come rilevabile dalla corrispondente cella della tabella sopra
riportata:
Livello di
Valore Rischio Azione
Rischio
Azioni correttive da programmare con urgenza ed immediatezza,
R>9 Alto 4 perché assolutamente necessarie (per esempio ad horas)
Azioni correttive o migliorative da programmare con urgenza nel
4<R<8 Medio Alto 3 breve termine (per esempio con scadenza semestrale)
Azioni correttive o migliorative da programmare nel medio
2<R<3 Medio Basso 2 termine (per esempio con scadenza annuale)
Le eventuali azioni da programmare nel lungo termine sono solo
per migliorare una situazione di partenza di per sé non
R=1 Basso 1
pericolosa significativamente (per esempio con scadenza bi-
triennale)
Esistono poi delle situazioni per le quali la stima semiquantitativa non è realizzabile per difficoltà
tecniche ovvero per motivi di opportunità o fattibilità. In qualche caso è più opportuno utilizzare
direttamente un metodo di stima qualitativo. Lo svantaggio ed il limite di questo ultimo metodo è
sicuramente il considerevole margine di arbitrarietà della valutazione.
Questo limite insito nel metodo stesso può essere superato se sono definiti gli ambiti propri di
applicazione e per ciascuno di questi se sono chiari i criteri di valutazione specifici, gli obiettivi e le
finalità del percorso di valutazione.
In questi termini anche le situazioni particolari possono essere valutate con correttezza e con criteri
evidenti. Si prenda ad esempio il caso delle “non conformità normative” cioè il classico caso della
mancata individuazione di una certificazione per un impianto o attrezzatura perfettamente funzionante.
Queste verranno valutate, automaticamente, con il livello di rischio 4 perché, quand'anche non
espongano i lavoratori a un rischio grave, devono essere rimosse con la massima priorità perché il
rispetto del dettato legislativo sia effettivo e tempestivo.
E' utile riproporre che una classificazione delle situazioni di pericolo viene fatta non tanto per attribuire
un punteggio di carattere formale a tali situazioni, ma con lo scopo principale di determinare le priorità
con cui le azioni correttive devono essere messe in atto.
L'individuazione dei livelli di rischio pertanto in questo caso si basa fortemente su considerazioni
tecnico-prevenzionali, oltre che sull'esperienza e sulla professionalità di coloro che svolgono la
valutazione. Nella classificazione a quattro livelli cui ci si riferisce in questo paragrafo, il significato di
“livello di priorità” per le misure di adeguamento prevale pertanto su quello di “livello di rischio”.
Ciò infine è in linea con il significato che il Legislatore ha voluto dare alla valutazione del rischio, che è
funzionale alla programmazione delle necessarie misure correttive. L'individuazione dei livelli di rischio
va dunque in questo senso interpretata come una individuazione dei livelli di priorità per gli interventi di
prevenzione e protezione.
L'individuazione dei rischi è effettuata perciò non tanto sulla base delle intrinseche potenzialità delle
sorgenti di rischio quanto piuttosto sull'analisi generale del contesto lavorativo nel quale queste
potenzialità possono eventualmente esprimersi.
Nello specifico vengono esaminate:
le modalità operative seguite per la conduzione della lavorazione (es. manuale, automatica,
strumentale) ovvero dell'operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o comunque protetto,
etc.);
l'entità dell'esposizione in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati
nell'arco della giornata lavorativa o del periodo ritenuto significativo;
l'organizzazione dell'attività (tempi di permanenza nell'ambiente di lavoro, contemporanea
presenza di altre lavorazioni, etc.);
la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione e protezione (schermatura,
segregazione, protezioni intrinseche, cappe di aspirazione, ventilazione, isolamento, segnaletica
di pericolo, etc.) nonché degli ulteriori interventi di protezione quali l'uso di mezzi, o dispositivi
di protezione individuale.
In conclusione si deve verificare ed individuare ogni rischio di esposizione per il quale le modalità
operative non ne consentano una gestione “controllata”.
I metodi operativi per l'individuazione dei rischi sono stati messi a punto per ogni specifica finalità, e
vanno dalle verifiche e sopralluoghi, ai questionari per l'acquisizione di dati sulla sicurezza e
l'organizzazione del lavoro, dalle indagini strumentali fino agli studi analitico-progettuali.
Per l’acquisizione dei dati e la valutazione è stato messo a punto un metodo operativo sviluppato con
Liste di Controllo (Check List).
La “stima” del Rischio di Esposizione (rischi di natura igienico ambientale e rischi trasversali per la
salute e la sicurezza dei lavoratori) ai fattori di pericolo riscontrati è eseguita, anche in base alle
considerazioni svolte nella fase precedente, attraverso:
una verifica dell’esistenza di situazioni in cui l'esposizione deriva da non conformità normative
più o meno significative;
una verifica qualitativa dell’esistenza di situazioni in cui permane un'esposizione significativa
(rischi residui) derivanti da specificità e particolarità delle lavorazioni, nonostante la conformità
normativa;
una verifica dell'accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad un esame oggettivo della
entità e della durata delle lavorazioni, delle modalità operative svolte e di tutti i fattori che
influenzano le modalità e l'entità dell'esposizione, nonché in analogia con i dati di condizioni di
esposizione similari riscontrati nello stesso settore operativo;
la misura diretta dei parametri che possono caratterizzare i fattori di rischio e che porti ad una
loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici
di riferimento (tale misura è indispensabile nei casi previsti dalle specifiche normative - per
rumore, amianto e piombo, oppure per le radiazioni ionizzanti, le sostanze cancerogene, etc, - e
quando, ad esempio, con considerazioni tecniche specifiche, si ritiene esista la possibilità che il
rischio raggiunga un “livello d'azione” così come definito nelle diverse discipline e metodologie
tecniche interessate);
un'analisi approfondita dei dati sugli infortuni dell'ultimo triennio che può dare delle stime sulla
frequenza di accadimento e sulla gravità degli infortuni ricorrenti e delle malattie professionali.
La durata corrisponde all’effettivo periodo d’esposizione al rischio, sia come valore di esposizione
singola sia come cumulo. Può essere ponderata con un punteggio scalare progressivo da 1 a 4. Per
l’assegnazione dei punteggi si possono considerare le possibili variazioni dei tempi di esposizione,
espresse in percentuale dell’orario di lavoro abituale.
La valutazione della modalità corrisponde invece al modo di esposizione ai rischi, secondo un sistema
che prevede un punteggio per la qualità dei pericoli, tempi di esposizione, fattori ambientali, mezzi di
protezione ambientali (DPA), protezione collettiva (DPC)e dispositivi di protezione individuale (DPI).
Anche in questo caso è adottato un punteggio scalare progressivo con valori da 1 a 5.
Dai punteggi dei singoli parametri in ciascun ambiente esaminato e per ciascuna delle categorie che in
esso opera, è stato ricavato, da un’operazione di moltiplicazione, un sintetico “indicatore del rischio”.
Tali valori hanno quindi consentito di operare una distinzione in livelli di esposizione al rischio, come
riportato di seguito nella tabella.
kg legno/mq Mcal/mq Qm
0-15 0-60 1,0
16-30 61-120 1,2
31-60 121-240 1,4
61-120 241-480 1,6
121-240 481-960 2,0
241-480 961-1920 2,4
481-960 1920-3840 2,8
961-1920 3841 - 7680 3,4
1921-3840 7681 - 15300 3,9
>= 3841 >= 15301 4,0
kg legno/mq Qm
0-20 1,0
21-45 1,2
46-70 1,4
71-100 1,6
classe di rischio C
combustibilità bassa = leggero 1,0
combustibilità debole = ordinario debole 1,0
combustibilità normale = ordinario normale 1,0
combustibilità elevata = ordinario elevato 1,2
combustibilità speciale = ordinario speciale 1,4
combustibilità grave = ordinario grave 1,6
classe di resistenza RE
15 1,00
30 1,00
60 1,20
90 1,35
120 1,50
180 1,75
240 2,00
dove:
P fattore che tiene conto del pericolo per le persone
B fattore che tiene conto del pericolo per le cose
F fattore che tiene conto al pericolo dovuto alla produzione di fumo
intensità di pericolo P
non esiste alcun pericolo per le persone (non ci sono abitualmente persone, poche persone
1,0
per poco tempo, oppure ottima distribuzione delle uscite di sicurezza)
esistono pericoli per le persone che però sono in condizioni di raggiungere
2,0
autonomamente le uscite di sicurezza
esistono pericoli per le persone che difficilmente possono abbandonare l'edificio
3,0
autonomamente o per motivi di controllo e sicurezza in generale
danni da fumo P
nessun pericolo particolare di danno da fumo o corrosione;
1,0
classe di reazione al fuoco del materiale uguale a 1
compartimentazione o costruzione con scarse superfici di aerazione;
almeno il 20% del materiale combustibile sviluppa in caso di incendio prodotti di
2,0
combustione tossici;
classe di reazione al fuoco dei materiali uguale a 2
più del 20% del materiale combustibile sviluppa in caso di incendio prodotti di
combustione tossici o corrosivi; 3,0
classe di reazione al fuoco dei materiali maggiore di 2
Combinando tra loro i valori di RC e RF si ottiene il livello di rischio previsto dal DM 10/03/98, ossia:
Rischio Incendio BASSO, laddove RC ed RF sono entrambi a rischio basso;
Rischio Incendio MEDIO, laddove uno solo tra RC ed RF è a rischio medio oppure medio alto);
Rischio Incendio ELEVATO, laddove uno solo tra RC ed RF è a rischio alto, molto alto oppure non
ammissibile.
Infine dal grafico che segue, a seconda della disposizione nella figura del valore R = RF x RC, si
determina un punto all'interno di una zona da A a F. A seconda dell'appartenenza del punto ad una
determinata zona, si prescrivono come obbligatori le misure di prevenzione e i sistemi di protezione
antincendio riportati nella relativa legenda (se R ricadesse esattamente sul confine di una zona con quelle
successiva, si deve considerare R ricadente nella zona che richiede misure più severe).
Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio connesso all'incendio, realizzata con procedura software in base EXCEL
autoprodotta e testata dal SPP, da cui risulta il valore del rischio come previsto dal DM 10/03/1998.
Come riportato sul sito dell’Inail, nei luoghi di lavoro "la valutazione del rischio fulminazione,
eseguita con la versione precedente delle norme CEI, va rivalutata come richiesto dal Decreto
legislativo 81/2008 e s.m.i. (artt. 17 e 84), essendo in vigore dal 1 marzo 2013 la nuova norma CEI
EN 62305-2:2013". Infatti, per gli edifici esistenti, nei quali la valutazione era stata effettuata secondo le
norme precedenti, “il datore di lavoro dovrà compiere nuovamente la valutazione in conformità alla
norma CEI EN 62305–2:20013 e se necessario dovrà individuare e realizzare le misure di protezione
necessarie a ridurre il rischio a valori non superiori a quello ritenuto tollerabile dalla norma”.
La prima edizione della norma CEI EN 62305 è datata aprile 2006; a seguito di numerose e articolate
vicende in sede internazionale, è stata infine pubblicata, ed è entrata in vigore il 01/03/2013, la parte 2
della seconda edizione della norma. L’attuale edizione della norma è stata suddivisa in parti a seconda
dei contenuti degli argomenti trattati, sostituendo completamente la serie di Norme CEI EN 62305:2006-
04.
CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1) - in vigore dal 02/12/2013: Principi generali. Questa parte
contiene le informazioni relative al pericolo da fulmine, alle caratteristiche del fulmine e ai
parametri significativi per la simulazione degli effetti prodotti dai fulmini.
CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) - in vigore dal 01/03/2013:Valutazione del rischio. La
valutazione del rischio secondo CEI EN 62305-2 si basa su un'analisi dei rischi stessi al fine di
stabilire per prima cosa la necessità di una protezione contro i fulmini. Dopodiché viene stabilita
la misura di protezione ottimale dal punto di vista tecnico ed economico. Infine viene determinato
il rischio residuo rimanente.
Per motivi di praticità i criteri per la progettazione, l’installazione e la manutenzione delle misure di
protezione contro il fulmine sono considerate in due gruppi separati.
CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3) - in vigore dal 02/12/2013: Danno materiale alle strutture e
pericolo per le persone. Tratta la protezione di edifici e persone dai danni materiali e dal pericolo
di morte, che potrebbero essere causati dall'effetto della corrente di fulmine oppure da scariche
pericolose.
CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) - in vigore dal 02/12/2013: Impianti elettrici ed elettronici nelle
strutture. Tratta la protezione di edifici contenenti sistemi elettrici ed elettronici dagli effetti dei
disturbi elettromagnetici (LEMP) prodotti dai fulmini.
Un'ulteriore recente novità sul tema della Valutazione del Rischio Fulminazione è costituita
dall'abrogazione, avvenuta il 30/06/2014, della Guida CEI 81-3, che indicava i valori medi del numero di
fulmini a terra. Tali dati sono ora rintracciabili nella banca dati del SIRF (Sistema Italiano Rilevamento
Fulmini) e saranno aggiornati nel tempo, imponendo al Datore di Lavoro una conseguente verifica della
correttezza della valutazione del rischio di fulminazione già eseguita.
Metodo di Valutazione
L'impianto di protezione contro i fulmini ha il compito di proteggere edifici dalle fulminazioni dirette e,
di conseguenza, da possibili incendi e comunque dalle conseguenze della corrente di fulmine. La
valutazione del rischio dovuto al fulmine analizza, come vedremo più avanti, un edificio con le sue
caratteristiche, dimensionali e strutturali, di ubicazione, di destinazione d’uso, di compartimentazione
antincendio, ecc. ed in base al tipo di impianti elettrici e di telecomunicazione presenti, o in ingresso, al
carico di incendio presunto, alla presenza, o meno, di mezzi adeguati per fronteggiare o rivelare la
presenza di eventuali incendi, consente di valutare se la struttura è statisticamente autoprotetta dai
fulmini (ossia protetta in relazione alle proprie stesse caratteristiche), oppure necessita di adeguati mezzi
di protezione esterni quali LPS (parafulmine, gabbia di Faraday, ecc.), SPD (limitatori di sovratensione),
o accorgimenti di altra natura (mezzi di rivelazione/estinzione automatico in caso di incendi, asfaltatura
del suolo, ecc.). Quando le prescrizioni normative non contengono alcuna specificazione sui dettagli
delle misure di protezione contro i fulmini, o per massima cautela, è consigliabile installare almeno un
LPS (di classe III) secondo CEI EN 62305-3.
La metodologia utilizzata dalla Norma di Riferimento CEI EN 62305- 2 è abbastanza articolata, ma si
basa complessivamente su un concetto molto semplice ed intuitivo. Il Rischio (R), definito come il valore
della probabile perdita annua di persone vite umane o cose dovuta al fulmine in relazione alla struttura da
proteggere, dipende da:
numero annuo di fulmini che possono interessare la struttura;
la probabilità che un fulmine che interesse direttamente o indirettamente la struttura provochi un
danno;
il valore economico medio della perdita conseguente.
L’equazione di base è quindi:
R=NxPxL
dove N è il numero di eventi pericolosi, P la probabilità di avere un danno ed L la perdita in seguito al
danno. Sono quindi individuate quattro Componenti di Rischio Rilevanti a loro volta composte da altre
Componenti Parziali di Rischio:
R1: rischio di perdita di vite umane (inclusi danni permanenti);
R2: rischio di perdita di servizio pubblico;
R3: rischio di perdita di patrimonio culturale insostituibile;
R4: rischio di perdita economica.
In conformità con la CEI EN 62305-1, nella valutazione della necessità della protezione contro il fulmine
debbono essere considerati i rischi R1, R2 ed R3. Per ciascun rischio considerato debbono essere
effettuati i seguenti passi:
identificazione delle componenti Rx che contribuiscono al rischio;
calcolo della componente di rischio identificata Rx;
calcolo del rischio totale R;
identificazione del rischio tollerabile Rt;
confronto del rischio R con quello tollerabile Rt.
Se R ≤ Rt la protezione contro il fulmine non è necessaria. Se R > Rt debbono essere adottate misure di
protezione al fine di rendere R ≤ Rt per tutti i rischi a cui è interessata la struttura.
Gli effetti provocati dall´attraversamento del corpo da parte della corrente sono:
Tetanizzazione
E’ il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa. In condizioni
normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi, attraverso i nervi, ad una
placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca neuromuscolare. L´attraversamento del
corpo da parte di correnti superiori provoca, a certi livelli di intensità, fenomeni indesiderati di
contrazione incontrollabile che determinano in modo reversibile l´impossibilità di reagire alla
contrazione. Ad esempio il contatto tra un conduttore in tensione e il palmo della mano determina la
chiusura indesiderata e incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di
contatto.
Arresto della respirazione
La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di aria
che si ripete in condizioni normali circa 12-14 volte al minuto. I singoli atti respiratori avvengono
per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro movimento variano il
volume della cassa toracica. Durante l´elettrocuzione per i medesimi motivi che determinano la
tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono l´espansione della cassa toracica
impedendo la respirazione. Se non si elimina velocemente la causa della contrazione e se non si
pratica in seguito a evento di notevole intensità la respirazione assistita il soggetto colpito muore per
asfissia.
Fibrillazione ventricolare
Quanto già esposto lascia intuire che in un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che basa la
propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici derivanti dal cervello, ogni interferenza di
natura elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio. In funzione
dell´intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa la mancata
espulsione dall´organo di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in primo luogo del
cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di 3-4 minuti senza ossigeno, senza
risultare danneggiato in modo irreversibile. In questo caso un tempestivo massaggio cardiaco offre
qualche possibilità di recuperare l´infortunato, altrimenti destinato a morte sicura.
Ustione
La conseguenza è tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all´attraversamento del corpo da
parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore. Normalmente le ustioni
si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della corrente dal corpo in quanto la pelle
è la parte che offre maggiore resistenza. Come per gli altri casi la gravità delle conseguenze sono
funzione dell´intensità di corrente e della durata del fenomeno.
L´elettrocuzione rappresenta il più noto, grave e frequente infortunio di natura elettrica che può avvenire
per:
contatto diretto
contatto indiretto
arco elettrico.
Un contatto si dice invece indiretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una massa o
con altra parte conduttrice, normalmente non in tensione, ma che accidentalmente si trova in tensione in
seguito ad un guasto o all’usura dell’isolamento, figura 2:
Fusibile
Il fusibile è un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi e i cortocircuiti. E’ caratterizzato da una
estrema semplicità costruttiva, da costi piuttosto contenuti e dal fatto di possedere un elevato potere
d’interruzione, tuttavia quando interviene non assicura la contemporanea interruzione di tutte le fasi del
circuito e i tempi di ripristino sono relativamente lunghi.
Il fusibile può intervenire a causa di un sovraccarico o a causa di un cortocircuito; viene infatti sfruttata la
buona conducibilità termica dell’elemento fusibile che si riscalda in modo uniforme e interviene in tempi
compresi tra i secondi e le ore. In presenza di correnti di cortocircuito che devono essere interrotte in
tempi brevi, la temperatura sale più rapidamente nelle zone a sezione ristretta (essendo più elevata la
resistenza elettrica e minore la capacità termica rispetto alle altre parti dell’elemento fusibile) dove il
materiale riempitivo non è in grado di trasferire all’esterno il calore prodotto. Nei punti a sezione più
piccola la temperatura di fusione viene raggiunta in tempi molto brevi e si hanno così dei punti deboli in
cui avvengono le fusioni, con la conseguente interruzione del flusso di corrente.
Interruttore Magnetotermico
È un dispositivo che contiene, al suo interno due dispositivi di protezione diversi e complementari:
• l’interruttore magnetico: costituito da un relè è in grado di intervenire rapidamente (nell’ordine dei
centesimi di secondo) aprendo il circuito dal momento in cui si crea un cortocircuito diretto. La
sua funzione diventa di fondamentale importanza nel caso di contatti diretti e nei sistemi TN.
• l’interruttore termico: consente l’apertura del circuito nel caso in cui la corrente superiori una
determinata soglia. Interviene in tempi maggiori rispetto all’interruttore magnetico con un tempo
di risposta di qualche secondo.
Impianto di Terra
L’impianto di terra costituisce l’insieme dei conduttori elettrici che raggiungono le prese di terra disposte
nell’edificio e la loro connessione con il terreno, tramite i dispersori.
L’impianto di terra richiede verifiche periodiche della sua efficienza e, in fase di progettazione, deve
soddisfare precise norme attualmente in vigore, tenendo traccia delle modifiche e delle verifiche
periodiche in opportuni registri.
In ambito ospedaliero le norme CEI impongono che la massima tensione in caso di contatto esterno non
superi i 24 Volt. Naturalmente queste specifiche tutelano l’utente solo in casi di macroshock e
rappresentano comunque un limite da non oltrepassare. La limitazione non è assolutamente sufficiente a
garantire la sicurezza in caso di elettrodi applicati direttamente al cuore o comunque in tutte quelle
situazioni in grado di causare microshock. I valori a cui fa riferimento la norma devono tuttavia trovare
un equilibrio tra sicurezza e praticità di utilizzo. Nelle strutture ad alto livello di pericolo si cerca di
proteggere l’utente anche con dispositivi di protezione ulteriori.
Interruttore Differenziale
L’interruttore differenziale ad alta sensibilità non limita il valore della corrente ma solamente il tempo in
cui questa permane in situazioni critiche, assicurando la sicurezza della persona.
L’interruttore differenziale funziona secondo un principio molto semplice, infatti la corrente entrante
(dalla fase) dopo aver percorso i vari circuiti della struttura esce dal neutro e, in condizioni di normale
funzionamento, la corrente entrante deve essere uguale a quella uscente. Se ciò non accade significa che
una parte di essa sta percorrendo strade diverse, come il corpo umano in caso di scossa elettrica o per
cedimento dell’isolante fra un elettrodomestico e l’impianto di terra. L'interruttore differenziale confronta
continuamente la corrente entrante con quella uscente e scatta quando avverte una differenza fra di esse.
La massima corrente differenziale accettabile è di 30 mA.
La parte fondamentale di un interruttore differenziale è il trasformatore contenuto al suo interno dove, in
figura, ne viene rappresentato lo schema di funzionamento.
Nodo Equipotenziale
La prima cosa da fare in fase di installazione è quella di rendere la resistenza del circuito di massa molto
bassa in modo che, in caso di guasti, possano scaricarsi a massa correnti elevate. Se tali correnti sono
sufficientemente alte, l’apertura automatica degli interruttori generali avviene con tempi più ridotti,
riducendo sia i rischi di macroshock che quelli di microshock.
È fondamentale che tutte le superfici metalliche a possibile contatto con un paziente siano mantenute il
più possibile allo stesso potenziale per evitare rischiose differenze di potenziale in grado di causare
correnti indesiderate.
Per questa ragione nelle aree di terapia intensiva e nelle sale operatorie, nonché in tutti i laboratori e
centri diagnostici è presente una particolare connessione detta a nodo equipotenziale, al quale fanno
riferimento tutte le superfici conduttrici, le masse delle prese e le masse di tutti gli apparecchi a contatto
con il paziente. Ogni nodo equipotenziale deve poi essere connesso individualmente alla massa
dell’edificio.
Nelle figura seguente è schematizzato un possibile schema di collegamento delle masse vicino alla zona
pazienti nel caso di locale di gruppo 1 o 2.
Trasformatore d’isolamento
Nelle aree ad alto rischio occorre garantire, oltre alla presenza del nodo equipotenziale, altre due
condizioni:
1) la protezione contro i guasti verso terra degli strumenti elettronici presenti nel locale
2) la continuità della fornitura di energia alle apparecchiature dalle quali dipende la vita del
paziente.
Osserviamo che l’interruttore differenziale viola la seconda condizione mentre il trasformatore
d’isolamento consente il soddisfacimento di entrambe. Generalmente un trasformatore viene usato per
elevare o abbassare la tensione disponibile; il trasformatore ad isolamento, invece ha una funzione
diversa in quanto la tensione di ingresso può essere uguale a quella di uscita poiché il suo compito non è
quello di convertire tensione bensì quello di separatore tra il circuito di alimentazione e la rete elettrica
della struttura. La protezione è ottenuta mediante isolamento tra avvolgimento primario e secondario,
come descritto in figura:
La corrente di dispersione Ia si chiude a terra, risalendo attraverso Rt, la corrente Ib, invece, non si può
chiudere, a meno che vi siano capacità parassite (all’interno del trasformatore ad isolamento) che
facciano passare corrente Ic dal primario al secondario.
In caso di contatto diretto la persona non viene attraversata da corrente in quanto il circuito non può
chiudersi con un componente isolato; una protezione di questo tipo risulta però efficace solo per circuiti
di limitata estensione in quanto con l’aumento della lunghezza dei cavi si creano piccole capacità
parassite che causano correnti di perdita.
In particolare nel caso di un singolo guasto a massa nel circuito secondario non si generano correnti di
guasto in quanto il relativo circuito è interrotto dal trasformatore stesso. E’ di fondamentale importanza
che il trasformatore sia in grado di assicurare la separazione elettrica poiché in essa consiste la sicurezza
del circuito secondario; per tale motivo i trasformatori di isolamento devono essere conformi alla
specifica norma CEI 14-6 (EN60742). La norma stessa vieta di collegare alla terra del primario le masse
del secondario, predisponendo però un sistema di protezione nel caso in cui si verifichi un doppio guasto
su apparecchiature simultaneamente accessibili. Questa protezione si ha mantenendo allo stesso
potenziale tutte le apparecchiature in modo tale che un doppio guasto venga sentito come un
cortocircuito eliminabile con un dispositivo a massima corrente.
Il trasformatore ad isolamento avendo la linea isolata riduce il rischio di macroshock, per contatti diretti
o indiretti, ma non riduce di per sé il rischio di microshock.
Doppio Isolamento
Nei dispositivi con doppio isolamento il contenitore è fatto di materiale non conduttore, tipicamente
plastica, che rappresenta un isolamento supplementare. Se vi sono parti metalliche accessibili sono
attaccate al telaio portante conduttore attraverso uno strato addizionale di isolamento protettivo. Lo scopo
di questo metodo è assicurare che la resistenza Rf tra il contenitore e le fase sia la più elevata possibile. I
dispositivi con doppio isolamento devono essere etichettati “doppiamente isolato”, sono riconoscibili dal
marchio IMQ e la norma corrispondente, che ne regola i principi, ne vieta il collegamento a terra
disponendo spine prive di tale terminale. Il doppio isolamento (dispositivi di classe 2) è largamente usato
come metodo di prevenzione dall’elettroshock sia in campo ospedaliero che in campo civile
Gruppo Classe
Locali
0 1 2 ≤0,5 >0,5 ≤≤ 15
Sala per massaggi X X X (5)
Camera di degenza X X
Sala parto X X (1) X
Sala ECG, EEG, EHG, EMG X X
Sala per endoscopie X(2) X (1) X
(2)
Ambulatori X X X (5)
Sala per urologia X(2) X
Sala per diagnostica radiologica e
X X
radioterapie
Sala per idroterapie X X
Sala per fisioterapia X X
Sala per anestesia X X (1) X
Sala per chirurgia X X (1) X
Sala di preparazione alle operazioni X X(3) X (1) X
(4) (1)
Sala per ingessature chirurgiche X X X X
(4) (1)
Sala di risveglio postoperatorio X X X X
(1)
Sala per applicazioni di cateteri cardiaci X X X
Sala per cure intensive X X (1) X
Sala per esami angiografici ed emodinamici X X (1) X
Sala per emodialisi X X
Sala per risonanza magnetica (MRI) X X
Sala per medicina nucleare X X
Sala prematuri X X (1) X
(1) Apparecchi di illuminazione ed apparecchi elettromedicali con funzione di supporto vitale che richiedono un alimentazione entro 0,5 s o meno
(2) Se non è una sala per operazioni chirurgiche
(3) Se viene praticata anestesia generale
(4) Se ospita pazienti nella fase di risveglio da anestesia generale
(5) Solo per locali di gruppo 1
Nella figura seguente viene riportato un esempio di come deve essere distribuita l’alimentazione in una
struttura ospedaliera a partire dalla rete rispettando le classificazioni delle utenze e la classe
dell’alimentazione di sicurezza.
Nel dettaglio è evidenziato l’uso del collegamento equipotenziale e l’uso del trasformatore di isolamento
nelle sale operatorie (ed in generale di quei locali di gruppo 2) .
Generalmente non è necessario prevedere una alimentazione senza interruzione per apparecchi
elettromedicali. Certi apparecchi comandati da microprocessori tuttavia possono richiedere tale
alimentazione. L’alimentazione di sicurezza prevista per locali richiedenti classificazioni differenti deve
essere della classe che dà la più elevata garanzia di alimentazione.
La Norma CEI 64-8 classifica i locali adibiti ad uso medico e modula la necessità e la consistenza degli
adempimenti di prevenzione e protezione, con riferimento a definiti “raggruppamenti“ di locali ,
così individuabili:
locali medici di gruppo 0: locali medici nei quali non si utilizzano apparecchi elettromedicali
con parti applicate;
locali medici di gruppo 1: locali medici in cui si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti
applicate ad eccezione della zona cardiaca;
locali medici di gruppo 2: locali medici dove si fa uso di apparecchi elettromedicali con parti
applicate destinate ad essere utilizzate in interventi intracardiaci o in operazioni chirurgiche o
dove il paziente e' sottoposto a trattamenti vitali (es. sala risveglio post-operatorio);
In particolare la Norma, salvo casi particolari, modula la necessità e la consistenza dei
provvedimenti con “dettami” sempre meno “stringenti” passando dai locali del gruppo 2 a quelli
del gruppo 0.
Infine la Norma detta disposizioni in ordine alla messa in funzione ed all’esercizio degli impianti:
verifiche iniziali;
verifiche periodiche;
registro delle verifiche periodiche.
E’ stata adottata una metodologia caratterizzata dalle seguenti fasi:
1. Individuazione degli elementi per la valutazione del rischio elettrico e modalità di analisi.
2. Esame della documentazione.
3. Esami a vista di tipo generale.
4. Esami a vista specifici per locali adibiti ad uso medico e non, appartenente alla struttura.
5. Predisposizione di tabelle di valutazione del rischio elettrico.
6. Redazione del programma di interventi da attuare;
Modalità di analisi
La valutazione del rischio di natura elettrica può considerarsi derivante dall’analisi dei seguenti elementi:
Documentazione disponibile presso la struttura e/o la Direzione Generale dell’ASL SA.
Organizzazione delle azioni di manutenzione su impianti ed apparecchiature elettriche.
Sistema di protezione dai contatti indiretti.
Sistema di protezione dai contatti diretti.
Caratteristiche di apparecchiature elettriche di sezionamento, comando, arresto di emergenza e
comando funzionale.
Caratteristiche di condutture e connessioni.
Caratteristiche di componenti ed apparecchiature elettriche.
Accessibilità dei componenti di impianto per interventi operativi e di manutenzione, nonché
all’analisi della politica di controllo e di gestione della sicurezza elettrica della struttura.
P = Probabilità di accadimento
Valore Livello Descrizione situazione
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe incredulità in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno solo in concomitanza di più eventi indipendenti e
1 Improbabile
a loro volta improbabili
non sono note segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe notevole sorpresa in azienda
Poco la situazione rilevata genererebbe danno solo in caso di eventi legati a sfortunate
2
probabile coincidenze
sono note segnalazioni di rarissimi eventi simili verificatisi in precedenza
il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe moderata sorpresa in azienda
la situazione rilevata genererebbe danno, anche se non direttamente ed in modo automatico
3 Probabile
sono note alcune segnalazioni di eventi simili verificatisi in precedenza, cui ha fatto seguito
un danno
il verificarsi del danno ipotizzato non susciterebbe alcuna sorpresa in azienda
esiste una correlazione diretta fra la situazione rilevata e il verificarsi del danno
Altamente
4 sono già stati rilevati danni dipendenti dalla stessa mancanza, o nell’azienda o in
probabile
condizioni operative simili, anche altrove (si possono consultare le banche dati ASL, ex
Ispesl, Inail ecc. , inerenti conseguenze di danni, infortuni o malattie)
Il tipo di azioni da intraprendere va normalmente deciso secondo il grado di priorità e di urgenza legato
al valore risultante del rischio, così come rilevabile dalla corrispondente cella della tabella sopra
riportata:
Esistono poi delle situazioni per le quali la stima semiquantitativa non è realizzabile per difficoltà
tecniche ovvero per motivi di opportunità o fattibilità. In qualche caso è più opportuno utilizzare
direttamente un metodo di stima qualitativo. Lo svantaggio ed il limite di questo ultimo metodo è
sicuramente il considerevole margine di arbitrarietà della valutazione.
Questo limite insito nel metodo stesso può essere superato se sono definiti gli ambiti propri di
applicazione e per ciascuno di questi se sono chiari i criteri di valutazione specifici, gli obiettivi e le
finalità del percorso di valutazione. In questi termini anche le situazioni particolari possono essere
valutate con correttezza e con criteri evidenti.
più apparecchi elettromedicali, anche con altri tipi di dispositivi non elettromedicali, aventi funzione
specificata ed interconnessi tramite:
1) accoppiamento;
2) presa multipla portatile.
Allo stesso tempo, la norma CEI 62-5 integra la precedente definizione asserendo che i sistemi
elettromedicali sono una combinazione, specificata dal fabbricante, di più apparecchi almeno uno dei
quali deve essere un apparecchio elettromedicale, ed interconnessi mediante una connessione funzionale
o mediante una presa multipla.
L’utilizzo di tali apparecchiature nell’ambiente sanitario fa sorgere un fattore di rischio che non può
essere ignorato sia nei confronti dei lavoratori, nella veste di operatori, che dei pazienti in qualità di
utenti dei servizi erogati. La sicurezza delle apparecchiature elettromedicali e dei dispositivi medici in
generale risulta essere dipendente da diversi fattori tra cui sicuramente:
1) progettazione e costruzione eseguite nel rispetto dei requisiti richiesti dalle norme tecniche
(norme CEI e marchiatura CE);
2) impiego in locali in cui l’impianto elettrico sia realizzato secondo la “regola dell’arte”;
3) utilizzo corretto e conforme alla destinazione d’uso;
4) gestione delle verifiche di sicurezza secondo le specifiche norme tecniche in vigore (CEI, UNI,
etc.).
Presupposto fondamentale al punto 3) è la presenza della documentazione tecnica, fornita dal produttore
dell’apparecchio. La mancanza di tale documentazione introduce di per se un rischio non trascurabile.
Ulteriore fattore, sempre inerente al corretto utilizzo, è senza dubbio la formazione specifica che gli
operatori devono effettuare al fine di utilizzare correttamente il dispositivo. Tutti i dispositivi medici
devono essere sottoposti a controlli periodici e manutenzione preventiva, programmati secondo uno
scadenziario che varia in funzione del dispositivo e specificato nel manuale di uso e manutenzione
fornito dal costruttore. Controlli e manutenzione ordinaria possono essere effettuati da personale
addestrato avente le competenze tecniche necessarie. Invece tutti gli interventi di riparazione devono
essere effettuati dal costruttore o da una ditta che possiede le certificazioni necessarie.
Per approfondire questo aspetto bisogna considerare le norme CEI 62-5 e 62-148 che disciplinano
costruzione, prova e riparazione dei dispositivi medici ed in particolare degli elettromedicali.
La norma CEI 62-5 (IEC 60601) prescrive le metodologie di prova destinate prevalentemente ai
produttori di apparecchiature elettromedicali. Tali metodologie sono poco adatte ad essere applicate a
dispositivi già in servizio in quanto necessitano di strumentazioni dedicate e possono in alcuni casi
risultare distruttive in quanto le prove di continuità della terra (resistenza di massa) vengono effettuate
con una corrente pari a 25A. Quando un elettromedicale lascia la linea di produzione ed entra in servizio
nascono scenari di test diversi che vengono regolati dalla norma CEI 62-148 (IEC 62353).
● Test di accettazione: il dispositivo viene testato dall’azienda acquirente affinché sia verificato che
esso risponda ai requisiti di qualità e sicurezza, spesso non solo dal punto di vista elettrico ma
anche riguardo le sue funzionalità di base.
● Test di routine: fanno parte della manutenzione preventiva programmata e vengono effettuati ad
intervalli regolari che variano secondo il tipo di apparecchiatura e specificate nel manuale d’uso e
manutenzione del produttore. Questo tipo di test comprendono prove di sicurezza e di
funzionalità.
● Test post riparazione/assistenza: la norma CEI 62-148 prevede l’obbligo di effettuare un test
riguardo la sicurezza elettrica e delle emissioni del dispositivo ogni qualvolta esso sia stato
oggetto di riparazione. Questo test deve essere effettuato dalla ditta che effettua la riparazione, la
quale deve rilasciare un documento, con espressi valori numerici, relativo alle misurazioni
effettuate dopo l’intervento per garantire la sicurezza elettrica dell’apparecchio e la sua efficacia
terapeutica.
Nella valutazione del rischio relativo alle apparecchiature elettromedicali è stata impiegata la seguente
metodologia:
1) vengono effettuate ricognizioni in loco annotando i dati disponibili dei dispositivi elettromedicali
rinvenuti e la loro posizione sulla planimetria;
2) viene esaminato il manuale d’uso, il registro di manutenzione e qualsiasi altro tipo di
documentazione tecnica associato al dispositivo;
3) tutte le apparecchiature rinvenute vengono elencate in una banca dati riportante le principali
caratteristiche ed informazioni disponibili;
4) viene elaborata una relazione con eventuali difformità riscontrate per ciascun dispositivo;
5) a queste difformità vengono associati specifici livelli di rischio in base ad una tabella valutativa
precompilata;
6) una volta classificati i livelli di rischio viene elaborato un programma delle misure da adottare nel
tempo mediante una scala di priorità.
Tramite i sopralluoghi è possibile compilare per ciascun dispositivo una scheda riguardante le
caratteristiche identificative del bene, le operazioni di manutenzione e di taratura pregresse, la regolarità
dell’allacciamento all’impianto elettrico ed il suo corretto utilizzo nel contesto dell’ubicazione.
Sulla base dei dati ed informazioni disponibili sono state individuati i seguenti tipi di difformità,
successivamente codificate in livelli di rischio:
Per i dispositivi mobili utilizzati in luoghi non conformi elettricamente o per destinazione d’uso la
seguente misura correttiva va applicata immediatamente ed in modo continuativo: il dispositivo va
impiegato esclusivamente in locali ad uso medico. In mancanza dei dati tecnici il responsabile
dell’utilizzo deve acquisire, prima dell’uso, le necessarie informazioni sulle caratteristiche del
dispositivo e della rete elettrica dell’ambiente di lavoro.
Nel programma delle misure da adottare vengono espressi i tempi di attuazione. Appositi diagrammi di
flusso allegati esplicano l’iter delle modalità di adeguamento.
Tale metodologia comprende esclusivamente la valutazione del rischio di shock elettrico ed incendio
relativo agli elettromedicali. Al fine di condurre una valutazione completa è necessario integrare anche le
valutazioni dei rischi biologici, chimici o altro in relazione al tipo di dispositivo ed alle sue funzionalità.
Limitatamente ai rischi di base (elettrico/incendio) si è proceduto ad attribuire i livelli di rischio a seguito
della ricognizione e dell’esame della documentazione tecnica. Analizzando i possibili rischi e
conseguenze, che derivano dall’assenza di documentazione tecnica, si può concludere quanto segue:
Stato di obsolescenza
Un elettromedicale con età maggiore di 9 anni (obsoleto) può presentare con maggiore probabilità,
rispetto ad un apparecchio di età più recente, problematiche di sicurezza elettrica. Se un elettromedicale
soddisfa tutte le richieste riguardanti la documentazione tecnica (CEI), il manuale d’uso, il registro di
manutenzione (collaudo, conformità, taratura...) e tenuta in sicurezza, ma si presenta in uno stato di
obsolescenza, configura un rischio di livello 1.
Mancanza marchio CE
Dal 14 giugno 1998 tutti i dispositivi medici possono essere immessi in commercio ed in servizio nel
territorio dell’Unione Europea soltanto se muniti della marcatura CE di conformità alla Direttiva
93/42/CEE. Pertanto la mancanza di marcatura CE, per dispositivi prodotti e messi in commercio dopo la
suddetta data, comporta assenza totale di garanzie di conformità e sicurezza. Un dispositivo in tali
condizioni rappresenta fonte di rischi per l’utilizzatore e il paziente che ne usufruisce, pertanto l’impiego
non è consentito dalle norme vigenti. Per i dispositivi la cui produzione ed immissione in commercio è
antecedente alla data di cui sopra, è obbligatoria una rimessa a norma, certificata da soggetto autorizzato,
secondo le norme CEI, UNI, EN. Le difformità sopra esplicitate configurano un rischio di livello 4.
Impiego di dispositivi elettromedicali in luoghi non conformi dal punto di vista elettrico / impiego
di dispositivi non conformi alla destinazione d’uso
In particolare per le apparecchiature mobili, tale difformità rappresenta senza dubbio una fonte di rischio,
ponendosi ad un livello 4.
e apparentemente essa funziona correttamente. Tuttavia essa eroga e/o rileva valori fuori
specifica.
3. Guasti non rilevabili neanche dall’operatore attento. Si tratta della categoria di guasti più
pericolosi in quanto solitamente l’avaria è nascosta e non compromette la normale funzionalità
del dispositivo, salvo poi manifestarsi in particolari condizioni. Questo tipo di guasto può essere
scoperto solo durante la manutenzione ordinaria o al manifestarsi dell’evento dannoso.
Sembrerebbe logico quindi intraprendere uno studio delle probabilità delle specifiche tipologie di guasto
e delle loro possibili combinazioni al fine di ridurle al minimo. Tuttavia vista la molteplicità di variabili,
(diversi tipi e combinazioni di sistemi elettromedicali, diverse filosofie costruttive, età delle
apparecchiature, allacciamenti multipli alla rete elettrica e così via) ciò diventa significativamente arduo
all’aumentare del numero di apparecchiature stesse in utilizzo. Si preferisce quindi fare affidamento alla
filosofia del primo guasto che possiamo sintetizzare come segue:
1. bisogna evitare che si presentino pericoli in condizioni di primo guasto ragionevolmente
ipotizzabili;
2. ogni parte dell’apparecchio correlata alla sicurezza deve essere ragionevolmente affidabile in
modo da mantenere bassa la probabilità di primo guasto;
3. la probabilità di avere due primi guasti contemporaneamente sarà dunque ragionevolmente
trascurabile in modo da ritenere accettabile che una situazione di guasto multiplo possa produrre
pericolo;
4. qualora un primo guasto ne causi direttamente altri, la probabilità è la stessa del guasto singolo e
l’apparecchio deve rimanere sicuro;
5. qualora si verifichi la circostanza che due guasti possano avere causa comune la probabilità dei
due guasti è la stessa della causa comune;
6. qualora un guasto appartenga alla categoria dei guasti non rilevabili neanche da operatori attenti
di cui sopra bisogna considerare, nello sviluppo delle prescrizioni di sicurezza, che
potenzialmente il guasto possa restare celato per un lungo periodo di tempo.
Questa filosofia del primo guasto fa parte delle norme di buona tecnica da tener conto durante la
progettazione e ricondizionamento di un apparecchiatura elettromedicale in modo da garantire la tutela
da danni fisici almeno nel caso in cui si verifichi una delle suddette condizioni. Nello specifico essa è
presente nella CEI 62-5 sotto primo guasto o single fault condition (SFC): condizione in cui è difettosa
una sola misura di protezione contro i pericoli nell’apparecchio oppure si verifica una sola condizione
anormale pericolosa esterna all’apparecchio.
In sostanza applicare la filosofia del primo guasto implica che vengano utilizzati due mezzi di difesa per
ciascun pericolo. Si accetta quindi che la condizione di doppio guasto, nonostante il danno risultante
possa essere elevato, abbia una probabilità troppo bassa da poter considerare plausibile il rischio
associato. In tal modo, premesso che la probabilità dei singoli guasti sia ragionevolmente bassa, il rischio
durante l’utilizzo di una apparecchiatura conforme, condizione alla quale bisogna necessariamente
tendere, diviene trascurabile. Va comunque precisato che la filosofia del primo guasto si applica
limitatamente al rischio di shock elettrico e di incendio e non a tipologie di rischio che interessano la
funzionalità, ovvero quei pericoli per i quali l’apparecchiatura non svolge correttamente la funzione
attesa.
Quest’ultimo aspetto risulta essere di fondamentale importanza quando si valuta la possibilità o meno di
poter mantenere in servizio, ricondizionare o rottamare vecchie tecnologie che non soddisfino più le
normative in vigore nel momento della manutenzione o verifica periodica.
Tali verifiche vanno effettuate da tecnici qualificati per capacità professionali e partecipazione a corsi di
formazione abilitativi. Inoltre non vanno effettuate in locali ad uso medico né tanto meno in presenza di
pazienti collegati all’apparecchiatura.
Ci si rende rapidamente conto, allora, che non è possibile effettuare periodicamente tutte le verifiche
previste all’atto della certificazione dell’apparecchio. Tuttavia è possibile concentrarsi su quei parametri
o componenti che risulta, con maggiore probabilità, essere variati nel corso del tempo, in modo tale da
mettere in pericolo paziente ed operatore. Degli esempi potrebbero essere il controllo delle correnti di
dispersione, la verifica del valore dei fusibili in uso, l’integrità dell’allacciamento alla rete elettrica, delle
guaine isolanti di eventuali strumenti a mano e così via. Inoltre bisogna considerare che, essendo le
conoscenze tecniche e scientifiche in continua evoluzione, alcune apparecchiature adottate nel passato
potrebbero essere oggigiorno carenti rispetto le ultime norme pubblicate, nonostante al momento della
produzione fossero state realizzate allo stato dell’arte. Alla luce di questo, il collaudo iniziale (ovvero la
verifica effettuata dall’acquirente all’atto della messa in servizio del dispositivo) risulta essere una
procedura di fondamentale importanza, in quanto i valori inizialmente rilevati e validati risulteranno
essere un metro di paragone con le misurazioni che verranno effettuate successivamente durante le
verifiche periodiche e le operazioni di manutenzione.
Quindi, considerando questi aspetti fondamentali, è necessario che il responsabile del servizio di
prevenzione e protezione individui, per ciascuna tipologia di dispositivo elettromedicale, il sottoinsieme
di verifiche necessarie tra quelle disponibili nelle norme in vigore e rediga dei protocolli di verifica
periodici, garantendone l’applicazione.
apparecchiature come ad esempio il manuale d’uso. Tale passaggio è fondamentale anche nella rimessa a
norma del dispositivo. Si precisa che qualsiasi apparecchiatura, anche al primo acquisto, non debba
superare il collaudo di accettazione se il fabbricante non fornisca il relativo manuale redatto in lingua
italiana. Per la reperibilità, conservazione e messa a disposizione dei manuali si fa affidamento al
buonsenso dei caposala che sono consapevoli dell’importanza di tale documento.
I sistemi elettromedicali
La richiesta e l’utilizzo di sistemi elettromedicali complessi, ovvero combinazioni di dispositivi
elettromedicali e non, utilizzati anche simultaneamente, è sempre più frequente. La norma CEI 62-51
fornisce prescrizioni precise sulla configurazione e sui collegamenti delle apparecchiature facenti parte
del sistema che prevedono anche l’utilizzo di prese multiple portatili, comunemente note come ciabatte.
Il concetto fondamentale è che tali sistemi, intesi come combinazioni di più dispositivi, devono
presentare lo stesso livello di sicurezza di un singolo elettromedicale in prossimità di un paziente. Fuori
da questa zona, il sistema deve garantire il livello di sicurezza proprio dell’apparecchiatura non
elettromedicale come definito dalla norma di competenza.
Principalmente ci sono due motivi principali a causa dei quali si può alterare la sicurezza delle
apparecchiature inserite in un sistema:
1. la presenza di involucri con correnti di dispersioni elevate o per somma di dispersioni o per la
presenza di non elettromedicali;
2. la presenza di tensioni sugli ingressi e/o uscite di segnale delle apparecchiature.
Siccome questa problematica è poco nota e quindi scarsamente considerata dagli operatori dei dispositivi
elettromedicali, molti sistemi non hanno le caratteristiche di sicurezza tali da poterli ritenere rispondenti
alle normative. Inoltre, le necessità di reparto implicano la possibilità di dover spostare apparecchiature
da un sistema all’altro, disgregando e ricreando nuovi sistemi di cui nessuno ha garantito la sicurezza.
Altrettanto frequente è la situazione in cui si acquistano nuovi dispositivi che verranno inseriti in sistemi
preesistenti dallo stesso personale medico. Risulta chiaro che, in base alle norme vigenti, tutti i sistemi di
elettromedicali andrebbero collaudati prima dell’effettivo utilizzo in reparto.
Criteri di valutazione
Le ricognizioni sono state effettuate tenendo conto delle informazioni disponibili sulla base dei seguenti
elementi:
consultazione dei dirigenti, preposti, lavoratori e caposala;
analisi della documentazione tecnica reperita in loco;
Gli esami effettuati sui dispositivi rinvenuti sono principalmente raggruppabili in tre categorie: esami
generali, esami specifici, esami della documentazione tecnica.
Gli esami generali consistono nel riconoscimento e valutazione di:
1. tipologia del dispositivo elettromedicale;
2. principali caratteristiche tecniche e fisiche di funzionamento;
3. componenti accessorie collegate oppure opzionali;
4. dati e informazioni desumibili dalla documentazione tecnica delle ditte costruttrici e manutentrici.
Passando agli esami specifici per singolo dispositivo, essi hanno lo scopo di valutare:
In un motore a benzina il calore può essere eliminato, per esempio, mediante un getto d'aria fredda sul
motore o sul radiatore, ottenendo quello che si dice un raffreddamento per convezione. Il fatto è che il
motore è abbastanza indifferente alla temperatura a cui lavora, infatti funziona benissimo ad una
temperatura di 80 - 90 °C ma può funzionare ancora quando la temperatura è prossima al punto di
congelamento oppure oltre la temperatura d'ebollizione dell'acqua. L'uomo, invece, deve funzionare ad
una temperatura corporea tra 35,8 e 37,7°C: un'oscillazione molto contenuta, di solo 1,9 °C perché si
tratta di una temperatura critica. Il sistema di regolazione della temperatura corporea è comunque assai
complesso, ma si può affermare che aliquote di calore possono essere eliminate in vari modi:
per conduzione (trascurabile a meno che non ci si trovi su una superficie fredda o immersi in un
bagno gelato);
per irraggiamento, cioè irraggiando calore verso oggetti più freddi nelle vicinanze;
per convezione, quando una corrente d'aria fredda passa sul corpo, e mediante l'evaporazione del
sudore prodotto in ambiente molto caldo.
L'effetto raffreddante del sudore è veramente notevole: evaporare 100 cc di sudore ha lo stesso effetto di
raffreddamento procurato dall'ingestione di 0,5 kg di ghiaccio o di litri 1,6 d'acqua gelata.
temperatura corporea raggiunge i 40°C, in questo stadio la rimozione dall'ambiente caldo e un rapido
raffreddamento sono essenziali, altrimenti la temperatura del corpo continuerà ad alzarsi ulteriormente e
sopravverrà il coma, seguito dalla morte. E' ovvio che i tempi di esposizione che possono essere tollerati
in condizioni estreme varieranno secondo l'individuo, della temperatura, dell'umidità, dell'attività fisica,
del lavoro e degli indumenti indossati. Quando il lavoro è faticoso si genera maggior calore e la
temperatura corporea salirà rapidamente. Una precedente esperienza in condizioni climatiche calde può
essere importante: alcune persone sono incapaci di lavorare a lungo in condizioni estreme al primo
tentativo e migliorano le loro prestazioni solo con l'allenamento, mentre altre lavorano perfettamente
anche alla loro prima esperienza. Se una persona vive in un clima molto caldo o lavora per molte ore il
giorno in ambiente caldo, allora si avrà acclimatazione, cioè il corpo si adatterà in modo da poter
funzionare più efficacemente in ambienti caldi. Esperienze reali mostrano che i principianti possono
lavorare, al primo tentativo, solo la metà del tempo che una persona allenata può tollerare.
Il controllo medico
Ci sono differenze individuali nella tolleranza al calore e della necessità di acclimatazione. E' importante
prevenire, nei casi di lavoro in ambienti molto caldi ancorché al di sotto dei limiti raccomandati, i rischi
che possono correre persone non perfettamente sane. A tale scopo è importante attuare un controllo
medico e in particolare la visita medica di idoneità specifica al lavoro in ambiente caldo, in modo da
evidenziare eventuali patologie - o predisposizione a patologie - non compatibili con la mansione
prevista e visite periodiche comprendenti anche esami specifici dell'apparato cardiocircolatorio e
respiratorio. Anche in caso di lavori che si svolgono in ambiente freddo si devono adottare misure
preventive che consistono essenzialmente nel periodico controllo dello stato di salute dei lavoratori alfine
di evitare l'insorgere o l'aggravamento di patologie a carico dei vari apparati (affezioni respiratorie e
artriti in particolare).
dell'isolamento termico (del vestiario) richiesto, denominato indice IREQ e il metodo di valutazione
basato sull'indice WCI (proposto anche dalla ACGIH) sui quali ci soffermeremo più avanti brevemente.
Generalità
Si chiamano ambienti termicamente moderati, quegli ambienti nei quali l'obiettivo, in sede di
progettazione e di gestione, è il raggiungimento del comfort termico. Lo sono certamente gli ambienti
civili (abitazioni, scuole, uffici, CED, ecc.) e molti ambienti industriali. Gli ambienti moderati si
contrappongono a quelli severi, caldi o freddi, dei quali si parlerà diffusamente nei prossimi paragrafi.Gli
ambienti moderati sono individuati operativamente dal fatto che impongono un "moderato" grado di
intervento al sistema di termoregolazione e che vi può risultare facilmente realizzata la condizione di
omeotermia del soggetto.
In concreto tali ambienti sono caratterizzati da:
condizioni ambientali piuttosto omogenee e con ridotta variabilità nel tempo;
assenza di scambi termici localizzati fra soggetto ed ambiente che abbiano effetti rilevanti sul
bilancio termico complessivo;
attività fisica modesta e sostanzialmente analoga per i diversi soggetti;
sostanziale uniformità del vestiario indossato dai diversi operatori.
Il comfort termico
Il comfort termico è definito come "quello stato psicofisico in cui il soggetto esprime soddisfazione nei
riguardi del microclima" oppure come "la condizione in cui il soggetto non ha né sensazione di caldo né
sensazione di freddo", condizione che si dice anche di neutralità termica. Queste due definizioni sono del
tutto equivalenti ed abbastanza semplici. Più complesso è esprimere il benessere termico e lo
scostamento da esso in termini fisiologici o di parametri microclimatici.
Come si vedrà dettagliatamente nel seguito, in letteratura si parla di “comfort termico globale” se ci si
riferisce al corpo nella sua interezza, e di “comfort termico locale”, o localizzato, se invece ci si riferisce
a determinate zone del corpo. Evidentemente, le situazioni reali sono considerate accettabili solo se sono
contemporaneamente verificate le due condizioni, quella di comfort locale e quella di comfort globale.
Comfort globale
Perché ci sia comfort termico globale, una condizione necessaria è che l'energia interna del corpo umano
non aumenti né diminuisca, ovvero che nell'equazione di bilancio:
f (abbigliamento, attività, ta, va, Ф, tr, tsk, Esw ) = 0;
il termine di accumulo sia nullo. Tale termine lega tra loro otto variabili: due relative al soggetto
(abbigliamento e attività), quattro ambientali (temperatura, velocità e umidità dell'aria e temperatura
media radiante) e due fisiologiche (temperatura della pelle e potenza termica dispersa per sudorazione o
percentuale di pelle bagnata dal sudore). In verità, le due variabili fisiologiche non sono variabili
indipendenti, ma dipendono con legge complessa dalle altre, per cui le variabili indipendenti da cui
dipende effettivamente il benessere termico sono sei.
Negli ambienti moderati è indispensabile valutare lo scostamento delle condizioni reali da quelle di
comfort termico globale; tale valutazione si effettua mediante gli indici di discomfort globale, che sono
funzione delle variabili non fisiologiche e assumono lo stesso valore per tutte le combinazioni di queste
ultime che danno uguali sensazioni termiche. Questi indici, i più importanti dei quali verranno esaminati
nei seguenti paragrafi si valutano ipotizzando che le variabili ambientali siano uniformi nello spazio che
circonda il soggetto e che i loro valori siano uguali proprio ai valori medi spaziali.
Nel capitolo successivo si esamineranno due indici: il PMV, che è un indice di sensazione e che è alla
base della norma UNI-EN-ISO 7730, e l’indice PPD, che deriva direttamente dal PMV.
+3 = molto caldo
+2 = caldo
+1 = leggermente caldo
0 = neutro
-1 = leggermente fresco
-2 = fresco
-3 = freddo
Va ricordato che, secondo Fanger, la sensazione termica è proporzionale alla variazione di metabolismo
(calore prodotto dal corpo in relazione all'attività fisica svolta) necessaria per soddisfare il bilancio
termico quando le altre variabili rimangono costanti.
Fanger ottenne dalla elaborazione dei dati sperimentali una legge empirica (troppo lunga e complicata
per essere riportata qui, nell’ambito di questa breve relazione), poi ripresa pienamente dalla EN-ISO
7730, dalla quale si può ottenere il valore di PMV disponendo del valore dei seguenti parametri oggettivi
(di cui si riporta anche l’unità di misura tipicamente utilizzata):
1. livello di attività fisica, MET, dove 1 MET = 50 Kcal/h per m2 di superficie corporea = 58,2
Watt/m2);
2. resistenza termica del vestiario, CLO, dove 1 CLO = 0,155 m2 °C/W = 0,180 m2 °C/Kcal);
3. temperatura radiante media, tr (°C);
4. temperatura dell'aria, ta (°C);
5. umidità relativa, Ф (%);
Più che il diagramma della funzione può essere utile osservare i valori ottenuti nella sperimentazione di
Fanger nel 1970. Detti valori sono riportati in tabella opportunamente raccolti in ragione della
distribuzione dei voti espressi dai soggetti sottoposti alla sperimentazione.
Tabella I - Distribuzione dei voti espressi per alcuni valori di PMV. Da (Fanger, 1970).
Dalla Tabella I risulta che per PMV uguale a 0 (condizione di neutralità termica) la percentuale di
insoddisfatti fu comunque del 5%, e, nella stessa condizione di PMV = 0, ben il 40% delle persone votò
1, cioè non si ritenne in condizioni di neutralità termica. Se si tiene presente quanto detto a proposito
dell'uniformità dei soggetti sottoposti alla sperimentazione, c'è da ritenere che nei normali ambienti
moderati, dove parametri quali l'età, le condizioni psicofisiche, l'abbigliamento degli individui
sicuramente non sono uniformi, la percentuale di insoddisfatti può essere anche superiore a quella
ottenibile con l'equazione PPD = f (PMV).
In ogni caso, sia la tabella che il diagramma, evidenziano bene l'esistenza di differenze tra i diversi
individui che frequentano gli stessi luoghi di lavoro: i valori di soglia ai quali vengono attivati i recettori
termici variano da soggetto a soggetto, ne deriva che le risposte soggettive non sono uniformi ed è quindi
impensabile realizzare condizioni che siano di comfort proprio per tutti.
climatizzazione con ventilazione forzata e nei mezzi di locomozione (auto, treni, ecc.). Dibattuto perché,
dopo molte ricerche, si è arrivati ad una conclusione che non convince completamente e che non è
facilmente utilizzabile.
Fino ad una decina di anni fa, infatti, si riteneva che il discomfort da correnti d'aria dipendesse
unicamente dalla velocità dell'aria (o meglio, dal suo valore medio), mentre le recenti ricerche
sperimentali hanno dimostrato che esso dipende anche dalla temperatura, ta, e dall'intensità di turbolenza
dell'aria, Tu, (definita come rapporto della deviazione standard della velocità dell’aria DSva, rispetto al
valore medio della stessa velocità, va) ed hanno portato alla relazione:
DR =(34-ta)(va-0,05)0,62(0937vaTu + 3,14)
dove DR (Draft Risk, in italiano Rischio da Corrente d'Aria) è la percentuale di insoddisfatti da corrente
d'aria. Per ragioni pratiche il modello che descrive il fenomeno perde di validità per valori troppo bassi
della velocità media dell’aria, perciò se è va< 0,05, si assume DR = 0.
Più in particolare, la relazione che descrive il rischio da correnti d’aria, che è stata recepita dalle seconde
edizioni sia della ISO 7730 che della ASHRAE 556, e, quindi, anche nella norma UNI EN ISO
7730:2006, è stata sperimentalmente validata alle seguenti condizioni:
attività normalmente sedentarie, condizioni prossime a quelle di comfort globale;
va compresa tra 0,05 e 0,4 m/s;
Tu compresa tra 0% e 70%;
ta compresa tra 20 e 26°C.
Per quanto riguarda il limite superiore di temperatura, vale la pena di considerare che al di sopra dei 26
°C, velocità dell'aria elevate sono certamente gradite se si ha caldo, dunque per valori di temperatura così
elevati si perde completamente il concetto personale di rischio da corrente d’aria e la relazione di cui
sopra non trova alcuna applicabilità.
Le determinazioni sperimentali, poi riportate nelle normative tecniche, stabiliscono come ottimale, nei
confronti del rischio da correnti d’aria, un valore di DR inferiore o uguale al 15%. A questo proposito
giova osservare quanto suggerito dal diagramma che si riporta di seguito.
sensazione di leggero caldo, la percentuale di insoddisfatti, a parità di ta,Tu e va, diminuisce. Questi
effetti, però, non sono stati ancora quantificati in una valida legge empirica che possa modificare l’attuale
impostazione normativa.
Il grado igrometrico e la velocità dell’aria non compaiono esplicitamente nelle due relazioni, perché,
nella reaItà, sia la temperatura di globo che quella di bulbo umido a ventilazione naturale dipendono
dalla velocità dell’aria mentre la temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale è funzione anche
dell’umidità. In definitiva l’indice WBGT, che è una media pesata di due o tre temperature, dipende solo
dai soliti quattro parametri microclimatici, ta, tr, va (da cui dipendono sia tg che tnw) e Ф (da cui dipende
tnw) e rappresenta cioè lo stress termico che l’ambiente esercita sulla persona, quindi non dipende né dal
metabolismo, né dall’abbigliamento.
La norma UNI EN 27243 fornisce valori limite per l’indice WBGT, da non superare per evitare che il
corpo raggiunga una temperatura superiore a 38°C. I limiti sono riferiti ad una persona in buono stato di
salute, adatta all’attività in esame, con una resistenza termica dell’abbigliamento pari a 0.6 CLO e
permeabilità del vestiario pari a quella degli abiti di cotone. I limiti, riportati in Tabella II, si riferiscono a
differenti valori di metabolismo, parametro legato all’attività svolta dall’individuo, e sono differenti per
soggetti acclimatati o non acclimatati; sono inoltre differenti per ambienti con aria stagnante rispetto a
quelli con aria non stagnante.
Infatti quando si esaminano gli ambienti severi caldi si è soliti distinguere i soggetti acclimatati da quelli
non acclimatati. Un soggetto non acclimatato reagisce agli ambienti caldi in modo più difficoltoso
rispetto ad un soggetto acclimatato poiché quest’ultimo, per motivi fisiologici, attiva la sudorazione più
rapidamente; inoltre, a parità di lavoro, il soggetto acclimatato ha una frequenza cardiaca più bassa.
L’acclimatazione, che può essere naturale o indotta, si attua in un arco di tempo di una settimana durante
la quale la persona viene portata gradualmente ai parametri climatici tipici del luogo di lavoro. E’
significativo osservare, che non esiste per gli ambienti severi freddi un analogo meccanismo naturale di
acclimatamento.
Tabella I – Valori limite dell’indice WBGT, per valori crescenti del tasso metabolico (UNI EN 27243)
Qualora l’indice WBGT risulti superiore al valore limite è necessario prevedere delle pause di riposo nei
normali cicli di lavoro per evitare che possa verificarsi per i soggetti esposti un accumulo di energia
termica all’interno del nucleo.
si raffredda al si sotto dei 35°C (ipotermia), insorge il brivido che comporta l’attivazione dei gruppi
muscolari con generazione di energia termica senza produzione di lavoro meccanico verso l’ambiente
esterno. A causa dell’affaticamento muscolare conseguente, il meccanismo comportamentale del brivido
non può tuttavia protrarsi indefinitamente. Se la temperatura del corpo si abbassa ulteriormente e si porta
al di sotto di 32°C subentra allora uno stato di confusione mentale che può portare alla perdita della
coscienza. In tali condizioni il soggetto non è più il grado di prendere alcun tipo di provvedimento e
l’ulteriore conseguente raffreddamento del corpo conduce alla morte per fibrillazione ventricolare ed
arresto cardiaco.
In questi casi è necessario intervenire sul soggetto colpito da stress da freddo riportandolo gradualmente
a condizioni termiche più confortevoli. Il soggetto non va però riportato repentinamente a temperature
più elevate per evitare che la vasocostrizione diminuisca talmente rapidamente da far si che il sangue,
raffreddandosi nell’attraversare i tessuti freddi, ritorni al cuore a bassa temperatura.
Le condizioni di stress termico a cui sono sottoposti gli individui negli ambienti severi freddi sono
valutate mediante il procedimento contenuto nel rapporto tecnico ISO TR 11079 (ISO, 1993) che utilizza
l’indice IREQ. Inoltre gli effetti dell’esposizione al freddo delle parti non protette del corpo sono
affrontati nello stesso documento mediante l’uso degli indici WCI e tch.
Indici IREQ
Partendo dalla considerazione che un adeguato abbigliamento può proteggere dal freddo, il Technical
Report ISO TR 11079 (ISO, 1993) ha adottato un indice di valutazione dello stress da freddo denominato
IREQ. Esso rappresenta la resistenza termica dell’abbigliamento in grado di mantenere indefinitamente
in condizioni di omotermia un soggetto sottoposto all’ambiente in esame. L’indice IREQ si basa
sull’analisi degli scambi termici tra soggetto ed ambiente e viene calcolato partendo dall’equazione di
bilancio termico del corpo umano, fornendo una soluzione di calcolo in funzione di due grandezze
relative al comportamento fisiologico degli uomini. Tali variabili indipendenti sono la temperatura della
pelle e la percentuale di pelle bagnata a cui vengono assegnati dei valori (suggeriti dalla stessa Technical
Report ISO TR 11079) in base a considerazioni di carattere fisiologico.
A tal fine vengono definiti due livelli per quanto riguarda l’indice IREQ: l’IREQmin e l’IREQneu. Il
primo valore è riferito a condizioni di stress termico elevato, al limite di attivazione del meccanismo di
protezione fisiologica del brivido, mentre il secondo fa riferimento a condizioni di stress termico
moderato, al limite inferiore della neutralità termica. L’IREQmin individua allora il minimo isolamento
termico richiesto per mantenere l’equilibrio termico del corpo al limite dell’attivazione del meccanismo
comportamentale del brivido, mentre l’IREQneu rappresenta l’isolamento termico richiesto per
mantenere condizioni di neutralità al limite di attivazione della funzione vasomotoria. I valori della
temperatura della pelle e della percentuale di pelle bagnata da imporre nel calcolo delle IREQmin e
IREQneu possono essere allora assegnati in corrispondenza alle condizioni limite di neutralità termica e
di attivazione del sistema termoregolatorio comportamentale, e, come già detto più sopra, tali valori sono
perentoriamente fissati dal Technical Report ISO TR 11079.
Per la valutazione del raffreddamento provocato dall’esposizione al freddo di parti non protette del corpo
umano si utilizza l’indice empirico WCI (Wind Chill Index), che rappresenta il flusso termico disperso
nell’ambiente reale da un cilindro la cui superficie esterna si trova alla temperatura di 33°C. Tale indice,
assieme al “gemello”, la Chilling Temperature, tchfurono proposti sin dal 1945 e ancora oggi sono i più
utilizzati per valutare il raffreddamento di parti del corpo.
L’equazione per il calcolo del WCI è la seguente:
WCI =1,16 [10,45 +10 √( vr− vr)] (33 − ta),
in cui vrè la velocità relativa (m/s) e ta è la temperatura dell’aria (°C).Alternativamente all’indice WCI
viene utilizzata la Chilling Temperature, tch, che rappresenta la temperatura di un ambiente fittizio, con
velocità dell’aria pari a 1,8 m/s in cui si riscontra lo stesso raffreddamento prodotto nell’ambiente reale.
La sua espressione è la seguente:
tch = 33 - (WCI / 25,5).
Si tenga bene presente che gli indici di cui sopra WCI e tch, sono gli unici utilizzabili nel caso di
valutazione del raffreddamento di parti localizzate del corpo.
Indagine Ambientale
Per la completa caratterizzazione del microclima si devono determinare, al fine di calcolare gli indici
microclimatici, i seguenti parametri microclimatici: la temperatura dell'aria (ta); la temperatura del bulbo
umido (tw); la temperatura del globotermometro (tg); la temperatura del bulbo umido naturalmente
ventilato (tnw); la velocità dell'aria (va), l’umidità relativa (Ф).
Naturalmente non tutti i parametri sono richiesti per il calcolo di tutti gli indici per cui, in alcuni casi,
certe determinazioni risultano inutili. Per la determinazione di tali parametri il SPP della ASL SALERNO
utilizza una stazione di monitoraggio microclimatico, del tipo BABUC A.
automatiche, regolata giuridicamente con il principio del “public domain”, il SPP della ASL SALERNO,
ha potuto implementare i due listati in una unica procedura di calcolo in VISUAL BASIC, nella quale,
oltre all’introduzione di un subroutine originale per il calcolo del DR e dei parametri del WBTG, è stata
ideata una sequenza logica che permette di discriminare tra luoghi di lavoro che devono essere
classificati caldi, moderati o freddi, secondo le attuali griglie di valutazione stabilite dalle stesse norme
internazionali di riferimento.
Gli unici dati che non sono forniti direttamente dalla stazione di misurazione BABUC sono quelli relativi
alla Energia Metabolica e l’Isolamento termico del Vestiario. Di seguito, a completamento della base dati
su cui esercitare il funzionamento del software MC, sono riportate due tabelle che si derivano
direttamente dalle norme tecniche armonizzate. La prima riporta valori tipici dell’Energia Metabolica in
MET, mentre la seconda esprime valori tipici dell’isolamento del vestiario in CLO.
Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio da microclima, realizzata con procedura software autoprodotta e testata dal
SPP, da cui risulta il valore del rischio nei termini previsti dalla tabella riassuntiva sopra riportata, con
livelli di rischio crescenti da 1 a 4.
Mentre la misura del livello d’illuminamento (in lux) si effettua con uno strumento relativamente
semplice, il luxmetro, la misura della luminanza delle superfici e del contrasto luminoso richiede
strumenti più complessi.
L’indagine strumentale deve tendere a raccogliere le seguenti informazioni:
dimensioni del locale, colori, capacità di riflettere la luce delle superfici, temperatura nelle
vicinanze delle sorgenti d’illuminazione;
descrizione del sistema d’illuminazione generale e localizzato: lampade, quantità, distribuzione,
tipo d’armatura; ecc;
tipo e caratteristiche dello strumento impiegato, data dell’ultima calibrazione (con il tempo gli
strumenti per la misura si “starano”);
livello d’illuminamento misurato nei vari punti (posti di lavoro in particolare) in funzione del tipo
d’illuminazione artificiale inserita;
luminanza della superfici visibili dai singoli posti di lavoro nelle direzioni comprese nel normale
angolo visivo del lavoratore, con particolare attenzione ai fenomeni d’abbagliamento.
I dati raccolti saranno utilizzati per valutare il livello d’illuminamento in relazione agli standard, i
rapporti di luminanza rispetto ai rapporti massimi raccomandati.
Le conclusioni saranno utili per migliorare la manutenzione dei corpi illuminati; per modificarne, se
necessario, il numero, la disposizione, il tipo; per introdurre un corretto uso dei colori ed infine per
verificare il grado di disaccordo tra la situazione esistente e i dati di progetto dell’impianto
d’illuminazione.
La norma UNI 10380 è stata abrogata dal 20/11/2003 e sostituita dalla già citata UNI EN 12464-1. Infine
esiste anche la norma CEI EN 60598-2-25 (CEI 34-76), che tratta unicamente gli apparecchi di
illuminazione per esame generale (regolabili, da montare su superfici, muro o soffitto, o da fissare ad un
banco mobile per l’esame medico) e da visita portatili, con l’esclusione di quelli per tavoli operatori.
Tabella 1
CLASSI DI QUALITA’ PER LA LIMITAZIONE DELL’ABBAGLIAMENTO
CLASSE DI QUALITA’ G
PER LA LIMITAZIONE TIPO DI ATTIVITA’ SVOLTA NEL LOCALE
DELL’ABBAGLIAMENTO
A Attività che richiedono compiti visivi molto difficoltosi
B Attività che richiedono prestazioni visive elevate
C Attività che richiedono prestazioni visive normali
D Attività che richiedono prestazioni visive modeste
Per locali in cui le persone non sono ubicate in una posizione di lavoro
E precisa, ma si spostano svolgendo attività che richiedono prestazioni
visive modeste
Circa la resa del colore, si tratta delle caratteristiche di resa cromatica delle lampade che vengono
suddivise in cinque gruppi, passando da un’ottima resa del colore ad una scarsa, con indici da 90 a 20.
Tabella 2
INDICE DI RESA DEL COLORE DELLE SORGENTI LUMINOSE ED IMPIEGHI CONSIGLIATI
INDICE DI RESA
IMPIEGHI CONSIGLIATI
DEL COLORE Ra
90 Ambienti con necessità di resa dei colori estremamente elevata (es.esami clinici)
Ambienti civili e del terziario (abitazioni, alberghi, ristoranti, negozi uffici,
scuole, ospedali, ecc)
80Ra90
Ambienti industriali con necessità di resa dei colori elevata (stamperie,
colorifici, tessiture, ecc)
60Ra80 Ambienti industriali
40Ra60 Ambienti dove sono eseguiti lavori grossolani
20Ra40 Ambienti industriali con necessità di resa dei colori modesta.
Per l’illuminamento medio mantenuto, la classe di qualità per la limitazione dell’abbagliamento diretto e
la resa del colore, la Norma UNI EN 12464-1 detta i seguenti parametri:
Tabella 3
PARAMETRI ILLUMINOTECNICI PER EDIFICI DI CURA
G
TIPO DI INTERNO, Fm
CLASSI DI QUALITA’ PER LA Ra
COMPITO E ILLUMINAMENTO MEDIO
LIMITAZIONE GRUPPO RESA DEL COLORE
ATTIVITA’ MANUTENUTO
DELL’ABBAGLIAMENTO
LOCALI DI USO GENERALE
Locali di attesa 200 C-22 80
Corridoi (durante il
200 C-22 80
giorno)
Corridoi (durante la
50 D-22 80
notte))
Day room 200 C-22 80
LOCALI PERSONALE
Ufficio personale 500 B-19 80
Stanza personale 300 B-19 80
CORSIE REPARTI MATERNITA’
Illuminazione generale 100 B-19 80
Illuminazione di lettura 300 B-19 80
Visita semplice 300 B-19 80
Visita e trattamento 1000 B-19 90
Luce notturna di
5 80
osservazione
Bagni e toilette per
200 C-22 80
pazienti
LOCALI DIAGNOSTICI
Illuminazione generale 500 B-19 90
Visita e trattamento 1000 B-19 90
LOCALI DI VISITA OCULISTICA
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita esterna dell’occhio 1000 90
Test di lettura e visione
500 A-16 90
dei colori
LOCALI DI VISITA OTORINOLARINGOIATRA
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita all’orecchio 1000 90
LOCALI ANALISI
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita e trattamento 50 B-19 80
SALA PARTO
Illuminazione generale 300 B-19 80
Visita e trattamento 1000 B-19 80
LOCALI DI CURA
Dialisi 500 B-19 80
Dermatologia 500 B-19 80
Endoscopia 300 B-19 80
Ingessatura 500 B-19 80
CAMERE OPERATORIE
Locale pre operatorio 500 B-19 90
Sala operatoria 1000 B-19 90
Da 10000 a 100000 lx con
Area operatoria
apparecchi speciali
RIANIMAZIONE E CURE INTENSIVE
Illuminazione generale 100 B-19 90
Visita semplice 300 B-19 90
Visita e trattamento 1000 B-19 90
Osservazione notturna 20 B-19 90
ODONTOIATRIA
Illuminazione generale 500 90
Sul paziente 1000 90
Area operatoria 5000 90
Osservazione colore denti 5000 90
LABORATORIO E FARMACIA
Illuminazione generale 500 B-19 80
Ispezione colori 1000 B-19 90
LOCALI DECONTAMINAZIONE
Locali sterilizzazione 300 C-22 80
Locali disinfestazione 300 C-22 80
LOCALE AUTOPSIA E CAMERA MORTUARIA
Illuminazione generale 500 B-19 90
Tavolo per autopsia e
5000 90
disserzione
Come si vede, per gli ambienti medici i gruppi sono solo di tipo 1A e 1B, dove il primo è riservato ai
locali per visita e trattamento di pazienti (Ra90) e il secondo agli altri.
Un serio progetto illuminotecnico, e quindi la scelta di tipo e disposizioni dell’apparecchio di
illuminazione e del tipo di lampada, deve essere eseguito non solo rispettando i parametri precedenti, ma
anche tenendo conto degli altri requisiti fissati dalla Norma, ovvero:
Uniformità d’illuminazione;
Colore della luce;
Fattore di mantenimento;
Distribuzione delle luminanze;
Limitazione dell’abbagliamento riflesso.
Per quanto riguarda il colore della luce, le lampade vengono suddivise in tre gruppi, secondo le
temperature di colore (in K).
Tabella 4
SUDDIVISIONE IN GRUPPI DELLE LAMPADE
PER INTERNI, SECONDO LA LORO TEMPERATURA DI COLORE
TEMPERATURA DI COLORE
LUCE
TC
3300K Bianca-calda
Compresa tra 3300K e 5300K Bianca-neutra
5300K Bianca-fredda
Il valore delle temperature di colore che vedono possedere le sorgenti luminose dipende anche dal livello
d’illuminamento. Negli ambienti ad uso medico il colore della luce è generalmente del tipo W, ma anche
del tipo I e, ad esempio, per illuminazione localizzata ad elevato livello, del tipo C.
Di seguito, per i principali tipi di locali medici, vengono riportate sinteticamente le caratteristiche
illuminotecniche e quelle degli apparecchi d’illuminazione fissi.
Sale operatorie
È necessario distinguere due sistemi d’illuminazione:
illuminazione generale dell’ambiente;
illuminazione del tavolo operatorio.
Illuminazione generale dell’ambiente: dalla tabella 3 risulta che nelle Sale Chirurgiche bisogna garantire
un livello d’illuminazione generale di 1000 lux. Per evitare che non si abbiano eccessivi contrasti di
luminanza rispetto al tavolo operatorio, occorre che tra il sistema di illuminazione generale e quello del
tavolo operatorio i rapporti di luminanza vengano limitati tra 5/1 e 10/1.
È consigliabile pertanto disporre gli apparecchi d’illuminazione intorno al tavolo operatorio, schermati al
fine di evitare fenomeni d’abbagliamento ed ottenere un adeguato livello d’uniformità.
È comunque da tener bene presente che gli apparecchi d’illuminazione devono essere compatibili con le
esigenze d’asetticità dell’ambiente.
Illuminazione del tavolo operatorio: deve essere in grado di fornire un adeguato livello d’illuminazione
sull’area in cui il chirurgo opera. L’illuminamento, compreso tra 10.000 e 100.000 lux, è ottenuto
mediante lampade scialitiche, vale a dire per mezzo di uno speciale sistema di diffusione della luce a più
punti, tale che la luce non presenti ombre.
Tale caratteristica è primaria per le lampade per sale chirurgiche. Oltre ad evitare le ombre, la lampada
scialitica deve offrire una buona capacità di penetrazione della luce tale da consentire al chirurgo di
operare anche in cavità con un’ottima luminosità. La Norma che viene applicata per queste
apparecchiature è la CEI 62-118 “Apparecchi elettromedicali – Parte II Norme particolari per la
sicurezza d’apparecchi d’illuminazione per uso chirurgico e per la diagnosi”.
Anche nei locali funzionalmente collegati alle sale operatorie, allo scopo di consentire un rapido
adattamento visivo, è necessario installare un’illuminazione ed apparecchi d’illuminazione aventi le
stesse caratteristiche di quelli generali delle sale operatorie.
Sale di degenza
L’illuminazione generale delle camere di degenza deve essere adattata alle esigenze del malato, il quale
trascorre parte del suo tempo quasi interamente a letto. Essa deve creare un’atmosfera gradevole e non
deve abbagliare né il paziente né il personale.
L’illuminazione indiretta con un illuminamento minimo di 100 lux, ottenuta preferibilmente con
apparecchi testa-letto ubicati a mt. 1,70 di altezza in corrispondenza di ogni letto, è la soluzione migliore.
Si suggerisce un colore della luce bianco caldo, con ottime qualità di resa del colore. Ogni posto letto
deve disporre di una luce di lettura, schermata nei confronti del vicino. L’intensità luminosa, misurata nel
punto normalizzato, deve essere di 300 lux.
L’illuminazione notturna con un livello d’illuminamento di 5 lux può essere realizzata con lampade
disposte nei testa-letto oppure con apparecchi posti a parete nella stanza ad altezza di 35 cm dal
pavimento.
L’illuminazione per la visita medica deve essere in grado di fornire al personale medico e parametrico
un’alimentazione adeguata a svolgere l’attività di visita e assistenza del malato.
Viene di solito adottata per la visita medica e l’assistenza dei pazienti una luce supplementare che non
abbaglia il personale, con un illuminamento di 1.000 lux. Anche in questo caso l’illuminazione può
essere realizzata con lampade disposte nel testa-letto. Per quanto riportato sopra, risulta conveniente
l’utilizzo di apparecchi testa-letto, che esplicano le varie funzioni viste.
e sui preparati da analizzare, così come è necessario evitare riflessi fastidiosi sulle superfici di lavoro o
sulle apparecchiature utilizzate.
Obitorio
Le indicazioni per l’illuminazione generale sono di 750 lux. Generalmente sono utilizzate plafoniere per
interni della classe di protezione IP 54 con le coppe prismatiche in plexiglas.
Per l’illuminamento sul tavolo per autopsia e disserzione, sono richiesti 5.000 lux. Risulta in genere
sufficiente l’utilizzo di una grande unità fissa affiancata da faretti variamente orientati, studiati per
aumentare il livello d’illuminamento in corrispondenza del tavolo per autopsia. Tutte le sorgenti
impiegate devono essere caratterizzate da un’ottima resa del colore.
Le norme tecniche riportano inoltre le seguenti indicazioni, che oltre la quantità di illuminamento
tendono a dare standard di riferimento riguardo alla qualità dell’illuminamento:
l’illuminamento, all’interno di uno stesso locale di lavoro, deve essere il più possibile uniforme,
in modo che l’occhio dell’operatore non venga costretto a continui adattamenti alle diverse
luminosità;
nelle aree di un locale di lavoro, che non sono sede del compito visivo, il valore medio
dell’illuminamento non deve essere mai minore di un terzo del valore medio dell’illuminamento
nella zona sede del compito visivo;
nel caso di due locali adiacenti, il rapporto tra l’illuminamento medio del locale più illuminato e
quello del locale meno illuminato non deve essere maggiore di 5.
Dopo l’abrogazione del vetusto art. 10 del DPR 303/56 non esistono al momento norme italiane che
stabiliscano dei limiti fissi (evidentemente minimi) di illuminamento, salvo che per alcuni casi
particolari. In molti articoli di varie leggi vengono comunque date chiare indicazioni sulle caratteristiche
dell’illuminamento negli ambienti di lavoro. Segue un quadro sinottico che raccoglie quelle che al
momento sono i riferimenti più importanti.
Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la particolarità del
Art. 2087 cod. civ. lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la
personalità morale dei lavoratori"
I locali utilizzati dai lavoratori devono essere illuminati in modo sufficiente ed opportuno;
Art. 9 Legge 864/70
per i locali di lavoro l’illuminazione per quanto è possibile, deve essere naturale
Art. 7.1 lettera a) L’illuminazione garantita dai sistemi di sicurezza lungo i percorsi d’esodo d'emergenza
D.M. 26 agosto 1992 deve essere non inferiore a 5 lux
1.10.1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle
lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono
disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di
lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione
artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di
lavoratori.
Dlg. 81/08
1.10.2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione
ALLEGATO IV
devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non
requisiti dei
rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori.
luoghi di lavoro
1.10.3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a
rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di
1.10 Illuminazione
un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità.
naturale ed
1.10.4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale
artificiale dei luoghi
devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
di lavoro
1.10.5. Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con
luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.
1.10.6. Nei casi in cui, per le esigenze tecniche di particolari lavorazioni o
procedimenti, non sia possibile illuminare adeguatamente gli ambienti, i luoghi ed
i posti indicati al punto 1.10.5, si devono adottare adeguate misure dirette ad
eliminare i rischi derivanti dalla mancanza e dalla insufficienza della
illuminazione.
RILIEVI LUXMETRICI
Il luxmetro numerico portatile CLIMALUX N, prodotto dai LABORATORI DI STRUMENTAZIONE
S.p.A., è uno strumento destinato al rilevamento dei dati ambientali di illuminazione durante
l’investigazione delle condizioni di lavoro, abitabilità, agibilità e comfort visivo che sono influenzate non
solo dall’illuminazione assoluta, ma anche dall’ammontare della frazione di luce naturale esterna
presente nell’ambiente. Il CLIMALUX N, composto da un indicatore corredato di uno o due sensori,
CL1 e CL2, per diverse intensità di illuminazioni, misura il valore di illuminazione (lux), e computa
direttamente il coefficiente di luce diurna (CID) dell’ambiente in esame. Una notevole precisione e
l’ampio campo di misura da 0 a 100.000 lux permettono l’impiego del CLIMALUX N sia in ambienti
confinati con scarsa illuminazione, sia all’esterno in presenza di luce solare diretta. La sensibilità
spettrale dei sensori impiegati è adattata a quella dell’occhio umano per mezzo di un filtro appropriato,
mentre lo speciale diffusore opalino umbonato consente di minimizzare l’errore angolare, integrando la
misura delle sorgenti di luce non perpendicolari al sensore stesso.
Metodologia di valutazione
Il processo di valutazione è stato regolato su due diverse griglie di valutazione che il SPP ha
originalmente provveduto a progettare. Nella prima griglia, che abbiamo chiamato “di valutazione della
rilevazione strumentale” sono stati individuati quattro diversi livelli di rischio a seconda del valore di
scostamento dell’illuminamento medio riscontrato rispetto a quello consigliato dalla norma di riferimento
UNI EN 12464-1. Si tratta in buona sostanza dell’attribuzione di un punteggio variabile da 1 a 4 che il
valutatore può dare alla condizione di illuminamento riscontrata solo sulla base del confronto con il
valore richiesto dalla norma. Ovviamente i punteggi più alti saranno forniti per quelle condizioni in cui la
differenza con il valore consigliato e più grande. Si tenga presente che l’attribuzione del punteggio in
questa griglia è stato effettuato con il criterio di considerare più gravi le condizioni illuminamento
inferiore al valore consigliato rispetto a quelle situazioni in cui l’illuminamento è maggiore e quindi può
dare solo un rischio di abbagliamento. Per sua natura questa griglia di valutazione può essere avvicinata
di molto a quelle che tipicamente si utilizzano nella valutazione dei rischi strutturali, allorché si cerca di
dare dei valori numerici alla scala della gravità (la cosiddetta magnitudo del danno).
Una seconda griglia, che abbiamo definito “di valutazione delle condizioni ambientali” descrive invece
una ulteriore serie di 4 punteggi che è possibile attribuire alle condizioni al contorno che si sono
riscontrate all’atto dell’indagine, con riferimento all’adeguatezza degli impianti e dei luoghi di lavoro.
Mutuando un discorso molto simile a quello valido per la precedente griglia delle gravità, questa seconda
(che tiene in conto delle cause del rischio da illuminamento) può essere a sua volta avvicinata alla scala
di valutazione delle probabilità. Diversamente però dalla tipica metodologia del rischio strutturale, nella
quale si moltiplicano i valori di probabilità e gravità per dare una misura matematica del rischio, nel
nostro caso è stato necessario dare un maggior peso alla rilevazione strumentale. Cioè la metodologia di
valutazione del rischio da illuminazione prevede che in una prima fase si attribuisca un livello di rischio
solo con la griglia di valutazione strumentale e che questo livello possa solo peggiorare di un valore uno
se contemporaneamente nella seconda griglia viene attribuito un livello di rischio maggiore del primo.
- il carico ha un peso che è quasi sempre notevolmente superiore ai 20/30 kg (tranne le meno
frequenti eccezioni”pediatriche”);
- il carico è sprovvisto di appigli comodi;
- la movimentazione può facilmente richiedere la torsione del tronco.
Per questi motivi è stato posta particolare attenzione al problema nella valutazione dei rischi, nell’analisi
delle modalità operative e delle attrezzature a disposizione. A tale proposito il SPP ha ricercato in ambito
nazionale ed internazionale la metodologia che meglio si addicesse al descrivere compiutamente la
valutazione, anche provvedendo se necessario a frazionare il problema generale in più sottoproblemi da
affrontare e risolvere con metodologie diverse ma maggiormente orientate al problema.
Nella sottostante tabelle sono riportati sinteticamente le corrispondenze create tra i vari problemi di
movimentazione e la metodologia di valutazione che il SPP ha inteso utilizzare per meglio validare la sua
ricerca.
Azioni ricorrenti
Convenzionalmente si considera rilevante (e come tale meritevole di valutazione preliminare) ogni
azione di movimentazione manuale che sia svolta con una certa frequenza (> 1 volta all’ora nel turno) a
partire da un peso minimo di 3 kg: in questi casi, si debbono applicare formule e criteri tratti dalla
letteratura, in base ai quali si stabilisce se sussista o meno il rischio di sovraccarico bio-meccanico per
l’organismo del lavoratore.
Azioni occasionali
La valutazione, in questo caso, viene abitualmente effettuata con una semplice bilancia (per il
sollevamento e deposizione) ovvero con l’impiego di un dinamometro (in caso di movimentazione a
spinta, traino o a strascico). Tale valutazione, vagliate le condizioni operative, in particolare la distanza
dal corpo del peso che non deve mai essere eccessiva (ad es. > 63 cm) ed il punto di partenza o di arrivo
della movimentazione che non deve mai essere troppo lontano dal pavimento (ad es., > 175 cm), nonché
le condizioni ambientali in cui si opera (ad es., al freddo), terrà conto prevalentemente del superamento o
meno di uno dei valori massimi indicati dalle leggi del nostro Paese, oltre che delle condizioni fisiche del
soggetto:
Uomini
adulti sani 30 kg
ragazzi 15-18 anni 20 kg
Donne
adulte sane 20 kg
ragazze 15-18 anni 15 kg
Livelli di protezione
I valori limite di peso movimentabile manualmente nelle condizioni operative analizzate possono essere
selezionati – in ossequio alla letteratura corrente - in funzione del livello prescelto di protezione che si
vuole o che si riesce ragionevolmente ad applicare per la tutela della popolazione lavorativa considerata:
tale livello di protezione, ad esempio, può variare percentualmente da un realistico e spesso fattibile 90%
(che implica tuttavia un 10% di soggetti sani ipoprotetti) fino ad un ideale e meno facilmente realizzabile
99,9% di protetti (che assicura pressoché la certezza che non vi saranno individui sani ipoprotetti).
Per quanto attiene il valore dell’indice di rischio valutato con la metodologia MAPO, si precisa che
questo è riferito al reparto anziché alle singole mansioni e sarà valido per tutti gli operatori (a prescindere
dalla mansione, dal sesso e dall’età) impegnati in sollevamento pazienti all’interno del reparto analizzato.
Naturalmente sono escluse dall’applicazione delle diverse metodiche tutte quelle mansioni, come
indicato in tabella, per cui il rischio da MMC, da una valutazione preliminare, è considerato non rilevante
a priori.
- non viene presa in considerazione l’anzianità di servizio del singolo operatore, ovvero non è
possibile pervenire ad alcuna differenziazione ai fini della valutazione del rischio, in base al
numero di anni di lavoro trascorsi presso il reparto in esame;
- il metodo non prevede un’analisi quali-quantitativa delle posture incongrue eventualmente
assunte dagli operatori nell’effettuazione delle movimentazioni dei pazienti;
- è applicabile esclusivamente ai reparti di degenza generici, non essendo valido per strutture
dedicate, quali ad esempio, i blocchi operatori, il pronto soccorso, le strutture di riabilitazione
funzionale e quei reparti ove l’organizzazione del lavoro si differenzia da quella standard, come
nel caso dei reparti di rianimazione ove i pazienti sono costretti a rimanere allettati senza
necessità di essere movimentati;
- è comunque un metodo di recente introduzione, che necessita di ulteriori studi, approfondimenti e
validazioni, suscettibile di ulteriori modificazioni.
- FC - La valutazione delle carrozzine e/o comode considera due aspetti in modo integrato:
a. la sufficienza numerica in relazione al numero di pazienti non autosufficienti; intendendo per
sufficienza numerica la presenza di un numero di carrozzine pari almeno alla metà dei
pazienti non autosufficienti in un reparto. Tale scelta è indotta dalla considerazione che alcuni
pazienti totalmente non collaboranti (allettati) o parzialmente collaboranti non utilizzano
carrozzine
b. la presenza di requisiti ergonomici. La valutazione dei requisiti ergonomici viene effettuata
attribuendo ad ogni tipo di carrozzina comoda individuata nel corso del sopralluogo un valore
pari a 1 per l’assenza di ognuno dei seguenti aspetti:
° braccioli, che devono essere rimovibili;
° schienale, che non deve risultare ingombrante nel senso dell’altezza;
° frenabilità, che deve essere assicurata;
° larghezza, che deve essere inferiore a 70 centimetri
Attraverso la somma del punteggio di “inadeguatezza” di ogni tipo di carrozzine moltiplicato per
il numero di carrozzine (aventi le stesse caratteristiche), si ottiene il punteggio globale per ogni
tipo di carrozzina. Dalla somma dei diversi punteggi di colonna, divisa per il numero totale di
carrozzine, si ottiene il punteggio medio di carrozzine, che rappresenta perciò la valutazione
della congruità ergonomica di tutto il parco di carrozzine, comode e altri simili mezzi di trasporto
presenti in quel reparto. Diviene così possibile definire il valore del fattore carrozzine (FC)
integrando i due aspetti valutati (numerosità e requisiti ergonomici). Il valore di tale fattore varia
da 0,75 a 2 poiché, sulla base delle osservazioni preliminari EPM, la presenza di carrozzine-
comode non adeguate e insufficienti induce almeno un raddoppio della frequenza delle
operazioni di spostamento del paziente che determinano un sovraccarico biomeccanico del
rachide lombare.
- FAmb - Aspetti strutturali dell’ambiente: sono considerati unicamente quegli aspetti strutturali
dell’ambiente che possono determinare un aumento del carico dorso-lombare nelle operazioni di
movimentazione da parte del personale sanitario. A questo scopo sono state predisposte tre
sezioni che prevedono l’analisi di:
° bagni utilizzati per l’igiene del paziente
° bagni utilizzati per bisogni corporali del paziente
° camere di degenza, viste come luogo di movimentazioni assistenziali
Per ogni sezione sono state individuate le più rilevanti e frequenti caratteristiche di inadeguatezza a cui
corrisponde un punteggio proporzionale al maggiore carico che inducono nel rachide degli operatori
durante le movimentazioni dei pazienti. I punteggi maggiori (1 o 2) sono stati attribuiti agli aspetti
ambientali che, se inadeguati, costringono gli operatori sanitari ad effettuare un numero maggiore di
manovre di trasferimento dei pazienti. Un punteggio inferiore (0,5) è stato riferito alla presenza di arredi
(es. poltrone) che possono impedire al paziente parzialmente collaborante di utilizzare le residue capacità
motorie inducendo l’operatore ad effettuare il sollevamento. Aggregando nella valutazione bagni o
camere dello stesso tipo in una colonna e sommando alla fine di questa i rispettivi punteggi delle
inadeguatezze presentate, ottenuti moltiplicando il peso stabilito per ogni “caratteristica impedente” per
la numerosità degli ambienti che la presentano, si ottiene, sommando tutti i punteggi di colonna e
dividendo per il numero totale degli ambienti considerati del quadro, un numero che descrive
quantitativamente il pericolo espositivo della sezione o area ambientale. Tale numero viene definito
punteggio medio di bagni-igiene, bagni-WC e camere degenza e rappresenta la valutazione della
incongruità ergonomica integrata delle dotazioni-arredi-spazi e ambienti in cui vengono di fatto espletate
le movimentazioni del reparto. Nei locali utilizzati per le operazioni di igiene del paziente (bagni che
possiedono vasca o doccia) si rilevano alcune caratteristiche strutturali, quali la presenza di doccia o
vasca, la larghezza della porta di accesso e modalità di apertura, gli spazi liberi e l’eventuale presenza di
ingombri e bordi precludenti l’utilizzazione di carrozzine o ausili. Nei bagni utilizzati per le necessità
fisiologiche si rileva la disponibilità di spazi liberi per l’utilizzazione di eventuali ausili, la larghezza
della porta di accesso e modalità di apertura, gli spazi laterali a l’altezza del WC e la presenza di
maniglioni laterali fissi a parete. Vengono rilevate le caratteristiche relative agli spazi operativi (spazio
esistente fra i letti e al fondo letto, spazio occupato dal comodino, presenza di eventuali ingombri
rimovibili che riducono lo spazio stesso); le caratteristiche dei letti (altezza, presenza di ruote e
caratteristiche delle spondine, comandi di regolazione, altezza libera presente sotto il letto per l’eventuale
accesso di ausili) e delle poltrone utilizzate da pazienti non autosufficienti e altezza del piano sedile.
Ottenuti i punteggi medi che quantificano le difficoltà e gli ostacoli che ogni sezione frappone alle
operazioni di movimentazione (nello specifico, quelli relativi ai bagni utilizzati per l’igiene, ai bagni
utilizzati per i bisogni corporali ed alle camere di degenza), detti punteggi si sommano per ottenere il
punteggio medio ambiente. Il Fattore ambiente (FAmb) che sarà utilizzato nel calcolo dell’indice
espositivo MAPO si ricava da una tabella ordinale divisa in tre fasce di valori di punteggi medi
ambientali. Il valore del fattore ambiente varia da 0,75 a 1,5: le osservazioni preliminari hanno permesso
di stabilire che la completa assenza dei requisiti ergonomici considerati nelle strutture ambientali
sanitarie implica di fatto un aumento di circa 1,5 delle manovre che determinano sovraccarico
biomeccanico del rachide lombare.
Formula NIOSH
Risulta dal calcolo seguente:
RWL = LC x HM x VM x DM x AM x FM x CM
E’ possibile anche calcolare con detta formula il profilo di rischio relativo al punto di partenza (o di
origine) ed al punto di arrivo (o di destinazione)della movimentazione. Nel caso di maggiore rischiosità
di una delle due posizioni si terrà conto della situazione meno favorevole, anche a fini migliorativi.
La formula di cui sopra tiene conto dei seguenti fattori:
- RWL (valore raccomandato di peso)
- PESO (LC = load constant): peso massimo raccomandato in condizioni ottimali: 30 kg (U) e 20
(D)
- MOLTIPLICATORE ORIZZONTALE (HM = horizontal multiplier): distanza massima (H in
cm) tra corpo e centro del carico durante il sollevamento = 25 cm/H.
Per H = 25 cm il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per H = 60 cm il fattore è pari a 0,42;
per distanze > di 63 cm il fattore orizzontale non ammette movimentazione sistematica (HM = 0)
- MOLT. ALTEZZA (VM = vertical multiplier): distanza da terra delle mani che afferrano il carico
all’inizio del sollevamento (V in cm) = 1-[0,003x(V-75)].
Per V = 75 cm il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per V = 150 cm il fattore è 0,78;
per altezze >di 175 il fattore verticale di partenza non ammette movimentazione sistematica (VM=0)
- MOLT. DISLOCAZIONE VERTICALE (DM = distance multiplier): distanza verticale (D in cm)
tra inizio e fine dello spostamento del peso = 0,82+(4,5/D)
- MOLT. ASIMMETRIA (AM = asymmetry multiplier): dislocazione angolare (A: angolo di
asimmetria in gradi) del peso rispetto al piano sagittale del soggetto = 1-(0,0032xA)
Per A = 0° il fattore moltiplicativo è pari a 1;
per A = 90° il fattore moltiplicativo è pari a 0,71;
L’impegno fisico e, conseguentemente, il rischio connesso con la movimentazione saranno valutati in base al seguente
punteggio:
- < 0,85 - Rischio basso: la movimentazione è al di sotto di quello che potrebbe essere definito
come livello d’azione. Entro questo valore non viene indicata nessuna azione specifica per la
tutela del lavoratoresano eccetto la normale informazione basale su prevenzione e protezione nei
luoghi di lavoro
- 0,86 -1,00 - Rischio border line basso: la movimentazione è effettuata al di sotto di quello che
potrebbe essere definito come valore limite ma al di sopra del c.d. livello di azione. Entro questa
fascia di rischio sono già raccomandabili varie cautele quali la info-formazionee, se il Medico
Competente lo ritiene opportuno, anche la sorveglianza sanitaria, almeno una tantum per
verificare le condizioni basali del lavoratore e per decidere se sorvegliarlo periodicamente (in
relazione al suo stato clinico) oppure solo a richiesta, dopo avergli preventivamente comunicato
che è suo diritto richiedere una visita straordinaria purché inerente i rischi lavorativi.
- 1,01 -1,25 - Rischio border line alto: la movimentazione è effettuata, seppur di poco, al di sopra
del c.d. valore limite indicativo del rischio. Sono pertanto da programmare ed attuare, ove
possibile, interventi migliorativi. Per questa fascia di rischio, oltre alla info-formazione,va attuata
anche la Sorveglianza sanitaria sistematica da parte del Medico Competente, con una periodicità
indicativa a cadenza triennale per i lavoratori adulti e sani.
- 1,26 -3,00 - Rischio significativo: la movimentazione è effettuata sicuramente al di sopra del c.d.
valore limite indicativo del rischio. Sono pertanto da programmare ed attuare, ove possibile,
interventi migliorativi. Per questa fascia di rischio, oltre alla info-formazione, va attuata
obbligatoriamente anche la Sorveglianza sanitaria sistematica da parte del Medico Competente
[con una periodicità indicativa a cadenza biennale per i lavoratori adulti e sani, di età fino a 45
anni econ indice di movimentazione inferiore a 2; a cadenza da stabilirsi negli altri casi (indice di
rischio >2,0, soggetti ultra 45enni e/o con problemi clinici rilevanti)].
- >3,00 - Rischio molto elevato: La movimentazione è effettuata non solo sicuramente al di sopra
del c.d. valore limite indicativo del rischio ma comporta anche uno stress biomeccanico molto
intenso per l’organismo del lavoratore, specie se ripetuta frequentemente. Sono pertanto da
programmare ed attuare, ove possibile, interventi migliorativi immediati. Per questa fascia di
rischio, oltre alla info-formazione, va attuata obbligatoriamente la Sorveglianza sanitaria
sistematica da parte del Medico competente, con una periodicità indicativa a cadenza annuale per
i lavoratori adulti e sani, di età fino a 45 anni, con eventuale ulteriore accorciamento del periodo
delle visite periodiche a semestrale nei casi di rischio particolarmente concentrato e/o di soggetto
potenzialmente più suscettibile.
spinta, distanza di trasporto, ecc.) i valori limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o della forza
esercitata (in azioni di tirare o spingere) rispettivamente nella fase iniziale (picco di forza) e poi di
mantenimento dell’azione (forza di mantenimento).
Nelle tabelle appresso riportate sono forniti i relativi valori “ideali” rispettivamente per le azioni di spinta,
di traino e di trasporto in piano; sono stati selezionati unicamente i valori che tendono a proteggere il 90%
delle rispettive popolazioni adulte sane, maschili e femminili. L’uso dei dati riportati nella tabella è
estremamente semplice: si tratta di individuare la situazione che meglio rispecchia il reale scenario
lavorativo esaminato, decidere se si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche
femminile, estrapolare il valore raccomandato (di peso o di forza) e confrontarlo con il peso o la forza
effettivamente sviluppata (misurata con dinamometro) ponendo quest’ultima al numeratore e il valore
raccomandato al denominatore. Si ottiene così un indice di rischio del tutto analogo a quello ricavato
dall’analisi delle azioni di sollevamento (NIOSH).
Pertanto, il prodotto dei tre “contatori” derivanti dalla valutazione dei rispettivi fattori di rischio, porta ad
un INDICATORE DI RISCHIO, espresso in una scala numerica variabile da 0 a 100, che viene
empiricamente segmentata in Classi di Rischio (tab.2).
Nel corso della valutazione, per quanto riguarda il fattore livello di esposizione, bisogna specificare che
si può considerare il rischio come “stimato” (in assenza di dati quantitativi di monitoraggio biologico o
ambientale) o “misurato” (quando sono disponibili dati quantitativi). Pertanto, nel caso del rischio
stimato, i livelli di esposizione, graduati da 1 a 5, sono individuabili sulla base dei quantitativi di sostanza
utilizzati per settimana, per ciascun addetto.
Se esistono, invece, dati di monitoraggio biologico e/o rilievi igienistico-industriali, i livelli di
esposizione (probabilità biologica e/o di probabilità ambientale), anche in questo caso graduati da 1 a 5,
sono stabiliti sulla base del rapporto tra i TLVs (Threshold Limit Values -Valori Limite di Soglia), BEIs
(Biological Exposure Indices - Indici Biologici di Esposizione) e i livelli misurati dell’agente chimico del
quale si sta valutando il rischio (tab.3).
Nella maggior parte delle attività in ambito sanitario questo schema valutativo è prevalentemente
utilizzato nella sua versione “stima del rischio”, dato che gli agenti chimici presenti in tali ambienti sono
in genere a livelli di concentrazione inferiori a quelli rilevabili dai metodi analitici disponibili.
Nel caso di utilizzo di sostanze cancerogene, mutagene e teratogene tale modello deve essere integrato da
un altro che valuti specificamente il rischio mutageno e cancerogeno. In questo caso abbiamo previsto di
utilizzare il modello valutativo proposto dalla Divisione Igiene e Sicurezza dell’Università di Pavia.
Tra gli agenti cancerogeni rientrano anche alcuni farmaci antiblastici, in tal caso si fa specificamente
riferimento alle Linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici e
antiblastici in ambiente sanitario, elaborato dall’ISPESL nel 1999.
agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire
un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella comunità; sono di norma
disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi nella comunità, ma
di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti
umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o
terapeutiche.
Nel caso in cui l’agente biologico oggetto di classificazione non può essere attribuito in modo
inequivocabile ad uno fra i due gruppi sopraindicati, esso va classificato nel gruppo di rischio più elevato
tra le due possibilità.
Tale classificazione, però, non tiene conto dei fattori che possono modulare la risposta all’esposizione nei
lavoratori e nella popolazione in generale. I fattori che possono influire sugli effetti dell’esposizione,
come per esempio le malattie preesistenti, l’uso di medicinali, uno stato immunitario compromesso o la
gravidanza devono, invece, essere valutati al momento di scegliere le misure protettive da adottare, cosi
come riportato nell’art. 279 relativo alla sorveglianza sanitaria.
Condizioni economiche
Affollamento
Tradizione e riti
Azione patogena
L’azione patogena svolta dai microrganismi è principalmente di tre tipi:
azione infettiva;
azione allergizzante, sostenuta da actinomiceti termofili, da micro funghi (Aspergillus, Alternaria,
penicillium, ecc), protozoi (Naegleriagruberi, Acanthamoeba, ecc) o metaboliti microbici. In questo
caso i sogetti esposti manifestano riniti, sinusiti, asma, alveoliti o febbri, decritte come
OrganicDustToxicSyndrome (ODTS).
Azione tossica, svolta da metaboliti quali endotossine, micotossine e 1-3 β-D-glucani. Le
endotossine sono costituenti della parete cellulare dei batteri gram negativi, la cui principale azione è
collegata all’induzione di febbre e alla necrosi tissutale. Le micotossine hanno un effetto citotossico
e sono sintetizzate da alcune specie di funghi, in determinate condizioni di temperatura, umidità o di
substrato. Altri metaboliti, quali 1-3 β-D-glucani (costituenti delle spore fungine) possono, invece,
dar luogo a risposte infiammatorie e immunologiche.
Infine restano patologie a eziologia ignota o alla cui insorgenza concorrono varie cause come la
“sindrome dell’edificio malato” (Sick Building Sindrome, SBS), nelle cui manifestazioni l’inquinamento
microbiologico potrebbe giocare un ruolo determinate. Tuttavia ad oggi non esistono correlazioni certe,
ma alcuni studi hanno rilevato che in edifici caratterizzati da SBS, Pennicilliumspp. Rappresenta il 70% -
100% dei miceti riscontrati, a differenza dell’ambiente esterno ove predominano altri generi fungini.
Il modello utilizzato, di solito, è la matrice “4x4”, Nella matrice adottata,tuttavia, il livello più basso di
probabilità è stato però scorporato in due sottolivelli, per tener conto del fatto che, in molte situazioni con
potenziale presenza di rischio biologico, la probabilità di riscontrare agenti biologici, seppure esistente, è
realisticamente bassa.
Per la valutazione del rischio biologico gli elementi P e D sono calcolati nel modo che segue.
dove:
C: è il grado di contaminazione presuntiva delle fonti di rischio (rischio intrinseco).
Fi: è il coefficiente che esprime il grado di influenza sull’esposizione al rischio di ciascuno degli “i”
elementi. Tali elementi sono: la frequenza dei contatti con le fonti di rischio, le caratteristiche
dell’ambiente di lavoro, le procedure adottate (buone pratiche, istruzioni operative, ecc.), la gestione e
l’utilizzo di DPI, l’informazione e la formazione ricevuta.
Si può attribuire un valore di C ad ognuna delle fonti di rischio considerate, sulla base della casistica
riportata dalla letteratura scientifica e/o dell’esperienza clinica e delle considerazioni sopra esposte.
Fascia di
Livello di rischio Descrizione della Priorità degli Interventi
rischio
tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra
rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di
infortuni;
le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in
conformità alle vigenti disposizioni in materia;
l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore;
il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di
cui è responsabile;
le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle
reperibili nella letteratura scientifica;
la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione.
In particolare nell’attività di valutazione del rischio rumore dovrà essere rispettato quanto riportato nel
titolo VIII capo II D.Lgs. 81/2008, nonché nelle linee guida per la valutazione del rischio rumore
elaborate dall’ISPESL/INAIL.
Per la classificazione dei livelli di esposizione viene utilizzato il criterio di seguito enunciato. I valori
limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla
pressione acustica di picco, sono fissati a:
valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h= 87 dB(A) e ppeak= 200 Pa (140 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa);
valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A) e ppeak= 140 Pa (137 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa);
valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e ppeak= 112 Pa (135 dB(C)
riferito a 20 (micro)Pa).
Laddove a causa delle caratteristiche intrinseche della attività lavorativa l'esposizione giornaliera al
rumore vari significativamente, da una giornata di lavoro all'altra, è possibile sostituire, ai fini
dell'applicazione dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, il livello di esposizione
giornaliera al rumore con il livello di esposizione settimanale a condizione che:
il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da un controllo idoneo, non
ecceda il valore limite di esposizione di 87 dB(A);
siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati a tali attività.
In relazione ai limiti innanzi indicati si possono individuare le seguenti fasce di esposizione, dove per
LEX si intende indifferentemente LEX,8h o LEX,w, e conseguentemente classificare l’esposizione al
rumore dei lavoratori:
Nel seguito del presente documento vengono riportate per ogni mansione prevista per l’esecuzione delle
opere una valutazione indicativa dell’esposizione dei lavoratori al rumore.
Ai fini della verifica delle valutazioni dell’esposizione dei lavoratori al rumore durante l’esecuzione delle
attività saranno accettati anche rilevazioni preventive effettuate secondo gli studi condotti da
ISPESL/INAIL, Università, CPT e altri enti. Misurazioni a campione sono condotte dal personale SPP
mediante idonea strumentazione messa a disposizione.
Il rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero dovrà essere valutato mediante
l’accelerazione equivalente ponderata in frequenza riferita ad 8 ore di lavoro, A(8).
I valori limite giornalieri previsti dalla normativa vigente (art. 201 del D.Lgs. 81/2008) per l’esposizione
alle vibrazioni trasmesse al corpo intero riferiti sono:
Nel seguito del presente documento vengono riportate per ogni mansione prevista per l’esecuzione delle
attività con rischio da vibrazione, una valutazione preventiva ed indicativa dell’esposizione dei lavoratori
alle vibrazioni.
Ai fini della verifica delle valutazioni dell’esposizione dei lavoratori alle vibrazioni durante l’esecuzione
delle attività saranno utilizzate anche rilevazioni preventive effettuate secondo gli studi condotti
dall’ISPESL/INAIL.
popolazione di cui alla raccomandazione europea 1999/519/CE. In linea con questa definizione sono
condizioni espositive giustificabili quelle elencate nella Tabella 4.1 elaborate a partire dalla norma CEI
EN 50499:2099. In questi casi la giustificazione è adottabile indipendentemente dal numero di
attrezzature di lavoro in uso.
Computer e attrezzature informatiche con trasmissione wireless es.: Wlan (Wi-Fi), Bluetooth e tecnologie
simili, limitatamente all’uso pubblico
Trasmettitori a batteria Limitatamente alle apparecchiature per il
pubblico
Ulteriori valutazioni sono necessarie solo
Antenne di stazioni base
se i
lavoratori possono essere più vicini
all’antenna rispetto alle distanze di
sicurezza stabilite per l’esposizione del
pubblico
Apparecchiature elettromedicali non per applicazioni con campi
elettromagnetici o di corrente
A partire dalla norma CEI EN 50499, si riporta a seguito la Tabella 4.2 dedicata alle situazioni che
sicuramente meritano un approfondimento valutativo (si ricorda che la lista non è assolutamente
esaustiva).
Esempi di luoghi di lavoro o mansioni per i quali, comunemente, si devono effettuare approfondimenti
nella valutazione del rischio sulla base della Tabella 4.2 sono: centrali e sottostazioni elettriche;
installatori e manutentori di sistemi fissi di telecomunicazioni, manutentori di linee elettriche, saldatori ad
arco o a induzione o a scarica capacitiva, installatori e manutentori di sistemi radar, fonditori di metalli
preziosi, addetti a macchine dielettriche utilizzate nel settore tessile o lavorazione di legno o plastica,
macchinisti su treni ad alta velocità, operatori sanitari e personale pulizie su RM, chirurghi e
personale sanitario che utilizza elettrobisturi e apparecchiature similari, fisioterapisti che utilizzano
Tutti i macchinari alimentati a corrente elettrica, o contenenti una componente che sia sorgente di
radiazioni non ionizzanti, possono generare, nello spazio loro circostante, un campo elettromagnetico di
spettro vario. Secondo quanto riportato al punto 1.5.10 dell’Allegato 1 del DLgs.17/2010 (recepimento
della nuova direttiva macchine 2006/42/CE) la progettazione e costruzione di tali macchinari deve essere
tale da limitare qualsiasi emissione di radiazioni a quanto necessario al loro funzionamento e tale che i
suoi effetti sulle persone esposte siano nulli o comunque non pericolosi. La norma di riferimento per la
valutazione e riduzione dei rischi generati dalle radiazioni emesse dal macchinario è la UNI EN 12198-1
del 2009, che riguarda l’emissione di tutti i tipi di radiazione elettromagnetica non ionizzante (sia i campi
elettromagnetici che le radiazioni ottiche).
In funzione del livello di emissione di radiazioni, (valori riportati in appendice B della UNI EN
12198:2009) la norma richiede che il fabbricante assegni alla macchina una categoria di emissione di
radiazioni. Sono considerate tre categorie di emissione, per le quali sono previste diverse misure di
protezione, informazione, addestramento, secondo lo schema seguente:
Il fabbricante deve dichiarare nelle istruzioni per l’uso quali sono gli impieghi previsti della macchina, la
categoria di emissione di radiazioni e le procedure di funzionamento. Il fabbricante deve specificare, se
necessario, il livello di competenza da raggiungere mediante addestramento. Nei casi in cui particolari
condizioni operative possano ridurre le emissioni, il fabbricante deve fornirne dettagli appropriati nelle
istruzioni. Le macchine rientranti nelle categorie 1 e 2 devono essere adeguatamente marcate.
dubbio la necessità addirittura di attivare la sorveglianza sanitaria nei confronti dei lavoratori esposti agli
agenti fisici per i quali non è previsto un Capo specifico all’interno del Titolo VIII del DLgs.81/2008,
(vale a dire infrasuoni, ultrasuoni) mentre dall'altro lato, coerentemente con il principio di precauzione,
suggerisce di erogare comunque informazione e formazione, mentre da un punto di vista della
sorveglianza sanitaria, di monitorare anamnesticamente eventuali sintomi, per altro aspecifici, quali
fatica, nausea, cefalea ed acufeni e alterazioni dell’equilibrio nei soli casi di esposizione congiunta ad
ultrasuoni e/o solventi e/o rumore otolesivo.
Le sorgenti di radiazioni ottiche possono inoltre essere classificate in coerenti e non coerenti. Le prime
emettono radiazioni in fase fra di loro (i minimi e i massimi delle radiazioni coincidono), mentre le
seconde emettono radiazioni sfasate. I L.A.S.E.R. (Light Amplification by Stimulated Emission of
Radiation) sono sorgenti di radiazioni ottiche artificiali coerenti, mentre tutte le altre sono non coerenti.
Le sorgenti di Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) nelle attività lavorative sono molteplici e nelle due
successive tabelle vengono forniti due elenchi non esaustivi dei principali campi di applicazione.
Per effettuare la valutazione del rischio di esposizione alle ROA lo schema di flusso che viene attuato è il
seguente:
censimento delle sorgenti: è necessario preliminarmente censire le sorgenti ROA, utilizzando,
ove disponibile, la classificazione delle sorgenti secondo le norme tecniche specifiche o la
conformità a standard tecnici, che può consentire la “giustificazione” che permette di non
effettuare una valutazione approfondita del rischio in quanto trascurabile, ovvero di stabilire
direttamente il superamento o meno dei valori limite;
conoscenza delle modalità espositive: devono essere valutate le modalità di impiego ed i luoghi in
cui sono operanti, acquisendo, se possibile, i “layout” o le planimetrie dove sono installate le
sorgenti (per la effettiva esposizione dei lavoratori è importante acquisire i tempi, le distanze e le
modalità di esposizione per le sorgenti non coerenti, mentre per quelle laser è importante
verificare anche eventuali riflessioni);
esecuzione di misure (se non si ricade direttamente nel caso di una "giustificazione" o di
superamento dei valori limite derivato direttamente dai dati del fabbricante): vengono effettuate
misure strumentali secondo le indicazioni fornite da norme tecniche specifiche: le misure devono
essere eseguite con strumentazione adeguatamente tarata, dotata di caratteristiche idonee ai
parametri da rilevare;
esecuzione di calcoli: partendo dai dati forniti dal fabbricante, dai dati di letteratura o dai valori
misurati, mediante appositi calcoli si ottengono le grandezze necessarie al confronto con i valori
limite;
confronto con i valori limite: i risultati acquisiti dalle fasi precedenti (dai dati dei produttori, dai
dati di bibliografia, da misure strumentali o da calcoli) devono essere confrontati con i valori
limite previsti nell’Allegato XXXVII Parte I (ROA-ERO) e Parte II (LASER) del DLgs.81/2008
per stabilire il possibile superamento o meno di tali valori.
Nella valutazione del rischio ROA particolare attenzione deve essere posta alla possibilità di ritenere
intrinsecamente trascurabile il rischio derivante da una sorgente, applicando il concetto della
"giustificazione", prevista per tutti gli agenti fisici all'art. 181, comma 3. Costituisce esperienza condivisa
che talune sorgenti di radiazioni ottiche, nelle corrette condizioni d’impiego, non danno luogo ad
esposizioni tali da presentare rischi per la salute e la sicurezza. In questi casi è "giustificato" non dover
procedere ad una valutazione del rischio più dettagliata.
Sorgenti ROA non coerenti (ERO) per cui può ricorrere la "giustificazione"
In termini generali sono "giustificabili" e quindi rappresentare un rischio trascurabile, tutte le
apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente classificate nella Categoria 0 secondo lo
standard UNI EN 12198:2009, così come le lampade e i sistemi di lampade, anche a LED, classificate
nel gruppo “Esente” dalla norma CEI EN 62471:2009. Esempio di sorgenti ROA-ERO di gruppo
“Esente” sono l’illuminazione standard per uso domestico e di ufficio, i monitor dei computer, i display,
le fotocopiatrici, le lampade e i cartelli di segnalazione luminosa. Sorgenti analoghe, anche in assenza
della suddetta classificazione, nelle corrette condizioni di impiego si possono “giustificare”.
Sono giustificabili anche tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica non coerente indicate
dalle “Non Binding Guide” della Health Protection Agency nelle condizioni specificate dalle linee guida
stesse:
Sorgenti che producono esposizioni insignificanti e che possono essere considerate “sicure”
Illuminazione fluorescente montata a soffitto con diffusori sopra le lampade
Schermi di computer o simili
Illuminazione fluorescente compatta montata a soffitto
Proiettore fluorescente compatto
Trappole per insetti UVA
Proiettore alogeno al tungsteno montato a soffitto
Illuminazione specifica per la zona di lavoro con lampada al tungsteno (incluse le lampadine a spettro solare)
Lampade al tungsteno montate a soffitto
Fotocopiatrici
Attrezzatura di presentazione con lavagna interattiva
Indicatori a LED
Assistenti digitali personali
Freccia, stop, retromarcia e antinebbia
Lampade per flash fotografici
Riscaldatori radianti sospesi a gas
Illuminazione stradale
Possibilità di
Sorgente Note
sovraesposizione
Gli UVC emessi dalle lampade sono utilizzati per
Lampade germicida per
Elevata sterilizzare aree di lavoro e locali in ospedali,
sterilizzazione e disinfezione
industrie alimentari e laboratori
Le sorgenti UV sono usualmente posizionate
Lampade per fotoindurimento all’interno di apparecchiature, ma l’eventuale
di polimeri, fotoincisione, Media radiazione che può fuoriuscire attraverso aperture
“curing” o fessure è in grado di superare i limiti in poche
decine di secondi
La radiazione UV è utilizzata per le terapie in
Lampade/sistemi LED dermatologia e la “luce blu” è utilizzata
Elevata
per la fototerapia nell’ambito di attività sanitarie (es.: PUVA-
terapia, fototerapia dell’ittero neonatale).
Sono utilizzate nei teatri, in ambienti vasti e aperti
Lampade Bassa per l’illuminazione esterna e possono superare sia
ad alogenuri (Elevata se visione i limiti per gli UV che per la radiazione visibile e
metallici diretta) in particolare per la “luce blu” per visione diretta
della sorgente
Bassa Per talune lampade i valori limite di esposizione
Lampade scialitiche da sala
(Elevata se visione per luce blu possono essere superati in 30 minuti
operatoria
diretta) in condizioni di visione diretta della sorgente
Per quanto riguarda la radiazione laser, tutte le apparecchiature che emettono radiazione ottica coerente
classificate nelle classi 1M, 2M 3R, 3B e 4 (nella nuova classificazione) o nelle classi 3A, 3B e 4 (nella
vecchia classificazione) secondo lo standard IEC 60825-1 vanno valutate.
L’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono
essere considerate positive, ma di fronte ad una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte
grosse difficoltà di reazione. Inoltre, persone diverse possono reagire in modo diverso a situazioni simili
e una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a situazioni
simili. Lo stress quindi non è di per sé una malattia, ma un’esposizione prolungata allo stress può ridurre
l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute.
Tutte le manifestazioni di stress sul lavoro non vanno considerate causate dal lavoro stesso. Lo stress da
lavoro può essere causato da vari fattori, quali il contenuto e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di
lavoro, una comunicazione “povera”, ecc.
Data la complessità del fenomeno stress – lavoro correlato, risulta veramente difficile individuare una
lista esaustiva dei potenziali indicatori di stress. Tuttavia, un alto assenteismo o un’elevata rotazione del
personale, conflitti interpersonali o lamentele frequenti da parte dei lavoratori sono alcuni dei sintomi che
possono rivelare la presenza di stress da lavoro. Se il problema di stress da lavoro è identificato, bisogna
agire per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo. La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare
spetta al datore di lavoro.
Ad ogni indicatore è associato un punteggio che concorre al punteggio complessivo dell’area. I punteggi
delle 3 aree vengono sommati (secondo opportune indicazioni che qui si omettono) e consentono di
identificare il proprio posizionamento nella TABELLA DEI LIVELLI DI RISCHIO.
I punteggi delle 3 aree vengono sommati e consentono di identificare il proprio posizionamento nella
TABELLA DEI LIVELLI DI RISCHIO.
Nella FASE 2 è quindi possibile individuare il livello di rischio (BASSO, MEDIO, ALTO)
corrispondente al punteggio totalizzato, e conseguentemente, individuare la strategia di intervento,
confrontando i risultati della valutazione con quanto riportato nella tabella di cui alla pagina precedente.
Si noti che in caso di rischio BASSO e MEDIO sono previsti interventi di tipo organizzativo. Solo in
caso di rischio ALTO si deve procedere alla valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato.
Quando sia stata sufficientemente compresa la natura dei fattori oggettivi analizzati con la CHECK LIST
ed attuate le misure di miglioramento identificate, in caso di rischio ALTO è necessario procedere alla
valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato (FASE 3). Questo livello di intervento richiede di
procedere con identificazione dei referenti, responsabili aziendali (direttori di struttura), responsabili
della qualità ed eventuali consulenti coinvolti per l’intervento sul campione/settori/unità operative in cui
si è evidenziato la condizione RISCHIO ALTO.
Questa fase prevede la scelta di:
questionario
modalità di rilevazione che garantiscano a tutti i lavoratori l’informazione, la partecipazione e
l’anonimato
modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse aziendale
pianificazione delle azioni di miglioramento.
La scelta del questionario, come pure delle modalità di rilevazione ed analisi, viene demandata alle
capacità e risorse della struttura di indagine, coinvolgendo un gruppo di lavoro che, partendo dal SPP e
MC, deve necessariamente comprendere la figura dello Psicologo, del quale la valutazione generale dello
stress è competenza ai sensi della Legge 18/02/89, n. 56, come pure è necessario l’intervento della
struttura che si occupa della qualità aziendale, della privacy e delle risorse umane. La scelta, in
particolare, dello strumento di valutazione più adatto alla realtà aziendale (questionario) aumenta la
partecipazione, riduce le barriere al cambiamento e costituisce il primo passo per la prevenzione stessa.
Come ben specificato nell’Accordo quadro europeo la finalità della valutazione è offrire ai datori di
lavoro ed ai lavoratori un quadro di riferimento per individuare e prevenire o gestire problemi di stress
lavoro-correlato, non è invece quello di attribuire la responsabilità dello stress all’individuo. I questionari
soggettivi non hanno quindi la funzione di identificare “il soggetto con il problema” ma di consentire la
rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che, aggregate per area/reparto, contribuiscono ad
identificare le condizioni su cui intervenire per eliminare, ridurre e gestire la condizione di stress al
lavoro.I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati per la valutazione dello stress lavoro correlato
sono:
JCQ - Job Content Questionnaire (Karasek 1985)
QUESTIONARIO ISPESL “Le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002)
PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983)
OSI - Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988)
JSQ - Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH)
OSQ - Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992)
JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994)
OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005)
M_DQ10 - Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005)
Benessereorganizzativo – Magellano PA (Avallone 2004)
(Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere
organizzativo (De Carlo 2008).
Per ciascuna struttura della ASL SALERNO, si allega nei fascicoli dedicati ai Piani di Adeguamento, la
valutazione estesa del rischio stress-lavoro correlato, prodotta con procedura software in base EXCEL
autoprodotta e testata dal SPP da cui risulta il valore del rischio lavoro stress-correlato.
Il livello 1 è relativo alle situazioni in cui il rischio è lieve e le azioni di bonifica non sono prioritarie
(interventi a lungo termine). Il livello 2 è relativo alle situazioni di rischio "medio". Con il livello 3 si
classificano le situazioni in cui il rischio è grave e l'intervento è urgente. Infine con il livello 4 vengono
classificate le situazioni in cui:
il rischio è rilevante e le azioni da intraprendere devono avere la massima priorità;
l'elemento valutato (attrezzatura, modalità operativa, luogo di lavoro, impianti, ecc;) non è
conforme alle norme.
3 IL SISTEMA DI GESTIONE
3.1 PREMESSA
L’applicazione del D.lgs. 81/08 prevede, tre le altre cose, l’individuazione del Datore di Lavoro (che
esercita il governo dell’Azienda), del Dirigente (che dirige) e del Preposto (che sovrintende). Nella ASL
SALERNO è istituita la cosiddetta “Alta Direzione”, con funzioni eminentemente funzionali e
strategiche, costituita dal Direttore Generale, nominato dall'organo di vertice della Regione Campania,
assistito a sua volta dal Direttore Sanitario e da quello Amministrativo, figure professionali direttamente
scelte e nominate dal Direttore Generale. Il Direttore Generale, inoltre incarica i Dirigenti, ai quali per
disposto dall’art. 4 del D.lgs.165/01, spetta l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi,
compresi gli atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, nonché la gestione finanziaria,
tecnica ed amministrativa, mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane,
strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva della gestione e dei relativi risultati.
Ai Dirigenti, il DG, può delegare funzioni gestionali (non di governo) di sua competenza, ivi comprese
tra le altre, le funzioni delegabili attribuitegli dal D.Lgs. 81/08, secondo quanto previsto all’art. 16 dello
stesso Decreto, escluse tassativamente le funzioni non delegabili elencate al successivo art. 17. Deve
essere chiaro, infatti, che ai Dirigenti, con o senza delega, competono tutti gli obblighi dell’art. 18 del
D.lgs. 81/08, compresa in particolare la responsabilità di attuare gli interventi preventivi e/o correttivi
volti ad eliminare o ridurre rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori a seguito della valutazione dei
rischi. Per effettuare la sorveglianza della corretta attuazione delle misure di prevenzione disposte dai
Dirigenti, sono individuati i Preposti, dipendenti dell’Azienda con alcune responsabilità di direzione dei
lavori o dei lavoratori. Per stabilire i rapporti di responsabilità e gli obblighi a carico delle diverse figure
professionali e strutture della ASL, sono stabilite le seguenti definizioni.
nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in
rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il
responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente;
prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate
istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e
specifico;
richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle
disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di
protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione;
inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza
sanitaria e richiedere al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico;
nei casi di sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del D.lgs. 81/08, comunicare
tempestivamente alla FC Medicina del Lavoro Aziendale la cessazione del rapporto di lavoro;
adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare
istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino
il posto di lavoro o la zona pericolosa;
informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato
circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento di cui agli articoli 36 e 37
del D.Lgs. 81/08, secondo la regolamentazione aziendale;
astenersi, salvo eccezione debitamente motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, dal
richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un
pericolo grave e immediato;
consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
l’applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute;
consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di
questi e per l’espletamento della sua funzione, copia del documento di valutazione dei rischi di
cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche su supporto informatico con avvertenza che il
documento è consultato esclusivamente in azienda
prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare
rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno verificando periodicamente
la perdurante assenza di rischio;
comunicare in via telematica all’INAIL, nonché per loro tramite, al sistema informativo
nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro di cui all’articolo 8, entro 48 ore dalla ricezione
del certificato medico, a fini statistici e informativi, i dati e le informazioni relativi agli infortuni
sul lavoro che comportino l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e,
a fini assicurativi, quelli relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un’assenza al lavoro
superiore a tre giorni; l’obbligo di comunicazione degli infortuni sul lavoro che comportino
un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni si considera comunque assolto per mezzo della
denuncia di cui all’articolo 53 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria
contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124;
consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle ipotesi di cui all’art. 50 del
D.Lgs. 81/08;
adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di
lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato;
vigilare affinché i lavoratori per i quali vige l’obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti
alla mansione lavorativa specifica senza il prescritto giudizio di idoneità;
fornire alle SC Servizio di Prevenzione e Protezione e FC Medicina del Lavoro Aziendale
informazioni in merito a:
o la natura dei rischi;
o l’organizzazione del lavoro, la programmazione e l’attuazione delle misure preventive e
protettive;
o la descrizione degli impianti e dei processi produttivi;
o i dati relativi agli infortuni e quelli relativi alle malattie professionali;
o i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza.
Al Dirigente della S.C. Servizio di Prevenzione e Protezione è delegata la mera elaborazione del DVR,
da approvarsi formalmente nei modi previsti dal D.lgs. 81/08.
Ancora ai sensi della Deliberazione del Direttore Generale n. 3 del 27/07/2016, sono sempre delegati
ai Dirigenti (come appresso specificati) i seguenti compiti ed adempimenti che sono previsti anche in
capo del Datore di Lavoro (parzialmente previsti all’art. 61 del D.lgs. 230/95 e s.m.i.):
i Dirigenti delegati che rispettivamente eserciscono e dirigono le attività disciplinate dal D.lgs.
230/95 e, con i preposti che vi sovraintendono, devono, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e
competenze, attuare le cautele di protezione e di sicurezza previste dal presente capo e dai
provvedimenti emanati in applicazione di esso;
i Dirigenti delegati, prima dell'inizio delle attività disciplinate dal D.Lgs. 230/95, debbono
acquisire da un Esperto Qualificato di cui all’art.77, una relazione scritta contenente le
valutazioni e le indicazioni di radioprotezione inerenti alle attività stesse. A tal fine i Dirigenti
forniscono all'Esperto Qualificato i dati, gli elementi e le informazioni necessarie (la relazione
costituisce il Documento di Valutazione dei Rischi di cui all’art. 17 del D.Lgs. 81/08, per gli
aspetti concernenti i rischi da radiazioni ionizzanti);
Sulla base delle indicazioni della relazione dell’Esperto Qualificato, i Dirigenti Delegati dal Datore di
Lavoro e i Preposti devono in particolare:
provvedere affinché gli ambienti di lavoro in cui sussista un rischio da radiazioni vengano, nel
rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 230/95 all'articolo 82, individuati, delimitati,
segnalati, classificati in zone e che l'accesso ad essi sia adeguatamente regolamentato;
provvedere affinché i lavoratori interessati siano classificati ai fini della radioprotezione nel
rispetto delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 230/95 all'articolo 82;
predisporre norme interne di protezione e sicurezza adeguate al rischio di radiazioni e curare che
copia di dette norme sia consultabile nei luoghi frequentati dai lavoratori, ed in particolare nelle
zone controllate;
fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione, in
relazione ai rischi cui sono esposti;
rendere edotti i lavoratori, nell'ambito di un programma di formazione finalizzato alla
radioprotezione, in relazione alle mansioni cui essi sono addetti, dei rischi specifici cui sono
esposti, delle norme di protezione sanitaria, delle conseguenze derivanti dalla mancata osservanza
delle prescrizioni mediche, delle modalità di esecuzione del lavoro e delle norme interne;
provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme interne, usino i mezzi di sorveglianza
e protezione ed osservino le modalità di esecuzione del lavoro;
provvedere affinché siano apposte segnalazioni che indichino il tipo di zona, la natura delle
sorgenti ed i relativi tipi di rischio e siano indicate, mediante appositi contrassegni, le sorgenti di
radiazioni ionizzanti, fatta eccezione per quelle non sigillate in corso di manipolazione;
fornire al lavoratore esposto i risultati delle valutazioni di dose effettuate dall'esperto qualificato,
che lo riguardino direttamente, nonché assicurare l'accesso alla documentazione di sorveglianza
fisica concernente il lavoratore stesso;
nei casi in cui occorre assicurare la sorveglianza fisica i dirigenti devono avvalersi degli Esperti
Qualificati di cui all'articolo 77 del D.Lgs. 230/95 e, per gli aspetti medici, dei Medici
Competenti o Medici Autorizzati di cui all'articolo 83 del D.Lgs. 230/95;
nei casi in cui non occorre assicurare la sorveglianza fisica, i dirigenti sono tenuti comunque ad
adempiere alle disposizioni relative alla predisposizione di norme interne, del programma di
formazione specifico e delle modalità di esecuzione del lavoro, a verificare che i lavoratori
osservino le predisposizioni e fornire i mezzi di protezione eventualmente necessari;
comunicano tempestivamente all'Esperto Qualificato e al Medico Autorizzato per mezzo della FC
Medicina del Lavoro Aziendale la cessazione del rapporto di lavoro con il lavoratore esposto.
Inoltre al Dirigente Delegato sono demandati dal Datore di Lavoro, in particolare:
la segnalazione delle misure di miglioramento al fine della tutela della sicurezza degli ambienti di
lavoro e della salute dei lavoratori;
la segnalazione alle competenti FC Struttura Tecnica e Gestione del Patrimonio e/o Tecnologie
Biomediche e Tecniche, di ogni deficienza delle strutture, degli impianti e delle apparecchiature e
l’assunzione delle iniziative di competenza di cui è venuto a conoscenza al fine di evitare
l’esposizione dei lavoratori e del pubblico a rischi indebiti;
la gestione dei rapporti con gli organi di vigilanza conseguenti all’applicazione della normativa in
tema di igiene e prevenzione dei luoghi di lavoro in relazione alle competenze delegategli o
proprie.
il preposto è una “persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici
e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e
garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa”. E’ pertanto il responsabile della vigilanza e
della corretta attuazione delle misure di prevenzione disposte dalla Direzione. Nella ASL SALERNO, il
Preposto è il Responsabile di una Unità Operativa Semplice, Dipartimentale o Complessa, il
Responsabile di una Organizzazione Operativa permanente, il Dirigente Infermieristico, il Dirigente
Tecnico e l’Operatore Professionale Coordinatore (ovviamente l’elenco non è esaustivo).
I Preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono:
sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge,
nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi
di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in
caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone
che li espongono ad un rischio grave e specifico;
richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di
emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e
inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;
informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato
circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro
attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato;
segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle
attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di
pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della
formazione ricevuta;
frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37 del Decreto
Legislativo.
3.1.5 Lavoratore
La definizione di lavoratore è contenuta nell’art. 2, lettera “a” del D.Lgs. 81/08. Lavoratore è “la persona
che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo
fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e
familiari”. Sono equiparati ai lavoratori, i soci lavoratori di cooperative o di società, anche di fatto, che
prestino la loro attività per conto dell'Azienda e gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione
scolastica, universitaria e professionale avviati presso datori di lavoro per agevolare o per perfezionare le
loro scelte professionali. Sono altresì equiparati gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e i
partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi
ed attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici (esempio: tirocinio OSS, scuola
infermieri, stagisti, etc.).
Ciascun lavoratore si prende cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre
persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni,
conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
In particolare i lavoratori devono:
contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all’adempimento degli obblighi
previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti,
ai fini della protezione collettiva ed individuale;
utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di
trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza;
utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e
dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui
vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie
competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le
situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza;
non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di
controllo;
non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro;
sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal
medico competente.
intervento immediato e svolgono le altre funzioni sanitarie e non”. Anche se formalmente l’adozione
delle nuove squadre di addetti antincendio rileva solo per strutture esistenti che devono ancora adeguarsi
al DM 18/09/2002, come modificato dal DM 19/03/2015, l’ASL SALERNO si pone l’obiettivo di
individuare, dove dovuti, “addetti antincendio” almeno nel numero minimo previsto dal nuovo DM.
Tutti gli Addetti Antincendio (della squadra vera e propria o gli addetti di compartimento) devono essere
adeguatamente formati preventivamente con i corsi previsti con DM 10/03/1998 a seconda del tipo di
Rischio Incendio rilevato nella valutazione dei rischi (generalmente rischio elevato per tutti gli ospedali
della ASL SALERNO e rischio medio per tutte le altre strutture - residenziali, ambulatoriali, uffici
centrali e periferici). Il numero minimo di addetti di compartimento è calcolato per ogni struttura con
l’algoritmo previsto alla Tabella 1 del Titolo V del DM 19/03/2015.
Un aspetto da tenere ben presente in fase di assegnazione dei compiti, da parte dei Dirigenti con delega
di funzioni da parte del Datore di Lavoro, è che la nomina non è rifiutabile né da diritto a maggiorazioni
in termini di retribuzione o agevolazioni sull’orario di lavoro. La nomina di un addetto andrebbe fatta
valutandone con attenzione i requisiti fisici ed emotivi, ed eventualmente saggiandone la disponibilità,
onde evitare in caso di effettiva necessità o emergenza, di dover fare affidamento su soggetti poco
motivati o non adeguati.
previsto dal DM 388/03 esiste una nutrita serie di attestazioni favorevoli nelle appendici normative
estratte dai Decreti Attuativi (n. 90 del 15/03/2010) e dagli Interpelli Ministeriali, tra i quali merita
attenzione l’interpello n. 02/2012 del 15/11/2012 che aggiorna le disposizioni in materia di formazione
degli addetti alla squadra di primo soccorso. Anche un Documento Preliminare del Comitato Tecnico
Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro in collaborazione con il Ministero della Salute, in
un lavoro preparatorio ad un possibile (ma finora mai attuato) Accordo in sede di Conferenza dello Stato
con le Regioni sugli indirizzi applicativi del DM 388/03, datato ormai al 10/01/2005 (quindi in vigenza
del D.lgs. 626/94), attesta senza mezzi termini che “non sono tenuti a svolgere la formazione tutte quelle
aziende od unità produttive che indicano come addetto al servizio di pronto soccorso un medico o un
infermiere professionale”. L’Interpello n. 02/2012 del 15/11/2012 invece tende a fornire una soluzione
più ampia del problema esenzioni con riferimento diretto ai corsi dei “Volontari del Soccorso”
organizzati dalla Croce Rossa Italiana o da altri Enti collegati al SSN 118. Tale soluzione è di natura
strettamente “tecnica” in quanto si approva la eventuale esenzione in senso generale per coloro che
possano dimostrare di aver sostenuto corsi almeno pari o superiori a quello previsto dal DM 388/03,
compresi gli aggiornamenti almeno triennali. In conclusione, riguardo alla possibile esenzione per medici
ed infermieri professionali della ASL SALERNO dalla frequentazione del corso DM 388/03 si ritiene di
dare una soluzione equilibrata al problema ricordando che, in ragione dello stesso DM: ogni persona
individuata come addetto deve disporre di adeguata preparazione teorico-pratica, pari e superiore nella
durata e nei contenuti a quella proposta in Allegato 4 del DM 388/03. Pertanto chiunque non fosse
medico o infermiere professionale (dotato cioè a priori della necessaria competenza teorica e pratica)
deve necessariamente sostenere i corsi base e gli aggiornamenti. Poiché la consulenza del Medico
Competente è assolutamente necessaria nell’attuazione dell’intero sistema di prevenzione e protezione
previsto al DM 388/03, lo stesso Medico Competente deve essere sentito per l’eventuale esonero dal
corso formativo di un medico o infermiere professionale. Ovviamente sulla base dell’Interpello n.
02/2012 del 15/11/2012 tale esonero può essere anche parziale, relativo per esempio alla sola attività
teorica, o solo quella pratica. Per estensione può essere valutato positivamente anche l’eventuale esonero
dalle attività pratiche in aggiornamento se il candidato (medico o infermiere) dimostri il mantenimento
almeno triennale della capacità di intervento pratico.
individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi e individuazione delle misure per la
sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base
della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale;
elaborazione, per quanto di competenza, delle misure preventive e protettive di cui all’articolo
28, comma 2, e i sistemi di controllo di tali misure;
elaborazione delle procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
proposta di programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
partecipazione alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché
alla riunione periodica di cui all’articolo 35 (che per delega del D.G. è convocata proprio dallo
RSPP);
fornitura ai lavoratori delle informazioni di cui all’articolo 36.
La SC Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO, oltre a quanto richiamato in
precedenza, provvede a:
partecipare, con il Medico Competente (MC), alle visite ispettive degli organi di vigilanza e di
polizia giudiziaria e alle inchieste interne per infortuni sul lavoro;
organizzare i piani di emergenza e di prevenzione incendi, nonché la formazione degli addetti
alle squadre di emergenza antincendio, la formazione degli addetti all’evacuazione, la
formazione dei collaboratori per le fasi di emergenza ed evacuazione;
ricevere la valutazione del rischio effettuata dall’Esperto Qualificato di Radioprotezione (EQ), ai
sensi del D.Lgs. 230 del 17/03/95, come integrato dal D.Lgs. 241 del 26/05/2000 e dal
successivo D.Lgs. 257 del 09/07/2002, in quanto la relazione dell’Esperto Qualificato
costituisce, di fatto, un Documento di Valutazione dei Rischi da Radiazioni Ionizzanti (IR);
ricevere la valutazione del rischio effettuata dall’Esperto Responsabile di Risonanza Magnetica
(ER), ai sensi del DM 02/08/91 e DPR n. 542/94 in quanto la relazione dell’Esperto
Responsabile di RM costituisce, di fatto, il Documento di Valutazione dei Rischi da Radiazioni
Non Ionizzanti (NIR) relative agli impianti RM;
ricevere la valutazione del rischio effettuata dal Tecnico alla Sicurezza Laser (TSL), ai sensi del
combinato disposto del D.Lgs. 81/08, Capo V e Norma CEI EN 60825, parte 1, CEI 76-6 parte 8;
fornire la consulenza, per la redazione dei Piani di Emergenza Esterna dell’ASL SALERNO,
l’addestramento teorico e pratico delle figure dell’emergenza, il coordinamento da parte
dell’ASL per i rapporti con la Protezione Civile del territorio;
fornire la necessaria consulenza alle strutture dell’Azienda interessate a raggiungere migliori
standard di sicurezza e salute dei lavoratori; in particolare, su richiesta della D.G., può esprimere
pareri di competenza in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, riguardo alle nuove
progettazioni di strutture sanitarie e modificazioni o trasformazioni delle strutture sanitarie
esistenti;
fornire specificità per la stesura dei Capitolati d’Appalto e Documenti Unici di Valutazione dei
Rischi da Interferenza (DUVRI di cui all’art. 26 del D.lgs. 81/08) relativi alla materia di forniture
di Servizi e di Materiali per la Funzione Centrale di Provveditorato;
implementare un servizio di reperibilità e pronto intervento H24 per garantire la presenza di
specialisti in sicurezza nelle situazioni di estrema urgenza, di emergenza aziendale o emergenze
extra aziendali;
collaborare alla implementazione nella unità produttiva e presso tutte le strutture di competenza
di un regolamento per il fumo, individuando, se necessario un referente fisso con funzioni di
vigilanza, controllo, collaborazione e cooperazione per l’educazione al rispetto delle normative
sul fumo attivo e passivo;
promuovere il coordinamento tra le varie strutture aziendali in aderenza alle indicazioni nazionali
e regionali, implementando la cultura della prevenzione rispetto al rischio ed una azione positiva
per la sicurezza degli operatori ai diversi livelli, innescando un processo di verifica continua,
partecipazione e condivisione teso al miglioramento delle condizioni di sicurezza nella
erogazione dei servizi sanitari.
Il RSPP può essere delegato alla convocazione della Riunione Periodica di cui all’art. 35 del D.Lgs.
81/08.
Per il conseguimento dei sui fini e dei suoi obiettivi, la SC Servizio di Prevenzione e Protezione della
ASL SALERNO, si articola secondo un organigramma organizzato su diversi livelli organizzativi.
Complessivamente si individuano nella SC tre livelli gerarchici ed un ufficio di supporto ai livelli. Al
primo livello gerarchico sta il RSPP, al secondo un Nucleo Centrale di Esperti (NCE), al terzo un gruppo
di collaboratori, selezionati nelle Macrostrutture dell’ASL, aventi il ruolo di “Facilitatori”. I componenti
del NCE e i Facilitatori possono essere individuati anche come Addetti del Servizio di Prevenzione e
Protezione (ASPP), se ne hanno i titoli previsti dal D.Lgs. 81/08.
I componenti del NCE possono essere dipendenti e/o consulenti della ASL SALERNO, di provata
esperienza e dotati di profonda conoscenza della materia della sicurezza e salute dei luoghi di lavoro.
Sono persone alle dirette dipendenze del RSPP con il quale collaborano ed al quale rispondono. Incarico
specifico del NCE è l’effettuazione della valutazione dei rischi per la materia di competenza, avvalendosi
nel caso della strumentazione necessaria messa a disposizione dall’Azienda e la stesura dei relativi piani
di adeguamento e dei piani di emergenza. Se in possesso dei requisiti previsti (apposito corso per ASPP e
relativi aggiornamenti, come definiti dal D.lgs. 81/08, all’art. 32) i componenti del NCE possono essere
designati dal Datore di Lavoro come ASPP, previa individuazione da parte del RSPP. In questa veste
collaborano con il RSPP, cui rispondono gerarchicamente, per la gestione delle competenze e delle
attività del Servizio di Prevenzione e Protezione.
I Facilitatori sono dipendenti a vario titolo e/o consulenti della ASL SALERNO, individuati come
personale in servizio presso le Macrostrutture della ASL, eventualmente già afferente ad altre strutture
della ASL SALERNO. La loro funzione è quella di rendere quando più efficace ed efficiente la
comunicazione e lo scambio di informazioni tra le Direzioni e le Strutture della Macrostrutture e il SPP.
Se in possesso dei requisiti previsti (apposito corso per ASPP e relativi aggiornamenti, come definiti dal
D.lgs. 81/08, all’art. 32) i Facilitatori possono essere designati dal Datore di Lavoro come ASPP, previa
individuazione da parte del RSPP. In questa veste collaborano con il RSPP, cui rispondono
gerarchicamente, per la gestione delle competenze e delle attività del Servizio di Prevenzione e
Protezione.
partecipa allo sviluppo di programmi per il miglioramento dei processi lavorativi come test e
valutazioni del rischio per la salute di nuove apparecchiature, processi, ecc. ;
fornisce la consulenza sui rischi sulla salute e sicurezza e igiene, sull’ergonomia e sui dispositivi
di protezione collettiva e individuale;
effettua la sorveglianza sanitaria e medica dei lavoratori in relazione ai fattori di rischio
lavorativi;
promuove il concetto di adattamento del lavoro al lavoratore;
promuove e collabora alle attività di informazione e formazione sui rischi per la salute,
sull’igiene e sull’ergonomia;
partecipa all’organizzazione delle misure di primo soccorso ed emergenza;
partecipa all’analisi degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
fornisce informazioni ai lavoratori e ai loro rappresentanti sul significato degli accertamenti
sanitari e li informa del risultato degli stessi;
effettua le visite mediche straordinarie ed eccezionali;
informa ogni lavoratore sui risultati degli accertamenti e ne rilascia copia su richiesta;
identifica e valuta i rischi per la salute nei luoghi di lavoro;
intrattiene rapporti con le istituzioni pubbliche che operano nel settore della prevenzione nei
luoghi di lavoro;
effettua la sorveglianza sanitaria e medica degli esposti classificati di categoria A e B al rischio
dei radiazioni ionizzanti (D.lgs. 230/95 e D.lgs. 241/00 );
convoca i lavoratori per la effettuazione delle visite mediche relative alla sorveglianza sanitaria e
medica.
effettuati e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati cosi come comunicatigli dai
Medici Competenti ed Autorizzati;
trasmette ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in maniera anonima le informazioni
comunicatigli dai Medici Competenti ed Autorizzati, circa il significato degli accertamenti
sanitari cui sono sottoposti i lavoratori e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo
termine, sulla necessità di sottoporli ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione
dell’attività che comporta l’esposizione a tale agente;
partecipa alla programmazione di controllo dell’esposizione dei lavoratori i cui risultati gli sono
forniti con tempestività ai fini delle valutazioni e dei pareri;
collabora alla predisposizione del Primo Soccorso ai sensi dell’art. 45 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.;
la formulazione di proposte in ordine all’acquisto di apparecchiature e dispositivi medici;
l’obbligo di inoltro di denunce e certificazioni non espressamente riservate al singolo Medico
Competente e Autorizzato;
la gestione dei conflitti, reclami e vertenze medico-legali;
la responsabilità relativamente alla Struttura in materia di privacy ex D.Lgs. 196/03;
il controllo del personale, compreso eventuale espletamento di procedimenti disciplinari,
controllo sull’ammissione di personale volontario, frequentatori ai fini di riconoscimento di
professionalità;
la vigilanza in materia di prestazioni;
la gestione delle cartelle sanitarie e di rischio e dei documenti sanitari personali (controllo
completezza, copie, archiviazione e conservazione);
il controllo in materia di farmaci e presidii medico-chirurgici;
la promozione del rispetto dei principi etici delle figure professionali garantendo il rispetto del
codice deontologico;
il controllo di qualità;
la responsabilità nei riguardi dell’organizzazione e funzionamento della Struttura (anche rispetto
agli obblighi legati all’ECM );
la nomina del Medico Competente e del Medico Autorizzato.
Il Dirigente Responsabile – Medico Coordinatore, fermo restando l’autonomia professionale del singolo
Medico Competente ed Autorizzato, funge da riferimento tecnico per i casi più complessi e rappresenta le
istanze dei Medici Competenti ed Autorizzati nei riguardi dell’Azienda.
risponde alle norme del D.Lgs. 230/95 e s.m.i. e non solo al D.Lgs. 81/2008. Il Medico Addetto alla
Sorveglianza Medica della Radioprotezione (Medico Autorizzato/Medico Competente), agisce
nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali di cui al D.Lgs. 230/95.
Il Medico Autorizzato in particolare:
svolge le funzioni mediche previste dal D.Lgs. 230/95 smi, comprese quelle medico- legali con
propria responsabilità;
effettua la sorveglianza medica, avvalendosi del protocollo e della programmazione sanitaria
definita dal Dirigente Responsabile della Struttura – Medico Coordinatore;
si avvale, per accertamenti diagnostici, della collaborazione di medici specialisti afferenti alla SC
Medicina del Lavoro Aziendale e/o di altri medici specialisti previa autorizzazione del Dirigente
Responsabile;
esprime i giudizi di idoneità per i radioesposti, avvalendosi dei modelli predisposti, che invierà
al Dirigente Delegato-Datore di Lavoro del Macrocentro;
aggiorna il data base per i rilievi di natura statistica e scientifica;
istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, per ogni lavoratore, la cartella
sanitaria e di rischio e il documento sanitario personale per il tempo strettamente necessario per
l’esecuzione della sorveglianza e medica e la trascrizione dei relativi risultati. Tali documenti
sanitari saranno conservati, con salvaguardia del segreto professionale, presso locali dedicati;
si assicura dell’invio delle cartelle sanitarie e di rischio e dei documenti sanitari personali nei
casi previsti agli Istituti Individuati dalla normativa;
fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza medica cui sono stati
sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di
sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività che comporta
l’esposizione a tale agente;
informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza medica;
effettua le visite programmate degli ambienti di lavoro e compila il verbale predisposto,
attenendosi a quanto segue:
a) di esserne l’unico firmatario;
b) di non divulgarne il relativo contenuto;
c) di trasmetterlo al Dirigente Responsabile.
l’approntamento di idonea segnaletica che interdica l’accesso a persone per cui esistano
controindicazioni all’esposizione a campi magnetici;
la predisposizione, nel sito RMN, delle apparecchiature di primo intervento medico sul paziente,
anche per cause non strettamente correlate alla prestazione RMN;
stesura dei protocolli per il pronto intervento sul paziente nei casi di emergenza;
predisposizione di idonei dispositivi di sorveglianza del paziente durante l’esame (interfono,
telecamera, ecc.) e dispositivi di protezione per il rumore derivante dalle apparecchiature (in
collaborazione con l’Esperto Responsabile per la sicurezza);
segnalazione degli incidenti di tipo medico (Registro incidenti di tipo medico);
controllo, della sussistenza per gli addetti, all’idoneità allo svolgimento dell’attività lavorativa
(annuale);
la stesura dei protocolli per la corretta esecuzione degli esami.
mantenere il programma di assicurazione della qualità (Norma CEI 76-6 Sicurezza degli apparecchi
laser Parte 8: Guida all’uso degli apparecchi laser in medicina).
P.O. Battipaglia;
P.O. Polla;
P.O. Sapri;
P.O. Vallo della Lucania;
P.O. Roccadaspide;
Distretto Sanitario n. 60;
Distretto Sanitario n. 61;
Distretto Sanitario n. 62;
Distretto Sanitario n. 63;
Distretto Sanitario n. 64;
Distretto Sanitario n. 65;
Distretto Sanitario n. 66;
Distretto Sanitario n. 67;
Distretto Sanitario n. 68;
Distretto Sanitario n. 69;
Distretto Sanitario n. 70;
Distretto Sanitario n. 71;
Distretto Sanitario n. 72;
Dipartimento di Prevenzione
Dipartimento di Salute Mentale
Servizi Centrali e Centro Strategico Direzionale.
Il grado di affidabilità delle analisi statistiche è ovviamente dipendente dalla base-dati, dalla sua
completezza nonché dal grado di accuratezza e dettaglio con cui sono stati riportati gli infortuni nei
registri durante il periodo di riferimento. Oltre a ciò, bisogna ricordare che l'analisi statistica degli eventi
infortunistici accaduti nell'arco di un lungo periodo di tempo dà delle indicazioni univoche posto che non
siano intervenuti nel frattempo importanti modifiche alle strutture, agli impianti, ai macchinari ed alle
attrezzature di lavoro, nonché alle modalità operative. In base a tutto ciò si potrà decidere a quale livello
di approfondimento si potrà spingere l'analisi, e quali grandezze sia ragionevolmente possibile calcolare
al fine di ottenere dati utili.
All'analisi presentata nei paragrafi successivi, si deve comunque premettere, che il database degli
infortuni derivante direttamente dal Registro degli Infortuni Cartaceo delle strutture dell’ASL, risulta
abbastanza completo dal momento che risultano manchevoli i dati che riguardano solo strutture di
piccole dimensioni. Va invece sottolineato che sono stati riscontrati in generale non pochi casi di
incertezza e/o di incompletezza della registrazione degli eventi infortunistici, addebitabili ad una scarsa
conoscenza sulla procedure di registrazione da parte dei Preposti. Per questo motivo si auspica un
intervento formativo dei responsabili che solleciti un diverso atteggiamento dei preposti affinché suddetta
attività non sia un mero e insignificante adempimento amministrativo. Poiché tale analisi è di sicura
utilità, verrà in ogni caso svolta cercando di trarre dai dati disponibili il massimo delle informazioni.
In particolare il primo dato è quello che descrive l’andamento nel tempo del numero assoluto d’infortuni,
che descrive per il triennio una sostanziale diminuzione degli infortuni, in linea con l'andamento generale
nazionale. In questi termini generali, la diminuzione del numero assoluto di infortuni non costituisce
l'effetto positivo dell'applicazione di un corretto sistema di sicurezza del lavoro, quanto piuttosto l'effetto
della contrazione delle ore lavorate complessive, che incidono direttamente sul numero di lavoratori che
sono potenzialmente soggetti all'infortunio.
I tre grafici che seguono, invece, descrivono diffusamente la distribuzione assoluta in termini percentuali
degli infortuni nel triennio 2010-2012, distinguendo tre diverse classi d’indagine, vale a dire la qualifica
o mansione dell’infortunato, la sede primaria della lesione accertata e la causa principale che ha dato
origine all’infortunio.
Da una prima lettura dei grafici in valore assoluto, risulta che la categoria che ha subito il maggior
numero di infortuni risulta essere di gran lunga quella degli infermieri (60%), seguita dai medici (21%),
quindi dagli OTA/OSA (12%).
Risulta, inoltre che la regione del corpo maggiormente colpita è ovviamente quella delle mani (43%), che
stacca ampiamente tutte le altre parti del corpo. In questo grafico però si deve far rilevare il gran numero
d’infortuni che interessano il rachide in conseguenza di movimentazione manuale di carichi e
movimentazione di pazienti (10%). L’ultimo grafico, infine, relativo alla distribuzione percentuale delle
cause che hanno determinato gli infortuni, ci conferma quello che è il dato più caratteristico degli
infortuni nelle strutture sanitarie, che cioè l’infortunio che ricorre maggiormente in valore assoluto è la
puntura d’ago. Nel periodo 2010-2012 si registra per questa causa il 29% di tutti gli infortuni riportati nei
registri. Il dato si deve considerare ampiamente contenuto nella media nazionale delle strutture sanitarie,
sebbene il suo valore, comunque elevato, deve indurre ad una seria considerazione sull’opportunità di
investire in formazione su questo particolare argomento, a fronte dei costi aziendali necessari per i
conseguenti protocolli medici di controllo. Lo stesso grafico ci fa notare un alto numero d’infortuni per
caduta e/o scivolamento sul piano (pari al 18% del totale, che diventano ancora più numerosi se si
sommano anche le cadute avvenute fuori sede nei pressi dei luoghi di lavoro, che costituiscono una
aliquota della voce "in itinere"), il buon numero di incidenti stradali in servizio (riportati sempre
all'interno della voce "in itinere"), che potrebbe indurre alla valutazione di inserire nei programmi di
informazione e formazione anche l’educazione stradale. Si porta l'attenzione anche sulla percentuale del
5% del totale degli infortuni da attribuire all’aggressione da parte di terzi: una causa di infortunio che
cresce costantemente negli ultimi anni e che deve necessariamente essere indagato nelle sue cause,
interpretando l'aggressione da terzi, come indice di un malessere interno e aumento del livello di rischio
collegato allo stress-lavoro correlato.
Il primo grafico sopra riportato descrive la cadenza del numero assoluto di infortuni durante tutto l’arco
temporale dell’indagine dal 2010 al 2012 in ragione del mese dell’anno. L’indagine può rilevare se nel
corso di un anno solare ci siano periodi temporali in cui si concentrano gli infortuni. L’andamento dei
numeri, a prima vista, sembra dare il destro all’individuazione di particolari periodi negativi, come
possono essere la ripresa del lavoro dopo il periodo festivo natalizio, testimoniato dalla cadenza record di
infortuni nel mese di gennaio. Si confermano nei mesi tradizionali i lievi incrementi degli infortuni, in
particolare in luglio (tradizionalmente il mese che a livello nazionale registra la maggiore incidenza di
infortuni), ma anche ottobre e novembre. A tale proposito si deve stigmatizzare il valore probabilmente
troppo elevato di infortuni che appare al mese di agosto, tradizionalmente un mese in cui dovrebbero
aversi i numeri di infortuni più bassi dell’intero anno. In agosto resta sostenuto il numero assoluto di
infortuni nonostante il basso numero di lavoratori nei turni lavorativi e il contenuto livello prestazionale.
Il secondo grafico esprime il numero assoluto di infortuni occorsi nel periodo in esame (2010-2012),
raggruppati per sesso del lavoratore. Si manifesta regolarmente che le donne si infortunano mediamente
meno degli uomini soprattutto perché sono in numero inferiore rispetto ai primi (mediamente il rapporto
è molto vicino a 60 contro 40, su cento lavoratori).
Meglio del dato assoluto può essere utile disporre di un dato percentuale, dal quale non può non balzare
all'occhio la consistenza infortunistica dell'Ospedale di Nocera Inferiore (il maggiore della ASL
SALERNO in termini di numero di posti letto). Si tenga presente come il dato percentuale si possa
considerare a tutti gli effetti come un dato assoluto di frequenza di infortunio.
L'ultimo grafico è invece relativo al numero medio di giorni di infortunio registrati nelle strutture
ospedaliere durante l'intero triennio di interesse. In questo caso le informazioni possono dare indicazioni
sulla gravità dell'infortunio. Per esempio, considerata la posizione dell'Ospedale di Nocera Inferiore, il
quale pur avendo un'altissima percentuale di accadimento di infortuni (frequenza), in termini di minori
numeri medi di infortunio (gravità) recupera notevoli aspetti positivi, collocandosi in una situazione di
minore rischiosità rispetto per esempio all'Ospedale di Sarno. Quest’ultimo, infatti, sia rispetto alla
frequenza che alla gravità manifesta alti livelli generali di rischiosità.
La prima parte del DVR Revisione n. 2 è definita Parte Generale. In essa sono specificate tutte le
informazioni relative all'approccio generale del lavoro di valutazione. Ivi vengono specificati i Criteri
Generali della Valutazione dei Rischi, le Metodologie di Valutazione dei Rischi e i Criteri Generali della
Pianificazione degli Interventi. Inoltre viene considerato nelle sue linee essenziali l'intero argomento
della gestione della salute, sicurezza e dell'igiene del lavoro nella ASL SALERNO, alla luce dei
regolamenti interni adottati, dell’Atto Aziendale in vigore e soprattutto tenendo conto delle peculiarità di
alcune strutture produttive dell’Azienda rispetto ad altre. Sicchè, in funzione di una corretta analisi della
problematica, sono specificatamente individuati i comparti di produzione, gli ambiti e le aree omogenee
con le relative attività svolte dagli operatori dell’ASL SALERNO, definite parimenti per classi
tipologiche omogenee (strumento che chiameremo “mansionario”).
Questa prima parte è stata redatta al fine di essere il principale strumento operativo del Datore di Lavoro
e dei Dirigenti, poiché in essa vengono espresse le linee di azione, di coordinamento e di indirizzo sui
temi specificati. In particolare poi, a completamento, viene riportata una rassegna delle metodologie
utilizzate per la Valutazione dei Rischi e per l'estensione del Piano degli Adeguamenti (PdA). E' quindi
parte integrante e rilevante del presente Documento di Valutazione dei Rischi, una approfondita indagine
statistica degli infortuni avvenuti in Azienda nel triennio dal 2010 al 2012, acquisiti attraverso la
consultazione ed elaborazione dei Registri degli Infortuni presenti nelle varie strutture. Infine ai sensi
della lettera d) dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08, si riportano, corredate della necessaria documentazione, una
serie di procedure riguardanti aspetti della sicurezza sul lavoro che sono già utilizzate nell’ASL
SALERNO.
La seconda parte del DVR Revisione n. 2 è costituita dall’insieme di tutti i fascicoli relativi ai Piani di
Adeguamento (e miglioramento), raccolti per Macrostruttura Aziendale ed eventualmente per singola
Struttura, i quali contengono in maniera approfondita e puntuale la descrizione e la natura degli
adempimenti (e miglioramenti) che si ritengono necessari. In questa seconda parte del Documento sono
riportate le tabelle riepilogative relative alla individuazione di situazioni di rischio a cui corrisponde il
giudizio sintetico del livello di rischio e la nota di rimando ai Dirigenti Responsabili che devono
operativamente intervenire per l’adeguamento, corredata dalla tempistica di adeguamento. Il contenuto
di tali schede è sintetico e riepilogativo, ed ha il principale scopo di costituire una guida operativa di
pronta consultazione per quanto attiene le principali misure di prevenzione e protezione, nonché
costituire un riferimento rapido per le attività propriamente di gestione della sicurezza e di sorveglianza
dei lavoratori.
L’insieme dei documenti prodotti, in considerazione della propria naturale caratteristica in termini di
dinamicità, non deve essere considerato come un lavoro conclusivo e definitivo, ma come un passo operativo
verso la costituzione di un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL). Il Documento di
Valutazione dei Rischi, deve essere nuovamente revisionato anche in occasione di interventi sull’attività
lavorativa quali l’ingresso di nuove attrezzature, nuove assunzioni, trasferimento o qualsiasi tipo di
mobilità che possono interessare il personale e/o comunque quant’altro possa modificare l’esposizione al
rischio di un lavoratore.
Questo studio deve quindi essere inteso come base per meglio articolare le successive fasi di lavoro da
svolgere con il coordinamento del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) e il significativo apporto
partecipativo da parte della Struttura Medicina del Lavoro Aziendale Medico Competente, con l'obiettivo
specifico di continuare ad approfondire analisi e valutazioni ed acquisire ulteriori contributi da parte dei
dirigenti, dei preposti, dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi.
E, cosa non meno importante, il lavoro inerente la elaborazione del Documento di Valutazione dei
Rischi, deve essere rivolto alla creazione, nella coscienza dei non addetti ai lavori, di una “cultura” della
sicurezza, che produca, quanto meno, una sensibilità maggiore verso queste tematiche in tutte le unità
funzionali, al fine di perseguire una maggiore e più efficiente collaborazione tra il Servizio di
Prevenzione e Protezione (SPP) ed i vari dirigenti/preposti/rappresentanti/lavoratori.
Solo in questo modo, nell’ambito di un auspicato spirito collaborativo, tali elaborati potranno servire
come strumento di dialogo tra il Datore di Lavoro, i Dirigenti, i Preposti e i Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza, le RSU, per pianificare le misure da attuare al fine di prevenire i rischi.
Aziendale e a quella dei Dirigenti Responsabili, come un utile canovaccio per la programmazione e
breve, medio e lungo termine degli interventi di natura tecnico funzionale.
COMPARTO AMMINISTRATIVO-TECNICO
Dirigente di Macrostruttura – Funzionario Responsabile AMM-1
Impiegato – Assistente Amministrativo AMM-2
Programmatore CED – Videoterminalista AMM-3
Commesso AMM-4
Archivista AMM-5
Tecnico della Prevenzione/Ispettore (ruolo sanitario) AMM-6
Tecnico della Prevenzione/Medico Veterinario (ruolo sanitario) AMM-7
ImpiegatoTecnico - Geometra - Perito AMM-8
COMPARTO LABORATORIO
Medico – Resp. Laboratorio Biomedico LAB-1
Medico Biologo LAB-2
Medico di Anatomia Patologica LAB-3
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico LAB-4
Tecnico Sanitario di Anatomia Patologica LAB-5
Infermiere Coordinatore Centro Trasfusionale LAB-6
Infermiere Collaboratore Centro Trasfusionale LAB-7
OTA - Ausiliario specializzato LAB-8
COMPARTO AMBULATORI
Medico AMB-1
Medico Dipartimento Salute Mentale AMB-1/DSM
Medico Medicina del Lavoro Aziendale AMB-1/MC
Medico Legale AMB-1/MLE
Infermiere Coordinatore AMB-2
Infermiere Collaboratore AMB-3
OSS Ambulatori AMB-4
OTA Ambulatori AMB-5
Ausiliario Ambulatori AMB-6
Sociol. – Psicol. – Ass. Sociale - Educ. Anim. Comunic. Tec. Riab. Psich. AMB-7
Tecnico di riabilitazione: Fisioterapista-Fisiokinesiterpista AMB-8
Tecnico di riabilitazione: Massoterapista AMB-9
Tecnico di riabilitazione: Logopedista AMB-10
Tecnico di diagnostica: Ortottista AMB-11
Tecnico di diagnostica: Audiometrista AMB-12
Tecnico Riabilitazione Cardiaca AMB-13
Infermiere Collaboratore SERT AMB-14
COMPARTO DIAGNOSTICA
Medico Responsabile UO Radiologia DIA-0
Medico Radiologo DIA-1
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica DIA-2
Infermiere Collaboratore di Radiologia Medica DIA-3
OTA di Radiologia Medica DIA-4
Ausiliario di Radiologia Medica DIA-5
Servizio Emergenze
Medici Emergenza e Medico Anestesista EME-1
Infermiere Collaboratore per Emergenza e Addetto Mezzi di Soccorso EME-2
Autista - Soccorritore EME-3
Infermiere Collaboratore Emergenza – Centrale Operativa EME-4
Lavoratori Equiparati
Tirocinante - Allievo di Corso LAV-EQ-1
derivanti dalla mansione specifica e per esse viene definito, direttamente dalla valutazione di tutti i rischi,
un elenco dei rischi associati. Articolato l’elenco dei rischi si passa alla valutazione degli stessi secondo
la metodologia semiquantitativa che esprime un livello di criticità (Livello di Rischio) dato
genericamente dalla probabilità di accadimento dell’evento per la gravità delle conseguenze dello stesso.
Una volta definiti i rischi viene quindi riportato, in sequenza, quanto bisogna attuare per la mitigazione
del rischio in ottemperanza al disposto normativo. Ossia viene riportato l’elenco dei Dispositivi di
Protezione Individuale (DPI), il Piano della Informazione e della Formazione e il Protocollo di
Sorveglianza Sanitaria che compete a ciascun lavoratore inquadrato nella mansione.
6.3.1 Generalità
I DPI forniti in uso al personale sanitario devono essere dotati di:
una dichiarazione del fabbricante di conformità CE da Rischio Specifico;
la marcatura CE su ogni singolo pezzo;
una nota informativa rilasciata dal fabbricante.
I DPI devono garantire:
assenza di rischi derivanti dal DPI stesso;
compatibilità con la mansione svolta e con altri DPI usati;
comfort, ergonomia, adattabilità alle esigenze di salute dell’operatore.
mascherina chirurgica deve essere sostituita da un respiratore in grado di trattenere i vapori organici (es.:
glutaraldeide, acidi, solventi aromatici nelle preparazioni istologiche) oppure particolato o aerosol
inalabili es.: farmaci antitumorali, batteri aerodispersi, polveri allergizzanti).
6.3.7 Radioprotezione
Barriere, o schermature, costituiscono il principale elemento tecnico di difesa dalle radiazioni ionizzanti.
La principale barriera di protezione individuale per gli operatori esposti a radiazioni ionizzanti è il
grembiule piombifero. Analoga funzione svolgono giubbotti, collari, grembiuli paragonadi, guanti e
occhiali piombati. Mascherine e occhiali, visiere, guanti e camici monouso sono la normale dotazione di
DPI per gli operatori della medicina nucleare e di laboratorio, quando trattano sostanze radioattive.
L’Esperto Qualificato aziendale provvede a redigere le norme di buona tecnica, i codici di
comportamento e il regolamento di sicurezza da adottare all’interno dei reparti.
produttivo. Le Direttive Comunitarie e quindi il D.Lgs. 81/08, danno grande importanza alla
informazione e formazione dei lavoratori. Infatti, la politica della Unione Europea è basata sul
convincimento che sensibili miglioramenti in materia di salute e sicurezza siano ottenibili investendo
innanzi tutto sul fattore umano, attraverso un processo di informazione e formazione dei lavoratori che
dia le ragioni e gli strumenti di un modo di lavorare più sicuro e rispettoso della integrità della persona.
Gran parte degli articoli del D.Lgs. 81/08 contengono il richiamo alla informazione e formazione e due
articoli, il 36 e il 37, sono interamente dedicati a questi aspetti. Occorre dunque considerare con
attenzione e impegno questa indicazione, che certamente ci viene rivolta per il miglioramento personale e
collettivo.
L’informazione è un processo di comunicazione/ricezione di notizie e concetti, mentre la formazione lo è
di insegnamento/apprendimento di conoscenze utili per svolgere una determinata attività.
L’informazione è la trasmissione di contenuti strutturati in maniera organica (COMUNICAZIONE)
dall’emittente al ricettore. Il contenuto della comunicazione viene definito MESSAGGIO, che viene
trasmesso attraverso SEGNI, cioè veicoli della comunicazione, che possono essere di natura diversa
(parole, immagini, suoni, colori, ecc.).
La formazione è promozione, sviluppo e aggiornamento, attraverso meccanismi di apprendimento
consapevole di tre dimensioni “SAPERE” (conoscenze), “SAPER FARE” (capacità) e “SAPER
ESSERE” (atteggiamenti facilitanti), per realizzare, produrre, creare, svolgere una performance
(competenza professionale).
La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli
organismi paritetici di cui all’articolo 50 ove presenti, durante l’orario di lavoro e non può comportare
oneri economici a carico dei lavoratori.
Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro
di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la
formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza
della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo.
Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazione di cui al presente
decreto sono registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i), del
decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni. Il contenuto del libretto
formativo è considerato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli
organi di vigilanza tengono conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al presente decreto.
di vigilanza territorialmente competente che può disporne la conferma, la modifica o la revoca del
giudizio stesso.
6.5.1 Protocolli base per i profili di rischio di tutti i dipendenti della ASL
Profilo base:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT;
transaminasi, ECG;
Profilo rischio biologico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), test di Mantoux, esame clinico
del rachide;
Profilo rischio biologico con CDT:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, CDT, Test HIV (previo consenso), test di Mantoux, esame
clinico del rachide;
Profilo rischio biologico Pediatrico/Ostetrico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), tampone orofaringeo,
coprocoltura; CDT, test di Mantoux, esame clinico del rachide;
Profilo rischio DH oncologico:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, Test HIV (previo consenso), esame citologico urinario,
reticolociti, PSA, test di Mantoux, esame clinico del rachide;
Profilo rischio biologico Veterinari:
QPE, azotemia, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT,
transaminasi, ECG, markers epatite B e C, test di Mantoux, esame clinico del rachide.
6.5.3 Protocollo base generale per i lavoratori esposti alle radiazioni ionizzanti
Profilo rischio radiologico annuale esposti Cat. A:
QPE, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT, transaminasi,
ECG, colesterolo, HDL, trigliceridi, FT3, FT4, TSH, reticolociti + emocromo + QSPE (semestrali),
markers epatite B e C, Uricemia, APTT, PT, urine, ecografia tiroidea,visita oculistica con esame del
cristallino in midriasi
Profilo rischio radiologico semestrale Cat. A:
QPE, glicemia, creatininemia, emocromo con formula leucocitaria, piastrine, Gamma GT, transaminasi,
ECG, colesterolo, HDL, trigliceridi, FT3, FT4, TSH, reticolociti + emocromo + QSPE (semestrali),
markers epatite B e C, Uricemia, APTT, PT, urine, ecografia tiroidea,visita oculistica con esame del
cristallino in midriasi
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
ATTIVITA'
Elaborazione concettuale, elaborazione esecutiva
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Riunioni, contabilità
Uso di videoterminale < 20 ore/settimana
Attività esterna presso altre UU.OO. e/o fornitori. Attività di cantiere (nel caso vedi PSC)
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: IMPIEGATO
ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con uso di videoterminale < 20 ore/settimana
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
2
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-3
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: VIDEOTERMINALISTA/PROGRAMMATORE CED
ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo di videoterminale in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: COMMESSO
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Smistamento posta
Archiviazione materiale cartaceo
Fotocopie
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
affaticamento visivo X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: ARCHIVISTA
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio
Smistamento posta
Archiviazione materiale cartaceo
Fotocopie
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incendio, fiamme ed esplosioni X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
5
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-6
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: TECNICO DELLA PREVENZIONE - ISPETTORE
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale. Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione. Ispezione e controllo della filiera di produzione di alimenti
Vigilanza e controllo territoriale degli esercizi, degli stabilimenti
Interfaccia con utenze interne ed esterne
Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
metalli pesanti, amianto, piombo (per attività in esterno) X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo ematochimico base Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
6
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMM-7
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
MANSIONE: TECNICO DELLA PREVENZIONE - MEDICO VETERINARIO
ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale; uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione.
Eradicazione delle malattie che possono essere trasmesse dall’animale e dai prodotti di origine animale all’uomo o ad altri animali
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 811/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Interfaccia con utenze interne ed esterne .Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: AMMINISTRATIVO-TECNICO
ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di cantiere (nel caso vedi Piano di Sicurezza e di Coordinamento)
Attività di ufficio con uso di videoterminale < 20 ore/settimana. Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze interne ed esterne
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO - RESP. LABORATORIO BIOMEDICO
ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Amministrazione e gestione delle attività di laboratorio
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive e/o sottoscrive i risultati delle analisi e li trasmette al reparto che si occupa della riconsegna ai pazienti.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO - BIOLOGO
ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio di campioni di sangue, feci, urine, secrezioni
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: MEDICO DI ANATOMIA PATOLOGICA
ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio su organi, tessuti e cellule. Può eseguire esami autoptici
Esplica funzione tecnico-diagnostica
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: TECNICO SANITARIO DI ANATOMIA PATOLOGICA
ATTIVITA'
Esegue esami di laboratorio su organi, tessuti e cellule. Può eseguire esami autoptici
Utilizzo di attrezzature e di apparecchiature di laboratorio
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizza prodotti chimici, contatto con agenti patogeni
Scrive i risultati delle analisi e trasmette
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE - LABORAT. ANALISI - CENTRO TRASFUSIONALE
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Attività di ufficio (accettazione, registrazione, archiviazione)
Controllo dell'armadio farmaceutico
Controllo e utilizzo di materiali per l'esecuzione del prelievo e delle apparecchiature per la conservazione dei prelievi
Prelievo e assistenza
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE - LABORAT. ANALISI - CENTRO TRASFUSIONALE
ATTIVITA'
Prelievo e assistenza
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività di ufficio (accettazione, registrazione, archiviazione)
Controllo e utilizzo di materiali per l'esecuzione del prelievo e delle apparecchiature per la conservazione dei prelievi
Movimentazione pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: LABORATORIO
MANSIONE: O.T.A. AUSILIARIO SPECIALIZZATO
ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Visite medico-chirurgiche; redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi; effettuazione di interventi chirurgichi.
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Chirurgiche
.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurg
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
CDT CDT Annuale
Test di Mantoux Test di Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-0
17
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-0/M
ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO. – Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinologia,Fisiopat. Respiratoria; Oncoematologia
Diabetologia, Nefrologia ed Emodialisi, Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia, Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
UU.OO. – Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
UU.OO. - Pediatria e TIN
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Tampone oro – faringeo, Es. coprocolturale S.S. Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposti A e/o B fare riferimento scheda DIA - 1
Per i lavoratori afferenti alla Pneumologia e Fisiopatologia Respiratoria la periodicità del Test di Mantoux deve intendersi Annuale
18
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/C
ATTIVITA'
Visite medico-chirurgiche; redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi; effettuazione di interventi chirurgici.
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
allegato del Documento di Valutazione dei Riscchi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
allegato del Documentoo di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Il Direttore cura anche l'organizzazione delle risorse umane assegnate e la gestione delle risorse economiche
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di medicinali, cure e/o interventi
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Malattie Infettive
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/C
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazione di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Chirurgiche
UU.OO. - Chirurgia Generale, Cardiochirurgia, Urologia, Oculistica, ORL, Odontostomatologia, Ortotraumatologia, Neurochirurgia;
Chirurgia d'Urgenza, Ginecologia e Ostetricia, Radiochirurgia.
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/C
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
ATTIVITA'
Presta assistenza globale alla gestante e sorveglia il benessere fetale. Assiste la donna durante il travaglio, il parto e il puerperio
Assiste in sala parto il ginecologo, ma può operare anche in autonomia per parti che si svolgono senza complicazioni;
Partecipa attivamente nei Piani di Assistenza nelle patologie ginecologiche e nelle indagini diagnostiche e strumentali
Svolge anche compiti infermieristici professionali
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-8/C
ATTIVITA'
Provvede all'assistenza neo-natale e all'assistenza del bambino sano; provvede alla sua alimentazione, sorveglianza e pulizia;
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Provvede alla alimentazione,alla sorveglianza e alla pulizia del neonato sano
Vigila costantemente il neonato sano
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Tampone oro-faringeo, Es. Coprocolturale S.S. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
29
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-10
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D..Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Coadiuva l'infermiere professionale in tutte le sue attività
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Attività su prescrizioni del Medico (Vedi D.P.R. 14 marzo 1974, n. 225. Modifiche al R.D. 2/5/1940, n.1310)
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi ((D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
allegato del Documento di Valutazione dei Rischii (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat A ) X
radiazioni ionizzanti ( solo esposti cat B ) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Mediche
UU.OO: Medicina Gen., Geriatria, Reumatologia, Riabilitazione, Endocrinol.,Fisiopat. Respiratoria, Pediatria e TIN, Oncoematologia
Diabetologia, Nefrologia ed Emodialisi, Dermatologia, Cardiologia con UTIC, Neurologia, Pneumologia; Anestesia e Rianimazione
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
Se radioesposto A o B fare riferimento scheda DIA-1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/M
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
35
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
36
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/Mi
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/Mi
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/M
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
40
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
41
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/MoDH
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Impegnato, all'occorrenza, nella preparazione dei farmaci antiblastici
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti cancerogeni X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
farmaci antiblastici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria
dell aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi ((D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizza le attività e supervisiona le modalità di accettazione (triage)
Assicura interventi diagnostico-terapeutici di urgenza e gli accertamenti clinico-strumentali per la stabilizzazione del paziente
Redazione di referti, verbali e/o denunce; referti anche di tipo medico-legale ai fini dei eventuali istruttorie.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
43
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-2/Psocc
COMPARTO: DEGENZE E TERAPIE
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE PRONTO SOCCORSO / PSAUT /OBI
ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica e dell'assistenza alberghiera della U.O.;
Coordinamento organizzativo delle risorse umane assegnate, gestione delle relazioni interne ed esterne della U.O.
Gestione di reparto: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
44
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-3/Psocc
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Coadiuva il medico negli interventi in urgenza. Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Svolge anche funzione di responsabile al Triage. Può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi;
Può svolgere le altre attivita e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsab. del serviz
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-4/Psocc
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di terapie e medicinali.
Utilizzo di strumentazioni psicodiagnostiche e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
53
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/SM
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
54
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-1/SPDC
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione e aggiornamento della storia clinica del paziente
Diagnostica e prescrizioni di terapie e medicinali.
Utilizzo di strumentazioni psicodiagnostiche e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
59
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/SPDC
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
UU. OO. Salute Mentale, Case Famiglia
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Markers epatite B e C Markers epatite B e C Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
60
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-1
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO (DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE)
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Visite mediche e redazione referti
Diagnostica e prescrizioni di medicinali e/o cure
Utilizzo di strumentazioni e/o apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: MEDICO MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE
ATTIVITA'
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Redazione di cartelle cliniche; sopralluoghi sui luoghi di lavoro; predisposizione di misure di tutela
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
agenti biologici X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: AMBULATORI
ATTIVITA'
Attività medico legali (idoneità e certificazione, visite domiciliari)
Attività medico legali collegiali (declatorie, certificazioni, valutazioni, esenzioni)
Medicina necroscopica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: INFERMIERE COORDINATORE
allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Organizzazione e coordinamento dell'assistenza infermieristica;
Assistenza alle visite mediche
Gestione di ambulatorio: approvvigionamenti di farmaci, presidi, materiali e servizi; controllo delle apparecchiature
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
movimentazione di carichi X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
66
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-4
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: O.S.S.
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Svolge servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario rivolti alla persona e al suo ambiente su indicazione di operatori professionali prepo
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
Assistenza alla persona in particolare non autosufficiente o allettata nelle attività quotidiane e di igiene personale.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
movimentazione di carichi X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: O.T.A.
allegato del Documento di Valutazione dei Risschi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Le attività alberghiere relative alla degenza comprese l’assistenza ai degenti per la loro igiene personale
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: AUSILIARIO
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ATTIVITA'
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: SOCIOLOGO, PSICOLOGO, ASS. SOCIALE, EDUC., ANIMAT., COMUNIC., TEC. RIAB.PS.
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ATTIVITA'
Colloquio con pazienti e suoi familiari
Prevenzione e individuazione di patologie di natura psicosociale
Attività di assistenza e supporto terapeutico
Incontri di equipe; rapporti pubblici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DELLA RIABILITAZIONE: FISIOTERAPISTA, FISIOKINESITERAPISTA
71
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA AMB-9
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DELLA RIABILITAZIONE: MASSOTERAPISTA
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ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni locomotorie, neurologiche o respiratorie,
congenite o acquisite a seguito di incidenti e malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI RIABILITAZIONE: LOGOPEDISTA
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ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni neurologiche
congenite o acquisite a seguito di incidenti e malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI DIAGNOSTICA ORTOTTISTA
ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI DIAGNOSTICA: AUDIOMETRISTA
ATTIVITA'
Sono terapisti di diagnostica alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
COMPARTO: AMBULATORI
MANSIONE: TECNICO DI RIABILITAZIONE CARDIACA
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Sono terapisti della riabilitazione alle dirette dipendenze dei sanitari del rispettivo servizio.
Trattamenti per la prevenzione, cura e riabilitazione di persone che hanno difficolta nelle funzioni cardiache
congenite o acquisite a seguito di malattie.
Attività assistenziale e terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità cardiache
Utilizzo di attrezzature per eserci specifici, di elettromedicali, di apparecchiature per la stimolazione fisica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
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ATTIVITA'
Responsabile dell'assistenza generale infermieristica e dell'assistenza dei pazienti
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
Persegue la gestione del governo e del rischio clinico e l'educazione sanitaria.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
agenti biologici X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
ATTIVITA'
Visite medico-chirurgiche e redazione referti
Interventi chirurgici in equipe
Utilizzo di strumentazioni di sala operatoria; apparecchiature elettromedicali; uso all'occorrenza di videoterminale.
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IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Si occupa dell'anestesia del paziente e/o della rianimazione
Gestione e assistenza del paziente in condizioni critiche
Utilizzo di apparecchiature elettromedicali per la somministrazione anestetica
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Organizzazione dell'assistenza infermieristica; gestione della sala operatoria, della sua sanificazione ed efficienza
Verifica della corretta funzionalità in tutte le sue parti della sala, verifica della pronta disponobilità di presidi, farmaci e dispositivi chirurgici
Gestione accettazione pazienti; gestione della preparazione del paziente
Assistenza peri-operatoria e post-operatoria
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-3
ATTIVITA'
Collabora alla valutazione pre-operatoria del paziente
Preparazione degli apparecchi elettromedicali, degli stumenti videoscopici e per la registrazione dati. Preparazione campo chirurgico
Collabora e partecipa alla conduzione dell'intervento; prepara e predispone campioni per le analisi; effettua suture e medicazioni
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Collabora al trasferimento del paziente nel reparto. Collabora alla raccolta, gestione e archiviazione referti e dati
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
puntura d'ago X
qualità dell'aria X
R di i i iionizzanti
Radiazioni i ti ((solo
l espostiti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Annuale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Annuale
C.D.T. C.D.T. Annuale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Annuale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Annuale
S di t A Bf if i t h d DIA 1
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA BLOP-4
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa;
supporto nella movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: MEDICO RESPONSABILE UO RADIOLOGIA
ATTIVITA'
Organizzazione delle risorse umane assegnate, gestione delle risorse economiche
allegato del Documento di Valutazzione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Prescrive ed esegue tutte le applicazioni con radiazioni ionizzanti (raggi X), ultrasuoni, risonanza magnetica nucleare
Si occupa della produzione e della lettura a fine diagnostico o terapeutico (Radioterapia)di immagini radiografiche.
Utilizza macchinari per raggi X, ecografia o risonanza magnetica.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: MEDICO RADIOLOGO
ATTIVITA'
Prescrive ed esegue tutte le applicazioni con radiazioni ionizzanti (raggi X), ultrasuoni, risonanza magnetica nucleare
allegato del Documento di Valutazzione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Si occupa della produzione e della lettura a fine diagnostico o terapeutico (Radioterapia)di immagini radiografiche.
Utilizza macchinari per raggi X, ecografia o risonanza magnetica.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
ATTIVITA'
Professionista dell'area tecnico-sanitaria che, in autonomia o collaborazione, opera con il medico radiologo, radioterapista, medico nucleare,
fisico sanitario e con tutte quelle figure mediche e sanitarie nell'ambito d'impiego di radiazioni ionizzanti.
Conduce le procedure per la formazione dell'immagine nella radiologia tradizionale o per la terapia radiante
Preparazione e posizionamento del paziente; preparazione e somministrazione dei radiofarmaci
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X X
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
videoterminali X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE X CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
X USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Discipline Tecnico-Sanitarie
Radiologia Diagnostica, Radiologia Medica, Medicina Nucleare, Radiologia Interventistica
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "A"
Prima Visita Visite successive Periodicità
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Semestrale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
E.C.G. E.C.G. Annuale
Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Visita Oculistica con es. del cristallino in midriasi Annuale
SORVEGLIANZA SANITARIA ESPOSTI A RADIAZIONI IONIZZANTI, CLASSIFICATI CAT. "B"
emocromo + reticolociti+piastrine+QSPE emocromo + reticolociti+QSPE Annuale
Protocollo base generale Protocollo base generale Annuale
Markers epatitici B e C+ gammaGT Markers epatitici B e C Annuale
Colesterolo,HDL,Trigliceridi, transaminasi Colesterolo,Trigliceridi, Uricemia, APTT,PT, Urine Annuale
FT3, FT4, TSH
Ecografia tiroidea
A l
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DIA-3
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE DI RADIOLOGIA MEDICA
ATTIVITA'
Professionista dell'area tecnico-sanitaria che opera con il medico radiologo, radioterapista, medico nucleare, fisico sanitario e con tutte
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quelle figure mediche e sanitarie nell'ambito d'impiego di radiazioni ionizzanti.
Preparazione e posizionamento del paziente; preparazione e somministrazione dei radiofarmaci
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
Campi magnetici statici X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT A) X
Radiazioni ionizzanti (solo esposti CAT B) X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
utilizzo di elettromedicali X
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: O.T.A. RADIOLOGIA
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Servizi di accudimento; trasporto dei materiali
La pulizia e la manutenzione di utensili e apparecchiature necessari per l'assistenza del paziente
Movimentazione dei pazienti
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
87
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA DEG-6/M
COMPARTO: DIAGNOSTICA
MANSIONE: AUSILIARIO RADIOLOGIA
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.LLgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta:
utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni
tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione
le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
movimentazioni di pazienti X
postura X
qualità dell'aria X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
88
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERG-1
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgss. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Organizzazione e gestione dei servizi farmaceutici; pianificazione economica e acquisti
Approvvigionamento, immagazzinamento , conservazione e distribuzione ai reparti; farmacovigilanza
Preparazioni galeniche; informazione sui farmaci e dispositivi medici al personale sanitario e ai pazienti in dismissione
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X X
postura X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X X
urti, colpi, impatti e compressioni X X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Ricezione, stoccaggio e distribuzione di materiali; movimentazione carichi
Registro carico e scarico, controllo e inventario materiali.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: AUTISTA LOGISTICA
ATTIVITA'
Conduzione di automezzi per trasporto di persone o materiali
Movimentazione carichi
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: BARBIERE
ATTIVITA'
Provvede alla cura della barba e dei capelli
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Trasporto della salma dai reparti all’obitorio
Igiene degli ambienti e della salma nonché la vestizione della stessa in collaborazione con le Imprese di Onoranze funebri
Adempimenti amministrativi connessi all’attività di medicina necroscopica
Supporto in caso di autopsia (riscontro diagnostico e autopsia giudiziaria): presa in carico, conservazione e posizionamento del cadavere
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
agenti chimici X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
infezioni da microrganismi X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrazioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: ADDETTO ALLA SARTORIA
ATTIVITA'
Lavori di cucitura di tessuti, lenzuola, cuscini indumenti ecc.
Stiratura, piegatura, immagazzinamento
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ATTIVITA'
Presta servizi di sorveglianza e sicurezza in genere presso le strutture ospedaliere, in particolare nei Pronto Soccorso
Controllo e sorveglianza delle strutture e della viabilità interna; attività in orari anche notturni.
Utilizzo di autoveicoli - Dotazione di arma da fuoco
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
incidente tra automezzi X
investimento X
microclima X
postura X
rapina X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione deei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: CENTRALINISTA
ATTIVITA'
Ricevere e smistare telefonate; fornire informazioni
Aggiornamento degli archivi telefonici
Ricevere e inviare fax; recapitare messaggi.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: PORTIERE
ATTIVITA'
Sorveglia e vigila gli accessi alle strutture
Verifica l'accesso degli autorizzati e in generale dei visitatori
Contatti telefonici
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
investimento X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Supporto assistenziale-terapeutico ai servizi del DSM: relazionamento con pazienti.
Disegni, progetti, realizzazione di manufatti ceramici e/o di altri materiali da decorare. Realizzazione di elementi scenografici.
Utilizzo di terracotta, materiali vari , colle, vernici; uso di utensili e attrezzi; uso del forno.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
allegato del Documento di Valutazionne dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n
COMPARTO: SERVIZI GENERALI
MANSIONE: ASSISTENTE RELIGIOSO
ATTIVITA'
Nel rispetto della volontà e libertà di coscienza dei cittadini, svolge in piena autonomia operativa con dipendenza esclusiva del Vescovo,
le attività dirette all'amministrazione dei sacramenti, alla cura delle anime, alla catechesi e all'esercizio del culto nei confronti dei pazienti,
dei familiari e del personale.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ATTIVITA'
Attività di ufficio in genere
Attività di ufficio con utilizzo saltuario di videoterminale; uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Compiti di prevenzione: Controllo, vigilanza, ispezione.
Eradicazione delle malattie che possono essere trasmesse dall’animale e dai prodotti di origine animale all’uomo o ad altri animali
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 811/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Interfaccia con utenze interne ed esterne .Missioni in esterno. Effettuazione di sopralluoghi in luoghi di lavoro
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti biologici X
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
getti e schizzi X
illuminazione X
inalazione di polveri X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
postura X
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
ATTIVITA'
Manutenzione aree verdi
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 881/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
Scavi, tagli e innesti di piante
Uso di concimi, antiparassitari, di utensileria e attrezzi per il giardinaggio
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti chimici X
aggressione animali e insetti X X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
vibrazioni X
ATTIVITA'
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Manutenzione opere in legno, manutenzione e riparazione di infissi e serramenti.
Utilizzo di utensileria, piccole macchine da lavoro, colle, solventi, lacche.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
agenti chimici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
105
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-6
allegato del Documento di Valutazione dei Rischhi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Realizzazione di piccoli impianti idraulici
Manutenzione impianti idraulici, tubazioni.
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
allergeni X
caduta dall'alto X
caduta e scivolamento X
caduta materiale dall'alto X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C
Test HIV previo consenso
Test Tubercolinico secondo Mantoux
Spirometria Spirometria Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
107
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA SERM-8
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Realizzazione e manutenzione di piccoli manufatti in metallo
Assemblaggio e saldatura di componenti e parti metalliche
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
inalazione di polveri X
microclima X
movimentazione di carichi X
postura X
proiezione di schegge X
radiazioni non ionizzanti X
rumore X
sostanze infiammabili, corrosive, comburenti ed esplosive X
stress - lavoro correlato X
tagli
g ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
ustioni X
vibrazioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
X CASCO X OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Triennale
Spirometria Spirometria Triennale
Audiometria Audiometria Triennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Triennale
108
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-1
COMPARTO: EMERGENZE
MANSIONE: MEDICO EMERGENZA e MEDICO ANESTESISTA
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Pronto intervento e primo intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Utilizzo di apparecchiature specifiche per la rianimazione
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
t d'
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
109
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-2
COMPARTO: EMERGENZE
MANSIONE: INFERMIERE COLL. EMERGENZA E ADDETTO AI MEZZI DI SOCCORSO
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lggs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
ATTIVITA'
Assistenza al pronto e primo intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
gas anestetici X
getti e schizzi X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
t d'
puntura d'ago X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti, colpi, impatti e compressioni X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
X OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
110
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-3
COMPARTO: EMERGENZE
allegato del Documento di Valutazione dei Riscchi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: AUTISTA - SOCCORRITORE
ATTIVITA'
Collabora al pronto intervento sanitario e di medicalizzazione, in emergenza preospedaliera, in un'area territoriale definita
Responsabile della sicurezza dell'equipe di soccorso; gestione delle radio-comunicazioni
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
agenti biologici X
aggressione da persone X
allergeni X
caduta e scivolamento X
incidente tra automezzi X
infezioni da microrganismi X
investimento X
microclima X
movimentazioni di carichi X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
tagli ed abrasioni X
urti,
ti colpi,
l i impatti
i tti e compressioni
i i X
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (titolo III, capo II - D.lgs. 81/08)
OCCHIALI X MASCHERINA
CASCO OTOPROTETTORI
X CALZATURE DI SICUREZZA X INDUMENTI
X GUANTI DISPOSITIVI DI TRATTENUTA
INFORMAZIONE E FORMAZIONE (sezione IV - Dlgs. 81/08)
X DISTRIBUZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO (art. 36 D.lgs.81/08)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI DI CUI ALL'ACCORDO STATO-REGIONI N. 221 DEL 21/12/2011
FORMAZIONE ESCLUSIVA PER I DIRIGENTI - 16 ORE
FORMAZIONE MINIMA FORMAZIONE IN AMPLIAMENTO
X FORMAZIONE GENERALE - 4 ORE ANTIBLASTICI - 4 ORE
X FORMAZIONE SPECIFICA - 12 ORE ATTIVITA' DI LABORATORIO - 4 ORE
X FORMAZIONE AGGIUNTIVA SE PREPOSTO - 8 ORE CAMPI ELETTROMAGNETICI - 4 ORE
USO DEGLI ELETTROMEDICALI - 4 ORE
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visite mediche: all'assunzione, periodiche, a richiesta del lavoratore e/o straordinarie
Programma delle visite (ordinarie e specialistiche), degli accertamenti clinici e/o strumentali, visite succesive e loro periodicità
Prima Visita Visite successive Periodicità
Protocollo base generale Protocollo base generale Biennale
Esami ematochimici: Markers epatite B e C Esami ematochimici: Markers epatite B e C Biennale
Test HIV previo consenso Test HIV previo consenso Biennale
C.D.T. C.D.T. Biennale
Test Tubercolinico secondo Mantoux Test Tubercolinico secondo Mantoux Biennale
Esame clinico funzionale del rachide Esame clinico funzionale del rachide Biennale
111
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA EME-4
COMPARTO: EMERGENZE
allegato del Documento di Valutazione dei Rischi (D.Lgs. 81/08) a cura del S e r v i z i o P r e v e n z i o n e e P r o t e z i o n e
MANSIONE: INFERMIERE COLLABORATORE CENTRALE OPERATIVA
ATTIVITA'
Attività di ufficio con utilizzo di videoterminale in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali
Uso di macchine elettriche ed elettroniche (fax, stampanti, ecc.)
Interfaccia con utenze esterne
Responsabile della procedura di pronto soccorso e di eventuale assistenza medica telefonica
IND. ATTENZIONE
VALUTAZIONE RISCHI PRINCIPALI
1 2 3 4
affaticamento visivo X
caduta e scivolamento X
elettrocuzione X
illuminazione X
microclima X
postura X
rumore X
stress - lavoro correlato X
urti, colpi, impatti e compressioni X
videoterminali X
112
QUADRO DI SINTESI DELLA MANSIONE SCHEDA LAV.EQ.-1
Si segnalano per la loro particolare importanza e per la valenza che hanno sulla gestione del sistema della
salute e della sicurezza aziendale le seguenti procedure che sono attualmente in uso nella ASL
SALERNO. Le procedure segnalate, per le quali si scrive un brevissimo commento, si riportano
integralmente in coda a questo stesso paragrafo.
denuncia obbligatoria all’INAIL degli infortuni, ma segnala che l’abolizione è avvenuta in anticipo sulla
istituzione del SINP (Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro), che
attende un nuovo apposito decreto interministeriale. In attesa di potere accedere al nuovo SINP, il
Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO ha predisposto, per la sola necessità di
provvedere allo studio statistico dell’andamento degli infortuni in Azienda (necessario per gli
adempimenti ex art. 18 del D.lgs. 81/08), un semplice “modulo di comunicazione dell’infortunio ad uso
interno”, che adeguatamente compilato potrà essere inviato al SPP per ogni infortunio.
sviluppare, validare ed introdurre pratiche operative più sicure (es. vietare la pratica di
reincappucciamento degli aghi);
valutare, adottare ed utilizzare i NPDs messi a disposizione dall’evoluzione tecnologica dopo
adeguato programma di addestramento al loro corretto utilizzo;
sensibilizzare, informare e formare gli operatori sanitari sui rischi associati, sull’importanza di
attenersi alle procedure di sicurezza, sull’uso efficace degli strumenti di protezione messi a
disposizione (collettivi ed individuali), sulla necessità di segnalare ogni evento e sui diritti/doveri
che riguardano ogni operatore.
Ciascun provvedimento è condizione necessaria, ma non sufficiente, ai fini della prevenzione delle
lesioni percutanee accidentali. Solo la completa attuazione dei quattro provvedimenti è in grado di
assicurare una prevenzione efficace ed efficiente.
Lo scopo della procedura realizzata dal Servizio di Prevenzione e Protezione della ASL SALERNO è
quello di indicare le modalità di individuazione, di utilizzo, richiesta e distribuzione dei NPDs al fine di
minimizzare gli incidenti a rischio biologico. Scopo della procedura è, inoltre, quello di allinearsi alla
normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
La procedura si applica a tutte le fasi lavorative in cui si evidenzia per i lavoratori che operano presso l’
ASL SALERNO un’esposizione al rischio biologico. Infatti, l’utilizzo dei NPDs è da intendere come
misura tecnica e/o organizzativa volta a ridurre i rischi.
Per meglio comprendere quali siano in termini tecnologici gli strumenti a cui si ci riferisce in questa
procedura, si riportano di seguito le definizioni dei vari gruppi di Dispositivi.
Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata
e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne
la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale
scopo (D.Lgs. 81/08 art. 74, comma 1);
Dispositivi Medici (DM): qualunque strumento, apparecchio, impianto, software, sostanza o
altro prodotto, utilizzato da solo o in combinazione, compreso il software destinato dal
fabbricante ad essere impiegato specificamente con finalità diagnostiche o terapeutiche e
necessario al corretto funzionamento del dispositivo, destinato dal fabbricante ad essere
impiegato sull'uomo a fini di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una
malattia; di diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di una ferita o di un
handicap; di studio, sostituzione o modifica dell'anatomia o di un processo fisiologico; di
intervento sul concepimento, il quale prodotto non eserciti l'azione principale, nel o sul corpo
umano, cui è destinato, con mezzi farmacologici o immunologici nè mediante processo
metabolico ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi (D.Lgs. 46/97, art. 1).
Dispositivi medici taglienti: oggetti o strumenti necessari all’esercizio di attività specifiche nel
quadro dell’assistenza sanitaria, che possono tagliare, pungere o infettare. Gli oggetti taglienti o
acuminati sono considerati, ai sensi del D.Lgs. 81/08, attrezzature di lavoro (D.Lgs. 81/08 - 286-
ter);
Misure di prevenzione specifiche: misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione di
infezioni nel quadro della prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività direttamente
connesse all’assistenza ospedaliera e sanitaria, incluso l’impiego di attrezzature ritenute
tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi medici
SOMMARIO
1 PREMESSA 1
2 PRIVACY 1
3 INIZIO DELLA PROCEDURA 2
4 SCHEMA GENERALE DELLA PROCEDURA E FASI OPERATIVE 4
5 LAVORI VIETATI PERCHE’ FATICOSI, PERICOLOSI ED INSALUBRI 7
6 LAVORI VIETATI PER AGENTI E CONDIZIONI PERICOLOSE 7
7 LAVORI VIETATI PER ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI 8
8 LAVORI CON ESPOSIZIONE DA VALUTARE 8
9 MANSIONI INCOMPATIBILI 9
10 MANSIONI COMPATIBILI 13
11 MANSIONI CON COMPATIBILITÀ DA VALUTARE 14
12 ALLEGATO I – DICHIARAZIONE DI STATO DI GRAVIDANZA 17
13 ALLEGATO II – PROSECUZIONE ATTIVITA’ FINO VIII° MESE 18
1 PREMESSA
La normativa vigente impone al Datore di Lavoro (D.Lgs. 645/98 - Legge 53/00 - D.Lgs. 151/01 –
D.Lgs. 81/08) di valutare i rischi lavorativi anche in relazione alla gravidanza, puerperio e
all'allattamento e di identificare luoghi di lavoro “sicuri” ove permettere alla lavoratrice in gravidanza di
continuare a svolgere la sua attività. In particolare l’art. 28 comma 1 del D.Lgs. n. 81/08 prevede che la
Valutazione dei Rischi tenga conto anche dei soggetti/gruppi esposti a rischi particolari come le sono
appunto le lavoratrici in stato di gravidanza, puerperio ed allattamento. In merito alle problematiche
generali correlate alla salute delle gestanti, è opportuno attendere al disposto normativo del D.lgs.
151/2001. Infatti secondo le linee direttrici della Commissione della Comunità Europea datate 5/10/2000,
“la maternità non è una malattia, ma è un aspetto della vita quotidiana. La Protezione della salute e
della sicurezza delle gestanti può essere adeguatamente affrontata applicando le procedure e le regole
esistenti nei rispettivi ambiti”.
Alla luce dell’apparato normativo in materia è necessario dotare la ASL SALERNO, di una procedura
aggiornata per la protezione della salute della lavoratrice in stato di gravidanza, schematizzata nella
TABELLA 1 allegata e appresso puntualmente esposta in 12 passi o fasi operative.
La compatibilità dello stato di gravidanza con la mansione specifica della lavoratirce, visti gli articoli 11
e 12 del D.lgs. 151/01 è effettuata nella ASL SALERNO dal Dirigente di Macrostruttura. Il Dirigente,
che in questa funzione agisce per delega del Datore di Lavoro, a seguito della Valutazione dei Rischi,
eventualmente ne ricorra il caso, modifica la mansione delle lavoratrice-madre, durante il periodo di
gravidanza, fino a sette mesi di età del bambino e durante tutto il periodo dell’allattamento. La
lavoratrice non può essere adibita ai lavori “vietati”: cioè quelli definiti faticosi, pericolosi ed insalubri
all’art. 7 del D.lgs. 151/01 (TABELLA 2) e quelli che prevedono l’esposizione a particolari agenti e
condizioni di lavoro ai sensi dello stesso art. 7 del D.lgs. 151/01 (TABELLA 3). Ai lavori “vietati” si
devono poi aggiungere le lavorazioni che ai sensi del D.P.R. 336/94, espongono al rischio di malattie
professionali e i lavori che comportano l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, ai sensi del D.lgs. 230/95.
Al successivo art.11 del D.lgs. 151/01, invece, si riporta l’elenco dei rischi aziendali che devono essere
specificamente valutati, anche in relazione alla eventuale presenza di lavoratrici in gravidanza
(TABELLA 4). Al fine di semplificare il processo di complessivo di valutazione, sono state suddivise le
mansioni in TRE categorie:
mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza, puerperio ed allattamento (TABELLA 5);
mansioni compatibili con lo stato di gravidanza, puerperio ed allattamento (TABELLA 6);
mansioni con compatibilità da valutare con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento
(TABELLA 7).
2 PRIVACY
Determinate condizioni personali, vanno trattate nel rispetto della massima riservatezza, invero il
Dirigente non può rendere noto lo stato di gravidanza di una donna se essa non dà il suo consenso.
Delle suddette condizioni, correlate alle condizioni del lavoro e sempre nel rispetto della
riservatezza, devono tenere conto anche le consulenze mediche, i rapporti e i certificati medici. In
generale è necessario prendere misure per proteggere la salute, la sicurezza e il benessere della
donna, con il consenso dell’interessata previa la sua consultazione.
E’ fatto obbligo alla lavoratrice di dichiarare lo stato di gravidanza “non appena accertato” solo
nei seguenti casi:
1. in caso di radioesposizione come da art. 8 del D. Lgs. 151/01 (1);
2. prima dell’inizio del settimo mese di gravidanza per richiedere il congedo di maternità
(astensione obbligatoria dal lavoro).
Per gli altri casi, al fine di una efficace tutela della gestante e del nascituro ed ai fini
dell'applicazione della presente procedura, lo stato di gravidanza va comunicato "al più presto
possibile". Ad ogni modo eventuali ritardi non comportano la perdita dei diritti derivanti dalle
norme di tutela fisica, le quali però diventano operanti soltanto dopo la presentazione del certificato
medico di gravidanza secondo le procedure nel seguito esposte (2).
(1) Esposizione a radiazioni ionizzanti (Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, art. 69):
1. Le donne, durante la gravidanza, non possono svolgere attività in zone classificate o, comunque, essere adibite ad
attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda un millisievert durante il periodo della gravidanza.
2. E’ fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza, non appena
accertato.
3. E’ altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di contaminazione.
(2) A tale proposito si fa presente che secondo le Linee Direttrici dell'Unione Europea si definisce lavoratrice
gestante/puerpera/in periodo di allattamento ogni lavoratrice gestante/puerpera/in periodo di allattamento che informi del suo
stato il proprio datore di lavoro conformemente alla legislazione nazionale.
TABELLA 2
A) quelli previsti dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 345 e dal decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 262;
B) quelli indicati nella tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n.
303, per i quali vige l'obbligo delle visite mediche preventive e periodiche: durante la gestazione e
per 7 mesi dopo il parto;
C) quelli che espongono alla silicosi e all'asbestosi, nonché alle altre malattie professionali di cui
agli allegati 4 e 5 al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive
modificazioni: durante la gestazione e fino a 7 mesi dopo il parto;
D) i lavori che comportano l'esposizione alle radiazioni ionizzanti: durante la gestazione e per 7
mesi dopo il parto;
E) i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse: durante la gestazione e fino al termine del periodo
di interdizione dal lavoro;
F) i lavori di manovalanza pesante: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
G) i lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell'orario o che obbligano ad una
posizione particolarmente affaticante, durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
H) i lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia
frequente, o esiga un notevole sforzo: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
I) i lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni: durante la
gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro;
L) i lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per malattie infettive e per
malattie nervose e mentali: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto;
M) i lavori agricoli che implicano la manipolazione e l'uso di sostanze tossiche o altrimenti nocive
nella concimazione del terreno e nella cura del bestiame: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il
parto;
N) i lavori di monda e trapianto del riso: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
O) i lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di
comunicazione in moto: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal
lavoro.
faticoso, pericoloso ed insalubre. Gli agenti e le condizioni di lavoro pericolose sono quelli elencati
all’Allegato B del D.Lgs. 151/01, integralmente riportato alla successiva TABELLA 3.
TABELLA 3
lavoro in atmosfera di sovrapressione
Fisici elevata, ad esempio in camere sotto
pressione, immersione subacquea
toxoplasma;
virus della rosolia, a meno che sussista
Divieto per le Agenti Biologici la prova che la lavoratrice è
lavoratici gestanti sufficientemente protetta contro questi
agenti dal suo stato di immunizzazione
piombo e suoi derivati, nella misura in
Chimici cui questi agenti possono essere
assorbiti dall'organismo umano
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario
Agenti Chimici piombo e suoi derivati, nella misura in
Divieto per le
cui questi agenti possono essere
lavoratrici dopo il
assorbiti dall'organismo umano
parto
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario
TABELLA 4
allorché vengono considerati come agenti che comportano lesioni del feto
e/o rischiano di provocare il distacco della placenta:
Agenti Fisici colpi, vibrazioni meccaniche o movimenti;
movimentazione manuale di carichi pesanti che comportano rischi,
soprattutto dorso-lombari;
rumore;
radiazioni ionizzanti;
radiazioni non ionizzanti;
sollecitazioni termiche;
movimenti e posizioni di lavoro, spostamenti,
fatica mentale e fisica e altri disagi fisici connessi all'attività.
gruppi di rischio da 2 a 4 ai sensi dell'art. 268 e ALLEGATO XLVI del
Biologici
D.lgs. 81/08
sostanze etichettate R40; R45; R46 e R47 ai sensi della direttiva n.
67/548/CEE;
agenti chimici che figurano nell'allegato XLII del decreto legislativo
81/08;
Chimici
mercurio e suoi derivati;
medicamenti antimitotici;
monossido di carbonio;
agenti chimici pericolosi di comprovato assorbimento cutaneo.
Condizioni di lavoro lavori sotterranei di carattere minerario
processi industriali che figurano nell'allegato XLII del decreto legislativo
Processi
81/08;
Si tenga conto che nella gran parte dei casi il processo di valutazione può richiedere del tempo. Al fine di
semplificare e velocizzare la valutazione, con lo scopo di dare indicazioni quasi immediate, tutte le
mansioni che si svolgono nella ASL SALERNO, a seguito di una valutazione dei rischi di natura
preliminare, sono state suddivise in TRE CATEGORIE:
1. mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento (TABELLA 5);
2. mansioni compatibili con lo stato di gravidanza, puerperio e allattamento (TABELLA 6);
3. mansioni con compatibilità da valutare caso per caso con lo stato di gravidanza, puerperio e
allattamento (TABELLA 7).
9 MANSIONI INCOMPATIBILI
Quello che segue è un elenco di mansioni che le lavoratrici della ASL SALERNO non possono
assolutamente continuare a svolgere dal momento che il Dirigente viene messo a conoscenza dello
stato di gravidanza, fino al termine dell’astensione obbligatoria. Il sistema di gestione della sicurezza dei
luoghi di lavoro della ASL SALERNO, in presenza di una gestazione certificata da parte di una
lavoratrice che svolge una delle mansioni previste all’interno della successiva TABELLA 5, deve
garantire in un ragionevolmente breve lasso di tempo il trasferimento della gestante ad altra mansione. Se
possibile all’interno della stessa UO di appartenenza, in via degradata all’interno della Macrostruttura di
appartenenza. Va da sé che un Dirigente consapevole e responsabile, in presenza di mansioni
sicuramente incompatibili, deve porsi il problema della disponibilità e localizzazione delle mansioni
alternative, prima del verificarsi di un caso e sicuramente non dopo, allorché il procedimento di
trasferimento ad altra mansione può diventare lungo, a detrimento della salute e sicurezza della
lavoratrice.
TABELLA 5
MANSIONI INCOMPATIBILI CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Prescrizioni
Tecnico della Prevenzione - Veterinario Cambio mansione per pericolo aggressione
animali e toxoplasmosi
Medico - Resp. Laboratorio Biomedico Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Medico - Biologo Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Medico di Anatomia Patologica Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Tecnico Sanitario di Anatomia Patologica Cambio mansione per pericolo rischio chimico e
biologico
Infermiere Coordinatore di Laboratorio Analisi - Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Centro Trasfusionale
Infermiere Collaboratore di Laboratorio Analisi - Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Centro Trasfusionale
Operatore Tecnico e Ausiliario di Laboratorio Cambio mansione per pericolo rischio biologico
Analisi
Medico Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio biologico
e possibile esposizione a radiazioni ionizzanti
Medico Discipline Mediche esposto a radiazioni Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Dirigente Medico Discipline Mediche (Malattie Cambio mansione per pericolo per inclusione al
Infettive) punto J dei lavori faticosi, pericolosi ed insalubri
art.7
Infermiere Coordinatore Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
esposto a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Collaboratore Discipline Chirurgiche Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
esposto a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Ostetrica Cambio mansione per rischio biologico e
movimentazione pazienti
Infermiere Pediatrico Cambio mansione per rischio biologico e
movimentazione
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche esposto Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Collaboratore Discipline Mediche esposto Cambio mansione per pericolo rischio radiazioni
a radiazioni ionizzanti (cat. A o B) ionizzanti
Infermiere Coordinatore Discipline Mediche Cambio mansione per pericolo per inclusione al
10 MANSIONI COMPATIBILI
Quello che segue è un elenco di mansioni che le lavoratrici della ASL SALERNO possono continuare a
svolgere. Va da sé che un Dirigente consapevole e responsabile, in presenza di mansioni sicuramente
incompatibili, deve porsi il problema della disponibilità e localizzazione delle mansioni alternative
compatibili, prima del verificarsi di un caso e sicuramente non dopo, allorché il procedimento di
trasferimento ad altra mansione può diventare lungo, a detrimento della salute e sicurezza della
lavoratrice. Quello che segue in TABELLA 6 è pertanto l’elenco delle mansioni compatibili cui il
Dirigente, eventualmente, può fare riferimento, quando ha la necessità di operare un cambio mansione
temporaneo.
Al fine di tutelare adeguatamente le lavoratrici gestanti e puerpere, nell'ambito dell'ASL SALERNO,
sono state identificate alcune tipologie di "lavoro sicuro", cui destinare temporaneamente la categoria di
lavoratrici in questione.
1. Nel caso in cui le tipologie di lavoro di seguito riportate siano coincidenti con l'attività
normalmente svolta, le interessate proseguiranno in linea di massima la loro mansione ordinaria.
2. Nel caso invece che l'attività normalmente svolta non sia consona con lo stato di gravidanza e
puerperio, le tipologie di lavoro sicuro potranno costituire un'attività alternativa a quella
ordinaria, cui adibire temporaneamente la lavoratrice.
I "lavori sicuri" sono:
il lavoro di carattere amministrativo,
il lavoro in portineria.
Il lavoro in portineria
L'attività comporta il controllo generico di coloro che accedono alla Struttura, l'offerta di indicazioni ed
informazioni agli utenti, la distribuzione e la consegna della posta, l'apertura e la chiusura degli
ambulatori, degli studi medici e degli uffici, (provvedendo, se necessario ad accendere e spegnere
computer, videoproiettori, proiettori di diapositive, lavagne luminose ed amplificatori), attività di
smistamento delle telefonate in arrivo, lavoro occasionale di fotocopiatura.
L'ambiente nel quale l'attività si svolge deve risultare separato da locali nei quali si configurino
lavorazioni comportanti esposizione diretta o indiretta ad agenti biologici, chimici e fisici potenzialmente
nocivi, escludendo altresì attività dove c'è la presenza di pazienti, con patologie in atto, certe o sospette, o
di animali.
Eventuali limitazioni in gravidanza: uso di scale portatili, movimentazione di carichi, uso saltuario della
fotocopiatrice ed uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.
Eventuali limitazioni nel post partum: movimentazione di carichi, uso saltuario della fotocopiatrice ed
uso limitato del videoterminale a meno di 20 ore settimanali.
TABELLA 6
MANSIONI COMPATIBILI CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Eventuali Prescrizioni
Dirigente di Macrostruttura – Funzionario Ambiente di lavoro separato da locali ospitanti
Responsabile lavorazioni comportanti esposizione diretta o
Impiegato Amministrativo indiretta ad agenti biologici, chimici e fisici
Portiere potenzialmente nocivi, escludendo altresì attività
Medico Medicina del Lavoro Aziendale dove c'è la presenza di pazienti con patologie in
Assistente Religioso atto, certe o sospette o ad animali
Limitazioni in gravidanza: uso di scale portatili,
movimentazione di carichi, uso saltuario della
fotocopiatrice ed uso limitato del videoterminale
a meno di 20 ore settimanali.
Limitazioni nel post partum: movimentazione di
carichi, uso saltuario della fotocopiatrice ed uso
limitato del videoterminale a meno di 20 ore
settimanali.
TABELLA 7
MANSIONI CON COMPATIBILITA’ CON LO STATO DI GRAVIDANZA,
PUERPERIO ED ALLATTAMENTO DA VALUTARE A CURA DEL SERVIZIO DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE E MEDICINA DEL LAVORO AZIENDALE
(mansione = attività specifica del lavoratore)
Mansioni Prescrizioni
Programmatore CED – Videoterminalista Analisi ed eventuale modifica del luogo, delle
La sottoscritta
COGNOME:
NOME:
LUOGO E DATA DI NASCITA:
RESIDENZA:
SEDE DI SERVIZIO: U.O.
MANSIONE:
RECAPITO TELEFONICO:
DATA PRESUNTA DEL PARTO:
in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2001, del Documento di Valutazione dei Rischi della ASL
SALERNO e normative connesse, dichiara la mansione che potrebbe svolgere presso la struttura di appartenenza,
specificando l'orario di lavoro e il luogo di svolgimento delle stesse, in accordo con il Responsabile della Struttura,
durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto (fermo restando il periodo di astensione
obbligatoria dal lavoro).
in ottemperanza al Decreto Legislativo 151/2001, del Documento di Valutazione dei Rischi della ASL
SALERNO e normative connesse, dichiara, in accordo con il Responsabile della Struttura, di non poter svolgere
alcuna attività presso la struttura di appartenenza durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto
(fermo restando il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro).
data ................................................
DICHIARA
di trovarsi alla .................................... settimana di gravidanza, pertanto la data presunta del parto è ..........................
E PERTANTO CHIEDE
la prosecuzione dell’attività lavorativa fino al termine dell’VIII° mese di gravidanza, secondo quanto
previsto dal D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 art. 20 comma 1 (flessibilità del congedo di maternità).
Sarà propria cura far avere al Medico Competente il certificato del proprio Medico Specialista Ginecologo del SSN
o ad esso convenzionato, redatto a metà del VII° mese di gravidanza, attestante l'assenza di condizioni patologiche
che configurino situazioni di rischio per la madre e per il nascituro.
Distinti saluti,
data ................................................
Firma.....................................................
a cura di:
ing. Raffaele Grimaldi, ASPP della ASL SALERNO
arch. Giuseppe Oro, ASPP della ASL SALERNO
arch. Fortunata Russo, ASPP della ASL SALERNO
PROCEDURE DI SICUREZZA
Procedure di Sicurezza per la Gestione di Farmaci Antiblastici Revisione n.2
Via Nizza, 146
Sommario Luglio 2016
Salerno
SOMMARIO
1 SCOPO 1
2 CAMPO D’APPLICAZIONE 1
3 DEFINIZIONI, TERMINI, ABBREVIAZIONI E SIMBOLI 1
4 RESPONSABILITA’ 1
5 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ 2
5.1 PREPARAZIONE DELLA CAPPA ASPIRANTE 2
5.2 PREPARAZIONE DELL’OPERATORE 3
5.3 PREPARAZIONE DEI FARMACI 3
5.4 CONSERVAZIONE E MOVIMENTAZIONE DEI FARMACI 5
5.5 SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI 5
5.6 SMALTIMENTO DEI RIFIUTI 6
5.7 TRASPORTO DELLE PREPARAZIONI CHEMIOTERAPICHE 7
5.8 PULIZIA DEI LOCALI DI PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE 7
6 PROCEDURE IN CASO DI CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE 8
6.1 AMBIENTI DI SOMMINISTRAZIONE 8
6.2 AMBIENTI UFA 10
7 ALLEGATO 1 12
8 ALLEGATO 2 13
9 ALLEGATO 3 14
1 SCOPO
Lo scopo della procedura è quello di definire ed uniformare i comportamenti degli operatori della ASL
SALERNO al fine di garantire la manipolazione in sicurezza dei farmaci antiblastici in tutte le fasi di
utilizzazione.
2 CAMPO D’APPLICAZIONE
La procedura viene applicata in tutte le unità operative e servizi della ASL SALERNO dove sono previsti
protocolli con l’utilizzo di farmaci citotossici e/o immunosoppressori.
4 RESPONSABILITA’
Il Datore di Lavoro adotta tutte le misure preventive e protettive per la manipolazione in sicurezza dei
farmaci antiblastici. La Direzione Sanitaria, la Dirigenza Medica, il Servizio Infermieristico ed il Servizio
di Prevenzione e Protezione Aziendale assumono le funzioni di indirizzo e coordinamento per quanto
riguarda gli aspetti organizzativi e gestionali per la manipolazione in sicurezza dei farmaci citostatici.
L’adozione delle misure precauzionali descritte nel presente documento deve avvenire in maniera
sistematica da parte di tutto il personale sanitario (medici, infermieri e personale di supporto), nel rispetto
delle specifiche competenze.
L’operatore deve:
rispettare le regole di asepsi previste nella preparazione di ogni farmaco iniettabile;
evitare di ostruire la griglia anteriore del piano e lavorare al centro della cappa (almeno a 15 cm. dal
suo ingresso frontale);
muovere le braccia in direzione parallela al piano di lavoro, evitando movimenti bruschi o rapidi
che creerebbero turbolenze all’interno della cabina;
evitare di trasferire frequentemente oggetti dall’interno all’esterno della cappa al fine di evitare la
contaminazione del locale;
rimuovere ogni materiale o liquido residuo dal piano di lavoro ed eliminarlo nei contenitori rigidi dei
taglienti, avendo cura di non lasciare filamenti;
mantenere in funzione la cappa durante le operazioni di pulizia e per ulteriori 20 minuti;
eliminare i guanti utilizzati nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo;
indossare un nuovo paio di guanti e togliere i dispositivi di protezione con il seguente ordine
o facciale filtrante (se utilizzato);
o camice;
o cuffia;
o sovrascarpe, eliminandoli nel contenitore per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.
Se l’operatore utilizza FIALE:
valuta l’integrità della fiala;
rotea accuratamente la fiala in modo che non rimangano residui di liquido nella parte superiore;
avvolge il collo della fiala con una garza imbevuta di alcool 70°, in modo da evitare il rischio di ferite
e la dispersione di aerosol, quindi lo rompe con movimento deciso delle mani verso l’esterno (in
direzione opposta al corpo);
aspira il farmaco in una siringa con chiusura luer-lock;
procede, con l’ausilio di una garza sterile, alla disconnessione dell’ago dalla siringa e alla
eliminazione nel contenitore per taglienti;
inserisce l’ago sterile completo del cappuccio di protezione;
elimina l’aria dalla siringa avvolgendo l’ago, munito di cappuccio protettivo, con una garza imbevuta di
alcool.
Se l’operatore utilizza PREPARATI IN POLVERE:
disinfetta con alcool il tappo di gomma (da evitare l’utilizzo di preparati a base di iodio poichè
l’accidentale penetrazione nel flacone potrebbe provocare alterazioni del farmaco);
applica il filtro in isopressione nel flacone o sacca del solvente;
aspira il solvente con siringa sterile;
perfora centralmente la membrana di gomma del flaconcino con un altro filtro in isopressione, introduce
nel flaconcino la quantità richiesta di solvente, lentamente, dirigendolo sulle pareti del flacone in modo
da bagnare tutta la polvere prima di agitarla (questo minimizza la pressione all’interno del flacone);
rimuove la siringa usata per il solvente;
allestisce una nuova siringa con la corretta dose di farmaco pronto, evitando di riempirla oltre i 3/4
del suo volume al fine di evitare la fuoriuscita accidentale del pistone con conseguente dispersione del
contenuto;
elimina l’aria dalla siringa prima di rimuoverla dal flacone o dopo aver applicato l’ago con il
cappuccio tamponando con una garza imbevuta di alcool;
smaltisce il materiale residuo negli appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio
infettivo;
dispone il farmaco allestito su vassoi o in buste di plastica sigillate recanti le indicazioni d’uso
(l’eventuale fuoriuscita accidentale di prodotto è facilmente controllata e raccolta).
Se l’operatore utilizza FLEBOCLISI:
si accerta della compatibilità del farmaco con la soluzione consultando le relative schede;
disinfetta il tappo in gomma evitando l’utilizzo di preparati a base di iodio poichè l’accidentale
penetrazione nel flacone potrebbe provocare alterazioni del farmaco;
perfora centralmente la membrana di gomma della flebo con un filtro in isopressione, introduce nella
flebo la quantità richiesta di farmaco, lentamente; se il volume da aggiungere supera i 20 ml aspira
tale volume di liquido della fleboclisi prima di inserire il farmaco, evitando che l’ago venga a contatto
con il contenuto del flacone;
rimuove la siringa dal filtro proteggendo il punto di fuoriuscita con garza sterile imbevuta di alcool;
chiude il morsetto a valle della camera di gocciolamento del deflussore e perfora il tappo di gomma
della fleboclisi mantenendo compresso il gocciolatore;
riempie il tubo di collegamento proteggendo con una garza sterile la sua estremità;
pulisce la fleboclisi con una garza imbevuta di alcool in modo da rimuovere eventuali contaminazioni
accidentali;
copre il flacone con un involucro di tessuto o in alluminio se il farmaco contenuto è fotosensibile,
mantenendo fino alla fine della somministrazione in modo da garantirne la stabilità.
passare sul pavimento un panno per raccogliere la polvere (es.: veline monouso). Deve utilizzare un
panno /velina per la pulizia di ogni ambiente. NON DEVE UTILIZZARE SCOPE o qualsiasi
dispositivo che possa sollevare polvere;
lavare e disinfettare i pavimenti usando ipoclorito di sodio al 10% in acqua con uno straccio
diverso da quello utilizzato per le superfici;
eliminare la soluzione di lavaggio nel WC, pulire e risciacquare accuratamente i secchi utilizzati
con ipoclorito di sodio al 10%;
lavare WC e lavelli con prodotti a base di ipoclorito di sodio e risciacquare abbondantemente con
acqua corrente;
gettare nei contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo, il materiale utilizzato
durante la pulizia nonché i DPI utilizzati.
sovrascarpe.
si procede quindi:
assorbendo eventuali liquidi con carta assorbente o telini in TNT monouso;
assorbendo eventuali polveri con carta assorbente e telini in TNT monouso umidi.
La bonifica dell’area deve iniziare dalla periferia dello spandimento cioè la zona contaminata, fino al
centro rimuovendo tutto il materiale, inclusi eventuali vetri; l’area deve essere quindi lavata con detergente
e soluzione di ipoclorito di sodio al 10% per almeno 3 volte e infine risciacquata con acqua. Al termine
delle varie operazioni si ripongono il materiale e i dispositivi di protezione individuale usati negli
appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.
Una sola persona, dotata dei DPI, entra nella stanza, un’altra si pone all’esterno della porta e mantiene
contatti diretti a voce. Si consiglia di mantenere costante il contatto vocale.
L’operatore all’interno procede quindi:
assorbendo eventuali liquidi con carta assorbente o telini in TNT monouso;
assorbendo eventuali polveri con carta assorbente e telini in TNT monouso umidi.
La bonifica dell’area deve iniziare dalla periferia dello spandimento cioè la zona contaminata, fino al
centro rimuovendo tutto il materiale, inclusi eventuali vetri; l’area deve essere quindi lavata con detergente
e soluzione di ipoclorito di sodio al 10% per almeno 3 volte e infine risciacquata con acqua (si può
utilizzare CHEMOPROTECT SPILL BOX). La sala contaminata non deve essere riutilizzata per tutta la
restante parte della giornata lavorativa, in modo da permettere il giusto ricambio di aria, naturale se
sono presenti finestre, forzato in caso di assenza di finestre (UTA dotata di filtri HEPA). Al termine
delle varie operazioni si ripongono il materiale e i dispositivi di protezione individuale usati negli
appositi contenitori per rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo.
3. Ripassa nel SAS2 ed entra nel SAS1 dove tramite la panca si cambia le scarpe.
4. Esce nell’area protetta.
A questo punto prende il KIT predisposto per la nuova vestizione di protezione con il materiale idoneo per
la decontaminazione e riattraversa i SAS1 e SAS2 seguendo le normali procedure d’ingresso. Non deve
essere aperta assolutamente l’uscita di sicurezza, altrimenti si può contaminare anche l’area protetta e da
questa i locali confinati.
Per la DECONTAMINAZIONE dai principi attivi chemio della cappa a flusso laminare verticale viene
utilizzato il sodio ipoclorito al 10% in quanto è l’unico che dà garanzie maggiori anche con PA
particolarmente difficili per struttura da eliminare (es. ciclofosfamide). Purtroppo deve essere utilizzata una
concentrazione al 10% (non inferiore) e quindi, per non danneggiare le superfici della cappa di acciaio
inox, questa deve essere poi sciacquata attentamente con acqua.
7 AL L E G A T O 1
Modalità di accadimento:
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................
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...............................................................................................................................................................
Azioni intraprese:
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...............................................................................................................................................................
8 AL L E G A T O 2
9 AL L E G A T O 3
IL PROTOCOLLO E’ DA CONSIDERARSI:
TOTALMENTE APPLICATO
PARZIALMENTE APPLICATO
Motivazione:
NON APPLICATO
Motivazione:
N.B.: La scheda, compilata dalla Caposala/Preposto in ogni sua parte, deve essere archiviata nella U.O. e
trasmessa al Servizio Prevenzione Protezione almeno 1 volta all’anno (entro il 10 dicembre).
1. S COP O
Scopo della presente procedura è quello di indicare le modalità di individuazione, di utilizzo, richiesta e distribuzione
dei NPDs al fine di minimizzare gli incidenti a rischio biologico. Scopo della presente procedura è, inoltre, quello di
allinearsi alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
2. CA MP O DI AP PLI C AZI ON E
La procedura si applica a tutte le fasi lavorative in cui si evidenzia per i lavoratori che operano presso l’ASL SALERNO
un esposizione al rischio biologico. Infatti, l’utilizzo dei Dispositivi di Sicurezza è da intendere come misura tecnica e/o
organizzativa volta a ridurre i rischi.
3. TE RM IN I E D AB B RE VI AZI ON I
3
“Prevenzione dell’esposizione occupazionale al rischio biologico derivante da lesione percutanea accidentale –
puntura, ferita, taglio – nel settore ospedaliero e sanitario” – Position Paper, maggio 2012.
2
DVR: documento di valutazione dei rischi
3.1 DEFINIZIONI
Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività
lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con
o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una
professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. a)
Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la
propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in
quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui
all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per datore di
lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario
non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un
ufficio avente autonomia gestionale, individuato dall’organo di vertice delle singole
amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei
quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. In caso di
omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri sopra indicati, il
datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. b)
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività
lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. (D.
Lgs 81/08 art. 1, lett. e)
Responsabile del servizio persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 del D.
di prevenzione e Lgs 81/08 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di
protezione: prevenzione e protezione dai rischi. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. f)
Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali di cui
all’articolo 38 del D.Lgs 81/08 , che collabora, secondo quanto previsto all’articolo 29,
comma 1 del D. Lgs 81/08 , con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è
nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti
di cui al presente decreto. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. h)
Rappresentante dei
persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti
lavoratori per la
della salute e della sicurezza durante il lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. i)
sicurezza:
insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività
Servizio di prevenzione e
di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori. (D. Lgs 81/08 art. 1,
protezione dai rischi:
lett. l)
Dispositivo di Protezione Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo
Individuale (DPI): di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute
durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. (D. Lgs
81/08 art. 74, comma 1)
Dispositivi Medici (DM): qualunque strumento, apparecchio, impianto, software, sostanza o altro prodotto,
utilizzato da solo o in combinazione, compreso il software destinato dal fabbricante ad
essere impiegato specificamente con finalità diagnostiche o terapeutiche e necessario al
corretto funzionamento del dispositivo, destinato dal fabbricante ad essere impiegato
3
sull'uomo a fini di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia o attenuazione di una
malattia; di diagnosi, controllo, terapia, attenuazione o compensazione di una ferita o di
un handicap; di studio, sostituzione o modifica dell'anatomia o di un processo fisiologico;
di intervento sul concepimento, il quale prodotto non eserciti l'azione principale, nel o sul
corpo umano, cui e' destinato, con mezzi farmacologici o immunologici ne' mediante
processo metabolico ma la cui funzione possa essere coadiuvata da tali mezzi. (D. Lgs
46/97 art. 1)
Dispositivi medici oggetti o strumenti necessari all’esercizio di attività specifiche nel quadro dell’assistenza
taglienti: sanitaria, che possono tagliare, pungere o infettare. Gli oggetti taglienti o acuminati
sono considerati, ai sensi del D.Lgs. 81/08, attrezzature di lavoro. (D. Lgs. 81/08 286-ter)
Misure di prevenzione misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione di infezioni nel quadro della
specifiche: prestazione di servizi e dello svolgimento delle attività direttamente connesse
all’assistenza ospedaliera e sanitaria, incluso l’impiego di attrezzature ritenute
tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi
medici taglienti, quali i dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e
di sicurezza, in grado di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della
procedura per la quale il dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione
protettiva permanente nelle fasi di raccolta e smaltimento definitivo. (D. Lgs 81/08 286-
ter)
NPDs: dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione sono da intendersi
come quei dispositivi medici taglienti dotati di un meccanismo di protezione e sicurezza,
in grado di proteggere le mani dell’operatore durante e al termine della procedura per la
quale il dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare una azione protettiva permanente
nelle fasi di raccolta e smaltimento definitivo.
Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del
sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla
acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in
azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi. (D. Lgs 81/08 art.
1, lett. aa)
Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla
riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. bb)
Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di
attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e
le procedure di lavoro. (D. Lgs 81/08 art. 1, lett. cc)
4. RE S PON S AB ILI T À
4.1 ELABORAZIONE
L’elaborazione della procedura è a carico del Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale (lett. c), comma 1, art. 33
del D.Lgs. 81/08).
4.2 APPROVAZIONE
L’approvazione della procedura è a carico dei Dirigenti con delega di funzioni operative del Datore di Lavoro (art. 18
del D.Lgs. 81/08 e Del. DG n. 4 del 10/08/2012).
4
Il Responsabile della Macrostruttura, quale Dirigente con delega di funzioni operative del Datore di Lavoro, ha la
responsabilità di trasmettere e garantire l’addestramento del personale e favorire la diffusione delle disposizioni
contenute nella presente procedura.
5. MO DA LI T À O PE R A TI V E
5.1 DETERMINAZIONE DELLE NECESSITÀ
5.1.1 CONOSCENZA DELLA SITUAZIONE IN ATTO
Non essendo disponibili al momento della stesura della presente procedura le informazioni riguardanti l’attuale
utilizzo dei NPDs si rende necessario una prima fase conoscitiva in cui sono raccolte le informazioni, riguardanti:
1. attuazione procedure per l’utilizzo in sicurezza di taglienti e pungenti (Allegato 1 - Scheda Raccolta Dati);
2. dati relativi all’acquisto e distribuzione complessivi, reperibili presso i centri di acquisto centrali (farmacie
ospedaliere, farmacie territoriali, economato centrale, etc.); in particolare si deve verificare l’attuale rapporto tra
dispositivi standard e dispositivi di sicurezza (NPDs); sono oggetto della verifica i dispositivi indicati al punto
5.1.4;
3. dati relativi all’effettivo utilizzo presso le varie unità operative dei dispositivi di sicurezza ed alla relativa
formazione ed addestramento (Allegato 1 - Scheda Raccolta Dati) ;
4. dati relativi agli infortuni sul lavoro in particolare quelli dovuti a taglienti e pungenti.
5
5.1.3 INDIVIDUAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DI SICUREZZA
In considerazione, del fatto, che l’attuale normativa cogente non definisce cosa si debba esattamente intendere per
“NPDs - dispositivo con meccanismo di protezione”, per la scelta dei NPDs si utilizza l’elenco delle caratteristiche
individuato da numerose agenzie internazionali (FDA, OSHA-US, CDC-NIOSH, GERES, NHS, ISO), il Governo della
Comunità Autonoma di Madrid e l’ex-ISPESL hanno fissato alcuni importanti criteri guida per la corretta definizione e
valutazione di un dispositivo per la prevenzione delle punture accidentali.
Di seguito si riporta l’elenco completo delle caratteristiche tecniche da considerare per i NPDs:
− il meccanismo di protezione deve essere preferibilmente attivabile in modo automatico (innesco attivo o
passivo) e, comunque, con una sola mano.
− le mani dell’operatore devono sempre trovarsi dietro la parte acuminata del dispositivo.
− l’attivazione del meccanismo di protezione deve essere la più precoce possibile.
− il dispositivo deve essere affidabile, di facile ed intuitivo uso.
− il meccanismo di protezione deve creare una barriera efficace, permanente ed irreversibile tra la parte
acuminata del dispositivo e l’operatore.
− il meccanismo di protezione non può essere disattivato e deve assicurare la sua funzione protettiva anche
durante e dopo lo smaltimento.
− il dispositivo deve essere dotato di un segnale (udibile e/o visibile, per es. un “clic”) che consenta di verificare
l’avvenuta attivazione del meccanismo di protezione.
− il meccanismo di protezione deve essere una parte integrante del dispositivo e non un accessorio.
− l’utilizzo del dispositivo non deve generare rischi addizionali per la sicurezza (es. rischio di esposizione
mucocutanea).
− il dispositivo non deve in alcun modo compromettere la qualità dell’intervento e la sicurezza per il paziente.
5.2 IMPLEMENTAZIONE
5.2.1 FASE 1: PRELIMINARE
In fase preliminare vanno:
− effettuata la compilazione ed elaborazione delle schede Allegato 1 - Schede Raccolta Dati;
− avviata la compilazione delle schede Allegato 2 - Schede di Pre-Valutazione;
− individuate le aree in cui si deve disporre dei NPDs;
6
− individuate le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di indicare i dispositivi più idonei da utilizzarsi a
seconda delle attività svolte in base alle aree di competenza;
− individuate le funzioni a cui sarà affidata la responsabilità di vigilare sull’uso corretto dei NPDs;
− assicurate agli operatori un corretto addestramento e formazione all’utilizzo dei NPDs; (si devono organizzare
corsi, anche in collaborazione con le ditte fornitrici).
5. 4 R IC HIE S TA E DI S T RI B UZI ON E DE I N P DS
Le richiesta di fornitura di NPDs verificati, segue i normali canali di fornitura dei dispositivi medici.
7
ISTRUZIONE / PROCEDURA OPERATIVA
SC OP O
Scopo del documento è quello di uniformare i comportamenti di tutto il personale al fine di prevenire il rischio di
punture accidentali ed assicurare una corretta procedura di gestione e smaltimento degli aghi impiegati per la
somministrazione di farmaci e per i prelievi ematici o di altri liquidi biologici.
CA MP O DI APP LI CA ZI ON E
La presente istruzione operativa è rivolta a tutto il personale sanitario che impiega aghi ed altri dispositivi medici quali
i NPDs sia nella somministrazione di farmaci sia nei prelievi ematici o di altri liquidi biologici.
8
MO DA LI TÀ O PE R A TI VE
PRECAUZIONI GENERALI
A PPLICARE LE P RECAUZIONI S TANDARD
Le Precauzioni Standard sono un insieme di norme igieniche e comportamentali in grado, di per sè, di ridurre
frequenza e conseguenze delle esposizioni occupazionali al rischio biologico. Di particolare rilievo è l’invito a
considerare tutti i pazienti (e tutti i materiali biologici) come potenzialmente infetti.
Tra le precauzioni standard da adottare, troviamo le seguenti norme comportamentali che tutti gli operatori sanitari
devono, routinariamente, seguire per ridurre le esposizioni percutanee: punture con ago o tagli con presidi
contaminati da sangue o dagli altri liquidi/materiali biologici considerati a rischio:
− il tagliente (aghi, mandrini, bisturi, rasoi monouso, lamette, fiale rotte, ecc) dopo l’uso, deve essere
immediatamente eliminato nell’apposito contenitore in plastica rigida;
− gli aghi non devono essere reincappucciati, piegati o rotti, rimossi dalle siringhe monouso o altrimenti
manipolati;
− i taglienti riutilizzabili (ferri chirurgici, forbici, ecc.) devono essere subito dopo l’uso decontaminati, poi lavati
e infine disinfettati o sterilizzati.
−
OBBLIGHI
− Non reincappucciare mai gli aghi dopo l’uso.
RACCOMANDAZIONI
− Si ricorda che ogni volta che si manipolano strumenti acuminati e/o taglienti:
− di non piegare o rompere lame, aghi ed ogni sorta di altro dispositivo tagliente;
− di utilizzare guanti appropriati al tipo di rischio e all’attività svolta, in particolare vanno indossati:
− guanti pluriuso spessi e/o guanti antitaglio quando si manipolano ferri chirurgici o da medicazione (esempio:
durante la loro raccolta, disinfezione, pulizia , ecc;
− guanti pluriuso antitaglio durante alcune procedure necroscopiche e veterinarie in cui sono utilizzati coltelli o
altri presidi taglienti.
− di utilizzare lo strumento conformemente alla sua destinazione d’uso attenendosi alle istruzioni fornite dalla
ditta fornitrice;
− di porre la massima attenzione durante ogni operazione che comporti l’uso di tali strumenti, con particolare
riguardo agli interventi svolti in regime d’urgenza;
− nel caso di utilizzo di presidi con paziente in stato di agitazione, di richiedere l’aiuto di un collega;
− di non indirizzare mai la punta di aghi e bisturi verso parti del corpo;
− di cercare di non passare i taglienti di mano in mano; se la manovra è necessaria, lo strumento deve essere
passato con la dovuta cautela;
− di non raccogliere strumenti appuntiti o taglienti se stanno cadendo;
− di non raccogliere gli aghi caduti a terra con le mani: utilizzare apposite pinze;
− utilizzare guanti antitaglio o ditali antitaglio nelle operazioni di manutenzione di aghi di prelievi dei
campionatori automatici;
− non portare in tasca aghi, bisturi ed ogni altra sorta di dispositivo tagliente.
9
− che l’apposito contenitore per l’eliminazione, sia posizionato nel raggio d'azione delle braccia dell’operatore
in modo che l’operatore non deve appoggiare, neppure momentaneamente, il tagliente sul letto (o sul
comodino o nel vassoio), e poi riprendere in mano il presidio per eliminarlo;
− che l’operatore veda con chiarezza la finestra d’eliminazione, presente sul coperchio del contenitore;
− che non ci non siano ostacoli tra la postazione di lavoro e il contenitore stesso;
− che il contenitore mantenga la posizione verticale;
− che sia presente il contenitore di adeguato volume, facilmente determinabile, per ciascun posto di
produzione di rifiuti taglienti, in base alla grandezza e/o alla quantità dei taglienti da eliminare in esso;
− che il contenitore per rifiuti taglienti non sia riempito fino al suo margine superiore, ma per 3/4 del proprio
volume.
4
GESTIONE CONTENITORI
Tutti i presidi taglienti e pungenti non più utilizzabili devono essere gestiti con le modalità di seguito riportate,
utilizzando appositi contenitori rigidi a perdere, resistenti alla puntura:
− scegliere il contenitore delle dimensioni più adatte rispetto alla lunghezza dei presidi da smaltire (es. lungo
per aghi da biopsia),
− assemblare correttamente il contenitore rigido, recante la scritta "Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
taglienti e pungenti", ponendo particolare attenzione ad incastrare i vari componenti seguendo le indicazioni
riportate dalla casa di produzione, per avere la garanzia della tenuta ermetica,
− non utilizzare contenitori difettosi (es. è vietato assemblare le parti con nastro adesivo), in tal caso
conservarli per la restituzione alla ditta fornitrice e segnalare la non conformità agli uffici aziendali
competenti;
− il materiale pungente e tagliente deve essere conferito senza comprimerlo, fino al raggiungimento dei ¾ del
volume (in genere segnalato da apposito indicatore sull’esterno del contenitore stesso), senza manipolare o
rincapucciare gli aghi. non disconnettere manualmente gli aghi dalle siringhe; la siringa deve essere eliminata
con l’ago connesso direttamente nel contenitore in plastica rigida. Nel caso sia presente un sistema di
deconnessione dell’ago sull’imboccatura del contenitore, utilizzarlo solo nel caso in cui tale manovra sia
prevista nella procedura interna di gestione dei rifiuti.
− smaltire tutti i rifiuti taglienti e pungenti (anche se non sono venuti a contatto con fluidi biologici) all’interno
dei contenitori rigidi,
− non smaltire rifiuti di altro tipo (es. guanti) che riducono la capienza del contenitore e possono favorire una
disposizione pericolosa dei presidi taglienti e pungenti (es. aghi che fuoriescono dall’imboccatura del
contenitore).
− non deve mai essere travasato il contenuto da un contenitore ad un altro, anche se presente in minima
quantità.
− utilizzare la chiusura temporanea, di cui sono dotati i contenitori, al termine dell’attività lavorativa, allo scopo
di ridurre il rischio di fuoriuscita del materiale in caso di rovesciamento del contenitore,
− al riempimento (max ¾ del volume) del contenitore bloccare la chiusura definitiva e riporlo all’interno dei
contenitori per i rifiuti a rischio infettivo. Prima della chiusura definitiva, l’operatore deve accertarsi che non
vi siano materiali pungenti o taglienti che fuoriescano.
4
http://www.ausl.rn.it/Materiali/lavorare_sicurezza/rifiuti_sanitari_taglienti_e_pungenti.html
10
E SE M PI APP LI C AT IV I D’U TI LIZ ZO DE I DI SP O SI TI VI ME D IC I TA G LIE N TI E P U N GE N TI C ON
DI SPO SI T IV O DI PR O TE ZI ON E “N PD S”
Considerando che le modalità di funzionamento dei NPDs variano a seconda dell’azienda produttrice del modello ed
alla possibile introduzione nel mercato di nuovi modelli un elencazione esaustiva delle varie tipologie risulta poco
praticabile, riportiamo di seguito a scopo esemplificativo le modalità di utilizzo di alcuni di questi NPDs, Il lavoratore
deve attenersi, in ogni caso, a quanto indicato dal produttore del NPDs, per il suo corretto utilizzo.
11
®
NPDS “SURSHIELD” DELLA AZIENDA TERUMO
12
®
NPDS “BD VACUTAINER PUSH BUTTON” DELLA AZIENDA BD BIAGNOSTIC
13
MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA INSULINICA
Gli strumenti in uso per somministrare l’insulina sono:
− siringa è flacone di insulina (quando possibile, le fiale mono-dose dovrebbe essere preferite a quelle multi-
dose per evitare possibili contaminazioni, in particolare per la somministrazione attraverso cateteri
intravascolari.
− Penna pre-riempita (deve essere usata da un solo paziente).
Prima di iniziare le operazioni di manipolazione di aghi per siringa e/o per penna da insulina con dispositivo di
sicurezza, l’operatore deve:
− lavarsi le mani;
− indossare i guanti forniti conformemente al D. Lgs 475/92 (DPI) e di taglia idonea appropriati al tipo di rischio
e all’attività;
− posizionare l’apposito contenitore rigido per lo smaltimento dei rifiuti pungenti nella postazione di lavoro.
Procedura di sicurezza nella manipolazione di aghi per penna da insulina con dispositivo di sicurezza
− All’atto del primo utilizzo applicabile sulla penna un’etichetta riportante il numero del lotto di produzione e
data di scadenza, nome, cognome del paziente al quale l’insulina è destinata. La data della prima apertura e
la data entro la quale il prodotto può essere utilizzato (max 28gg dalla data di apertura);
− l’ago di sicurezza deve essere inserito solo prima di ogni somministrazione e non può essere riutilizzato;
− il sistema automatico di sicurezza inizialmente ricopre la punta dell’ago, nella fase di iniezione e di
somministrazione di insulina si ritrae e al termine dell’iniezione si blocca ricoprendo la punta dell’ago,
eliminando il rischio di puntura accidentale. Il cappuccio esterno, quindi, assolve alla duplice funzione:
− di supporto per il montaggio/smontaggio dell’ago;
− di verifica della corretta funzionalità del dispositivo.
Al termine di tutte le operazioni, sia nel primo, che nel secondo caso:
− smaltire immediatamente l’ago e/o il dispositivo, nell’apposito contenitore rigido resistente alla foratura;
− verificare che il contenitore rigido non venga riempito fino all'orlo, ma al max per i ¾;
− chiudere e smaltire i contenitori opportunamente chiusi.
14
MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA DI ERITROPOIETINE
Gli strumenti per somministrare l’eritropoietina, presenti sul mercato, sono:
− siringa pre-riempita senza meccanismo di sicurezza (monouso);
− siringa pre –riempita con meccanismo di sicurezza (monouso).
Prima di iniziare le operazioni di manipolazione dei dispositivi per la somministrazione di eritropoietina con
dispositivo di sicurezza, il lavoratore deve:
− lavarsi le mani;
− indossare i guanti forniti conformemente al D. Lgs 475/92 (DPI) e di taglia idonea appropriati al tipo di rischio
e all’attività;
− posizionare l’apposito contenitore rigido per lo smaltimento dei rifiuti pungenti nella postazione di lavoro.
15
Spingere lo stantuffo finché tutto il liquido non è stato iniettato
La protezione trasparente dell’ago non si attiverà finché la
siringa pre-riempita non è vuota
16
APPENDICE 1
Classificazione Nazionale Dispositivi Medici (CND) - Approvata con D.M. 07 ottobre 2011.
Le caratteristiche dei NPDs elencati sono state tratte da: Commissione Regionale Dispositivi Medici, Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali, Linee di indirizzo e criteri d’uso dei
dispositivi medici con meccanismo di sicurezza per la prevenzione di ferite da taglio o da punta - Luglio 2014
DI SPO SI T IV I D A SO MM IN IS TR AZ ION E , P RE LIE V O E RA C CO L TA
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
A02010205 Siringhe da infusione e irrigazione monouso con SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGA DA TUBERCOLINA/ INSULINA È un dispositivo
sistema di sicurezza MONOUSO CON SISTEMA DI SICUREZZA medico utilizzato per la somministrazione di
• Siringa da infusione monouso per insulina con ago Sono dispositivi sterili, utilizzati per la medicinali. Costituita da un cilindro, in materiale
di sicurezza somministrazione di sostanze plastico specifico per uso medicale, al cui interno
• Siringa da infusione per insulina con ago di medicamentose. Sono costruite in genere in scorre un pistone. Monouso, sterile, priva di lattice,
sicurezza monouso materiale plastico. Possiedono un priva di tossicità e apirogena.Questa siringa è dotata di
• Siringa monouso per test allergologici con ago di meccanismo di protezione dell'ago, il quale un ago retto termosaldato, in acciao inox a triplice
sicurezza riduce al minimo la possibilità che affilatura, senza spazio morto, e dotate di un apposito
• Siringa monouso per tubercolina con ago di l'utilizzatore si punga accidentalmente sistema di sicurezza che si deve attivare al termine
sicurezza durante una procedura con tale dispositivo. della somministrazione. L'ago, dotato di copriago, può
• Siringa per test allergologici con ago di sicurezza L'ago è in acciaio, retto e di lunghezza e avere lunghezza e diametro variabili.
monouso diametro variabili. I dispositivi descritti sono
• Siringa per tubercolina con ago di sicurezza monouso.
monouso
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A020102 SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE SIRINGA DA INFUSIONE MONOUSO CON AGO È un
MONOUSO MONOUSO dispositivo medico utilizzato per la somministrazione
Varie Varie di sostanze. È costituito da un cilindro, in materiale
plastico specifico per uso medicale, al cui interno
scorre un pistone. Monouso, sterile, priva di lattice,
priva di tossicità e apirogena.È dotata di un ago retto,
in acciao inox a triplice affilatura; è provvista di un
apposito sistema di sicurezza che si deve attivare con
una sola mano al termine dell’infusione. L'ago è
dotato di copriago e può avere lunghezza e diametro
variabili. Il cono deve possedere un attacco luer/luer
lock centrale o eccentrico.
A020105 SIRINGHE PER EMOGASANALISI CON AGO SIRINGHE PER EMOGASANALISI CON AGO SIRINGA PER EMOGAS ANALISI CON AGO E' un
Sono dispositivi sterili, utilizzati per il dispositivo medico utilizzato per il prelievo di sangue
prelievo di sangue arterioso o venoso arterioso finalizzato al dosaggio dei diversi gas
Nota finalizzato al dosaggio dei diversi gas presenti all’interno del campione ematico stesso. Ha
I fabbricanti del commercio hanno allocato i prodotti all'interno del campione. Sono in genere forma cilindrica, monouso, sterile, priva di lattice,
in CND A010199 Aghi e Kit per infusione e prelievo costruite in materiale plastico e contengono costituita da materiale plastico specifico per uso
AltriA020199 Siringhe monouso - Altre un anticoagulante. Presentano forma medicale, priva di tossicità e apirogena. Questa siringa
cilindrica e possiedono uno stantuffo per contiene un anticoagulante in grado di assicurare una
l'aspirazione del campione ematico. La immediata solubilità del campione prelevato ed è
raccolta de campione può avvenire dotata di un sistema che consente l’eliminazione
attraverso un ago collegato direttamente dell’aria residua. L’ago (provvisto di un apposito
alla siringa. La struttura del dispositivo sistema di sicurezza che si deve attivare con una sola
impedisce la contaminazione del campione mano al termine del prelievo) è dotato di copriago. Il
da parte dell'aria. I dispositivi descritti sono cono è provvisto di un attacco luer lock. La siringa è
monouso. dotata di uno stantuffo per l’aspirazione del campione
e di un tappo luer lock che consente la chiusura del
dispositivo al termine della prestazione.
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AG HI E KI T PE R IN F US IO N E E P RE LIE VO
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
A01010101 AGHI IPODERMICI PER SIRINGA AGHI IPODERMICI PER SIRINGA AGO IPODERMICI PER SIRINGA È un dispositivo
Ago ipodermico per siringa sterile monouso Sono dispositivi sterili, utilizzati per iniezione di medico utilizzati per iniezione di sostanze
sostanze medicamentose a livello ipodermico o per medicamentose o per aspirazione di fluidi a livello
drenaggio di fluidi dal medesimo distretto corporeo. ipodermico.Monouso, sterile, privo di lattice, e
Gli aghi ipodermici sono costituiti da una cannula costituito da materiale plastico specifico per uso
apirogena in acciaio inox affilata, la quale permette medicale, privo di tossicità e apirogeno. L’ago è in
la penetrazione indolore nel derma e negli strati acciao inox a triplice affilatura, lubrificato, ben
sottostanti. Alla cannula è in genere saldato un saldato al bariletto e dotato di idoneo sistema di
bariletto che ne permette l'adattabilità al cono Luer sicurezza (che si deve attivare con una sola mano, al
o Luer Lock delle siringhe. Sono aghi sottili e termine della prestazione).Il cono, dotato di
appuntiti, la cui cannula è in genere ricoperta da un raccordo universale per siringhe (sia dotate di coni
copriago in materiale plastico per prevenire punture luer che luer lock) è trasparente per permettere la
accidentali. I dispositivi descritti sono monouso. visibilità del sangue e/o del medicamento, ed è
caratterizzato da codice colore, secondo gli standard
internazionali, per poterne riconoscere subito il
calibro.
A01010102 AGHI IPODERMICI PER PENNA AGHI IPODERMICI PER PENNA AGHI IPODERMICI PER PENNA E’ un dispositivo
Sono dispositivi sterili, utilizzati per iniezione di medico utilizzato per iniezione di sostanze
sostanze medicamentose a livello ipodermico o medicamentose, a livello ipodermico o
sottocutaneo attraverso una penna. Gli aghi sottocutaneo, attraverso una penna. Monouso,
ipodermici sono costituiti da una cannula apirogena sterile, privo di lattice e costituito da materiale
in acciaio inox affilata, la quale permette la plastico specifico per uso medicale, privo di tossicità
penetrazione indolore nel derma e negli strati e apirogeno. L’ago, in acciao inox, è sottile,
sottostanti. Alla cannula è in genere saldato un appuntito e permette la penetrazione indolore nel
bariletto che ne permette l'adattabilità alla penna. derma e negli strati sottostanti. L’ago è ben saldato
Sono aghi sottili e appuntiti. I dispositivi descritti ad un bariletto il quale ne permette l’adattabilità alla
sono monouso. penna. Questo dispositivo è provvisto di un apposito
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sistema di sicurezza (che si deve attivare al termine
della prestazione).
A010105 AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO AGO SISTEMA VACUTAINER PER PRELIEVO
Ago a farfalla di sicurezza per prelievo Sono dispositivi sterili, utilizzati per la perforazione
venoso monouso delle provette durante il prelievo ematico sotto
Ago a farfalla monouso di sicurezza per vuoto. Sono aghi in acciaio inox. Risultano protetti
prelievo venoso da una camicia esterna in materiale plastico che
Ago monouso per prelievo ematico riduce la possibilità di punture accidentali. I
sottovuoto dispositivi descritti sono monouso.
Ago per prelievo ematico sottovuoto
monouso
A010103 AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI AGO DI HUBER È un dispositivo medico, monouso e
Ago di Huber monouso per infusione Sono dispositivi sterili, no-coring (antifrustolo) che sterile, impiegato per la somministrazione di
sottocutanea perforano attraverso una puntura cutanea la sostanze (quali chemioterapici, miscele nutrizionali e
Ago di Huber per infusione sottocutanea membrana di un porta-cath. Vengono utilizzati per la sangue) e per il prelievo ematico in pazienti che
monouso somministrazione di sostanze (chemioterapici, presentano un accesso venoso a livello
Ago di Huber per port impiantabile miscele nutrizionali, sangue) e per il prelievo ematico sottocutaneo.È in acciaio inox, dotato di un apposito
monouso in pazienti ai quali è stato impiantato a livello sistema di sicurezza per la prevenzione delle punture
Ago monouso per port sottocutaneo sottocutaneo un accesso venoso o arterioso. Sono accidentali e presenta punta non carotante per
Ago monouso per port-a-cath aghi in acciaio inox, commercializzati da soli o in kit, l’accesso ai setto dei sistemi impiantati nei pazienti;
Ago monouso per sistema impiantabile con gli accessori necessari all'utilizzo. Appartengono è dotato di un sistema di fissaggio costituito da
sottocutaneo alla categoria gli aghi di Huber (diritti o angolati a alette o da una base di appoggio. Sono disponibili
Ago per port sottocutaneo monouso 90°) e gli aghi Gripper (con tubo di raccordo); diverse lunghezze e diametri e l’ago si distingue in
Ago per port-a-cath monouso entrambi sono adattabili al cono Luer o Luer Lock di retto e angolato a 90 gradi. All'ago può essere
Ago per sistema impiantabile sottocutaneo una siringa. I dispositivi descritti sono monouso. collegato con attacco luer lock un tubo di raccordo
monouso privo di memoria, in materiale plastico per uso
Kit per iniezione in port sottocutaneo medicale privo di lattice e di ftalati.
A010102 AGHI A FARFALLA AGHI A FARFALLA AGO A FARFALLA Dispositivo medico utilizzato per il
Ago a farfalla con attacco luer-lock Sono dispositivi sterili, utilizzati in genere per il prelievo di sangue (da un vaso periferico o per
monouso prelievo di sangue da un vaso periferico o per venipuntura epidermica in neonatologia) e per
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Ago a farfalla monouso con attacco luer- venipuntura epidermica (in neonatologia). Gli aghi a infusioni intravenose a breve termine. Monouso,
lock farfalla sono in acciaio inox e vengono per lo più sterile, privo di lattice, e costituito da materiale
Ago a farfalla per prelievo venoso monouso venduti in set che comprendono anche un tubicino plastico specifico per uso medicale, privo di tossicità
Ago butterfly monouso per il collegamento al portaprovette. Sono aghi e apirogeno. Si possono individuare tre parti
Ago epicranico monouso sottili e appuntiti, montati su un sistema di alette in fondamentali: l’ago, le alette laterali e il tubicino di
materiale plastico che permette una facile raccordo. L’ago è in acciao inox a triplice affilatura,
manegevolezza durante il posizionamento nel vaso lubrificato, ben saldato alle due alette poste ai lati
del paziente, al fine di ridurre i rischi di dello stesso e dotato di idoneo sistema di sicurezza
contaminazione per il personale sanitario. I (che si deve attivare, con una sola mano, al termine
dispositivi descritti sono monouso. della prestazione). Le alette, antiscivolo ed
ergonomiche, si devono impugnare facilmente ed
essere caratterizzate, in base alla misura, da codice-
colore secondo i modelli convenzionali
internazionali. Il tubicino di raccordo deve essere
privo di memoria, trasparente, flessibile, dotato di
attacco luer lock e provvisto di un tappo di chiusura
a perfetta tenuta.
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AG HI C AN N UL A D I S I CU R E ZZA
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
C0101010201 AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON VALVOLA DI AGO CANNULA A DOPPIA VIA CON VALVOLA DI
VALVOLA DI INIEZIONE INIEZIONE INIEZIONE È un dispositivo sterile, utilizzato come
Ago cannula di sicurezza con valvola di Sono dispositivi sterili, utilizzati come accesso accesso venoso periferico al fine di introdurre
iniezione in poliuretano venoso periferico per iniezione di sostanze sostanze medicamentose nell'albero vascolare
medicamentose nell'albero vascolare del paziente. del paziente oppure per prelevare campioni
Sono per lo più costruiti in materiale plastico o in ematici. L’ago, disponibile con diametri e
poliuretano, con ago in acciaio inox per uso lunghezze diverse, è in acciao inox a triplice
medicale. Possiedono un sistema automatico di affilatura, lubrificato e viene sfilato dopo
copertura dell'ago al momento della rimozione, per l’introduzione della cannula. La cannula,
ridurre al minimo la possibilità di punture accidentali costituita da materiale plastico o poliuretano,
da parte degli operatori. Sono caratterizzati dalla apirogeno, specifico per uso medicale, è priva di
presenza di una valvola che impedisce il reflusso del lattice e di tossicità.Il cono di connessione è
farmaco al momento dell'infusione. Alcuni modelli trasparente, per consentire la verifica immediata
possiedono delle alette per facilitarne l'utilizzo e la del corretto posizionamento dell’ago; è dotato o
fissazione e un attacco per siringa senza ago. Sono meno di alette laterali di posizionamento o
disponibili in diverse lunghezze e con aghi di fissaggio (contraddistinte da specifico colore
varidiametri. I dispositivi descritti sono monouso. secondo i modelli convenzionali internazionali) e
dotato di attacco luer lock.Questo ago cannula è
caratterizzato dalla presenza di una valvola
antireflusso, che impedisce il reflusso del
farmaco al momento dell’infusione
estemporanea, ed è dotata di un cappuccio di
chiusura. Questo ago cannula è provvisto di un
apposito sistema di sicurezza che si attiva al
termine della prestazione.
C0101010202 AGHI CANNULA DI SICUREZZA SENZA AGHI CANNULA DI SICUREZZA SENZA VALVOLA DI AGO CANNULA MONOVIA Dispositivo medico
VALVOLA DI INIEZIONE INIEZIONE utilizzato per accesso vascolare periferico al fine
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Sono dispositivi sterili, utilizzati come accesso di introdurre sostanze medicamentose
venoso periferico per iniezione di sostanze nell’albero vascolare del paziente oppure per
medicamentose nell'albero vascolare del paziente. prelevare campioni ematici.Monouso, sterile.
Sono per lo più costruiti in materiale plastico o in L'ago, disponibile con diametri e lunghezze
poliuretano, con ago in acciaio inox per uso diverse, è in acciao inox a triplice affilatura,
medicale. Possiedono un sistema automatico di lubrificati e si estrae dopo l’introduzione della
copertura dell'ago al momento della rimozione, per cannula.La cannula, costituita da materiale
ridurre al minimo la possibilità di punture accidentali plastico o poliuretano, apirogeno, specifico per
da parte degli operatori. Non presentano alcuna uso medicale, è priva di lattice e di tossicità.Il
valvola che impedisce il reflusso del farmaco al cono di connessione è trasparente, per
momento dell'infusione. Alcuni modelli possiedono consentire la verifica immediata del corretto
delle alette per facilitarne l'utilizzo e la fissazione e posizionamento dell’ago; è dotato o meno di
un attacco per siringa senza ago. Sono disponibili in alette laterali di posizionamento o fissaggio
diverse lunghezze e con aghi di vari diametri. I (contraddistinte da specifico colore secondo i
dispositivi descritti sono monouso. modelli convenzionali internazionali) e di attacco
luer lock. È provvisto di un apposito sistema di
sicurezza che si deve attivare al termine della
prestazione.
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DI SPO SI T IV I VE N O SI PE R IFE RI CI IN TE GR A TI
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
C010103 DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI AGHI CANNULA DOPPIA VIA CON SISTEMA
Sono dispositivi sterili, rappresentati da cateteri, CHIUSO E’ un dispositivo medico utilizzato per
Nota cannule, aghi ed altre strutture per l'accesso venoso accesso vascolare periferico al fine di introdurre
I fabbricanti hanno allocato i prodotti anche integrati in un unico prodotto. I dispositivi descritti sostanze medicamentose nell’albero vascolare
in CND C010199 - Cateteri venosi periferici - sono monouso. del paziente oppure per prelevare campioni
altri. ematici. Monouso, sterile. L’ago, disponibile con
diametri e lunghezze diverse, è in acciao inox a
triplice affilatura, lubrificato e deve essere sfilato
dopo l’introduzione della cannula. La cannula,
costituita da materiale plastico o poliuretano,
apirogeno, specifico per uso medicale, deve
essere priva di lattice e di tossicità. Il cono di
connessione deve essere trasparente, per
consentire la verifica immediata del corretto
posizionamento dell’ago; e fornito di alette
laterali di posizionamento o fissaggio
(contraddistinte da specifico colore secondo i
modelli convenzionali internazionali) e dotato di
attacco luer lock. Questo dispositivo è
caratterizzato dalla presenza di una seconda via
di accesso aggiuntiva (prolunga integrata), che
deve essere a perfetta tenuta e di conseguenza
creare un sistema a circuito chiuso. Questo ago
cannula deve essere provvisto di un apposito
sistema di sicurezza che si deve attivare al
termine della prestazione.
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LAN CE T TE P UN G IDI T O M ON O U SO
CND indicativa glossario CND Definizione CND Caratteristiche dei NPDs
V0104 LANCETTE PUNGIDITO MONOUSO LANCETTE PUNGIDITO MONOUSO LANCETTA PUNGIDITO MONOUSO E' un
Sono dispositivi sterili, utilizzati per la puntura della dispositivo medico utilizzato per la puntura della
cute al fine di ottenere un campione ematico cute al fine di ottenere un campione ematico
capillare da sottoporre ad analisi laboratoristica. capillare da sottoporre ad analisi laboratoristica.
Sono costruite in acciaio inox per uso medicale e Monouso, sterile. La lancetta è in acciao inox e in
montate in genere su un supporto in materiale genere montata su un supporto in materiale
plastico (per l'impugnatura manuale o il montaggio plastico specifico per uso medicale privo di
su una penna per la puntura automatica). Sono tossicità, apirogeno e privo di lattice. Sono
disponibili con diametro e lunghezza diversi. I disponibili diametri e lunghezze diverse. Questo
dispositivi descritti sono monouso. dispositivo è provvisto di un apposito sistema di
sicurezza (che si deve attivare al termine della
prestazione).
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ALLEGATO 1 - Scheda Raccolta Dati
U.O.
RESPONSABILE
RESPONSABILE COMPILAZIONE
CONTATTO
È presente una procedura scritta per la gestione in sicurezza per l’utilizzo e smaltimento degli oggetti
1
taglienti e pungenti?
B SI esiste una procedura scritta ma essa non è applicata o è applicata solo parzialmente.
non esiste una procedura scritta ma i lavoratori applicano di routine comportamenti volti a ridurre
C NO 1
i tagli e le punture .
non esiste una procedura scritta e i lavoratori non applicano di routine comportamenti volti a
D NO
ridurre i tagli e le punture.
Sono utilizzati dispositivi medici taglienti e pungenti con dispositivo di protezione (NPDs - needlestick
3
prevention devices)?
A SI sono utilizzati, almeno il 66% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i NPDs
B SI sono utilizzati, almeno il 33% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i NPDs
Non sono utilizzati, meno del 33% delle procedure che prevedono l’uso di aghi sono svolte con i
C NO
NPDs
È stata vietata la pratica del reincappucciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di
4
protezione e sicurezza per le punture?
A SI
B NO
1
Vanno rispettati almeno i seguenti principi, eliminazione di tutti i taglienti e pungenti nei contenitori rigidi, non
reicappucciare gli aghi, non maneggiare lame ed altri taglienti senza gli appropriati DPI.
1
A SI tutti i lavoratori rispettano il divieto.
6 È stata svolta attività specifica negli ultimi 5 anni di formazione ai lavoratori sui rischi biologici
B NO Non è stata svolta attività specifica di formazione sui rischi biologici ma solo generica
C NO Non è stata svolta alcun tipo di attività di formazione sui rischi biologici
profilassi da attuare in caso di ferite o punture, sulla base della valutazione della capacità
F
di infettare della fonte di rischio.
Procedure da seguire nel caso di presenza di pazienti affetti da patologie trasmissibili per via
G
parenterale
H ALTRO:
I ALTRO:
2
Nella procedura scritta per la gestione in sicurezza per l’utilizzo e smaltimento degli oggetti taglienti e
9
pungenti quali dei seguenti argomenti sono considerati:
E Formazione
F ALTRO specificare:
il contenitore per rifiuti taglienti non è riempito fino al suo margine superiore, ma per 3/4 del
proprio volume?
i contenitori sono delle dimensioni più adatte rispetto alla lunghezza dei presidi da smaltire (es.
lungo per aghi da biopsia)?
Se alla terza domanda si è risposto A, B O C rispondere ai seguenti quesiti altrimenti andare al quesito n. 15
11 Quale tipologia di NPDs si utilizza?
Siringhe da infusione e irrigazione monouso con sistema di sicurezza
• Siringa da infusione monouso per insulina con ago di sicurezza
• Siringa da infusione per insulina con ago di sicurezza monouso
A • Siringa monouso per test allergologici con ago di sicurezza
• Siringa monouso per tubercolina con ago di sicurezza
• Siringa per test allergologici con ago di sicurezza monouso
• Siringa per tubercolina con ago di sicurezza monouso
SIRINGHE DA INFUSIONE ED IRRIGAZIONE MONOUSO
B
3
AGHI PER PRELIEVO SOTTO VUOTO (SISTEMA TIPO VACUTAINER)
Ago a farfalla di sicurezza per prelievo venoso monouso
F Ago a farfalla monouso di sicurezza per prelievo venoso
Ago monouso per prelievo ematico sottovuoto
Ago per prelievo ematico sottovuoto monouso
AGHI E KIT PER SISTEMI IMPIANTABILI
Ago di Huber monouso per infusione sottocutanea
Ago di Huber per infusione sottocutanea monouso
Ago di Huber per port impiantabile monouso
Ago monouso per port sottocutaneo
G Ago monouso per port-a-cath
Ago monouso per sistema impiantabile sottocutaneo
Ago per port sottocutaneo monouso
Ago per port-a-cath monouso
Ago per sistema impiantabile sottocutaneo monouso
Kit per iniezione in port sottocutaneo
AGHI A FARFALLA
Ago a farfalla con attacco luer-lock monouso
Ago a farfalla monouso con attacco luer-lock
H
Ago a farfalla per prelievo venoso monouso
Ago butterfly monouso
Ago epicranico monouso
AGHI CANNULA DI SICUREZZA CON VALVOLA DI INIEZIONE
I Ago cannula di sicurezza con valvola di iniezione in poliuretano (AGO CANNULA A DOPPIA VIA
CON VALVOLA DI INIEZIONE)
M DISPOSITIVI VENOSI PERIFERICI INTEGRATI (AGHI CANNULA DOPPIA VIA CON SISTEMA CHIUSO)
O ALTRO specificare:
P ALTRO specificare:
A SI
B NO
C In parte Specificare:
13 È stata effettuata una valutazione dei NPDs in uso, prima della loro introduzione?
A SI
B NO
C In parte Specificare:
4
NO
14 Oltre ai NPDs utilizzati normalmente sarebbe utile l’introduzione nel suo settore specifico di altri dispositivi
A SI Quali consiglierebbe
B NO
A SI Specificare:
B NO Specificare:
5
ALLEGATO 2: SCHEDA DI PRE – VALUTAZIONE
CONSIDERAZIONI CLINICHE Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Implicazioni Il dispositivo che si utilizzerà comporterà delle modifiche nelle
procedurali tecniche utilizzate (comparato con il dispositivo convenzionale)
per il
personale
Il dispositivo permette il cambio dell’ago
sanitario
Altro:
Commenti:
ALTRE CONSIDERAZIONI Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
ASPETTI Il dispositivo è esente dal lattice (latex free)
INERENTI I
PAZIENTI
Il dispositivo potenzialmente può causare infezioni
Altro:
Commenti:
Altro:
Commenti:
Aspetti connessi alla sicurezza del dispositivo Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Caratteristiche Il sistema di sicurezza non richiede l’attivazione da parte
del dell’utilizzatore
meccanismo di
attivazione La mano dell’operatore può rimanere dietro l’ago durante
l’attivazione del sistema di sicurezza
L’attivazione del sistema di sicurezza può essere eseguita con una
sola mano
L’attivazione del sistema è la più precoce possibile
Altro:
Commenti:
Altro:
Commenti:
Altri aspetti Questo aspetto è applicabile per il Se SI, quale è il livello di importante
dispositivo
SI NO ALTO MEDIO BASSO
Disponibilità Il dispositivo è disponibile in tutti i formati normalmente utilizzati
Altro:
Commenti:
Altro:
Commenti:
Commenti:
ALLEGATO 3: Valutazione dispositivi di sicurezza
prodotto Data
Dipartimento/unità Mansione
N. 2 indicare con una X la casella che meglio descrive la vostra esperienza con il dispositivo di sicurezza. Se il quesito
non è applicabile al dispositivo non rispondere.
Ne in
Fortement Fortement
In accordo ne
Valutazione e in In accordo e in
disaccordo in
disaccordo accordo
disaccordo
A La penetrazione dell’ago è comparabile con
1 2 3 4 5
quella del dispositivo standard
B L’utilizzo di questo dispositivo al paziente
non causa un maggiore dolore o un 1 2 3 4 5
maggiore fastidio
C L’utilizzo del dispositivo non aumenta il
1 2 3 4 5
numero di punture effettuate al paziente
D L’utilizzo del dispositivo non aumenta il
1 2 3 4 5
tempo per eseguire la procedura
E L’utilizzo del dispositivo non comporta una
1 2 3 4 5
modifica nella procedura tecnica
F Il dispositivo è compatibile con altri
strumenti ce devono essere utilizzati con 1 2 3 4 5
esso
G il dispositivo può essere utilizzato in tutti i
campi in cui il “dispositivo standard” è 1 2 3 4 5
comunemente usato
H L’utilizzo del dispositivo non è influenzato
1 2 3 4 5
dalla dimensione delle mani dell’operatore
I L’età o le dimensioni del paziente non
1 2 3 4 5
influenzano l’uso del dispositivo
L Il dispositivo di sicurezza non interferisce
1 2 3 4 5
con le procedure tecniche
M Il dispositivo di sicurezza è facile da
1 2 3 4 5
attivare
N Il dispositivo di sicurezza non si attiva
1 2 3 4 5
prima del completamento della procedura
O Una volta attivato il dispositivo di sicurezza
1 2 3 4 5
resta bloccato
P Non hai avuto esperienza di ferite o quasi
1 2 3 4 5
eventi (near miss event) con il dispositivo
N. 4 chi ti ha addestrato/formato all’utilizzo del dispositivo di sicurezza (indicare tutti quelli che hanno contribuito
all’addestramento/formazione)
un istitutore inviato dal produttore del dispositivo personale interno all’ASL (specificare)
altro:
N. 5 l’addestramento che hai ricevuto è stato adeguato
NO SI
N. 6 Era effettivamente necessario uno specifico addestramento per il coretto utilizzo del dispositivo
NO SI
RISCHIO
BIOLOGICO
Documento redatto da :
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INDICE:
MODULISTICA…………………………………………………………………………………………. pag. 8
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1. PROCEDURA OBBLIGATORIA DA ADOTTARE IN CASO DI INFORTUNIO A RISCHIO
BIOLOGICO PER GLI OPERATORI SANITARI DELL’ASL SALERNO.
1.1 SCOPO
Lo scopo della presente istruzione operativa è di descrivere a tutti gli Operatori Sanitari come
comportarsi a tutela della propria salute in caso di infortuni che contemplino qualsiasi contatto
accidentale con strumenti o materiali contaminati da sangue e/o da altro materiale biologico di
pazienti potenzialmente infetti.
Attuare misure di prevenzione adeguate nei riguardi dell’operatore infortunato, con assunzione
del caso nell’ambito della sorveglianza sanitaria effettuata dal Medico Competente dal punto di
vista sanitario, medico legale ed epidemiologico;
Misurare l’incidenza negli Operatori Sanitari (OS) di esposizione accidentale a sangue o altri
materiali biologici potenzialmente infetti;
Descrivere le circostanze dell’occorrenza degli incidenti occupazionali;
Stimare l’incidenza d’infezione da HIV, HBV, HCV per gli OS dopo esposizione parenterale o
contaminazione mucocutanea con sangue o altri materiali biologici potenzialmente infetti ;
Avviare un’opportuna attività di prevenzione degli eventi infortunistici sugli operatori sanitari;
Migliorare l’attività di informazione sull’utilità delle vaccinazioni mirate.
La procedura si applica a tutti gli infortuni con esposizione occupazionale a materiale biologico
potenzialmente infetto intervenuti all’interno dei servizi dell’Azienda ASL Salerno.
1.4 DEFINIZIONI
Esposizione occupazionale:
Esposizione che si realizza in conseguenza dell’attività lavorativa nel personale dipendente e non,
compresi i volontari ed il personale in formazione, a seguito di procedure in ambiente sanitario, inclusa
l’assistenza domiciliare.
Esposizione a rischio:
Puntura o taglio di mucose o di cute lesa con aghi, bisturi o altro strumentario contaminato con
modalità diverse da materiali biologici a rischio.
Materiali biologici a rischio:
sangue e qualsiasi altro materiale biologico contenente sangue;
liquido cerebrospinale, sinoviale, pleurico, pericardico ed amniotico;
sperma e secrezioni genitali femminili ;
materiale di laboratorio contaminato (colture cellulari, sospensioni, materiali bioptici o anatomici).
Il d.Lgs 81 e s.m.i. del 9/4/2008 “ Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ed il
decreto 235 del 28/09/1990 “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture
sanitarie pubbliche e private” prevedono l’obbligo per gli OS di: “Comunicare immediatamente
all’organo preposto l’accidentale esposizione a sangue o ad altri liquidi biologici per l’adozione degli
opportuni provvedimenti”.
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2. PROCEDURA POST-ESPOSIZIONE DA ADOTTARE IN CASO DI INFORTUNIO A
RISCHIO BIOLOGICO DEGLI OPERATORI SANITARI DELL’ASL SALERNO
2.2 CASO PAZIENTE FONTE NON NOTO (paziente non determinabile, non identificabile)
Soggetto non noto dal quale proviene il materiale biologico a rischio (= puntura con ago abbandonato o
con taglienti non correttamente smaltiti). L’entità del rischio di infezione sarà valutata secondo lo
schema sottostante
ESPOSIZIONE LESIONE
Lesione profonda da ago cavo pieno di sangue
A RISCHIO ELEVATO Puntura o ferita sanguinante con presidio visibilmente contaminato da sangue
Esposizione di cute lesa o della congiuntiva a sangue o a liquidi biologici
visibilmente contaminati da sangue
Lesione superficiale senza sanguinamento
A BASSO RISCHIO Esposizione di lesione cicatrizzata o della mucosa, diversa dalla congiuntiva,
a sangue o a liquidi biologici visibilmente contaminati da sangue
Contatto prolungato di una vasta area cutanea con sangue
Contaminazione di cute integra con sangue
NESSUN RISCHIO Lesioni con presidi non visibilmente contaminati da sangue
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Al verificarsi dell’infortunio, il Preposto ( = Responsabile dell’U.O.) deve:
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3. INDIVIDUAZIONE DELLE COMPETENZE
- invia i risultati degli esami del paziente fonte noto e del lavoratore alla S.C. Medicina del
Lavoro Aziendale.
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3.7 SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
4. MANAGEMENT CLINICO-LABORATORISTICO
Tempo zero ALT,AST, test-HIV, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb,
HCV-RNA, HDV, Bilirubina tot. e fraz., QPE, gamma GT
I controllo (1 mese) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb
II controllo (3 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb
III controllo (6 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb
IV controllo ( 12 mesi) ALT, AST, test-HCV, HBsAg, HBeAg, HBsAb, HBeAb, HBcAb
test-HIV
5. VACCINAZIONE ANTI-EPATITE
Operatore “responder”
Livello di anticorpi HBsAb, eseguito due mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, > 10
mUI/ml ;
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ALLEGATO 1 (da compilare a cura del Dirigente Medico del Pronto Soccorso)
Cognome………………………………. Nome…………………………………
Data di nascita…………………………. Mansione……………………………..
UO di appartenenza………………………… Macrocentro…………………………
_____________________________
Alla cortese attenzione del Dirigente Medico di Pronto Soccorso che redige il referto dell’infortunio : il
presente modulo, compilato e sottoscritto dall’operatore infortunato, deve essere trasmesso alla SC
Medicina del Lavoro Aziendale.
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SCHEDA PER LA RACCOLTA DATI DAL PAZIENTE FONTE NOTO IN
SEGUITO AD INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO
(inviare alla Sc Medicina del Lavoro Aziendale il presente modulo unitamente all’ allegato 3
U.O.___________________________________________ N. Cartella________________
Sesso M F
Stato sierologico del paziente fonte:
HBsAg
Ab HCV
Ab HIV
Emofilia
Tatuaggi recenti
Altro………………………………………………………………………
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Consenso informato del paziente fonte noto
ai sensi della legge n. 135 del 05/06/1990, art. 5 punto 3
Cognome………………………………Nome……………………………………..
Nato a…………………………………………. (………..) il ……………………
U.O. ………………………………………………………………….................
Data……………………. Firma
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MODELLO PER LA SEGNALAZIONE DI INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO
DATI DELL’INFORTUNATO:
Cognome e Nome……………………………………………………………………............... Nato il……………………………….
U.O.……………………………………Macrocentro ……………………… Mansione……………………………………………...
VACCINAZIONE ANTIEPATITE B NO NON RICORDA SI ………………………………………………………………...
(SE SI INDICARE DATA ULTIMA DOSE O RICHIAMO)
DATI SULL’INFORTUNIO:
Data infortunio……………………………… Ora………………..
Luogo……………………………………………………………..
OGGETTO DELLA LESIONE:
Ago standard Ago Butterfly Ago cannula Ago sutura Lancetta per stick Bisturi
Altri strumenti chirurgici Vetreria Altro ……………………………………………………………………..
NATURA DELLA LESIONE:
Puntura Taglio Imbrattamento Altro………………………………………………………………………………..
PROCEDURA/MANOVRA IN ATTO AL MOMENTO DELL’INFORTUNIO
Durante iniezione/terapia Durante prelievo Durante intervento chirurgico/sutura
Durante smaltimento rifiuti Durante riordino/pulizia Altro
…………..………………………………………………….
SEDE DELLA LESIONE
Volto Occhi Braccio_____ Mano_____ Dita mano_____ Gamba_____ Piede_____ Altro
PROTEZIONI UTILIZZATE AL MOMENTO DELL’INFORTUNIO
Guanti in lattice Guanti in PVC Visiera Occhiali Mascherina Altro………………………………..
MATERIALE BIOLOGICO CONTAMINANTE
Sangue Altri liquidi biologici ……….………………………………………………………………………………….......
NOTIZIE SUL PAZIENTE FONTE NOTO
HBsAg + HBsAg - HCV + HCV - HIV + HIV - Paziente fonte non noto
AZIONI INTRAPRESE
nessuna accesso al pronto soccorso di……………………………………. il……………………….. alle
ore………………
Esami sierologici al Tempo 0 effettuati
presso………………………………………………………………………….........................
ALT/AST anti HIV HbsAg HbeAg antiHBs antiHBc antiHCV HCV RNA
Gamma GT QSPE Bilirubina totale e frazionata
Data………………………...… …………………………………………………………………............
(Firma del Responsabile dell’U.O. )
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Allegato n. 5 (da compilare a cura del Dirigente Medico U.O. Medicina e/o Malattie
Infettive)
Lei ha segnalato un infortunio avvenuto durante la sua attività lavorativa che comporta un rischio
potenziale di infezione da HIV.
Per tale motivo le è stata offerta la possibilità di assumere dei farmaci come mezzo di prevenzione della
trasmissione dell’infezione (profilassi) secondo le indicazioni espresse dalla Commissione Nazionale per la
Lotta contro l’Aids e le malattie infettive emergenti e riemergenti “Aggiornamento delle Linee guida per la
chemioprofilassi con antiretrovirali dopo esposizione occupazionale ad HIV negli operatori sanitari”.
I suoi diritti medico-legali non sono in alcun modo messi in discussione, qualsiasi sia la sua decisione.
In tutti i casi, le visite, le consulenze e i controlli necessari, le sono assicurati senza alcuna spesa. Il medico che
la segue ha l’obbligo di mantenere la più stretta confidenzialità sul suo caso.
Lei può accettare tutti o solo alcuni dei farmaci che le sono proposti e interrompere in qualsiasi momento la
profilassi, anche se è consigliato discuterne prima con il medico specialista che la segue. I farmaci le saranno
dati senza alcuna spesa a suo carico.
La possibile efficacia della profilassi dipende in parte anche da un pronto inizio. Per tale motivo le viene
richiesto di sottoscrivere ora il presente modulo sia che decida o meno di assumere i farmaci.
Data__________________
______________________________ _______________________________
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Scheda di raccolta dati degli infortuni per punture da ago o lesioni da altri oggetti taglienti, per
contaminazione mucocutanea con sangue o altri materiali biologici.
TEMPO a1 a3 a6 a 12
“ZERO” mese mesi mesi mesi
DATA
test HIV pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg.
HBsAg pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg
HBcAb pos. neg. pos. neg. pos. neg pos. neg pos. neg
HBeAg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HCV pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg. pos. neg
ALT pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
AST pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HBsAb pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HbeAb pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg pos. neg
HCV RNA pos. neg
Gamma GT pos. neg pos. neg pos. neg
QSPE pos. neg
Bilirubina pos. neg pos. neg pos. neg
diretta ed
indiretta
Allegato n. 7
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DIRETTIVE SULLE PRECAUZIONI UNIVERSALI DA RISPETTARE NELL’ESPOSIZIONE
A LIQUIDI E MATERIALI BIOLOGICI DA PARTE DEGLI OPERATORI SANITARI
Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella
delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o
omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
I lavoratori:
a) osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti,
ai fini della protezione collettiva ed individuale;
f) non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
Tutti gli operatori sanitari e non, la cui attività può comportare un contatto con i liquidi organici di
pazienti devono adottare misure di barriera idonee e comportamenti atti a prevenire l’esposizione della
cute e delle mucose nei casi in cui sia prevedibile un contatto accidentale e osservare le norme previste
dal Decreto del Ministero della Sanità del 28/09/90.
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Le precauzioni consistono nell’utilizzo di :
Guanti : devono essere sempre indossati prima di venire a contatto con il paziente, nonché per eseguire
venipunture o altre procedure di accesso vascolare;
Mascherine, occhiali o copri faccia : devono essere indossati durante l’esecuzione di procedure che
possono determinare l’emissione di goccioline di sangue o di altri liquidi biologici, per prevenire
l’esposizione delle mucose della bocca, del naso e degli occhi;
Camici e grembiuli : devono essere indossati nelle procedure che possono determinare schizzi di
sangue o di altri liquidi biologici;
Lavaggio mani : devono essere lavate accuratamente ed immediatamente dopo la rimozione dei guanti;
Uso di contenitori resistenti per smaltire aghi e taglienti : devono essere sistemati in vicinanza del
loro punto di utilizzo;
Decontaminazione degli strumenti : i presidi riutilizzabili dopo l’uso devono essere immediatamente
immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull’HIV, HBV e HCV, prima delle
operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione per la sterilizzazione (art. 2 DM
28/09/90).
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FLOW CHART RIASSUNTIVA
Infortunio a Rischio Biologico di Operatore Sanitario
Counseling dell’infortunato
Chemioprofilassi
antiretrovirale
Pronto Soccorso
Laboratorio Analisi
Trattamento della lesione
Compilazione primo certificato
Ritiro provette e trasmissione
INAIL e consegna copia
risultati esami del paziente fonte
all’infortunato
noto e dell’infortunato alla SC
Prelievo venoso tempo 0 (zero)
Medicina del Lavoro Aziendale
ed invio provetta al Laboratorio
Analisi
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