Tonalità: è l’organizzazione dei rapporti tra le
altezze attorno a una tonica, che diventa il centro con cui ci si rapporta per costruire relazioni tonali.
Modalità: è la scelta specifica delle note in
relazione a una tonica determinata; in base alla sua funzione viene costruita una scala diversa. Scale modali sulla nota DO Il modo Eolio è l’unico riconducibile al sistema tonale; corrisponde alla scala minore naturale.
Ogni modo può essere trasportato
cambiando l’altezza della tonica e mantenendo le relazioni intervallari. Funzioni tonali dei gradi della scala: Gradi forti
Ogni grado della scala ha la propria
funzione tonale all’interno della tonalità.
I cosiddetti gradi forti sono il I, il IV e il V,
poiché sono il fondamento della tonalità, e gli unici che non cambiano da modo maggiore a modo minore. Gradi modali
Il III e il VI grado sono definiti gradi
modali, perché il loro effetto si esercita più sul modo che sulla tonalità; infatti cambiano tra modo maggiore e modo minore. Sopratonica e sensibile
Spesso il II grado ha funzione di dominante
della dominante; può essere considerato grado forte, ma con un peso tonale inferiore (cioè non definisce la tonalità chiaramente come I, IV e V grado).
Il VII grado ha una forte tensione armonica
verso la tonica, per questo viene spesso assorbito dalla dominante o usato al suo posto. L’armonia di dominante
È l’elemento armonico più forte nella musica tonale;
esso determina la tonalità molto di più che il solo accordo di tonica, sia da solo che nella successione V- I. Tale funzione non si limita a determinare la tonalità, ma ricorre ovunque all’interno del brano, soprattutto alla fine delle frasi, dove V-I prende il nome di cadenza autentica. La triade minore di dominante – presente soltanto nella scala minore melodica – non si usa quasi mai, ma quando si incontra è sicuramente nella successione I-V e non V-I. Forza tonale degli accordi
Ogni singolo accordo isolato può essere
interpretato in molte tonalità; chiaramente cambierà la sua funzione in base ad essa.
L’ambiguità si risolve quando due accordi vengono
sentiti in successione armonica. Le successioni armoniche più forti nascono dal contrasto di armonie di dominante e sottodominante (e sopratonica). Più accordi presenta una successione, più è univoca l’interpretazione della tonalità, come, ad esempio, con le successioni IV-V e II-V. Con l’aggiunta di un terzo accordo la si determina ancora di più. La formula vale sia per il modo maggiore che per il modo minore. La terza di Piccardia
Fin dal 1400 si diffuse la convenzione di
terminare un brano con una triade di tonica maggiore, anche qualora il brano fosse sempre stato in tonalità minore. Questa terza maggiore si chiama tierce de Picardie o terza di Piccardia. Rapporti tra le tonalità relative maggiori e minori
I toni di Do maggiore e La minore vengono chiamati
maggiore e minore relativi, poiché hanno la stessa armatura di chiave e utilizzano circa la stessa serie di note. Allora come distinguere l’una dall’altra? È necessario osservare come e dove viene usata la triade di tonica, come viene associata alla dominante; entrambi gli accordi definiscono la tonalità, quindi sarà semplice trovare le prove che consentono di determinare in quale tonalità siano la frase o il brano esaminati. È importante introdurre il concetto di dominante secondaria: ogni grado può essere il V di un altro. Cromatismo e tonalità
Cromatismo: uso di note estranee alla
scala che si sta utilizzando. Le note estranee alla tonalità non la indeboliscono necessariamente; l’importante è che la tonalità sia determinata dalle successioni delle fondamentali e dalle funzioni tonali degli accordi. Arpeggio dei componenti dell’accordo
L’arpeggio è il movimento melodico tra i
componenti di un singolo accordo. Si può utilizzare negli esercizi a quattro parti per ottenere una maggior flessibilità delle linee melodiche (nelle parti superiori di contralto e soprano, soprattutto nel soprano) rispetto alla scrittura nota contro nota, senza però abusarne.