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FIDIA

Fidia è stato uno scultore e architetto ateniese, attivo ad Atene in periodo pericleo, dal 490 a.C. al
430 a.C. circa, ma anche in città altre come Platea, Tebe e Olimpia. Fu l'artista che meglio riuscì
ad interpretare gli ideali dell'Atene di Pericle, per il quale lavorò come sculture della stessa
Acropoli e in articolare come sovraintendente nel cantiere del Partenone, nel quale realizzò le i
marmi di frontoni e metope, nonchè la statua crisoelefantina di Athena Parthenos, a cui era
dedicato il tempio. Realizzò anche una serie di dediche votive in bronzo, per la città tra le quali:
--> Apollo Parnopios: statua in bronzo risalente al 460-455 a.C. ca. raffigurante Apollo
"preservatore dalle cavallette (=malattie)". Oggi è nota solamente grazie alle copie marmoree di
epoca romana, ma dalle fonti letterarie; Pausania, sappiamoche al tempo era collocata
sull'Acropoli.
Descrizione e stile: il dio è rappresentato come un giovane nudo e maestoso; le caratteristiche
più notevoli sono le spalle larghe e definizione della muscolatura quasi perfetta, mentre la testa ha
le caratteristiche classiche del volto greco, con i capelli riccioluti che scendono lungo i due lati del
collo. Nella mano sinistra il dio dell'arte, della medicina e della profezia  avrebbe dovuto avere un
arco, mentre nella destra una cavalletta, ma entrambi i particolari sono andati perduti. Puntello a
forma di tronco per reggerene peso.
--> Athena Promachos: colossale statua in bronzo della dea Atena realizzata intorno al 460-450
a.C., che sorgeva fra i Propilei e il Partenone nell'Acropoli di Atene. La statua, pagata con il bottino
della Battaglia di Maratona ed eretta per commemorarne la vittoria, rappresenta la dea poliade
proprio mentre "combatte in prima linea" scagiando la lancia. Nel 426 d.C. la statua fu asportata e
trasferita dall'imperatore Teodosio a Costantinopoli, dove sembra rimase fino al 1203, quando fu
distrutta dopo l'assedio dei crociati.
Descrizione: come si deduce da riproduzioni monetali di epoca romana e dalla descrizione
di Pausania, la statua era alta circa 7 metri e si ergeva su un basamento, provvisto di decorazioni
marmoree, alto circa 1 metro e 50, in modo da poter essere vista anche a distanza stagliarsi
sull'Acropoli. Essa rappresentava la dea armata nell'atto di scagliare una lancia, appoggiata alla
spalla destra, mentre della mano corrispondente doveva reggere una figura alata, forse una Nike;
alla sua sinistra invece era imbracciato o appoggiato uno scudo, che Pausania dice essere
decorato da una scena di centauromachia eseguita a sbalzo.
--> Athena Lemnia: era una delle tre statue realizzate da Fidia nell'Acropoli di Atee dedicate alla
dea poliade nel V secolo a.C.. Si ergeva su un piedistallo all'aperto ed era considerata la più bella
opera dello scultore, il quale, era talmente fiero della sua creazione da aver inciso su di essa il
proprio nome. L'originale bronzeo fu eseguito intorno al 450a.C. come commissione da parte degli
Ateniesi che erano andati come  come coloni ad abitare l'isola di Lemno, e oggi è noto soltanto da
pochissime repliche in marmo di età romana.
Descrizione e stile:la statua mostra la scelta di un modello diverso per l'iconografia della dea, che
non è rappresentata in armi, ma umanizzata in atteggiamento assorto e pensoso: e guance
morbide e il naso armonico ne accentuano la bellezza, e anche la capigliatura, modellata in
ciocche simmetriche, dona una sensazione di corposità e morbidezza.  Il capo della dea è cinto da
una tenia, la tipica fascia onoraria presente sulla fronte di molte statue classiche, e indossa il
peplo, nele cui pieghe si possono riscontrare notevoli giochi di chiaroscuro. La statua inoltre
presenta l'egida (lo scudo di Zeus e un tipo di protezione indossato da Atena) di traverso sul busto,
questo particolare è simbolo di pace.

--> Donario di Maratona a Delfi: Si trattava di 13 statue bronzee risalenti al 450 a.C. ca, che
raffiguravano Athena, Apollo, il generale Milziade, e i 10 eroi attici da cui avevano preso il nome le
tribù ateniesi: Eretteo, Cecrope, Pandione, Leo, Antioco, Ege, Atamante, Codro, Teseo e Neleo.
Venne donato dagli Ateniesi al santuario di Delfi per glorificare l'impresa di Maratona (490 a.C.).
-->Amazzone ferita: scultura della seconda metà del V secolo a.C. scolpita in occasione di una
gara indetta dal santuario di Artemide a Efeso per la realizzazione di una statua di amazzone
ferita, alla quale parteciparono tutti gli artisti più importanti del periodo, alla quale vinse Policleto.
L'originale in bronzo è andato perduto e oggi è nota solo da copie romane.
Descrizione e stile: L'amazzone doveva essere rappresentata nell'atto di saltare a cavallo
facendo leva sulla lunga lancia, tenuta con entrambe le mani.
Lo scultore la ritrasse come una fanciulla vestita da un corto chitone senza maniche cinto in vita,
che le lascia un seno scoperto, il cui panneggio, dalle piccole pieghe ravvicinate e aderenti al
corpo, è tipicamente fidiaco, a "effetto bagnato". Il braccio destro erasollevato e lo sguardo
concentrato prima del balzo; la gamba destra è sostenuta da un puntello a forma di tronco
d'albero. In un chiasmo di sapore policleteo, la figura poggia sulla destra e tiene la sinistra flessa,
mentre, riguardo alle braccia, sollevata è la destra e adagiata la sinistra. Il movimento appare così
equilibratamente ritmato.
-->Atena Parthenos (4): la terza e più importante delle 3 statue di Atena realizzate per l'Acropoli
da Fidia, scolpita nel 438 a.C. anno in cui raggiunse il culmine della sua fama. Alta oltre 15
metri, era collocata nel nàos del Partenone, tempio principale della città che proprio da essa prese
il nome, come statua di culto. Di essa, non pervenutaci, rimangono solo delle copie in scala molto
ridotta e qualche raffigurazione su gemma.
Descrizione e stile: la statua era realizzata con la tecnica crisoelefantina, ovvero in oro (oltre una
tonnellata) e avorio, materiali preziosissimi che rappresentavano quindi il tesoro della città.
Differentemente dalla statua di Zeus a Olimpia, realizzata pochi anni dopo, in cui il dio era ritratto
in posizione seduta e in atteggiamento pacifico, la statua di Atena era ritta in piedi e vestita come
una guerriera: indossava un elmo, una corazza pettorale ed era dotata di lancia e scudo. Dalle
piccole copie sopravvissute è possibile ricostruire l'aspetto della statua: sul braccio destro della
dea, sostenuto da una colonnetta, si trovava la dea Nike, che simboleggiava le molte vittorie
conseguite, mentre il sinistro reggeva una lancia e poggiava su uno scudo, ornato sul lato esterno
dalle scene di amazzonomachia in rilievo e su quello interno da una gigantomachia dipinta.
Tale scudo aveva un diametro di quattro metri, e nascondeva il serpente Erittonio, sacro ad Atena.
I sandali invece rappresentavano scene di Centauromachia, riprendendo le stesse decorazioni del
monumento che la ospitava che simboleggiavano la vittoria del kosmos sul kaos. La dea
indossava il peplo, contraddistinto da pieghe profonde, chiuso con una decorazione che
rappresentava Medusa, e l'egida, lo scudo che spesso è presente nelle sue raffigurazioni, ornato
al centro dalla testa di una Gorgone, infine sulla testa invece la dea vestiva un elmo crestato con
un cavallo raffigurato sopra di esso.
--> I marmi del Partenone (1): Dal 447 al 432 a.C. Fidia guidò un gruppo di scultori nella
realizzazione della decorazione dei frontoni del Partenone, il grande tempio voluto
da Pericle sull'Acropoli dedicato alla protettrice della città, Atena. Quest'ultimo era un tempio in
ordine dorico ma presentava diverse anomalie, era infatti diverso dal modello dorico di Zeus a
Olimpia perchè seguiva la regola del doppio+1 nelle colonne, ma ne aveva 8x17 e non 6x13, era
quindi ottastilo come i canonici templi ionici.
Storia: L'opera venne avviata probabilmente dopo la realizzazione del simulacro crisoelefantino di
Athena parthenos e prima della realizzazione delle metope e del fregio interno.
E' il risultato di una serie di ricostruzioni e trasformazioni di edifici precedenti: nel 566 a.C. venne
eretto un tempio in calcare e frontoni decorati detto hecatompedon naos; dopo la battaglia di
Maratona venne iniziata la costruzione di un tempio in marmo che però non fu mai terminato a
causa della distruzione, nel 480 a.C., da parte dei Persiani; infine dal 432 a.C. Pericle
commissionò agli architetti Callicrate e Iktinos i lavori di ampliamento e trasformazione del
basamento precedente in quello che ancora oggi è il Partenone.

Il Partenone sopravvisse praticamente intatto nella sua struttura per un migliaio di anni, pur
subendo alcuni adattamenti interni. In epoca bizantina, il Partenone rimase in funzione
come chiesa dedicata a Maria, mentre all'epoca dell'impero latino diventò brevemente una
chiesa cattolica dedicata sempre alla Madonna. La conversione del tempio in chiesa richiese la
rimozione delle colonne interne e di alcuni dei muri della cella, e la creazione di un'abside nella
facciata orientale, questo portò, inevitabilmente, alla rimozione e alla dispersione di alcune delle
metope scolpite. Nel 1456, Atene cadde sotto gli Ottomani ed il Partenone fu trasformato
in moschea. Il Partenone subì la maggiore distruzione nel 1687, quando i Veneziano,
sotto Francesco Morosini, attaccarono Atene, bombardandola e distruggendo parte della moschea.
Tra il 1801 e 1804 i marmi del Partenone vennero strappati e acquistati da Lord Elgin, che pagò i
governanti  ottomani e li trasportò in Inghilterra (col pretesto di fare disegni), dove vennero esposti
a partire dal 1816 nel British Museum, oggi la Grecia ne chiede la restituzione.
Progettazione e costruzione: Il Partenone fu costruito per iniziativa di Pericle, il capo politico
ateniese del V sec a.C., dagli architetti Callicrates e Ictinos, sotto la stretta supervisione dello
scultore Fidia, che inoltre realizzò le decorazioni scultoree e la statua di culto. Il Partenone, in
origine policromo, è un tempio ottastilo e periptero con caratteristiche strutturali doriche e ioniche:
-la cella è formata da 3 navate con doppio ordine di 10 colonne doriche a "U"
- 8x17 colonne, ottastilo diptero, come templi ionici (per avere più spazio per cella e statua)
- L'opistodomo presenta 4 colonne ioniche anomale
- Fregio interno ionico
Inoltre vennero applicate una serie di correzioni ottiche per far apparire l'edificio regolare nelle sue
forme più di quanto realmente sia: lo stilobate, piattaforma sulla quale si reggono le colonne, curva
leggermente in su per compensare la visione data dalla curvatura dell'occhio, che fa apparire le
lunghe superfici in piano come concave. L'entasis è il leggero rigonfiamento posto sul fusto a 1/3
della sua altezza per dare l'idea della tensione che subiscono le colonne.
Decorazioni: La ricchezza delle decorazioni nel Partenone è unica, e non contrasta, comunque,
con le funzioni di tesoreria e di luogo sacro. Nell’opistodomo (la stanza sul retro della cella) erano
depositati i versamenti monetari della Lega Delio-Attica di cui Atene era a capo.
- Frontone est: Il frontone orientale raffigurava la mitica nascita di Atena dal cranio di Zeus; il mito,
raffigurato nella parte centrale, è oggi completamente perduto ma possiamo averne un'idea dalle
descrizioni di Pausania. Ai lati invece, stavano altre divinità che assistevano all'evento, gli angoli
erano probabilmente occupati dalle raffigurazioni del carro del Sole, guidato da Helios (a sinistra) e
della Luna, condotto da Selene (a destra). Partendo da sinistra si incontra una statua sdraiata che
guardava verso il carro del Sole, probabilmente Dioniso, seguito dal gruppo
di Demetra e Persefone, alle quali accorre una donna per portare la notizia prodigiosa,
forse Artemide. Sull'altra metà, quella destra, tre figure femminili stanno sedute o semisdraiate: si
tratta forse di Hestia, Dione e Afrodite. Le figure femminili sono vestite dal tipico panneggio
fidiaco a effetto bagnato, con un tessuto delicatissimo animato da pieghette minute, che
aderiscono al corpo rivelandone l'anatomia. Su tale effetto gioca la luce creando magistrali effetti
chiaroscurali, senza precedenti nel panorama della scultura greca.
- Frontone ovest: Il frontone occidentale mostra la disputa tra Atena e Poseidone per il possesso
dell'Attica, vinto dalla dea col suo dono dell'olivo. La narrazione era ancora più libera e vivace di
quella sul frontone orientale, come tipico anche di altri templi: dopotutto l'ingresso si situava quasi
sempre ad est. Al centro stavano le due figure perdute degli dei, che si distaccavano con
movimenti divergenti; seguivano le due quadrighe, a sinistra con Hermes e Nike, che
accompagnavano Atena, e a destra con Iris e Anfitrite, venuti con Poseidone.Negli spazi rimanenti
si trovavano gli eroi attici e alle estremità figure sdraiate, di solito identificate come i fiumi
personificati dell'Attica, Cefiso e Ilisso.
La scena è caratterizzata da moti drammatici contrapposti generati dalle due figure divine al
centro, il cui impeto viene poi trasmesso agli altri personaggi. Il panneggio anche qui è finissimo e
con effetti similari a quello dell'altro frontone; i nudi sono poderosi e di levatura eroica.
- Il fregio ionico della cella: Si tratta di una caratteristica innovativa, dal momento che il resto
dell'edificio è costruito in stile dorico. Scolpito in altorilievo da Fidia, era ininterrotto e misurava 160
metri di cui ne sopravvivono 130, dislocati oggi in vari musei europei. Rappresenta la solenne
processione che si teneva ogni quattro anni in occasione delle Panatenee (feste religiose più
importanti dell'antica Atene, in onore della divinità poliade Atena, il giorno della nascita della dea).
L'intero fregio è stato concepito per essere letto a partire dall'angolo sud-ovest: lo spettatore
seguiva il senso di marcia e osservava lo svolgersi della processione che gira attorno alla cella e
mostra scene diverse, la processione a sud, la parata dei cavalieri a ovest, e la cavalcata a nord,
per confluire infine a est, dove era rappresentata la consegna del peplo alla dea da parte delle
fanciulle ateniesi, gesto a cui assiste la schiera degli dei e degli eroi. 
- Il fregio dorico esterno: in origine era costituito da 92 metope con altorilievo, ma la maggior parte
vennero scalpellate durante la trasformazione in chiesa e oggi sono dislocate in vari musei. e
metope del lato est, sopra l'entrata principale, raffigurano la Gigantomachia (la lotta degli dei
dell'Olimpo contro i Giganti), sul lato ovest, le metope mostrano l'Amazzonomachia (la mitica
battaglia degli Ateniesi contro le Amazzoni), quelle del lato sud mostrano la Centauromachia e
infine sul lato nord, poco conservate, rappresentano un'Ilioupersis (Presa di Troia). Scene
profondamente simboliche e politiche perchè esprimono la vittoria dell'ordine sul caos e la potenza
della città di Atene.
ALTRI MONUMENTI ACROPOLI ATENE:
2.Antico tempio di Atena Poliade: il santuario di Poliàs (Poliade), la divinità protettrice della città,
in seguito sostituito dal Partenone. Si trovava al centro del pianoro dell'Acropoli ed era circondato
da una peristasi di 6 per 12 colonne, risaliva al 529 a.C. circa
3.Eretteo: tempio imponente costruito in stile ionico sul lato nord dell'Acropoli, segna il luogo in cui
ad Atene si svolgevano gli antichi rituali religiosi. Dedicato al dio Poseidone e alla dea Atena,
protettrice della città, il tempio costituisce il vero nucleo sacro dell'Acropoli e dell'intera città; in
questo luogo si sarebbe infatti svolta la disputa tra Atena e Poseidone: vi si custodivano le
impronte del tridente del dio su una roccia, un pozzo di acqua salata da cui sarebbe uscito il
cavallo, dono del dio, e l'olivo, donato dalla dea Atena alla città. Il tempio è prostilo (ovvero con
colonne nella parte anteriore), l'interno era suddiviso in due celle a livello diverso e non comunicanti
tra loro: quella orientale, più alta, ospitava il Palladio, e quella occidentale più in basso, ospitava i culti
di Poseidone e del mitico re Eretteo. Al corpo centrale si addossano la loggia con le Cariatidi
(donne colonna) a sud, che custodisce la tomba del re Cecrope, e un portico a nord, costruito per
proteggere la polla di acqua salata fatta sgorgare da Poseidone.
5.Propilei: l'ingresso monumentale dell'Acropoli
6.Tempio di Atena Nike: uno dei principali monumenti sul lato ovest dell'acropoli, presso i
Popilei. E' un tempietto anfiprostilo tetrastilo (4 colonne libere sulla fronte e sul retro), in ordine
completamente ionico, ornato nei fregi di preziosi bassorilievi che narrano vicende di una battaglia fra
Greci e Persiani. La statua di culto, come ci viene descritta da Pausania era di legno e era aptera, cioè
senz'ali, il che si spiegava col fatto che la dea non avrebbe dovuto mai più lasciare la città. Distrutto di
Persiani nel 480 a.C. venne ricostruito in seguito
7-8 Santuari di Afrodite, Demetra e Artemide: santuari nella zona sud-ovest
12. Altare di Atena Poliade: a est dell'antico tempio
16. Stoà di Eumene
18. Teatro di Dioniso
Una serie di altri edifici funzionali: bouleterion, templi, fontane,...

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