Sei sulla pagina 1di 7

2^ LEZIONE – 02/02

Anche l’abbassarsi della temperatura e la crescente umidità portano le


popolazioni germaniche a doversi spostare, oltre alla crescita
demografica. Diversamente, l’Impero Romano sta vivendo una
contrazione demografica e necessita quindi di uomini.

Qualche mese dopo il sacco di Roma, Alarico muore e viene sepolto in un


fiume della Calabria, il Busento. I Visigoti superstiti conquistano la Spagna
assieme ad un’altra popolazione germanica, gli Svevi; formeranno il regno
visigotico che durerà fino al 711, quando arriveranno gli Arabi.
Per riconciliare i rapporti coi Visigoti, Onorio fa sposare la sorella Galla
Placidia con il re visigoto, Ataulfo, che però dura poco. In seguito, Galla
Placidia sposa il generale Costanzo, da cui avrà Valentiniano III che morirà
piuttosto giovane.

Attila, capo degli Unni, popolo composto da tribù di origine turca e


mongola, sembra che si diriga verso Roma ma gli va incontro papa Leone
Magno. Secondo la leggenda, provò timore davanti al papa e si diresse poi
verso il Friuli. Si dice anche che richiese in sposa Onoria, figlia di Galla
Placidia, e metà dell’Impero Romano per fermare le invasioni. A dire la
verità oggi diversi storici ne hanno ridimensionato l’immagine brutale.

Nella Gallia chiaramente si trovavano i Galli, una popolazione già fusa coi
Romani. I Galli erano stati conquistati da Cesare che ne racconta la storia
nel suo De bello Gallico.
Successivamente arrivano i Franchi, una popolazione germanica, divisa in
due rami: Salii e Ripuari. A differenza degli altri popoli germanici che
quando entravano in conflitto con l’Impero avevano da subito a che fare
con l’arianesimo, i Franchi sono pagani. Essi si stanziano soprattutto nella
zona centro-settentrionale dell’attuale Francia, mentre nella zona
orientale si installano i Burgundi, da cui l’attuale Borgogna.
I Vandali sono un’altra popolazione germanica che si stabilisce nella zona
settentrionale dell’Africa. Ad un certo punto iniziarono la persecuzione
dei cattolici.

In Italia, nella seconda metà del V secolo, formalmente esiste ancora


l’Impero Romano, ma gli imperatori sono figure molto deboli, spesso
adolescenti, mentre il vero potere lo hanno una serie di capi militari. Si
arriva infatti al 476 quando l’imperatore Romolo Augustolo, un
adolescente, viene deposto da Odoacre, re degli Eruli, il quale si fa
incoronare re dell’Italia a Ravenna.
Chiaramente, Zenone, imperatore d’Oriente, non può accettare tutto
questo, ma non avendo truppe a sufficienza manda in Italia Teoderico coi
suoi Ostrogoti. Dopo un assedio di Ravenna di 3 anni, Teoderico nel 493
entra a Ravenna.
Teoderico fa una politica rispettosa nei confronti delle popolazioni
romane, non si presenta come conquistatore ma come inviato
dell’imperatore d’Oriente. Essendo analfabeta, si circonda di personaggi
dell’aristocrazia romana cui affida loro incarichi amministrativi e se ne
serve anche per le comunicazioni scritte: tra questi figurano Boezio,
Cassiodoro e Simmaco. Viene quindi elogiato da tutti come promotore di
una civilitas, una civiltà: fa ricostruire strade, acquedotti, terme, palazzi.
Teoderico è ariano ma rispetta i cattolici, essendo la maggioranza della
popolazione romano-italica. Per oltre un ventennio, le cose sembrano
dunque procedere bene.
Nel 518 sale al trono di Costantinopoli Giustino, il quale cambia la politica
di Zenone: egli comincia infatti una politica discriminatoria nei confronti
degli ariani. Teoderico comincia a sospettare che possa esserci una
congiura per farlo fuori, anche nei confronti degli intellettuali della classe
romana di cui si era circondato, soprattutto verso Boezio e Simmaco, i
quali vengono condannati a morte per tradimento.
Teoderico manda papa Giovanni I a Costantinopoli affinché convinca
l’imperatore bizantino a cambiare politica nei confronti degli ariani. Non
essendo Teoderico contento del risultato, il papa viene incarcerato. In
ogni caso, Teoderico mantiene il potere fino al 526.
Non si era verificata una fusione perfetta tra Ostrogoti e Romani poiché,
anche durante gli anni migliori del regno, permanevano due differenze:
- religiosa: gli Ostrogoti erano ariani e i Romani erano cattolici;
- giuridica: gli Ostrogoti seguivano la legge germanica e i Romani
quella romana.
Per la mentalità germanica è importante l’appartenenza: si viene giudicati
dalla legge del proprio popolo a prescindere dal luogo in cui si commetta
l’illecito. Gli Ostrogoti, inoltre, mantenevano un potere militare, mentre
alcune cariche amministrative civili venivano affidate a uomini
appartenenti all’élite romana.
Alla morte di Teoderico si generano due fazioni: una che vorrebbe ricucire
i rapporti con l’impero bizantino e una che preferisce mantenersi
indipendente e mantenere il potere. Teoderico aveva lasciato una figlia,
Amalasunta, la quale si scontrò col partito ostrogoto intransigente e
venne uccisa.

Nel frattempo era salito al potere bizantino Giustiniano, nel 527, che era
deciso a ripristinare l’unità dell’Impero Romano e cacciare i barbari: nel
535 manda le truppe, guidate da Belisario, in Italia. La guerra dura ben 18
anni e, dato che Giustiniano non si fida più di Belisario, prende il potere
Narsete, che nel 553 riconquista l’Italia: sono le guerre gotiche o greco-
gotiche. I bizantini si godono però per poco la riconquista italiana poiché
nel 568 arrivano i Longobardi. Giustiniano aveva riconquistato anche
parte della Spagna, quella che si affaccia sul Mediterraneo, e sottrae ai
Vandali l’Africa settentrionale. Giustiniano muore nel 565.
Oltre al desiderio di riconquista del Mediterraneo, Giustiniano porta
avanti una politica dedita all’armonizzazione delle leggi: raccoglie infatti
tutte le leggi nel Corpus Iuris Civilis. Esso è formato da 4 parti:
- Codex, formato dalle leggi emanate dai predecessori di Giustiniano
e da egli stesso fino ad un certo anno;
- Novellae, leggi emanate da Giustiniano e dai suoi successori negli
anni successivi alla redazione del Codex;
- Istitutiones, un manuale di diritto;
- Digestum (o Pandectae), pareri dei giuristi, la giurisprudenza.
Giustiniano si basa su un concetto di territorialità della legge, secondo il
quale si viene condannati in base al luogo in cui ci si trova e non in base
alla popolazione di appartenenza, in contrasto con le leggi germaniche.
Inoltre, l’imperatore è l’unico legislatore: ne può annullare una
precedente, modificarne una propria e chiaramente redigerne di nuove.
Per quanto riguarda le leggi germaniche, il re non può cambiare dall’oggi
al domani delle leggi precedenti, nonostante possa modificarle o
ampliarle, col consenso dell’assemblea dei guerrieri. Inoltre, esse sono
leggi orali, consuetudini.

Verso la fine del V secolo, al potere dei Franchi sale Clodoveo, della
dinastia dei Merovingi, la prima dinastia franca; prendono il nome da
Meroveo, di cui si sa molto poco. Clodoveo, pur essendo pagano, sposa
una donna cristiana, Clotilde. Intorno al 496, Clodoveo deve affrontare in
battaglia gli Alamanni, uno dei tanti popoli germanici. Nonostante avesse
rifiutato diverse volte di convertirsi al cristianesimo, in battaglia chiede
l’aiuto di Dio: la vince ma continua ad esitare, anche perché ha paura che
i suoi possano non accettare la sua conversione. Il vescovo gli suggerisce
di parlare alle sue truppe e queste lo anticipano, ammettendo di voler
anch’essi convertirsi al cristianesimo: chiaramente si tratta di un racconto.
Colui che scrive la storia dei Franchi, incentrata sulla conversione di
Clodoveo, fu Gregorio di Tours, che muore nel 594, alcuni decenni dopo
gli avvenimenti. Nonostante Gregorio elogi Clodoveo, non ne nasconde le
nefandezze. Clodoveo viene anche riconosciuto dall’impero bizantino, da
Zenone.
Prima di morire, nel 511, Clodoveo riesce ad espandere i domini franchi:
nella Gallia del sud, l’attuale Provenza, si trovavano i Visigoti; a nord c’era
invece Siagrio e i Burgundi si trovavano ad est. Clodoveo riesce a
sottomettere Siagrio e a sottrarre il territorio ai Visigoti, mentre non
riesce a prendere il territorio burgundo, che verrà innestato nel regno
franco solo nel 534.
Nel regno franco i vescovi assumono un potere civile: si occupano della
stesura delle leggi, della scrittura delle lettere, della conservazione della
memoria del popolo. Ad esempio la storia dei Visigoti viene scritta da
Isidoro, vescovo di Siviglia; quella dei Longobardi da Paolo Diacono e
quella degli Angli da Beda.

L’Impero Romano non aveva mai conquistato tutte le isole britanniche: in


Inghilterra era arrivato fino al vallo di Adriano, mentre Scozia e Irlanda
non erano mai state conquistate.
Tra la fine del V e l’inizio del VI secolo, due popoli germanici, gli Angli e i
Sassoni, sconfiggono le popolazioni celtiche dell’Inghilterra, i Britanni (o
Bretoni), i quali si rifugiano in Cornovaglia e nella Britannia; colui che
narra della distruzione della Britannia è Gildas.
Angli e Sassoni rimangono pagani fino al VII secolo, quando inizia la
conversione al cristianesimo. Inoltre, in Inghilterra non si arriva mai ad un
regno unico, come avviene invece in Italia (Teoderico), Spagna (Visigoti) e
Francia (Franchi): si arriva anche ad un numero di 7 piccoli regni, tant’è
che diversi storici parlano di eptarchia anglosassone. La storia degli Angli
viene scritta da un monaco, Beda, durante l’VIII secolo.
Gli irlandesi non erano stati conquistati dai Romani e si convertono al
cristianesimo attraverso i missionari, soprattutto grazie a san Patrizio, e
non per via di una scelta politica; sull’onda della conversione imparano
anche il latino, al punto tale da insegnarlo agli abitanti del continente
europeo che lo avevano pesantemente imbarbarito. Il cristianesimo
irlandese è soprattutto monastico: viene teorizzata la peregrinatio, che
consiste nell’abbandonare la propria terra, in favore di un pellegrinaggio,
come forma penitenziale.

La mancanza di un ruolo politico solido sicuramente contribuisce


all’assunzione di un potere maggiore da parte del papa, che è costretto a
supplire. Formalmente il papa è un suddito prima dell’imperatore
d’Occidente, poi di Odoacre e Teoderico e infine dell’imperatore
d’Oriente; ciononostante, inizia ad acquisire diverse proprietà e ricevere
donazioni.

A partire dalla metà del VII secolo, emerge una famiglia di maggiordomi di
palazzo, seconda figura dopo il re che si occupava di organizzare la vita a
corte: da questa salterà fuori la nuova dinastia franca dei Carolingi.
Nonostante le tensioni interne, il regno franco è comunque più forte degli
altri popoli germanici per via del consolidamento della monarchia; a
differenza degli altri popoli germanici, il re non viene visto solo come capo
militare molto condizionato dall’assemblea dei guerrieri, ma spicca
rispetto agli altri aristocratici e controlla meglio l’assemblea. Nel regno
franco, il re riesce anche a gestire meglio la questione dinastica: si
afferma infatti il principio dell’ereditarietà del potere.
Un fenomeno importante del Medioevo è il monachesimo e gli elementi
che lo definiscono sono: distacco dal mondo, rinuncia ai beni e castità. Il
monachesimo antico nasce in Egitto e in Siria, e il padre è considerato
sant’Antonio Abate.
Esso si articola in due forme:
- cenobitica, che consiste nel vivere in comunità, ed è la forma
privilegiata. Quella che prevale, ma non subito, è la forma
benedettina;
- eremitica (o anacoretica), che consiste nel vivere in solitudine e
nell’incontrarsi con altri monaci solo per determinate occasioni,
come la celebrazione della Messa o per ricevere un consiglio
spirituale.

Potrebbero piacerti anche