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Nella Gallia chiaramente si trovavano i Galli, una popolazione già fusa coi
Romani. I Galli erano stati conquistati da Cesare che ne racconta la storia
nel suo De bello Gallico.
Successivamente arrivano i Franchi, una popolazione germanica, divisa in
due rami: Salii e Ripuari. A differenza degli altri popoli germanici che
quando entravano in conflitto con l’Impero avevano da subito a che fare
con l’arianesimo, i Franchi sono pagani. Essi si stanziano soprattutto nella
zona centro-settentrionale dell’attuale Francia, mentre nella zona
orientale si installano i Burgundi, da cui l’attuale Borgogna.
I Vandali sono un’altra popolazione germanica che si stabilisce nella zona
settentrionale dell’Africa. Ad un certo punto iniziarono la persecuzione
dei cattolici.
Nel frattempo era salito al potere bizantino Giustiniano, nel 527, che era
deciso a ripristinare l’unità dell’Impero Romano e cacciare i barbari: nel
535 manda le truppe, guidate da Belisario, in Italia. La guerra dura ben 18
anni e, dato che Giustiniano non si fida più di Belisario, prende il potere
Narsete, che nel 553 riconquista l’Italia: sono le guerre gotiche o greco-
gotiche. I bizantini si godono però per poco la riconquista italiana poiché
nel 568 arrivano i Longobardi. Giustiniano aveva riconquistato anche
parte della Spagna, quella che si affaccia sul Mediterraneo, e sottrae ai
Vandali l’Africa settentrionale. Giustiniano muore nel 565.
Oltre al desiderio di riconquista del Mediterraneo, Giustiniano porta
avanti una politica dedita all’armonizzazione delle leggi: raccoglie infatti
tutte le leggi nel Corpus Iuris Civilis. Esso è formato da 4 parti:
- Codex, formato dalle leggi emanate dai predecessori di Giustiniano
e da egli stesso fino ad un certo anno;
- Novellae, leggi emanate da Giustiniano e dai suoi successori negli
anni successivi alla redazione del Codex;
- Istitutiones, un manuale di diritto;
- Digestum (o Pandectae), pareri dei giuristi, la giurisprudenza.
Giustiniano si basa su un concetto di territorialità della legge, secondo il
quale si viene condannati in base al luogo in cui ci si trova e non in base
alla popolazione di appartenenza, in contrasto con le leggi germaniche.
Inoltre, l’imperatore è l’unico legislatore: ne può annullare una
precedente, modificarne una propria e chiaramente redigerne di nuove.
Per quanto riguarda le leggi germaniche, il re non può cambiare dall’oggi
al domani delle leggi precedenti, nonostante possa modificarle o
ampliarle, col consenso dell’assemblea dei guerrieri. Inoltre, esse sono
leggi orali, consuetudini.
Verso la fine del V secolo, al potere dei Franchi sale Clodoveo, della
dinastia dei Merovingi, la prima dinastia franca; prendono il nome da
Meroveo, di cui si sa molto poco. Clodoveo, pur essendo pagano, sposa
una donna cristiana, Clotilde. Intorno al 496, Clodoveo deve affrontare in
battaglia gli Alamanni, uno dei tanti popoli germanici. Nonostante avesse
rifiutato diverse volte di convertirsi al cristianesimo, in battaglia chiede
l’aiuto di Dio: la vince ma continua ad esitare, anche perché ha paura che
i suoi possano non accettare la sua conversione. Il vescovo gli suggerisce
di parlare alle sue truppe e queste lo anticipano, ammettendo di voler
anch’essi convertirsi al cristianesimo: chiaramente si tratta di un racconto.
Colui che scrive la storia dei Franchi, incentrata sulla conversione di
Clodoveo, fu Gregorio di Tours, che muore nel 594, alcuni decenni dopo
gli avvenimenti. Nonostante Gregorio elogi Clodoveo, non ne nasconde le
nefandezze. Clodoveo viene anche riconosciuto dall’impero bizantino, da
Zenone.
Prima di morire, nel 511, Clodoveo riesce ad espandere i domini franchi:
nella Gallia del sud, l’attuale Provenza, si trovavano i Visigoti; a nord c’era
invece Siagrio e i Burgundi si trovavano ad est. Clodoveo riesce a
sottomettere Siagrio e a sottrarre il territorio ai Visigoti, mentre non
riesce a prendere il territorio burgundo, che verrà innestato nel regno
franco solo nel 534.
Nel regno franco i vescovi assumono un potere civile: si occupano della
stesura delle leggi, della scrittura delle lettere, della conservazione della
memoria del popolo. Ad esempio la storia dei Visigoti viene scritta da
Isidoro, vescovo di Siviglia; quella dei Longobardi da Paolo Diacono e
quella degli Angli da Beda.
A partire dalla metà del VII secolo, emerge una famiglia di maggiordomi di
palazzo, seconda figura dopo il re che si occupava di organizzare la vita a
corte: da questa salterà fuori la nuova dinastia franca dei Carolingi.
Nonostante le tensioni interne, il regno franco è comunque più forte degli
altri popoli germanici per via del consolidamento della monarchia; a
differenza degli altri popoli germanici, il re non viene visto solo come capo
militare molto condizionato dall’assemblea dei guerrieri, ma spicca
rispetto agli altri aristocratici e controlla meglio l’assemblea. Nel regno
franco, il re riesce anche a gestire meglio la questione dinastica: si
afferma infatti il principio dell’ereditarietà del potere.
Un fenomeno importante del Medioevo è il monachesimo e gli elementi
che lo definiscono sono: distacco dal mondo, rinuncia ai beni e castità. Il
monachesimo antico nasce in Egitto e in Siria, e il padre è considerato
sant’Antonio Abate.
Esso si articola in due forme:
- cenobitica, che consiste nel vivere in comunità, ed è la forma
privilegiata. Quella che prevale, ma non subito, è la forma
benedettina;
- eremitica (o anacoretica), che consiste nel vivere in solitudine e
nell’incontrarsi con altri monaci solo per determinate occasioni,
come la celebrazione della Messa o per ricevere un consiglio
spirituale.