Con la vittoria della guerra greco-gotica (553), Giustiniano impone la
Prammatica Sanzione nel 554, col quale si estende la legislazione bizantina all’Italia e accetta solo una parte delle leggi degli Ostrogoti. All’Italia estende anche il potere civile dei vescovi. Negli anni successivi l’impero bizantino deve affrontare l’esercito persiano, cosa che indebolirà fortemente l’impero d’Oriente, poiché per condurre le guerre occidentali Giustiniano aveva trascurato il fronte orientale. Essendoci questa nuova minaccia da est, Giustiniano non può tenere un esercito troppo numeroso in Italia, poiché ha bisogno di truppe. Data l’impossibilità di mantenere un esercito numeroso in Italia, la diminuzione di popolazione e la povertà della penisola, nel 568 arrivano i Longobardi come invasori, un popolo germanico forse proveniente dalla Scandinavia. Nella regione dell’Elba si hanno tracce archeologiche della loro presenza, ma in un secondo momento si spostarono nella Pannonia, una regione dell’Ungheria; arrivano in Italia attraversando le Alpi Giulie, catena montuosa più bassa. Colui che ne scrisse la storia fu Paolo Diacono, però nell’VIII secolo. Alboino, dopo aver varcato il confine italiano, entra a Cividale, che Paolo Diacono non sa se definire città o castello: secondo la concezione medievale, una città è tale se ha un vescovo, di conseguenza un certo numero di abitanti, e le mura; altrimenti prende il nome di castrum. Cividale, peraltro, ospitava anche il patriarca il quale in teoria doveva risiedere ad Aquileia ma si era spostato per via della distruzione della città da parte degli Unni. Alboino conquista tutte le città della Liguria, tranne quelle sul litorale, fors’anche perché ai Longobardi interessavano di meno, non essendo questi un popolo di navigatori. In ogni caso, città come Genova, verranno conquistate in un secondo momento. Inoltre, conquistano: Veneto, tranne la laguna veneta; Lombardia; Piemonte; parte interna della Liguria e non la costa; l’Emilia occidentale e non la Romagna; la Toscana; parte dell’Umbria, come Spoleto; la parte meridionale delle Marche; la Campania, tranne Benevento, Roma e il Lazio tutto rimangono ai bizantini. Pavia è una città dura da prendere; difatti l’assedio dura 3 anni, ma alla fine viene conquistata e diventa la capitale del regno longobardo. Alboino aveva ucciso in battaglia Cunimondo, padre della futura moglie Rosmunda. Dal cranio del suocero aveva ricavato una tazza e durante un banchetto aveva costretto la moglie a bere da essa; fece quindi uccidere Alboino.
La società longobarda è divisa in tre ceti:
- arimanni, nobili guerrieri; - aldii, uomini liberi (mercanti, piccoli proprietari…), anche appartenenti alle popolazioni sottomesse, che possono commerciare, spostarsi e altro ma non partecipano all’assemblea dei guerrieri e non possono portare le armi; - semiliberi, contadini che lavorano la terra e che hanno un margine limitato di spostamento. La società longobarda è organizzata in fare, cioè gruppi di famiglie, che in genere risiedono al di fuori della città.
Per 10 anni (574 – 584) i Longobardi non riescono ad eleggere un re,
poiché questo, secondo la mentalità dell’epoca, non era automaticamente il figlio del re defunto ma l’uomo più valoroso scelto dall’assemblea dei guerrieri; si ha quindi un periodo di anarchia ducale. Successivamente subentrano prima Autarii e poi Agilulfo, rispettivamente primo e secondo marito di Teodolinda. Essendo cattolica, ella è in contatto con papa Gregorio Magno, il quale le suggerisce di spingere il suo popolo alla conversione. Inoltre, questi contatti col papa, inducono Agilulfo a proteggere i monasteri; ad esempio, il monastero di Bobbio, fondato da Colombano nel 614, riceve donazioni dal re longobardo. Intorno al 640, regna Rotari, ariano e della stirpe degli Arodi. Egli sarà l’autore della prima codificazione scritta: l’Editto di Rotari, nel 643. Con esso, si supera la legge del taglione e si arriva al guidrigildo: il danno viene ricompensato attraverso una somma monetaria, ed esso dipende chiaramente dal rango della parte lesa. In esso, la pena di morte viene limitata a pochi casi, come l’alto tradimento o l’abbandono della battaglia. Nell’VIII secolo Liutprando amplia l’Editto di Rotari. Inoltre, egli amplia l’espansione longobarda: conquista, ad esempio, Bologna. I Longobardi arrivano anche a Classe. Questa situazione di instabilità spinge il papa a chiedere l’aiuto di un popolo: i Franchi.
Nel mondo bizantino la donna aveva acquisito alcuni diritti rispetto a
quella dell’età repubblicana, come ad esempio la possibilità di vendere o acquistare. Nel mondo longobardo, invece, la donna ha molti meno diritti; essendo poi soggetta ad eventuali minacce, non può acquistare o vendere, deve essere accompagnata da una figura maschile. L’altra motivazione sta nel fatto che viene privilegiato il gruppo e non il singolo. Per le nozze, oltre alla dote della donna, l’uomo portava la controdote. Inoltre, se rimaneva vedova, la donna manteneva la terza o quarta parte dei beni del marito; questi privilegi patrimoniali si persero negli anni prossimi al 1000.
I Visigoti ripescano dal Libro dei Re la cerimonia dell’unzione per
l’incoronazione del re. Diversamente, i Longobardi e gli altri popoli germanici non adottano questa pratica. I Longobardi si convertono dall’arianesimo al cattolicesimo nel 680. Ciononostante, la chiesa Romana continua a guardare con sospetto i Longobardi, poiché il loro intento era quello di conquistare tutta la penisola. Dopo la riconquista giustinianea, egli si era dedicato alle minacce provenienti da est: l’Impero sasanide resuscita l’Impero persiano. Cosroe II arriva fino alla Terrasanta. La controffensiva bizantina si deve ad Eraclio, che all’inizio del VII secolo sconfigge Cosroe, ed è desideroso di annettere l’Impero persiano. La penisola arabica era maggiormente desertica e vi si trovavano una serie di tribù che si scontravano tra di loro. Gli Arabi non praticavano l’agricoltura ma la pastorizia e il commercio carovaniero. Intorno al 610, Maometto, nato attorno al 570 a La Mecca, comincia ad avere delle visioni in cui gli appare l’arcangelo Gabriele che gli comunica dei messaggi di Allah, i quali andranno a costituire il Corano. Maometto conosceva il cristianesimo e l’ebraismo, soprattutto un cristianesimo eterodosso, dovuto ai Vangeli apocrifi. Dell’ebraismo, ad esempio, accetta l’idea di un unico Dio o il rifiuto di cibarsi di carne suina, ma ignora o semplifica altri concetti; del cristianesimo rifiuta la Trinità, considerando Cristo solo un profeta. Maometto comincia a predicare a La Mecca, città piena di mercanti politeisti che vendevano statuette delle varie divinità e di conseguenza rifiutano la sua predicazione. Maometto decide quindi di fuggire a Medina nel 622, dove accresce il numero dei fedeli e, quando si sente sufficientemente forte, conquista La Mecca con le armi nel 630. Morirà nel 632. Dopo la sua morte, il potere, che nel mondo arabo è contemporaneamente religioso e politico, passa al califfo, ossia il vicario della Umma, la comunità di tutti i fedeli arabi. I primi 4 califfi furono: Abu Bakr, Omar, Othman e Alì; quest’ultimo determinerà la fazione sciita. La differenza fra Sunniti e Sciiti sta nel fatto che i primi, oltre al Corano, seguono la Sunna, la tradizione orale che è stata poi messa per iscritto; gli Sciiti non riconoscono la Sunna e i califfi venuti dopo Alì, che fu per altro ammazzato. La carica di califfo si trasmette in una dinastia che è quella degli Omayyadi, che scelgono come capitale Damasco, in Siria, dal 677/678 al 750; essi hanno conquistato Siria, Palestina, Iran, Egitto. Nel 698 arrivano a Cartagine e nel 711 allo stretto di Gibilterra, che attraversano per arrivare in Spagna. Nel 750 si passa alla dinastia degli Abbasidi, che hanno conquistato la Mesopotamia e scelgono come capitale Baghdad, fino al 1258, quando arrivano i Mongoli Un concetto molto discusso è quello della jihad, parola che letteralmente significa “sforzo”: Dio andrebbe seguito con tutto il corpo, la mente, totalmente; si deve anche essere disposti a combattere per lui.