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I LONGOBARDI

1. Le origini dei Longobardi


Nel 569 il popolo dei Longobardi arriva nell’Italia nord orientale (Friuli) con carri, uomini, donne,
animali. Si trattava di una popolazione originaria della Scandinavia, che si era stabilita
successivamente nei territori del bacino inferiore dell’Elba, in Germania, per poi migrare, alla fine
del IV secolo, verso la Pannonia, la vasta pianura dell’Ungheria occidentale. Da qui le tribù
dovettero allontanarsi precipitosamente a causa del sopraggiungere del bellicoso popolo degli
Avari.

Incerto è il significato della loro nome: per lo storico Paolo Diacono (VIII sec.) Longobardi vuol
dire: uomini con una lunga barba; mentre la storiografia moderna preferisce assegnare al nome
Longobardi il significato di uomini dalle lunghe lance,

Il re che guidò il popolo dei Longobardi nella nostra Penisola fu il mitico sovrano ALBOINO.

Per quanto riguarda l’organizzazione sociale, come presso altri popoli nordici, la popolazione era
divisa in tre gruppi

1. ARIMANNI: erano gli uomini liberi, erano guerrieri che si dedicavano alla guerra,
arricchendosi con essa;
2. ALDII: uomini semiliberi, artigiani e contadini di origine straniera;
3. SERVI: non erano uomini liberi, lavoravano per gli Arimanni.

La popolazione era divisa in tribù, dette FARE, formate da gruppi di famiglie e guidate da un
capo, un DUCA, parola latina derivante da dux.

Quella del sovrano era invece una carica elettiva che spettava ai duchi assegnare. Erano loro infatti
a scegliere un re, che era soprattutto un capo militare.

Come altre popolazioni barbariche, la religione dei Longobardi inizialmente fu politeista (i


Longobardi credevano a tanti dei), poi essi diventano cristiani ariani.

2. L’arrivo e lo stanziamento in Italia


Quando i Longobardi arrivano - nel 569 - l’Italia è un paese povero. C’era stata una guerra fra
Bizantini e Ostrogoti, c’era stata la peste, la popolazione era stata decimata e molte città si erano
impoverite o erano del tutto scomparse.
Benché l’Italia facesse parte dell’Impero bizantino, l’esarca (il capo) non riusciva a difendere la
popolazione di tutto il territorio.

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I Longobardi sconfissero i bizantini e conquistano dapprima la Pianura Padana e poi la Toscana.
Infine, alcuni duchi longobardi si spinsero fino a Spoleto e a Benevento, nell’Italia centro-
meridionale.
Tuttavia, i Longobardi non riuscirono mai a conquistare l’intera Penisola. Essa rimase divisa in
due parti: la parte longobarda e la parte bizantina.
La capitale longobarda è Pavia, la capitale dei bizantini si trova a Ravenna.
La Penisola sarebbe quindi rimasta divisa in due, un fatto storico di grande rilievo. L’Italia non
sarebbe stata più unita fino al 1861 (17 marzo 1861 proclamazione del Regno d’Italia).
I territori controllati dai Longobardi vennero chiamati Langobardia, da cui Lombardia, e compresero
la Pianura Padana, la Liguria, la Toscana, i Ducati di Spoleto e Benevento. Il territorio bizantino,
invece, chiamato Romania, da cui Romagna, coincideva con l’Esarcato, ovvero il territorio
amministrato dall’esarca. Inoltre, i Bizantini controllavano il Meridione, le isole e la Pentapoli,
ovvero le cinque città: Fano, Pesaro, Rimini, Ancona e Senigallia.
I Longobardi non instaurarono alcun rapporto di collaborazione con i Romani presenti sul territorio,
né si curarono della loro cultura. Con il loro arrivo, l’Italia si trasformò in profondità sotto molti
aspetti: politici, culturali, economici e sociali.
I Longobardi incontrarono difficoltà nell’organizzarsi politicamente, i duchi non
accettavano l’autorità del sovrano e c iò portò a numerose congiure e assassini
all’interno della corte.
Nel 572 il re Alboino muore (a farlo uccidere è sua moglie Rosmunda).
Per dieci anni i duchi longobardi non vogliono un altro re.

Nel 584 venne eletto AUTARI, un sovrano forte ed autorevole che costrinse i duchi a versare metà
delle tasse, raccolte nei loro territori, al re. Queste risorse permisero di avviare un’organizzazione
statale gestita da funzionari, i GASTALDI che operavano per conto del sovrano.

Il regno longobardo acquista progressivamente importanza anche grazie alla politica di alleanze
con altre popolazioni germaniche; Autari sposa infatti Teodolinda, una principessa bavara, di fede
cattolica. Con il matrimonio di Autari e di Teodolinda i Longobardi e i Romani sono meno lontani.

Ma il dominio dei Longobardi fu durissimo; le terre furono sottratte ai latifondisti latini e


assegnate ai Longobardi. La popolazione diminuì, l’economia regredì fino al ritorno alla pratica del
baratto.
3. Le trasformazioni della società longobarda
Dopo Autari diventa re Agilulfo, che sposa la regina Teodolinda.
Dopo Agilulfo diventa re ROTARI.

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Il popolo longobardo da nomade si era trasformato in popolo stanziale e aveva subito l’influenza
della cultura e della civiltà romana. L’intervento di Rotari è fondamentale e segna una svolta
perché nel 643 per la prima volta vennero introdotte delle leggi scritte.

L’EDITTO di Rotari, del 643, fu scritto in latino, la lingua tradizionalmente usata per la trascrizione
delle leggi.

Prima dell’Editto, i Longobardi non avevano leggi scritte, erano i capi delle FARE (gruppi di
famiglie) a stabilire come si dovesse punire chi aveva commesso un reato (un omicidio, un furto
eccetera). Vigeva quindi la pratica della FAIDA, la vendetta famigliare.

Con l’editto di Rotari non c’è più la vendetta famigliare, la faida, ma chi ruba o fa del male deve
pagare una multa (dei soldi o dei beni, ad esempio dei capi di bestiame).

Questa sanzione pecuniaria si chiama GUIDRIGILDO e in parte va al re, in parte alla famiglia della
vittima.

Con l’Editto di Rotari il re acquista maggior potere; a poco a poco, i Longobardi cambiano il loro
modo di vivere. Sappiamo che erano r i g i d a m e n t e divisi in due gruppi: uomini liberi e servi.
Ma d ’ o r a i n p o i , un servo potrà anche diventare libero, se si guadagna dei meriti, e un
uomo libero può diventare servo, se diventa povero o commette delitti gravi.

Nel 712 diventa re LIUTPRANDO, che perseguì l’ambizioso progetto di riunire in uno stato unitario
tutta la Penisola.

Inoltre, Liutprando riformò il sistema legislativo di Rotari, aggiungendo nuove leggi e modificando
l’Editto sulla base del diritto romano.
Sotto il regno di Liutprando, nelle terre dei Longobardi c’è più ricchezza, si incrementano i
commerci e torna a circolare la moneta. Inoltre, il potere del re diventa più forte perché questo
sovrano dice che è Dio che sceglie il re, introducendo l’idea di un’investitura divina.
Intanto, la Chiesa cerca di assumere il ruolo di mediatrice negli scontri fra Longobardi e Bizantini.
Un passo decisivo per il rafforzamento del potere della Chiesa di Roma fu compiuto da Liutprando
quando, per cercare una pacificazione con la Chiesa, cedette a papa Gregorio II alcune terre che
aveva conquistato, in particolare, i castelli di Sutri e dintorni.
Con la cosiddetta donazione di Sutri, Liutprando diede consistenza giuridica al potere temporale
dei papi. I territori di Sutri appartenevano i Longobardi per diritto di conquista; restituendoli al
papa anziché al legittimo sovrano – l’imperatore d’Oriente – Liutprando consentì al pontefice di
possedere a pieno titolo un territorio, un patrimonio (Patrimonium Sancti Petri) primo nucleo dello
Stato della Chiesa.

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