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L'Impero dei Khazari e le origini dimenticate

Un pagina di storia volutamente rimossa e dimenticata ci insegna quanto sia assurdo


e insensato definirsi oggi "antisemiti"

Chi oggi, stupidamente, si definisce "antisemita" e predica l'"antisemitismo" si


dimostra profondamente ignorante dal punto di vista storico.

A prescindere dalla versione mitologica biblica (Genesi X-XI) che indica come
discendenti di Sem, figlio del patriarca No�, tutta una serie di nazioni dell'area
del Vicino Oriente Antico, e dalle analisi scientifiche che mostrano come i popoli
genericamente indicati come "semiti" condividano una notevole affinit� che
confermerebbe la discendenza da antenati comuni, quello semita viene generalmente
riconosciuto dagli storici come un vasto ceppo linguistico che comprende l'Arabo,
l'Ebraico, l'Aramaico e le antiche lingue ugaritico-cananee (da cui discesero gli
idiomi parlati dai Fenici e dai Cartaginesi), l'Amarico, l'Accadico, l'Assiro e
l'Amorreo. Quindi anche i Cananei e gli Amorrei parlavano lingue appartenenti a
questo gruppo, bench� nella Genesi vengano descritti come "figli di Cam". Al ceppo
semita sono inoltre riconducibili gli idiomi parlati a Malta e a Socotra,
nell'Oceano Indiano. Non erano invece assolutamente semiti, dal punto di vista
linguistico, i Sumeri, i Filistei, gli Hittiti ed i popoli egeo-lelegici della
costa anatolica quali i Misi-Troiani, i Lidi, i Lici, i Cari, etc.

Ritengo quindi, personalmente, che il concetto di "semita" sia da intendersi


prevalentemente dal punto di vista linguistico, come dovrebbe essere del resto per
il concetto di "indo-europeo", per quanto alcuni archeologi la pensino
diversamente. Quello indo-europeo � infatti un ceppo puramente linguistico. Non
sono esistiti nell'antichit� popoli indo-europei, ma popoli che parlavano o che
adottarono idiomi del ceppo indo-europeo.

Dirsi oggi "antisemiti" sarebbe un po' quindi come dirsi anti-fenici, anti-assiri o
anti-maltesi, oppure anti-arabi o anti-ebrei, anche se, volgarmente, questo
concetto viene comunemente applicato all'ultima di queste accezioni.

Altra cosa � invece l'anti-sionismo, ovvero l'opposizione ad una ideologia


relativamente giovane (� nata infatti nel 1887). Non si deve quindi assolutamente
confondere l'anti-sionismo con l'anti-semitismo. Mentre il secondo rappresenta gi�
di per s� una contraddizione dal punto di vista semantico e viene generalmente
perpetrato con finalit� razzistiche o discriminatorie, l'anti-sionismo rappresenta
invece la legittima opposizione ad una ideologia nazionalista e dai connotati
razzisti. Tanto per fare un esempio, il Partito Comunista Italiano, di cui
l'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano � stato uno dei massimi
dirigenti, si � sempre apertamente dichiarato, nella sua linea politica, anti-
sionista. Lo stesso Napolitano che oggi confonde volutamente, nei suoi discorsi
pubblici, i due termini, arrivando addirittura ad accumunarli nel medesimo
significato. Eppure sono moltissimi, non solo in Israele ma anche negli Stati
Uniti, gli Ebrei che rifiutano il Sionismo e che si oppongono strenuamente a questa
ideologia.

Per poter comprendere cosa sia in realt� il Sionismo e quali ne siano i reali scopi
ed obiettivi, � necessario fare un passo indietro nella storia e prendere atto di
una verit� �scomoda� e troppo a lungo taciuta.

Il Sionismo � stato ufficialmente fondato nel 1897 da Teodor Herzl, un giornalista


ebreo ashkenazita con cittadinanza austriaca, con l�obiettivo di instaurare in
Palestina un prosaico stato ebraico. Si � per� fin dall�inizio dimostrato nei fatti
un pericoloso movimento nazionalista ashkenazita, caratterizzato da un marcato
razzismo verso le culture dei popoli e delle nazioni non appartenenti al suo
modello di "civilt�".

Come hanno avuto il coraggio di ammettere nei loro studi alcuni intellettuali di
fede ebraica, tra cui Arthur Koestler, la stragrande maggioranza di quella che oggi
viene considerata la popolazione �ebraica� mondiale non ha alcun legame storico con
la terra di Israele. Essa non discenderebbe, infatti, dall�Israele biblico, bens�
dall�antico popolo dei Khazari, stanziato gi� attorno al VII� secolo in quella
grande regione oggi corrispondente alla Russia meridionale e all�Ukraina, fino alle
montagne del Caucaso. Si tratta di una grande verit� storica sempre accuratamente
taciuta dai vertici sionisti, in quanto, come ha apertamente sottolineato Alfred M.
Lilienthal, ex funzionario del Dipartimento di Stato U.S.A., essa rappresenta di
fatto �il tallone di Achille di Israele�, perch� dimostrerebbe come le
rivendicazioni territoriali dei sionisti sul territorio della Palestina non
avrebbero in realt� alcun fondamento storico oggettivo.

La maggior parte delle informazioni sui Khazari in nostro possesso deriva


dall'antica storiografia araba, ebraica, armena e bizantina, da antiche leggende
slave e, soprattutto, dalla notevole quantit� di reperti archeologici che questo
popolo ci ha lasciato e che ci fornisce molte informazioni sul suo sistema socio-
economico e sulle sue credenze religiose. Sappiamo, ad esempio, che veneravano il
fallo e che celebravano riti che prevedevano sacrifici umani. Come gran parte dei
popoli originari delle steppe, i Khazari professavano una religione sciamanica
basata sul culto di Tingri, il Dio creatore della natura, con alcuni influssi
chiaramente derivanti dal confucianesimo. La loro area di stanziamento, per�,
soprattutto nelle citt� greche sul Mar Nero e nella zona della Crimea era, fin dal
periodo precedente alla Diaspora, fortemente abitata da popolazioni ebraiche, tanto
che in alcuni distretti, gi� alla fine del VII� secolo, gli Ebrei formavano la
maggioranza della popolazione.

Il nome �Khazar� sembrerebbe derivare dalla radice turca �qaz�, che significa
�vagabondare�. Come sottolinea Lawrence M. F. Sudbury, come per le loro origini
nomadiche, anche per quanto riguarda tutta la iniziale storia khazara di
stanziamento nell'area a sud dell'odierna Russia, le certezze sono molto poche.
Certamente i Khazari dovevano essere parte dell'impero G�kt�rk, fondato dal clan
Ashina dopo la loro vittoria contro gli Juan nel 552. Molto probabilmente, quando
le guerre tribali portarono alla frantumazione di tale impero e allo sviluppo di
numerose confederazioni minori, i Khazari rimasero fedeli agli Ashina, tanto che
nel 670 li troviamo in guerra contro i Bulgari, della cui migrazione verso
occidente furono probabilmente causa.

� in questo periodo che i Khazari divengono indipendenti (pur mantenendo molte


delle istituzioni del vecchio impero) e fondano un loro khanato con capitale prima
a Balanjar (oggi identificata con il sito archeologico di Verkhneye Chir-Yurt),
poi, intorno al 720, a Samandar, citt� costiera del Caucaso settentrionale, infine,
verso il 750, a Itil (oggi Atil), ai margini del Volga, che rimase il cento
amministrativo del loro regno per pi� di 200 anni.

I Khazari arrivarono a controllare un impero esteso e potente che si estendeva per


buona parte della Russia e che aveva come naturali confini il Mar Nero, il Mar
Caspio, i Monti Urali e la Catena del Caucaso, confinando a Sud-Ovest con l'Impero
Bizantino, a Nord-Ovest con la Rus' di Kiev, a Nord con le terre abitate dai
Bulgari del Volga ed a Sud-Est con la Persia. Erano per lo pi� commercianti e
�mediatori� e riscuotevano le tasse sulle merci che attraversavano le loro terre,
beneficiando della posizione strategica del loro territorio, attraverso il quale
passavano le rotte fluviali che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico. Il
Khanato di Khazaria era cos� continuamente attraversato da mercanti norreni, greci,
arabi, bulgari e persiani diretti a Nord e a Ovest e divenne un importante centro
economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture
e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).
In questa prima �fase nazionale� i Khazari dovevano essere gi� divisi nelle due
caste dei Khazari bianchi, guerrieri e nobili con supremazia territoriale e dei
Khazari neri, artigiani e commercianti sottomessi ai primi, dovevano aver gi�
adottato il sistema turcomanno di successione monarchica, che prevedeva la presenza
di un potere dualistico, con un re supremo (kargan) e un comandante dell'esercito
(bek), e stavano per compiere quello stranissimo processo storico-religioso che li
avrebbe resi un unicum nella storia: la conversione di massa all'Ebraismo.

Attorno al 740 d.C., infatti, il Khan khazaro Bulan si convert� all�Ebraismo,


imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. Ci� determin� una
brusca rottura con il passato, in quanto, sino ad allora, il khanato khazaro, oltre
ad essere rinomato per la sua ricchezza, era noto per la sua tolleranza religiosa.
I kargan del khanato, infatti, intrattenevano relazioni commerciali e politiche con
tutti i paesi circostanti e permettevano libero culto a chiunque, addirittura
lasciando che ogni gruppo religioso basasse il proprio sistema giuridico sui propri
dettami religiosi.

Narrano le leggende che Bulan fu spinto a compiere la propria conversione da alcuni


sogni e rivelazioni �divine�, ma si tratt� pi� verosimilmente, come concordano
molti storici, di una mossa politica tesa a evitare che il suo regno venisse
assorbito dal mondo cristiano da una parte e da quello islamico dall�altra. Non
dobbiamo dimenticare che l'impero khazaro si trovava chiuso tra due grandi
popolazioni in costante crescita: i Mussulmani a Est ed i Cristiani ad Ovest.
Entrambe le religioni, pur con numerosi esempi di intolleranza interna, vedevano
nell'Ebraismo un predecessore dei propri culti e l'istituzione di uno stato ebraico
poteva dunque rappresentare, agli occhi di Bulan, anche un buon espediente per
mantenere una specie di neutralit� nel grande scontro che stava sviluppandosi.

Per meglio comprendere i motivi alla radice della �conversione� khazara, dobbiamo
anche tener presente la situazione delle comunit� ebraiche che a quel tempo
vivevano in quella regione. Gli Ebrei, perseguitati a Bisanzio da Eraclio,
Giustiniano I�, Giustiniano II�, Leone III� e Romano I�, in Persia dai Sassanidi
(soprattutto dopo la rivolta di Mazdak) e, successivamente, anche se in forme
minori, dagli islamici, cercarono rifugio in massa laddove gi� esistevano ricche
comunit� di loro correligionari e notevoli possibilit� di instaurare fiorenti
commerci. Questi esuli finirono ben presto per formare, nel contesto del Khanato di
Khazaria, una sorta di elite mercantile che si trov� ad avere stretti contatti con
l'aristocrazia locale, favorendone cos� la conversione. Sicuramente verso la fine
dell'VIII� secolo, le famiglie reali khazare e la nobilt� si erano gi� convertite
in massa all'Ebraismo, seguite da buona parte della popolazione. Le proporzioni di
tale conversione popolare rimangono tuttora incerte: lo storico arabo Ibn Al-Faqih
riporta, nel X� secolo, che tutti i Khazari erano ebrei, ma � pi� probabile che il
fenomeno avesse interessato particolarmente i Khazari bianchi, sebbene le odierne
indagini archeologiche sulle sepolture tendano a mostrare che tra l�850 e il 950
almeno il 70% della popolazione utilizzasse inumazioni israelitiche.

Dopo l'830, comunque, l'Ebraismo divenne sicuramente religione di stato dal momento
che numerosi ritrovamenti numismatici riportano nomi ebraici (Zaccaria, Isacco,
Sabriele, Obadiah, etc.) scelti dai re al momento della loro incoronazione. �
difficile dire di che tipo di Ebraismo si trattasse, ma alcuni ritrovamenti a
Rostov fanno pensare ad un ruolo centrale esercitato dall'istituzione del
Tabernacolo e ad un culto molto prossimo a quello descritto nell'Esodo. Sicuramente
i Khazari instaurarono strette relazioni con tutte le comunit� ebraiche del Levante
e della Persia (tanto che gli ebrei persiani chiesero espressamente ai kangan
khazari di occupare il Califfato, insorgendo per �distruggere Babilonia�) ma anche
con comunit� pi� lontane, come testimoniano carteggi tra ebrei khazari ed ebrei
spagnoli.
� probabile che i governanti khazari si vedessero come una sorta di protettori
internazionali dell'Ebraismo, spesso compiendo ritorsioni sui Musulmani e i
Cristiani dei loro territori qualora le persecuzioni anti-ebraiche all'estero
raggiungessero picchi troppo elevati. Sappiamo, ad esempio, dallo storico persiano
Ibn Fadlan che quando gli islamici, intorno al 920, distrussero una sinagoga in
Persia, il re Samuele II� fece abbattere il minareto di Itil e lapidare il muezzin,
dicendo che, in caso di ulteriori danni alla comunit� ebraica, avrebbe fatto radere
al suolo la moschea della citt�. Allo stesso modo, durante la persecuzione di
Romano I�, il governo khazaro si vendic� attaccando e distruggendo i possessi
bizantini in Crimea.Veniamo cos� alla complessa questione delle relazioni
internazionali del khanato ed al suo ruolo di �scudo� contro la penetrazione
islamica in Occidente.

La prima importante apparizione della Khazaria sulla scena internazionale si ha in


una campagna di supporto del kangan Ziebel a Bisanzio contro i Sassanidi persiani
per il predominio in Georgia, a met� circa del VII� secolo. Da quel momento in poi,
il conflitto con i regni orientali divenne praticamente una costante della storia
khazara. Per tutto il VII� e l'VIII� secolo i Khazari combatterono una serie di
guerre conto il Califfato Omayyade che tentava di espandere la sua influenza verso
il Caucaso, risultando quasi sempre vincitori. I raid contro il Kurdistan e l'Iran
divennero sempre pi� frequenti e numerose risultanze provano che, probabilmente in
alleanza con i Turcomanni, i Khazari riuscirono ad allargare notevolmente i confini
del khanato. Gi� verso la fine del VII� secolo tutta la Crimea era stata occupata,
tanto che vi sono prove della presenza di un governatore (tundun) khazaro a Cherso
gi� nel 690, nonostante la citt� fosse nominalmente sotto il dominio bizantino e
che verso la met� dell'VIII� secolo anche i Goti della penisola vennero sottomessi
e la loro capitale, Doron, occupata.

L'alleanza con Bisanzio divenne sempre pi� stretta, tanto che quando Giustiniano
II�, nel 704, venne esiliato a Cherso, scapp� in Khazaria e spos� la sorella del
kagan Busir (sebbene poi, per l'appoggio fornito da questi all'usurpatore Tiberio
III�, dovette rifugiarsi in Bulgaria), mentre nel 711 l'imperatore Filippico ebbe
proprio i Khazari come maggiori sponsor per la sua ascesa al trono. L'imperatore
Leone III� arriv� addirittura a dare in moglie suo figlio Costantino (poi
Costantino V� Copronimo) alla principessa khazara Tzitzak e, non a caso, loro
figlio Leone IV� pass� alla storia con il soprannome di �Leone il khazaro�.

Nel frattempo le ostilit� con il Califfato continuavano: il principe khazaro Barjik


invase l'Iran nord-occidentale e, nel 730, sbaragli� le forze omayyadi a Ardabil,
per poi venire ucciso sette anni pi� tardi nella disfatta di Itil, che venne
occupata brevemente (l'instabilit� politica del Califfato non permetteva
occupazioni di lunga durata) ma venne poi liberata nel 740 (e alcuni storici
ritengono che l'idea dell'assunzione dell'Ebraismo come religione di stato
cominciasse in questo periodo e fosse, in qualche modo, legata all'asserzione di
indipendenza del khanato).

Anche se i Khazari furono in grado bloccare per qualche anno l'espansione araba
verso l'Europa Orientale, furono poi costretti dal soverchiante numero delle truppe
nemiche a ritirarsi a ovest del Caucaso, in un'area delimitata dal Mar Caspio a
est, dalle steppe del Mar Nero a nord e dal Dnieper a ovest, dove, per�, riuscirono
a fortificarsi, tanto che gli Abbasidi, subentrati agli Omayyadi, decisero di porre
fine alle ostilit� (sebbene qualche attacco in territorio nord-iraniano continuasse
ad essere portato da milizie khazare anche negli anni successivi) con un matrimonio
tra una principessa khazara ed il governatore militare abbaside dell'Armenia nel
758.

Da quel momento in poi, le relazioni con la Persia furono sempre pi� cordiali e il
khanato visse una costante ascesa, tanto che, nel momento del suo massimo apogeo,
nel IX� secolo, Slavi orientali, Magiari, Peceneghi, Burti, Nord Caucasici, Unni e
numerose altre trib� erano tributari diretti dei Khazari e che il Caspio veniva
denominato geograficamente come �Mare khazaro� (termine che rimane a tutt'oggi in
lingua araba).

Nel suo ruolo di �stato cuscinetto�, in questo periodo, la Khazaria diventa sempre
pi� importante ed internazionalmente riconosciuta per la sua ricchezza,
produttivit� (manufatti khazari sono stati trovati in tutte le aree mediorientali e
in numerosi siti archeologici balcanici) e tolleranza verso qualunque popolazione,
tanto da instaurare in tutta l'area caspica quella che pass� alla storia come �Pax
khazarica�.

Come pot�, dunque, accadere che in brevissimo tempo uno stato cos� potente sparisse
praticamente nel nulla?

Le ragioni furono molteplici. In primo luogo, gi� alla fine del IX� secolo, una
guerra civile interna, mossa da tre clan detti �dei Kabari� in alleanza con alcuni
clan magiari e in rivolta contro il bek dell'epoca devast� intere aree del paese
prima di essere sedata.

Successivamente, una guerra contro i Peceneghi che si erano ribellati al


vassallaggio, pur vinta, mosse questa popolazione verso Nord-Ovest, spingendo i
Magiari fuori dai confini del regno e creando una pericolosa �zona vuota� nelle
steppe a nord del Mar Nero.

Nel frattempo, le relazioni diplomatiche con Bisanzio si erano lentamente ma


costantemente indebolite, tanto che le cronache arabe di inizio X� secolo ci
parlano di una ribellione di alcune popolazioni sottomesse �appoggiate e aiutate�
dai �Mqdwn� (cio� i Macedoni, come venivano spesso chiamati i Bizantini in arabo) e
di una invasione alana non bloccata, come era accaduto fino a quel momento,
dall'Impero d'Oriente.

Ma la vera causa della morte del khanato ha un nome ben preciso: Rus.
Originariamente i Khazari erano alleati di varie fazioni norrene stanziate nella
zona di Novgorod ed � piuttosto certo che la politica dei Rus venisse fortemente
influenzata dai Khazari, con cui i Norreni condividevano traffici commerciali (in
particolare per quanto riguarda il diritto di navigazione sul Volga) e l'ostilit�
pi� o meno latente verso le popolazioni arabe.

Intorno al 960, la connivenza piuttosto esplicita del governo khazaro con i


continui saccheggi dei Variaghi contro le citt� musulmane del Caucaso meridionale
port� ad una rivolta interna da parte della minoranza islamica del khanato,
evidentemente ancora piuttosto numerosa. Per far fronte a questa emergenza e sedare
la rivolta, la nobilt� ebraica decise un mutamento radicale di alleanze e chiuse le
rotte di navigazione sul Volga per tutti i Rus, tentando di forzare un intervento
degli Arabi (tanto che il kangan Giuseppe I� scrisse al governatore Hasdai Ibn
Shaprut: �Devo per forza muovere guerra [ai Rus], perch� se dessi loro la minima
possibilit�, devasterebbero ogni lembo di terra fino a Baghdad�) che per� non
arriv� mai.

A questo punto, Oleg di Novgorod (che gi� aveva tentato incursioni in Khazaria
intorno al 940, risultando sempre sconfitto) e Sviatoslav di Kiev cominciarono una
serie impressionante di attacchi ai domini khazari, spesso portati con l'assenso e
l'aiuto di Bisanzio.

Rimasti soli, con continue rivolte di tutti gli alleati e i tributari che si
andavano via via affrancando, i Khazari tentarono una disperata resistenza contro
le numerosissime bande Rus, ma Sviatoslav riusc� a conquistare le fortezze di
Sarkel e Tematarkha nel 965 e ad occupare Itil nel 969, ponendo fine all'impero
khazaro.
Un viaggiatore scrisse che ad Itil, dopo l'attacco dei Rus, �non rimase neppure un
acino d'uva, n� una sola foglia sugli alberi�.

In breve i Khazari si dispersero lungo tutta l'area caspico-caucasica e vennero


assorbiti dalle altre popolazioni fino a quel momento loro sottomesse. Cos� ebbe
fine una esperienza di governo, di diplomazia (spesso �armata�) e di tolleranza
politico-religiosa (pur nel quadro di un imperialismo normale per l'epoca) che non
ebbe paragone nel mondo mediorientale nei secoli successivi.

Ci siamo chiesti, poc�anzi, com�� possibile che uno stato cos� potente possa essere
scomparso, nel giro di pochi anni, praticamente nel nulla. E, con dati storici alla
mano, abbiamo tentato di risolvere questo interrogativo, fornendo delle risposte
plausibili ed obiettive.

Ma vi � un secondo interrogativo, per certi versi molto pi� inquietante ed


emblematico del primo, al quale � nostro dovere cercare di trovare delle risposte:
� possibile per la storia dimenticare quasi completamente l'esistenza di un popolo?
Sembrerebbe incredibile, ma per quanto si provi a sfogliare l�indice di un
qualsiasi testo scolastico alla ricerca delle vicende del popolo khazaro e della
storia di un impero che, per oltre due secoli, ha influenzato le vicende di Europa,
Asia e Medio-Oriente, non se ne trova traccia. Sembra quasi che, al di fuori di
ristrettissimi ambiti accademici e universitari (prevalentemente dell�Europa
dell�Est), non si debba parlare della storia dei Khazari. Bench� esista una
fiorente letteratura a riguardo (per chi ha la volont� e la pazienza di
consultarla), certi fatti storici sono sempre stati volutamente fatti passare sotto
silenzio, soprattutto sui libri di scuola, perfino in ambito universitario. Perch�
si pu� parlare liberamente dell�Impero Macedone, dell�Impero Romano, dell�Impero
Bizantino, dell�Impero Ottomano, e non dell�Impero Khazaro?

La risposta a questo e a molti altri interrogativi sta probabilmente nel fatto che
le popolazioni del dissolto impero khazaro, per quanto molte di esse vennero
assorbite dall�Orda d�Oro, iniziarono a migrare, diffondendosi principalmente nelle
terre slave dell�Europa centro-orientale, gettando le basi di quelle che diverranno
le principali comunit� ebraiche di quelle regioni.

Ci� che storicamente accadde in quel periodo � che il popolo conosciuto da secoli
come �Khazaro� divenne il popolo �Ebreo�, e da l� inizi� una vera e propria
operazione di occultamento della vera origine degli Ebrei europei, e venne diffusa
una storia artefatta, basata sull�idea che essi fossero gli Ebrei biblici. E questa
credenza erronea vige ancora oggi agli occhi dell�opinione pubblica internazionale,
trovando sorprendentemente pi� critiche e opposizioni in ambito ebraico, piuttosto
che nell�ambito della cultura dei �Gentili�, ovverosia dei non Ebrei.

Vi sono tutti gli elementi per dimostrare che gli Ebrei conosciuti come Ashkenaziti
(oltre il 90% degli Ebrei del mondo) discendono dai Khazari, mentre gli Ebrei
Sefarditi, esigua minoranza, sarebbero gli unici ad avere un�origine semitica e
medio-orientale.

� paradossale quindi constatare come il Sionismo, un movimento ebraico a forti


connotati nazionalistici e razzisti, non sia stato creato dai legittimi eredi di Re
Salomone, bens� dagli eredi ashkenaziti di trib� turcomanne, la cui patria non era
il Mar Morto, bens� il Mar Caspio.

Nicola Bizzi

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