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I cazari, un popolo di origine turca, occupava una posizione strategica tra il Mar Nero ed il Caspio, e tra

Caucaso e il Volga, attraverso l'area geografica su cui le potenze orientali del periodo si confrontavano. Agì
come barriera difensiva per Bisanzio, frenando le invasioni dei barbari delle steppe del nord: Bulgari,
Magiari e più tardi Vichinghi e Russi. Ma il fattore più importante fu che gli eserciti dei cazari bloccarono
definitivamente le invasioni degli Arabi nel periodo più devastante dello slancio musulmano di conquista,
evitando così la conquista dell'Europa orientale.

L'impero dei cazari occupava la direttiva naturale d'invasione degli Arabi. Alcuni anni dopo la morte di
Maometto (632 d.c.) gli eserciti del califfato, spazzando ogni opposizione, raggiunsero le montagne del
Caucaso. Una volta superata questa barriera, la via per l'Europa dell'est era aperta. Ma sulla linea del
Caucaso gli arabi si scontrarono con le forze di una potenza militare organizzata che bloccò la loro avanzata.
Le guerre tra cazari e arabi durarono più di 100 anni, anche se poco conosciute, hanno avuto un'importanza
storica considerevole.

I Franchi di Carlo Martello, sulla piana di Tours, stroncarono l'impeto dell'invasione araba dell'Europa
occidentale. Allo stesso tempo la minaccia musulmana ad oriente non era meno acuta. Le orde vittoriose
degli arabi furono affrontate e fermate dai cazari sulle montagne del Caucaso. Non ci possono essere dubbi,
che se gli eserciti fanatici della jihad non fossero stati bloccati nella loro devastante avanzata, l'impero
bizantino, la roccaforte della civiltà europea ad oriente, sarebbe stata invasa dagli Arabi, e la storia del
Cristianesimo e dell'Islam potrebbe aver avuto un corso diverso. Non pertanto sorprende che nell'anno
732, dopo la vittoria decisiva dei cazari sugli arabi, l'imperatore Costantino V sposò una principessa cazara.
Successivamente il loro figlio divenne l'imperatore Leo IV, conosciuto come Leo il cazaro. Nel 737 d.c. le
guerre sante dell'Islam (Jihad) persero il loro impeto, il califfato divenne vittima di dissensi interni, e gli
Arabi invasori si ritirarono dalle montagne del Caucaso. Pertanto l'impero dei cazari divenne potente come
non mai, e nell'anno 740, la religione ebraica fu adottata ufficialmente come religione di stato nell'impero.
In quei tempi la religione era considerata un fattore politico rilevante nelle relazioni con stati esteri, perciò
tra l'occidente bizantino e l'oriente arabo musulmano, la decisione di adottare la religione ebraica fu una
manifestazione di neutralità politica, più che una scelta di fede e di coscienza.

Questo fatto lasciò attoniti i pensatori del tempo come anche quelli dei nostri giorni. Un commento
abbastanza recente si trova nel libro dello storiografo marxista ungherese Antal Bartha La Società magiara
nell'ottavo e nono secolo dove in diversi capitoli viene descritta la società dei cazari, a cui gli ungheresi
erano soggetti. La conversione al Giudaismo è descritta in un solo paragrafo: La nostra ricerca non intende
studiare la storia della filosofia e degli ideali, ma vorremmo richiamare l'attenzione del lettore
sull'argomento della religione di stato dei cazari. Il Giudaismo fu adottato come religione ufficiale della
parte dominante della popolazione. L'adozione di questa religione da una popolazione di etnia non ebraica
da adito ad interessanti speculazioni. Possiamo affermare che la conversione alla fede giudaica, che non
aveva sostegno da nessun potere politico, ma perseguitata universalmente, in contrasto al proselitismo
cristiano di Bisanzio e all'influenza musulmana orientale, contraria all'influenza politica dei due poli, e stata
una sorprendente scoperta degli storici moderni. Non può essere considerata come accidentale, ma deve
essere giudicata come espressione dell'indipendenza nella politica estera dell'impero conscia della propria
forza militare. Anche se il fatto ci lascia perplessi, differendo i dati storici in dettagli, insignificanti, i fatti
principali non danno oggetto a disputa alcuna.

Il pensiero che lascia ampio spazio a disputa e speculazione è il destino dei cazari dall'invasione dalle orde
barbariche di Gengis Khan nel XIII secolo. Su questo argomento le cronache sono scarse, ma diversi centri
abitati da cazari nel tardo medioevo sono menzionati in Crimea, Ucraina, Ungheria, Polonia e Lituania.
Questo dà adito a conclusioni che una migrazione di comunità di cazari verso queste regioni dell'Europa
dell'est, principalmente Russia e Polonia, ove all'alba dell'era moderna le più alte concentrazioni di
popolazioni di fede giudaica erano presenti. Questo fatto è il fondamento della convinzione che la maggior
parte degli ebrei orientali rintraccino la loro discendenza dai cazari e non da Israele. Le loro origini
indoeuropee e non semitiche. La setta di lingua turca dei Karaiti (una setta fondamentalista giudaica) della
Polonia, della Crimea, ed altre località dell'est Europa, affermano un legame con i cazari, fatto confermato
da fattori antropologici, folcloristici e linguistici, il che tende a dimostrare la continua presenza in Europa di
discendenti dei cazari.

Attila in fondo, era re di un regno di tende. Il suo regno sparì, mentre le città di Bisanzio e Baghdad
rimasero, le tende svanirono le città sopravvissero. Il regno degli Unni passò come un ciclone e sparì per
sempre. Cassel un orientalista del XX secolo, implica che i cazari condivisero il destino degli Unni, la cui
presenza ebbe luogo per circa 80 anni sino alla morte di Attila nel 453 d.c. mentre il popolo dei cazari durò
per oltre cinque secoli. Anche questi vivevano principalmente in tende, ma avevano costruito anche vaste
aree urbane, e si stavano trasformando da una tribù di guerrieri nomadi in una nazione di agricoltori,
allevatori di bestiame, artigiani e mercanti. Gli archeologi russi hanno scoperto testimonianze di una civiltà
relativamente avanzata, del tutto diversa dal ciclone degli Unni. Gli annalisti arabi riportano che in inverno i
cazari restavano nelle loro case, mentre d'estate imballavano le loro tende, ed assieme al bestiame si
trasferivano nelle steppe. Gli scavi indicano anche l'impero era difeso da una vasta catena di fortificazioni a
protezione delle frontiere del nord verso le steppe. Queste fortificazioni si estendevano su di un arco
semicircolare dalla Crimea lungo il basso percorso del Donetz al Don fino al Volga, avendo protezioni
naturali, al sud il Caucaso, ad est il mar Caspio, ad ovest il mar Nero. A Tutt'oggi, gli arabi chiamano il mar
Caspio "Bahr ul Khazar" Il mare dei cazari. Fino al IX secolo i cazari non avevano rivali nella loro supremazia
nella regione del Volga, e dominavano tutte le tribù turche, i loro eserciti invasero l'Armenia e la Georgia e
arrivarono fino a Mossul nel Califfato (attuale Irak). Dal IX secolo tennero a freno le invasioni delle tribù
nomadi dalla Siberia verso l'Europa, sino alla venuta dei mongoli.

Un cronista arabo li descrive come un popolo che vive al nord della terra. Il loro paese è freddo ed umido.
Di conseguenza la loro pelle è bianca, gli occhi blu, i capelli lunghi e rossicci, di corporatura tarchiata e di
natura fredda e selvaggia. Dopo oltre cento anni di guerre, gli arabi non avevano un gran simpatia per loro,
e meno ancora gli scribi georgiani ed armeni, i cui paesi furono ripetutamente devastati dai cavalieri cazari
lasciano la seguente descrizione: "Selvaggi con orrende facce, e comportamento di animali feroci, bevitori
di sangue." Il geografo arabo Istakhri, una delle più autorevoli fonti d'informazione, così li descrive: I cazari
non rassomigliano i turchi che hanno capelli neri, sono di due specie una chiamata cazari neri (Kara-
khazars) e cazari bianchi (Ak-khazars) che hanno un magnifico aspetto. La descrizione ci lascia disorientati
poiché era abitudine tra le popolazioni turche di definire la classe dominante "bianchi" ed al popolino "neri"
Così non c'è ragione di credere che i Bulgari bianchi fossero di carnagione più chiara dei neri, lo stesso dei
cazari.

Nel V secolo i cinesi spinsero le tribù selvagge al nord, fuori dal paese, provocando una di quelle valanghe
ove intere popolazioni venivano sradicate del loro territorio verso occidente. Per "popoli turchi" si riferisce
a tutte quelle popolazioni che parlavano idiomi di caratteristiche definite "gruppo di lingue turche".
Termine usato da scrittori medioevali, ed anche da etnologi moderni che si riferisce alla lingua e non alla
razza. In questo senso gli Unni ed i cazari erano popolazioni turche, come I Guz, gli Uighur, i Bulgari. gli
Avari, i Bashkir, I Burtas, Kabars, i Pechenegs, e dozzine di altre tribù. La lingua dei cazari era il dialetto
Chuvash delle lingue turche, parlato a tutt'oggi nella repubblica autonoma di Chuvash in Russia, tra il Volga
e la Sura. Il popolo dei Chuvash è reputato discendente dei Bulgari (non della moderna Bulgaria) che
parlavano un dialetto simile a quelo dei cazari. Quello che possiamo affermare con certezza è che i cazari
erano una popolazione turca che giunse dalle steppe asiatiche nel V secolo. d.c. L'origine del nome "Khazar"
è stato pure oggetto di speculazioni, probabilmente derivato dal termine turco "gaz" che significa nomade,
qualcun altro lo attribuisce alla parola Cossack (cosacco) e dall'ungherese Huznar (cavaliere). Dopo la morte
di Attila, si creò un vuoto di potere in Europa orientale, causando l'arrivo di varie tribù asiatiche che si
stabilirono a nord del Volga. Vi fu uno scontro tra i cazari ed i bulgari per il dominio della regione, che vide
la sconfitta di quest'ultimi (641 d.c). All'inizio del VI secolo, prima che l'Islam iniziasse le guerre sante contro
gli infedeli, il Medio Oriente era dominato da tre potenze: Bisanzio, la Persia, e l'impero turco occidentale.
Le prime due si erano fatte guerra per circa un secolo, pertanto erano all'orlo del collasso, Bisanzio si
riprese, ma la Persia sarà sopraffatta. I cazari facevano parte del Regno Occidentale Turco, pel quale
rappresentavano il grosso delle forze armate, ed al cui collasso avrebbero ereditato il potere. Nel 627
l'imperatore romano Heraclio strinse un’alleanza con i cazari, per la guerra contro i persiani. I cazari scesero
in campo con 40.000 cavalieri al comando del generale Ziebel, il quale stanco del tergiversare dei bizantini,
di sua iniziativa andò ad assediare Tiflis. Conquistata la capitale della Georgia, in Persia ebbe luogo una
rivoluzione che creò il caos nel regno, sopraggiunsero le prime armate musulmane che conquistarono
facilmente il regno ponendo fine all'impero dei Sassanidi. Pertanto, emerse un nuovo equilibrio di forze
nella regione: Il califfato, I cazari e Bisanzio. Nei primi vent'anni dall'egira nel 622 quando inizia il calendario
islamico, gli arabi avevano già conquistato la Persia, la Siria, la Mesopotamia, e l'Egitto, e circondando
l'impero Bizantino (la Turchia odierna) in un mortale semicerchio, da Alessandria in Egitto al Caucaso, e le
rive meridionali del mar Caspio, il Caucaso costituiva un ostacolo formidabile, ma non maggiore dei Pirinei.
Gli arabi per dieci anni dal 642 al 652 tentarono invano di invadere l'impero cazaro forzando la gola di
Darband, lungo la costa del mar Caspio, nell'ultima battaglia del 652 d.c. gli arabi subirono una sonora
sconfitta, ove perì il loro comandante Abd al Rahman.

Nei seguenti 40 anni gli arabi non fecero altri tentativi. Rivolgendo la loro attenzione Bisanzio, cingendola
d'assedio dal mare, Se avessero avuto successo attraverso il Caucaso ed intorno al Mar Nero. Il destino
dell'impero romano sarebbe stato segnato. Avendo consolidato le proprie risorse, I cazari attaccarono
ripetutamente gli arabi dal 722 al 737 e respinsero due attacchi, senza una conclusione definitiva. Il
Fanatismo religioso dei contendenti che caratterizzarono queste guerre può essere illustrato dal suicidio in
massa di un'intera città cazara in alternativa alla resa, l'avvelenamento dell'acqua di Bab al abwab da un
generale arabo, ed un intero esercito musulmano che si fece trucidare nel credo di raggiungere il paradiso.
Nel 730 i cazari invasero Georgia ed Armenia, invasero il califfato infliggendo una disfatta totale ad Ardabil,
trucidarono 38.000 arabi e giunsero fino a Mosul, circa metà strada per la capitale del Califfato Damasco,
ma un esercito di 260.000 arabi fermò l'avanzata. La manovra per la conquista dell'Europa, attraverso i
Perinei a ovest ed il Caucaso ad est fu arrestata alle due estremità.

I cazari furono l'unica potenza in Oriente a eguagliare Bisanzio ed i califfati arabi. Con la caduta dei califfi
Omayad e la successione degli Abbassid si abbandonò l'idea di convertire all'Islam il resto del mondo con la
forza delle armi, fino alla battaglia di Lepanto.

Gli eserciti del califfato facevano terra bruciata, nei paesi occupati, incendiando, massacrando, e stuprando
le popolazioni inermi. Anche i cazari non erano da meno, come altri popoli apparsi sulla scena in quel
tempo, come i Vichinghi.

La capitale dell'impero era Itil prossima al delta del Volga. Altra città fortificata sul fiume Don era Sarkel,
inoltre Balanjar era ai piedi del Caucaso e Samandar sulle rive del Caspio.

Itil era sviluppata sulle due rive del Volga, una descrizione del cronista arabo Muqaddasi, in Itil ci sono
pecore, miele ed ebrei in gran numero. Un ponte di barche univa le due parti, la parte ad Ovest era
circondata da massicce mura di mattoni, qua erano situati i palazzi del Khagan e del Khagan–bek, e le
abitazioni degli alti funzionari che amministravano l'impero, e di alti ufficiali dell'esercito, che aveva un
nucleo permanente di 12.000 uomini.

Sull'impero dei cazari regnava una duplice monarchia. uno dei re chiamato Khagan il quale era la figura
predominante, mentre il Khagan-bek si occupava di cose terrene, amministrava la legge, comandava gli
eserciti, amministrava le finanze, un buon paragone è il re e la regina nel gioco egli scacchi. Archeologi
svedesi hanno rintracciato in Scandinavia, oggetti di ornamento in argento manufatti dai cazari. Il re aveva
una guardia pretoriana di 2000 Vichinghi, come La Guardia Varenga dell'imperatore di Bisanzio.
L'enciclopedia Giudaica fa così riferimento all'impero: Nel tempo in cui fanatismo, ignoranza, barbarie ed
anarchia erano sovrane in Europa, l'impero dei cazari poteva vantarsi di una giusta e liberale
amministrazione.

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