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Breve storia dell’Ucraina

[chi ci ha vissuto e come si è organizzata nei secoli, per capire meglio come si è
arrivati a questo punto]

Parte 1.
Le prime migrazioni e gli insediamenti nel territorio in cui oggi si trova l’Ucraina
risalgono alla preistoria, quando i Neanderthal, all’incirca 50mila anni fa, si
stanziarono a nord del mar Nero. Successivamente le regioni più interessate dagli
insediamenti furono soprattutto tre: quella costiera sul mar Nero, dove poi sarebbero
state costruite le prime colonie greche nel VII secolo a.C., le steppe orientali e le
foreste centrali e occidentali.
Il primo storico occidentale a occuparsi di questa zona fu Erodoto nel V secolo a.C.,
nonostante pare che non ci fosse mai andato personalmente. Quando Erodoto scrisse
le sue Storie, i greci sapevano poco o nulla di quei popoli che chiamavano “barbari”:
sciti, cimmeri e sarmati.
È in quel periodo che iniziò a formarsi l’identità di quello che oggi definiamo
Occidente, in opposizione a una frontiera orientale che appariva lontana sia
geograficamente che culturalmente.
Nei secoli successivi, l’odierna Ucraina fu terra di passaggio per varie altre
popolazioni nomadi e seminomadi, dai goti provenienti dall’area baltica passando per
gli unni, i bulgari e i peceneghi (una popolazione di ascendenza turca). Nel frattempo,
tra il V e il VI secolo d.C., cominciarono a migrare in queste zone anche le prime
popolazioni slave, stanziandosi nell’odierna Ucraina settentrionale e occidentale.
Gli slavi praticavano l’agricoltura, l’allevamento e altre attività produttive come la
lavorazione dei tessuti e della ceramica. Costruirono anche i primi insediamenti
fortificati che poi sarebbero diventate importanti città, tra cui anche Kyiv.
Da allora, con il passare dei secoli e con il fondamentale contributo dei variaghi
(vichinghi) provenienti dalla Scandinavia, Kyiv diventò il centro di uno stato
medievale ancora oggi oggetto di controversie tra gli storici. La cosiddetta Rus’ di
Kyiv – un nome che venne inventato dagli storici ottocenteschi – era composta da
una serie di principati che ruotavano attorno a Kyiv e che coprivano un territorio
vastissimo, che partiva dal mar Nero e arrivava fino alla Finlandia. È scorretto
comunque pensare che fosse uno stato con la concezione che ne abbiamo oggi: era
piuttosto un insieme di entità statuali più piccole e legate tra loro, senza istituzioni
politiche centrali, cosa peraltro comune anche in altri stati medievali. Il picco della
potenza della Rus’ di Kyiv fu intorno all’anno 1000, con i due regni di Volodymyr di
Kyiv (San Vladimiro) e Yaroslav il Saggio, che per primo introdusse un codice di
leggi nel mondo slavo. Dopo la morte di Yaroslav, la Rus’ attraversò una lunga fase di
declino dovuta a dissidi interni tra i vari principati e alle continue invasioni dei
mongoli che premevano da est. I territori che appartenevano alla Rus’ finirono sotto il
dominio di altri stati, il Granducato di Lituania prima e la Confederazione polacco-
lituana poi.
L’eredità storica della Rus’ di Kyiv è una questione ancora oggi fondamentale per il
nazionalismo ucraino. La questione rimane aperta: Yaroslav viene reclamato come
parte della propria identità nazionale sia dai russi che dagli ucraini, ed entrambi lo
utilizzano come simbolo nazionale, persino sulle banconote. I primi lo raffigurano
con la barba tipica degli zar del Cinquecento, i secondi con i baffi da cosacco.
Una nuova fase di autonomia per il territorio ucraino si ebbe solo nel Seicento,
quando i cosacchi si ribellarono al dominio polacco. Erano una comunità militare che
si era sviluppata all’incirca un secolo prima, e che la Polonia aveva usato come
armata per fare la guerra contro i turchi e i tatari. Ma i cosacchi con il passare del
tempo cominciarono ad avanzare pretese di autodeterminazione, e nel 1648 ci fu
l’insurrezione di Bogdan Khmelnytsky, che portò a una rivoluzione e alla
costituzione di un nuovo stato, l’Etmanato cosacco (dal nome dei comandanti
cosacchi, hetman).
L’Etmanato riuscì a mantenere l’indipendenza per oltre un secolo. La parte
occidentale, comprendente le regioni della Galizia e della Volinia, per un periodo
tornò di nuovo in possesso della Confederazione polacco-lituana. Ma quando questa
si disgregò, a partire dal 1772, i territori vennero spartiti tra l’impero zarista (Volinia)
e quello asburgico (Galizia). È per questo motivo che ancora oggi la Galizia è una
provincia molto differente dal resto dell’Ucraina, anche dal punto di vista culturale.
La parte orientale dello stato cosacco rimase autonoma più a lungo, ma con l’ascesa
di Caterina di Russia l’impero zarista tolse all’Etmanato la residua autonomia.
Durante il lungo dominio degli zar, l’Ucraina attraversò una fase di dura repressione
soprattutto nell’Ottocento. Gli zar avevano timore che la cultura e la lingua ucraina
minacciassero l’unità dell’impero, perciò vennero proibite le pubblicazioni in ucraino
e venne represso lo sviluppo culturale e letterario di quella lingua. Nonostante la
repressione però gli ucraini cercarono di ribellarsi e di guadagnarsi l’indipendenza, in
particolare durante la Prima guerra mondiale, quando il regime zarista era più debole.
Con la rivoluzione sovietica, l’Ucraina diventò una repubblica socialista, inizialmente
con larga autonomia. L’Unione Sovietica, secondo il suo primo leader Vladimir
Lenin, doveva essere una federazione di repubbliche tra loro pari, perché il vero
obiettivo non era l’egemonia di un paese sull’altro bensì la diffusione della
rivoluzione comunista nel mondo.

Esercizio 1.
1. Chi furono i primi a insediarsi nel territorio dell'Ucraina durante la preistoria?
2. Quali furono le regioni principali interessate dagli insediamenti in Ucraina?
3. Chi fu il primo storico occidentale a occuparsi dell'Ucraina?
4. Chi furono i popoli chiamati "barbari" dai Greci in questa regione?
5. Chi furono le prime popolazioni slave a migrare in queste zone?
6. Quali attività produttive praticavano gli slavi?
7. Quale città divenne il centro di uno stato medievale nell'Ucraina?
8. Quali popolazioni contribuirono alla formazione della Rus' di Kyiv?
9. Quali eventi portarono alla scomparsa della Rus' di Kyiv come stato unificato?
10.Chi si appropriò dei territori che facevano parte della Rus' di Kyiv dopo la sua
scomparsa?

Parte 2.
Il 24 agosto 1991 l’Ucraina proclamò l’indipendenza, passando da “membro della
famiglia delle nazioni sovietiche” a stato sovrano e iniziando un lungo, e non privo di
intoppi, cammino verso la democrazia.
Durante questo periodo è rimasta piuttosto divisa tra due idee diverse del proprio
futuro: da una parte c’è chi vede nella Russia un alleato e partner commerciale;
dall’altra invece chi vorrebbe maggiore integrazione con l’Occidente e in particolare
con l’Unione Europea. Il mondo intero si accorse di queste divisioni al momento
della cosiddetta “rivoluzione arancione” del 2004, nel corso della quale gli ucraini
protestarono in massa in difesa della vittoria elettorale del candidato filo-europeo
Viktor Yushenko.
Nel 2008 la NATO accettò che in un non meglio specificato futuro avrebbe accolto la
richiesta dell’Ucraina di entrare nell’alleanza militare.
Ci fu una seconda rivoluzione poi a novembre del 2013, quando migliaia di persone
protestarono nel movimento chiamato “Euromaidan”, a Kyiv, contro la decisione del
presidente Viktor Yanukovich di rifiutare un importante patto commerciale con
l’Unione Europea. Dopo mesi di tensioni, nell’inverno del 2014 Yanukovich decise di
rispondere con la violenza, e a Kyiv ci furono scontri duri tra le forze di sicurezza e i
manifestanti con decine di morti e centinaia di feriti.
La rivoluzione però ottenne il suo obiettivo. Il 22 febbraio Yanukovich – che anni
dopo sarebbe stato condannato da un tribunale ucraino per alto tradimento – lasciò il
paese. A capo del governo fu nominato il filoeuropeo Arseniy Yatsenyuk. Putin definì
la rivoluzione ucraina «un colpo di stato incostituzionale e una presa del potere
militare», e poco dopo invase e occupò militarmente la Crimea. Contestualmente, le
regioni (oblast) di Luhansk e di Donetsk, nell’area orientale del Donbass, uscirono
dal controllo dello stato ucraino.
All’inizio del 2015 gli accordi di Minsk stabilirono la fine dei combattimenti e il
ritorno all’Ucraina delle regioni ribelli, in cambio di più autonomia. Ma benché
fossero stati firmati sia dal governo ucraino sia da quello russo, gli accordi non
furono mai davvero rispettati. I combattimenti continuarono in maniera piuttosto
intensa fino alla fine di quell’anno.
Negli anni, soprattutto tra il 2014 e il 2015, più di 13mila persone sono morte, sia
militari che civili, e moltissime famiglie hanno dovuto abbandonare le proprie case e
le proprie città.
Il governo ucraino aveva definito le due repubbliche autoproclamate «territori
temporaneamente occupati» (dalla Russia) e chiamava il fronte «linea
amministrativa». In Russia invece si parlava del conflitto nell’est dell’Ucraina come
di una guerra civile. La divisione degli oblast in vigore fino a pochi giorni fa di
Donetsk e Luhansk non rifletteva comunque divisioni culturali, etniche o storiche
pre-esistenti, era solo il risultato degli scontri di sette anni fa.
Anche se ufficialmente le due regioni erano gestite da leader ucraini, la Russia
esercitava già un forte controllo. Chi viveva nelle due repubbliche autoproclamate era
invitato a richiedere la cittadinanza russa e abbandonare quella ucraina e poteva
votare alle elezioni russe pur non avendo la cittadinanza vera e propria.

Esercizio
Scrivete una breve riflessione sull'argomento "Il tuo atteggiamento nei confronti
dell'Ucraina, della lingua e della cultura ucraina è cambiato negli ultimi anni?
Perché?"

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