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Letteratura Russa.

La Rus' di Kiev – 882 D.C

Introduzione - contesto storico. X- XI sec.


La cultura slava e quella europea si distinguono sin dagli albori per le loro peculiari
caratteristiche.
Gli slavi orientali erano:
• Organizzati in PLEMIJA , ovvero in TRIBU' ed in CLAN PATRIARCALI ,
ovvero ROD.
• Erano dediti ad un economia di raccolta.

Iniziano ben presto la colonizzazione del Bassopiano sarmatico , strappando la zona


alle popolazioni ugro-finniche preesistenti.
Nei secoli IX – X si verificano non pochi cambiamenti per questa popolazione, infatti
sulle coste baltiche e lungo i corsi d'acqua interni come Volchov e Dnepr s'instaurano
i VARJAGI – navigatori scandinavi dediti al commercio fluviale ed alla pirateria.

I variaji sono:
Organizzati in DRUZINA , schiere armate - capeggiate da un KNJAZ (duca o
principe).
Sui fiumi citati iniziano ad instaurare il loro potere, fondando dei centri fortificati di
approvvigionamento. Lungo questi canali si vanno a costruire i primi nuclei cittadini,
il primo embrione di Stato slavo-orientale: LA RUS' DI KIEV.

Siamo alla fine del X secolo, nel 988 d.C., quando c’è il primo fondamentale
momento della storia della Russia: il Battesimo della Rus’, voluto dal Principe
Vladimir. È il primo fondamentale momento della storia della letteratura. Il
Cristianesimo porta infatti ad un forte legame con Bisanzio.
Da questo momento in poi il destino del mondo slavo orientale verrà separato dal
resto delle altre culture > la lingua liturgica è la lingua letteraria, chiamata anche
slavo ecclesiastico o paleoslavo. La lingua russa ovvero la lingua quotidiana è la
lingua dell’amministrazione e del diritto. Si crea quindi una forma di diglossia, cioè
la presenza di due codici linguistici, uno dei quali è considerato inferiore all’altro ed
intraducibili l’uno nell’altro. (Es. arabo classico > arabo egiziano/tunisino). A lungo
la produzione letteraria è influenzata dalla diglossia.

La RUS' DI KIEV ha una struttura politico-istituzionale particolarmente arretrata:


• Le città sono sedi principesche, divise in parte fortificata ( GOROD) dove vive il
capo clan con la sua druzina e gli empori (POSAD) , il sobborgo artigianale
mercantile autmministrato dall'assemblea, (detta VECE) . Sono basate su
tradizioni clanico-patriarcali.
• Tra città e campagna si verificano regolari RAZZIE che la druzina compie a nome
del principe-capo clan.
• Le città sono nuclei divise trai vari principi secondo il grado di ANZIANITA',
mentre la sede principale di Kiev' viene lasciata al “capofamiglia” . Appena una
sede rimane vacante, un successivo principe scala la “classifica” e prende il suo
posto.

L'ultimo grande principe kieviano capace di regnare fu Vladimir Monomach (1125),


dopo di che lo stato sarà retto solamente dalla spina dorsale dei commerci fluviali
Mar-Baltico + Mar-Nero. La data di declino per lo Stato fu il sacco di Costatinopoli
da parte dei crociati nel 1204.

Da questo momento in poi sembra che l'asse portante della Rus' stia rotolando verso
nord-est , verso la via della seta.

Nei secoli XIV-XV l'area precedentemente occupata dalla Rus' di Kiev sarà divisa in
tre compagini:
• la parte occidentale, Kiev compresa, viene conquistata dal principato di
Lituania
• la parte del nord è dominato da Novgorod
• il centro oriente viene conquistato progressivamente da Mosca ( già con la
battaglia di Kulikovo 1380)

PDV CULTURALE: la letteratura della tradizione.

La cultura letteraria anticorussa assume i tratti tipici di un sistema periferico sempre


più arretrato rispetto al contesto europeo: Dall’undicesimo al diciassettesimo
secolo la letteratura russa visse quasi interamente isolata dagli sviluppi
contemporanei della cristianità latina. C’era la mancanza di qualunque contatto con la
letteratura greca e la tradizione classica precristiana.
La cultura scritta venne portata nella Rus di Kiev da monaci provenienti dalla
Bulgaria nell'XI secolo: lo slavo ecclesiastico + cultura bizantina necessaria
all'evangelizzazione ed a scopi liturgici. Pertanto, la letteratura di Kiev non è
certamente raffinata ed alta come quella di Costantinopoli , ma è una letteratura di
monastero di provincia.
La letteratura russa antica proviene principalmente dalla Rus' di Kiev ed è
prevalentemente rappresentata dalla traduzione in paleoslavo di letteratura bizantina,
soprattutto religiosa e generalmente anonima. Non esiste una contrapposizione tra
cultura secolare e cultura religiosa, la tradizione non era fondata sulla retorica come
possiamo invece vedere a Bisanzio.
• L'archetipo unico del sistema letterario e' la sacra scrittura.
• Pertanto , non esisteva una letteratura intesa come cornice unitaria di generi
letterari. Il carattere primario dei testi è di tipo PRAGMATICO → i testi
venivano perciò classificati in base al loro scopo.
• Manca il concetto stesso di letteratura nazionale → poiché la lingua nella
quale i testi sono redatti è comune all'intera Slavia Ortodossa.
• Non troviamo un'evoluzione letteraria, poiché la tradizione , i vecchi canoni
permangono nonostante l'introduzione di nuovi
• Nella Rus di Kiev mancano le istituzioni didattiche laiche che avrebbero
portato alla fioritura di movimenti culturali distinti ( no università, no scuole di
giurisprudenza o medicina ad esempio)
• Mancano luoghi e gruppi in cui si possa sviluppare una letteratura intesa come
gioco, come elemento ludico.
Date le sue origini la letteratura anticorussa HA SOLO LA FUNZIONE DI RITO, i
modelli letterari sono fissi , preconfezionati e stabili da imparare mnemonicamente.
Inoltre , è assente la LINGUA LETTERARIA → lo slavo ecclesiastico non veniva
utilizzato per conversare, ma solo per sviluppare questo filone, dove la coscienza
individuale è assente e si è assorbiti nella mentalità tradizionale dominante.
A questa lingua religiosa se ne affianca una burocratica/pratica “ la lingua delle
cancellerie – un risultato di combinazione tra russo parlato e lessico amministrativo.
Ciò che è certo è che nessuna delle due lingue aveva le caratteristiche di una lingua
letteraria occidentale.
L’utilizzazione del volgare russo si usò per la prima volta solo verso la metà del
17secolo.
→ Primo documento autonomo dell’Antica Rus’ è il Sermone sulla legge e sulla
grazia 1050, scritta da Ilarione, metropolita di Kiev. Il tono è marcatamente solenne,
ma si tratta più di un’omelia. Il concetto di base è la rosskaja pravda, cioè la verità e
legge russa. Afferma la propria autonomia da Bisanzio.

Nella vecchia Russia non esistevano scrittori ma soltanto “uomini di lettere”


(kniznniki). La copiatura dei libri era considerata un lavoro sacro e veniva effettuata
dai monaci. La stampa fu introdotta in Russia molto tardi. (primo libro 1564). Anche
dopo l’invenzione della stampa per i suoi costi elevati venivano stampati solo libri
importanti come la bibbia, le liturgie e i regolamenti ufficiali. La letteratura della
Russia antica risulta essere molto povera mentre risaltavano maggiormente
l’architettura e la pittura.

Ci troviamo nell' XII sec quando s'incomincia a vedere una variazione nel panorama
folkloristico:
A rappresentanza del folklore, troviamo il racconto. Il racconto in lingua slava
poggia sulla tradizione orale delle byliny, canti epici , narrazioni di gesta e fatti
gloriosi divisi in cicli, ognuno dei quali ha un personaggio principale diverso. In
questi racconti si stratificarono lungo i secoli, tradizioni pagane, memorie tribali e
influenze della letteratura cristiana bizantina. Questi racconti furono diffusi dai
cantastorie in tutta l'area slava fin dall'XI secolo, e solo dall'inizio del XIX secolo
cominciarono a circolare in forma scritta, divenendo poi oggetto di appassionati studi
filologici.
Quindi per quanto riguarda questo aspetto, si diffondono prove di poesia popolare,
tuttavia questa produzione circolava in forma orale produzione profana, attraverso gli
Skamorochi:
- cantastorie > attori girovaghi. [Nel XVII secolo, Alessio I vietò la circolazione degli
skamorochi, perché la Chiesa non gradiva le attività e la presenza di questi
personaggi. Alessio I è ricordato per l'istituzionalizzazione della servitù della gleba
nel 1649] .

→ L’opera più importante della letteratura russa antica e che rappresenta il suo
folklore è Il Canto della schiera di Igor’ considerato come espressione dell’epos
russo del secolo, andato perduto, ricompare dopo l’incendio di Mosca del 1812. La
trama ruota intorno alla fallita campagna militare di Igor' Svjatoslavič contro i
Cumani.

Un poema epico anonimo della letteratura ucraina / letteratura russa scritto in antico
slavo orientale e approssimativamente risalente alla fine del XII secolo.

Altro genere al di fuori di quello religioso è la narrazione storica: testo


fondamentale è la Cronaca di Nestore, unico testo di riferimento della storia della
Rus’ di Kiev. Solitamente la narrazione storica è dedicata a personaggi noti come gli
zar, tendono ad avvicinarsi di più ad una cronaca, si perde quindi il carattere epico.

Il periodo dell'invasione tartara dal 1200 al 1400:

PDV storico:

In questi anni, il centro politico e culturale della Russia fu Kiev. Le classi dominanti
erano:
• il clero urbano
• l’aristocrazia militare.

Il clero si dedicava alla cultura, all’arte e alla letteratura e sottomise la casta militare
anche se quest’ultima conservò ugualmente le tradizioni pagane (amore per la guerra,
la caccia, piaceri della tavola ecc). Il monastero della Cripta ( pecerskij) di Kiev fu
alla metà dell' XI secolo fu il centro dell’insegnamento ecclesiastico.

Negli anni 1238-40 i tartari si impossessarono della parte orientale della Russia e
distrussero Kiev. I centri che sopravvissero furono quello di Novgorod e i
principati dell’alto Volga, uno dei quali Mosca.

La dominazione mongola, assieme alle richieste di tributi, continuò all'incirca


fino al 1500.

Pdv culturale :

Si definisce “età oscura” la letteratura di questo periodo, in cui si sviluppò soprattutto


l’arte. La civiltà di Novgorod è forse l’espressione più caratteristica della Vecchia
Russia.
Un interesse importante è costituito dai racconti militari riguardanti l’invasione
tartara. “La vita di Sant’Alessio”è un brano notevole per la memoria nazionale.
Altri racconti sono quelli relativi alla vittoria di “Kulikovo” (zadonsina, la leggenda
della rotta di Mamaj).
Verso la fine di questo periodo un nuovo stile letterario venne importato dai numerosi
chierici serbi e bulgari. Il più notevole di questi ecclesiastici fu Cipriano che si
soffermò sull’agiografia. Egli rifiutava il dettaglio realistico e la tendenza alla
convenzionalizzazione. La tipizzazione delle singole personalità e dei singoli fatti
prevalse a tal punto che gli scritti questa scuola sono del tutto inutilizzabili come
documenti storici. La lingua si trasformò e si inserì uno slavo ecclesiastico più rigido.

Il '500

Il principe di Mosca Ivan III divenne il monarca assoluto ed eliminò gli ultimi residui
della supremazia tartara.
Il suo successore che ebbe il titolo di zar fu IVAN IL TERRIBILE*, della dinastia dei
Rjurik.

* Perchè “il terribile”?

Quest'aggettivo era usato dal popolo in maniera tutt'altro che negativa, dato che il
sovrano tuonava e minacciava i boiardi ( membri dell'aristocrazia feudale solo
inferiori al regnante), che molte volte nella storia russa si sono resi responsabili della
disgregazione dello stato.
I boiardi erano visti come i responsabili della morte della madre del principe , Elena,
uccisa avvelenata a a causa di controversie politiche e cospirazioni per arrivare al
trono.
Il clima di sospetto ed intrigo in cui Ivan IV si ritrovò a vivere durante la sua infanzia
segnarono perennemente la psiche del giovane Zar: da qui, prima ancora che dal
mero calcolo politico, nacque il suo odio esasperato contro le famiglie nobiliari e
la strenua diffidenza verso tutto il genere umano. Per alcuni suoi biografi furono
tutte le atrocità a cui Ivan IV dovette assistere, e a cui dovette far fronte, a
trasformarlo in un crudele tiranno, tanto da farlo soprannominare "il Terribile" in età
adulta.
Tuttavia , Ivan non era così terribile:
• si dedicò alla letteratura e le sue lettere rappresentano un vero e proprio
capolavoro del giornalismo politico della vecchia Russia. Esse sono piene di
crudele ironia, colme di invettiva satirica a varie persone del suo ambiente.

Al momento dell'incoronazione, dopo aver dimostrato negli anni precedenti la


propria intelligenza in ambito politico, Ivan si rivelò di un'ambizione tale da
affermare che i simboli del Principato di Mosca, il globo con la croce e lo scettro,
provenivano direttamente da Costantinopoli in quanto inviati da un Imperatore
bizantino nel XII secolo a un proprio antenato, principe della dinastia Rurik.
Giustificò, in questo modo, la propria decisione di assumere il titolo di zar, ossia
Cesare (chiaro richiamo all'Impero romano), e fece elevare Mosca al ruolo di Terza
Roma.
A ulteriore giustificazione di tale scelta vi era la circostanza che nelle vene di Ivan IV
scorreva sangue bizantino poiché suo nonno, Ivan III di Russia, aveva sposato alla
fine del '400 la figlia dell'imperatore di Bisanzio.

Egli scelse di persona anche la nuova zarina, come i basileus a Costantinopoli


sceglievano la basilissa. Emanò, infatti, un editto nel quale intimava a tutti i nobili
russi di inviare a Mosca le proprie figlie in età da marito, in modo che lui stesso
potesse scegliere la sua futura moglie. La pena per chi avesse tentato di non ubbidire
prontamente a tale ordine sarebbe stata la morte.
Lo Zar scelse come sua compagna Anastasija Romanovna Zachar'ina,
appartenente a una famiglia nobile di provincia. Il suo rapporto con la moglie si
rivelò col tempo ottimo: cominciò, infatti, a fidarsi quasi solo ed esclusivamente di
lei, che era una persona mite e fedele, e quando si trovava in sua compagnia non era
soggetto a quei terribili sbalzi di umore che da pochi anni avevano cominciato a
manifestarsi.

→ Tuttavia la sua scelta non fu gradita agli aristocratici moscoviti, che si sentirono
offesi in primo luogo perché non era stata scelta una delle loro figlie ed in secondo
perché loro non volevano servire e prestare giuramento ad una nobildonna di poco
conto venuta dalla provincia.

La crudeltà ed il cinismo di Ivan nei confronti di questa porzione di società non tardò
a a manifestarsi:
→ nel 1547 si presentarono a corte alcuni rappresentanti di un villaggio del
principato di Moscovia a lamentarsi riguardo al governatore della zona che, a loro
dire, era ingiusto verso di loro. Ivan IV, per nulla interessato a tali doglianze e
lamentandosi egli stesso di stare solo perdendo tempo, ordinò alle proprie guardie di
prendere quegli uomini e, dopo averli cosparsi di acquavite, di bruciare loro le barbe.

MA L'atto crudele fu fermato dall'appiccato incendio a Mosca, che distrusse il


palazzo imperiale. Dopo questo evento lo Zar fu colpito da un attacco di nervi, ma
secondo i suoi biografi contemporanei tale esperienza giovò al suo modo di
governare, che divenne più responsabile.
Sembra infatti che avesse visto nell'incendio una punizione divina per i suoi
peccati, tanto da spingerlo a pentirsi pubblicamente sulla Piazza Rossa, promettendo
di governare da allora in poi nell'interesse del popolo.
GOVERNO DI IVAN IV:
• Si circondò di un numero di consiglieri più moderati e meno accondiscendenti
verso le sue intemperanze.
• Politica volta alla pace e alle riforme di modernizzazione dello stato.
• Ampliò le proprie rotte commerciali moscovite, aprendo ai mercanti inglesi il
porto sul Mar Bianco.
• Ivan contrastò i funzionari e il clero corrotto, modificò il codice penale e
costrinse i boiardi a ratificare in assemblea le sue decisioni in politica interna
• Creò un concilio ecclesiastico diretto dallo stesso Ivan nel quale venne stabilita
la subordinazione della chiesa allo stato.
• Creò un esercito permanente, formato dagli strelizi, grazie al quale riuscì a
ottenere il controllo su tutti gli esponenti dell'alta nobiltà.

L'appellativo "il Terribile" fu coniato proprio in tale occasione dalla fascia più bassa
della popolazione e manifestava invece il rispetto dei più poveri verso il loro sovrano,
che non esitava a usare il pugno di ferro sia con la nobiltà che li opprimeva, sia con i
Tartari, autori da secoli di continue e sanguinose razzie nelle campagne. AMATO
DAL POPOLO – ODIATO DAI POTENTI.
• A far risultare Ivan IV ancora più gradito al basso volgo sopravvenne un suo
discorso pubblico a Mosca nel quale si scusava con i propri sudditi di non
averli difesi in tempo passato contro i soprusi di certi boiardi, e annunciava che
da quel momento in poi non sarebbe più accaduto nulla di simile. Concluse la
propria orazione eleggendosi a difensore dei deboli e mise subito in atto i
propri intenti facendo immediatamente arrestare un gran numero di nobili.

La sua condotta spietata nei confronti dei nobili gli si ritorse contro nel momento di
difficoltà: infatti a seguito di un'improvvisa e violentissima febbre, scelse come erede
il figlio Dimitri e cercò con le forze rimastegli di convincere i boiardi a giurargli
fedeltà. I boiardi arrivarono a litigare davanti a lui in procinto di morte per scegliere il
vero successore. Contrariamente alle aspettative lo Zar si riprenderà fisicamente, ma
la sua situazione familiare sarà caratterizzata ancora una volta da intrigo, sospetto e
sangue:
• il figlio muore
• l'amatissima moglie muore in circostanze sospette- probabilmente uccisa dai
boiardi.

Follemente adirato, minacciò di abdicare e di lasciare in miseria l'intera zona, poiché


i nobili non si sarebbero accordati pacificamente sul futuro regnante. COSI' FU.
→ Il periodo della sua astensione dal regno fu convulso ed anarchico.
Il sovrano pose una sola condizione per tornare a governare: , la cui accettazione lo
avrebbe reso illimitatamente potente:
• il clero avrebbe dovuto rinunciare al suo diritto di intercessione .
• i boiardi avrebbero dovuto rinunciare alle loro garanzie ed ai loro privilegi.
Furono costretti ad accettare.
Chiunque andasse conto il suo volere veniva giustiziato o rinchiuso in camere di
tortura.I boiardi che tentavano di sollevarsi in rivolte, firmavano la loro condanna a
morte.

Tuttavia gli ultimi anni di regno furono ancor più segnati da timori e paranoie.
Nonostante fossero tutti assoggettati al suo potere, nonostante il suo potere illimitato,
la minaccia tartara lo mise a dura prova causandogli crisi nervose.
Oltre a ciò, il sospetto e la paura iniziarono a prendere piede nel suo cuore: non si
sentiva più al sicuro. Temeva per la sua vita, per il suo regno. Non si fidava di
nessuno , nemmeno delle sue mogli, nemmeno dei suoi consiglieri più cari. La sua
condizione psicologica era ancora più instabile e ciò lo portò ad avere anche
comportamenti violenti insensati. Il sovrano era in preda alla follia.
→ Nel novembre del 1581, Ivan picchiò violentemente la propria nuora, incinta di un
figlio, per avere indossato vestiti troppo appariscenti, causandole un aborto.
Suo figlio, anch'egli chiamato Ivan, appena venuto a sapere dell'accaduto, ingaggiò
un litigio furibondo con il vecchio Zar, durante il quale quest'ultimo colpì la testa del
figlio con la punta in ferro del proprio bastone, causandone la morte. Disperato per
ciò che aveva fatto, Ivan iniziò a vagare per i corridoi del suo palazzo imperiale,
urlando, sbattendo la testa contro i muri e dicendo che non era degno di essere lo Zar
di tutte le Russie. Riunì in seguito i boiardi, annunciando che voleva abdicare e
chiedendo loro di scegliere il proprio erede. I boiardi, temendo di essere accusati di
complotto, rifiutarono di adempiere alla sua richiesta.

La sua paranoia fu di fatto sensata: la morte del sovrano appare infatti dovuta ad
avvelenamento da mercurio (1584). Il sovrano ha concluso la sua vita come l'aveva
iniziata: nel sospetto e nel continuo guardarsi dagli altri.
Fu nominato successore il figlio Fedor , che regnò per circa un decennio, dopo il
quale la dinastia dei Rjurik terminò.

La Mosca seicentesca

Pdv storico:

Nel '600 ci troviamo nel periodo dei Torbidi:

Con il nome di periodo dei torbidi si intende quel periodo di interregno nella Russia
dominato da una anarchia assoluta seguente alla fine della dinastia dei Rjurik
(1598) e precedente alla dinastia dei Romanov (1613): fu infatti uno dei periodi più
torbidi e convulsi della storia russa.
Infatti, se in altri versanti la Moscovia sta raggiungendo un suficiente grado di
modernità , nell'XVII secolo si hanno ancora dei profondi deficit politici:
• Le spinte modernizzatrici volte allo sradicare la tradizione politica della
centralizzazione del potere in maniera assolutistica trovano l'empasse nello
scontro con la vecchia feudalità terriera dei boiardi, che dopo la morte di Ivan
IV si rianimano e si scontrano per accaparrarsi il trono senza giungere a
conclusioni.
• Inoltre , al contrario delle altre monarchie europee , lo stato moscovita non
poteva più finanziare il pagamento di burocrati e di un esercito regolare. Era in
un momento di profonda crisi economica, anche dovute alle opere pubbliche
volute dallo Zar precedente e dalla carestia. La situazione perciò è ad un punto
critico.
• Invece di continuare con l'apertura nei confronti dei commerci e mercati esteri,
il territorio moscovita si richiude in se stesso. Sbarra le porte all'occidente. Ciò
era anche dovuto all'arretratezza dei mezzi che non consentivano di garantire
tutto l'anno un porto sgombero da ghiacciai
Non bisogna sorprenderci dunque di trovare alla guida del paese un monarca
adolescente o bambino, il quale governa tutelato dai familiari o dall'elite a lui più
vicina. Spesso accadeva però che coloro di cui era contornato l'infante finivano per
volersi accaparrare definitivamente il trono. E' un periodo di spasmi, irregolare, senza
linee guida salde.
Nel 1682 ci fu un momento importante per la storia del paese: L'interruzione del
mestnicestvo → sistema tradizionale di attribuzione delle cariche , non in base al
merito, ma in base al rango e ad anzianità . Ciò comporta inevitabilmente alla
trasformazione della vecchia nobiltà di sangue in aristocrazia cortigiana – i cui
membri traggono potere dai beni posseduti e dalla vicinanza al sovrano.
Anche le guerre non hanno scenari più lieti → l'annessione dell'Ucraina comporta
una forte destabilizzazione, lo stato si trova infatti in un profondo stato di crisi
economica , giogo fiscale e miseria, che scatenarono rivolte cosacche nel sud del
paese sotto la guida di Razin , che sollevò contro Mosca parte della popolazione del
Volga.

Pdv culturale:

In questo periodo inizia a differenziarsi l'opposizione tra cultura secolare e cultura


religiosa. La tradizione non è più vista come eterno presente immutabile.
Il racconto si fa più realistico e dinamico, finchè, al posto del byliny, troviamo il
romanzo cavalleresco.
I personaggi sono caratterizzati individualmente. Non troviamo più solo la voce
corale liturgica dello slavo ecclesiastico, ogni personaggio ha virtù e vizi, dunque una
caratterizzazione propria. Il suo destino non ha solo una funzione didattica –
illustrativa, ma è visto anche come un dramma personale. Creare un'opera è esercitare
il principio d'individualità: i testi non sono più l'incarnazione di un unico modello
esemplare ( obrazec) .

PERCHE' QUESTO CAMBIAMENTO?

• Influsso della cultura estera rispetto alla Moscovia ( territori della repubblica
polacco lituana più sviluppati in senso artistico/letterario) : l'acquisizione della
poesia europea fu resa possibile dalla fondazione in Ucraina ed in Bielorussia
si scuole organizzate su modello di quelle europee

• Nel 1623 nasce a Kiev un Collegio Teologico

• Influenza della cultura polacca , costante interferenza in ogni aspetto.

Il '700 – l'altalenarsi dei poteri

Pdv storico:

Il Settecento è un secolo di profondi mutamenti in Europa di carattere:


• politico
• sociale
• letterario.
In campo politico è in questo periodo che si assiste alla nascita di grandi nazioni che
fino ad allora avevano rivestito nelle vicende europee solo un ruolo marginale: fra di
esse compare la Russia.
In Russia regna dal 1689 lo zar Pietro I, il “Grande”, sotto il quale questa nazione
conosce il suo periodo più florido, avviandosi a diventare una vera e propria
nazione europea.

→ Quando Pietro sale al trono, infatti, la Russia è un paese solo di nome, ai margini
dell’Europa: era un mondo senza città, una realtà rurale molto arretrata, l'handicap
maggiore lo creava la vastità del territorio che rendeva troppo difficile il controllo
della popolazione. Gli spazi erano vasti e l'agricoltura estensiva, la Russia aveva
grandi risorse naturali, era un serbatoio di legname, catrame, pellicce, cera, cereali
che diffondeva attraverso le vie commerciali del Mar Baltico, ma che non sfruttava a
pieno. Le tassazioni dello Stato che gravavano sulla popolazione erano
principalmente quella sull'acquavite, sul sale e sul tabacco. In questo assetto, le
maggiori autorità sono rappresentate dalla nobiltà terriera e la Chiesa.
Pietro I apparteneva alla grande dinastia dei Romanov, l'idea di Pietro il Grande,
diventato zar ( Zar = Cesare = Costantinopoli) a dieci anni ma che di fatto comincia a
governare a diciassette, era quella di modernizzare, centralizzare e
occidentalizzare il suo Stato inizia dunque un progetto di unificazione che fa capo
principalmente alla riduzione dell’autonomia della Chiesa e della nobiltà, e
all’occidentalizzazione del costumi.

Il suo operato è giudicato dagli storici con opinioni contrastanti:


• ci sono i tradizionalisti che lo accusano di aver tradito le origini slave per
occidentalizzarla
• c'è chi invece afferma che Pietro ha posto le basi per un'economia di assoluta
importanza.

A questo proposito Pietro compie tra il 1697 e il 1698 un lungo viaggio in


occidente, dove si informa sull’economia e la politica della Francia, dell’Inghilterra
e dell’Olanda. Al suo ritorno in Russia, Pietro:
• Trasferì la capitale della Russia a San Pietroburgo nel 1703
• Provvede a modernizzare il regime
• Ad accentrare il potere su di sé,
• A formare un nuovo esercito moderno
• Ad istituire scuole superiori.
L’esaltazione nel seguire le mode occidentali lo porta anche a modificare il calendario
russo secondo quello adottato nel resto d’Europa, e a costringere i bioardi a tagliarsi
la barba (tradizionale simbolo di autorità).
Ben presto prende piede una congiura contro di lui, guidata dal figlio Alessio, che
Pietro reprime col sangue, facendo uccidere centinaia di nobili ed il suo stesso
figlio.
Resta il fatto che con Pietro I la Russia diventa un grande impero.
Nel 1721 il patriarcato di Mosca, massima autorità della Chiesa russa, è sostituito da
un sinodo di vescovi presieduto dallo stesso Pietro il Grande, perché è sua intenzione
comandare anche nella sfera ecclesiastica.
Il re di Svezia, Carlo XII, minacciato dal crescente potere dello zar, tenta di
impadronirsi delle coste baltiche. Si forma allora una coalizione contro di lui tra
Russia, Polonia e Danimarca. Sconfiggere queste ultime due nazioni è facile per
l’esercito svedese, ma quando Carlo XII tenta di conquistare anche la Russia, viene
disastrosamente sconfitto nella battaglia di Poltava. Le paci successive vedono
dunque l’ingrandimento territoriale di Prussia e Russia.
Non avendo eredi, una legge concesse a Pietro il privilegio di scegliere il suo
successore ed egli scelse la moglie Caterina I. Pietro morì nel 1725. L'imperatrice
Caterina ha l'appoggio della guardia imperiale. Dopo la morte di quest'ultima per
sifilide, nel 1727, il trono passò al nipote, Pietro II (figlio di Alessio), con il quale
terminò la discendenza diretta maschile dei Romanov.

➢ Pietro II:
Pietro II era l'unico figlio maschio di Alessio Romanov, figlio a sua volta di Pietro il
Grande. Egli era l'unico erede in linea maschile di Pietro il Grande.
Per quanto riguarda la giovinezza, il piccolo zarevic, orfano, venne tenuto in
reclusione:
Suo nonno, Pietro il Grande, lo aveva sistematicamente ignorato e recluso.
Anche durante il regno di Caterina I, Pietro venne perlopiù ignorato, ma alla morte
della Zarina divenne chiaro che l'erede di Pietro il Grande non poteva essere tenuto in
prigionia ancora per molto. L'educazione del giovane zar venne affidata al vice
cancelliere Ostermann Menšikov, che si prendeva cura personalmente di Pietro II e
che cercava di fatto di farne le veci per governare lui stesso, cercando anche di dargli
in moglie la figlia.
Con la morte di Pietro, la linea diretta per successione maschile dei Romanov si
estinse. Gli successe Anna Ivanovna, figlia del fratellastro di Pietro il Grande, Ivan V.
➢ Anna Ivanovna:
Con la sua salita al potere non s'interruppero le tratte commerciali con l'occidente ,
nonostante l'infelicità dei nobili causata dal suo predecessore a causa dell'abolizione
di monopoli e dazi che portavano loro meno denaro, Anna mantenne la situazione
sotto controllo con un emanato che proclamava l'impossibilità da parte dei servi nei
confronti dei propri padroni.
➢ A succedere Anna è Elizaveta Petrovna Romanov
Figlia di Pietro il Grande, benvoluta dalla guardia militare, ruberà il titolo di
regnante al figlio stesso, imprigionandolo, segregandolo, rendendolo pazzo e demente
ed infine uccidendolo. Proseguendo la linea riformatrice che si era attenuata sotto i
precedenti regni, Elisabetta cercò di estendere il più possibile l'influenza russa sulle
regioni siberiane. Inoltre incrementò i commerci all'interno dell'impero, rivitalizzando
così la giovane industria russa ed ottenendo nuovi sbocchi commerciali ed
industriali.
Fu all'altezza del cognome Romanov, anche sul piano culturale:
modernizzò l'università di Mosca e aprì quella di San Pietroburgo, attirando
intellettuali e artisti da tutta Europa. La sua figura carismatica, amata dal popolo e
dalla aristocrazia, riuscì a tenere insieme la Russia riconquistandole il ruolo di grande
potenza.
➢ A succedere Elizaveta è Pietro III, suo nipote.
Si sposò con Caterina II, ma rimase sempre estraneo alla Russia e alla società russa.
Una politica estera poco attenta agli interessi russi gli inimicarono la guardia
imperiale e la moglie che pochi mesi dopo l'insediamento lo estromise, dal potere
facendolo imprigionare.
➢ CATERINA II:
Caterina II non era russa, era una principessa tedesca che all’età di 14 anni era stata
costretta a sposare Pietro III . Era chiamata “La tedesca”, impara quindi il russo e si
converte all’ortodossia, per ottenere maggior gradimento da parte dei sudditi. Mette
mano a ogni struttura dello Stato, la sua politica viene definita assolutismo
illuminato, o meglio, ASSOLUTISMO RUSSO.*
Nella prima parte del suo regno, Caterina si impegna a seguire la linea politica di
Pietro. Fa anche costruire il Monumento a Pietro I, per manifestare il suo
collegamento con lo stesso : il monumento era il Cavaliere di Bronzo, a cui si ispira
Puškin per una selle sue opere.
*E' più corretto parlare di “assolutismo russo”, cioè un assolutismo di uno stato
autocratico, perché l’illuminismo realizzato da Caterina II è più teorico che pratico.
Caterina era appassionata della letteratura dei philosophes francesi come
Montesquieu, Diderot, Voltaire. Caterina fu un’autentica mecenate:
• Con Voltaire in particolare mantenne scambi epistolari quasi quotidiani,
• Invitò a corte Diderot come bibliotecario.
Nel 1767 nomina una Commissione Nazionale di un nuovo codice di leggi con lo
scopo di discutere dei problemi sociali, soprattutto della servitù della gleba; ma la
Commissione non arriverà a completare un disegno di legge.
Si preoccupa della servitù della gleba, ma di fatto il suo potere è vincolato agli stessi.
Da un lato, quindi, voleva abolirla, dall’altro era lei stessa a rafforzarla.
Nel 1790 (ormai alla fine del regno di Caterina II), Alexandr Radiščev scrive
Viaggio da Pietroburgo a Mosca
→ Con il pretesto della cronaca di un viaggio, denuncia le reali condizioni del
popolo sotto l'impero di Caterina II:
• Esprime una forte condanna nei confronti dello schiavismo della servitù della
gleba e invocando il principio di uguaglianza.
• Muove un'accusa nei confronti di Caterina e della sua politica di assolutismo
russo. L’ultima parte del suo regno sono anni di politica repressiva e
oscurantista, questo perché la rivoluzione francese aveva cercato di attecchire
anche in Russia. Ciò rappresenta un trauma per la zarina, che si pente delle sue
aperture al mondo occidentale ed al loro modello di pensiero. Per questo lo
stile delle sue strategie di politica interna e culturale cambia e diventa più
dispotico e chiuso.
Dal punto di vista letterario l’opera di Radiščev non è una grande opera, ma è
SCOMODA:
• Viene censurata tre volte.
• Lo stesso autore viene condannato ai lavori forzati in Siberia per 10 anni,

Nonostante la censura furono fatte circolare clandestinamente copie manoscritte del


viaggio di Radiščev, pur contenendo errori e mancanze.
Quando muore Caterina II sale al potere Paolo I e annulla le decisioni della madre.
Paolo I emana una legge che impedisce in qualsiasi situazione che una donna
salga al trono1.

➢ PAOLO I:

Come sovrano fu un idealista capace di grande generosità unita tuttavia a un carattere


molto variabile e vendicativo. Nel 1797 permise al famoso scrittore Radiščev di
tornare dall'esilio in Siberia, ma non appena questi rientrò nella sua tenuta, lo pose
sotto il controllo della polizia.

In politica estera Paolo fu del tutto autonomo senza curarsi di alcun consiglio o
parere. Questo atteggiamento portò la Russia:

• prima ad impegnarsi nella seconda coalizione contro la Francia

• Poi a condurre una neutralità armata contro la Gran Bretagna.

In entrambi i casi le scelte si basarono unicamente su emozioni personali: nel


primo caso furono dettate dal fatto che la Francia aveva espulso da Malta i cavalieri
dell'Ordine di San Giovanni di cui lo zar era Gran Maestro, nel secondo caso la
decisione è da attribuire all'aver ceduto alle lusinghe di Napoleone.
Un'altra impresa avventata in cui si impegnò Paolo I fu la spedizione cosacca in
India. Dietro tutte queste azioni si può probabilmente intravedere un tentativo di
seguire le orme di Pietro il Grande; sul suo monumento eretto durante il regno di
Paolo I, si legge "Al nonno dal nipote", una sottile ma ovvia presa in giro
dell'iscrizione in latino "PETRO PRIMO CATHERINA SECUNDA", pomposa
dedica di Caterina II al Cavaliere di bronzo, la più famosa statua di San Pietroburgo.

In politica interna Paolo I si comportò in modo decisamente reazionario:


• Abrogò tutte le innovazioni introdotte dalla madre1
• Aspro nei confronti dei nobili, non si curò minimamente delle condizioni delle
classi popolari ed anzi ampliò la servitù della gleba.
• Consapevole del ruolo giocato dalla Guardia Imperiale nella congiira del padre
Pietro III, Paolo cominciò ad estromettere dalla Guardia tutti i componenti che
erano stati fedeli a Caterina.
NB: Questa politica reazionaria, unita ad un'eccessiva fiducia nel proprio potere,
portò il sovrano a sottovalutare la Guardia e i tre complotti che aveva già portato a
compimento nella storia russa.
INFATTI → congiura e la morte:
Un complotto, con lo scopo di costringerlo ad abdicare, venne organizzato alcuni
mesi prima della sua morte .
I ribelli coinvolsero Alessandro, il figlio primogenito di Paolo. Dopo aver minacciato
una sommossa violenta che sarebbe costata la vita di molte persone, riuscirono a
convincerlo, con la promessa di non uccidere il padre, ma di costringerlo
semplicemente a firmare l'atto di abdicazione.
Non fu così: nonostante i tentativi di Paolo di nascondersi, fu brutalmente
assassinato, anche se fu ufficialmente annunciato che lo zar era deceduto nel sonno
per cause naturali. Alessandro era così asceso al trono.

Pdv culturale:

La svolta radicale dello sviluppo della letteratura si ha con Pietro I, detto il Grande
e Caterina la Tedesca. Pietro e Caterina II aprono e chiudono il XVIII secolo.
importante per lo sviluppo della cultura. Pietro I, imponendo infatti dall’alto
l'occidentalizzazione, genera una rivoluzione dall'alto.

→ La letteratura non è più di argomento religioso, ma anche profano che attinge


ispirazione e temi dai modelli occidentali.
Il XVIII secolo è molto attivo, dal carattere ispiratore ed imitativo:
• si traducono opere francesi, latine e greche.
• Si aprì la questione della lingua: Lamonosov scrisse la prima Grammatica
Russa
• si diffondono prosa, teatro e opere scientifiche.
• Nel 1710 il compare il cosiddetto alfabeto civile, cioè una semplificazione
grafica della scrittura corsiva.
NB : Questo porta a una semplificazione dello sviluppo dell’alfabetizzazione > si
crea quindi una nuova lingua letteraria.

Con Pietro :
• Furono pubblicati numerosi giornali russi (Vedomosti è il 1° giornale russo)
• Partecipò alla riforma dell’alfabeto, latine,
• Introdusse i numeri arabi al posto della numerazione slava,
• Inviò i giovani a studiare all’estero, aprì nuove scuole (matematica, scienze
marittime, amministrazione, lingue),
• Modernizzò le scuole gestite dalla Chiesa,
• Introdusse le scuole private
• Fondò numerosi musei e una biblioteca generale a Pietroburgo e creò
l’Accademia imperiale delle scienze.

Caterina cerca di ricalcare l'esempio di Pietro il Grande.


Con Caterina si diffonde inoltre l'alfabetizzazione e si coglie un autentico interesse
per il sapere e la cultura. La produzione libraria aumenta notevolmente.
In quel periodo per decisione della zarina, i giovani studenti meritevoli venivano
inviati in università straniere, per lo più tedesche, a completare la formazione
soprattutto nell'ambito del diritto e della giurisprudenza, ma anche nella filosofia (una
sorta di Erasmus). Questa decisione di Caterina si muove in linea di continuità con la
politica culturale di Pietro il Grande, che costringeva i figli dei nobili a trascorrere un
anno in paesi dell’occidente. Con l’evoluzione della civiltà questa diventa
un'esperienza di vita, ma solo i meritevoli venivano inviati all'estero a spese della
corona.

Si registra negli ultimi decenni del ‘700 una presenza inferiore di stranieri all'interno
delle istituzioni culturali. Fino all'epoca di Caterina i personaggi più importanti che
guidavano le istituzioni del sapere erano per lo più gestite da stranieri, poiché si
diceva che gli intellettuali russi non fossero sufficientemente preparati.

Caterina partecipa attivamente alla politica culturale > lei stessa partecipa alla
formazione della cultura: scrivi sui giornali, fonda periodici, dà impulso al teatro e
alla musica, compone commedie, è una mecenate e sostiene economicamente
musicisti, pittori, architetti, russi e stranieri.
IL SUO OBIETTIVO:
Creare un cittadino russo moderno. Quindi interviene nella questione
dell'educazione dei cittadini: fonda l'Istituto per la Formazione delle fanciulle di
famiglie nobili. Sempre nell'ambito dell'educazione riforma la scuola dei Cadetti di
Fanteria che diventa un centro importante della cultura.
Mette in pratica lei stessa dei principe educativi, sottraendo al figlio l'educazione dei
nipoti. Non avendo stima nel figlio si occupa della formazione di Alessandro >> era
una prassi normale, quella che la nonna si occupasse dell’educazione dei nipoti.
Nel 1768 fonda una società per la traduzione di libri stranieri: lo scopo è quello di
tradurre libri meritevoli di argomento filosofico, scientifico, letterario.

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