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Negli ultimi anni del ‘700 e negli inizi dell'800 si instaura l’età del
sentimentalismo:
Gli ultimi decenni del XVIII secolo , sotto il regno di Caterina II, sono caratterizzati
da un mutamento radicale: l' interesse degli scrittori si concentra sempre di più sulla
dimensione interiore dell'individuo sulle sue emozioni e stati d' animo. Questa
nuova sensibilità è portata dalle correnti pre-romantiche.
Il sentimentalismo si manifesta soprattutto nel teatro, poiché forma d'arte ibrida che
permette di esternare la propria interiorità. Nel teatro si sviluppa la “Commedia
lacrimevole” tipicamente francese: vengono messe in scena situazioni drammatiche,
con esiti tristi. Con sentimenti e sensibilità si intendono drammi amorosi, abbandoni,
etc.
Al nome di Karamzin è legata un'intera fase della storia della letteratura e della
cultura russa. L'importanza dell'autore, ovvia per Puskin, fu in seguito messa in
dubbio e addirittura legata dalla «critica democratica» degli anni Sessanta del XIX
secolo. Questa circostanza, a sua volta, influi su А. N. Руrip (1833- 1904) e sulla
scuola critico-letteraria accademica.
Anche la scienza storica russa, che si rifaceva alla tradizione di А. L. Schlozer
( 1735-1809 ), tese a sminuire l'importanza di Karamzin come storico.
Ora assistiamo ad una revisione di questi punti di vista. Karamzin sta riacquistando il
posto che gli compete come uno dei fondatori di quella che è stata definita l' «eta
dell'oro » della civiltà letteraria russa.
Questo tipo di contatto induce Karamzin a porre attenzione al cuore dell’uomo, cioè
alla sensibilità, ai sentimenti e alla loro espressione. Si fa portavoce di una
Čuvstvitel'nost' – Sensibilità molto sentita: questo elemento trova poi concreta
espressione nella sua produzione.
Inizia anche un'intensa attività di traduttore e di autore originale di liriche dov'è fino
a subito evidente e dichiarato il rifiuto del canone classicistico in favore
dell'espressione lirica libera e soggettiva.
Frutto dei suoi viaggi è: LETTERE DI UN VIAGGIATORE RUSSO. - Rivista
Moscovita.
Questa esperienza di viaggio estremamente importante porta alla produzione di
un'opera molto significativa per Karamzin e per la letteratura europea, soprattutto per
quanto riguarda il genere della scrittura: Lettere di un viaggiatore russo in questa
opera lui racconta il suo viaggio Parigi nell’anno della rivoluzione, quindi vede una
Parigi sconvolta.
Sono lettere importanti, perché esprimono l’idea di un forestiero, di uno straniero
rispetto al ritratto delle civiltà che si trova a incontrare. Nonostante ciò, egli non
contrappone le due dimensioni – occidentale e russa: egli vede e descrive la
Russia come parte integrante dell'Europa.
Questo suo viaggio fà sì che al ritorno in patria sia percepito come
UOMO EUROPEO
Anche se sono un’opera letteraria di per sé, sono anche una cronaca: non si rileva
solo attenzione ai sentimenti, ma anche alla lingua russa e alle funzioni che la lingua
deve svolgere.
Karamzin si chiede quali siano le loro funzioni, a cosa servano, soprattutto la lingua
elevata: per lui la lingua deve riguardare tutte le sfere della cultura, da qui
l'orientamento principale verso l'arricchimento della semantica, 1' elaborazione del
lessico, che avrebbe permesso alla lingua russa di porsi allo stesso livello delle lingue
europee sviluppate. Quindi la lingua russa deve necessariamente aprirsi alle
influenze esterne accogliendo il processo di europeizzazione → accettare termini
stranieri che riguardano le discipline, senza chiudersi, per non rinunciare
all’arricchimento semantico. Per Karamzin solo questo processo può garantire la
formazione di una società autenticamente sviluppata.
Un altro aspetto della riforma linguistica il voler tener conto dei sentimenti e dei
pensieri di persone istruite ma nello stesso tempo di persone comuni.
Queste persone si concentravano nell'immagine della donna russa contemporanea in
cui la mentalità europea si univa alla raffinatezza ed all'umanità femminile.
Povest’ significa che riferisce di fatti reali, non inventati, quindi il testo sarà una
fonte affidabile. Nella letteratura russa moderna e contemporanea è difficile
differenziare povest' e roman dalla lunghezza.
Caratteristiche dela povest' , generalmente si:
• Concentra su un protagonista e sulle sue metamorfosi
• Descrive la sua personalità e si fa comprendere come il destino caratterizzi la
sua vita.
• Parla della nuova tensione tra soggetto e mondo
• Ha un contesto spaziale circoscritto e limitato.
• I personaggi sono in numero ridotto e tra questi ne emerge sicuramente uno.
NB: Nel roman sono numerosi e può non essere chiaramente identificato il ruolo del
protagonista, per es. Guerra e pace- Tolstoj ha moltissimi personaggi, mentre la
Figlia del capitano-Puskin è una povest'.
Nella povest' il genere si perde nella sua compattezza: poesia, romanzo e storia si
fondono nella stessa finzione data dall'immaginario dell'autore.
La Povera Lisa è una povest', dunque un testo non particolarmente esteso, ma che
ottiene un grandissimo successo: diventa un modello di riferimento sia per i
letterati del tempo sia in futuro.
→ L’autore considera la storia come la rappresentazione di una utopia senza
successo, perché racconta lo scontro tra sentimenti e la dura realtà sociale, in cui i
sentimenti vengono scritti:
Per Karamzin, questa povest' era la storia di un'utopia senza successo: lo scontro tra
il mondo dei sentimenti, in cui, come nell'arte, le persone sono eguali, è il mondo
sociale che le distrugge. Il popolo, in Karamzin, non era contrapposto all'individuo,
ma, insieme all'individuo, veniva inserito in un mondo di semplicità, schiettezza e
moralità, a cui si contrapponevano 1' artificiosità e la falsità degli istituti sociali.
L'ambiente descritto:
Karamazin costruisce con cura singolare lo scenario di questa vicenda
contrapponendo l'orizzonte metropolitano, in cui la città appare come un illimitato
sito moderno, dove l'io si smarrisce, ad un ambiente campestre, il Monastero di San
Simone, dove la natura diventa paesaggio dell'anima.
→ La contemplazione della natura permette di superare l'angosciosa percezione
dell'eterno ritorno, di un tempo ormai concluso.
La città è vista come qualcosa di negativo : “tremendo ammasso”, o come una
“Mosca famelica”, “ Mosca vedova”.
I due spazi scandiscono il dialogo culturale della storia, infatti i due proagonisti
provengono da queste due distinte zone
Narratore:
La voce del narratore è doppia in questo caso: quella dell'autore stesso - che inizia il
racconto con una presa dall'alto sin dall'inizio - e quella di Erasto. L'autore svolge il
ruolo di mediatore tra realtà particolare – quella della storia affidatagli da Erasto – e
realtà universale, quella di riportare questa dimensione a quella del lettore. Tutto ciò
rende più articolata la dimensione psicologica della narrazione.
L'intervento del narratore aggiunge inoltre una particolare sfumatura di sottile
parodia- di riso e pianto insieme- di paradosso.
Trama:
La Povera Lisa è la storia di una seduzione e poi di un abbandono, racconta di una
fanciulla appartenente a una famiglia relativamente umile: il padre infatti faceva parte
della classe dei proprietari terrieri, amante del lavoro che si guadagna la sua
posizione sociale. Tuttavia dopo la sua morte, la famiglia cade in rovina e la ragazza
provvedeva al sostentamento come poteva: cogliendo fiori per mazzolini, tessendo la
tela, sferruzzando calze ecc...
Lisa è di una bellezza esteriore non eccezionale , ma di profonda bellezza interiore,
bontà, pietà e capacità di comprendere il cuore di altri e di amare.
Un dì, recandosi a Mosca per vendere i suoi mazzolini, incontra un nobile (di una
classe sociale diversa dalla sua, ma non troppo ricco, non appartiene all’alta
aristocrazia), che si chiama Erast, che acquistando un mazzolino rimane colpito dalla
fanciulla, le dedica delle attenzioni. Le offre anche del denaro in più rispetto a quello
che realmente le dovrebbe , ma lei lo rifiuta, seguendo gli insegnamenti e gli ideali di
sobrietà paterni.
Erast, giovane testardo del quale ci viene data una descrizione più precisa rispetto a
Lisa- perchè l'autore lo conosce realmente – è caparbio, farfallone, debole, scostante
ed abituato ad avere ciò che vuole, perciò si reca a casa della ragazza per chiederle di
lavorare solo per lui. Per un periodo egli abbandona anche la vita mondana per lei e
per convincerla delle sue intenzioni.
Nasce trai due una relazione, ma le condizioni sociali non consentono l’esistenza di
questa storia. Lisa è profondamente innamorata, Lisa SA AMARE [ribadito più volte
nel brano], NELLA SUA GENUINITA' ED INGENUITA' spera in una conclusione
felice, ma Erast ben presto non può più accontentarsi di baci e carezze e carpisce la
purezza della ragazza in maniera abile ed astuta. Una volta soddisfatti i suoi impulsi,
mano a mano il giovane perde interesse.
Il matrimonio tra i due non avrà mai luogo nonostante le promesse dell'uomo, perché
Erast si vede costretto a sposare una donna molto ricca per avere un patrimonio
consistente, quindi lascia la povera Lisa. Si rincontrano per caso a Mosca e lui cerca
di comprare il suo silenzio per non far saltare il suo matrimonio con la ricca vedova
→ la famelica mosca compra la fertile campagna.
Lisa viene colta da una profonda tristezza e si suicida in uno stagno, che Karamzin
nella finzione letteraria identifica precisamente in un determinato luogo, tanto che i
suoi lettori compiranno dei pellegrinaggi a questo stagno, come era avvenuto prima
con il romanzo di Goethe I dolori del giovane Werther.
Inoltre, è importante che la Lisa si suicida nello stagno: fatto importante perché nella
cultura russa ricorre il tema dell’acqua > nella tradizione quotidiana ci sono molte
figure negative/dispettose legate all’acqua, spiritelli maligni, molti sono figure
femminili, come la Rusalka (nella cultura slava, non solo russa: in alcuni luoghi è
considerata benefica, in altri malvagia) simile ad una sirena. Si dice che la Rusalka
sia l’anima di una fanciulla morta di morte violenta, morta per amore, ma può essere
pericolosa per gli uomini, soprattutto dell'uomo maschio, con desiderio di vendetta, a
causa della sua morte (tipico del Romanticismo >> recupero delle tradizioni, anche
folkloristiche).
Lisa viene recuperata e sepolta ai piedi di una quercia (= luogo dei loro rapporti ma
anche contatto con la natura, di nuovo tipico del Romanticismo). Anche la madre
muore di dolore per la perdita della figlia. Nonostante si colleghi Erast al seduttore
cinico che seduce senza scrupoli, in realtà anche lui prova un senso di colpa, un
grande dolore, è consapevole delle sue responsabilità e nella finzione letteraria è lo
stesso Erast a mostrare all’autore il posto in cui era sepolta Lisa.
– Erasto sa o non sa amare? Sappiamo che è afflitto, ma sappiamo anche che
racconta ciò che è accaduto al narratore/autore che subentra nell'epilogo, per
scaricare la coscienza.
→ Per tutto l'Ottocento ci sarà il rinvio alla Povera Lisa, anche se non è un
capolavoro della letteratura, è un punto di origine, un avvio a tutta la tradizione di
prosa, ma anche di poesia portata avanti anche da Puškin.
Se ne parla a proposito della madre di Lisa, che piange per il marito morto
nonostante gli anni siano passati dal suo decesso. Ella infatti non si rassegna
alla perdita e piange. Prova dei sentimenti, sa amare, come sa amare anche sua
figlia.
Allo stesso modo il narratore non si rassegna alla perdita di Mosca come
vecchia capitale.