Sei sulla pagina 1di 2

ROMANTICISMO

Il Romanticismo è una tendenza artistico-culturale che affonda le proprie radici nel tardo ‘700 e si impone
nell’800, soprattutto dal secondo decennio fin verso la metà del secolo.
Essa si è diffusa in tutta Europa a partire dalla Germania e dalla Gran Bretagna, dove le teorie
romantiche trovarono una precoce formulazione nelle opere teoriche di intellettuali come W. H. Wackenroder
(Sfoghi del cuore di un monaco amante dell’arte, 1797), i fratelli Schlegel, E. Burke (poetica del sublime), A.
Cozens (poetica del pittoresco).
Il Romanticismo va messo in relazione con i grandi mutamenti di inizio Ottocento (il fallimento degli ideali
rivoluzionari, la restaurazione dei precedenti regimi, i fermenti sociali introdotti dall’industrializzazione) che
generano inquietudine e sgomento, tensione e disorientamento a livello generale.
In altre parole, le cause storiche e sociali del Romanticismo vanno individuate nella Rivoluzione
Industriale - che cambiò il volto della società europea creando nuove classi sociali - e nella Rivoluzione
Francese - dalla quale derivarono le nuove ideologie politiche liberali e democratiche e tutti i rivolgimenti
della storia dell’800.
Il Romanticismo ha interpretato tutto ciò, elaborando una nuova visione anticlassica e antilluminista: si
privilegiano ora la creatività, il sentimento, la fantasia, l’istinto, l’irrazionalità, l’intuito.
Tutto ciò si evince anche dall’uso della parola romantico: neologismo inglese seicentesco usato per
definire scenari naturali attraenti e pittoreschi, viene utilizzato nel ‘700 per indicare atteggiamenti umani
caratterizzati da ipersensibilità, irrazionalità, inquietudine, malinconia, emotività. Nell’800 assume significato
in contrapposizione a classico per esprimere un nuovo atteggiamento che punta alla riscoperta della
fantasia, dell’irrazionalità, del sentimento, dell’ingenuità, della fusione tra uomo e natura.
L’arte diventa espressione dell’interiorità, non più strumento di conoscenza razionale, e nasce la
concezione dell’artista creatore, simile a Dio e genio; si afferma il valore dell’originalità contro la
corrispondenza a modelli precostituiti.
La sensibilità romantica assume ben presto connotati politici, poiché la rivalutazione delle letterature
barbare delle origini diventa riscoperta delle identità nazionali, del patrimonio spirituale delle origini, in
contrapposizione dapprima al cosmopolitismo e universalismo illuministici, al dominio napoleonico poi, a
qualsiasi forma di restaurazione infine.
Ricapitolando, i caratteri costitutivi dell’età romantica sono: l’individualismo o soggettivismo (causa
dell’eclettismo del linguaggio artistico); l’esaltazione della libertà assoluta; la coscienza di sé come genio
creatore ed eroe, ribelle, tormentato, impaziente, solo e infelice.
I grandi temi del Romanticismo sono: la natura (o meglio, il rapporto tra uomo e natura), l’analisi del
mondo interiore, la storia (in particolare la riscoperta del Medioevo, funzionale al sentimento di identità
nazionale), la letteratura, la religione.
I generi artistici tipici: il paesaggismo, il filone dell’irrazionale (l’analisi del mondo interiore, come in J.H.
Füssli), la pittura di storia e di soggetto letterario e religioso, la ritrattistica.
Tra i maggiori esponenti della pittura romantica troviamo: i paesaggisti inglesi John Constable (1776-
1837) e William Turner (1775-1851) e il tedesco Caspar David Friedrich (1774-1840); i pittori di storia
Théodore Géricault (1791-1824) ed Eugène Delacroix (1798-1863) in Francia, Francesco Hayez (1791-
1882) in Italia.
IL ROMANTICISMO IN ITALIA

L’arte romantica in Italia si affermò in stretta connessione con la letteratura, con la quale condivise i
presupposti teorici - soprattutto il principio del ‘vero’ inteso in senso etico e non realistico - e attribuì la
massima importanza alla comunicazione di elevati contenuti civili e morali.
L’arte romantica fu dunque nell’Italia del XIX secolo espressione di un impegno civile e morale che si
manifestò soprattutto nel genere della pittura di storia.
Il medioevo gotico e il primo rinascimento furono individuati quali epoche esemplari per la formazione del
sentimento nazionale e della lotta contro lo straniero e gli artisti dettero di queste epoche un’immagine dai
forti connotati prerisorgimentali.
Questo tipo di romanticismo si espresse soprattutto nel Lombardo-Veneto e nel Granducato di
Toscana, nei quali la situazione socio-culturale era più moderna ed evoluta rispetto agli altri stati italiani.
Invece, nello Stato della Chiesa e nel Regno di Napoli, dominati politicamente da regimi autoritari e
culturalmente dall’Accademia, tale romanticismo ‘civile’ non poté esprimersi e il rinnovamento della cultura
artistica in senso romantico avvenne in altre forme: a Roma attraverso l’arte dei Nazareni, antiaccademica e
fortemente intrisa di sentimento religioso; a Napoli con il paesaggismo di Giacinto Gigante e dei pittori della
Scuola di Posillipo, che fecero della natura lo schermo sul quale proiettare il sentimento individuale.

LE POETICHE ROMANTICHE DEL SUBLIME E DEL PITTORESCO

La poetica del sublime è stata teorizzata dall’inglese Edmund Burke nel saggio del 1756 intitolato
“Philosophical Enquiry into our Ideas of the Sublime and Beautiful”. Essa fa riferimento al particolare
sentimento provato dall’uomo di fronte alla natura nelle sue manifestazioni più grandiose e affascinanti o
eccessive e angoscianti, colta nello scatenarsi dei suoi elementi primordiali, nel verificarsi di eventi
spaventosi o, al contrario, meravigliosi. Tali fenomeni suscitano il sentimento del sublime, cioè un’emozione
forte e intensa, che viene definita dal Burke ‘orrore dilettevole’ e consiste in un misto di sensazioni opposte:
attrazione e repulsione, fascino e sgomento, piacere e paura. Questa visione della natura ha trovato piena
attuazione nel paesaggismo del tedesco C. D. Friedrich, la cui pittura è caratterizzata da una sempre
maggiore aderenza al vero, e dell’inglese W. Turner, la cui tecnica a macchia produce una sempre
maggiore dissoluzione di forme e spazi.

La poetica del pittoresco è stata teorizzata dal pittore Alexander Cozens - autore di paesaggi ad
acquarello - nel saggio del 1785 intitolato “A new invention in drawing original compositions of landscape”. In
questo ambito i quadri rappresentano scenari naturali gradevoli per spontaneità e immediatezza, per varietà
di forme, di effetti di luce e di colore. La sensazione visiva che ne deriva provoca nell’uomo il sentimento del
pittoresco, cioè una reazione emotiva di piacere, corrispondente a una visione positiva della natura, sentita
come ambiente accogliente e congeniale all’uomo. Per Cozens, il pittore di paesaggi, attraverso la tecnica
della macchia, è in grado di suscitare nell’osservatore dell’opera la stessa piacevolezza provata di fronte alla
realtà naturale. Efficacissimo esponente di questa poetica è stato l’inglese J. Constable, che raggiunse tale
risultato attraverso l’innovativo metodo del lavoro en plein air.

Potrebbero piacerti anche