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IL ROMANTICISMO

Il romanticismo è un movimento politico, filosofico, artistico e culturale che si diffuse in Europa tra la fine
del 700 e la prima metà dell’Ottocento. L’ideologia romantica deriva da una società in grave crisi economica
e sociale, fortemente travagliata sia a causa dell’industrializzazione, ma anche della restaurazione politica.
Poiché il congresso di Vienna aveva deciso di rinchiudere politicamente e culturalmente ogni stato
all’interno dei propri confini prenapoleonici, gli ideali di universalità propri della cultura illuminista e
dell’arte vennero limitati e di conseguenza sostituiti con altri nuovi, come il movimento letterario dello
Sturm und drang che si diffuse in Germania tra il 1770 e il 1780. Il concetto di popolo che il romanticismo
esalta è quello dell’idea di nazione, cioè un insieme di individui legati fra loro dalla lingua, religione, cultura
e tradizioni. Quindi ciascun uomo può vantare la propria storia personale. Da questo nacque una nuova
attenzione per i sentimenti, gli affetti e le passioni caratteristici di ciascuna personalità. La sensibilità
romantica predilige infatti le individualità singole e tutti i fattori ambientali e culturali che hanno
contribuito a formarle e sostengono che il nostro presente è profondamente intriso del nostro passato,
quello più vicino, più sentito e più sofferto. Quindi possiamo dire che il temperamento romantico cerca
rifugio nel proprio passato, al fine di alleviare la paura di un presente che spesso è percepito come ostile e
degenerato. Il romanticismo si contrappone totalmente al neoclassicismo e a tutta la cultura illuminista;
infatti ricerca le proprie radici nel più vicino medioevo.

In questo periodo, quindi, riaffiorano la fede, il sentimento, l’irrazionalità e anche un risveglio del
sentimento religioso in tutte le sue componenti. Per quel che riguarda le arti figurative, artisti quali David o
Ingres preferiscono rappresentare leggende ossianiche, o rappresentazioni di una natura fortemente
personificata che riesce a suscitare grandi emozioni. Preferiscono ambientazioni volutamente fosche, ricca
di riferimenti simbolici, magici e misteriosi in modo da coinvolgere emotivamente gli spettatori. La
PASSIONE e il TURBAMENTO diventano per i Romantici due delle principali motivazioni artistiche.

IL SUBLIME

A questo tipo di sensibilità artistica è strettamente connesso il sentimento del sublime. Si pone dunque
all’estremo limite superiore della percezione del bello, quasi al confine estremo delle nostre capacità
intellettuali. È grandiosità, perfezione, Grazia, armonia, tanto che la nostra mente è incapace di percepire
razionalmente sensazioni così intense e assolute.

IL GENIO

Al sublime spesso è legato il genio, che è colui che ci consente di accedere alla vertigine del sublime. In
questa visione romantica, dunque, geni si nasce certo non si diventa. Il genio, pertanto, nella sua assoluta
libertà morale ed espressiva, si sente simile a Dio nel momento della creazione. È proprio da questa visione
che si tende a giustificare ogni comportamento del genio che, in quanto tale, può permettersi qualsiasi
intemperanza, addirittura fino all’autodistruzione.

NEOCLASSICISMO E ROMANTICISMO

Neoclassicismo e Romanticismo costituiscono due importanti fasi di uno stesso processo storico che anche
se opposte risultano in realtà tra loro connessi sul piano artistico e culturale. Mentre il neoclassicismo si fa
promotore del ritorno dell’ordine, alla regolarità e alla disciplina, ispirandosi ai modelli classici, il
romanticismo esalta la fantasia, la sensibilità personale e la malinconia, esasperando il sentimento e
rifiutando tutto ciò che si poteva in qualche modo ricollegare il razionalismo illuminista che del
neoclassicismo aveva costituito la base teorica. Il modo di vedere e di sentire la natura è un esempio di
questa contrapposizione ideologica fra i due movimenti. L’artista romantico si sente parte integrante della
natura e vi si immerge profondamente. L’artista neoclassico, al contrario, si sforza di rimanerne estraneo e
di indagarne razionalmente le caratteristiche al fine di padroneggiarla, negandone qualsiasi valore poetico
ed espressivo. L’arte tende a diventare stile, cioè insieme Amo genio di regola, di tecnica e di contenuti
facilmente individuabili altrettanto facilmente trasmissibili per mezzo delle scuole d’arte delle accademia.
In questo modo si arriva a creare una sorta di gusto nazionale egemone e generalmente ritenuto valido sia
sul piano estetico sia su quello etico, tenendo al tempo stesso la possibilità di controllare l’emergere di
personalità o movimenti artistici in disaccordo con gli indirizzi ufficiali.

THEODORE GERICAULT

Gericault nasce il 26 settembre 1791. Egli studia Al lycee Imperial, ma quando abbandona gli studi, diventa
allievo di Pierre narcisse Guerin, pittore neoclassico, dove conosce Delacroix. Divenuto presto pittore
indipendente, grazie alle sue risorse economiche familiari, progetta un viaggio di studio a Roma dove si
trattiene per circa un anno. La sua poetica è sospesa tra neoclassicismo e Romanticismo, con una maggiore
propensione verso la sensibilità romantica. Dopo un breve periodo trascorso in Inghilterra, i suoi interessi
per la tragica condizione umana aumentano. Il risultato di questo atteggiamento è un indagine pittorica del
mondo della follia, tesa soprattutto a rilevare la dignità di chi è prigioniero di una malattia mentale e del
dolore che ne consegue. Gericault scompare il 26 gennaio 1824.

EUGÈNE DELACROIX

Egli nacque a Charenton-Sant-Maurice il 25 aprile 1798. Studia Al lycee Imperial di Parigi e dal 1815 fu
allievo del pittore Pierre narcisse guerin, dove conobbe Theodore géricault. Egli arrivo ad essere il maggiore
dei pittori romantici francesi. Nella sua arte romantica troviamo la malinconia, il desiderio di cambiamento,
l’avversione per l’accademismo, l’avversione creativa, l’esotismo, il riferimento ai fatti della storia
medievale. Fece un soggiorno in Marocco nel 1832, che appaga il suo esotismo romantico ma allo stesso
tempo gli fece scoprire la luminosità dei cieli nordafricani e i colori accesi. Dal Marocco infatti riportò in
patria un gran numero di bozzetti e impressioni a cui attinse per tutta la vita. Infatti divenne un pittore
colorista, che tende a sfruttare a sviluppare in sommo grado gli effetti del colore. L'artista muore a Parigi il
13 agosto 1863.

FRANCESCO HAYEZ

Nacque a Venezia il 10 febbraio 1791, fece i suoi primi studi nella città lagunare. Nel 1809 vinse il premio
Roma, in cui potè vivere a contatto con le antichità e con le opere di Raffaello che studio a lungo. Nel 1823
si trasferì definitivamente a Milano e dal 1850 fu anche professore di pittura dell’accademia di Brera. Morì a
Milano il 21 dicembre 1882 all’età di 91 anni. Francesco hayez fu il più grande dei pittori di storia e si trovò
a operare proprio quando la pittura storica divenne un mezzo per diffondere nell’animo degli italiani una
coscienza di Nazione proponendo un glorioso passato a favore della libertà e contro la tirannide straniera.
Egli rappresentava il vero, termine con cui si intende la realtà, la società, i sentimenti propri e quelli degli
altri uomini. I dipinti dell'artista associano al vero anche il bello, cioè una certa idealità: quindi, la realtà non
è mai da lui interpretate in maniera cruda punto non solo, al vero è al bello corrisponde un contenuto serio,
fatto di ideali, di sentimenti elevati, di pensieri di ficcanti. L'opera d'arte infatti non è più rivolta a un'elite,
come nel passato ma al popolo intero e ha una forte funzione educativa.

FRANCISCO GOYA

Nasce il 30 marzo 1746 nel borgo di Fuendetodos e muore il 16 aprile 1828 a Bordeaux, in Francia. Nel 1824
venne esiliato e fu costretto ad abbandonare la terra di spagna. Frequenta la scuola dei Padri scolopi di
Saragozza e a partire dal 1760 prende delle lezioni private di pittura. Tre anni dopo va a Madrid e nel 1769
intraprende un viaggio di formazione in Italia e nel 1773 torna nuovamente a Madrid e due anni dopo viene
nominato vice direttore di pittura alla prestigiosa Accademia di San Fernando. Nel 1799 diventa primero
Pintor de camera del Rey , carica che conserverà fino al 1826.

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