Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Classicismo Romanticismo
Realtà immutabile regolata dalle norme di una Individualità come l’unica vera realtà che sia
razionalità fuori dello spazio e del tempo, uguale a possibile conoscere. Storia come incessante
se stessa sempre e ovunque. divenire.
La natura è una materia inerte governata da cieche La natura è un organico complesso pulsante d’una
leggi meccaniche. propria vita, il cui ritmo non è estraneo a quello
della vita dell’uomo: l’uomo, solo accordandosi con
Bello ideale = assoluto criterio di perfezione = in il ritmo, potrà penetrare il senso delle cose.
base a questo vengono giudicate le opere esiste
unicamente un Sol bello. Novalis conferire a ciò che è comune un senso più
alto, al quotidiano un aspetto misterioso
Distinzione tra generi letterari e artistici.
Nega la critica perché ciascuna opera è
Pregi della semplicità, chiarezza, perfezione inconfrontabile con le altre.
Il romanticismo rifiuta l’imitazione della natura ed esalta l’originalità dell’artista creatore e l’individualità
irripetibile di ciascuna opera d’arte arriva a negare la validità della critica perché ciascuna opera è
inconfrontabile con le altre.
Wilhelm indicava nella mescolanza dei generi uno dei caratteri distintivi della poesia romantica da quella
classica!
La parola poesia viene intesa come attività creatrice (dal greco creare) la poesia è intrinseca alla natura,
ne è l’anima. Tra natura e arte c’è analogia, l’attività poetica (che non è imitazione della natura) deve
rivelare la poesia che è diffusa nella natura stessa.
La coscienza della finitezza dell’individuo genera nell’uomo due atteggiamenti antitetici e complementari:
- Ironia, paradosso = unica forma in cui è possibile attuale la conciliazione degli opposti
- Sehnsucht = questo termine non ha corrispondenze nelle altre lingue europee e questo conferma
l’anima germanica del movimento. Si tratta del male del desiderio, desiderio che si nutre di se stesso
e s’appaga dell’impossibilità stessa dell’appagamento (include in sé l’ironia, la paradossale
coincidenza degli opposti!).
Condanna dell’arte imitativa + condanna di qualsiasi forma di espressione con un significato circoscritto,
definito, particolare. Novalis: la vera poesia può avere al massimo un vasto significato allegorico.
Asse portante dell’estetica musicale romantica è la musica assoluta. Questa espressione è stata coniata da
Wagner (1813-1883) e poi ripresa da Hanslick. Già alla fine del 1700, però, era viva una metafisica della
musica. Tale slancio metafisico affonda le sue radici in un’antichissima dottrina pitagorica Harmonia mundi:
il mondo è un’unità vivente che si regge su un principio ordinatore fondato su proporzioni numeriche la
musica, scienza che tratta dei numeri, esprime l’accordo tra macrocosmo e microcosmo.
Reminiscenze di queste teorie si ritrovano in molti scrittori romantici.
Es: von Eichendorff parla di una melodia fondamentale che, simile a una corrente misteriosa che attraversa
il mondo, anche se innavertita, percorre il cuore dell’uomo.
La concezione razionalistica dell’arte (fondata sull’imitazione della natura) aveva negato l’autonomia estetica
della musica: questa non esisteva di per sé, ma solo come ancella della parola. La musica, infatti, può
imitare la natura (e quindi esprimere affetti, dipingere situazioni e caratteri con la coloratura sentimentale
giusta, commuovere gli uomini…) solo se accompagnata dalla parola.
Senza la parola, la musica è un fenomeno puramente materiale e meccanico.
- Rousseau si scaglia contro la musica strumentale
- Sulzer (compositore austriaco) sostiene che concerto, sinfonie, sonate rappresentano un vivace e
non spiacevole rumore, una forma di intrattenimento, un chiacchierio che non tocca il cuore.
Il primato della musica > strumentale è un tema ricorrente nella letteratura del primo romanticismo.
Es: Wackenroder e Tieck
Wackenroder = nel suo primo scritto sulla musica crea il prototipo dell’artista romantico, diviso tra l’arte e la
vita, torturato dal contrasto tra l’essenza ideal della musica e la materialità in cui è costretta a calarsi.
Tieck = ha pubblicato gli scritti di W, morto giovanissimo. In Sinfonie esalta la musica strumentale rispetto a
quella vocale. Teoria: la musica vocale è legata alla sfera dell’umano, esprime desideri e passioni; la musica
strumentale è arte indipendente e libera, esprime il profondo e il meraviglioso.
La sinfonia è un dramma multiforme, intricato, libero da qualsiasi legge di verosomiglianza.
Un altro interpreta geniale della concezione romantica della musica è Hoffman. Letterato, scenografo,
caricaturista, compositore, cantante, impiegato, giudice… la musica è al centro ella sua narrativa.
Un personaggio di tre suoi romanzi è Kreisler: torturato tra l’inappagato slancio verso l’infinito e il grigiore
quotidiano cui lo tiene costretto la sua professione. Forze demoniache lo trascinano in uno stato di
esaltazione delirante (spettro della follia). B
Hoffmann scrive anche recensione V sinfonia di Beethoven, pubblicato nel 1810 = la musica è la sola arte
veramente romantica perché il suo oggetto è l’infinito, perché non rappresenta sentimenti determinati, ma
suscita il Sehnsucht, l’infinito struggimento dell’uomo. Delinea poi i tratti romantici di Beethoven.
Hofmann nel 1814 pubblica Musica religiosa antica e moderna: la musica vera e propria qui è un genere
vocale, la musica di chiesa (testo + funzione sociale) questa è una contraddizione solo apparente! Il
rapporto con il testo non è vincolante perché la musica sacra, quando è fedele alla propria natura, non
rappresenta affetti determinati, ma il profondo sentimento del divino e dell’esistenza. Il soggetto della
musica sacra è l’infinito! (es musica sacra: Palestrina, 1500).
Gli scrittori romantici svalutano il principio melodico perché il primato della melodia discende dalla
concezione della musica come rappresentazione degli affetti avente il fine di commuovere (teoria
dell’imitazione della natura).I romantici combattono contro questo perché oppongono all’affetto circoscritto
e determinato la Sehnsucht infinita!
Infinito = oggetto della musica non poteva essere riconosciuta come il linguaggio dei sentimenti!
Alcune coppie di termini (romantico-melodico o romantico-sentimentale) si presentano come antitetici
I romantici non negano i sentimenti, ma i sentimenti che i suoni destano nel nostro intimo sono quelli che
ridestano nel nostro essere una più alta coscienza di sé.
- I romantici non condannano la melodia, ma questa non è più sovrana assoluta (luogo degli affetti e
portatrice di significati determinabili), bensì ha una funzione di sostegno e supporto: diventa
‘proiezione’ della musica in sé.
Il romanticismo affida alla musica un carattere religioso, metafisico.
Questo altissimo fine destinato alla musica stabilisce un divario tra le opere artistiche e quelle, invece,
destinate al consumo (nel Settecento, invece, musica d’uso e musica d’arte potevano convivere
tranquillamente nella stessa opera!).
La musica assoluta è un’esperienza sostanzialmente solitaria; l’artista non si rivolge ai contemporanei, ma
è proteso verso un futuro nel quale dovrà attuale la pienezza dell’arte. È necessario che l’artista neghi i falsi
valori delle società per scoprire le verità occultate.
Classicismo e romanticismo
Classicismo e romanticismo formano un’antitesi nella storia della cultura in generale, ma tendono a
sovrapporsi, se non addirittura a confondersi, nella storia della musica tra la fine del 700 e l’inizio dell’800.
Hoffmann ha definito romantici artisti che per noi sono l’emblema del classicismo musicale.
Amadeus Wendt negli anni 30 del Settecento formula per la prima volta il concetto di ‘periodo classico’ a
proposito dell’età di Haydn, Mozart e Beethoven.
Ma il confine è labile! Alcuni sostengono che Beethoven sia l’ultimo grande rappresentante del periodo
aureo della musica tedesca, colui che ha perfezionato l’opera di Haydn e Mozart, per altri è l’iniziatore e
l’ispiratore della nuova scuola.
Questa ambivalente posizione di Beethoven è spia dell’ambivalenza che caratterizza il rapporto tra
classicismo e romanticismo: da una parte antitesi, dall’altra integrazione-continuità.
Nella storiografia moderna si tende a considerare classicismo e romanticismo come una sola età, non come
due età contrapposte. È definita età classico-romantica (confini: Haydn, Mahler, muore nel 1911).
Romanticismo e classicismo si compenetrano vicendevolmente, è impossibile stabilire una linea di
confine, anche quando si considerano fasi distinte e successive.
Nella prospettiva unitaria il romanticismo è una naturale conseguenza progressiva del classicismo.
L’ipotesi di un’età classico-romantica, fondamentalmente unitaria anche se differenziata al suo interno, non
è concordemente accettata.
L’argomento principale contro l’ipotesi unitaria ha un fondamento geografico prima che storico: classicismo
e romanticismo sono sfasati cronologicamente e appartengono a due differenti aree territoriali:
Romanticismo nord protestante – fenomeno tedesco e settentrionale – visione poetica: il fine è superare
l’umano, la musica è un linguaggio misterioso.
Classicismo sud cattolico – fenomeno italo-austriaco con influssi francesi – visione umanistica del mondo:
l’uomo è sempre al centro, causa e fine della sua opera inserita nel contesto sociale.
Questa pratica ottenne il consenso di teorici e letterati, sia estremisti come Rousseau (nemico
dell’armonia) sia moderati come Avison (è necessario l’equilibrio tra melodia e armonia, ma la
melodia ha il ruolo primario e fondamentale).
- Musicisti del classicismo viennese che Hoffmann e compagni chiamavano romantici: il quartetto
d’archi, creatura del classicismo viennese, decreta la morte del basso continuo. La melodia non è
una linea continua, ma si articola, si diffrange. Non esiste più una rigida divisione del lavoro. Le parti
possono scambiarsi i ruoli (quel che prima era accompagnamento diventa canto e viceversa).
- Romanticismo = sulle basi precedentemente spiegate si innesta il processo di amplificazione,
esagerazione, scardinamento del romanticismo.
Caratteristiche stile romantico:
- Allargamento dell’area tonale (tanti bemolli e diesis, che la razionale misura della lingua musicale
classica visitava solo eccezionalmente o di sfuggita).
- Esplorazione della dissonanza e allentamento del chiaro, preciso. Tante settime diminuite
(es settima diminuita: se ho l’accordo re fa sol, aggiungo DO. Un accordo di settima è un accordo costituito dalla
sovrapposizione di quattro suoni, ciascuno distante una terza dal precedente. Ne risulta che le tre note successive alla
nota fondamentale saranno ad un intervallo rispettivamente di terza, quinta e settima da detta nota. La teoria musica
considera dissonanti gli accordi di settima)
- Il cromatismo fa scivolare dissonanze su dissonanze dando vita a una rete di corrispondenze
segrete, affinità tra armonie obbiettivamente lontane.
- Polivalenza degli accordi che rende il percorso armonico imprevedibile
- Le solide sponde della tonalità entro le quali restava incanalato il discorso musicale classico, si fanno
sfumate e labili.
- Non sempre il compositore fissa con chiarezza il punto di inizio e il punto di arrivo della
composizione
- Con più frequenza i romantici iniziano una composizione con un accordo diverso da quello di tonica
(La tonica è il primo grado di una scala diatonica, dà il nome alla scala corrispondente e anche
all'accordo derivatone. Es, accordo do mi sol = la tonica è do / re fa la = la tonica è re)
Es: Liszt, Sonata in si minore: la tonica si definisce con chiarezza soltanto trentadue battute dopo
l’inizio, continua ad apparire e scomparire in mezzo a tantissime settime diminuite
- Melodia accidentata, tormentata o vaga ed eterea. Si altera l’equilibrio, ci sono slanci ascensionali
e cadute, brusche impennate per salti e un piano declinare…
Problema della forma =
in generale, il romanticismo è presentato come il movimento che si scioglie dai vincoli delle regole
classicistiche, che esprime la personalità dell’autore (individualismo! Originalità! Sentimento > ragione!
Intuizione immediata e folgorante ≠ lavoro paziente e consapevole classico). Si etichetta il musicista
romantico come colui che rifiuta gli schemi della forma classica e s’inventa di volta in volta.
Spartizione:
Classicismo = chiuso nella corazza della compiutezza formale
Romanticismo = ribelle alla disciplina della forma e aperto alle avventure della fantasia
Questa scissione è un’operazione semplificatrice utile in campo didattico.
Ma questa semplificazione da torto a entrambi le parti: nega alla musica romantica la dignità della forma e
accusa la musica classica di grandi paludamenti accademici.
Consideriamo la forma-sonata che i romantici ereditano dai classici: non è uno schema fisso! Il campo è
aperto all’invenzione del compositore, è imprevedibile, vario e lo testimoniano le Sonate di Haydn!
Anzi, è proprio nell’Ottocento che la forma-sonata tende a formalizzarsi, entra nei manuali di composizione
e assume uno schema rigido dal percorso obbligato.
Se consideriamo il pezzo lirico breve, libero e apparentemente informale nel quale il romanticismo
dovrebbe trovare la sua misura ideale, e facciamo tacere i titoli immaginosi (notturno, ballata, Rapsodia,
Romanza, Improvviso…) notiamo che il loro percorso formale è il realtà nitidamente segnato!
- La musica romantica è caratterizzata da una nuova sensibilità per il suono in sé. La ricerca timbrica
è sempre più attenta e affinata, stimola l’esplorazione del campo sonoro di ciascun strumento per
esaltarne le peculiarità! L’esaltazione dei caratteri particolari dei singoli strumenti non porta a
un’orchestrazione che risalta l’individualità di ciascuno, ma porta a confondere le singole voci in
morbidi impasti. L’impasto sonoro dell’orchestra romantica è, sul piano del timbro, il fluire
omogeneo del discorso musicale, sul piano della forma.
- I collegamenti tra gli accordi non rispondono tanto a scopi di funzionalità strutturale, quanto
all’esaltazione della affinità timbriche delle varie aggregazioni sonore. Si crea un gioco chiaro-
scurale. I romantici prediligono il pianoforte, lo strumento che, diceva Hoffmann, è capace di dare
la pienezza degli accordi, lo specchio completo dell’armonia e dei suoi tesori.
La componente patriottica, inizialmente latente, divenne poi dominante. Le Musikfeste divennero le prime
occasioni in cui si manifestarono le aspirazioni unitarie che affioravano nella società tedesca ciascuna
festa faceva affluire nella località dove si svolgeva la celebrazione le forme musicali delle città vicine.
Successivamente sorsero anche associazioni intercittadine (unificavano le forze musicali di più province o di
un’intera regione).
Anche in Austria, umiliata dalle armate di Napoleone, culto della storia e patriottismo si saldano nel canto
corale. Inizialmente erano le autorità a promuovere l’esercizio collettivo della musica (arte capace di riunire
idealmente tutte le classi attorno alla persona dell’imperatore) però un fervido culto patriottico avrebbe
potuto mettere in moto forze turbatrici censura
Alla diffusione del movimento corale partecipò un altro fattore: la fede nella potenza della musica e negli
effetti che produce nell’animo umano.
- Da una parte nella musica si vede un fenomeno di purificazione nostalgia romantica per il
cattolicesimo (Movimento Ceciliano = movimento musicale che riformò la musica sacra nell'ambito
della Chiesa cattolica. + simile alla musica operistica)
- Dall’altra parte questa tendenza misticheggiante non cancella la matrice laica di un’idea della
musica della cultura tardo-settecentesca come luogo di incontro e di scambio, come celebrazione
della fratellanza universale
Questo sentimento di fratellanza continua a vibrare nella canzone per coro di sole voci maschili (tipico della
cultura musicale tedesca dell’Ottocento). Il suo rapido sviluppo è legato all’istituzione Liedertafel (= tavola di
Lieder i cantori all’inizio prendevano posto attorno a una tavola durante un raduno conviviale).
Berlino fu di esempio al resto della Germania.
Sul modello delle voci maschili, si formarono con ritardo i cori femminili con un proprio repertorio (infarcito
di ninne nane, canti d’infanzia, echi della natura…). Poi si creò il coro misto di voci maschili e femminili.
Il lied corale penetrò nel tessuto della società tedesca e risuonava in innumerevoli luoghi.
Nel movimento corale è insita la componente pedagogica e questo porta all’incremento dell’istruzione
musicale. Nel campo dell’insegnamento è fondamentale la figura dello svizzero Nägeli, fondatore a Zurigo di
un Istituto di Canto (1805) nel quale formò il primo coro maschile dei paesi tedeschi meridionali.
Ebbe successo e anche in Austria cominciarono a istituirsi corsi regolari di insegnamento.
Schneider è una figura emblematica per notare l’imponenza del movimento corale nella Germania dell’800.
Insegnante di canto a Lipsia, direttore musicale del Teatro, fondò una scuola di musica. Fu l’animatore di ben
ottantaquattro Musikefeste tra il 1820 e il 1861. Ebbe risonanza il giudizio universale che Weber ascoltò a
Vienna. Il suo linguaggio è perfettamente consono alle aspettative dell’uditorio, Schumann lo definisce un
onesto costruttore che si attiene a un progetto disegnato con finalità pratiche, che mette ciò che è
necessario dove è necessario, senza dimenticare nulla ma pure senza nulla concedere alla fantasia,
all’imprevisto, alla sorpresa.
Musica strumentale
Gli scrittori romantici esaltano la superiorità della musica strumentale, eppure la musica corale è la più
diffusa. L’attività strumentale è più lenta e limitata (per evidenti ragioni economiche) alle maggiori città.
L’avvio di una regolare e diffusa attività concertistica è stato limitato dalla crisi economica dovuta alle guerre
napoleoniche. I diretti interessati dovettero prendere l’iniziativa di organizzare i propri concerti e affrontare
rischiose operazioni finanziarie! Questa situazione è confermata dalla Musikalische Topographie di Weber,
una ‘mappa musicale’ che segnala ai virtuosi itineranti (come era lui stesso) le località che potevano essere
visitate con probabilità di successo e quelle che era meglio escludere dagli itinerari.
Il pubblico non era pronto ad audizioni esclusivamente strumentali: concerti e sinfonie si mescolavano ad
arie, duetti, cori…
Non si può disegnare un panorama omogeneo della musica strumentale nella Germania spezzettata.
- Nelle Musikfeste sinfonie e concerti figuravano al fianco delle grandi opere corali
- Le residenze principesche che continuavano a stipendiare orchestre e tenevano alle loro
dipendenze musicisti importanti erano centri di regolare attività strumentale
- A Monaco la fondazione delle Musikalische Akademie der Hofkapelle segna la nascita di una
regolare attività concertistica
- A Berlino l’attività strumentale era esercitata nelle case private (es: concerti casa Mendelssohn)
- L’impulso più vigoroso al processo della musica strumentale viene dai protagonisti, imprenditori di
se stessi tournée attraverso l’Europa
Il punto di ritrovo di virtuosi di ogni strumento continua ad essere Vienna (es: vi appare il violinista Paganini
nel 1828). Le presenze più numerose e influenti sono quelle dei pianisti (es: Haydn, Salieri…)
Lo sturm und drang, il fascino della poesia ossianica e la cultura dell’Europa del Nord favorirono la
diffusione di un genere di poesia affine al Lied, ma autonomo: la ballata. Fu decisivo l’influsso della
protoromantica Inghilterra!
Ballata deriva dal significato ballad, termina con cui in Inghilterra si indicava la poesia popolare epico-lirica.
Tono popolaresco + contenuto narrativo caratteristiche delle ballate fiorite ella poesia tedesca dal 1770
(saghe + leggende + mitologia nordica). Nell’Ottocento la ballata si insedia nel teatro musicale.
Es: oratorio-ballata: il paradiso e la Peri di Schumann = con Peri si intendono razze peccatrici che mirano a
tornare nell’Eden da dove sono state scacciate.
Es: opera nazionale tedesca che riserva un posto alla ballata: Wagner nel secondo atto dell’Olandese
volante, Ballata di Senta).
Il Lied entra a Vienna come prodotto di importazione in concordanza con la politica culturale germanizzante
di Giuseppe II. È nella Vienna di Haydn, Mozart e Beethoven che il lied spicca il suo volo più alto. La musica
acquista autonomia di linguaggio che si traduce in potenza di individuazione espressiva.
Il pianoforte abbandona la neutrale funzione di sostegno della voce, affina il suo gioco e apprende l’arte di
un dialogo (no solo imitazioni!) il timbro del pianoforte acquisisce una dimensione interiore e diventa
interlocutore della voce nel Lied.
Distinguiamo nel suo itinerario d’artista la musica strumentale da quella vocale (> Lied!!!).
Dopo il 1820 si registra un rallentamento del getto creativo dei Lied:
- Maggiore attenzione del musicista alla musica strumentale
- Volontà di creare anche nel campo del Lied strutture compositive più ampie
In questi anni compone due grandi cicli su testi del poeta Müller (la bella mugnaia, il viaggio di inverno)
per questi è stato coniato il termine Lied-novelle (novella in forma di Lied) perché seguono in filo narrativo.
Fino al 1822 il filone della poesia goethiana resta dominante, ma non escluse altri lirici tedeschi.
Nel 1828 compone sei Lieder su ispirazione del poeta Heine pubblicati postumi nella raccolta Canto del
Cigno. Questi contengono novità così straordinarie da far intuire l’inizio di una seconda stagione del Lied
schubertiano, ma è morto troppo presto.
Il resto dell’opera Schubertiana è nettamente divisibile in due periodi: spartiacque = 1820.
Nel 1818 si concludono le prime sei Sinfonie e devono passare dieci anni perché ne venga composta
un’altra! Anche la sonata per pianoforte subisce un arresto.
Musica strumentale anteriore al 1820 = Hausmusik, musica d’intrattenimento e di compagnia – adesione ai
modelli di Haydn e Mozart. Es di opera: Quintetto della trota 1819 = il titolo è dovuto al fatto che il quarto
movimento è una variazione del motivo di un celebre Lied trasferire in opere strumentali temi di propri
Lieder è tipico di Schubert.
Dopo il 1820 = anni di faticosa ricerca (ne sono testimoni i tentativi abbozzati, interrotti a metà, non finiti…)
In questa seconda fase raggiunge i suoi risultati migliori nel campo della musica teatrale (Alfonso ed Estrella
e Fierabras).
Caratteristiche di Schubert =
- Qualità ‘viennese’ della musica (dei grandi viennesi del 700-800, è l’unico nato davvero in città)
- Vena creativa esuberante (> creazioni melodiche)
- I riconoscimenti espliciti e frequenti si intrecciarono con i sistematici fallimenti dei tentativi di
integrarsi organicamente nella vita artistica della città ( = Mozart)
- Rifiuto delle istituzioni (alle basi dei fallimenti)
- Inevitabile confronto con Beethoven (molte sonate e sinfonie di Schubert sono state giudicate come
tentativi falliti di imitare il modello beethoviano)
Il linguaggio e lo stile
Consideriamo per la musica strumentale la forma-sonata e per la musica vocale il Lied.
Forma sonata:
- Ignora le tensioni dialettiche. Il suo divenire si attua tramite progressive espansioni di un nucleo.
Se si dovesse rappresentare graficamente, sarebbe una serie di cerchi concentrici, una spirale che si
allarga all’infinito
- È abolito il rapporto tonica-dominante e quindi la funzione antagonistica della dominante rispetto
alla tonica. Subentra il rapporto di terza (maggiore, minore, superiore o inferiore rispetto alla ton.)
Forma Lied:
- Costruzione regolare e simmetrica delle frasi
- Semplicità dell’armonia
***pagina 68 analizza una sinfonia e un Lied***
Eredità di Schubert
La fama di Schubert restò legata ai Lied. Le opere strumentali successive al 1820 sono state diffuse tramite
la stampa solo alla fine degli anni ’30. Listz ha ripreso Schubert, ma sicuramente il vero apostolo della sua
rinascita è stato Schumann, che ha scoperto il manoscritto della Sinfonia Grande e lo ha eseguito a Lipsia nel
1839. Possiamo delineare due aspetti dell’eredità schubertiana:
- Il non condurre mai troppo lontano dal punto centrale e il riportarsi sempre ad esso, quindi
procedere non per sviluppi lineari, ma per iterazioni-associazioni-trasformazioni-sostituzioni col
risultato di una dilatazione della forma aperta su una prospettiva di infinito (spirale…)
- Registra segnali di crisi della coscienza europea: nell’abbandono della logica rettilinea e attiva della
sonata classica, scorgiamo un’affinità con la riluttanza all’azione, immobilità che caratterizza la
cultura austriaca dell’Ottocento. Schubert in questo senso è totalmente musicista viennese.
(impero che ha perso la sua forza propositiva e, se si muove, rischia di cadere)
Hoffmann, nella sua polemica contro l’opera italiana, riprende accuse che i letterati del 1700 avevano mosso
vs l’opera metastasiana: mancanza di unità e di coerenza, incongruenza musica-testo, musica-azione,
riduzione dell’opera a un concerto dato in teatro con costumi e scenari…
Eppure, dal punto di vista pratico, l’opera teatrale di Hoffmann (es: Undine, 1816) rimase praticamente
senza eco.
Alcuni critici hanno visto in Hoffman il prototipo dell’opera romantica e il modello del Freischutz di Weber:
Berlino, 1821, durevole popolarità prima in Germania e poi oltre i confini: Parigi, Londra…
Freischutz = franco cacciatore =
L’opera è ambientata in Boemia nella prima metà del ‘600 e vede al centro della storia il guardiacaccia Max, che per vincere una gara di tiro al
bersaglio che gli consentirà di sposare l’amata Agathe, si mette d’accordo con Kaspar, cacciatore dedito a riti magici, che intende proporgli dei
proiettili stregati per vincere facilmente la competizione. Kaspar è infatti in relazione con Samiel, il cacciatore nero, che simboleggia il demonio, a cui
ha ceduto l’anima. Il patto impone che Kaspar, per vivere ancora, debba cedere a Samiel un’altra anima, ed egli propone quella di Max. In una
profonda gola boscosa, la valle del lupo, Kaspar prepara i proiettili magici, mentre Agathe, nella sua stanza a provare l’abito da sposa, racconta di
aver sognato di essere una colomba e di venire colpita da Max. Arriva il giorno della gara, e Max viene invitato dal principe Ottokar – che presiede la
competizione – a colpire una colomba. Agathe, ricordando il sogno, grida, ma il colpo parte e ferisce a morte Kaspar. Il principe chiede spiegazioni
dell’accaduto; Max confessa di essersi procurato da Kaspar proiettili stregati per vincere la gara, ed invoca il perdono.
Un eremita intercede per lui e riesce ad ottenere la grazia dal principe, a patto che egli sappia mantenersi onesto per un anno, dopo di che potrà
sposare Agathe. L’opera si chiude con un coro di ringraziamento a Dio.
Weber (1786-1826) era figlio di un direttore di una troupe girovaga. A soli diciott’anni diventa direttore
teatrale e itinerante di pianoforte. Nell’attività teatrale (direttore, organizzatore e poi compositore) mira a
conferire all’opera la totalità teorizzata da Hoffmann. A Praga, ma soprattutto a Dresda preparava spettacoli
che mettevano sullo stesso piano la musica, la dizione, la gestualità degli interpreti, la messa in scena e gli
effetti di luce. Nella scelta del repertorio, cercava di contrastare lo strapotere dell’opera italiana ricorrendo
all’opera francese. Weber mirava a fondare un nuovo tipo di opera: l’opera romantica o tedesca.
L’opera francese degli anni napoleonici era ottima per preparare il terreno all’avvento della ‘nuova creatura’
(trame romantiche, colore esotico, strumenti variegati, tessuto drammatico vigoroso…).
Il Franco cacciatore, considerato il capostipite dell’opera tedesca, deve molto alla tradizione francese.
Nell’opera risuonano nitide anche le note germaniche: i Lieder dei cacciatori e delle fanciulle.
Non mancano neppure le tracce dell’opera italiana.
Ma se Il Franco Cacciatore presenta tracce francesi, tedesche e italiane, in cosa consiste la qualità ‘tedesca’?
La sua natura prevalentemente ideologica. È un progetto definibile più in senso negativo che in senso
positivo (opera non-italiana, diversa dai tipi dominanti) e perennemente in fieri.
A conferma di ciò molti anni dopo il Freischutz di Weber, Schumann confessa di volere realizzare l’opera
tedesca l’opera tedesca è un’opera dell’avvenire, una meta che sfugge nel momento in cui sembra
raggiunta.
Ne ‘Il Franco Cacciatore’ risulta evidente l’impegno di Weber di dar vita a un organismo drammatico
coerente retto da un’idea centrale (opposizione bene vs male). Ai due estremi Agathe e Caspar, al centro
Max… questa polarità si riflette nell’architettura dell’opera: i tre atti sono spartiti in zone d’ombra e zone di
luce. **guarda pagina 80 per descrizione più dettagliata**.
Il Freischutz conserva la tradizione struttura a numeri del Singspiel (pezzi musicali chiusi inframezzati da
dialoghi in prosa).
Singspiel: (termine che significa letteralmente "recita cantata") è un genere operistico in voga tra il XVIII e il XIX secolo, sorto e sviluppatosi in area
tedesco-austriaca, caratterizzato dall'alternanza di parti recitate e parti cantate.
Struttura a numeri: all’ del Settecento si afferma uno schema detto a forme chiuse (o a numeri chiusi), a causa della netta separazione tra i vari
momenti musicali e del ricorso a convenzioni prestabilite. L’opera si presenta come una successione di arie (ampie melodie che servono a esprimere
gli stati d’animo o affetti, composte secondo modelli definiti) e duetti (arie a due voci), cuciti insieme da monologhi o dialoghi detti recitativi e
inframmezzati da qualche coro. All’inizio era posto un brano strumentale definito sinfonia avanti l’opera (ouverture: apertura)
Due anni dopo con L’Euryanthe Weber cerca di superare la logica dell’opera a numeri: viene accantonata la
forma del Singspiel.
All’infuori del teatro musicale, Weber si dedica alla musica strumentale: concerti – sonate. Nei concerti
concentra la sua attenzione sugli strumenti a fiato e sul prediletto pianoforte.
Romanticismo e Biedermeier
1814-1848 = periodo tra Congresso di Vienna e rivoluzioni = nella storia della cultura tedesca è definito età
del Biedermeier. Questo nome deriva dal personaggio di una raccolta di liriche, uomo medio dell’età della
Restaurazione che ha bisogno di ordine, interessato solo alla sua vita familiare.
Nella storia della musica, l’impego del termine Biedermeier è mutato dalla storia della letteratura.
Nel campo della letteratura non crea problemi, perché nel 1815 il movimento letterario romantico è già
avviato all’esaurimento; nel campo della musica, invece, nasce una contraddizione, perché i decenni in cui il
Biedermeier deve applicarsi sono gli stessi della fioritura più intensa del romanticismo!
Il romanticismo (> tedesco) è un movimento negativo, caratterizzato dall’estraneità a ciò che è presente-
attuale e radicato nell’età contemporanea.
Il Biedermeier non può in alcun modo conciliarsi con il romanticismo o essere ricondotto a una sua
degenerazione. Il culto dell’interiorità promosso dal Biedermeier non può essere paragonato a quello
romantico, perché il B è rifugio, riparo dalle avventure dell’ignoto, ignaro di indagini troppo profonde.
Da questa inconciliabilità si genera un problema storiografico: romantica o Biedermeier è l’età compresa tra
il 1815 e 1848 in Germania?!
- Questione geografica = l’Austria e la Germania, lungi dall’essere una totalità omogenea, seguono
strade diverse.
L’etichetta età del Biedermeier sembra potersi applicare alla musica austriaca perché, scomparso
Schubert, conosce un ungo periodo di stasi che durerà fino all’insediamento a Vienna di Brahms. In
Germania, invece, negli anni 30-40 emergono le personalità più irrequiete che incarnano il rifiuto
romantico della realtà: Schumann, Wagner…
- Dipende però dal punto di vista da cui si guardano le cose!
Se si osserva dalla posterità, sono stati veramente rappresentativi quegli artisti che operavano
contro-corrente, singoli eccezioni in contrasto con la realtà (= romantici)
Se si osserva dal punto di vista della ricezione, di come la musica risuonava effettivamente, dal
modo in cui veniva recepita, i personaggi rappresentativi diventano quelli che operano con il
consenso della realtà circostante e che si integrano con le istituzioni musicali (teatri, accademie,
Musikfeste, associazioni) (= Biedermeier).
Al diverso atteggiamento verso la realtà corrisponde una concezione musicale diversa.
Romantici celebrano l’assoluto
Biedermeier concezione sentimentale e colloquiale della musica stile più moderato, quando si spinge
a esplorare nuovi territori si turba solo la superficie, poi si ritorna all’ordine.
Bisogna fare attenzione a non associare il Biedermeier all’angustia, al conformismo e alla piattezza! In
quest’epoca vi sono artisti di spiccata originalità, nella cui opera manca però quel senso di ali, quell’ansia di
infinito, quella volontà di trasgressione che caratterizzano il romanticismo.
Non bisogna diminuire i meriti degli artisti che conduciamo alla categoria stilista biedermeier.
In questo contesto si colloca la figura di Louis Spohr (1784-1859), direttore di Musikfeste, animatore di
associazioni corali, insegnante, compositore… Nella sua opera si ritrovano i lineamenti caratteristici
dell’Ottocento musicale tedesco (**pagina 85**)
- Allargamento dello spazio tonale
- Culto della storia