La creatività ha origini antiche e a tale concetto si interessarono Albert e
Runco che all’interno del “Cambridge Handbook of Creativity” (un manuale) affermano che nella civiltà pre-cristiana, la creatività fosse associata al GENIUS (forza spirituale) ed era vista come un dono imprevedibile e spontaneo. Ma solo quando i greci diedero importanza al DAIMON che il concetto di genius divenne mondano. Quindi la creatività assunse un valoro sociale e sin dai tempi di Aristotele era associata alla PAZZIA. Fu solo con l’illuminismo che uscì dalla sfera del dogma e della religione e si affermò come libertà personale e di scelta dell’individuo che si collega all’IO cosciente dell’artista fino ad arrivare alla PSICOPATOLOGIA e lo troviamo nell’opera di Lombroso “Genio e follia” in cui l’autore sostiene che il genio è la conseguenza psicologica del corpo e della psiche. Oltre a Lombroso si sono interessati anche altri autori sull’argomento della genialità intesa come pazzia. Infatti non era vista più come divinità o eroe ma come una persona umanizzata, ovvero il PAZZO. Il concetto di creatività venne rafforzato da Darwin intesa come adattamento per la sopravvivenza della specie e di risoluzione dei problemi e quindi assunse un valoro importante anche dal punto di vista scientifico ed è qui che si cominciò a riflettere sulle piccole forme di creatività volte a scopi adattivi anziché artistici. Un'altra figura importanze fu quella di Galton che decise di studiare i soggetti creativi attraverso mezzi statistici e negli anni a seguire anche altri studiosi portarono avanti questi metodi e emersero 5 domande fondamentali: 1) Che cos’è la creatività? 2) Chi la possiede? 3) Quali sono le caratteristiche delle persone creative? 4) Chi dovrebbe trarre beneficio dalla creatività? 5) La creatività può essere aumentata attraverso uno sforzo cosciente? Però nel tentare di rispondere a queste domande le ricerche di molti studiosi si sono intrecciate con le idee di Freud e Jung. L’inizio ufficiale della creatività coincide con il discorso di Guilford che denunciava il fatto che la creatività non era stata presa seriamente come studio e che era considerata come una capacità di poche persone. Esprime poi il concetto di PENSIERO DIVERGENTE ovvero avere più soluzioni per risolvere un problema. I test del pensiero divergente divennero dei test per la creatività. Negli anni 70 al pensiero di Guilford venne dato un ulteriore ruolo nel processo creativo. In pratica il pensiero convergente venne utilizzato per scegliere l’idea più adeguata. La creatività consiste nel creare oggetti nuovi e originali ai quali viene attribuito un valore di natura spirituale e sociale. Per Vygotskij la creatività è un’attività che produce qualcosa di nuovo che sia materiale o immateriale. Invece Bruner identifica la creatività nell’abilità e nell’attitudine, secondo cui l’azione creativa genera sorpresa nel campo d’azione dell’uomo. Un altro concetto importante è che la creatività è un qualcosa di UNITARIO e INDIPENDENTE, a questa visione si contrappone una visione pluralista che afferma che sia nei processi che domini vi è manifestazione di creatività. La creatività è un concetto complesso e ricopre varie dimensioni: - Processi cognitivi - Psicologici - Socioculturali - Familiari - Tendenze - Mode Sternberg e Lubart parlano di un approccio multidimensionale e per non perdersi nel vasto studio della creatività hanno attivato meta-ricerche per definire i FRAMEWORK. Negli anni 60 Rhodes si impegnò in un lavoro di revisione e l’esito di questo lavoro diede origine alle 4P framework: - Prodotti lo studio della creatività avviene attraverso l’analisi dei prodotti. - Persone in cui il focus è posto sull’individuo. - Processi si indaga sulle micro-componenti della creatività. - Posti relazione tra contesti e creatività. Nel corso degli anni se ne sono aggiunte poi altre 2: - Persuasione è il modo in cui un individuo cambia il proprio pensiero. - Potenziale la volontà di scoprire lo sviluppo della creatività. Runco poi propone una riorganizzazione delle 4P(6P) in una struttura gerarchicamente divisa: La prima struttura è “small c” e “Big C”: La “c” minuscola in cui gli individui hanno innovato il sistema artistico. La “C” maiuscola è la capacità di essere creativi. Poi la seconda struttura: Mini c divide le forme oggettive da quelle soggettive. Pro c da spazio ai creativi di livello professionale.