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ETICA SOCIALE I- LEZIONE 13

Oggi riprendiamo quello che stavamo dicendo la scorsa volta, dicendo qualcosa in più su Le Bon. Il testo di
Freud si sforza di approfondire due aspetti:

• Suggestione: che per Le Bon costituiva il fondamento dell’insorgere della massa. Freud si chiede
quale sia il fondamento della suggestione;
• Rapporto fra capo e individui massa;

Le Bon

Avevamo detto che la Psicologia delle folle, di Le Bonn costituisce un’analisi critica dell’attualità, testo
motivato dalla paura causata dalle masse (1845), in particolare per quanto riguarda la rivoluzione francese,
e il tentativo di sviluppare una scienza che consenta ai nuovi capi di impadronirsi della situazione politica, si
ha nell’opera una prospettiva anti- marxista e anti- materialista.

Le nuove idee che emergono e che rischiano di portare cambiamenti dannosi per la società (per Le Bonn):

1. Perdita della religione (svuotamento del cielo, la dimensione del sacro sta andandosi
progressivamente sottraendo dalla scena pubblica) e quindi una progressiva laicizzazione della
società.
2. Idee che derivano dalle moderne scoperte della scienza e dell’industria che minacciano la credenza
religiosa degli individui; per Le Bon è la scienza ad aver minacciato la religione. Le scoperte della
tecnica sono quelle che riguardano la stampa, i mezzi di trasporto, i quali consentono rapporti più
veloci tra individui e una maggiore facilità a costruire legami.

L’epoca moderna è per definizione un’epoca di anarchia e crisi, le idee del passato sono sempre meno forti
e quelli del futuro sono in formazione; il prodotto peggiore è che la folla è sovrana. Questa preoccupante
ascensione della folla nella politica è il principale obbiettivo polemico della sua psicologia delle folle. Si ha in
questo periodo:

• Ingresso delle classi popolari nella vita politica: le forme politiche cominciano a dare una maggiore
rappresentanza agli elettori popolari (di sesso maschile)
• Trasformazione progressiva delle classi popolari in classi dirigenti;

La colpa di questa ascesa delle classi popolari e di questa crisi è proprio della borghesia, la quale viene
rimproverata di aver sviluppato la scienza e di aver quindi distrutto le illusioni religiose aprendo la strada
alle masse e al socialismo. Il punto fondamentale è che dal punto do vista di Le Bon la borghesia
costruttrice della scienza non è stata capace di comunicare che gli individui non fossero uguali tra di loro.
L’idea che gli individui siano naturalmente uguale, secondo Le Bon è una menzogna dal punto di vista
scientifico. È proprio in questa situazione di uguaglianza impossibile che si inserisce il suo testo “Psicologia
sulle folle” per far capire ai capi come tornare a dominare le folle. Quindi non è altro che la psicologia delle
classi popolari.

Il primo fenomeno è che la personalità cosciente svanisce e si ha l’orientarsi delle idee dei singoli in
un’unica situazione: LEGGE PSICOLOGICA DELL’UNITA’ MENTALE DELLE FOLLE. Inizia ad essere introdotto il
concetto di folla virtuale (anche se gli individui non si trovano nello stesso luogo, dinanzi ad un evento che
li riguarda tutti, sviluppano un unità di massa).

Come nascono le nuove caratteristiche delle folle e quali sono?

Le Bon per spiegare tutto questo utilizza il concetto di inconscio (non di Freud, ma dalla psicologia
francese). Per lui questo concetto ha un significato meno articolato: non è altro che il sedimento degli istinti
ancestrali comuni a tutti gli individui i quali poi vanno a differire per intelligenza ed educazione; tanto più si
individualizza, tanto più ci si distacca da questo sedimento. Accade dunque che nella folla o anima
collettiva, le attitudini intellettuali degli individui si annullano, l’eterogeneo si dissolve nell’omogeneo.

Caratteristiche della folla:

• Anonima e quindi Irresponsabile e di conseguenza Aggressiva, la somma dell’aggressività repressa


si dirige verso un obiettivo al di fuori della folla;
• Contagio mentale o imitazione: ogni atto in una folla è contagioso a tal punto che ogni individuo
elimina la por pria soggettività per seguire il comportamento della folla;
• Regressione;
• Instabile e ambivalente: passa da un opposto all’altro; (la ritroveremo nel nevrotico)
• Incapacità di differire il desiderio: la folla non ammette ostacoli tra il desiderio e la sua
realizzazione;
• Irritabilità: l’idea tende a trasformarsi subito in azione;
• Esagerazione e semplicismo dei sentimenti delle folle;
• Intolleranza e autoritarismo: una folla è intollerante perché l’individuo isolato e razionale accetta di
discutere, invece la folla non tollera alcuna contraddizione. Autoritarismo, dice Le Bon, poiché il
tipo che la folla venera avrà sempre l’aspetto di un “Cesare”.

Che forma hanno le convinzioni delle folle?

Innanzitutto le idee che il capo comunica alla folla devono essere semplici perché questa non ragiona; non
si deve avere una logica razionale, ma una LOGICA DELL’AFFETTIVITA’ e quindi collettiva, caratterizzata
dall’associazione di cose dissimili, generalizzazioni di casi particolari, assenza di spirito critico e prevalenza
dell’immaginazione sulla ragione. Le folle sono essenzialmente organismi psichici la cui facoltà è
essenzialmente l’immaginazione.

Che caratteristiche hanno le convinzioni delle folle?

Le convinzioni delle folle hanno una forma religiosa, secondo Le Bon. La folla viene sedotta e fanatizzata da
convinzioni che hanno la forma della religione e che quindi consentono agli individui massa di entrare in
quella dinamica che è appunto la cessazione dell’inibizione cosciente del narcisismo. Questo elemento della
religione sarà molto importante anche in Freud.

Quindi tutto questo significa che le folle hanno bisogno di una religione, che è un fattore di socializzazione
così potente che Freud quando analizzerà la nascita della civiltà, definirà l’associazione civile come
un’associazione tenuta insieme dalla religione e nello stesso tempo proporrà una critica a questa idea che
l’associazione fra gli individui non possa avere nessun altro aspetto che non quello religioso.
Qualcosa sul capo:

abbiamo visto che la caratteristica religiosa delle folle consiste anche nell’assoggettamento a un individuo
ritenuto superiore, il capo è un esempio, la caratteristica della folla è quella di essere caratterizzata da una
SETE DI OBBEDIENZA: è sempre un bisogno di servire a determinare e a dominare l’anima delle folle, e ciò
le spinge a sottomettersi a chi se ne dichiara padrone. Quindi il compito dei capi è quello di creare la fede,
una serie di convinzioni che hanno le caratteristiche che abbiamo visto al fine di risvegliare questo
inconscio istinto di gregari età e assoggettamento o obbedienza.

In che modo agiscono i capi?

Il capo utilizza una serie di tecniche:

• affermazione
• ripetizione: le immagini funzionano se sono ripetute;
• contagio: le affermazioni ripetute creano correnti di opinioni; questo meccanismo, per altro, non
contiene nemmeno la coesistenza spaziale.

Naturalmente, dice Le Bon, l’imitazione in cui il contagio consiste deve essere facile, per cui i creatori di una
qualsiasi moda o corrente, non devono discostarsi dalle idee accettate poiché altrimenti imitarle sarebbe
troppo difficile. C’è poi una caratteristica fondamentale del capo che Le Bon chiama PRESTIGIO: questo è il
fascino che un individuo esercita su di noi e ch paralizza tutte le nostre facoltà critiche e ci colma di stupore
e rispetto. Questo processo sarà poi l’INNAMORAMENTO per Freud, che porta ad una sopravvalutazione
dell’oggetto sessuale. La caratteristica principale del prestigio è quella di impedirci di vedere le foto quali
sono, paralizza i nostri giudizi. Ci sono due forme principali di prestigio (precisazione che non ci serve per
Freud): acquisito o personale.

CHE COSA FA FREUD DI TUTTO QUESTO?

La scorsa volta stavamo dicendo che Freud parte da un individualismo metodologico, non pensa che esista
una pulsione sociale originaria ma pensa che la socializzazione sia il risultato di una pulsione individuale. Poi
abbiamo detto che quando si parla di psicologia delle masse si intende la contemporanea influenza sul
singolo da parte di un gran numeri di persone al quale è legato per un motivo psichico. È questo il punto di
vista che gli interessa: gli effetti che la massa sortisce sul singolo individuo e dal punto di vista del singolo
individuo.

La massa è una creatura provvisoria composta di elementi eterogenei saldati insieme per un istante. È
qualcosa in più e di diverso della somma degli individui che la compongono, ma ha caratteristiche nuove e
differenti.

Ci sono due tipi di folla:

• massa primaria e provvisoria, che si unisce e dissolve;


• massa che ha un’esistenza stabile, per esempio le istituzioni sociali (lo stato, la chiesa ecc…)

Freud riassume i caratteri della massa:

1. si verifica una regressione dalla civiltà all’inciviltà, ci si libera dalla regressione pulsionale;
2. riduzione della capacità intellettuale;
3. la massa è impulsiva e irritabile è dettata dall’inconscio;
4. la massa è priva di una volontà duratura, ambivalente, volatile, volubile;
5. non sopporta dilazioni tra l’emergere del desiderio e la realizzazione di esso, ha la sensazione di
essere onnipotente; svanisce il concetto di impossibile;
6. ambivalenza emotiva: oscillazione tra abreazione pulsionale e sacrificio pulsionale;
7. le masse sempre estranee alla sete di verità esigono illusioni e non ne possono rinunciare. Freud
nota che tale predominio della vita fantastica sia determinante per la psicologia della nevrosi.

Freud analizza anche le caratteristiche del capo e ci sono due aspetti che egli approfondisce rispetto a Le
Bon: suggestione e la parte dedicata al capo.

Nell’ultima parte di questo iniziale capitolo Freud critica Le Bon perché definisce il capo come ipnotizzatore
e la massa come ipnotizzata; Freud ammette la stessa cosa però il punto Freudiano è che ciò su cui questo
rapporto ipnotico si basa non viene chiarito. Infatti Le Bon dice che il contagio è una conseguenza della
suggestione ma non menziona la causa di questa.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 14

Masse primarie e secondarie secondo McDougall

Distinzione fra masse primarie e secondarie masse di breve durata (transitorie) di lunga durata (stabili)

E’ una distinzione che Freud ammette per un certo motivo che è innanzitutto un motivo analitico, cioè le
masse inferocite della rivoluzione francese descritte da le Bon sono oggettivamente diverse da un alto tipo
di massa, frutto della socializzazione di massa, ovvero le istituzioni sociali. Quella per eccellenza è lo stato,
ma ci sono anche la chiesa .Questi due tipi sono ben diversi da una folla inferocita ad esempio. Sotto che
aspetti?

1. soprattutto quello della regressione: nel primo caso la regressione è molto evidente. l’individuo da solo
civilizzato scende molti gradini quando si trova all’interno di una massa transitoria e inferocita perchè
sprigiona la sua aggressività

2. nelle masse secondarie o stabili non si verifica la regressione dell’individuo.

In realtà la distinzione non viene rispettata del tutto, nel senso che se è vero che le masse secondarie non
prevedono la regressione, in qualche modo per Freud la distinzione tra le due masse è comunque
significativa, si prevede comunque una qualche regressione poiché il fattore che è alla base della
costituzione delle due masse è lo stesso, ovvero la LIBIDO. Il problema è che quando Freud formulerà
questa legge si riferirà unicamente alle masse primarie e questo è strano perché in realtà tutto fa pensare
che in fondo questa legge della COSTITUZIONE LIBIDICA DELLA MASSA in realtà riguardi sia la massa
primaria che secondaria. Quindi questa distinzione fra masse primarie è secondarie è da ridiscutere poiché
sembra che quello che dice Freud non quadri perfettamente. McDougall distingui primarie e secondarie
anche come:

• Masse di breve durata: si formano a partire di individui eterogenei a scopo transitorio (masse
rivoluzionarie);
• Masse organizzate: differisce dal primo in virtù di un fattore fondamentale che è l’organizzazione
(Mc Dougall);

McDougall chiama le masse primarie FOLLE, mentre le masse secondarie GRUPPI o MASSE

• La massa primaria è articolata secondo:

1) Singoli che la compongono che hanno un interesse comune e sono uniti da un sentire
comune influenzandosi a vicenda;
2) Intensificazione dell’emotività che viene a prodursi nei singoli individui: si
abbandonano senza remore alle proprie sensazioni lasciandosi alle spalle l’effetto della
loro delimitazione individuale.
Si ha una regressione confusiva: ci si sente come un macroanthopos senza distinzioni e
individualità, appagati dall’espressione narcisistica, dai moti narcisistici che solitamente
sono repressi e che qui invece sono liberati.
Si creano inoltre condizioni avverse a un corretto lavoro individuale perché la capacità
critica è il contrario dell’innamoramento freudiano.
3) Cedimento delle tentazioni, inibizione…

Insomma si hanno caratteristiche che abbiamo già visto. Le Bon e Mc Dougall criticano
entrambi la psicologia delle folle ma per motivi diversi: Le Bon ha il nemico ideologico del
socialismo mentre Mc Dougall no.

• La massa secondaria è tale in virtù di 5 condizioni:

1) Costanza e permanenza formale o materiale;


2) L’individuo ha una coscienza di massa, gli sono noti cognitivamente le caratteristiche e
gli scopi della massa a cui appartiene;
3) La massa, oltre a essere fatta di individui consapevoli, deve agire come un soggetto in
concorrenza con altre masse (fattore che riguarda sempre l’elemento della
consapevolezza);
4) Deve esserci un sostrato di abitudini e di costumi condiviso che caratterizzi i membri di
questa massa e che duri nel tempo;
5) Gli individui hanno funzioni precise e specializzate in cui si dividono il lavoro utile alla
perpetuazione dell’esistenza della massa stessa.

Quando Freud nel capitolo riguardante chiesa ed esercito, noi possiamo leggere delle due istituzioni per
eccellenza ovvero stato e chiesa. E qui entra in gioco la TEOLOGIA POLITICA: tecnica di giustificazione
teologica del potere politico, quell’argomento che giustifica il potere dei re considerandoli come
rappresentanti del potere di dio in terra. Questo ci servirà poiché propone un’importante derivazione del
potere politico dalla religione e da dio. Questo lo riprenderemo con Totem e tabù.

Secondo McDougall, dalla regressione ci si preserva revocando alla massa la soluzione dei compiti
intellettuali e riservandola ai singoli che la compongono. Si vanno ad attribuire funzioni specifiche ai singoli
individui che la compongono, ammettendo così la presenta di socialismo che non disgrega la massa, ma
non innesca nemmeno comportamenti regressivi.

Questa cosa a Freud interessa relativamente, poiché si focalizza non sul problema della regressione o meno
tra le due masse, ma sul fatto che vi sia un certo tipo di socializzazione che riguarda la nostra vita all’interno
di una collettività e quello che si propone di fare è di spiegare questo fattore a suo modo, usando gli
strumenti della meta psicologia. l’interesse di Freud è spiegare qual è la condizione del singolo nella massa
e quali sono i meccanismi psichici mediante i quali gli individui si organizzano all’interno della collettività.
Naturalmente la risposta che cercherà di dare la darà ricorrendo al concetto di libido. Il punto
fondamentale è capire in che modo Freud giudichi la socializzazione all’interno delle masse stabili come la
chiesa e lo stato, cioè vedremo emergere in questo volume una presa di posizione su questo tipo di
socializzazione e vedremo se propone un tipo ulteriore di socializzazione, un modo non nevrotico di
socializzazione.

Freud utilizza il concetto di libido; qui c’è un allargamento del concetto di libido che non è più un’energia
esclusivamente sessuale ma il suo contesto viene allargato al concetto di amore come collegamento con
l’altro e non più amore sessuale.

Quali sono le caratteristiche dell’amore secondo Freud?


• Inibizione del narcisismo
• Tendenza all’avvicinamento: tutte queste tendenze o atti d’amore sono le stesse che spingono gli
individui a unioni sessuali che in altre circostanze vengono deviate da quest’ultime.

I legami emotivi sono l’essenza della psiche di massa: la massa viene tenuta insieme da un qualche potere e
questo potere è Eros, l’amore, il legame emotivo. Inoltre se nella massa il singolo si lascia suggestionare, ciò
avviene perché è più portato all’andare d’accordo con loro, per amore degli altri. Per formulare questa
ipotesi prende in considerazione due masse stabili, secondarie (artificiali poiché c’è bisogno di una cerca
coercizione per tenerle insieme).

1) La caratteristica principale delle masse secondarie: Freud dice che tanto nella chiesa quanto nello
stato, per quanto queste due masse possano essere differenti, si impone l’impressione che ci sia un
capo supremo che ama dello stesso amore ogni singolo individuo della massa. Da questa illusione
dipende tutto perché se questa venisse meno, esse si disgregherebbero. Il principio che presiede
all’interno di una massa secondaria è l’illusione che il capo ami nello stesso modo ogni singolo
individuo della massa.

2) Qui Freud gioca subito a carte scoperte poiché afferma che “Cristo rappresenta per i cristiani un
sostituto del padre” e la stessa cosa vale per l’esercito (stato)”.

3) È evidente come il legame verticale sia condizione del legame orizzontale: il legame d’amore tra il
capo e l’individuo è la condizione del legame degli individui fra loro, essi si riconoscono come tutti
ugualmente amati dal capo.
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Riprendiamo il discorso che stavamo facendo: stavamo parlando delle masse stabili, ovvero artificiali (stato
e chiesa). È possibile e doveroso interpretare esercito con Stato poiché la gerarchia militare è stata di
esempio alla gerarchia amministrativa. La distinzione tra le masse è una distinzione che nel testo Freud
rispetta poco.

A proposito delle masse secondarie, abbiamo detto che queste vengono tenute insieme da un’ILLUSIONE.
Abbiamo innanzitutto un collegamento con Le Bon per quanto riguarda la religione, quindi quanto per Le
Bon quanto per Freud, la religione è molto efficace per la socializzazione, consente alle masse di aggregarsi
senza un livello troppo alto di aggressività. Tuttavia anche il meccanismo della religione e della sua funzione
è un meccanismo che per entrambi si fonda sull’affettività: per entrambi la religione è così efficace perché
utilizza il registro dell’affettività, e per Freud ancora più fortemente. Abbiamo quindi capito che in questo
capitolo Freud presenta questo PLESSO TEOLOGICO/POLITICO (il meccanismo che sta alla base delle due
masse è lo stesso). In realtà Freud formula una critica di questo tipo teologico/politico di socializzazione
poiché, come vedremo, contesta innanzitutto la religione come forma di socializzazione e questo lo
vedremo più chiaramente nell’”Avvenire di un’illusione”.

Capitolo 5

1. In questo capitolo troviamo la prima descrizione del meccanismo di formazione delle masse stabili:
questo è lo stesso e in entrambi i casi gli individui si trovano coesi in virtù dell’illusione secondo cui
il capo amerebbe ciascuno degli individui e che in conseguenza di fatto gli individui si amano tra
loro. Abbiamo detto che il capo è in entrambi i casi (sovrano o condottiero nel caso dell’esercito e
cristo), il sostituto del padre, quindi illusione di essere amati dal capo e capo sostituto del padre.

2. Un altro aspetto che ritroveremo è che Freud afferma che questi individui che rinunciano alla
propria aggressività per amore del padre e si amano tra loro e questa rinuncia ha come
conseguenza il fatto che questi individui perdono la loro libertà, sono privi di libertà; sottolinea che
il fenomeno più importante è proprio la MANCANZA DI LIBERTA’ DEL SINGOLO.

3. Arriviamo ora ad un’altra caratteristica fondamentale della massa: questi impulsi ostili
(aggressività che viene repressa per amore del capo, nella massa vengono sfogati al di fuori della
massa stessa; in qualche modo questa socializzazione dal punto di vista psico-dinamico, presenta il
vantaggio per cui l’aggressività non viene introiettata ma viene “sputata” all’esterno, dalla massa
stessa. Questo è il fenomeno più importante che Freud descrive in questo capitolo insieme a quelli
precedenti. Si ha un gruppo che si riunisce contro il nemico, soprattutto nell’esercito. Questo
consente di convogliare l’aggressività contro un nemico esterno, la quale altrimenti avrebbe
causato la disgregazione della massa stessa.

In questo capitolo, inoltre, afferma che il capo è così importante che di norma quando si dissolve il legame
con il capo, di conseguenza si dissolve anche la massa: il legame verticale è la condizione del legame
orizzontale. Dallo sgretolamento della massa emergono impulsi ostili verso persone che prima non erano
ritenute nemiche.
Nell’ultimo passo del capitolo Freud ci dice che questa dinamica che può riguardare oggetti differenti, non
necessariamente la chiesa o una materia come quella religiosa; il punto è la dinamica, non l’oggetto, la
quale può riguardare qualsiasi oggetto. Il punto è quindi la FORMA RELIGIOSA DELLA CONVINZIONE che
genera questo tipo di dinamica.

Ora andremo ad approfondire il capitolo 5: quello che gli interessa è capire questa dinamica che sta al di
sotto.

Capitolo 6

Freud si pone una serie di questioni interessanti che però non affronta. Si chiede anche se per l’essenza
della massa il capo sia davvero indispensabile (il prof risponde di si perché il problema è che cosa il capo
rappresenti).

In questo capitolo Freud introduce il concetto dell’AMBIVALENZA EMOTIVA (che avevamo già visto). Per
illustrare questo concetto di ambivalenza (fatto che l’individuo è, nei suoi rapporti emotivi, caratterizzato
da amore e ostilità) fa un esempio tratto da Schopenhauer. Freud è come se ci dicesse che quello che
avviene all’interno di queste masse teologico-politiche (la rimozione che consiste nell’abreazione
dell’aggressività all’esterno del gruppo) ha un costo che è proprio la perdita di libertà all’interno. Questo
tipo di avvenimento scompone l’ambivalenza. Quindi diciamo che facendo riferimento a questa parabola
degli istrici, Freud è come se ci presentasse un altro modello rispetto a quello della socializzazione
teologico-politica che stiamo vedendo.

L’elemento elitario all’interno della massa ha il costo che si paga per una coesione che in cambio ci offre un
certo tipo di appagamento narcisistico, ovvero l’aggressività verso chi non appartiene al gruppo.
Essenzialmente è come se Freud ci stesse dicendo che troppo amore ci spersonalizza, e in effetti è proprio
così poiché, in ogni caso l’amore verso l’altro significa inibizione del narcisismo, si tratta di costruire una
migliore protezione del piacere.

In questa metafora dei porcospini è come se Freud ci presentasse la soluzione al modello del
contenimento: se la civiltà ci richiede troppo amore e quindi troppa rimozione allora dobbiamo allentare le
pretese della civiltà, dando un pochino più di spazio all’espressione dell’aggressività rispetto alla realtà. Se
tratta di una questione di quantità. In Freud la cosa è molto più complessa di questo, ci sono diversi passi in
cui Freud afferma che la psicoanalisi deve allentare le pretese di un super-io troppo crudele, tuttavia
proprio questo fatto di socializzazione per mezzo di un’illusione e collegamento tra civiltà e religione, ci fa
pensare che questo modello del contenimento NON E’ l’unica soluzione. In questa metafora troviamo
proprio questo aspetto, un meccanismo del compromesso e di sintonizzazione tra piacere e realtà affinché
si possa trovare un compromesso vantaggioso per entrambi. C’è tuttavia un ipotesi più radicale.

Fine capitolo 6 e inizio 7 (ci interessano primo e secondo paragrafo)

Alla fine del capitolo c’è l’introduzione all’IDENTIFICAZIONE (fenomeno che Freud non conosce ma che
ipotizza). L’identificazione gli interessa perché è il primo legame emotivo della vita di un individuo.

Nel primo paragrafo dell’individuo sono mescolati identificazione, idealizzazione (del padre) e
innamoramento. Qui troviamo la matrice fondamentale del ragionamento di Freud sul Complesso Edipico;
ovviamente egli parla ancora di ideale dell’io però la funzione del superio è già chiara. Quello che noi
dobbiamo fare è spiegare cosa accade in questa dinamica e come identificazione, idealizzazione e
innamoramento ci servono per interpretare la versione filogenetica (macrodimensione) dell’ipotesi
freudiana sull’origine della civiltà fatta nel capitolo 10.
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Freud può essere interpretato in vari modi; diciamo che per quello che abbiamo visto fino ad ora il tipo di
analisi che Freud fa della civiltà e dei processi di socializzazione che vi presiedono, egli può essere
identificato come un pessimista perché in fondo il tipo di analisi che propone è tale per cui la civiltà è un
modo per governare l’aggressività. Il patto civile, come i contrattualismi moderni avevano ben capito, è un
patto che serve per consentire la convivenza tra gli individui e quindi la loro cooperazione governando
l’aggressività che altrimenti condurrebbe alla disgregazione della società e renderebbe la vita degli individui
più corta, feroce e incerta. La società è quindi un patto che viene concluso per fare in modo che
l’aggressività risulti governata, contenuta e in tal modo gli individui possono assicurare gli uni agli altri una
vita meno esposta all’ostilità della realtà.

Questo tipo di interpretazioni è corretto: sono interpretazioni che partono da un’antropologia pessimista in
cui l’individuo è aggressivo, ma è capace, diversamente dagli animali, di gestire collettivamente questa
aggressività e di consentire una vita di cooperazione che lo mette a riparo da rischi a livello di evoluzione.
Freud va in questa direzione quando ci dice che la massa stabile sono essenzialmente basate su legami
EMOTIVI e anzi, in particolare su legami emotivi CON IL CAPO (che hanno come conseguenza legami
emotivi fra individui della massa), ma fondamentalmente questo tipo di socializzazione si fonda su
un’ILLUSIONE D’AMORE (gli individui credono di essere amati e dunque protetti dall’angoscia della realtà
dal capo, e innamorati del capo cedono ad egli la loro libertà in cambio di protezione).

In questo senso Fred è sulla linea dei grandi contrattualisti, in particolare Hobbes. Non è un caso che alla
fine del capitolo 8, dirà che gli individui hanno messo il capo al posto del loro ideale dell’io. E in effetti
questa frase coincide con quello che Freud ha detto in materia di analisi delle masse stabili quando ha detto
che gli individui massa si illudono di essere amati dal capo e il capo è un sostituto del padre, introiettato
nella figura dell’ideale dell’io (e ogii è questo il passaggio che vedremo meglio).

• Vantaggi: possibilità di un agglutinamento; i singoli individui inibiscono il loro narcisismo per amore
del capo
• Svantaggi: perdita della libertà e quindi anche perdita della coscienza critica; la nostra coscienza
morale diventa la coscienza morale del capo.

Questo modello è senz’altro autoritario: gli individui acclamano CONSENSUALMENTE il capo, ma senza
dubbio non partecipano al governo collettivo. È un uguaglianza nella sottomissione e non nella libertà: gli
individui si fanno subito in cambio di protezione. Quindi noi possiamo pensare che l’analisi di Freud
potrebbe fermarsi anche qui.

Il nostro lavoro è vedere se quello che dice Freud è effettivamente sotto il punto di vista pessimistico o se si
può intendere in un modo ulteriore. La prima lettura ci suona che la donna ha un ruolo marginale nella
dinamica edipica.

Nel capitolo 10 Freud dirà che il potere civile e religioso e politico nascono nello stesso momento; c’è una
perfetta fusione nel momento in cui la civiltà sorge in un senso teologico politico come Freud dirà. Quindi
dobbiamo capire se Freud va oltre Le Bon perché fin’ora le due posizioni non sono molto differenti.
Qui dobbiamo capire se quella di Freud è una semplice analisi critica o sta cercando di smascherare le cose.
La prima cosa che Freud fa per approfondire questo punto è tornare sul complesso edipico. Ripeterà quindi
nel capitolo 10, tutto questo detto, dal punto di vista FILOGENETICO (a partire da Totem e Tabù), per
mostrare come nasce la civiltà.

Tornando al capitolo 7:

La prima cosa che ci dice Freud è che ci troviamo di fronte ad un fenomeno molto poco studiato che per la
prima volta viene affrontato.

Come nasce il complesso edipico? Noi sappiamo che ci troviamo di fronte ad una pulsione di
appropriazione (pulsione originaria) che è ambivalente. Abbiamo detto che il confronto con questa
ambivalenza segna il momento in cui il narcisismo infantile viene ferito perché è il momento in cui la realtà
richiede al desiderio un differimento e una limitazione, cioè il momento dello sviluppo in cui il desiderio è
esposto alla realtà che lo frustra. Questo primo passaggio critico lo abbiamo quando si passa dal narcisismo
primario a quello secondario.

Nella narrazione che abbiamo visto Freud dice che il maschietto comincia a provare due sentimenti: uno di
ammirazione per il padre (fa del padre il suo ideale dell’io) e un investimento d’oggetto (sessuale) nei
confronti della madre; qui Freud dice che queste due correnti inizialmente sono separate ma ad un certo
punto queste cominciano a confluire e a venire in conflitto perché il bambino si rende conto che il padre è
un ostacolo al suo desiderio di avere la madre e quindi l’identificazione con il padre che prima era colorata
di ammirazione, ora diventa una identificazione prega di un’ambizione destituente (vorrebbe sostituirsi al
padre). Dal punto di vista del bambino il padre è colui che è capace di accedere al proprio desiderio, il padre
è un modello di libertà e indipendenza libidica (non è costretto a rinunciare e quindi è perfettamente
libero) e rappresenta anche colui che protegge il bambino dall’angoscia che la realtà gli crea.

Il padre è un modello di perfezione narcisistica per il bambino perché per il bambino accede liberamente e
completamente a proprio desiderio.

Vedremo poi che questo rapporto con il padre introiettato, o coscienza morale dell’io, Freud la definisca
anche come SENSO DI COLPA. La colpa è il rimorso che proviamo per un atto compiuto, quindi perché senso
di colpa? In questo frangente il bambino non compie nessun atto di cui sentirsi in colpa, perché non uccide
il padre per sostituirsi a lui, tra odio e amore sceglie l’amore. Vedremo che Freud ad un certo punto vorrà
spiegare perché la coscienza morale ci si presenta come senso di colpa, e lo spiegherà nella narrazione
FILOGENETICA, in cui supporrà che i figli tutti riuniti uccideranno realmente il padre.

Il senso di colpa inconscio in fondo testimonia il fatto che l’assoggettamento in cambio di protezione è
sempre attraversato dalla tentazione di sostituirsi al padre; questa logica infantile è una logica estremistica
tale per cui gli estremi si ribaltano l’uno nell’altro.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 17

La scorsa volta ci siamo occupati del capitolo 7. Freud nel capitolo spiega una dinamica che andremo a
rivedere nel capitolo 10 in cui egli richiama Totem e tabù.

Abbiamo detto che l’identificazione è il primo legame emotivo che il maschietto prova nei confronti del
padre e quindi l’ambivalenza della pulsione nella fase orale (l’amore si esplica in una distruttività). Diciamo
che il desiderio di essere il padre significa ripristinare una situazione di narcisismo originario che il bambino
sta perdendo, il padre è un modello di compiutezza che il bambino sta perdendo, e quindi il bambino vuole
sostituirsi a lui proprio per recuperare il narcisismo perduto. Ricordiamo che l’identificazione è in ogni caso
legata all’incorporazione; identificarsi con qualcuno ha comunque a che fare con la fase orale.

L’introiezione della figura paterna come forma reattiva ha esattamente questa configurazione.

Sia nel caso iniziale (sostituzione con il padre), sia nel caso in cui il bambino viene ridotto a più mite
consiglio, l’immagine che il bambino ha del padre è il prodotto di una fantasia infantile, egli è in entrambi i
casi l’oggetto di un’idealizzazione e ha una funzione di recupero del narcisismo. E’ vero che l’ideale dell’io è
l’introiezione reattiva della figura paterna, ma questa ha una funzione di recupero del narcisismo perduto.

Questo compromesso che consiste nello scambiare la protezione con l’obbedienza è particolarmente
instabile poiché la logica destituente che mi fa pensare al padre come protettore non mi fa smettere di
pensare di potermi sostituire a lui, quindi il bambino non fa un vero è proprio lavoro sul narcisismo.

Accade che in alcuni testi successivi Freud dirà qualcosa di più chiaro su questo punto: nel 1924 nel Saggio
sul problema economico del masochismo, aveva scritto che il superio può diventare crudele e inesorabile
verso l’io di cui è protettore. Il fatto che questo equilibrio o compromesso sia particolarmente instabile, e
che l’ambizione di mettersi al posto del padre non sia completamente scomparsa (ma sia solamente brace
ardente), emerge ancora nel 1924 in cui Freud descrive una dinamica del masochismo morale; accade che
questo compromesso civile assume la forma di una sequenza di peccato ed espiazione, perché la logica
destituente è rimasta viva.

Questo che abbiamo appena visto è anche una caratteristica FONDAMENTALE DELLA RELIGIONE. Nel 1907
(Azioni ossessive e pratiche religiose) e nel 1927 (Avvenire di un’illusione) Freud riscontra la stessa sequenza
malinconica anche nella religione. Quindi tutto questo ci serve per fare il collegamento che l’idea della
genesi della coscienza morale sia essenzialmente religiosa e quindi, secondo Freud, tutta la civiltà è
impostata religiosamente. Se vogliamo progredire da questa impostazione religiosa allo spirito scientifico
dobbiamo mettere in questione il nesso tra civiltà e religione. Questo è il tratto instabile del
compromesso civile.

Tutto questo lo vedremo nella macro dimensione del capitolo 10 quando Freud farà riferimento alla
filogenesi (origine della civiltà) e la dimensione sarà quella collettiva.

Capitolo 8

Nel capitolo 8 Freud si focalizza sull’innamoramento.

L’innamorato ama l’oggetto come amava sé stesso quando era ancora il proprio ideale, prima della crisi del
narcisismo, quindi in qualche modo avviene che nell’innamorato/a si recupera il narcisismo perduto.
In questo capitolo dice che ci sono due accezioni:

• Amore sensuale;
• La tenerezza: una specie di stratagemma per mantenere il soddisfacimento sessuale a disposizione;
continua il legame con la persona amata anche nei momenti in cui il desiderio sessuale non è
attivo. Amore sessuale, non platonico.

La tendenza che compromette il giudizio (stessa che interviene per il padre) è quella dell’idealizzazione:
recuperiamo nell’oggetto amato il nostro narcisismo.

Freud descrive il processo di innamoramento come un processo di ipnosi, le coincidenze tra i due sono
palesi. Ipnosi e formazione di una massa non si possono paragonare poiché sono identiche.

Il primo atteggiamento di fronte a testi di questo tipo è di non pensare di capire subito quello che Freud
intende dire.
ETICA SOCIALE I- LEZIONE 18

Oggi finiamo Psicologia delle masse e analisi dell’io. Siamo arrivati al punto in cui abbiamo visto la dinamica
della civilizzazione e anche quella della socializzazione e il punto più importante è che la formazione
reattiva dell’ideale del’io per molti versi, lungi dal risolvere l’ambivalenza pulsionale originaria, la ripropone.
La logica rimane quella della destituzione e il tipo di compromesso civile che viene concluso con il padre è
instabile, ovvero è un’ambivalenza che si esprime in forma di sequenza. Per verificare questa ipotesi
abbiamo fatto riferimento ad alcuni altri testi (Azioni ossessive e pratiche religiose (1907), Il problema del
masochismo (1924) e L’avvenire di un’illusione (1927)) nei quali emerge la metafora della pulsione come
una brace ardente. Abbiamo inoltre visto la religione come una forma di socializzazione stabile e nevrotica.

Tutto quello che abbiamo detto si riassume nel fatto che tutto il percorso della coscienza morale si
riassume le senso di colpa inconscio.

Il punto di vista del bambino permane anche nell’assoggettamento e nell’obbedienza civile, nella figura
della coscienza morale e assume questa forma di ambivalenza in forma di sequenza (sequenza malinconica
della quale Freud parlerà nell’ultimo capitolo).

Ora dobbiamo rivedere tutto questo in TOTEME TABU’. Tuttavia nel mezzo diciamo qualcosa sulla
PULSIONE GREGARIA.

La pulsione gregaria: gli individui sono tutti ugualmente assoggettati al padre e Freud dice che la
caratteristica fondamentale della psicologia delle masse è la mancanza di libertà del singolo nella massa,
occorre infanti contenere la propria aggressività.

All’interno di una tale massa, questa repressione al narcisismo in parte viene alleviata dal fatto che queste
masse consentono all’esterno una parziale scarica narcisistica. Questa rimozione del narcisismo ha degli
effetti spersonalizzanti; gli individui rinunciando al narcisismo rinunciano anche alla loro individualità.
Questo ci rende nevrotici perché ci costringe alla rinuncia pulsionale.

A questo punto dobbiamo vedere se oltre alla forma reattiva e senso di colpo, Freud ci faccia intravedere la
forma ATTIVA della coscienza. Naturalmente questa non può che avere a che fare con la messa in questione
del nesso civiltà- religione.

Capitolo 9

Freud torna proprio sugli effetti regressivi. Analizza le opere di tre autori: Le Bonn, Mc Dougal e Trotter.
Riprende l’analisi dei tratti caratteristici dell’individuo in una massa (decadimento da individuo a individuo-
massa).

Freud attribuisce questa predisposizione all’asservimento ad una pulsione che chiama Pulsione Gregaria. A
questo punto egli fa una considerazione molto importante: l’impulso (pulsione gregaria) nella quale noi
intravediamo qualcosa come l’uguaglianza (sta parlando del fatto che all’interno di una massa gli individui
sono tutti uguali e ugualmente privi di libertà) nasce da un fenomeno che chiama INVIDIA ORIGINARIA.
Aggiunge tuttavia che la condizione di tutto questo non può essere soltanto il gregge, ma anche il rapporto
con il capo: l’uomo è in realtà un animale che vive in un’orda, guidata quindi da un capo supremo (corregge
la tesi di Trotter).
Freud fa derivare l’uguaglianza sociale dall’invidia originaria, ovvero il capo (padre) funge da fattore di
identificazione orizzontale fra gli individui che compongono la massa, attribuendo a questo tipo di relazione
l’uguaglianza sociale.

È quindi che Freud richiama il mito dell’orda primordiale (totem e tabù).

Schema: DRAMMA IN QUATTRO QUADRI presente in Totem e tabù (lettura di Lijoi)

sequenza malinconica

↓------------------------------------------------------------------------↓

1)repressione → 2)rivoluzione → 3)latenza (conflitto democrazia) → 4)restaurazione

↑ _________________________________________________________↓

1) Il primo quadro è la repressione: Freud dice che la forma primordiale di vita animale in comune è
l’orda (gruppo dominato senza limitazioni da un maschio forte, unico sessualmente libero e
potente). L’idea è che il primo quadro sia caratterizzato da questo padre al quale è concesso
solamente a lui il rapporto sessuale con le donne e i figli repressi nel desiderio.
A questo punto accade che Freud dice che per questi figli, il padre è amato e ammirato ma nello
stesso tempo invidiato e temuto (ambivalenza).

2) Rivoluzione: Ad un certo punto questa ambivalenza diventa problematica e accade quello che
nell’ontogenesi non accade realmente, l’individuo non prova realmente un senso di colpa, questo è
inconscio. Freud utilizza questa narrazione per spiegare questo punto.
In una fase ancestrale I figli repressi si uniscono e uccidono il padre (selvaggi cannibali che
mangiano il padre: fase ancestrale = fase orale). Gli individui pensano infatti di poter divenire
potenti come il padre incorporandolo. Questa fase ancestrale è descritta in Totem e Tabù.

3) Latenza: ad un certo punto Freud ci dice che ognuno dei fratelli voleva prendere il posto del padre,
succede quindi che si crea la democrazia dei fratelli. Ognuno impedisce all’altro di diventare come
il padre, i fratelli configgono tra di loro. Freud descrive la democrazia come un conflitto terribile.
Succede quindi che questa democrazia non regge: i fratelli si rendono conto che non possono
sostenere un tale conflitto e quindi fanno risorgere il padre;

4) Restaurazione: Il Totem è il simbolo del padre resuscitato. Una volta fatto risorgere questi si
riassoggettano a lui, pieni di senso di colpo (che sorge quando i fratelli si scoprono esasperati dal
conflitto. Da morto il padre è più severo e crudele di quello che lo era da vivo e con la
restaurazione, quindi, i fratelli tornano in uno stato di repressione. La restaurazione e quindi la
civiltà che si viene a formare, è un PATTO INFANTILE; fallita infatti la rivoluzione tornano a più mite
consiglio, obbediscono e fanno un patto con il padre, il quale diventa il protettore che li dispensa
dall’angoscia della realtà.

Possiamo o interpretare la visione negativa della democrazia da parte di Freud (democrazia come conflitto),
oppure possiamo chiederci per quale motivo al quadro 3 la democrazia non funziona. Questa non funziona
perché gli individui (tutti) vogliono essere il padre; ogni individuo ha l’ambizione di diventare il padre e lo
scontro deriva proprio da questo. La democrazia non funziona perché gli individui sono inchiodati ad
un’immagine infantile del padre che non dismettono, ma capovolgono (se non posso essere potente come
il padre mi sottometto completamente al padre). Freud dice chiaramente che il patto infantile è la civiltà
come restaurazione dell’orda primordiale; c’è una traccia alternativa? Possiamo vederla quindi nel modo
che abbiamo detto.

Il problema è il rapporto tra terzo e quarto riquadro (lo vedremo in L’Avvenire di un’illusione) e per venirne
fuori dobbiamo mettere in questione il nesso tra civiltà e religione, compiendo un’azione di de
idealizzazione che ci dovrebbe portare ad una conclusione riuscita del terzo stadio. L’imago infantile del
padre rimane una tentazione sempre forte e quindi forse si può dire che la de idealizzazione della figura
paterna è una pratica che dobbiamo compiere sempre di nuovo per resistere alla tentazione
dell’idealizzazione.

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