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PARAPSICOLOGIA NEL MONDO ANTICO

Il prefisso “para” in greco significa “oltre”.

Il suffisso “psicologia” è la “psyche”, l’”anima”, intesa dai greci come la mente e la vera persona, cioè i
sentimenti, le esperienze, le sensazioni sono tutto ciò che compongono l’anima.

La parapsicologia è quindi una scienza che studia dei fenomeni (= un evento, un qualcosa che accade, dal
greco “apparire”), dei fatti, che vanno oltre quello che normalmente è l’esperienza dell’anima umana.

Ciò che va oltre l’esperienza umana è un esperienza sovraumana.

Questi fenomeni di parapsicologia non esistono solo nel mondo antico, ma anche nel mondo moderno
(maghi, visionari). Questi avvenimenti si presentano sempre in tutte le epoche, non hanno un epoca
temporale stabilita e precisa, ma cambia il modo in cui questi avvenimenti vengono visti ed elaborati.

Chi vive e racconta questi fenomeni ad oggi è un pazzo, è una persona che non ha ragione e razionalità.

I fenomeni parapsicologici vanno oltre la ragione.

INTRODUZIONE

L’introduzione è a cura di Cambiano. Egli cerca di introdurci all’autore Dodds, parlando di uno dei suoi libri
“I greci e l’irrazionale” scritto prima della parapsicologia nel 1951. Vuole farci capire che Dodds si è sempre
interessato ai vari tipi e manifestazioni di irrazionalità del mondo greco.

Abbiamo già in precedenza analizzato questi fenomeni irrazionali: i riti delle baccanti, i riti dei coribanti, le
profezie. Questi fenomeni rientravano nella categoria della follia.

Ma la follia non è l’unica cosa irrazionale che esiste. Una persona può avere un esperienza sovrannaturale
senza che sia folle.

Dodds parla infatti di questi tipi di esperienze sconnesse dalla follia ma collegate all’esperienza religiosa,
prettamente irrazionale.

Per i greci questi avvenimenti irrazionali legati alle apparizioni religiose erano molto frequenti: Socrate
aveva il daimon; gli sciamani; gli iatromanti; il furore profetico; il furore rituale; i riti di purificazione dei
coribanti.

Dodds quindi studia la tematica dell’esperienza religiosa, poiché c’era una grande presenza della divinità
nella quotidianità dei greci.

Però queste esperienze non erano solamente vissute dai singoli individui, ma erano collegate alla società.

Dodds spiega questi fenomeni di tipo religioso con una spiegazione sociale: fa riferimento alla civiltà della
vergogna (l’uomo si comporta bene per essere accettato e non criticato dalla società, dalla famiglia, ecc., se
si comporta male si giustifica attribuendo la colpa alle divinità). La responsabilità di ciò che accadeva
ricadeva su una figura esterna, per giustificare la vergogna che provano le persone.

Alla civlità della vergogna si contrappone la civiltà della colpa: nella civiltà della vergogna l’individuo non si
prende le sue responsabilità, le attibuisce ad una divinità o un demone; nella civiltà della colpa l’individuo
prende coscienza di sé e inizia a prendere le sue responsabilità (l’uomo inizia a sentirsi in colpa per ciò che
ha fatto, non si preoccupa più del giudizio esterno della gente ma del suo).

La civiltà della vergogna è presente in età arcaica, nel VIII-VII-VI secolo; la civiltà della colpa è presente in
età classica, nel V secolo.

Nella civiltà arcaica c’erano delle piccole comunità in Grecia governate dal re, non vi era l’unità nazionale.

Nell’età classica invece vi è un grande cambiamento sociale: la nascita della democrazia e quindi della polis,
che elimina la situazione aristocratica e la presenza del re.

Questo cambiamente sociale porta anche ad un cambiamento individuale, poiché l’individuo prende
maggiore coscienza e consapevolezza di sé dato che è più responsabile perché vota, governa, ecc.

Vi è anche un senso di colpa più ampio e generale: si abbandonano i gruppi sociali di appartenenza e perde
di valore l’importanza della tribù, della famiglia, perché con la democrazia si è tutti uguali, tutti cittadini,
l’identità non è più data dall’appartenenza sociale ad un gruppo. Quindi quando si abbandona il proprio
gruppo sociale ci si sente in colpa.

Quindi Dodds da più importanza all’aspetto sociale: quando i greci si sentono in colpa e sono pentiti di ciò
che è stato fatto, tentano di espiare la colpa rifugiandosi in determinate esperienze di tipo irrazionale,
soprattutto religiose.

Questi fenomeni hanno questa funzione catartica, liberano dai sensi di colpa, servono per sfogarsi.

Secondo Dodds tra la civiltà della vergogna e della colpa in realtà c’è una continuità: nelle due epoche vi
sono in entrambe elementi irrazionali ma vengono spiegati e usati in maniere diverse.

Nell’epoca classica quindi gli intelletuali erano portatori della cultura razionale, mentre gli strati sociali più
bassi della popolazione coltivavano ancora queste credenze irrazionali, soprattutto religiose. C’è una
divisione all’interno della società.

E proprio Platone ha cercato di mediare tra questi due strati sociali.

Per ricucire questa frattura egli afferma che esistono due tipologie di folli: coloro che sono folli poiché non
conoscono, che sono pericolosi e che hanno uno squilibrio anche a livello medico; coloro che sono
considerati folli buoni, cioè quelli posseduti da ogni tipologia di divinità come i filosofi, gli innamorati, i
poeti.

Per farlo si serve dei miti, per farsi capire anche dal popolo. Spiega dei concetti rrazionali utilizzando
elementi razionali e concreti.

Ma la classe dirigente ellenistica (dopo il periodo classico) fallisce poiché crolla la democrazia e le tendenze
irrazionali diventano sempre più forti.

Cambiano quindi affronta queste tematiche per parlarci del bagaglio culturale e l’interesse di Dodds. Finisce
qui il IV secolo d.C.

L’interesse di Dodds continua anche dopo, poiché scrive nel 1969 un altro libro “Pagani e cristiani in un
epoca di angoscia”, riferendosi all’epoca dell’ellenismo, in cui prevale l’irrazionale.

Qui Dodds spiega molte situazioni verificatesi a livello sociale.


Distinzione delle varie tipologie di filosofi:

1. Filosofi presocratici: si occupavano della natura


2. Filosofi dell’età classica (Platone, Aristotele, Socrate): si occupavano dell’uomo e dell’anima
3. Filosofi dell’età ellenistica (gli epicurei, gli scettici, gli stoici): si occupavano dell’uomo non
all’interno della società, ma in maniera più esclusiva ed elitaria, avevano delle scuole dogmatiche
(dogma = verità assoluta, regola da seguire) in cui si seguivano le regole dei maestri. Essi si
occupavano di come si sentiva una persona e di come farla stare meglio.

Termine epicureo = colui che vive bene e se la spassa, vivono sulla base del piacere non terreno ma
intellettuale

Termine stoico = colui che vive seguendo un dogma che lo guida nella vita e non si scoraggia

La reazione degli intellettuali in questo periodo è quella di chiudersi in se stessi e di occuparsi del benessere
e della cura dell’individuo, della sua anima, di aiutarlo e guidarlo, poiché intorno a loro la situazione della
società è molto angosciosa poiché in un momento di transizione (es. Alessandro Magno introduce nuovi usi
e costumi). Si occupano dell’uomo tirandolo fuori dal mondo reale, con un atteggiamento irrazionale.

Dodds fa una riflessione: questa irrazionalità dell’età ellenistica che si chiude in se stesso per scappare dal
mondo reale e sfuggire all’angoscia è la reazione irrazionale al comportamento razionale dei sofisti che
spiegavano con la ragione la brutalità dell’uomo.

Dodds afferma questo perché lui è nato in Irlanda del Nord alla fine dell’800 e vive le due guerre mondiali,
vive tutti i regimi totalitari, vive quindi periodi di forte angoscia. Per questo è interessato alla chiusura in se
stessi poiché anche lui si è comportato così.

Cambiano comunica anche quali sono le fonti di Dodds: l’autore William James, che studiava il problema
dell’esprienza religiosa a livello privato come rapporto con il divino (da questa fonte trae la parte
dell’esperienza religiosa individuale dando una spiegazione sociale); lo psicanalista e filosofo Freud, che si
occupava dell’analisi e spiegazione dei sogni (= esperienze irrazionali, frutto dell’inconscio), e si occupava
del senso di colpa.

Cambiano quindi dice che Dodds studia l’irrazionalità, però ciò non vuol dire che egli spiegasse tutte le
esperienze sotto forma di irrazionalià. Alcuni fenomeni non sono spiegati in maniera irrazionale.

Dodds parla di un filosofo Plotino, il quale riprende la filosofia di Platone molto tempo dopo nel II-III secolo,
ma è in un epoca molto diversa poiché è presente la religione cristiana d.C. a cui egli si contrappone.
Plotino parla dell’uno chiamato ipostasi, cioè un principio di unità e di origine di tutto, un’entità che crea
tutte le cose (non come Dio) secondo il principio di emanazione cioè la luce che crea tutte le cose. Plotino
viveva a Roma all’interno di una scuola filosofica ed elaborava delle dottrine filosofiche. Egli viveva come
Socrate, il suo insegnamento era orale, per portare i suoi allievi al sapere. A differenza di Platone, Plotino
pensava di poter andare verso l’uno anche senza che il corpo fosse morto.

Dodds esamina proprio questo ultimo aspetto della filosofia di Plotino, cioè l’esperienza dell’estasi mistica
in cui si può raggiungere l’uno anche trovandosi all’interno del corpo. Quest’esperienza non avviene come
per gli iatromanti: è un’esperienza solamente intellettuale, non irrazionale ma in maniera razionale, non è
una tranche. È un’esperienza rara, difficile da raggiungere.
A questo punto Cambiano afferma che Dodds era interessato in particolare ai fenomeni parapsicologici
dell’età moderna, lui studia i fenomeni dell’antichità ma le categorie che ha in mente sono quelle moderne.

Nel periodo tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 vi era una tendenza culturale di comunicare con i morti, il
fenomeno dello spiritismo, forse avveniva per reazione al periodo di guerre e totalitarismi, e per reazione
alle varie scoperte soprattutto dell’elettricità.

Lo spiritismo è un fenomeno moderno di cui si interessò Dodds. Se ne interessò in modo curioso. Questi
fenomeni che avvenivano in epoca moderna hanno un significato diverso rispetto a quelli avvenuti
nell’antichità, perché per gli antichi questi fenomeni erano attribuiti al sovraumano, agli dei, invece i
moderni entrano in collegamento con gli umani defunti.

C’erano delle caratteristiche diverse e categorie mentali diverse tra queste due visioni. Ma secondo Dodds
però c’erano dei concetti elaborati in età moderna applicabili allo studio dei fenomeni parapsicologici
avvenuti in epoca antica. Ad esempio egli era un uomo di scienza e non pensava che i morti si svegliassero
per parlare con i viventi, ma pensava che questi fenomeni dello spiritismo non erano ciò che sembravano.
Spiega questi fenomeni attraverso due modi e concetti moderni: la telepatia e la chiaroveggenza.

Cambiano dice che questo libro “Parapsicologia nel mondo antico” scritto nel 1971 rappresenta
un’evoluzione nello studio di Dodds sui fenomeni parapsicologici. Questo libro è la raccolta e catalogazione
di documentazione antica su tutti i fenomeni paranormali, cioè tutte le testimonianze scritte storiche sui
fatti paranormali accaduti nell’antichità.

Dodds propone una spiegazione dei fenomeni non in ordine cronologico, ma li presenta in base
all’argomento e al concetto preso in considerazione. Questo dipende da come Dodds ha concepito questo
libro (precedentemente un saggio pubblicato su una rivista dedicata ai fenomeni parapsicologici moderni),
poiché sta semplicemente elaborando dei concetti e non sta svolgendo un lavoro filologico.

Però questo libro è importante poiché è la prima volta che questi fenomeni parapsicologici antichi vengono
studiati in sé per sé.

Dodds pensa che ci siano delle somiglianze tra i fenomeni antichi e quelli moderni, cioè tra le pratiche
teurgiche antiche e i fenomeni parapsicologici moderni come lo spiritismo.

Le pratiche teurgiche sono pratiche religiose e sono i collegamenti tra un uomo e la divinità, entrano in
contatto (teos = dio).

I neoplatonici sono tantissimi perché il neoplatonismo inizia nel I secolo d.C e finisce nel VI-VII secolo d.C.
Inoltre questi autori erano organizzati in scuole e vivevano in comune sotto lo stesso ideale, ma avevano
caratteristiche diverse. Vi sono due principali scuole di Neoplatonismo: una ad Atene in Grecia e una ad
Alessandria in Egitto.

Ognuno di loro, dei neoplatonici, interpretava questa filosofia dell’uno in modo diverso. Essi avevano un
problema di spiritualità, odiavano il corpo: perciò mettevano quanta più distanza possibile tra l’uno
(massimo della purezza) e il corpo (massimo dell’impurezza).

Plotino riprendeva Platone (una filosofia moderna che ne riprende un'altra più antica si definisce con il
suffisso neo, ad esempio neoplatonismo) e non era interessato alle pratiche teurgiche, poiché entrava in
contatto con l’uno intellettualmente.
Molti filosofi neoplatonici, ad esempio Proclo, poco successivo a Plotino, invece utilizzava tantissimo queste
pratiche teurgiche.

Secondo Dodds queste pratiche (teurgiche e spiritismo) sono simili e diverse allo stesso tempo.

Le somiglianze:

 lo stato d’animo di dissociazione mentale di chi fa queste pratiche sacre


 i comportamenti, cioè per evocare la divinità occorre fare dei riti magici
 problema dell’angoscia, cioè le pratiche nascono per placare l’angoscia nelle persone perché vi è un
epoca difficile (i teurghi si sentono minacciati dal cristianesimo; gli spiritisti si sentono minacciati
dalle guerre, dai totalitarismi e dal progresso)

A questo punto Dodds, professore di Oxford, spiega perché si occupa dello studio di queste pratiche:
perché è l’unico che da una parte conosce i filosofi antichi e dall’altra parte conosce le pratiche dello
spiritismo. Effettua questi studi perché le esigenze che portano i suoi contemporanei a svolgere queste
pratiche sono le stesse che avevano gli antichi.

Il contenuto delle pratiche e delle divinazioni è sempre uguale, cambiano nei secoli la forma e
l’interpretazione.

CAPITOLI 1 – 2 – 3 TELEPATIA E CHIAROVEGGENZA, PRECOGNIZIONE , <<MEDIANISMO>> E STATI DI


NATURA ANALOGA

Nel primo capitolo tratterà della telepatia e della chiaroveggenza:

1. La telepatia è una comunicazione di immagini (dette impressioni) tra una mente ed un'altra, che
non prevede alcun tipo di comunicazione sensoriale (né verbale né fisica)
2. La chiaroveggenza (detta anche prevegenza) è anch’essa una comunicazione tramite immagini ma
non tramite menti: si ricevono delle visioni per anticipare eventi futuri, rivivere eventi passati o
vedere eventi paralleli

Nell’antichità questi eventi avevano altri nomi: la telepatia e la chiaroveggenza sono le stesse cose che
descrivevano gli antichi con la mantica e la divinazione (il contenuto è lo stesso ma cambia la forma).

Adesso Dodds elenca diversi casi di telepatia e chiaroveggenza, ma anche di divinazione antica.

Egli dice che esistono due tipi di divinazione:

1. Ominale (o augurale, dai sacerdoti àuguri che facevano queste pratiche): dal latino omen =
presaggio, è la divinazione fatta attraverso dei presaggi, cioè si affidavano agli dei che gli
mandavano dei segni da interpretare. È un tipo di divinazione non spontanea, sotto il controllo
della religione.
2. Intuitiva: è la divinazione fatta attraverso un sogno e vengono in mente delle immagini. È un tipo di
divinazione spontaneo, che può avere chiunque.

Tuttavia gli antichi non facevano la differenza tra i tipi di divinazione (è più una classificazione moderna),
perché anche la divinazione intuitiva la collegavano agli dei.
La divinazione che era legata alla fede, aveva un rapporto con la religione non proprio sereno. La casta dei
sacerdoti che dispensava queste divinazioni ominale volevano continuare ad avere il controllo.

Anche in quei tempi vi erano gli atei, che non credevano nella religione, che venivano chiamati materialisti.
Ad esempio vi erano coloro che credevano agli atomi, come Democrito, che affermavano che le divinazioni
esistevano ma ne davano una spiegazione scientifica, cioè le immagini di questi avvenimenti sono particelle
di atomi che si staccano e raggiungono la mente delle persone.

I materialisti spiegavano anche altri fenomeni paranormali attraverso la teoria degli atomi ad esempio: il
malocchio (l’occhio proiettava delle particelle negative che colpivano le cose che vedevano) o i magneti
(spostamento di particelle nell’aria) o la luna (che regola le maree).

Anche un altro filosofo dell’età classica (tra V e IV secolo) è famoso per aver dato spiegazione razionale di
questi fenomeni paranormali: Aristotele. Egli per vivere faceva il precettore di Alessandro Magno. Aristotele
spiegava questi fenomeni di divinazione in modo particolare. Egli era allievo di Platone:

 nelle sue opere di gioventù (“etica nicomachea” e “etica eudemia”) per parlare delle divinazioni è
influenzato dal pensiero del suo maestro cioè pensa che la divinazione è legata ad un contatto con
il divino
 nelle opere mature diventa più cauto e non parla più di divinazione ominale ma sposta l’attenzione
su quella intuitiva, non legata alla divinità, quando si trova nei sogni

Gli stoici sono coloro a cui Dodds fa riferimento nell’opera “Pagani e cristiani nell’epoca di angoscia”. Essi si
occupano molto delle pratiche di divinazione. È una scuola che è esistita per molto tempo e ha racchiuso
molte personalità.

Uno di essi è Posidonio portatore del pensiero degli stoici sulla divinazione (anche se gli altri stoici hanno
poi diverse sfaccettature): essi e lui in particolare analizzano i sogni veridici, che dicono la verità (sogno
qualcosa che poi si avvera). Questi sogni sono premonitori o in parallelo ed erano provenienti dalle
vibrazioni dell’aria che venivano in sogno all’uomo, solo quando è a riposo perché l’intelletto è calmo. Da
un lato ammettono l’esistenza di queste divinità o spiriti (qualcosa di superiore ed esterno) che però
mandano messaggi non direttamente ma attraverso l’aria (è una posizione a metà strada di Posidonio).

Per esempio Cicerone, retore romano, riprende il pensiero degli stoici e dice che nei sogni si percepiscono
cose che altrimenti sarebbero invisibili. Egli pensa che durante il sonno la mente è dissociata e pertanto
possiamo percepire delle immagini che quando siamo coscienti sono invisibili.

Gli stoici possono parlare di questa trasmissione di immagini perché secondo loro esistevano dei
collegamenti magici tra questi avvenimenti. La trasmissione delle immagini era giustificata dalla teoria
filosofica della simpatia occulta: essi pensano che c’è qualcosa in comune, un collegamento tra tutti coloro
che vivono nel mondo perché erano simili (mi fai simpatia = ti capisco, mi trovo bene, ho qualcosa in
comune; occulta = nascosto, non si conosce, sconosciuto). Per questo motivo è molto semplice che nasca la
telepatia, la comunicazione.

Questa teoria era in parte anche un idea dei neoplatonici. La loro spiegazione è simile a quella degli stoici,
esiste una sorta di simpatia occulta, ma per loro il legame e il collegamento che avviene è solo mentale,
intellettuale, non fisico. Perché per loro tutto ciò che è materia non è positiva, è tutto ciò che sta più
distante dall’uno.
A questo punto Dodds, dopo aver spiegato la parte teorica, fa degli elenchi di fatti paranormali avvenuti
nell’antichità.

Esempi di divinazione mantica, cioè chiaroveggenza:

 re Creso di Lidia, re più ricco della Grecia. Egli chiede un responso agli oracoli per capire l’esito se
avesse dichiarato guerra. Prima di chiedere agli oracoli, fa un test per capire se gli oracoli dicevano
la verità: manda i suoi messaggeri in vari oracoli della Grecia (Delfi, Epidauro, ecc.) facendogli
chiedere “a quest’ora e a questa data cosa sta facendo il re Creso”. L’unico che risponde dicendo
verità è l’oracolo di Delfi ed il re stava cucinando in un calderone una tartaruga e la testa di un
montone.
 Nella vita quotidiana la gente era solita consultare gli oracoli per ritrovare gli oggetti smarriti. Ad
esempio ad Epidauro c’erano le cronache di Epidauro, una sorta di registro con nomi e motivazioni
delle visite, scritte dai sacerdoti. In questo templio i visitatori ricevevano dei sogni incubatori, con il
dio che appariva in sogno. C’è ugualmente la componente religiosa perché appariva in sogno il dio
Asclepio ma avviene più in maniera diretta, senza il sacerdote intermediario.

La prima grande differenza che Dodds trova tra spiritismo e telepatia: nella telepatia gli antichi non
parlavano con i morti; nei casi di spiritismo invece si parla soprattutto con i morti perché i morti erano delle
persone care. L’idea di parlare con i morti è un’idea dei moderni, perché nell’antichità i morti vivevano in
maniera inquieta, non vi era la propensione di parlare con loro.

Esempi di telepatia, su cui è difficile averne testimonianze poiché si tratta o di agiografie o di singole
persone:

 Santi cristiani eremiti ed anacoreti che vivevano nel deserto o i monaci stiliti che abitavano sulla
colonna per essere più vicini a dio, i quali comunicavano con il dio dato che nel deserto la mente è
libera. Dodds non crede molto a questi racconti agiografici (ad oggi è un aggettivo per indicare colui
che parla bene di qualcuno per ingraziarlo), scritte da seguaci dei santi e dei monaci per convertire
la gente al cristianesimo, poiché non vi sono prove.
 Casi riguardanti le singole persone

CAPITOLO 2 - PRECOGNIZIONE

C’è una differenza tra le pratiche individuali degli antichi e quelli moderni. Nei tempi moderni è più
ricorrente sognare una persona cara che muore o è in pericolo, nell’antichità erano più rari.

Un esempio è il caso dell’oste malvagio: un amico di una persona che viaggia fuori città dorme presso un
oste e di notte gli appare in sogno una prima volta per avvertirlo che l’oste l’avrebbe ucciso (ma lui non ci
crede), una seconda volta per comunicargli che l’oste l’ha ucciso e avrebbe trovato il suo corpo in un luogo
ben preciso.

Un altro esempio è della filosofa neoplatonica Sosibatra. Durante una lezione presso il tempio di
Alessandria ha la visione di un suo parente che viene ucciso.

O ad esempio il caso storico del romano Tito Livio. Egli racconta che durante la battaglia di Farsalo un
soldato ha avuto una visione sull’esito della battaglia, ha avuto una visione che avrebbe vinto Cesare e così
fu.
O ad esempio il caso del cristiano Sant’Agostino. Egli racconta più di un aneddoto: ad esempio mentre un
malato era a letto ha la visione del luogo in cui si trova in quell’istante il sacerdote che stava andando a
curarlo.

Questo fenomeno della precognizione nell’antichità era accettato, cioè ne parlano tutti, però non è stato
facile spiegarlo né come qualcosa di divino né come qualcosa di razionale (è a metà strada). Di solito ci sono
3 modi di spiegare questo fenomeno della precognizione:

1. Queste precognizioni sono dovute alla conoscenza della realtà presente che causa una visione del
futuro o di fenomeni paralleli
2. L’esperienza precognitiva è la causa dell’evento successivo, cioè il mio comportamento
inconsciamente influisce sul futuro
3. La precognizione è un dono della divinità che ci sta rivelando cosa accadrà (spiegazione più
irrazionale)

Adesso Dodds spiega come questi fenomeni di precognizione venivano interpretati e spiegati da diversi
autori.

Aristotele si è interessato alla precognizione. Nelle opere giovanili egli pensava che la precognizione è una
capacità ispirata dalla divinità, sia che essa appaia sia che essa non è presente. Nelle opere più tarde ha una
posizione più cauta, inizia a pensare che se davvero gli dei volessero parlare con le persone potrebbero
intervenire anche durante il giorno e poi potrebbero scegliere persone più degne e importanti non la gente
comune o i ragazzini.

A questo punto prende un'altra direzione e spiega questi fenomeni in maniera più razionale e materiale:
per lui i sogni veritieri possono avere una spiegazione razionale:

 i sogni riguardanti le malattie potrebbero avvenire poiché durante la notte ci si può concentrare
meglio sui sintomi della malattia
 se si sogna come risolvere un problema o trovare un tesoro la spiegazione può essere che durante
la notte con la mente libera si ha più concentrazione e si pensa a più soluzioni possibili
 se invece il sogno riguarda il soggetto che non è il sognatore, c’è una spiegazione statistica (cioè su
tanti sogni che si fanno uno fra tanti può essere veritiero) o una spiegazione materialista (c’è una
trasmissione al sognatore di stimoli esterni con onde fisiche)

Il problema di questi studi sulla precognizione nell’antichità è che la precognizione viene accettata da tutte
le persone a prescindere. Accettavano la presenza della precognizione perché credevano nel
determinisimo, vuol dire che le cose accadevano per una determinata ragione cioè per il fato (tiuche) =
destino. È una spiegazione dettata dal modo di vivere, dalla mentalità, ma anche dal punto di vista religioso
è così.

I più deterministi di tutti, come visione del mondo, erano gli stoici. Essi, riguardo i fenomeni di preveggenza,
guardano ai due tipi di divinazione (quella ominale ed intuitiva). Riguardo la divinazione ominale affermano
che questa è possibile perché avendo vissuto nel passato un certo evento, questo rappresenta un presaggio
degli eventi futuri. Riguardo la divinazione intuitiva affermano che è anch’essa spiegabile in maniera
razionale con una relazione di causa-effetto. Gli stoici avevano una sicurezza e una certezza nella
conoscenza del mondo perché vivevano in una situazione molto delimitata e finita, come il mondo dei
bambini.
C’è un elemento che ancora non abbiamo analizzato: l’intervento. Questo manda a monte tutta la
preveggenza. Ma secondo gli antichi tutto era destinato e non si poteva sfuggire al fato. Gli stoici risolvono
questo problema dell’intervento affermando che è già destinato che avvenga l’intervento della persona,
quindi qualsiasi intervento umano non poteva cambiare il corso degli eventi dettati dal fato.

Gli epicurei invece rispondono al problema dell’intervento che a questo punto esso non ha valore dato che
si è vittima del proprio destino. Quindi la persona crede di poter fare un intervento ma non serve a nulla.

Su questi casi di preveggenza vi sono due testimonianze particolari di esperienze personali di Cicerone
(famoso retore romano molto attivo nel periodo della repubblica):

1. Cicerone durante la repubblica durante le guerre civili tra Mario e Silla era nello schieramento di
Silla che perde e viene mandato in esilio. A Cicerone viene in sogno Mario dicendogli che avrebbe
trovato la salvezza nel tempio della virtus. Dopo poco tempo il senato si riunisce in questo tempio
ed emanano un decreto per esonerare Cicerone dall’esilio
2. Cicerone sogna che suo fratello muore in un naufragio. Effettivamente suo fratello in quel periodo
stava per annegare attraversando un fiume a cavallo

Cicerone simpatizzava per gli stoici, ma da una spiegazione differente e distaccata. Diceva che erano
semplicemente coincidenze. Diceva ciò poiché essendo una persona potente e che è riuscita a realizzarsi
con le sue capacità, non crede nel destino.

A questo punto Dodds parla di questi fenomeni paranormali non più spontanei ma indotti, analizzando
quali sono gli strumenti per causare gli stati mentali in cui si verificano questi fenomeni (tranche,
dissociazione).

Gli strumenti sono:

1. Lo scryng, cioè guardare all’interno e attraverso di un oggetto traslucido per vedere immagini e
riflessi del futuro. Si possono utilizzare due oggetti: lo specchio (pratica meno presente in età
classica e più presente in età tardoantica) o un recipiente pieno d’acqua (pratica chiamata
idromanzia, importata da Babiolonia in Grecia nel I secolo d.C.). Anche se era la persona stessa a
visionare gli eventi futuri, veniva dettata da una divinità (poteva apparire l’immagine dell’evento o
la divinità che comunicava l’evento).
Esempio lo storico Varrone narra che un ragazzo seppe prevedere l’esito della battaglia di Mitridate
attraverso un riflesso nell’acqua. Spesso vedono esiti di battaglie (Dodds cita gli storici per dare
valore e credito a ciò che viene raccontato).
Dodds cita anche altri esempi: il medico Tessalo racconta di un sacerdote che osservando un
recipiente d’acqua prevedeva il futuro. Molto spesso anche questi metodi di previsione del futuro
erano anche loro in mano alla casta religiosa, che acquista potere e può manipolare la gente.
Molti di questi casi avvenirono in epoca romana dopo l’avvento del cristianesimo, anche se sono
pratiche pagane. È una caratteristica del cristianesimo di acquisire la tradizione precedente.
Questo scryng non produceva solo immagini, ma interessava anche altri sensi, si sentivano anche
delle voci. Spiegato in maniera razionale erano delle allucinazioni auditive (ne parla Tessalo).
Solitamente queste allucinazioni avvenivano spontaneamente e realmente, ma alcune volte erano
tutta una finzione, tramite dei trucchetti, per imbrogliare la gente che andava a consultare i
sacerdoti (ad esempio veniva posto un recipiente pieno d’acqua all’esterno di un tetto in modo tale
che il riverbero delle persone che parlavano al piano inferiore sembravano voci provenienti dal
recipiente).

Adesso Dodds fa notare come i casi di possessione, in passato, sono stati guardati o con paura o con
venerazione. Questo dipendeva da varie cose, ad esempio dalla persona che veniva consultata o dai
comportamenti patologici che si avevano. Ci sono dei casi in cui questo rapporto che si aveva con la divinità
era considerata opera di uno spirito maligno, soprattutto quei casi accompagnati da comportamenti violenti
e spaventosi. In questi casi si praticava un esorcismo, pratica che prima dei cristiani veniva effettuata da
egizi, greci, ebrei. C’erano invece anche casi di possessione che si manifesta in maniera benigna, in cui la
persona entra tranquillamente in contatto con il sovrannaturale e che viene trattata con rispetto dalla
gente. Vi erano casi di persone che venivano possedute molto spesso, ad esempio la pizia.

Dodds dice che il caso di tranche della pizia erano dei casi di autosuggestione, tutti i riti che lei faceva ed
incoraggiava servivono per creare in lei una suggestione che le provocavano visioni. Questo era un caso di
tranche reale. Lo storico Plutarco (colui che ha scritto le vite parallele dei filosofi) racconta un caso di una
pizia che era stata posseduta da uno spirito maligno ed era morta.

La pizia non presentava sintomi inquietanti. Quando veniva posseduta, parlava con una voce calma e
normale, ma utilizzava un linguaggio simbolico ed oscuro per far capire che il contatto con la divinità
avveniva in maniera poco confidenziale. Queste interazioni simboliche erano anche loro parte della
suggestione, perché a volte la pizia doveva parlare in modo oscuro perché lei stessa non interpretava bene
ciò che le comunicava il dio.

Mentre per la pizia era una sorta di lavoro essere posseduta dal dio, vi erano anche casi di gente comune
posseduta. Venivano chiamate “persone dal ventre parlante”, cioè loro quando parlavano durante questa
possessione avevano una voce distorta. Questa gente non era molto rispettata come la pizia e non
venivano prese sul serio. Ma in seguito, in epoca imperiale, essi vengono chiamati “pitoni”. Non si sa
esattamente il motivo del nome (ad esempio il pitone era un animale sacro, misterioso, pericoloso e quindi
trattato con rispetto), ma si sa che il nome di pitone era più rispettoso (a differenza del nome dato in
precedenza).

Sia nel caso della pizia (istituzionalizzati) che nel caso dei pitoni (privati), erano casi di autosuggestione. Ma
queste visioni non erano procurate all’unica persona in questione, ma venivano proiettate anche ad altre
persone. Nel papiro di Parigi sono descritte varie pratiche magiche per riuscire a fare possedere un'altra
persona. Queste pratiche consistevano nel ripetere più e più volte all’orecchio della persona delle formule
per farlo possedere.

Tutto questo ha un parallelo con lo spiritismo dell’epoca di Dodds, perché i medium ripetevano delle
formule, delle frasi tante volte.

Queste pratiche magiche erano spesso collegate alla religione e avevano finalità religiose, ad esempio nella
teurgia. In questo periodo dell’età imperiale la filosofia dominante era il neoplatonismo, quindi queste
pratiche erano legate alla teurgia. Ma la possessione serviva ad entrare in contatto con la divinità, mentre
le pratiche teurgiche per i filosofi neoplatonici servivano a salvare la propria anima. I teurghi erano persone
istruite e avevano un libro sacro “gli oracoli caldaici”, un testo esoterico a noi non pervenuto di origine
asiatica proveniente dalla regione della Caldea, ad est della Grecia (gli oracoli per i neoplatonici era come la
bibbia per i cristiani).

Gli dei davano ai teurghi 3 segni della loro presenza (dato dalla dissociazione mentale):
1. La luce
2. La levitazione (sollevarsi verso l’alto)
3. Apparizione in maniera visibile per 1 minuto preciso sotto forma di ectoplasmi = fantasmi

Quando una persona nell’antichità evocava un morto, era un aggressione magica, lo faceva per motivi
negativi.

La necromanzia è l’arte di parlare con i morti. Nel medioevo invece questa pratica veniva chiamata
negromanzia, perché era un’arte oscura. Con lo spiritismo le anime dei morti invece sono anime a noi care.

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