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Destra e Sinistra Hegeliana

Nel 1831 Hegel muore, e i suoi allievi si dividono in 2 fazioni, a seconda della diversa interpretazione
delle sue tesi.
Le differenze tra le due fazioni sono sia di pensiero che di età, la destra era formata dai “vecchi hegeliani”,
mentre la sinistra dai “giovani hegeliani”, nati dopo il 1800.

Colori che sono appartenenti alla sinistra hegeliana sono per lo più progressisti e radicali (radicali,
collegamento chimica), mentre quelli della destra hanno idee conservatrici, sia religioso che politico.

1ª fase: 1821-1839
Conservazione o distruzione della religione?

Hegel: Religione e filosofia esprimono il medesimo contenuto, ma secondo forme differenti, la religione
attraverso la rappresentazione e la filosofia attraverso il concetto. Per Hegel il cristianesimo riuscirebbe a
rappresentare lo spirito infinito che si manifesta nel finito, vede in questa religione il modo in cui si
manifesta lo spirito. La filosofia riesce a concettualizzare questo rapporto.

Destra: insiste sull’identità di contenuto, sono a favore della conservazione della religione, perché
trasmette lo stesso contenuto della filosofia, non è antitetica. I testi hegeliani vengono letti come una
giustificazione razionale del cristianesimo.

Sinistra: insiste sulla differenza di forma, dato che il sapere filosofico esprime lo stesso contenuto della
religione, ma in maniera più concettualizzata, la religione sarebbe una modalità di sapere inutile e
superata. I giovani hegeliani sono a favore dell’eliminazione della religione e del discorso religioso.

Feuerbach era un grande esponente della sinistra hegeliana

2ª fase: 1840-1845)
Legittimazione o critica dell’esistente?

Hegel: Ciò che è reale è razionale, e ciò che è reale è razionale

Destra: Atteggiamento giustificazionista e conservatore nei confronti dell’esistente. In ambito politico si


traduce in sostegno per lo stato esistente, lo stato prussiano

Sinistra: Assume un atteggiamento di critica dell’esistente, tradendo un po’ l’aforisma di Hegel. Ciò che
esiste è sottoposto a un processo dialettico, deve diventare esistente. Occorre assecondare un processo
di cambiamento. Ciò che è reale deve diventare razionale.

L’esponente della sinistra hegeliana di questa fase è Marx.

Feuerbach

1804 - 1872
Maggiore esponente della sinistra hegeliana nella prima fase.
Negli anni universitari si avvicina al pensiero hegeliano, anche se nel 1839 scriverà un testo di critica alla
filosofia hegeliana.

1841 → scrive il suo capolavoro “L’essenza del cristianesimo”


Il compito di Feuerbach nella sua opera
Fase decostruttiva → analizzare la religione per mostrare che è una produzione totalmente umana
Fase costruttiva → costruire una nuova antropologia, pensare a una nuova idea di uomo fondata sull’
emancipazione dalla religione, per acquistare una nuova consapevolezza di se.

Cos’è la religione?

La religione è un movimento di proiezione dell’umano sul divino. L’uomo proietta in Dio tutte le sue
qualità migliori. Dio non è il creatore, ma è l’uomo che ha creato Dio e il concetto di Dio. Questo concetto
è oggettivato dall’essenza dell’uomo, formata da ragione, volontà e sentimento. Queste 3 caratteristiche
sono state proiettate fuori dall’uomo e in Dio. Dio infatti è onnisciente, onnipresente e sommamente
buono.

Dio è l’interiorità dell’uomo resa manifesta, rappresenta pienamente l’oggettivazione dell’essenza umana.
La religione è l’insieme dei rapporti dell’uomo con il proprio essere, riguardato però come un altro essere.

In questa critica è presente un’antropologia, essendo Dio una proiezione dell’essenza umana verso
l’esterno, ogni discorso che facciamo su Dio in realtà è fatto sull’uomo. Per questo la religione è
un’antropologia capovolta.
Capovolta perché la religione non si presenta come antropologia, è uno studio inconscio dell’uomo.

L’intento di Feuerbach è di decostruire il discorso religioso, cercando di capire come mai l’umanità ad un
certo punto abbia creato la figura di Dio.

Genesi dell’idea di Dio

1. Dio come oggettivazione del genere umano (infinito e onnipotente) → gli uomini, oltre ad avere una
coscienza individuale (riconoscere l’individualità), hanno anche la consapevolezza di appartenere ad una
specie, che esiste da prima dell’individuo e continuerà ad esistere dopo la sua morte. Il genere umano ha
le caratteristiche dell’infinito. Secondo Feuerbach l’uomo ha iniziato a chiamare Dio questa idea di infinito
della razza umana. L’idea di genere umano ci appare onnipotente.

2. Dio è l’essere in cui è tolta l’opposizione tra volere e potere → l’uomo ha volere infinito, ma la capacità
di rispondere a questi desideri, il potere di soddisfarli è limitato. In Dio questa lacerazione è vinta, in Dio
l’uomo proietta questo desiderio di risoluzione, potere e volere sono infiniti. È una sorta di evasione dalla
propria condizione contraddittoria.

3. Il Dio-Natura è adorato dall’uomo a motivo del suo sentirsi dipendente da essa

L’alienazione

La religione porta alla frattura dell’uomo, che scinde sé da se stesso. L’alienazione è uno stato patologico
in cui versa l’uomo a causa della religione, consiste nel rendersi estranei a se stessi. Il meccanismo di
proiezione dell’uomo in Dio fa si che l’uomo si auto-ponga in una situazione di inferiorità, concependo
Dio come perfetto l’uomo si vede imperfetto, e si sottomette alla potenza suprema di Dio.

L’uomo (il concreto) → scindendosi si proietta fuori di sé → una potenza superiore, Dio (l’astratto) a cui si
sottomette → quanto più l’uomo pone in Dio tanto più toglie a se stesso.
Proiettandosi in Dio l’uomo si priva della sua essenza, si priva di ragione (sapienza), volontà e sentimento
(amore). Il senso di inferiorità che perseguita l’uomo è estremamente accentuato dalla religione, senza di
essa l’uomo si libera da questa inferiorità. L’ateismo consiste nella riappropriazione della propria essenza
da parte dell’uomo .

La religione opera un rovesciamento dei rapporti di predicazione, secondo la religione Dio (soggetto) è
sapienza, volontà e amore (predicato), secondo l’ateismo invece sapienza, volontà e amore (soggetto)
sono divine (predicato).

L’idealismo come teologia mascherata


Secondo l’idealismo (Hegel), il pensiero (l’idea, lo spirito, l’astratto, Dio) causa l’essere (il concreto, l’uomo,
il finito, il determinato), mentre la filosofia dell’avvenire (Feuerbach), dice che l’essere (il concreto, l’uomo,
il finito, il determinato) causa il pensiero (l’idea, lo spirito, l’astratto, Dio).

L’umanismo naturalistico

Nell’ultima fase della sua filosofia Feuerbach elabora una nuova filosofia che è una forma di umanismo
naturalistico.
Umanismo perché al centro del suo ragionamento c’è l’uomo, naturalistico perché tutto dipende da essa,
compreso l’uomo.

Feuerbach rifiuta la concezione dell’uomo come astratta spiritualità, per lui l’uomo è un essere di carne e
sangue, è condizionato dalla sensibilità.

La sensibilità umana permette all’uomo di rapportarsi con il mondo, e ha anche un legame con l’amore,
quella passione che ha il potere di aprire l’uomo verso il mondo.

L’uomo è contraddistinto dalla parte sensibile del suo essere, è condizionato dalla sensibilità, è segnato
dal bisogno che lo mette in relazione con il mondo e con le altre persone. Questa relazione sensibile
(avviene attraverso i sensi) ha un legame con l’amore, che è definito come la prova ontologica
dell’esistenza di oggetti al di fuori di noi. Esiste soltanto ciò che essendo procura gioia, e non essendo
procura dolore, gioia e dolore si originano dal contatto col mondo.

L’esaltazione della sensibilità e dell’amore porta Feuerbach a riconoscere un’esistenza sociale dell’uomo,
gli uomini sono contraddistinti dal bisogno e dalla sensibilità, e il singolo non può stare senza gli altri. “L’io
non può stare senza il tu”.
L’uomo è strutturalmente sociale è aperto alla relazione con l’altro uomo e con il mondo.
Questa visione è chiamata comunismo filosofico.

Comunismo loso co

L’uomo ha un’essenza sociale e comunitaria.


Le idee scaturiscono soltanto dalla comunicazione dell’uomo con l’uomo, si può raggiungere la ragione
solo in due. La certezza dell’esistere di cose diverse è mediata dalla certezza dell’esistere di un altro, della
sua alterità. Io dubito di ciò che vedo da solo, ma è certo ciò che anche altri uomini vedono.
L’esistenza degli oggetti non è certa finché non viene condivisa con altre persone.

Il filantropismo
Esaltazione dell’amore per l’umanità.
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Dopo aver distrutto il discorso religioso Feuerbach mantiene alcune pratiche religiose nella sua filosofia,
cambiandole per essere rivolte verso l’immanente e non il trascendente (materialismo):
• Amore per Dio → amore per l’uomo
• Fede in Dio → fede nell’uomo
• Trascendenza → immanenza

Vuole trasformare gli uomini da teologi ad antropologi, da teofili a filantropi, da candidati dell’aldilà a
studenti dell’aldiqua.

Il materialismo e la teoria degli alimenti

Materialismo di impronta antropologica, l’uomo mantiene un ruolo principale e centrale, non perde il suo
valore come in materialismi più illuminati, che sfociano nella svalutazione dell’uomo.
In Feuerbach la dimensione spirituale ha delle radici fisiche, ma non è riducibile ad essa, ha un certo
grado di libertà. Idee e sentimenti hanno una radice “fisica” nei fenomeni corporei ma non sono ridotti ad
essi.

Teoria degli alimenti:


L’uomo è ciò che mangia, Feuerbach dice che se si vuole far migliore il popolo bisogna dargli
un’alimentazione migliore.
La dimensione spirituale non è determinata da quella fisica, ma c’è un parziale condizionamento.
Determinazione implica necessità e immediatezza, condizionare invece presuppone possibilità, non
certezza.
Questa idea di uomo è più unitaria rispetto ad esempio a quella di Cartesio.

Karl Marx

1818 - 1883

Tra il 1839 e il 1842 segue giurisprudenza e poi filosofia. Entra in contatto con i giovani hegeliani, accoglie
la filosofia di Hegel poi nel ‘43 si distanzierà da esso.

“I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di trasformarlo”
La filosofia è valida quando punta ad apportare dei cambiamenti alla realtà.

Le caratteristiche generali del Marxismo

• Un’analisi globale → tocca molti ambiti della società e della storia, non può essere collocato in un
campo specifico.
• L’Impegno pratico → il marxismo è un’analisi critica dell’uomo e del mondo, che ha come scopo la
rivoluzione della realtà.

Critica della loso a del diritto di Hegel

1843

Critica filosofica e critica politica

• Il bersaglio polemico è la concezione hegeliana dello Stato


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• Hegel eseguirebbe un misticismo logico. Trasforma le realtà empiriche (contingenti) in manifestazioni
necessarie dello spirito. Questo riguarda lo stato prussiano, che Hegel tratta come necessario, perché
dice che una certa forma di stato sia necessaria.

Il modo di ragionare di Hegel giustifica l’esperienza partendo dall’idea astratta, ma l’idea astratta si genera
necessariamente dall’esperienza. Per Hegel esiste l’idea di stato, generata da esperienza particolari, che
quindi presenta caratteristiche empiriche. Per Hegel lo stato prussiano rispecchiava pienamente l’idea di
Stato, e Marx ribatte dicendo che l’idea di Stato che Hegel ha formulato è influenzata dall’esperienza che
lui ha fatto dello stato prussiano, e quindi necessariamente esso rispecchierà questa idea.

La scissione moderna tra società civile e Stato

Marx riconosce a Hegel il merito di aver descritto bene lo stato moderno, ma poi ha commesso l’errore di
prenderlo come modello.

Lo stato moderno è composto da 2 livelli:


1. Sfera sociale → società civile (insieme dei rapporti che si instaurano in una società, come famiglia,
lavoro, rapporti educativi ecc)
2. Sfera politica → ogni individuo appartenente allo stato è cittadino, ogni persona che vive nello stato
moderno assolve due funzioni, è come se fosse scisso in 2 vite.

Da una parte l’individuo è un borghese, che persegue i suoi interessi personali, ma è anche cittadino,
chiamato a decidere per il bene comune, è parte di un tutto, e tutti gli individui, in quanto cittadini, sono
uguali.

Questa scissione della persona avviene con l’avvento della borghesia, ad esempio nell’antica Grecia
l’interesse personale coincideva con la prosperità della città, nello stato moderno questo non è più vero,
l’interesse pubblico viene accantonato per far emergere gli interessi privati della classe dominante.

Lo Stato dovrebbe fungere da mediatore tra i vari borghesi, invece fa gli interessi della classe più forte,
diventa strumento degli interessi particolari dei più forti.

Critica dello stato liberale

La società moderna è contraddistinta dall’individualismo e dall’atomismo (frammentazione della società),


lo stato post-rivoluzionario ha legittimato questa condizione, dichiarando che la libertà individuale e la
proprietà privata sono diritti fondamentali. Questi diritti solidificano l’individualità.

La società moderna è strutturalmente a-sociale, i principi sopra elencati valorizzano l’individuo e non la
società e la comunità.

Secondo Marx occorre passare dall’uguaglianza formale (conquistata dalle rivoluzioni) all’uguaglianza
sostanziale, e l’unico modo per farlo è l’eliminazione della proprietà privata, che è la causa di ogni
disuguaglianza.

Inizialmente secondo Marx questa uguaglianza sostanziale (emancipazione umana) poteva essere
raggiunta tramite la democrazia e il suffragio universale, mentre nel 44 afferma che si può arrivare a
questa uguaglianza solo tramite la rivoluzione sociale da parte del proletariato, l’unica classe sociale che
non possiede proprietà privata.
Il proletariato è una massa indistinta di persone che lavorano per i capitalisti.
Manoscritti economico- loso ci

1844, Parigi

Si interessa all’economia borghese, ed individua alcuni errori ideologici dell’economia borghese (Smith e
Ricardo).
Secondo Marx è sbagliato il metodo che gli economisti borghesi utilizzano per leggere i fenomeni
economici della società, non si rendono conto che gli elementi dell’economia sono il risultato di processi
storici, e non sono da considerare come entità naturali e normali, devono essere contestualizzate, non
sono a se. Esse mistificano la realtà.

Errori dell’economia borghese:


1. Il primo errore consiste nel considerare la merce con un valore a se (feticismo della merce), si
attribuisce alla merce un valore indipendente dal processo produttivo richiesto per produrlo. Feticcio →
oggetto venerato come idolo
2. Considerare naturali le leggi del mercato borghese, non viene risaltato il processo storico che ha
portato alla creazione di determinate leggi.
3. Supporre naturale la proprietà privata, intesa come dato oggettivo è vero in tutte le epoche,
metastorico (astorico). In realtà la proprietà privata acquisisce un valore soltanto dopo la divisione in
classi.

Questi errori teorici portano a non vedere alcune contraddizioni del sistema capitalistico, è sistematico
che questo sistema porti all’aumento della ricchezza da parte di alcuni e all’impoverimento della classe
sociale operaia.
Affinché questa economia funzioni e progredisca è necessario che soltanto alcuni si arricchiscano. Si
viene però a creare una parte di popolazione sempre più ampia che si impoverisce (chi non possiede
proprietà privata, aka mezzi di produzione)

Questo sistema inoltre genera una concorrenza sfrenata, essendo un mercato libero non ci sono
regolazioni e questo porta alla formazione di monopoli (monopolo elettrico e magnetico, collegamento
fisica).

Alienazione dell’operaio (collegamento Pirandello) → per Hegel L’alienazione è il movimento che lo


spirito compie per riappropriarsi di se in modo arricchito, positivo e negativo insieme.
Per Feuerbach invece è un movimento negativo in quanto corrisponde all’uomo religioso che si scinde
dalla propria umanità e si sottomette a Dio.
Marx riprende principalmente Feuerbach, l’alienazione è una condizione patologica di si issimo ne,
dipendenza e auto-estraniazione. Non è un fatto coscienziale ma un fatto reale dato dalla condizione del
salariato.

Per Marx il lavoro non è il soddisfacimento dei propri bisogni, ma solo un mezzo per soddisfare bisogni
estranei.

Ci sono 4 modalità di alienazione del lavoratore:


1. Alienato rispetto al prodotto del suo lavoro, l’oggetto prodotto non gli appartiene, lo produce per il
proprietario della fabbrica.
2. Il lavoratore è alienato rispetto all’attività lavorativa perchè in essa non si realizza ma si perde, il lavoro
dovrebbe essere il mezzo attraverso il quale l’uomo si differenzia e si riconosce. Nel capitalismo il
lavoratore non è il fine ma semplicemente un mezzo per raggiungere il profitto (si sente bestia e non
uomo). Quando torna a casa il lavoratore si sente ancora animale e soddisfa solo i propri bisogni primari/
animaleschi. Marx concepisce il lavoro come ciò che rende l’uomo diverso dagli animali.
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3. Il lavoratore è alienato rispetto al genere umano perché non è un lavoro libero, creativo e universale,
ma forzato, ripetitivo e unilaterale.
4. Il lavoratore è alienato rispetto al prossimo, perché si generano relazioni conflittuali (in primis con il
datore di lavoro), l’altro è nemico, sfrutta il mio lavoro.

Causa e soluzione dell’alienazione

Questo meccanismo che porta l’operaio ad alienarsi è riconducibile alla proprietà privata dei mezzi di
produzione, l’operaio deve vendersi al capitalista che possiede questi mezzi.

Il capitalista per accrescere la propria ricchezza assumerà un’ottica di profitto e guadagno, non di
realizzazione dei propri lavoratori. Il superamento dell’alienazione può avvenire solo superando la
proprietà privata e raggiungendo il comunismo. Quando i mezzi di produzione

Confronto con Feuerbach: la religione

Anche Feuerbach aveva parlato di alienazione, i tratti sono simili: per lui è una frattura interna che ti
estranea dalla tua essenza. La principale differenza è che il fenomeno religioso per Feuerbach è la causa
dell’alienazione. In Marx la religione è il frutto della società alienata, non è la causa ma l’effetto. Il
lavoratore va a cercare una consolazione nella religione, “la religione è l’oppio dei popoli”.
Questo differenza di pensiero è motivata da due condizioni differenti dell’uomo.

• Feuerbach: permane un residuo di filosofia moderna. L’uomo continua ad essere interpretato come un
essere che ha una propria essenza. L’uomo ha una natura universale, astratta
• Marx: c’è un materialismo molto accentuato. L’essenza dell’uomo è da rintracciare nei rapporti sociali,
non nell’anima

○ L’inizio della storia umana è la creazione di mezzi per soddisfare i bisogni umani, bere mangiare,
vestiresti etc. la storia umana inizia quando gli uomini costruiscono i vari mezzi di sussistenza per
soddisfare in maniera semplice i loro bisogni primari
Il modo di considerare la storia cambia per Marx, la storia è fondata sul modo di produzione degli uomini
Modo di produzione: struttura su cui la società si fonda
Chiama il modo di produzione struttur, dietro ogni società c’è un modo di produzione.
Ogni modo di produzione è composto da 2 elementi:
• Forze produttive → insieme degli elementi primari che servono per avviare un modo di produzione
○ Forza lavoro
○ Mezzi di produzione
○ Conoscenze tecniche che servono per creare i mezzi
• Rapporti di produzione → insieme delle relazioni sociali lavorative presenti in una determinata società
○ Rapporti di proprietà
I rapporti di produzione cambiano in base alle forze produttive
Ciò che non è struttura e che non riguarda il modo di produzione è chiamato sovrastruttura.

Struttura e sovrastruttura

La sovrastruttura coincide con l’insieme delle istituzioni giuridico-politico, teorie morali, religione, filosofie
(tutti i fenomeni che vengono definiti spirituali di una società)
Tutto questo da Marx viene definito materialismo storico: il vero motore della storia non è di natura
spirituale o coscienziale, ma socio-economica. Lo sviluppo della società si basa sull’economia, sulla
struttura, la sovrastruttura dipende da questa.
La struttura determina e/o condiziona (Marx utilizza in alcuni testi un termine e in altri un altro) la
sovrastruttura.
La struttura pone delle basi che facilitano una direzione della sovrastruttura, il rapporto non è mai
meccanico (non è che se c’è una struttura per forza ci sarà una determinata sovrastruttura, la struttura da
solo delle guide)

Legge dialettica della storia

Il rapporto tra struttura e sovrastruttura è dinamico.


La storia dell’umanità è scandita da una legge dialettica che ha come elementi materiale economico. I
rapporti di produzioni rispecchiano le forze produttive, quindi l’avanzamento della storia è dettato dalle
forze produttive, perché sono quelle che si sviluppano e cambiano più velocemente dei rapporti di
produzione.
Le forze produttive sono dinamiche e i rapporti statici. Quindi i rapporti di produzione di una società
arriveranno ad essere obsoleti, perché non rispecchieranno più le forze produttive. A questo punto
avviene uno scontro periodico: i vecchi rapporti di produzione vengono eliminati e sostituiti da nuovi.
Quando cambia il modo di produzione i rapporti si sostituiscono adeguandosi.
Il cambio dei rapporti avviene in modo traumatico, la rivoluzione francese è un esempio di questo.
L’aristocrazia viene sostituita dalla borghesia.
Il socialismo a livello dialettico è un risultato inevitabile di questo processo. Il capitalismo è colui che porta
al processo di cambiamento perché spinge il cambiamento delle forze produttive, e porta, per esigenza
dialettica, il socialismo.

Manifesto del partito comunista

Marx non parla solo in modo negativo della borghesia, sostiene che è una classe sociale unica del suo
genere perché è costituzionalmente dinamica perché spinge al progresso scientifico, ha una capacità di
rivoluzionare continuamente i suoi strumenti di produzione.
La borghesia crea un mercato sempre più globalizzato che unisce ogni nazione. Questa caratteristica della
borghesia tende a sviluppare forze produttive che sono sia molto sociali che incontrollabili (da parte di
rapporti di produzione incentrati sulla dimensione privata). Lo sviluppo di forze produttive sempre più
sociali incontrollate vanno nella direzione dell’esigere rapporti di produzione sociali. La classe sociale che
più rispecchia le forze produttive create dalla borghesia è il proletariato.
Il proletariato è frutto della borghesia e del capitalismo, è una massa di lavoratori che è uguale in ogni
nazione, è stato creato dal mercato globalizzato. Il proletariato si fortifica e espande in virtù
dell’espansionismo capitalistico → dove arriva il capitalismo arriva il proletariato.
Conclusione manifesto: Marx invita ai proletari di tutto il mondo di unirsi e prendere coscienza della
propria forza.

Studiare da soli società divisa in classi

Il Capitale

1967
La Merce è un mezzo per soddisfare un bisogno, ma è anche un oggetto scambiabile sul mercato, ha una
duplice natura è un duplice valore.
• Valore d’uso (esistenza naturale) → dipende dalle qualità specifiche e concrete dell’oggetto
• Valore di scambio (esistenza sociale) → indipendente dalle caratteristiche fisiche della merce, è
calcolato in maniera quantitativa, valore espresso attraverso il denaro
• Il valore di scambio si determina attraverso il lavoro umano (unica caratteristica comune a tutte le
merci), il valore è la quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre la merce. Socialmente
necessario perché in base al tipo di società la quantità di lavoro è variabile, e di conseguenza anche il
prezzo.

Il valore di una merce non si identifica pienamente con il suo prezzo:


• Abbondanza o scarsità della merce
• Il prezzo ha il valore alla propria base

Il capitalismo non è finalizzato alla produzione delle merci per il consumo, ma è finalizzato
all’accumulazione di denaro, ha come scopo l’accrescere a dismisura il guadagno e la propria ricchezza.
Il ciclo capitalistico è descrivibile da: Denaro (investimento) → Merce → Denaro’ (guadagno)
Non si svolge secondo M → D → M, produrre merce per avere denaro per produrre altra merce.

Il capitalista investe denaro in merce per ottenere più denaro di quanto non abbia investito.
Si chiama plusvalore questa differenza di denaro.

L’origine del plusvalore è da ricercare non al livello dello scambio tra merci, bensì a livello della
produzione capitalistica.
Il capitalista ha la possibilità di comprare e usare una merce particolare, che ha la capacità di produrre
valore → si tratta della merce umana, la Forza Lavoro

• Valore di Scambio → Salario (quantità di denaro che permette all’operaio di sopravvivere), equivalente
in denaro delle ore che l’operaio impiegherebbe per vivere (lavora tot ore al posto di spendere quelle ore
cacciando, coltivando ecc)
• Valore d’uso → merce capace di produrre una quantità di lavoro superiore a quello in essa oggettivato
è necessario a riprodurla. È molto maggiore rispetto a quello di scambio.

Il capitalista paga l’operaio in base al valore di scambio, ma lo sfrutta in base al valore d’uso.

Il plusvalore quindi deriva dal pluslavoro dell’operaio, cioè dalla quantità di lavoro in più che l’operaio a
tutti gli effetti regala al capitalista, siccome non sono coperte dal salario.

Un operaio può anche finire il lavoro coperto dal suo salario prima della fine della giornata lavorativa, ma
continua di a lavorare fino alla fine genera un plusvalore, producendo merce non coperta dal proprio
salario.

Per creare ancora più plusvalore il capitalista può introdurre i macchinari, che diminuiscono ulteriormente
i tempi di produzione, generando un altro plusvalore, stavolta relativo, siccome le macchine hanno un
costo di vendita e manutenzione.

Il pro tto

Il profitto presuppone plusvalore ma non coincide con esso.


Ci sono due spese:
1. Capitale variabile (salari dei lavoratori)
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2. Capitale costante (capitale investito nei macchinari)

Saggio del plusvalore = plusvalore (operaio) / capitale variabile


Saggio del profitto = plusvalore / capitale variabile + capitale costante

Di conseguenza il saggio del profitto è minore del saggio del plusvalore

Tendenze e contraddizioni del capitalismo

• Caduta tendenziale del saggio di profitto, nel tempo il capitalista userà sempre meno operai è sempre
più macchine, il capitale costante aumenterà, è quello variabile diminuirà, e potrebbe diminuire anche il
plusvalore.
• Crisi di sovrapproduzione: il mercato è saturo di offerta viene prodotto troppo rispetto alle esigenze del
mercato, dovuta ad una
• Anarchia di produzione → i capitalisti si precipitano alla cieca nei settori dove il profitto è più alto

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