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Feuerbach.

Feuerbach è il massimo esponente della sinistra hegeliana ed è anche il padre dell’ateismo moderno,
Nasce in Baviera, nel 1804, studia teologia e successivamente filosofia a Berlino, dove ha modo di ascoltare le
lezioni di Hegel, del quale diventa inizialmente un grande ammiratore. ottiene la libera docenza ma la
pubblicazione, sebbene in forma anonima, dei pensieri sulla morte l’immortalità, in cui nega l’immortalità
individuale, gli impedisce di proseguire la carriera universitaria. Nel 1837 si trasferisce a Bruckberg, Dove vive
soprattutto grazie al patrimonio della moglie, proprietario di una febbrica di porcellane, E durante questo
periodo si avvicina ai giovani hegeliani. la rivoluzione del 1848, che assicura una maggiore libertà di pensiero e
di espressione, gli consente anche un breve ritorno nel mondo accademico, viene invitato a tenere una serie di
lezioni presso l’Università a Heidelberg, E l’anno successivo si trasferisce nei pressi di Norimberga, dove vive
presso che mi seria fino alla morte.

La critica della dialettica hegeliana.


nella seconda metà degli anni 30, la religione un argomento di grande attualità in Germania, tanto nei salotti
quanto sulle riviste. Ed è per questo motivo che feuerbach criticherà la dialettica hegeliana, secondo il filosofo
l’errore della dialettica di Hegel consiste nell’inversione dei rapporti. Nella filosofia hegeliana, il rapporto tra
soggetto e predicato, ovvero tra ciò che sostanziale e ciò che non lo è, viene ribaltato, perché
● Hegel fa dell’essere concreto un semplice predicato, e del pensiero astratto il soggetto.
in Heigl quindi il pensiero diventa la sostanza, mentre il mondo concretamente esistente e trasformato in un suo
attributo. Ed è per questo che Feuerbach definisce la filosofia hegeliana come una mistica razionale, cioè un
sistema che pone alla base di tutto, non un’entità concreta, ma bensì il pensiero. mentre per Feuerbach il
soggetto è l’uomo, il predicato è il pensiero. All’idealismo Hegeliano, Feuerbach contrappone quindi una forma
di materialismo.

Religione come antropologia capovolta.


Feuerbach osserva che la filosofia si rivolge alla ragione e all’intelligenza, mentre la religione all’animo e la
fantasia, ed è per questo che nei secoli si è cercato di avvicinare a fondere le due discipline. Così la religione si è
gradualmente trasformata in un antropologia capovolta. Feuerbach all’interno della sua opera approfondisce il
processo di alienazione che determina la genesi della religione, non soltanto di quella cristiana ma di ogni avevo
religione. Per Feuerbach, dio è il risultato dell’alienazione di alcune proprietà umane, le quali vengono appunto
alienate in un’entità esterna. gli essere umani sono capaci di pensare, hanno la volontà di agire e trasformare la
realtà, e sono anche capace di amare, ma loro non percepiscono queste facoltà come specifiche del loro essere E
le proiettano fuori di sé. pertanto la teologia, la riflessione filosofica su Dio, risulta essere un antropologia
capovolta, cioè una riflessione su quelle che, in realtà, non sono che proprietà umane.
L’intento di Feuerbach E quello di aiutare l’umanità a riconoscere che non è stato Dio a creare l’uomo, ma
l’uomo a creare Dio. E nel momento in cui si prende coscienza che Dio non è altro che la proiezione
dell’essenza umana, se arriva all’ateismo. Ma no è una Prismo ben diverso da quello di stampo illuministico,
che vede nel cristianesimo semplicemente una menzogna a cui il clero ricorre per dominare le masse, ma in
Feuerbach, l’ateismo acquista piuttosto il significato di un atto attraverso cui l’essere umano si riappropria della
sua essenza.
Inoltre Feuerbach Sostiene che l’uomo è ciò che mangia, questa affermazione È da intendersi come una
consapevolezza che esiste una dipendenza dell’aspetto spirituale da quello materiale, il nutrimento e sensale non
soltanto al corpo, ma anche allo spirito, il pensiero. Sostenendo che l’uomo è ciò che mangia, rivendica la
necessità per tutti gli uomini di soddisfare i bisogni primari, soltanto un miglioramento delle condizioni
materiali in cui vivono gli esseri umani può, determinare anche un miglioramento delle loro condizioni e dunque
favorire il progresso dell’umanità.

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