Sei sulla pagina 1di 3

Leonardo Resciniti

5^SB

Ludwig Feuerbach (1804-1872)


Comunemente considerato un filosofo di transizione, è uno dei primi pensatori che si addentrano nelle
contraddizioni del Sistema hegeliano e nella crisi della scuola hegeliana. Non viene considerato
all’interno delle università per i toni sferzanti e satirici delle sue opere, anche se la sua riflessione
sottolinea l’importanza della critica religiosa all’interno dei dibattiti culturali e filosofici nell’Europa del
post-hegelismo e dell’Ottocento.
È un esponente della “sinistra hegeliana”, studia presso Heidelberg e Berlino dove ascolta le lezioni
universitarie di Hegel, ma non intraprende la carriera accademica; i suoi scritti trattano principalmente
di teologia e religione secondo una visione materialistica della Realtà, viste sotto una nuova
prospettiva.
Opere principali: Pensieri sulla morte e l’immortalità, Per una critica della filosofia hegeliana, Essenza
del cristianesimo, Tesi provvisorie per una riforma della filosofia, Principi della filosofia dell’avvenire,
Essenza della religione.

 La Destra hegeliana e la Sinistra hegeliana


Già dalla pubblicazione della Vita di Gesù di Hegel si verificò una spaccatura all’interno della scuola
filosofica hegeliana, che vide la formazione di due fazioni contrapposte: le cosiddette “destra” e
“sinistra” hegeliane. Questa divisione, definita da Marx «putrefazione dello Spirito Assoluto», venne
ulteriormente accentuata alla morte di Hegel nel 1831, con la pubblicazione della rivista ufficiale della
sinistra hegeliana, gli Annali di Halle.
La destra hegeliana era la fazione più “conservatrice” fra le due, in quanto gli esponenti di questa
corrente consideravano il Sistema come un qualcosa di perfettamente compiuto e, tramite la ripresa
dell’identità fra reale e razionale, legittimavano l’ordine costituito politico e religioso del tempo.
La sinistra hegeliana, o “circolo dei giovani hegeliani”, pensava che il Sistema hegeliano necessitasse di
revisioni e trasformazioni, in quanto nella sua formulazione originale vi erano delle mistificazioni.

 Per una critica della filosofia hegeliana


In questo breve saggio del 1839 Feuerbach si impegna nella ricerca dell’ingranaggio logico mistificatore
presente nel Sistema hegeliano, e lo individua nell’inversione del rapporto soggetto-predicato.
Hegel considera questo rapporto in termini dialettici, assolutizzando il predicato e non riconoscendo la
priorità del soggetto, concezione che porta la filosofia hegeliana a svalutare il ruolo dell’uomo e a
trasformare l’esperienza in qualcosa di Assoluto; per Feuerbach questa è una mistificazione del
Sistema, in quanto altera e non rende riconoscibile la “vera” Realtà (empirico trasformato in ideale), e
protegge l’hegelismo da qualunque tentativo di critica, in quanto in esso tutto l’esistente è
assolutizzato e idealizzato.
La concezione feuerbachiana invece si basa su un rapporto soggetto-predicato che fa riferimento alla
teoria della Sostanza di Aristotele, ovvero sulla presenza di un soggetto concreto e definito -vero
soggetto dello sviluppo della Storia- alla base di qualsiasi predicato, e si estende poi ad altri ambiti
oltre a quello della logica come la religione. Per Feuerbach non bisogna dedurre la Realtà dall’Idea ma
dedurre l’Idea dalla Realtà.
Leonardo Resciniti
5^SB

 Essenza del cristianesimo


È l’opera più celebre di Feuerbach, composta nel 1841, contiene una formulazione abbastanza
completa di tutto il suo pensiero. L’opera è divisa in due parti: la prima riguarda l’analisi del rapporto
fra religione ed essenza dell’uomo, la seconda invece la contraddittorietà delle asserzioni teologiche.

o Dio, la religione e la coscienza umana: l’unica via che permette sfuggire alla
contraddittorietà della religione cristiana, secondo Feuerbach, è data da un’analisi critica della
religione che ne sveli le fallacie, fra tutte l’attribuzione di determinati predicati ad un Dio
persona giudicato inconoscibile.
Dio
Per Feuerbach Dio è «l’ottativo del cuore reso eterno e presente», ciò significa che Dio rappresenta per
l’uomo tutto ciò che l’uomo aspira ad essere, reso perfetto e ideale: l’uomo è buono, Dio è Bontà,
l’uomo ama, Dio è Amore, e così via. Feuerbach si accorge quindi che i predicati che i credenti applicano
a Dio sono in realtà predicati della specie umana.
Religione
La religione che si propone di riferire i predicati “divini” al loro soggetto originale e autentico è
l’antropoteismo, ovvero un culto religioso in cui teologia e antropologia coincidono in quanto
entrambe si riferiscono all’uomo nella sua universalità.
Feuerbach nega la trascendenza di Dio e critica fortemente la filosofia hegeliana in quanto la riflessione
filosofica deve essere assolutamente separata dalla teologia.
La Coscienza Umana
Nonostante critichi fortemente la religione nei suoi scritti Essenza del cristianesimo ed Essenza della
religione, Feuerbach non nega che essa abbia un ruolo centrale nel rendere gli uomini tali e diversi da
ogni altro animale: per lui infatti gli elementi distintivi della specie umana sono la religione e l’avere una
coscienza al tempo stesso individuale e della specie, intesa come coscienza di essere intrinsecamente
in relazione con tutti gli altri uomini.
Per Feuerbach un uomo è cosciente di sé quando è consapevole di sé come essere pensante e dotato di
volontà e affetti, la coscienza si fonda quindi su ragione, volontà e cuore, e ha due funzioni molto
importanti:
1. È ciò che permette agli uomini di dare un fondamento alla religione, in quanto è ciò che permette
ad essi di assumere la propria natura come oggetto di pensiero.
2. È ciò che rende gli uomini consapevoli dei propri limiti individuali e allo stesso tempo fornisce un
metro di paragone fra il singolo e la specie, rendendo possibile il superamento di sé da parte del
singolo.

o L’alienazione: il concetto di alienazione (lett. estraneazione) è il contributo filosofico più


rilevante di Feuerbach; si configura come alienazione religiosa ed è quindi profondamente
legata alla critica della religione e alla concezione di Dio.
L’alienazione è lo stato dell’uomo in cui esso non riconosce e si sente estraniato dalla propria
essenza, più precisamente Feuerbach ritiene che la religione sia una forma di alienazione
dell’autocoscienza, in quanto essa è «il rapporto dell’uomo con la sua essenza vista come
qualcosa di altro ed esterno»; la religione distorce quindi la realtà, in cui le facoltà dell’uomo
sono potenziate e amplificate in Dio.
Leonardo Resciniti
5^SB

 Principi della filosofia dell’avvenire


Scritta nel 1844, è un’opera critica del pensiero speculativo e filosofico moderno in quanto, agli occhi di
Feuerbach, la filosofia è giunta al punto di essere una “teologia rovesciata”, in particolare con Hegel. A
suo dire, i filosofi moderni tendono a umanizzare Dio o a divinizzare ciò che è materiale e reale,
seguendo la linea di Lutero e del Protestantesimo, con il Dio che si è fatto uomo in Cristo.
La contraddizione individuata nella filosofia moderna è che essa ripropone le caratteristiche della
teologia, nonostante cerchi di prendere le distanze dalla sfera religiosa, e per Feuerbach è necessario
fondare una nuova filosofia, che al posto dell’Essere hegeliano abbia l’essere inteso come realtà
sensibile differenziato dal pensiero, da cui si origina il pensiero stesso; questa nuova filosofia esalta la
dimensione reale e concreta delle cose, ed esalta la sensibilità degli uomini.
La posizione assunta da Feuerbach in quest’opera è una posizione di rottura, nuova, fondata sul
materialismo e sugli aspetti pratici della realtà.

Potrebbero piacerti anche