CORNICI ............................................................................................................................................................................. 3
DEINOCRATES.................................................................................................................................................................... 4
1. IL RACCONTO DI VITRUVIO E IL RACCONTO DI LEON BATTISTA ALBERTI ............................................................. 4
2. LO SGUARDO DI DEINOCRATE............................................................................................................................... 4
3. CONTEMPLAZIONE VS TRASFORMAZIONE ........................................................................................................... 6
4. THE FLOATING PIERS, CHRISTO SUL LAGO D’ISEO (2014-2016) ........................................................................... 7
5. PAESAGGIO E MEMORIA, LIBRO DI SIMON SHAMA, 1996 ................................................................................... 8
PETRARCA ......................................................................................................................................................................... 8
1. LETTURA: LA FENETRE EN LONGEUR .................................................................................................................. 10
IL NUMERO 3 ................................................................................................................................................................... 10
EFFETTI DEL BUON GOVERNO (AMBROGIO LORENZETTI, 1338-1339, SIENA) ........................................................... 12
Tre antinomie che si verificano nella cultura del 300, insieme a 3 figure architettoniche corrispondenti: ............... 13
CORNICI
A partire da una fotografia di Luigi Ghirri (1943-1992) si introduce il tema della cornice come “macchina architettonica”
in grado di individuare un paesaggio, ritagliandolo come preciso scenario in uno sguardo generale sulla natura. Si tratta
del grado zero del rapporto tra l’architettura e il paesaggio (cap. X di Trisciuoglio 2018). La lezione prosegue con la
spiegazione del programma del corso: i suoi obiettivi, le modalità di insegnamento/apprendimento, il calendario, le
modalità d’esame.
Storia: I TRE FILOSOFI Il misterioso quadro che ritrae i cosiddetti “tre filosofi” di Giorgione, dipinto all’inizio del
Cinquecento, racconta forse anche, in maniera enigmatica, della relazione tra l’architetto e il paesaggio che si trova di
fronte. Una lettura compositiva del quadro e l’attenzione ad alcuni dettagli simbolici paiono suggerire, tra le tante,
anche questo tema interpretativo (v. cap.I, 1 di Trisciuoglio 2018).
Libro: Rosario Assunto, IL PAESAGGIO E L’ESTETICA, Giannini, Napoli 1973 Documento: Scheda recensione di Rosario
Assunto (a cura di M.Tr.) Vale anche come modello per la recensione da preparare per l’esame.
Immagine di Luigi Ghirri, grande fotografo italiano del 900, scattata a Marina di Ravenna negli anni ’80; rappresenta un
oggetto tipicamente posto su una spiaggia romagnola. È in effetti una cornice→ differenza tra natura e paesaggio è
appunto che il paesaggio viene inquadrato, racchiuso da qualcosa. Ghirri era un geometra che coltiva l’hobby per la
fotografia, divenendo poi il fotografo di fiducia di Rossi. Paragona l’INQUADRATURA FOTOGRAFICA a un QUADRO. La
cornice diventa essa stessa parte del paesaggio, non è più uno strumento, “è un elemento di accesso al mondo esterno
ad un determinato modo di rappresentare il mondo”.
Dice che questa fotografia non mostra nulla di straordinario, ma solo un aspetto della realtà.
MAGRITTE-IPERREALISMO
Confusione tra paesaggio dipinto e paesaggio reale. Una delle cose che vuole dire è che il confine tra rappresentazione
e realtà è molto labile. Ma anche l’idea che ogni volta che guardiamo un paesaggio lo facciamo con un pregiudizio, come
se fosse un quadro, basato sulla nostra cultura.
Si possono definire i selfie del passato. Mostrava l’immagine a sinistra, dove veniva raffigurato il Vesuvio. →operazione
commerciale perché aspettava l’arrivo dei suoi connazionali tedeschi per realizzare un quadro con vista Napoli.
Deinocrate è un architetto, la cui storia viene raccontata da Plutarco, quando descrive la storia di Alessandro Magno,
importante per aver dato vita all’ellenismo. Grande imperatore che man mano conquista il mondo occidentale,
giungendo sino in Asia, venendo a mancare prematuramente a 30 anni per malaria. Deinocrate si offre per diventare
architetto di Alessandro Magno. Spazientito perché non riesce mai ad incontrare Alessandro, si traveste in modo
eclettico, presentandosi all’accampamento. Appare come una strana creatura, spaventando i militari. Deinocrate fa una
proposta: scolpire la punta del monte Atos con l’effige dell’imperatore, seduto con le braccia tese dove con una mano
tiene il catino e nell’altra la città. Alessandro rimane molto colpito anche se i suoi ingegneri gli spiegano che il progetto
è irrealizzabile, in quanto una città in cima ad una montagna è una città povera, che non ha mezzi propri di
approvvigionamento. Ma Deinocrate verrà chiamato comunque da Alessandro per progettare gli impianti di Alessandria
d’Egitto.
1_Vitruvio: de architectura, in 10 libri. Geometra dell’esercito romano, che scrive questo trattato raccogliendo varie
opere. Trattato riscoperto nel 400, ma che ha un problema: non ha le immagini. Vitruvio cita l’episodio come captatio
benevolentiae, paragonando l’imperatore ad Alessandro e augurandosi di aver fortuna presso di lui. Gli sfugge però
l’esito delle proposte impossibili.
2_Alberti: de re edificatoria, in 10 libri. Scrive anche lui in latino la pratica del cantiere di architettura. Per Alberti, il
progetto di Deinocrate non aggiunge nessun pregio all’ambiente, non ha quel carattere di UTILITA’ che gli attribuirebbe
un minimo valore.
2. LO SGUARDO DI DEINOCRATE
Se infatti gli ARCHITETTI RINASCIMENTALI VEDONO LA NATURA COME UNO SCENARIO NEL QUALE COLLOCARE LE
PROPRIE ARCHITETTURE PER CONTEMPLARLE, CHE SI RINNOVA IN UN ETERNO CICLO DI CONFLITTI, DEINOCRATE LA
CONCEPISCE COME SE FOSSE UN IMMENSO GIARDINO.
I due autori hanno due atteggiamenti diversi nei confronti di Deinocrate. Vitruvio evidenza la mancanza di una campagna
e del sistema di produzione rurale, che rappresenta un connubio fondamentale per la città. Alberti invece pone il
problema sull’utile ed inutile. L’operazione di manipolare la natura deve preludere una necessità, altrimenti non ha
senso. Alberti è proprio contrario all’idea che si manometta il paesaggio, perché nella cultura del 400 la natura va
soprattutto contemplata, perché l’idea di manipolazione della natura va fatta per ragioni di utilità, non estetiche.
DEINOCRATRE
Perciò, sia Deinocrite albertiano che vitruviano è un monstrum, poiché il suo intento è troppo eccentrico nel mondo
classico, legato alla contemplazione del paesaggio.
SEICENTO → secolo della riscoperta del sublime, il paesaggio verrà recepito come materia da poter rielaborare.
Processo evolutivo che porterà ad assimilare il mondo naturale come un immenso giardino. Su questa teoria si
fonderanno i principi della moderna landscape-art, che ha portato in America, negli ultimi 30 anni l’evoluzione
dell’ENVIRONMENTAL PLANNING, basato su due approcci differenti:
2_approccio scientifico e positivista, che ha radici nell’800 europeo, che ha poi influito sull’idea di pianificazione
territoriale e paesaggistica del nostro paese.
3. CONTEMPLAZIONE VS TRASFORMAZIONE
IL PRIMO RAPPORTO TRA L’UOMO E LA NATURA È AVVENUTO ATTRAVERSO LA CONTEMPLAZIONE. Solo più tardi si
affiancherà l’idea di trasformare la natura→ nascita architetto del paesaggio, successiva ad un’idea di contemplazione.
CHRISTO E JEANNE-CLAUDE → coppia che è divenuta nota per la progettazione di opere “deinocritee” (mare di ombrelli
in una valle americana, muro di teli in California). È INTERRESSANTE LA SCALA DEGLI INTERVENTI CHE REALIZZANO.
Monumenti impacchettati.
PROGETTO BAIA DI TOKYO→ non realizzato, in cui immagina di poter attraversare il mare con delle passerelle
galleggianti. Progetto che viene utilizzato da Christo per mostrare agli amministratori dei comuni del lago d’Iseo il suo
intento.
Non immagina mai il progetto ad altezza d’uomo, ma con una visione topografica.
Per la realizzazione, si affida a degli ingegneri. Per prima cosa realizza il supporto, con dei moduli galleggianti, che
costituiscono una grande zattera, testata in un lago in Ungheria per studiarne gli effetti del moto ondoso. L’altro tema
è il TELONE, in tessuto sintetico, testato in un lago in Germania, per studiarne il rapporto con l’acqua ed il calpestio.
TEMA DEI CORPI MORTI→ FONDAZIONI IN CALCESTRUZZO POSTE SUL FONDALE DEL LAGO.
Tema del TEMPO: la lamd art spesso realizza opere effimere, che decadono e vengono riproposte nei musei attraverso
delle fotografie.
Christo ammette che L’OPERA È INUTILE. Sostiene che tutto deve essere in ordine come in un GRANDE GIARDINO. L’idea
di manomettere ed intervenire sul paesaggio (idea di Deinocrate) prelude sul fatto che il paesaggio possa essere un
grande giardino, ovvero che l’uomo possa trattare il paesaggio come se fosse il suo orto, una natura artificiale.
L’architetto nel paesaggio continua a pensare alla natura come il luogo dei conflitti, che rendono viva la natura→finestra
dalla quale si osservano le nuvole scontrarsi, gli alberi appassire, osservandone tutti i movimenti. Mentre l’architetto
del paesaggio pensa di FISSARE la natura una volta per tutte. Si parlerà di GIARDINO PITTORESCO, pensato come si pensa
una pittura su un quadro, per rappresentare la natura come un grande giardino.
Lavora per unità paesaggistiche. Viene scritto in un momento particolare della storia della cultura del paesaggio negli
anni 90, non scritto per architetti e che riguarda la cultura. Shama scrive questo libro perché in quel momento si sta
imponendo l’idea ecologista, che dalla parte degli architetti esplode con l’ecological plannig. Tesi che la natura di pr se
è buona che deve far i conti con un uomo (cattivo) che provoca una serie di azioni violente, facendo si che la natura poi
si ribelli. Pone la questione ecologica in maniera pressante. Dall’altra parte Shaman riconosce che questo tipo di cultura
toglie alla natura uno spessore culturale. Shama riconosce il valore di quadro del paesaggio di chi osserva con un
pregiudizio. È importante invece interrogare i paesaggi dal loro punto di vista culturale. È IN CONTROTENDENZA;
SOSTIENE CHE NON E’ INSOSTENIBILE DI PER SE IL PENSIERO CHE SIAMO ALLA FINE DEL MONDO PERCHE’ ABBIAMO
DEVASTATO LA NATURA, MA E’ INSOSTENIBILE CHE STIAMO DIMENTICANDO LA MEMORIA DELLA NOSTRA CULTURA.
GLI ECOLOGISTI SONO INFATTI I NEMICI DI SHAMAN QUANDO SCRIVE QUESTO LIBRO. ATTEGGIAMENTO INTERESSANTE.
PETRARCA
L’amore per le finestre ed il rapporto con l’esterno (paesaggio) ha inizio con Petrarca nel 300, cultura che deriva dai
greci e romani ma anche dalle tradizioni provenzali, per raccontare questo suo sentimento nuovo. Anche Ambrogio
Lorenzetti ha lo stesso sentimento quando dipinge Siena, la città del cattivo governo. Nascita di un gusto laico dei
giardini, di voler stare il più tempo possibile a contatto nella natura, facendo lunghe passeggiate. Petrarca ha una
casa immersa nella natura, per il diletto e dove può rilassarsi.
L’architetto disegna il paesaggio attraverso le finestre, belvedere. Rosario Assunto, in un suo libro, si poneva la
questione di chi fosse il responsabile della bellezza del paesaggio, che individuerà nella figura dell’architetto, in
quanto disegna il diaframma tra la finitezza dell’uomo che è in casa è l’infinitezza del mondo esterno.
Visione di Petrarca è del 300, di una città dove si può coltivare la passione per le lettere e la cultura. È in grado di
descriverci il mondo esterno, e ci dice che c’è una città, la natura, il sentimento che nasce tra interno ed esterno e
c’è un modo per rappresentarlo.
AMBROGIO LORENZETTI→pitture di case immerse nel paesaggio, al di fuori della città e di Siena, città del cattivo
governo, con case deturpate.
Guida della terra Santa che Petrarca scrive per rifiutare un invito per fare un viaggio. Da Napoli a Gerusalemme,
descrive il paesaggio con i libri, perché non lo conosceva.
Tra Genova e Porto Venere indica dei luoghi bellissimi, con terrazzamenti, e non riusciva a capire perché gli antichi
non se ne fossero accorti di così tanta bellezza.
L’ascesa al monte Ventoso→ per gli abitanti di Avignone rappresenta una bella passeggiata, che farà anche Petrarca
con suo fratello, descrivendo l’esperienza in una lettera. Giunti alla vetta Petrarca si guarda attorno, e man mano che
osserva si accorge dell’eccezionalità risentendosi, perché quello che sta provando è qualcosa di terreno, laico.
Cultura di Petrarca è legata a Platone, ovvero trovare delle leggi che fossero logiche, matematiche e spirituali, ma di
guardare anche la realtà. Legge la confessione di Agostino, che rimprovera gli uomini di occuparsi troppo delle cose
terrene, piuttosto che guardare il cielo. A questo punto Petrarca si rende conto della sua emozione, perché ha
scoperto il piacere e secondo un’etica prestabilita questo piacere non andrebbe provato→ una sorta di RACCONTO
DELLA VERGOGNA. È un sentimento che si scontra con la tradizione, di emozione del paesaggio visto dalla montagna.
Avignone, dove Petrarca costruirà un nuovo capitolo della sua vita. Disprezzo della città. È una città secondaria, dove
era stata spostata la corte papale. La città si riempie di finanzieri, politici, diplomatici…diventando LA CITTA’
CAOTICA. Ed il 300 è il secolo in cui il cittadino comprende che a volte può fare a meno della città, poiché spesso è la
parte malata del mondo. Quindi Petrarca “inventa” il fenomeno della seconda casa, immersa nella natura: VALLE
CHIUSA, dove fa costruire una casa, divenendo l’archetipo di un altro atteggiamento dell’uomo del 300 che apprezza
la natura dalle mura delle città, ma di uscire dalla città, dove ci si può dedicare all’ozio (vita ritirata di studio) ma
anche disegnare e coltivare giardini. Nobilita l’antico perché si rifà all’otium romano.
Schizzo di Petrarca, uno dei primi disegni di paesaggio, dove mostra la roccia con l’acqua che sgorga.
Archetipo architettura e paesaggio. Capri è l’isola per eccellenza del paesaggio, basti pensare alla villa di Tiberio che
è in relazione stretta con il paesaggio. Casa progettata da Alberto Libera; ricorda una nave. Progetto che verrà
criticato dal committente, allontanando il progettista ed occupandosi personalmente del progetto. Grande finestra
che guarda il mare, con una terrazza che guarda verso terra.
➔ Progetto di
Libera. A dx progetto
di Malaparte
Idea dell’architettura che mostra il paesaggio attraverso una finestra ricorda La petit Maison di Le Corbusier, sul lago
Lemano (1923). Lunga finestra a nastro che sarà l’oggetto di una disputa tra Le Corbusier ed August Perret, uno dei
suoi maestri, sostenendo che la finestra dovrebbe essere verticale, come quella di Shinkel, dove si vede anche il
cielo. Il giardino della Petit Maison ha un muro tagliato che inquadra il paesaggio.
Rapporto tra modernità ed architettura, come nella Ville Svoy. Queste architetture permettono di contemplare il
paesaggio che sta dentro e quello che è fuori.
Dialogo tra Le Corbusier e Perret, trasformandolo in un atto teatrale. Relazione tra modernità e paesaggio, quinta
vertivale vs quinta moderna.
IL NUMERO 3
3 modi differenti per affermare che qualcosa è bella, modi he si sono affermati nell’800 con il romanticismo. A fine
700 con la nascita dell’estetica, branca della filosofia che si occupa di spiegare cos’è la bellezza: GRAZIOSO,
PITTORESCO E SUBLIME.
volontà estetica di realizzare questo parco olandese barocco del 600 di voler
trasmettere bellezza. Una bellezza diversa da quella di un faro circondato da una
tempesta (sentimento molto diverso).
Giuseppe Castiglione, nel 700 va in cina per convertire ma verrà poi lui stesso
convertito. Progetta il giardino di Yuan Ming Yuan, giardini circondati da una
natura selvaggia.
IL VIANDANTE SU MARI DI NUBI rappresenta l’uomo che guarda le vette delle
montagne dal punto più alto del mondo. Sentimento simile al mare in tempesta.
Valancien alla fine del 700 disegna paesaggi classici, ma con un disperato senso
di perdita dell’antico. Idea di unità perduta, perché i vari elementi non si
incontrano.
GRAZIOSO: gentile e cortese, che può riguardare anche il tatto. È utilizzato nella cristianità ed Islam per il rapporto
con la divinità. Idea di compostezza (tema della geometria è inerente). Platone→ dietro la natura c’è una realtà
logico-matematica. Anche il diamante è paragonabile al grazioso in quanto è perfetto nelle sue geometrie.
Le tre grazie di Raffaello con la mela, frutto che nella sua forma ha della perfezione.
Tutto questo si traduce nella progettazione del giardino, ovvero lo spazio del grazioso. La nostra idea di giardino
parte dall’idea persiana, ovvero ritagliare un pezzo di mondo con le mura (Paradeisos), spesso rappresentato nei
tappeti persiani con una croce centrale.
Città ideale per gli astronomi: Uranieburg, luogo che è al centro di un giardino recintato.
Il prototipo è sempre il giardino persiano
SUBLIME: tutto ciò che è di alta morale, estetica, ispira una profonda venerazione ed è un modo alto di considerare
le cose. È legato al sentimento della paura e a farsi dare una scossa di adrenalina. Uno dei codificatori del sublime è
stato Henry David Thoreau, che scrive Walden, un filosofo che decide di andare a vivere nei boschi per provare
l’attrazione del selvaggio. Sentimento di sfida che gioca con il rapporto dell’infinito (es. L’infinito di Leopardi esprime
perfettamente il sentimento di sublime).
il paesaggio che non rappresentà né il grazioso né il sublime, ma è a metà. Claude Lorrain dipinge paesaggi che
deduce da un catalogo di oggetti, che vengono composti. Infatti Stourhead nasce dichiaratamente sulla scorta di
Lorrain.
Giardino Zen, non ha geometria ma è legato al tema della cinestesia, ovvero muoversi all’interno del paesaggio.
Quando realizzo un giardino pittoresco cerco di farlo il più possibile simile a quello della natura.
PARCO DU ERMENOVILLE: isola artificiale con alberi piantati ad arte, e la tomba di Rousseau. Anche la tomba di lady
Daiana, tomba al centro di un lago.
PITTORESCO: è un aggettivo che indica una somiglianza ad un quadro (es. villaggio pittoresco). È un sentimento che
parte da un quadro e che ci fa riflettere che alla realtà manca qualcosa.
Questa città è profondamente laica, dove accadono diverse cose: sodalizio, gente che balla, i giocatori d’azzardo,
matrimonio. Case diroccate ed abbandonate per effetti del cattivo governo.
PETRARCA→ ogni volta che si dota di una nuova dimora si crea 2 giardini, uno geometrico ed uno no. Cerca la
tranquillità fuori dalla città.
Seconda antinomia: Relazione tra città e campagna, antinomia accertata dalle mura che dividono. Si risolve nella
creazione di un oggetto nuovo che è la villa. Nascita della villa come abitazione del cittadino che vuole vivere nella
natura, diversa dalla fattoria perché è l’abitazione del contadino. CONTADO/CAMPAGNA→VILLA→ PITTORESCO
La terza antinomia: mondo selvaggio e mondo civilizzato. Questo rapporto si risolve in un’altra figura→il belvedere,
avamposto dal quale scrutare la bellezza del paesaggio. SELVAGGIO→BELVEDERE→ SUBLIME
Il cappello di Vermeer, studiato da Thimothy Brook. Cappello in testa ad un olandese perché gli olandesi volevano
individuare il passaggio a nord-ovest in Canada, per arrivare direttamente in Cina. C’era un grande gusto per la società
olandese delle ceramiche di epoca Ming. In realtà il passaggio a Nord-ovest non esiste, non c’è un passaggio dal
Canada. Così gli olandesi inventarono le ceramiche di Delft.
LETTURE:
Tratta un tema ovvio ma trascurato: la bellezza della città. Il tema è quello di capire perché la città è bella. Temi
collettivi: oggetti belli che definscono la bellezza della città (biblioteca, teatro, stadio, strada principale) e che fan si
che questa bellezza concorra con quelle delle altre città.