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L’Età del Romanticismo

Il primo Ottocento-La cultura romantica


Dalla Rivoluzione francese fino al compimento dell’Unità d’Italia (1789-1861)
Generale ripudio dei valori dell’Illuminismo, accusato di essere astratto, livellatore e
riduttivo dell’esperienza umana
Si afferma la maggiore importanza dell’intuizione e del sentimento sulla ragione analitica
e il razionalismo illuministico
Si proclama l’unicità di ogni individuo contro la tendenza illuministica a mettere in risalto
i tratti comuni del genere umano
Si esaltano le differenze nazionali contro il cosmopolitismo
Si rivalutano le tradizioni e l’evoluzione storica contro la critica illuministica del passato
Si torna alla religione e si esalta il primato dello spirito sulla materia
La cultura romantica
L’idealismo tedesco è la corrente filosofica più originale e influente della nuova epoca: l’essenza
profonda della realtà si pone in un principio di natura spirituale, la realtà fisica è una
manifestazione di questo principio ideale (Hegel, Fichte)
Alla concezione settecentesca della realtà meccanicistica, regolata dalle leggi della materia in
una successione di cause ed effetti (Foscolo e Leopardi)
Subentra l’angoscia per un mondo materiale e meccanico in cui non trovano posto le aspirazioni
umane più profonde, ridotte dunque ad «illusioni»
Da qui nasce un atteggiamento di rivolta dell’individuo contro tutta la realtà (Titanismo). Tra
l’uomo e la Natura c’è un conflitto insanabile la cui idea è alla base del pessimismo del filosofo
tedesco Arthur Schopenhauer, che si accosta per certi aspetti a quello del Leopardi.
La Natura appare come un’immensa forza vitale con la quale l’uomo tende ad identificarsi e si
contrappone a tutto ciò che è civiltà prodotta dall’uomo; si esalta la spontaneità, l’infanzia,
l’antichità, la barbarie primitiva. Nasce in questo contesto l’interesse per il popolo e per la cultura
popolare.
La cultura romantica
Ritorno alla religione.
Sul piano politico c’è un cattolicesimo reazionario che offre supporto alla Restaurazione e al
progetto della Santa Alleanza (trono ed altare), ma c’è anche un cattolicesimo liberale che vuole
conciliare la religione con le nuove idee d’indipendenza dei popoli e di libertà individuale
(Manzoni e Gioberti). Il cattolicesimo liberale influenza il romanticismo lombardo e prevale nelle
correnti moderate del Risorgimento
Un altro aspetto della cultura del primo Ottocento è lo Storicismo, ovvero l’interesse per la
storia. In campo letterario c’è una vera e propria moda per i soggetti storici: romanzi, drammi,
poesie di argomento storico. L’epoca che attira di più è il Medioevo che l’Illuminismo aveva
condannato come «barbara» ed «oscura». Lo storicismo romantico cerca nel passato le radici della
realtà attuale.
Idea di «Nazione»: per i romantici l’eredità più preziosa che la storia ci ha lasciato è l’identità
delle nazioni.
Idea di «Popolo»: richiamarsi al popolo significa rifiutare una cultura di «elite»; il popolo è il
luogo della naturalezza e della spontaneità contro l’artificio delle classi più evolute (sviluppo degli
studi folklorici, testi di tradizione orale popolare (fiabe popolari Fratelli Grimm); personaggi del
popolo elevati a protagonisti di opere letterarie-Promessi Sposi)
IL ROMANTICISMO in letteratura

Il termine inglese ROMANTIC da cui l’italiano romantico, indica uno stato d’animo legato alla fantasia
e all’espressione del sentimento, suscitato dal suggestivo, dall’indeterminato, dal misterioso e lontano,
dal dolcemente malinconico.
Il Romanticismo non presenta caratteri unitari nei vari Paesi europei, in relazione alle diverse condizioni
sociali e culturali.
Patria del Romanticismo è la Germania, dove il termine designò per la prima volta una teoria letteraria.
Una delle idee chiave fu teorizzata dal poeta e tragediografo F. Schiller che nel saggio «Della poesia
ingenua e sentimentale» operò una distinzione tra «poesia ingenua» e «poesia sentimentale».
La poesia ingenua è propria degli antiche nasce da un sentimento di spontanea armonia tra l’uomo e la
natura
La poesia sentimentale è propria dei moderni e riflette la rottura del rapporto armonico tra l’uomo e la
natura e il ripiegarsi malinconico dell’individuo su se stesso.
Tra il 1798 e il 1800 a Berlino i letterati della rivista Athenaum, diretta dai Fratelli Schlegel, avevano
distinto tra una «poesia classica», propria degli antichi e una «poesia romantica» tipica della sensibilità
moderna, caratterizzata da un atteggiamento tormentato e inquieto, da un’aspirazione verso l’infinito.
STURM UND DRANG
Lo Sturm und Drang (“tempesta e assalto”) si colloca sulla scena letteraria tedesca nel
periodo compreso tra gli anni Sessanta e Ottanta del XVIII secolo. Il movimento, che
prende il nome dall’omonimo titolo di un dramma di Friedrich Maximilian Klinger del
1776, propone un’esperienza artistica di ribellione nei confronti di valori e istituzioni
vigenti e trova la sua espressione in una poetica intensamente individualista. Concetti
cardine di tale estetica sono genio, originalità, istinto, popolo, natura.
Johann Wolfgang Goethe. La sua opera si inserisce nella temperie culturale che tende alla
libertà delle passioni e degli istinti, in aperto contrasto con la razionalità illuministica che
aveva permeato lo spirito del secolo. Il romanzo epistolare, «I dolori del giovane
Werther», incentrato sulla tematica della conflittualità dell’individuo e sul suicidio,
costituisce il primo grande testo del Romanticismo
http://www.letteratura.rai.it/articoli/goethe-e-il-romanticismo/5802/default.aspx
IL ROMANTICISMO ITALIANO
La polemica classico-romantica
L’occasione che diede impulso al formarsi di un movimento romantico in Italia fu la pubblicazione
di un articolo della baronessa M.me de Stael sulla Biblioteca Italiana nel 1816 («Sulla maniera e
l’utilità delle traduzioni»). M.me de Stael invita gli italiani ad uscire dalla loro chiusura e dal loro
culto del passato, ad aprirsi agli apporti delle letterature europee moderne.
L’articolo suscita la reazione dei classicisti, tra cui P. Giordani, che pubblica una risposta nella
stessa rivista nel 1816. Giordani e altri classicisti sostengono la perfezione dei modelli classici
degni di essere imitati e difendono la tradizione culturale italiana contro le nuove tematiche
europee (tenebrose, gusto dell’orrido…)
Alcuni intellettuali però si mostrano più aperti alle nuove idee romantiche. Questi, definiti
«romantici» (Ludovico di Breme, Pietro Borsieri, Giovanni Berchet, Ermes Visconti), fondano una
rivista, portavoce delle nuove idee romantiche, «Il Conciliatore» (1818-1819)
La polemica classico-romantica

I romantici riconoscono la necessità di un rinnovamento della letteratura: essa deve rivolgersi ad


un pubblico più vasto, il popolo (il ceto medio), del quale interpretare le aspirazioni e gli
orientamenti.
La letteratura deve accantonare la mitologia e affrontare tematiche vive e utili al progresso
civile ed economico
Il linguaggio da utilizzare non deve essere quello letterario ed aulico, ma più vicino alla lingua
usata.
La letteratura deve ispirarsi al vero, rifiutare nel contempo le tematiche irrazionalistiche e
tenebrose della letteratura romantica europea.
Posizione più moderata dei Romantici italiani (classicismo radicato); coincidenza tra
Romanticismo e Risorgimento: l’intellettuale italiano ha un ruolo attivo nelle lotte risorgimentali,
cospirando, combattendo, esiliando. Per questo motivo il Romanticismo non accolse le tematiche
irrazionalistiche europee.

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