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L’ERMETISMO E

QUASIMODO
LA POETICA ERMETICA
• Tendenza poetica prevalente degli anni Trenta che eredita la tradizione della lirica primonovecentesca: l’uso
del verso libero e la preminenza accordata alle motivazioni spirituali ed interiori dell’esercizio poetico
(decisiva la lezione di Ungaretti, precursore)
• I poeti ermetici sono: Salvatore Quasimodo, Mario Luzi,, Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto; nell’ambito
della teoria poetica e della saggistica, Carlo Bo.
• Centro propulsivo: Firenze, Caffè delle giubbe rosse (luogo d’incontro e discussione), Solaria, Letteratura
• Etimologia del termine dibattito critico sull’Ermetismo: nel 1936 Francesco Flora (critico crociano)
pubblica il saggio «La poesia ermetica», accusando la lirica del dopoguerra di essere oscura e di difficile
comprensione; i critici fascisti considerano i poeti ermetici «mistici ingannatori» per la proposta di
evasione dalla politica e per la mancata adesione ed esaltazione del fascismo. Carlo Bo è invece
sostenitore dell’Ermetismo; pubblica nella rivista «Frontespizio» il saggio «Letteratura come vita»
• Sulla base delle linee interpretative offerte da Carlo Bo:
L’ermetismo fa coincidere la poesia con la vita
L’ ermetismo considera la letteratura non come un mestiere ma come lo strumento più adatto per
conoscere se stessi, l’io profondo del soggetto, le radici dell’essere, la «verità» ontologica (quella
dell’individuo nel rapporto con se stesso e non «fenomenica» nel suo legame con la collettività
La letteratura come vita significa «rifiuto della storia», la poesia si colloca al di fuori del tempo
diventando una forma di conoscenza superiore
IL LINGUAGGIO
• Il rifiuto della storia ha come conseguenze:
la scelta di un linguaggio arduo, difficile, oscuro, al limite dell’incomunicabilità, fortemente evocativo.
La parola si lega attraverso connessioni inedite e analogiche: uso di metafore ardite, correlativo oggettivo,
allusioni simboliste. Parole arcaiche, rare e preziose.
Uso dell’analogia come strumento privilegiato, la parola si fa evocatrice ed allusiva di significati molteplici e indefiniti,
secondo la linea tracciata da Ungaretti, punto di partenza della esperienza ermetica.
A livello metrico: uso del verso libero e fonico: allitterazioni
Poesia pura distaccata dalla realtà contingente, fonte privilegiata per la conoscenza dell’uomo (la poesia assume
una connotazione filosofica). La poesia pura rappresentava anche l’unico modo per sottrarsi alla retorica e alle scelte
culturali del Fascismo (chiusura in uno spazio interiore)
La poesia pura entra poi in crisi con il secondo conflitto mondiale, che fa emergere un nuovo desiderio di
aprirsi alla storia.
Pubblico ristretto di persone
I TEMI
• Tematiche assolute.
Sofferenza umana
Solitudine
Male di vivere
Mistero dell’universo
Ricerca di Dio
Ricerca del senso dell’esistenza
IL SIGNIFICATO DEL TERMINE
• La parola «Ermetismo» fa comunque anche riferimento alla figura mitica di Ermete
Trismegisto, autore nell’epoca ellenistica (IV sec. a.C.) di libri magici e fondatore della
tradizione ermetica
• In questo senso l’arte è intesa come rivelazione di segreti religiosi capaci di rendere l’uomo
partecipe della natura divina
• La poesia come conoscenza esoterica (occulta, nascosta, misteriosa) per pochi iniziati, legata ad
una sfera di valori assoluti e religiosi, alla quale si può ricondurre anche la tradizione orfica
secondo la quale la poesia è rivelazione dei misteri della vita
SALVATORE QUASIMODO
✔ 1901, Modica (Ragusa), Sicilia luogo
dell’infanzia e della giovinezza
✔ frequenti spostamenti per lavoro padre
(capostazione)
✔ Diploma scuola tecnica
✔ 1919, trasferimento a Roma per frequentare
Facoltà Ingegneria
✔ 1926, impiego nel Genio Civile
✔ 1929, spostamento a Firenze
✔ Conoscenza, grazie al cognato Elio Vittorini
(collaboratore della rivista Solaria), degli
ambienti letterari
✔ Dopo la seconda guerra mondiale, idea di poesia
non rivolta solo ad una piccola cerchia di persone
✔ Necessità tematiche sociali e civili
✔ 1959, premio Nobel per la Letteratura
✔ Morte a Napoli nel 1968
LE OPERE

✔ Acqua e Terre 1930


✔ Oboe Sommerso 1932
✔ Odore di Eucalyptus e altri versi 1933
✔ Eraton e Apollion 1936
✔ Poesie 1938
✔ Ed è Subito Sera (1° ed. 1930 in Solaria)
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✔ Giorno dopo giorno 1947
✔ La vita non è un sogno 1949
✔ Il falso e vero verde 1956
✔ La terra impareggiabile 1958
✔ Dare e avere 1966
LA POETICA

✔ Parola tendente all’astrazione, all’allontanamento dalla lingua parlata


✔ Sintassi nominale ed indeterminatezza sostantivi
✔ Inizi caratterizzati dai modelli del tempo da Pascoli, D’Annunzio ai simbolisti francesi
✔ Temi preferiti: l’amore per la Sicilia, il ricordo dell’infanzia, la casa, la madre, la
malinconia.
✔ Piano stilistico: scrittura simbolista
✔ Uso frequente analogia, verso breve e frammentato
✔ Temi dominanti: solitudine dell’uomo, nostalgia della terra d’origine, rimpianto dell’infanzia,
trasfigurazione favolosa del passato e insoddisfazione del presente
EVOLUZIONE STILISTICA E TEMI DEL
DOPOGUERRA

• Raccolte: Con il piede straniero sopra il cuore, Giorno dopo giorno, Dare e avere…
• Il verso si allunga e diventa più lineare

• I temi si aprono alla realtà concreta, la poesia diventa uno strumento di testimonianza politica
e polemica sociale.
ED È SUBITO SERA
In antitesi con cuor
TEMI: solitudine dell’uomo, precarietà della terra Solitudine
della vita (influsso di Ungaretti, cfr. Indica il dell’uomo
Mattina); riflessione sulla condizione pulsare della
umana di cui Quasimodo offre una vita
definizione poetico-filosofica. consonan
Ognuno sta solo sul cuor della terra, za
Ambivalenza del Segno di
participio passato: trafitto da un raggio di sole: punteggiatura che
simbolo di luce e Metafora della frantuma la sintassi
calore , ma anche ed è subito sera morte insieme alla
«ferito» (una sorta di congiunzione «ed»
dardo che ferisce) Da Acqua e terre per contrapporre il
1) Concisione estrema, 2) significato profondo della parola, 3) tema della morte
problematica interiore

Misura decrescente della lunghezza


dei versi: sottolinea il venir meno
delle cose
Tema della poesia: l’immutabilità
Sei ancora quello della pietra e della fionda, della natura umana, rimasta uguale a
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, quella dell’uomo della pietra e della
con le ali maligne, le meridiane di morte, fionda, fatta di istinti, pulsioni,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, sentimenti ed egoismo, anche se la
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, scienza ha fatto passi da gigante. La
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, scienza ha fabbricato le armi, le armi
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, e la guerra portano gli uomini alla
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero morte. Atto d’accusa implacabile
gli animali che ti videro per la prima volta. contro la ferocia della guerra a cui gli
E questo sangue odora come nel giorno uomini si sono abbandonati nella
Quando il fratello disse all’altro fratello: seconda guerra mondiale. Le nuove
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, generazioni devono ora vergognarsi
è giunta fino a te, dentro la tua giornata. dei padri e sostituire la legge di
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Caino con quella di Cristo
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere, Linguaggio comune, ma presenza di
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. figure retoriche come la sinestesia
Uomo del mio tempo da Giorno dopo Giorno (sangue odora) e l’analogia ( nuvole di
sangue)

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