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Salvatore Quasimodo

Biografia essenziale:
● Nasce a Modica (Ragusa) nel 1901
● Nel 1908 si trasferisce a Messina, dove frequenta le scuole superiori.
● Nel 1926 viene assunto come geometra presso il genio Civile di Reggio Calabria e
comincia a scrivere i primi componimenti poetici che confluiranno nella raccolta
Acqua e Terre, pubblicata nel 1930.

● Nel 1934 si trasferisce a Milano dove inizierà una lunga carriera editoriale.
Successivamente, otterrà la cattedra di letteratura italiana presso Il Conservatorio
Musicale. In questo periodo, inizierà la traduzione di testi di autori classici,
pubblicati nel volume Lirici Greci del 1942.

● Nel 1959 riceve il premio Nobel per letteratura.


● Muore a Napoli nel 1968.
Uomo del mio tempo
dalla raccolta Giorno dopo giorno

Sei ancora quello della pietra e della fionda,


uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, alle
ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno


Quando il fratello disse all’altro fratello:
“Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Commento:
Con l’espressione Uomo del mio tempo, l’autore vuole rivolgersi a tutti gli
uomini.
Vuole dirci che il progresso, anziché civiltà, ha realizzato strumenti di morte
sempre più sofisticati e feroci:
● dalla pietra si è passati alla fionda
● poi si è passati dalle forche alle macchine progettate per la tortura
● dai carri armati agli aerei in grado di sganciare bombe.
Il tema, dunque, è quello dell’immutabilità della natura umana, rimasta uguale a
quella dell’era della pietra e della fionda, nonostante la scienza abbia fatto passi
da gigante. L’istinto di prevaricazione, il desiderio di potere e il sentimento di
egoismo sono rimasti immutati, sono solo cambiati i modi di fare la guerra, dalla
fionda, appunto, si è passati ai carri armati e agli aerei.
Per il poeta, l’uomo del nostro tempo, ha perduto ogni considerazione dei suoi
fratelli, ha dimenticato valori quali la solidarietà e la pietà, in grado di contenere
la brutalità della violenza. Quindi ancora oggi, come allora, tradisce i suoi fratelli.

Proprio come quando Caino invitò Abele nei campi per ucciderlo, allo stesso
modo l’uomo contemporaneo ha ucciso i suoi pari, e la menzogna di allora è
giunta fino ai giorni nostri.

Quasimodo vuole, quindi, insegnarci che di fronte alla menzogna e all’inganno, i


giovani di oggi farebbero bene a rinnegare i loro padri (coloro che li hanno
preceduti), portatori di guerra e distruzione, non di pace, lasciando, quindi,
giacere le loro tombe in una terra desolata (cosparsa di cenere), dove gli avvoltoi
saziano il loro appetito facendo strazio dei loro cadaveri (rodono i loro cuori), il cui
odore viene cosparso nell’aria dal vento.
Analisi della poesia Uomo del mio tempo:
Uomo del mio tempo è la poesia che chiude la raccolta Giorno dopo giorno, pubblicata nel
1947, la quale si apre con la poesia Alle fronde dei salici. In questa raccolta l’autore rivela la
sua totale opposizione al regime fascista e denuncia con grande forza evocativa gli orrori
della guerra.
Nella poesia Uomo del mio tempo l’autore denuncia la malvagità dell’uomo, paragonandola
alla ferocia degli animali e alla rozzezza dell’uomo dei primordi, aspetto, quest’ultimo, già
evidente nel primo verso.

Il verso sottolineato è un’apostrofe.


Figura retorica secondo la quale chi
parla si rivolge direttamente a
soggetti assenti, mancanti o al
Sei ancora quello della pietra e della fionda, lettore, come in questo caso.
uomo del mio tempo
Le parti di testo sottolineate sono
delle metafore.
Ricordo che la metafora è una
figura retorica di significato che
prevede la sostituzione di un
termine di paragone con uno
figurato (ossia un’immagine che
richiami in modo simbolico il
termine posto in paragone)

Verso 3°: meridiane di morte

Verso 4°: carro di fuoco

Verso 14°: nuvole di sangue


Le parti sottolineate sono delle
similitudini.
Ricordo che la similitudine è una
figura retorica di significato,
fondata sulla somiglianza logica
o fantastica tra due elementi
Verso 8°: come uccisero i padri posti a confronto attraverso il
come.
Verso 9°: come uccisero gli animali
che ti videro per la prima volta
Le parole sottolineate sono una
sinestesia.
La sinestesia è una figura retorica
costruita attraverso l’associazione
di due parole appartenenti a sfere
sensoriali diverse.
Verso 12°: E quell’eco fredda
Parafrasi:
Uomo del mio tempo sei ancora rozzo e crudele come lo eri nell’antichità
Eri nella cabina di pilotaggio, pronto ad iniziare il massacro, ti ho visto nei carri
armati, alle forche o alle ruote per torturare i tuoi simili. Ti ho visto: eri tu, con le
tue doti intellettive usate allo scopo di massacrare, senza alcun orgoglio, né
religione.
Hai ucciso ancora, come sempre, come fecero i tuoi antenati e come fanno da
sempre gli animali.
Il sangue di queste morti ha lo stesso odore (cioè il tuo comportamento ha la
stessa crudeltà) di quando Caino disse ad Abele: “Andiamo ai campi”.
E quelle parole dure e spietate sono giunte fino a te ora (nella tua vita). Oh!
Discendenti, dimenticate le crudeltà e il modo di fare dei vostri padri che
dovranno essere sommersi dalla loro stessa distruzione, affinché il loro cuore sia
tempestato di rammarico e dolore.

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