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Meritamente, però ch’io potei

abbandonarti, or grido alle frementi


onde che batton l’alpi, e i pianti miei
sperdono sordi del Tirreno i venti.

Sperai, poiché mi han tratto uomini e Dei


in lungo esilio fra spergiure genti
dal bel paese ove meni sì rei,
me sospirando, i tuoi giorni fiorenti,

sperai che il tempo, e i duri casi, e queste


rupi ch’io varco anelando, e le eterne
ov’io qual fiera dormo atre foreste,

sarien ristoro al mio cor sanguinente;


ahi vota speme! Amor fra l’ombre e inferne
seguirammi immortale, onnipotente.

Note
Meritamente (v. 1) = meritatamente
Però ch’ (v. 1) = poiché
Abbandonarti (v. 2) = il poeta si rivolge alla donna amata
Spergiure genti (v. 6) = i Francesi, considerati traditori perché con il trattato di Campoformio
avevano privato i Veneziani della libertà
Meni (v. 7) = trascorri
Rei (v. 7) = avversi, ingiusti
Qual fiera (v. 11) = come un animale selvatico
Sarien (v. 12) = sarebbero (in italiano attuale è “sarebbero stati”)

1) Fa’ l’analisi del periodo dei vv. 5-12.


2) Che figura lega i vv. 5 e 9?
3) Rintraccia, se ci sono, gli enjambements.
4) Quali sono i temi di questo sonetto? Evidenzia i campi semantici ad essi connessi.
5) Ci sono iperbati? Se sì, quali sono?
6) Ci sono allitterazioni? Se sì, quali sono?
7) Dalla lettura di questo sonetto, come vive il poeta l’amore secondo te?
8) Le figure che hai individuato (e altre che puoi individuare) quali effetti producono sul
senso globale del sonetto? Puoi anche parlare di altri elementi oltre alle figure (tempi
verbali, parole-rima, funzioni della comunicazione…)
9) Rintraccia nei tre sonetti maggiori temi e termini presenti in questo sonetto e mettili in
connessione.

N. B. Alle domande da 2 in poi puoi anche rispondere scrivendo un unico testo.


Così gl’interi giorni in lungo incerto
sonno gemo! ma poi quando la bruna
notte gli astri nel ciel chiama e la luna,
e il freddo aer di mute ombre è coverto;

dove selvoso è il piano più deserto


allor lento io vagabondo, ad una ad una
palpo le piaghe onde la rea fortuna,
e amore, e il mondo hanno il mio core aperto.

Stanco mi appoggio or al troncon d’un pino,


ed or prostrato ove strepitan l’onde,
con le speranze mie parlo e deliro.

Ma per te le mortali ire e il destino


spesso obblïando, a te, donna, io sospiro:
luce degli occhi miei chi mi t’asconde?

Note
Onde (v. 7) = con cui
Rea (v. 7) = avversa, ingiusta

1) Fa’ l’analisi del periodo dei vv. 2-8 e 12-13.


2) Che figura è presente al v. 14 (“Luce degli occhi miei”)?
3) Rintraccia, se ci sono, gli enjambements.
4) Quali sono i temi di questo sonetto? Evidenzia i campi semantici ad essi connessi.
5) Ci sono iperbati? Se sì, quali sono?
6) Ci sono allitterazioni? Se sì, quali sono?
7) Dalla lettura di questo sonetto, quale risulta essere il temperamento del poeta
secondo te?
8) Le figure che hai individuato (e altre che puoi individuare) quali effetti producono sul
senso globale del sonetto? Puoi anche parlare di altri elementi oltre alle figure (tempi
verbali, parole-rima, funzioni della comunicazione…)
9) Rintraccia nei tre sonetti maggiori temi e termini presenti in questo sonetto e mettili in
connessione.

N. B. Alle domande da 2 in poi puoi anche rispondere scrivendo un unico testo.

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