Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7. Sonavan le quiete
8. stanze, e le vie dintorno 4,
9. al tuo perpetuo canto,
10.allor che allopre femminili intenta
11.sedevi, assai contenta
12.di quel vago avvenir che in mente avevi.
13.Era il maggio odoroso: e tu solevi
14.cos menare il giorno.
15.Io gli studi leggiadri
16.talor lasciando e le sudate carte 5,
17.ove il tempo mio primo
18.e di me si spendea la miglior parte,
19.din su i veroni 6 del paterno ostello
qui per veroni si intende finestra
20.porgea gli orecchi al suon della tua voce,
21.ed alla man veloce
22.che percorrea la faticosa tela 7.
23.Mirava il ciel sereno,
24.le vie dorate e gli orti,
25.e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
26.Lingua mortal non dice
27.quel chio sentiva in seno 8.
28.Che pensieri soavi,
29.che speranze, che cori, o Silvia mia!
30.Quale allor ci apparia
31.la vita umana e il fato!
32.Quando sovviemmi di cotanta speme,
33.un affetto mi preme
34.acerbo e sconsolato,
35.e tornami a doler di mia sventura.
36.O natura, o natura,
37.perch non rendi poi
38.quel che prometti allor? perch di tanto
39.inganni i figli tuoi?
40.Tu pria che lerbe inaridisse il verno,
41.da chiuso morbo 9 combattuta e vinta,
42.perivi, o tenerella. E non vedevi
43.il fior degli anni tuoi;
44.non ti molceva il core
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Appunti
Silvia pare sia l'alter ego di Teresa. Il Lio ama posizioni di osservatore (si e visto alla finestra), qui
con a silvia importante ricordare che un nome letterario che appartiene a un personaggio della
mita di Torquato tasso. Leo lo user (tasso) come personaggio in una operetta morale dove lo
descrive in una prigione, dove racconta l'apparenza del suo cosi detto genio, tasso sar amato dai
romantici italiani per il tema della pazzia. Ricordare a Silvia e importante non solo come nome ma
anche perch leo ha cercato di scrivere un romanzo autobiografico ma non ci e riuscito, ma il
personaggio fittizio si chiamava Silvio Sarno che e l'alter ego (l'alter ego = un altro s, una
secconda personalit o persona all'interno di un soggetto, qst termine viene usato nella terreratura
per descrivere personaggi che sono psicologicamente opposti l'uno all'altro) di questo romanzo mai
portato avanti, che rimango come uno abbozzo. Silvia diventer l'allegoria (l'allegoria una
figura retorica per cui un concetto viene espresso attraverso un'immagine) della speranza, essa
inoltre si fonde con lio poetico
Il lio abbandona lo studio e si affaccia alla finestra.
Il celebre idillio leopardiano composto a Recanati tra il 19 e il 20 aprile del 1828, e compare poi
nei Canti a cura delleditore Piatti di Firenze (1831). L'ultimo verso di ogni strofa sempre un
settenario in rima come uno dei versi precedenti. In questo componimento Leopardi rievoca una
figura femminile del sua giovinezza, Silvia, morta prematuramente di tisi (tubercolosi una
malattia che attacca il polmoni). Il poeta riflette quindi sull'inevitabile infelicit dell'uomo e sul
crollo delle speranze. La giovane, con la sua precoce morte, diventa l'emblema della disillusione
dell'et adulta.
Metro: Canzone di strofe libere, senza schema fisso. Anche lo schema rimico libero; con
lunico elemento ricorrente del verso che chiude ogni strofe che in rima con uno dei precedenti.
A Silvia
Metro: Canzone libera di sei strofe di endecasillabi e settenari,variamente alternati e rimati.
parafrasi:
I strofa (vv.1-6) - O Silvia, ricordi(rimembri) ancora il(quel) tempo della tua vita mortale,
quando la bellezza(belt) splendeva nei tuoi occhi ridenti e sfuggenti(fuggitivi), e tu, lieta e
pensosa, stavi raggiungendo(salivi) il confine(il limitare) della giovinezza? [v.6]
II strofa (vv.7-14) - Al tuo canto continuo(perpetuo) risuonavano le [mie] stanze silenziose(quiete)
e le vie dintorno, allorch sedevi occupata(intenta) nelle attivit(opre) femminili, molto contenta di
quellavvenire vago [:bello e indefinito] che avevi in mente. [Quando ci succedeva] era un maggio
profumato e tu eri solita(solevi) trascorrere il giorno cos. [v.14]
III strofa (vv.15-27) - Io, lasciando talora gli studi piacevoli(leggiadri) e le carte faticose(sudate),
in cui (ove=dove) si consumava(si spendea) la mia giovinezza(il tempo mio primo) e la parte
migliore di me [:la salute fisica], dai balconi(din su i veroni) della casa(ostello) paterna porgevo
gli orecchi al suono della tua voce e al suono della mano (alla man) veloce che tesseva(percorrea)
la tela faticosa. Guardavo(mirava; con desinenza arcaica) il cielo sereno, le vie dorate [dal sole] e
gli orti, e da qui(quinci) il mare in lontananza(da lungi), e da qui le montagne(il monte). Parole
umane(lingua mortal) non possono esprimere quel che io provavo nel cuore(in seno). [v.27]
Iv strofa (vv.28-39) - Che pensieri dolci(soavi) [provavamo]! Che speranze, che cuori [avevamo],
o mia Silvia! Come(quale) ci apparivano allora la vita umana e il destino(il fato)! Quando mi
ricordo(sovviemmi) di una cos grande speranza(di cotanta speme) mi angoscia(mi preme) un
sentimento(un affetto) doloroso(acerbo) e disperato(sconsolato), e riprendo a
dispiacermi(tornami a doler) della mia sventura. O natura, o natura, perch poi [:al dunque] non
di(non rendi) quel che prima(allora) prometti? Perch inganni cos tanto(di tanto) i tuoi figli[:gli
uomini]. [v.39]
V strofa (vv.40-48) -Tu, prima(pria) che linverno inaridisse lerba, combattuta e vinta da una
malattia occulta(da chiuso morbo) [:la tisi] morivi(perivi), o dolcezza(tenerella). E non
conoscevi(non vedevi) il fiore[:il meglio] dei tuoi anni[:la giovinezza]; la dolce[:gradita] lode ora
dei capelli neri(negre chiome), ora dello sguardo che innamora(innamorati) e schivo, non ti
allietava(non ti molceva) il cuore; n le compagne parlavano(ragionavan) con te(teco) damore
nei giorni di festa(ai d festivi).
V strofa (vv.49-63) - Poco dopo(fra poco) mor(pera=moriva) anche la mia dolce speranza [:le
mie illusioni giovanili]; anche alla mia vita(agli anni miei) il destino(i fati) ha
negato(negaro=negarono) [di vivere] la giovinezza. Ahi come, come sei passata[veloce], cara
compagna della mia et giovanile(nova), mia compianta(lacrimata) speranza, Questo [che ora ho
conosciuto] [sarebbe dunque] qual mondo [che mi aspettavo]? Questi [sarebbero] i piaceri(i
diletti), lamore, le attivit(lopre=le opere), i fatti(gli eventi) intorno ai quali(onde) cos
tanto(cotanto) abbiamo parlato(ragionammo) insieme? Questa la sorte del genere
umano(dellumane genti)? Tu, misera, sei crollata(cadesti) allapparire della verit: e con la
mano indicavi(mostravi) da lontano la fredda morte e una tomba desolata(ignuda).
figure retoriche:
anagramma:
v.6: salivi (anagramma del nome Silvia) per anagramma intendiamo dire la formazione con le stesse
lettere che componevano un'altra parola o frase in senso diverso es: anima => mania
enjambement:
vv. 5-6: il limitare / di giovent
vv.7-8: quiete / stanze