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Verso il turismo slow:


il caso della Sierra de Gata, Spagna

JOSÉ MANUEL HERNÁNDEZ MOGOLLÓN* PAOLA DE SALVO ELIDE DI CLEMENTE

Abstract

Obiettivo del paper. La principale finalità del presente articolo è approfondire la conoscenza delle relazioni che intercorrono
tra la filosofia slow e il turismo e verificare la percezione della lentezza da parte dei turisti che visitano la Sierra de Gata, Spagna.
Metodologia. Dal punto di vista metodologico, è stata realizzata una dettagliata revisione della letteratura sul tema oggetto di
studio ed è stato portato a termine un lavoro empirico sia di carattere quantitativo, con l’uso di un questionario strutturato e
personale, sia qualitativo, adottando la tecnica dell’intervista in profondità.
Risultati. I dati dimostrano che il territorio della Sierra de Gata possiede un ottimo potenziale per lo sviluppo di pratiche
turistiche orientate alla lentezza che potrebbero allungare il soggiorno medio del turista e creare un vincolo personale e unico tra
quest’ultimo e il territorio.
Limiti della ricerca. L’adozione di tecniche statistiche semplici e prettamente descrittive per l’analisi dei dati raccolti.
Implicazioni pratiche. La creazione di sistemi turistici alternativi, capaci di generare uno sviluppo qualitativamente
significativo, sostenibile e rispettoso delle peculiarità e le fragilità dei territori, soddisfacendo le esigenze della domanda turistica
attuale.
Originalità del lavoro. Per la prima volta si realizza, in un territorio spagnolo, uno studio sperimentale indirizzato a conoscere
la vocazione slow di una destinazione turistica e la percezione della stessa da parte dei turisti . Si tratta di un primo passo verso la
creazione di una tecnica di misurazione e valutazione della componente slow di un territorio.

Parole chiave: slow travel; slow tourism; decrescita; sostenibilità; turismo in Sierra de Gata; marketing turistico.

Purpose of the paper. The main purpose of this article is to deepen into the relationship between slowness and tourism. We also
aim to verify the perception of slowness by tourists visiting The Spanish region of Sierra de Gata.
Methodology. From a methodological point of view a detailed literature review has been carried out. An empirical study
allowed us to know the perception of slowness applying both quantitative and qualitative methods for the collection of data. In the
first case we used in-depth interviews entitled to local stakeholders and, in the second one, a structured personal questionnaire was
chosen to survey tourists.
Findings. Data show that the Sierra de Gata region is a potential slow tourism destination, where the slowness element could
help to extend the average length of stay of tourists and create an engagement between the latter and the territory.
Limits. The adoption of simple and purely descriptive statistical methods to analyze the data collected.
Practical implications. The creation and adoption of alternative tourism systems capable to generate a qualitative and
sustainable development, respectful of the peculiarities and weaknesses of the territories, and to satisfy the modern tourist demand.
Originality. A first effort has been done carrying out an empirical work in a Spanish territory aimed to measure the slow
vocation of a certain area and its perception by the local tourism demand. This work represents a first step towards the
establishment of a technique for the measuring of the slow component of a destination.

Key words: slow tourism; slow travel; degrowing; sustainability; Sierra de Gata tourism; tourism marketing

*
Dottore di ricerca in Scienze Economiche e Aziendali, Universitá dell’Estremadura
e-mail: jmherdez@unex.es
Ricercatore di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio, Università degli Studi di Perugia
e-mail: paola.desalvo@unipg.it
Dottoranda di Scienze Economiche e Aziendali, Universitá dell’Estremadura
e-mail: elidediclemente@hotmail.com

CITTASLOW: il valore della lentezza per il turismo del futuro Referred Electronic Conference Proceeding
Perugia/Orvieto, 13-14 giugno 2012 ISBN 978-88-907394-1-5
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VERSO IL TURISMO SLOW: IL CASO DELLA SIERRA DE GATA, SPAGNA

1. Introduzione

La filosofia dell’adagio sta conquistando un consenso sempre maggiore nella società moderna.
Intorno al culto della lentezza si sono sviluppate una serie di iniziative e movimenti che stanno
dando vita a un sostanziale cambiamento del modo di concepire il consumo di beni e servizi e il
concetto di qualità di vita (De Salvo, 2011).
L’attuale successo di un modello di vita e di consumo che predilige le qualità e il benessere
dell’uomo rispetto alla quantità e la crescita in una prospettiva economicistica, sta poco a poco
mettendo in discussione i sistemi economici tradizionali, basati su uno sfruttamento intensivo delle
risorse (Latouche, 2010). I profondi squilibri che esistono tra le popolazioni delle diverse regioni
del mondo, obbligano ad una riflessione circa la credibilità e la validità dei sistemi di crescita
capitalisti che abbiamo considerato di riferimento fino ad oggi. La crescita quantitativa, dunque,
perde i suoi toni trionfalistici a favore di una riflessione sull’importanza di crescere bene piuttosto
che crescere di più.
Molti autori (Latouche, 2010; Cianciullo e Realacci, 2006; Calzati, 2009) hanno già indagato
l’effettiva mancanza di corrispondenza tra uno sfruttamento intensivo delle risorse territoriali e il
benessere sociale. Diventa necessario rivolgere una maggiore attenzione alla componente
qualitativa dello sviluppo che si esplicita attraverso gli elementi di ricchezza, non più patrimoniale,
ma sociale. La qualità del luogo di lavoro, la salubrità e l’estetica degli spazi vivibili,
l’alimentazione e il livello di felicità iniziano ad essere oggetto di misurazione e a rivendicare il loro
posto accanto alle variabili quantitative tradizionali come il PIL e i tassi di crescita (Symbola, 2009;
Calzati, 2009)
Il turismo, come settore fondamentale delle economie di molti Paesi del mondo non è estraneo
alle riflessioni sulla lentezza e sulla qualità, intese come i nuovi orizzonti che l’industria turistica
attuale deve raggiungere.
I sistemi di sviluppo turistico, basati su uno sfruttamento intensivo delle risorse territoriali,
stanno dimostrando la loro insostenibilità (Hall, 2009, 2010), soprattutto in quei territori fragili
come le zone rurali, dove la principale attrazione turistica è rappresentata dalle peculiarità naturali e
paesaggistiche locali e dalla presenza di un patrimonio intangibile difficile da valorizzare attraverso
modelli turistici di massa e di forte impatto socio ambientale.
Sulla base di queste considerazioni si sviluppa l’idea di un turismo capace di valorizzare l’uomo
e la natura, favorendo ritmi di vita e di consumo del prodotto turistico più lenti, con la finalità di
conquistare una sostenibilità reale e non presunta (Hall, 2009, 2010) e le sue positive ripercussioni a
livello economico, sociale e ambientale. La lentezza, in questo senso, gioca un ruolo cruciale come
importante fattore di cambio della cultura turistica. Il turismo lento, o slow nella sua accezione
anglosassone più conosciuta e diffusa, rappresenta la risposta tanto alle esigenze di una nuova
classe di consumatori turistici, sempre più attenti all’aspetto etico del viaggio, quanto alla necessità
di trovare percorsi di sviluppo attenti alle fragilità delle realtà territoriali attuali.
L’obiettivo del presente lavoro è quello di realizzare una contestualizzazione teorica del turismo
slow, cercando di identificare le dimensioni e gli elementi che lo definiscono. Allo stesso tempo si
riportano i risultati di uno studio sperimentale realizzato nel territorio della Sierra de Gata, Spagna,
con il fine di testare empiricamente il quadro teorico di riferimento identificato. Il lavoro è stato
strutturato in sei paragrafi. Il primo è di carattere introduttivo. Il secondo, affronta il concetto di
slow tourism e analizza le teorizzazioni presenti nella letteratura scientifica, riportando, infine, un
paradigma interpretativo dello stesso, costruito sulla base dei concetti ricorrenti che diversi autori
hanno messo alla base del turismo lento. Nel terzo paragrafo entriamo nel vivo della
sperimentazione con la presentazione del contesto territoriale della ricerca e della metodologia
utilizzata. Il quarto paragrafo è dedicato alla descrizione dei risultati ottenuti che, successivamente,
nel paragrafo cinque, vengono analizzati e commentati. Il paragrafo sei è dedicato alle conclusioni,
limiti e future linee della ricerca. Da ultimo si riportano le note bibliografiche.

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2. Il turismo slow

Il turismo slow sta risvegliando un certo interesse nella letteratura scientifica (Lumsdon e
McGrath, 2011), anche se si tratta di un concetto che ancora non gode di una sistemazione e di una
chiara definizione (Dickinson et al., 2010). Di fatto, gli autori che fino ad oggi si sono occupati di
questa tematica (Lumsdon e McGrath, 2011; Dickinson et al., 2010; Dickinson et al., 2011;
Dickinson e Lumsdon, 2010; Matos, 2002; Babou e Callot, 2009; Blanco, 2011; Gardner, 2009)
hanno cercato di determinarla attraverso una serie di idee, principi e atteggiamenti che
caratterizzano il turista lento. Lumsdon e McGrath (2010) considerano il turismo lento come una
nuova mentalità turistica e una maniera alternativa di concepire il viaggio. Gli autori sopra citati
identificano quattro pilastri concettuali per lo slow tourism: la lentezza e l’importanza del tempo, la
destinazione e le attività in situ, i mezzi di trasporto e l’esperienza del viaggio, nonché l’etica
ambientale. Dickinson et al., (2010) identifica come concetti determinanti del turismo lento quegli
stessi elementi che sostengono, e danno contenuto, alla filosofia slow in generale e che
corrispondono all’attenzione per l’adozione di ritmi giusti, al cambiamento di atteggiamento nei
confronti del tempo e al modo di impiegarlo, fino a prediligere la componente qualitativa su quella
quantitativa. In particolare questo autore traccia un paradigma interpretativo del concetto che si
sviluppa su tre dimensioni: la responsabilità ambientale, l’esperienza del viaggio e le scelte relative
al mezzo di trasporto. A seconda del peso che la responsabilità e sensibilità ambientale esercita
sull’impostazione e la pianificazione del viaggio, il turista si definisce come un hard o soft slow
traveller. Queste due qualificazioni più che rappresentare due connotazioni diverse e puntuali
rappresentano gli estremi di un continuum.
Babou e Callot (2009) definiscono il turismo lento come la convergenza perfetta tra due risorse
fondamentali dell’industria turistica: lo spazio e il tempo. In questo senso, il connubio tra turismo e
lentezza comporta una ridefinizione delle pratiche e delle abitudini turistiche attuali, che si vendono
sempre più influenzate da un nuovo senso di responsabilità ambientale del viaggiatore.
Quest’ultimo, inizia a prediligere attività, destinazioni e mezzi di trasporto che gli permettono di
limitare l’impatto del suo viaggio sulla società e l’ambiente (Bobou e Callot, 2009).
Matos (2002) definisce il turismo slow, come una nuova occasione di diversificazione,
specialmente per i territori di montagna. Le attività turistiche pensate nell’ottica della lentezza sono
il prodotto di una cultura della decelerazione e dell’adozione di ritmi di vita più salutari. Le sinergie
territoriali di una località turistica e i precetti della sostenibilità sono alcuni degli elementi che
determinano il turismo lento, così come la scelta di mezzi di trasporto leggeri e poco inquinanti.
Calzati (2009; 2011), non affronta direttamente il concetto del turismo slow, però apporta un
contributo prezioso circa l’importanza di far assurgere a protagonista il territorio e le sue
peculiarità, per poter portare avanti un progetto di sviluppo turistico sostenibile e rispettoso delle
identità dei luoghi. I territori lenti, ovvero tutte quelle zone che si sono mantenute al margine dei
sistemi economici forti, diventano gli scenari ideali per l’attivazione di sistemi turistici originali,
capaci di conciliare lo sfruttamento delle risorse con il rispetto delle comunità locali e il patrimonio
locale.
L’assenza di una definizione, unanimemente accettata da parte della comunità scientifica, del
concetto di turismo slow, ci porta a cercare di aggruppare i molteplici elementi emersi dal lavoro di
tutti gli autori che si sono occupati del rapporto tra lentezza e turismo e delle sue potenzialità.
Tra i diversi tentativi di sistemazione concettuale del turismo lento, infatti, possiamo identificare
delle aree concettuali comuni e ricorrenti. Individuiamo così tre importanti aree di contenuto per il
turismo slow che ci aiutano a definirne il quadro teorico di riferimento: la lentezza, l’esperienza del
viaggio e l’etica sociale e ambientale (Figura 1). Sulla base di questi tre elementi centrali possiamo
identificare i caratteri propri dell’offerta e della domanda slow, nel tentativo di creare un range di
parametri che ci permettano di superare i limiti teorici e definitori e poter iniziare a dare concretezza
alla lentezza e ad un nuovo concetto dell’esperienza turistica.

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VERSO IL TURISMO SLOW: IL CASO DELLA SIERRA DE GATA, SPAGNA

Fig. 1: il paradigma interpretativo del turismo slow

Fonte: elaborazione propria a partire da Lumsdon e McGrath, 2011 e Dickinson et al., 2011

L’elaborazione del paradigma interpretativo proposto nella Figura 1, è il risultato della fusione
dei due modelli teorici presenti nella letteratura scientifica. Il primo, e più complesso, proposto da
Lumsdon e McGrath (2011) e il secondo, più semplice, elaborato da Dickinson (et al., 2011).
L’unione e la semplificazione dei due modelli ci permette di esprimere il concetto del turismo lento
in tre dimensioni fondamentali, e da ciascuna di loro, estrapolare le principali variabili dell’offerta e
della domanda slow. Proponiamo la fusione dei due modelli nella Tabella 1, che deve essere letta
dal centro verso l’esterno. Nella zona centrale si collocano gli elementi determinanti dello slow
tourism e ai lati le variabili della domanda e dell’offerta e gli autori di riferimento rispettivi per
ciascuna di esse.

Tab. 1: principali elementi determinanti della domanda e dell’offerta slow

Autori di Autori di
OFFERTA SLOW TOURISM DOMANDA
riferimento riferimento
Calzati, 2009 Qualità della vita Dickinson et al.,
2011; Lumsdon e
Calzati, 2009; Mezzi di trasporto
Qualità del paesaggio McGrath, 2011;
Matos, 2002
Gardner, 2009.
Matos, 2002 Luoghi rilassanti LENTEZZA
Dickinson et al.,
Il viaggio come
Attività per il benessere 2011; Lumsdon e
Matos, 2002 esperienza
del corpo McGrath, 2011

Lumsdon e
Connessione con le Dickinson et al.,
McGrath, 2011; Soggiorni lunghi
persone 2011;
Matos, 2002
Dickinson et al., Co- produzione Dickinson et al.,
Gastronomia locale
2011; Petrini, 2001 dell’esperienza turistica 2011;
Di Domenico e Prossimità degli Dickinson et al.,
Identità e autenticità ESPERIENZA
Miller, 2012 spostamenti 2011;

Dall’Ara, 2010;
Dickinson et al.,
Buckley, 2011; Tipicità dell’alloggio Distanze brevi
2011;
Matos, 2002.

Dickinson et al.,
2011; Lumsdon e
Attività poco McGrath, 2011;
Calzati, 2009 Certificazioni ambientali
contaminanti Matos, 2002;
Nocifora et al.,
2011.
ETICA AMBIENTALE E
Dickinson et al.,
Turismo bottom- up o SOCIALE Mezzi di trasporto
Nocifora et al., 2011 2011; Lumsdon e
comunitario leggeri
McGrath, 2011
Hard o soft slow Dickinson et al.,
Attività economiche traveller 2011
Calzati, 2009
tradizionali Senso di riconoscenza
Gardner, 2009
verso i residenti

Fonte: Elaborazione propria

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3. Uno studio empirico sul territorio della Sierra de Gata, Spagna

Lo studio empirico realizzato ha avuto il principale obiettivo di misurare e conoscere la


percezione della qualità e della lentezza nel territorio oggetto di studio da parte dei turisti e degli
stakeholder locali.
Il lavoro di raccolta di dati primari è stato realizzato secondo due diverse metodologie. La prima
riguarda la diffusione di 226 questionari a turisti nel territorio della Sierra de Gata e, la seconda,
prevede il coinvolgimento di personalità rilevanti nel settore turistico della zona, con la finalità di
conoscere il loro punto di vista rispetto al peso che hanno elementi come la lentezza e la qualità
nelle azioni di programmazione e sviluppo turistico locale. Per entrambe le metodologie prescelte è
stato utilizzato il modello base di uno studio empirico realizzato in Umbria, e in particolare nel
territorio dell’Unione delle Terre dell’Olio e del Sagrantino, e portato avanti nell’ambito del
progetto di ricerca intitolato “Sviluppo turistico e territori lenti”, realizzato dal Centro Studi sul
Turismo di Assisi (Calzati, 2009).

3.1 Il contesto territoriale della ricerca


La Sierra de Gata è un territorio situato nella zona nord-ovest della regione spagnola
dell’Estremadura (Figura 2). Le peculiari caratteristiche naturali, culturali e paesaggistiche di questa
zona lasciano intuire le sue potenzialità per l’attivazione di un modello di sviluppo turistico
alternativo e basato sulla filosofia dell’adagio. La sua orografia è variegata, presentando zone
montagnose, nella parte settentrionale, e zone collinari e di pianura, formatesi a sud lungo il corso
del fiume Arrago.

Fig. 2: mappa della Sierra de Gata

Fonte: Elaborazione propria con http://maps.google.es

Oltre all’importante patrimonio naturale e paesaggistico, che fa della zona un paradiso naturale,
può vantare un prezioso e ricco patrimonio storico-artistico. Le autorità locali competenti hanno
dichiarato cinque dei borghi della Sierra de Gata come BIC: beni di interesse culturale (Gata,
Hoyos, San Martín de Trevejo, Trevejo e Robledillo). L’isolamento che ha caratterizzato la regione
nel corso della storia e dei secoli gli ha permesso di preservarsi come un luogo vergine della
penisola Iberica, tanto per quanto riguarda la qualità delle sue risorse naturali, quanto per la
peculiarità dello stile di vita locale e delle tradizioni. Uno dei principali tratti di autenticità e forte
identità della zona è rappresentato dalla conservazione di due antichi “fossili linguistici”: La Fala e
L’Extremeño. Si tratta di dialetti locali molto diversi dal Castigliano e più prossimi al portoghese.
La sua economia si basa sulle attività tradizionali dell’agricoltura e la pastorizia. Spiccano per
importanza ed estensione le coltivazioni di ulivo (14.000 ettari) e vite (300 ettari). In proporzioni
minori si coltivano altri alberi da frutto come gli aranci, i castagni, i fichi, i ciliegi, ecc… Il 25,4%
del suolo locale viene utilizzato per l’allevamento di ovini, seguito, con percentuali inferiori,

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dall’allevamento caprino e suino. (http://www.sierradegata.org/patrimonio/paisaje/paisaje.asp


12.04.2012).
Durante gli ultimi decenni, a causa del forte arresto che stanno vivendo queste attività
economiche tradizionali, l’economia della Sierra de Gata ha iniziato a differenziarsi e a concentrarsi
sullo sviluppo del turismo. A partire dagli anni ‘90, si sono realizzati importanti sforzi economici e
finanziari per poter creare un’infrastruttura turistica di qualità, laddove originariamente esistevano
strutture scarse e poco adatte alle nuove esigenze della domanda. Un spinta importante in questo
senso è stata esercitata dai fondi europei e in particolare al progetto Leader II e al lavoro del GAL
locale: Adisgata fondato nel 1991. Da questi primi tentativi di dotare il territorio delle strutture
turistiche minime, si è dato inizio alla trasformazione della Sierra de Gata in una località per il
turismo rurale, oggi tra le più importanti e conosciute della regione.
(http://www.sierradegata.org/ECONOMIA/economia.asp 12.04.2012).

3.2 Le interviste in profondità


L’intervista in profondità offre uno strumento di raccolta di dati primari particolarmente
importante per le scienze sociali e molto utile per poter esplorare situazioni nuove e complesse.
Come già sottolineato nel paragrafo precedente, la novità del turismo slow, e l’incapacità di
definirlo esplicitamente, ci conduce alla necessità di realizzare delle indagini esploratorie (Webb,
2003). Con questo fine, la ricerca qualitativa, attraverso lo strumento dell’intervista personale in
profondità, risulta essere particolarmente adatta al raggiungimento degli obbiettivi del presente
studio. Attraverso questa tecnica siamo potuti entrare in contatto con il contesto socioeconomico del
territorio della Sierra de Gata, raccogliendo importanti informazioni dagli agenti direttamente
impegnati nello sviluppo turistico della zona e che potrebbero essere determinanti nel processo di
attivazione di dinamiche lente.
L’obiettivo di questa fase qualitativa della ricerca è quello di verificare il livello di implicazione
degli attori selezionati nelle tematiche della qualità territoriale e omogeneità dei progetti, nonché dei
piani di sviluppo territoriale intrapresi dalle diverse amministrazioni locali.
Si sono contattati otto esperti che giocano un importante ruolo nello sviluppo del settore
turistico: un esponente della pubblica amministrazione, un accademico, due rappresentati delle
associazioni di sviluppo territoriale locale e quattro imprenditori. Le tematiche proposte sono state:
1. I piani e progetti di sviluppo territoriale e turistico,
2. L’importanza delle reti per il funzionamento del settore,
3. Le principali opportunità presenti nel territorio,
4. Gli aspetti critici del settore.
Nella tabella 2 proponiamo la scheda tecnica delle interviste realizzate.

Tab. 2: scheda tecnica delle interviste in profondità

Universo Agenti locali dello sviluppo territoriale della Sierra de Gata


Ambito territoriale Locale, Sierra de Gata, Spagna
Metodo di raccolta dati Intervista personale in profondità non strutturata
Banca dati Inesistente
Unità di campionamento Agenti locali dello sviluppo territoriale della Sierra de Gata
Dimensione della popolazione Indefinito
Dimensione del campione 8
Tecnica di campionamento Non probabilistico di convenienza
Lavoro empirico Dall’8 al 16 Dicembre 2011
Numero di interviste realizzate 8
Risposte valide Tutte

Fonte: Elaborazione propria

3.3 Il questionario
Il questionario originario, è stato tradotto e riadattato al nuovo scenario della ricerca. Le
principali modifiche hanno riguardato l’estensione e l’adattamento linguistico del testo. La versione
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adattata del questionario è stata sottoposta ad un nuovo pretest per poter verificare la sua validità e
comprensibilità. Il pretest è stato realizzato secondo la tecnica della sessione informativa. Il
campione di soggetti a cui è stato proposto il questionario è stato variegato e composto da
accademici, studenti del Master in Turismo dell’Università dell’Estremadura, professionisti di vari
settori per un totale di 15 soggetti. Si è ricevuto un feedback da parte di 13 di soggetti.
Per quanto riguarda la metodologia adottata per la realizzazione della ricerca quantitativa, si è
optato per uno studio di carattere esplorativo che risulta essere il più appropriato per ambiti e aree di
studio poco indagate e sulle quali i contributi scientifici sono ancora scarsi. Inoltre, la tecnica
prescelta è particolarmente adatta per avviare, nel futuro, studi più consistenti e profondi (Weiers,
1986). La popolazione obiettivo è stata identificata nel totale dei turisti che visitarono la Sierra de
Gata nel periodo di tempo che va dal 2 Novembre al 8 Dicembre 2011. L’unità di analisi è
rappresentata dal turista e dall’escursionista che si trovavano sul territorio prescelto, nel periodo di
tempo determinato.
Per quanto riguarda la tecnica di campionamento, a causa dell’assenza di un universo predefinito
di soggetti che compongono la popolazione obiettivo, si è optato per una tecnica non probabilistica
e un campione di convenienza (Webb, 2003). Per la realizzazione del lavoro empirico è stato
impiegato il metodo dell’intercezione, cercando di comprendere nello studio diversi strati socio-
demografici fino ad ottenere un campione di 226 turisti. Nella tabella 3 si propone la scheda tecnica
dello studio quantitativo.

Tab. 3: scheda técnica dei questionari

Universo Turista della Sierra de Gata


Ambito territoriale Locale, Sierra de Gata, (Spagna)
Metodo di raccolta dati Intervista personale con questionario strutturato
Banca dati Inesistente
Unità di campionamento Turista e escursionista della Sierra de Gata
Dimensione della popolazione Indefinito
Dimensione del campione 226
Tecnica di campionamento Non probabilistico di convenienza
Lavoro empirico Dal 2 Novembre al 8 Dicembre 2011
Numero di questionari realizzati 226
Risposte valide Tutte

Fonte: Elaborazione propria

4. Risultati

Per quanto riguarda le interviste in profondità, possiamo riconoscere che tutti i soggetti
intervistati hanno concordato unanimemente circa la presenza di una qualità ambientale e
paesaggistica particolare sul territorio della Sierra de Gata. La sua valorizzazione è demandata a una
serie di piani e programmi che hanno l’obiettivo di facilitare l’integrazione e la collaborazione
intersettoriale per il raggiungimento di uno sviluppo coerente ed omogeneo.
Ciononostante, la maggior parte degli agenti coinvolti nello studio lamentano una pianificazione
di sviluppo territoriale e turistico ancora molto orientata alla crescita quantitativa del settore più che
qualitativa e molti denunciano un vero e proprio immobilismo con completa assenza di prospettive
concrete per il futuro. Il lavoro individuale dei singoli agenti e la poca coordinazione tra gli stessi,
genera una forte dispersione degli sforzi con l’assoluta mancanza di una ripercussione positiva sul
settore. In riferimento all’importanza di lavorare in rete, è stata sottolineata l’urgenza di attivare
politiche di associazionismo efficaci. Allo stesso tempo si denuncia la mancanza di uno spirito
proattivo e partecipativo da parte di alcuni imprenditori della zona.
Tra le principali opportunità del settore, si sono identificate le latenti sinergie esistenti tra il
settore primario e terziario, ovvero tra l’agricoltura tradizionale della Sierra de Gata e il turismo.

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D’altro canto, l’assenza di un buon sistema di ristoranti e di strutture ristorative, in generale,


rappresenta uno dei maggiori aspetti critici del settore. Soprattutto considerando che, negli ultimi
anni, il segmento di turisti sensibili alle peculiarità gastronomiche di una località turistica sta
sensibilmente crescendo. In Spagna, uno studio di SEGITTUR1 (2010) realizzato con l’obiettivo di
definire il profilo del turista enogastronomico spagnolo, ha identificato che il 53,95% della
popolazione nazionale riconosce che la gastronomia e il vino influenzano la scelta della
destinazione del viaggio. Nello stesso senso si esprimono anche i risultati della ricerca quantitativa
del presente studio. Possiamo infatti anticipare che il 26,8% dei soggetti intervistati ha dichiarato
che la gastronomia locale ha rappresentato una delle principali motivazioni del viaggio e il 46,9%
ha dichiarato di avere intenzione di comprare un prodotto tipico. Un’altra criticità sottolineata è
l’assenza di un sistema di trasporti pubblici efficiente, che rappresenti un’alternativa valida e
sostenibile agli spostamenti con vetture private, poco compatibili con l’etica ambientale propria
della filosofia slow e descritta nel secondo paragrafo.
Infine, dobbiamo sottolineare alcuni importanti aspetti che sono emersi nel corso delle interviste
in profondità. In primo luogo si è denunciata la stagnazione in cui versa il settore turistico della
Sierra de Gata, che dopo una “epoca d’oro”, vissuta negli anni Novanta, grazie ai forti investimenti
provenienti dall’Unione Europea, si trova oggi in un forte declino. In aggiunta, le amministrazioni
locali sono poco presenti e attive, provocando una crescente obsolescenza del sistema d’offerta e
limitando le nuove possibili iniziative per lo sviluppo del settore. Tutto ciò provoca, la progressiva
esclusione della Sierra de Gata dai circuiti turistici tanto regionali come nazionali.
Per poter valorizzare e trarre beneficio dell’abbondante patrimonio naturale e artistico della
Sierra de Gata, è necessario promuovere uno sviluppo omogeneo e condiviso dal settore pubblico e
privato, potenziare l’associazionismo tra i settori economici predominanti e creare un piano
integrale di azioni turistiche, basato sulla valorizzazione delle qualità e i peculiari ritmi di vita della
comunità rurale.
Nella tabella 4 riportiamo schematicamente i principali risultati dell’indagine qualitativa
realizzata.

Tab. 4: Risultati delle interviste in profonditá

Ancora troppo concentrati nel raggiungimento di una crescita quantitativa del


Piani e progetti per lo sviluppo
settore piuttosto che qualitativa. Manca una proposta integrata per il settore che
territoriale locale
possa omogeneizzare una moltitudine di individuali e puntuali iniziative
Opinione unanime circa la necessità di lavorare in rete e di potenziare
Il ruolo delle reti l’associazionismo tra i vari attori presenti nel territorio. Manca uno spirito
proattivo tra gli agenti locali.
Valorizzare le sinergie tra il settore agropastorale e il turismo per poter sviluppare
un sistema d’offerta complementare coerente con le peculiarità locali e poter
ottenere una maggiore implicazione del turista con il territorio.
Le opportunità
Creare e mantenere una buona rete di sentieri.
Valorizzare le risorse ambientali e creare percorsi accessibili per le persone
diversamente abili.
Le strutture per la ristorazione.
Il servizio di traporto pubblico.
Gli aspetti critici Il ruolo passivo di alcuni attori del settore turistico locale.
La scarsa partecipazione delle amministrazioni locali e l’eccessiva burocrazia.
Poca professionalità tra gli agenti turistici.

Fonte: Elaborazione propria

Con i questionari abbiamo potuto conoscere e misurare i livelli di qualità e lentezza che i turisti
riconoscono al territorio della Sierra de Gata. I risultati dell’indagine sulla domanda ci hanno
permesso di definire il profilo del turista che visita la zona oggetto del nostro studio e capire qual è

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SEGITTUR: è una società statale per la gestione dell’Innovazione e le tecnologie turistiche. Dipende dal Ministero di Industria,
Energia e Turismo.

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il peso che attribuisce alla qualità e alla lentezza nella scelta della destinazione e la sua capacità di
riconoscere questi valori, in situ.
In primo luogo dobbiamo mettere in evidenza alcuni aspetti del campione di soggetti intervistati.
La distribuzione per sesso è equilibrata risultando un 45,6% rappresentato da uomini e il 54,4% da
donne. Nella tabella 5 proponiamo i dati sociodemografici del campione di soggetti analizzati.

Tab. 5: caratteristiche sociodemografiche del turista della sierra de gata

Variabile Ítem Dato num. Percentuale (%)


Uomini 103 45,6
Sesso
Donne 123 54,4
<25 12 5,3
26-39 88 38,9
Età
40-60 109 48,2
>60 17 7,5
Estremadura 79 35
Madrid 63 27,9
Provenienza
Andalusia 24 10,3
Altro 60 26,5
Imprenditore 24 10,6
Impiegato 82 36,3
Disoccupato 18 8,0
Situazione lavorativa Pensionato 18 8,0
Studente 12 5,3
Dipendente pubblico 61 27
Altro 11 4,9

Fonte: Elaborazione propria

In primo luogo dobbiamo sottolineare che la maggior parte dei soggetti coinvolti nel campione
ha dichiarato di essere turista (78,3%) e non escursionista, ovvero ha speso più di 24 ore nel
territorio realizzando una spesa nel servizio dell’ospitalità ricettiva. Di questa percentuale, il 28,2%
ha pernottato una notte, il 28,8% due e il 27,1% tre. Questi dati ci segnalano una certa
predisposizione verso un soggiorno di media durata nel territorio (2,2 notti di media). La tipologia
di alloggio favorita dai turisti è stata la “casa rural” (42,9%), un tipo di struttura ricettiva
tradizionale e tipica dell’Estremadura. Questo dato sottolinea il desiderio del turista di vivere uno
spazio abitativo autentico e tradizionale e ci porta a far coincidere il turista della Sierra del Gata con
il turista slow, che si caratterizza per essere alla continua ricerca di una forte implicazione e
connessione con le tipicità territoriali.
Per quanto riguarda le motivazioni del viaggio, l’84,1% degli intervistati nomina la qualità
territoriale e paesaggistica. Questo risultato sottolinea il peso che esercita la qualità ambientale
sull’attrazione della domanda turistica che si dimostra capace di riconoscerla, in situ e di valutarla
positivamente.
La lentezza e la presenza di ritmi di vita alternativi sono stati fattori motivazionali indicati da un
25,7% dei turisti. In generale tra le motivazioni più segnalate dobbiamo annoverare, la qualità
paesaggistica (84,1%), il patrimonio storico e artistico (41,2%), e la qualità dei prodotti tipici e la
gastronomia (26,5%).
Queste percentuali dimostrano la presenza di una personalità turistica unica nel territorio,
apprezzata da parte del turista e intorno alla quale si può sviluppare un sistema capace di valorizzare
le autenticità locali come fattore di diversificazione.
L’80,5% dei turisti ha dichiarato di voler fare esperienza del territorio visitando il patrimonio
culturale locale e il 46,5% di avere intenzione di comprare un prodotto della gastronomia locale.
Solamente il 13,7% del campione di soggetti intervistati contempla la possibilità di partecipare alla
vita della comunità locale. Da quest’ultimo dato si evince una divergenza con il turista slow, dovuta
alla poca implicazione con la comunità locale, in contrapposizione con l’elevato livello di

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VERSO IL TURISMO SLOW: IL CASO DELLA SIERRA DE GATA, SPAGNA

implicazione con le tipicità territoriali dimostrato dai dati precedenti.


L’interpretazione che possiamo dare a questo dato va identificata in due aspetti: la barriera che
tradizionalmente esiste tra turisti e residenti e la cui superazione deve provenire da un cambiamento
culturale da parte di turisti e residenti, e un sistema d’offerta turistica che ha bisogno di essere
disegnato sulla base di un’esigenza partecipativa del turista nelle attività tradizionali e gli stili di
vita locali.
In un’ottica slow, è importante anche l’equilibrata distribuzione dei servizi e dei flussi turistici
sul territorio. In questo senso è stato importante misurare la propensione alla mobilità da parte dei
turisti tra i borghi della Sierra de Gata, molto prossimi tra loro. Il 76,5% dei turisti ha dichiarato
aver visitato o avere intenzioni di visitare altri paesini della zona, rispetto a quello in cui si trovava
al momento dell’intervista, durante il suo soggiorno.
Infine è importante sottolineare la valutazione del sistema di offerta turistica locale effettuata da
parte del turista intervistato e il suo livello di soddisfazione rispetto alla vacanza nella località
oggetto di studio. In questo senso il 56,6% considera il soggiorno in Sierra de Gata molto
soddisfacente e il 43,4% soddisfacente. Allo stesso modo, il 73,9% dei turisti dichiara di voler
ripetere il viaggio con assoluta certezza e il 23% non esclude la possibilità di ritornare. In
riferimento alla valutazione dell’offerta turistica locale, è stato chiesto agli intervistati di esprimere
un giudizio in una scala dall’1 al 5 (dove 1 corrisponde a insufficiente e 5 a ottimo) rispetto ai
seguenti elementi: presenza di negozi di prodotti tipici, ospitalità dei residenti, qualità
dell’architettura locale, organizzazione di eventi sul territorio, uso di prodotti locali nelle strutture di
ristorazione, qualità delle infrastrutture, zone di ricreazione e gioco per i bambini, servizi di
informazione turistica. Le maggiori percentuali di risposta si sono registrate in corrispondenza dei
valori 4 e 5, ovvero di valutazioni alte.
In conclusione possiamo affermare che il territorio della Sierra de Gata ha un ottimo potenziale
per lo sviluppo delle pratiche turistiche orientate alla lentezza, poiché non mancano, sul suo
territorio, elementi sufficienti per poter allungare il soggiorno medio del turista e creare un vincolo
personale e unico tra quest’ultimo e il territorio, permettendogli così di fare esperienza diretta
dell’autenticità attraverso l’ospitalità dei residenti e le tipicità locali.
Sulla base di queste riflessioni, diventa necessario disegnare un sistema dell’ospitalità ricettiva e
complementare che sia capace di valorizzare questo potenziale nella direzione della qualità e la
lentezza.

5. Conclusioni, limiti della ricerca e future linee di lavoro

Lo studio realizzato tanto a livello teorico come empirico ci porta a delle conclusioni finali che, a
loro volta, ci danno l’occasione di riflettere circa le limitazioni dello studio e le future linee di
lavoro da seguire.
A livello teorico dobbiamo sottolineare che:
1) la letteratura scientifica che tratta in maniera esplicita le relazioni tra lentezza e turismo è ancora
scarsa e, quella esistente, si caratterizza per la sua eterogeneità;
2) manca una definizione chiara e unanimemente riconosciuta del concetto di slow tourism;
3) i diversi paradigmi interpretativi e tentativi di concettualizzazione presenti nella letteratura
identificano come elementi determinanti e soggiacenti al concetto di slow tourism: la lentezza,
l’etica sociale e ambientale e la componente esperienziale del viaggio.
Da un punto di vista empirico, e sulla base dei risultati già riportati del lavoro sperimentale
realizzato, abbiamo potuto constatare che la maggior parte dei turisti che visita la Sierra de Gata
riconosce e apprezza la qualità del patrimonio naturale e culturale presente sul territorio, tanto che
la sua conoscenza rappresenta la principale motivazione nella scelta della destinazione. Allo stesso
modo, dai risultati si evince che la valutazione dell’offerta turistica locale è molto positiva,
registrandosi, nella maggior parte dei casi, valori corrispondenti a 4 e 5 in una scala dall’1 al 5.

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JOSÉ MANUEL HERNÁNDEZ MOGOLLÓN - PAOLA DE SALVO - ELIDE DI CLEMENTE

Questi risultati ci permettono di concludere che il turista apprezza la qualità territoriale locale e
sa riconoscerla e sceglierla.
Per quanto riguarda le interviste in profondità, inoltre, è doveroso sottolineare che questo tipo di
indagine qualitativa ci ha permesso di avere una diagnosi completa del settore grazie alla
collaborazione e alle opinioni degli stakeholder locali che hanno partecipato allo studio. In
generale, è risultato evidente che la Sierra de Gata possiede una vocazione propria verso dinamiche
turistiche slow, però che allo stesso tempo, esistono importanti aspetti critici nel settore turistico
locale che rendono difficile lo sviluppo di un sistema incentrato sulla lentezza e le qualità.
Queste considerazioni conclusive ci offrono la prospettiva giusta e gli strumenti cognitivi
necessari per identificare i limiti della presente ricerca. Questi ultimi si riferiscono in modo
particolare all’indagine empirica realizzata. Dobbiamo infatti riconoscere che l’analisi e la
trattazione dei dati primari ottenuti grazie alla realizzazione di interviste personali e strutturate a
turisti, è stata basica e essenzialmente descrittiva.
In futuro sarà necessario elaborare e analizzare i risultati attraverso tecniche di analisi statistiche
più sofisticate, con l’obiettivo di poter ottenere un’informazione più significativa, capace di
convertirsi in uno strumento di appoggio per la pianificazione territoriale turistica.
Tra le linee di lavoro da seguire in futuro, consideriamo importante approfondire la
concettualizzazione dello slow tourism, identificando i principali costrutti teorici che lo definiscono
e le variabili concrete attraverso le quali se ne rende possibile la misurazione. Allo stesso tempo è
importante indagare gli effetti positivi delle pratiche turistiche lente sul territorio, i residenti e i
turisti per poter giustificare correttamente gli sforzi dei decision makers verso sistemi di sviluppo
turistico basati sulle qualità, la lentezza e le specificità locali. In definitiva, è necessario dare
continuità al presente lavoro cercando di definire una base teorica solida, e poter risolvere il
modello concettuale risultante, in un sistema di equazioni strutturali.

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