Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
INDICE
2. Turismo lento
2.1 Le principali caratteristiche del turismo lento
2.2 Dati e fatti
2.3 La bellezza di godersi un viaggio in totale relax
2.4 L’obiettivo dello slow tourism
2.5 Nuovo approccio verso turismo sostenibile
2.6 I vantaggi del turismo lento
2.7 Profilo del turista slow vs turista di massa
3. Greenway
3.1 Che cos’è una greenway?
3.2 Terminologia
3.3 La rete dei percorsi
3.3.1 Ciclovie
3.3.2 Cammini
3.3.3 Aree dismesse
2
4. Principali attività del turismo lento e mezzi di turismo impiegati
4.1 Camminare lento
4.2 Cicloturismo
4.3 Intermodalità
3
1. Dal turismo di massa al turismo lento
1.1 Turismo: una breve digressione storica del fenomeno in generale
Gli agi e la dinamicità della vita contemporanea hanno permesso di scoprire e valorizzare nuove
declinazioni dell’esperienza turistica. È trascorso molto tempo dagli anni ’50 e ’60 del secolo
scorso, quando il turismo si è affermato come fenomeno di massa.
Il turismo di massa: si tratta di una forma di turismo che coinvolge un gran numero di persone
che si recano nello stesso posto, stesso periodo dell’anno, stesso itinerario. Sin dall’epoca era
molto popolare il pacchetto turistico, preparato da un tour operator e fornito da un'agenzia di
viaggio grazie a Thomas Cook (colui che ha creato la prima agenzia di viaggio con l’offerta del
pacchetto turistico in forma all-inclusive), rappresenta una forma di viaggio molto diffuso ed
economico di cui tutti possono permettersi seguendo un itinerario ben definito con tutti servizi
necessari.
Da allora, si è assistito all’evoluzione dei gusti dei consumo-turista e ad un corrispettivo
mutamento delle modalità di fruizione del bene-turismo.
1.3 La seconda fase: gli anni ’90 e il segno dei primi cambiamenti
A partire dagli anni ’90 qualcosa inizia a cambiare. L’offerta turistica standardizzata ed in
forma all - inclusive mostra i primi segni di cedimento. Pur permanendo ancora l’idea del
turismo come fuga dalla realtà e momento di relax durante la propria vacanza, inizia a
manifestarsi una certa attenzione verso la specializzazione e la differenziazione delle attività
turistiche per soddisfare esigenze prima inespresse.
È in questo contesto che iniziano a svilupparsi le prime teorie sul turismo lento come modalità
alternativa di fruizione della vacanza.
I consumo-turisti iniziano ad andare alla ricerca di un appagamento che non è esclusivamente
rivolto al godimento delle attrattive del luogo e al soddisfacimento dei desideri primari, ma che
li spinge verso la ricerca di ulteriori stimoli.
2. Slow tourism
Lo Slow Tourism, che letteralmente significa “turismo lento”, è un nuovo modo di viaggiare
sempre più diffuso che nasce in risposta alla frenesia che caratterizza le nostre vite quotidiane e
che non ci permette di rilassarci e prenderci un po’ di tempo per ammirare le bellezze che ci
circondano. Si tratta di una nuova filosofia che pone l’attenzione sui dettagli e accompagna il
turista attraverso un viaggio alla scoperta di luoghi nascosti, culture diverse e prodotti locali, nel
pieno rispetto dell’ambiente, il tutto procedendo con calma e lentamente in modo da cogliere
ogni straordinario particolare.
5
2.2 Dati e fatti
Lo Slow Tourism ha iniziato ad essere considerato come una forma indipendente di
turismo nei primi anni 2000. La sua nascita è il risultato di un’evoluzione della logica
dello “slow food” e delle “città slow”.
Lo Slow Tourism rientra anche nella grande famiglia del Turismo Sostenibile, dal
momento che integra un ampio ventaglio di attività nelle quali la consapevolezza
personale, l’intensità delle attività stesse e le relazioni con l’ambiente e con gli altri
soggetti coinvolti rispettano il principio di sostenibilità.
Il turista Slow Tourism è alla ricerca di un’esperienza genuina e non è incline a essere
costantemente connesso. La tecnologia nello Slow Tourism, comunque, può costituire
uno strumento per migliorare l’accesso alle informazioni, valorizzare l’esperienza o fare
promozione.
6
nelle giuste proporzioni, il viaggiatore slow avrà l’opportunità di scoprire la destinazione da una
prospettiva completamente nuova e pienamente gratificante.
Uno degli elementi più inquinanti dell’industria turistica è il trasporto: per questo nello Slow
Tourism si tende a privilegiare mezzi sostenibili come il treno o la bicicletta evitando così
mezzi inquinati come la macchina o l’aereo, che diventano parte integrante dell’esperienza,
permettendo al turista di ammirare le bellezze del territorio circostante durante il viaggio
respirando l’aria pulita e non contaminata.
L’offerta di Slow Tourism deve proporre esperienze che consentano di utilizzare mezzi di
trasporto non inquinanti e non ad alta velocità sia per raggiungere la destinazione che per gli
spostamenti durante il viaggio. Le attività previste devono dare al viaggiatore l’opportunità di
coltivare il proprio rapporto con l’ambiente e la comunità locale.
La sistemazione non deve essere standardizzata né di massa e i pasti devono essere di stagione,
in linea con la tradizione locale e gli ingredienti coltivati secondo criteri sostenibili.
Il Turismo Sostenibile viene tradizionalmente definito come un tipo di turismo che incontra le
necessità presenti di turisti e territori ospitanti, proteggendo e potenziando al tempo stesso le
opportunità per il futuro e anche come un’attività pensata per una gestione delle risorse tale per
cui le esigenze economiche, sociali ed estetiche vengono soddisfatte, salvaguardando al tempo
stesso integrità culturale, processi ecologici essenziali, biodiversità e sistema di supporto vitale.
Applica i seguenti principi:
Fare un uso ottimale delle risorse ambientali coinvolte;
Rispettare l’autenticità socio-culturale delle comunità ospitanti;
Generare beneficio economico per tutte le parti coinvolte (visitatori, fornitori, comunità
ospitanti ecc.).
8
3. Greenway
3.1 Che cos’è una Greenway?
Nel campo del turismo lento si stanno affermando importanti novità, come la crescita delle
Greenways.
Le Greenway sono vie di comunicazione riservate agli spostamenti non motorizzati dove si
cammina e si pedala, che sono generalmente ben separati dai corridoi autostradali, riducendo al
minimo l’interazione con il traffico motorizzato e offrendo un’esperienza di viaggio più sicura e
piacevole, ottenendo quindi un tipo di turismo particolare, verde, lento e sostenibile.
3.2 Terminologia
Il termine “Greenway” è stato utilizzato per la prima volta nel 1959 da William H. White, è una
parola di origine anglosassone e deriva dall’unione delle parole:
“green”: termine inglese che tradotto letteralmente sta per “verde” e vuole indicare il
concetto di natura, ciò che è vegetato e tutto ciò che sia apprezzabile e fruibile dal punto
di vista ambientale, naturalistico, paesaggistico, storico, architettonico e culturale;
“way”: traducibile letteralmente con “via” o “percorso” e si riferisce sia alle vie di
comunicazione, quali strade, ferrovie, fiumi, che all’idea di movimento e di attività.
Il movimento “Greenways” è in continua evoluzione e assume sfumature di significato sempre
nuove, non esiste quindi una definizione ufficiale.
Una delle definizioni più generali di Greenway è quella adottata dall’Associazione Italiana
Greenways: «il termine Greenways può essere interpretato come un sistema di territori lineari
tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo
9
ricreativo, ecologico e storico-culturale» (articolo 1). Questa definizione, pur non essendo
esaustiva, spiega sufficientemente il significato delle greenways e ne evidenzia due tra le
caratteristiche più importanti: la linearità e la connessione.
3.3.1 Ciclovie
Un esempio di percorso greenways sono le ciclovie, un percorso protetto e riservato alle
biciclette, non accessibile al traffico motorizzato. Per costruire tali percorsi non è necessario che
siano costruite piste ciclabili ex novi, ma un aspetto importante è anche la conservazione del
territorio; una ciclovia che si interrompe ripetutamente, costringendo il cicloturista a proseguire
il tragitto su una strada trafficata, oltre a rappresentare un pericolo per la sicurezza, non
consente di vivere un’esperienza positiva.
Le infrastrutture per i ciclisti dovrebbero essere sicure (portare i ciclisti a destinazione
attraverso percorsi “slow”), ma veloci, connesse (costruire una rete) e comode (avere il minor
numero di ostacoli).
L’offerta di una buona rete è sicuramente un vantaggio per promuovere una ragione dal punto
di vista turistico che acquista maggiore interesse e può fornire un ulteriore servizio al turista
dando risalto alle potenzialità del territorio.
3.3.2 Cammini
10
Da qualche anno ormai in Italia si parla molto di cammini per il loro grande valore simbolico; il
valore di un cammino sta infatti nella storia che rappresenta, quella dei luoghi che attraversa e
dei popoli che lo hanno creato per necessità di vita, commercio o religiose.
Quando l’umanità si spostava principalmente a piedi i cammini erano le uniche arterie di
comunicazione che esistevano, delle vere e proprie strade dell’antichità ed i percorsi erano
studiati per essere agevoli, sicuri e veloci. E oggi sono così tanti i percorsi che si stanno
riscoprendo e valorizzando per comprendere davvero un cammino è importante conoscerne
l’origine.
I cammini sono nati in tante epoche diverse, ma quelli più antichi sono di origine romana; erano
le strade dell’impero su cui si muovevano merci e persone, a piedi o in carrozza, che
permettevano alle persone di Roma di raggiungere ogni angolo del proprio dominio, di portare
le merci da un paese ad un altro.
In questo risiede il fascino di chi oggi si mette in cammino lungo queste vie, ripercorrendo i
passi dei nostri antenati, a ritmo lento del camminare; ancora oggi si possono scoprire le antiche
tracce degli antichi traffici; infatti, buona parte dei piatti locali sono il frutto di questi antichi
commerci.
Tra i cammini più antichi e noti ci sono anche le vie di fede, moltiplicatisi col passare degli
anni. Fin dall’antichità i pellegrini e i religiosi di ogni parte d’Europa, si mettevano in cammino
per raggiungere i più importanti luoghi della fede, come Roma. Infatti, essi si mettevano in
marcia per raggiungerla e incontrare i Papi. Non tutti i cammini sono storici o di fede, alcuni
percorsi sono nati negli ultimi anni con l’obiettivo di unire e valorizzare territori e borghi.
Un cammino è un modo di vivere e raccontare un luogo che unisce angoli di territorio in un
unico grande discorso. Molte organizzazioni che voglio valorizzare un territorio, renderlo
accessibile e attrattivo ad un tdurismo sostenibile e responsabile, oggi decidono di creare un
cammino, fatto per chi ama il trekking, i cammini, i viaggi outdoor, che amano scoprire nuove
destinazioni a passo lento oppure pedalando, godendo della natura e della cultura dei luoghi
attraversati.
Il mondo dei cammini è uno dei migliori modelli di crescita e sviluppo del turismo lento; infatti,
quando un territorio viene attraversato a tappe rinasce e si sviluppa in modo sostenibile, poiché
i luoghi attraversati sono conservati e tutelati.
11
ristrutturazione, la rigenerazione, la riqualificazione e il riutilizzo si possono creare reti di
mobilità dolce.
In Italia le ferrovie dismesse sono tantissime (1500 km di linee ferroviarie dismesse ed
abbandonate), di cui buona parte possono diventare greenways per ciclisti e pedoni, data la
dolce pendenza tipica delle ferrovie. Sono considerate desiderabili poiché il terreno ferroviario
è solitamente piatto, diritto, si collega ai centri urbani e offre viste panoramiche.
Le vecchie strade ferrate diventano le mete perfette per turisti green amanti della bicicletta e
delle lunghe passeggiate. Una riconversione di ex ferrovie più famose è la San Lorenzo al Mare:
talmente famosa che nel 2015 il Giro d’Italia è partito proprio da qui.
Il recupero delle linee ferroviarie non più utilizzate può fornire un contributo notevole alla
realizzazione di una vera rete di greenways. Tali percorsi attraverso le aree urbane, suburbane e
rurali, possono essere utilizzati da diversi tipi di utenti, a piedi, in bicicletta, a cavallo, con i
pattini; e servono sia per gli spostamenti quotidiani, come andare a scuola o a lavoro, sia per la
ricreazione. L’idea di convertire le ferrovie non utilizzate in percorsi offre una moltitudine di
vantaggi:
i punti di intersezione con la rete stradale sono ridotti al minimo, sono separati dalla
circolazione stradale, offrendo quindi agli utenti itinerari sicuri e lontani
dall’inquinamento atmosferico e acustico dovuto al traffico automobilistico;
Le ferrovie presentano pendenze modeste e regolari e quindi permette di realizzare
percorsi verdi ideali a diverse categorie di utenti, pedoni di ogni età, persone disabili, ma
anche persone a cavallo o sui pattini;
Possibilità di interconnessione con altri servizi di trasporto pubblico.
4. Principali attività del turismo lento e mezzi di trasporto impiegati
Il turismo lento rappresenta la migliore occasione per assaporare fino in fondo lo spirito dei
luoghi che si visitano e per viaggiare in maniera sostenibile e responsabile, contrapponendosi al
turismo di massa, consumistico e veloce.
Il turismo di massa molto spesso non sono in grado di valorizzare le tipicità delle caratteristiche
locali, al contrario invece del turismo lento, che in quanto proprio nella lentezza, si apprezzano
di più tutti gli aspetti tipici delle località, del territorio, con un maggiore coinvolgimento
emotivo.
Le destinazioni più visitate del turismo lento sono principalmente quelle che offrono
l’opportunità di percorrenze non troppo impegnative, quindi con itinerari in pianura, in collina o
in montagna. Il viaggiatore slow mette così in primo piano l’itinerario rispetto alla meta,
privilegiando attività collegate alla natura, come la camminata, il birdwatching, il cicloturismo,
l’equitazione e la pesca.
12
che attraversiamo in modo più approfondito e intenso ritrovando il senso più autentico del
viaggio.
Si cammina per svago, per sport, per salute, per curiosità, per stare in compagnia o comunque
per visitare un sito religioso; infatti, moltissimi fra i cammini più frequentati hanno come meta
un luogo di culto.
Camminare porta vantaggi sia al corpo, contribuendo a migliorare la funzionalità di numerosi
apparati, che alla mente, perché camminare migliora il tono dell’umore, contribuendo a
eliminare lo stress e allentare i sintomi da ansia e depressione.
4.2 Cicloturismo
Il cicloturismo (o turismo in bicicletta) è un fenomeno recente per il quale non ci sono
definizioni specifiche se non quella della legge nel sito della F.I.A.B. (Federazione Italiana
Ambiente e Bicicletta), che semplicemente lo descrive come una “forma di turismo e/o di
viaggio che usa la bicicletta come mezzo di trasporto. La bicicletta è infatti la protagonista di
questa attività ed è il mezzo ecologico per eccellenza, portando a considerare il cicloturismo
un’attività sostenibile per l’ambiente.
Rappresenta una soluzione per la mobilità sostenibile che permette di evitare consumo di
carburante, emissioni e di guadagnare in salute e agilità di spostamento, abbassamento
dell’indice di affollamento turistico, l’incremento della mobilità pedonale e migliorando
l’attrattività della destinazione; l’uso dei mezzi di trasporto motorizzati ha infatti un effetto più
dannoso per i territori.
Quasi tutte le città stanno favorendo a tale trend con la creazione di apposite piste ciclabili e
sempre più turisti scelgono di vivere la loro vacanza con la bicicletta come compagna di
viaggio.
Una recente statistica mostra che in quasi tutti i paesi europei si comprano più biciclette che
automobili (i dati si riferiscono al 2012, ma sono molto significativi) e c’è chi afferma che nei
paesi dove si utilizza quotidianamente si registri addirittura un «tasso di felicità» maggiore.
13
Il cicloturismo sta assumendo una posizione sempre più definita: c’è chi lo legge in chiave
sportiva, chi come un’avventura, una vacanza, un'immersione nella natura, o semplicemente un
modo alternativo peer viaggiare. Ma in ogni caso chiunque piò praticarlo, avendo come unica
condizione il fatto di possedere una bicicletta o la possibilità di noleggiarne una. Può anche
essere forma di aggregazione tra le persone che hanno la possibilità di condividere e scambiarsi
esperienze, garantendo emozioni uniche.
Alcuni studi dimostrano che le motivazioni che spingono i ciclisti a organizzare le proprie
vacanze in bicicletta sia come modo per stare in forma, stare in contatto con la natura e avere
possibilità di esplorare luoghi e ammirare paesaggi.
I cicloturisti preferiscono luoghi e percorsi lontani dal turismo di massa e sono più propensi a
spendere: si stima che in media un cicloturista spenda 25€ al giorno per cibo e servizi, in
confronto ad un viaggiatore che usa l’automobile che ne spende solo 7; questo perchè chi si
sposta in auto porta con sé tutto ciò che ha bisogno, mentre un ciclista avendo a disposizione
poco spazio, deve procurarsi il necessario durante il tragitto.
4.3 Intermodalità
Quando si pensa a alternative dell’automobile e a potenziali soluzioni per la diminuzione
dell’inquinamento si ricorre all’argomento dell’intermodalità. La parola «intermodalità» (detto
anche combinato o multimodale) esprime una forma di mobilità che si realizza attraverso l’uso
combinato di differenti mezzi di trasporto ed ha le sue origini nell’ambito di trasporto di merci.
Si tratta infatti di una metodologia di trasferimento delle merci, utilizzando in genere container
che si possono facilmente spostare da un mezzo all’altro per raggiungere la destinazione finale.
È, quindi, una forma di mobilità che si realizza attraverso l’uso combinato di differenti mezzi di
trasporto, rappresenta il futuro della mobilità con una conseguente ottimizzazione dei tempi e
del costo degli spostamenti.
Utilizzare i mezzi pubblici agevola i turisti che provengono da lontano o che incontrano degli
ostacoli nel loro percorso e per questo ci sono comunque mezzi che hanno un impatto minore
rispetto alle auto, quali il treno, il traghetto, l’autobus o l’aereo e promuovere questa soluzione
potrebbe essere un modo per convincere i turisti e i cittadini a non spostare le proprie vetture
per andare da un luogo all’altro.
L’intermodalità può avere un impatto notevole per la diffusione della bici e una leva di
promozione per il turismo. Infatti, molti paesi sono provvisti di parcheggi apposti dove è
possibile lasciare la bici e prendere un altro mezzo.
Per coloro che non possiedono una propria bicicletta c’è un servizio che è collegato
all’intermodalità: è già molto diffuso il bike sharing, un servizio a pagamento che mette a
disposizione delle biciclette pubbliche vari punti della città, finalizzato sia all’aumento
dell’utilizzo della bicicletta, sia l’integrazione tra i vari mezzi pubblici da parte dei cittadini e
dei turisti.
Un esempio di intermodalità: E-vai è il primo car sharing elettrico regionale integrato con il
servizio ferroviario lombardo ed è un esempio di intermodalità tra auto elettrica e mezzi di
trasporto pubblici, rendendo un modo comodo e sostenibile di muoversi.
14
5. Il turismo lento in Italia
Una delle cose che ha insegnato questa pandemia è quanto sia importante godere delle piccole
cose e di ogni momento. Il nostro stile di vita, persino in vacanza, era diventato troppo
frenetico e, sempre alla ricerca di un'emozione forte o di un'immagine unica da postare,
avevamo ormai perso il gusto di un luogo nuovo e il desiderio di avventura. Si parlava già
di turismo lento da qualche anno ma adesso è il tempo di pianificare piano piano una ripresa
delle partenze.
Negli ultimi anni l’Italia ha ricevuto una forte spinta per quanto riguarda il turismo lento, come
in tutto il resto d’Europa. Da un lato certamente nella forma tipica e diffusa da sempre
dell’escursionismo, della gita, della percorrenza di un breve tratto di strada per qualche giorno
in pianura o in montagna, ma non si tratta solo di questo. Intraprendere veri e propri viaggi, in
bicicletta o a piedi, è diventata un’alternativa all’utilizzo di mezzi veloci, e non solo per i
giovani ma anche per tutti coloro che hanno il bisogno di vivere lontani dalla fretta e dal
consumismo anche culturale. Viaggiare con mezzi lenti permette una conoscenza del territorio,
delle tradizioni, dell’arte, dell’enogastronomia, delle bellezze naturali, della società in un’ottica
diversa e regala una straordinaria esperienza umana e spirituale.
16
Il Monte Pollino si trova in Basilicata ed è uno dei sentieri italiani di trekking più consigliati. La
Basilicata è una regione che si presta particolarmente al turismo nella natura e ai trekking, per il
suo terreno e per la meravigliosa vegetazione, in molte zone ancora selvaggia.
Sentieri Di Pantelleria (Sicilia)
Pantelleria è la famosissima isola della Sicilia, che attrae ogni estate turisti dall’Italia e dal resto
del mondo. Oltre ad avere alcune delle spiagge più belle del nostro stivale, qui si possono
trovare alcuni dei cammini e sentieri di trekking più belli e suggestivi d’Italia.
Sentieri Della Val D’Itria (Puglia)
Tra i più bei sentieri italiani per fare trekking non può essere dimenticato la Val d’Itria,
in Puglia. La Val d’Itria, in particolare, occupa un territorio che va da Bari a Brindisi e Taranto.
Qui si può diversi sentieri percorribili da tutti. Si tratta soprattutto di camminate turistiche, alla
scoperta della storia e delle bellezze della regione.
17
Anche le caratteristiche tecniche dell’infrastruttura (ampiezza, pavimentazione, pendenza, ecc.,)
e l’attrattività turistica del percorso sono decisive per il successo di un itinerario cicloturistico.
I percorsi ciclabili devono pertanto avere requisiti di qualità che si possono ritrovare nelle linee
guida elaborate da FIAB. Si tratta di linee guida concepite per l’implementazione delle due
grandi due reti ciclabili adottate da FIAB: EuroVelo, la rete ciclabile di riferimento che dovrà
unire ciclisticamente tutti i paesi europei, e BICITALIA, il corrispettivo di EuroVelo per il
territorio nazionale.
Ciclovia della Sardegna ha una lunghezza totale di circa 1.230 chilometri può essere
articolata in direttrici geografiche che comprendono una direttrice da Alghero a Cagliari
(538 chilometri) lungo il versante occidentale, ed una da Santa Teresa di Gallura a
Cagliari che si sviluppa sul versante orientale (508 chilometri). La ciclovia si completa
con due itinerari trasversali, dei quali uno da Porto Torres a Santa Teresa di Gallura (120
chilometri) lungo la costa settentrionale e l’altro da Dorgali a Macomer, attraverso
Nuoro, al centro dell’isola (70 chilometri circa).
Risponde a requisiti di tipo trasportistico, in chiave sostenibile, rendendo possibile
l’accessibilità diretta ed indiretta diffusa; di tipo turistico, economico, di valorizzazione
del patrimonio paesaggistico e culturale, di integrazione europea, nazionale e locale, di
18
integrazione intermodale treno+bici e bus+bici; salutistico-ricreativo, promozionale-
educativo e di miglioramento ed incremento della sicurezza degli itinerari ciclabili.
Ciclovia del Sole, della lunghezza di circa 300 chilometri, fa parte del più ampio
progetto della Ciclopista del Sole, ideato dalla Fiab per coprire 3 mila chilometri, parte
integrante di Eurovelo 7. Una prima tratta, dal Brennero a Verona e Lago di Garda, è
stata già completata, pur in assenza di un coordinamento nazionale. La prossima tappa,
che attraversa 4 regioni, è di estendersi da Verona a Firenze, con l'obiettivo successivo
di raggiungere la Capitale. Il tracciato è già costellato di numerose ciclabili in sede
propria.
Ciclovia GRAB – Il progetto del Grande Raccordo Anulare delle Bici prende spunto
dall’idea dell’Associazione Velolove sviluppata con cittadini, associazioni e istituzioni,
come Legambiente e Touring Club e consiste in un anello ciclopedonale di oltre 44
chilometri che si sviluppa completamente all’interno della città di Roma.
Il GRAB è tra le ciclovie urbane più lunghe del mondo e, insieme, un moderno Grand
Tour: parte dalla Roma antica e dalla Appia Antica e arriva alle architetture
contemporanee di Zaha Hadid e di Renzo Piano, alla street art del Quadraro e di
Torpignattara unendo tra loro Colosseo, San Pietro, Trastevere e il centro storico, la
Galleria Borghese, l’Auditorium e numerosi altri punti di interesse, attraversando parchi
e inaspettati paesaggi bucolici, costeggiando i fiumi Tevere, Aniene e Almone.
Il percorso, tutto pianeggiante, si snoda principalmente lungo vie pedonali e ciclabili,
ville storiche e argini fluviali (30,5 chilometri, pari al 70% del tracciato). Altri 6
chilometri interessano strade a bassissima intensità di traffico. Solo pochi chilometri del
GRAB sono attualmente congestionati da un intenso flusso di veicoli motorizzati.
19
Tale patrimonio può essere riutilizzato per la creazione di greenways dedicate alla circolazione
di pedoni, ciclisti, pattinatori, escursionisti a cavallo e persone diversamente abili. Infatti, le
ferrovie dismesse, per le loro caratteristiche, costituiscono un’infrastruttura privilegiata per la
realizzazione di percorsi per la mobilità dolce. Le vecchie ferrovie hanno tracciati quasi
totalmente separati dalla rete stradale, con pendenze moderate e costanti, ideali per creare
percorsi piacevoli, sicuri e accessibili anche agli utenti più deboli quali bambini, anziani e
diversamente abili.
Oltre a ciò, attraverso il loro recupero come greenways, è possibile conservare i vecchi
manufatti ferroviari, quali ponti, gallerie, segnali, cippi chilometrici, stazioni e caselli, che
possono animare le passeggiate e contribuire a preservare la memoria storica della ferrovia tra
le giovani generazioni.
Tuttavia, non mancano gli esempi positivi: a cominciare dalla Greenway Resiutta - Tarvisio
Centrale, un tratto della Ciclovia dell’Alpe Adria che corre per 46,2 km lungo il tracciato della
vecchia ferrovia Pontebbana. Più a valle troviamo la pista ciclabile sul mare più lunga
d’Europa, che, con i suoi 23 chilometri da San Lorenzo al Mare a Ospedaletti Ligure, corre
lungo la vecchia ferrovia Genova - Ventimiglia.
In più tra le tratte più belle non si può non menzionare la Transiberiana d’Italia, che
attraversa il Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo. C’è poi il panoramico Treno delle
Meraviglie, che collega Cuneo a Ventimiglia, lungo i paesaggi spettacolari delle Alpi
Marittime tra Francia e Italia. Maggiori informazioni sulle numerose altre tratte si possono
trovare sul sito della Fondazione FS Italiane.
20
Fondamentale, infine, sono le esperienze legate al patrimonio enogastronomico italiano e la
scelta del tipo di pernottamento. Sempre di più sono le aziende agricole e vitivinicole italiane
che hanno aperto le loro porte a visite e degustazioni. Un modo per conoscere fino in fondo e
far scoprire al resto del mondo la straordinaria varietà di prodotti del nostro territorio. Per
quanto riguarda, invece, il pernottamento, oltre ai più tradizionali agriturismi e B&B, cresce la
presenza degli alberghi diffusi. Un nuovo modello di accoglienza turistica che recupera parti di
immobili in disuso all’interno dei borghi italiani, riadattandoli alle esigenze di ospitalità.
Gli alberghi diffusi rappresentano una forma di accoglienza che si addice perfettamente al
turismo lento. È una struttura alberghiera situata in un piccolo centro abitato, composta da più
stabili separati ma con gestione unitaria e in grado di fornire servizi adeguati a tutti gli ospiti. Si
tratta di un’idea ricettiva made in Italy che però si sta affermando anche in altre parti del
mondo.
In più è nasce per offrire al visitatore un’esperienza di vita all’interno di un centro storico, in
una città o un paese, potendo contare su servizi alberghieri come accoglienza, assistenza,
ristorazione, spazi e servizi comuni, alloggiando in camere o case che distino non più di 200
metri dallo stabile nel quale sono situati reception, ambienti comuni e area ristoro.
Per le sue caratteristiche, l’albergo diffuso non crea, quindi, impatto ambientale, perché non è
necessario costruire alcuna nuova struttura per realizzarlo: è sufficiente recuperare, ristrutturare
e mettere in rete ciò di cui già si dispone. Si tratta di luoghi dove trovare pace e tranquillità,
all’insegna del turismo slow.
21
conoscenza, sviluppo, informazione, studio, incremento di questo tipo di viaggio che ha, come
già detto, forti valenze socio-culturali.
A differenza di altre regioni alpine, la Lombardia offre una grande varietà di paesaggi, dalle
Prealpi calcaree, alle catene intermedie con angoli di wilderness, alle Alpi Retiche, i gruppi
glaciali o i grandi parchi, e dove si può soggiornare in un’efficiente rete di caratteristici rifugi.
Di grande fascino anche i percorsi legati alla Prima Guerra Mondiale tra Nord Lombardia,
Trentino e Alto Veneto.
Altri percorsi che offre sono:
Tre percorsi della rete Eurovelo, riconosciuta dalla Federazione Europea della
Bicicletta, ovvero: Eurovelo 5, via Romea Francigena da Canterbury a Brindisi,
Eurovelo 7, Ciclovia del sole, da Capo Nord a Malta, Eurovelo 8, Ciclovia
mediterranea da Cadice ad Atene.
La Via Francigena, grande itinerario culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa, che
unisce Canterbury a Roma. Parte della Via Francigena passa per la nostra regione. Si
tratta di 160 km da Palestro a Piacenza che attraversano per intero il territorio Pavese e il
basso Lodigiano interessando paesi ricchi di storia e di tradizione anche
enogastronomica, alcuni fondati dai romani come Lomello (l’antica Lomellum) e altri
ricchi di castelli, chiese, abbazie, monasteri e conventi, alcuni davvero poco conosciuti.
Molto suggestivo il guado del Po a Calendasco. Alcune interessanti “varianti” si
snodano su tutto il territorio lombardo.
La Via Alpina, itinerario che unisce Montecarlo a Trieste.
Il sentiero E1, riconosciuto dalla Federazione Europea, che attraversa l’Italia da nord a
sud, unendo Capo Nord a Capo Passero.
22