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Riassunto - libro "manuale di geografia del turismo. dal grand


tour ai sistemi turistici"

GEOGRAFIA DEL TURISMO (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

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1. Turismo e geografia

1.1.Geografia del turismo: una branca della geografia


1.2. La tradizione disciplinare in Italia

Geografia non è Geografia del turismo.

Le prime pubblicazioni di geografia che fanno riferimento a tematiche turistiche risalgono al 1936 in Italia:
lo scritto più importante è una monografia di Toschi sulla località di Taormina e aveva un indirizzo
idiografico, cioè metteva in evidenza un preciso particolare.
A partire dal Secondo Dopoguerra l’attenzione si sposta su schemi monotetici, che si basano sulla ricerca di
regole comuni. Il primo ad utilizzare questo tipo di approccio è, di nuovo, Toschi che affronta a livello
metodologico il fenomeno turistico approfondendo gli aspetti umani e distinguendo due regioni turistiche:

● Regione di OUTGOING: di partenza, di turismo attivo, di fuga;


● Regione di INCOMING: di arrivo, di turismo passivo, di destinazione.

Toschi definiva queste due regioni entrambe importanti ma, ancora oggi esistono molti studi sulle regioni di
incoming e molto pochi sulle regioni di outgoing.

L’entrata ufficiale della geografia del turismo negli studi geografici risale al 1957, anno del XVII Congresso
Geografico Italiano a Bari. Si distinsero poi cinque branche collegate alla geografia del turismo:

● Geografia economica: flussi di denaro che vengono trasferiti grazie al turismo


● Geografia politica
● Geografia ambientale: influenza del turismo sull’ambiente
● Geografia umana: influenza del turismo sulle civiltà industriali
● Geografia percettiva: il turismo è inteso come immagine soggettiva di chi la percepisce (visita) e di
chi la presenta (vende)

1.3 Definizioni

Geografia, Ruocco 1968 (pag.8) Geografia  studia la diversa distribuzione e combinazione sulla superficie
terrestre dei fenomeni che ne modificano i caratteri fisionomici e influiscono sulla vita operosa dell’uomo,
esamina le associazioni di oggetti e fenomeni che ne costituiscono i paesaggi, ne descrive le unità organiche
e analizza gli insiemi territoriali

● Studia la distribuzione e combinazione dei fenomeni che modificano gli aspetti fisionomici della
superficie terrestre e influenzano la vita operosa dell’uomo (interazione tra società e ambiente);
● Non considera tali fenomeni in sé, ma li considera per la loro combinazione e distribuzione che si
manifestano ai nostri sensi;
● Quindi, i paesaggi sono interazione tra società e ambiente .
● Regioni sono parti della superficie terrestre dotate di una spiccata individualità, organicità ed
elevato livello di organizzazione.

Turismo, Zanetto 1996 (pag. 8) laddove un consumatore si reca per tornare sui suoi passi dopo un certo
periodo, breve abbastanza per non costringerlo a provvedersi di una casa, ma lungo sì da imporgli di
richiedere i servizi fondamentali. Vi si trovano i segni di una costruzione territoriale spiegabile, solo con i
suoi più o meno effimeri visitatori

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● Spostamento non permanente di persone che richiede però strutture fisiche (e non) nelle regioni di
outgoing, incoming e, in misura minore nelle regioni di transito (modificate dal comportamento dei
turisti).
● In ognuno di questi spazi l’uomo, inteso come homo turisticus, risente nel suo comportamento del
turismo, sia quale operatore turistico (formatore nelle regioni di outgoing e facilitatore nelle regioni
di incoming) sai quale fruitore di servizi.
● Diverso da tempo libero e ricreazione poiché sono perlopiù attività intra-regionali, quindi NON
BASIC ACTIVITY
● È una BASIC ACTIVITY

Regione turistica, Corna Pellegrini 1968 (pag.9) è un lembo di territorio capace di attrarre flussi costanti o
periodici e tendenzialmente cosmopoliti, di persone che vi trascorrono parte del loro tempo libero dal lavoro
e spendono in luogo redditi percepiti altrove; l’entità e la tipologia dei consumi, l’organizzazione dei servizi,
risultano qualitativamente diversi e quantitativamente superiore a quanto richiederebbe la popolazione
locale

● Territorio capace di attrarre flussi turistici grazie alla presenza di elementi fisici e umani
caratteristici;
● Genera un flusso di denaro (redditi dei turisti che percepiscono nelle regioni di outgoing);
● Sviluppa l’attività economia organizzando servizi qualitativamente e quantitativamente superiori
alle richieste della popolazione locale.

Geografia del turismo, Ruocco 1976 (pag. 10) la geografia considera il turismo come espressione e misura
della capacità degli uomini di organizzare lo spazio, per metterlo meglio al suo servizio rispettando la natura
negli elementi essenziali, lo considera come fattore di sviluppo regionale ed esamina i nodi e le regioni
turistiche per valutarne il grado di maturità e loro prospettive

1.4 Riflessioni post-moderne

La geografia attuale è una geografia critica. Il concetto base della geografia è il LUOGO: oggetto
soggettivamente complesso definibile quale costruzione mentale. La stessa porzione di territorio può essere
percepita in tante maniere diverse da individui e società diversi.

Ne consegue che:

● La regione turistica passiva (definibile oggettivamente) non esiste più: esistono tanti luoghi turistici
quanti sono i soggetti che percepiscono turisticamente la località. Quindi la località turistica per
essere percepita come luogo deve portare a conoscenza l’opinione pubblica del luogo, tramite
media e pubblicità che si impongono, e far percepire il luogo come luogo turistico.
Esempio: Monte Washington, USA (pag. 11-12)
Liguria (pag. 12):
● turismo invernale nella Belle Epoque
● turismo balneare estivo nel dopoguerra
● buen ritiro alternativo nel periodo post fordista
● soddisfa svariate esigenze turistiche oggi
● La regione turistica attiva non esiste: ne esistono tante quante sono le persone che abbandonano la
loro abituale residenza(vanno in vacanza).

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Durante la fase del boom del turismo di massa si definivano alcune regioni di turismo attivo. Oggi
all’interno di una regione turistica attiva la domanda è più diversificata.
Esempio: Liguria (pag. 13)

Tra le regioni di outgoing e di incoming Defert nel 1968 ha distinto 4 diverse relazioni fra bacini di domanda
e bacini di destinazione dei turisti:

1. Offerta e domanda concentrate in due poli ( Milano e Liguria pag 13, - St. Moritz, Val Gardena e
Marbella pag.14)
2. Domanda concentrata e offerta dispersa
3. Domanda dispersa e offerta concentrata (St. Moritz pag. 14)
4. Offerta e domanda diffuse ( più diffusa al giorno d’oggi).

Ne consegue che:

Tutto il mondo è una regione di incoming, infatti non esiste lembo della superficie terrestre
in cui il turista non abbia messo piede.
Tutto il mondo è una regione di outgoing, poiché tutti siamo turisti.

Quindi:

nasce una concorrenza forte e aggressiva (o competizione) tra destinazioni turistiche tramite
pubblicità, marketing che sponsorizzano l’IMMAGINE. L’immagine è l’intermediario
necessario creato dalla cultura turistica dominante che crea un dialogo tra regioni di
incoming e di outgoing. Infatti l’immagine turistica viene creata nelle regioni di outgoing,
dove viene imposta e pubblicizzata, e si soddisfa nelle regioni di incoming.
L’immagine è intermediario tra turisti e addetti al turismo e viene “reificata”, cioè viene
ridotta ad oggetto.
Esempio: Timbuctù pag. 15

La geografi a critica del turismo deve suggerire connessioni, quindi rendere il dato territoriale una “rete”.Le
reti che si concretizzano fra le diverse parti del mondo diventano importanti, soprattutto quelle fra le
persone.

1.5 Brevi cenni di storia del turismo

Antichi Egizi I pellegrini si recavano via terra in località sacre e


ammiravano i siti monumentali .

Antica Grecia Viaggio a fini culturali o di svago via terra:


pellegrinaggi a santuari e oracoli, turismo termale,
giochi olimpici.

Impero Romano Grazie alla diffusione del latino e della pax romana,
solitamente i patrizi: vacanze rurali, turismo

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termale, turismo marittimo, giochi gladiatori e visita


ai monumenti.

Medioevo I pellegrini pernottavano in abazie o monasteri. I


luoghi di pellegrinaggio erano per i mussulmani La
Mecca e per i cristiani Roma, Gerusalemme e
Santiago de Compostela.

Anno Mille Traffico turistico culturale di studenti e docenti


universitari.

Cinquecento Scompaiono i pellegrinaggi. Con il progresso dei


mezzi di trasporto terresti e marittimi si diffondono i
viaggi in zone extra-europee. Inizia a diffondersi il
Grand Tour.

Seicento Grand Tour: viaggio intrapreso da ragazzi dai 16 ai


22 anni appartenenti all’aristocrazia inglese,
accompagnati da precettori che curavano la
formazione umanistica. Durata di 3 anni. Funzione
formativa, ma anche iniziatica (sessuale). I ragazzi
tenevano un diario oppure il loro rientro era
pubblicato. Toccavano Parigi e la Francia, Genova,
Milano, Venezia, Firenze, Roma, Svizzera, Germania,
Paesi Bassi.

Ottocento Turista romantico alla ricerca dell’orrido e del


sublime. Migliora la viabilità e la rete ferroviaria.
Turismo climatico marino nei mesi invernali
(hinvernants da ottobre a maggio). Turismo
montano estivo (da giugno a settembre). Turismo
termale di mezza stagione.

Anni Venti e Trenta del Novecento Da turismo dell’elite a turismo di massa interno in
America. Riconoscimento di ferie retribuite ai
lavoratori (in Italia dal 1927). Sviluppo dei trasporti

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intercontinentali e diffusione del benessere.


Sviluppo del turismo invernale montano (sport
invernali) e turismo marittimo estivo (abbronzatura
e bagni al mare)

Anni Cinquanta Da turismo d’elite a turismo di massa interno in


Europa.

Diffusione turismo internazionale in America.

Anni Sessanta Diffusione turismo internazionale in Europa.

Anni Settanta Diffusione del turismo intercontinentale.

Differenziazione di tre tipi di turisti:

● NUOVO TURISTA: esigente nella qualità del servizio e dell’offerta turistica, ha in genere molti soldi e
vuole essere protagonista dell’esperienza turistica. Target della nostra epoca turistica.
● POST TURISTA: poco sensibile all’autentico, vede l’esperienza turistica come un’esperienza ludica. “Il
mondo è un parco dei divertimenti”.
● TURISTA DI MASSA: ha un’offerta che soddisfa la sua domanda.

Vengono definizione nell’insieme dei turisti TOUT-COURT, diffuso in quest’epoca turistica.

2. Turismo e geografia economica


2.1 Rio de Janeiro: da “Cidade Maravilhosa” a “Cidade dos Eventos”

Il turismo dei grandi eventi è responsabile di transazioni non trascurabili di denaro verso la regione di
turismo passivo, ma anche di flussi di beni, servizi e manodopera.
Per questo motivo le città si mettono in competizione fra loro per avere la possibilità di ospitare un grande
evento.
Esempio: Rio de Janeiro (pag. 23-24)

Turismo possiede offerta, che non può spostarsi trattandosi di una località, domanda e il proprio mercato.
La geografia economica del turismo studia:

● Il comportamento economico legato al turismo della popolazione stanziata in una regione


(incoming e outgoing);
● Distribuzione di merci (turismo commerciale);

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● Distribuzione e circolazione di capitali in funzione delle diverse caratteristiche regionali;


● L’occupazione e i flussi migratori legati a motivazioni turistiche;
● L’accessibilità delle regioni di arrivo dai bacini di fuga più promettenti;
● Il turismo in tempo di crisi.

2.2 La domanda e l’offerta turistica

Le regioni turistiche vengono classificate a seconda delle particolarità che caratterizzano lo svolgimento
della loro funzione. Si possono distinguere per:

● Numerosità delle motivazioni turistiche: monofunzionali o polifunzionali;


● Distribuzione temporale dei turisti: monostagionali, bi stagionali o non stagionali;
● Strutture ricettive prevalenti: centri e regioni di turismo alberghiero, extra-alberghiero, turistico-
residenziali;
● Capacità ricettiva: macrostazioni, stazioni intermedie o micro stazioni;
● Tempo medio di permanenza: di soggiorno o a rapido scambio;
● Interesse: grandissimo o grande interesse, molto interessanti, mediamente interessanti o di
minore interesse;
● Area di attrattività: locale, regionale, interregionale, nazionale, continentale e planetaria.

2.2.1 La domanda turistica

Il movimento turistico è perlopiù collegato al momento passivo (regione di incoming). La domanda


turistica nelle regioni di incoming può essere espressa:

● In termini fisici tramite arrivi e presenze. Gli arrivi vengono misurati quando il turista viene
censito nell’attrezzatura ricettiva di cui usufruisce. Le presenze, i pernottamenti, possono essere
misurati solo all’atto della partenza. Rapporto tra presenze e arrivi TMP (tempo medio di
permanenza), che negli ultimi decenni si è ridotto a 4/5 giorni al massimo. Alcuni casi di località
che vedono la durata della vacanza di qualche settimana/un mese vedono la presenza di
nonni/nipoti.
Chi non pernotta è un escursionista, mentre molti non vengono registrati (pernottano in nero,
sommerso).
Altri casi vedono il pernottamento nei dintorni poiché mancano in loco strutture ricettive e
vengono utilizzati dati indiretti.
Tramite ricerche è interessante anche valutare la provenienza dei turisti.
Esempio: Agilè pag.27-28

● In termini di valore tramite l’ammontare della spesa turistica, che può essere espressa in valori
assoluti totali, pro capite o per categorie di persone. (esempio spesa viaggiatori pag. 29)
Le regioni italiane dove i turisti stranieri spendono di più sono Lazio, Lombardia e Veneto.

Nella regione di outgoing può essere misurata attraverso due indicatori statistici:

● Propensione netta al viaggio: rapporto percentuale tra le persone che in determinati area e
periodo, hanno compiuto un viaggio, e la popolazione totale dell’area stessa.
● Propensione lorda al viaggio: rapporto percentuale tra numero di viaggi compiuti e la
popolazione totale.

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Nelle regioni di transito sono utili i dati rilevati ai valichi di frontiera, ai caselli autostradali, ai porti, ai gate
degli aeroporti, all’accesso degli impianti di risalita, cioè in tutti i momenti in cui viene rilevato lo
spostamento. Questi dati devono distinguere i viaggiatori che oltrepassano queste barriere a fini turisti e
non.

2.2.2 L’offerta turistica

L’offerta turistica viene espressa attraverso la misurazione quantitativa delle attrezzature, che possono
essere: ricettive (predisposte al pernottamento), pararicettive (ristorazione), complementari (divertimento,
relax, cura, cultura e sport). È funzione di:

● Costo e qualità della manodopera disponibile;


● Disponibilità e costo dell’area dove si vuole localizzare l’attività turistica;
● Accessibilità dalle altre regioni;
● Attività promozionale e pubblicitaria effettuata.

Le attrezzature ricettive si distinguono in esercizi alberghieri (hotel, motel, pensioni, locande, residence..) e
extra-alberghieri (campeggi, villaggi turistici, case per ferie, ostelli, affittacamere, agriturismi, bed &
breakfast, rifugi, colonie..). Si distinguono anche in base a: periodo d’apertura (annuale, stagionale, bi
stagionale), alla gestione (individuale o artigianale, societaria o industriale), dimensione (grande, media,
piccola) e alla categoria (stelle).
Si aggiungono a queste, le seconde case: strutture appartenenti a dei proprietari e che vengono utilizzate
dagli stessi per le proprie vacanze. Hanno molti aspetti negativi, ma anche positivi. (Es. Liguria pag 31)

Aspetti negativi Aspetti positivi

- Spreco di spazio turistico - Favorisce la ristrutturazione di una parte del patrimonio


edilizio di una regione
- Aggressione al paesaggio (non riproducibile)
- La manutenzione può essere occasione di lavoro per i residenti
- La costruzione degli edifici richiede la dotazione di - Negozi e altri servizi, aperti per essere messi a disposizione dei
strutture molto costose e poco utilizzate proprietari di seconde case, tornano utili anche per i residenti

- Le strutture non operano una rivitalizzazione - Le imposte sulle seconde case incrementano le finanze della
economica del territorio. comunità locale.

Oggi ci sono alcune strutture molto interessanti per il mercato turistico:

● Alberghi sostenibili: strutture che prendono in considerazione il tema del risparmio energetico, della
riduzione dei rifiuti prodotti e dello smaltimento differenziato, della promozione del trasporto
sostenibile, dei cibi sani e dei prodotti tipici locali, della promozione del territorio e dei beni
ambientali e culturali. Obbiettivo: miglioramento del confort del turista e alleggerimento delle
spese di soggiorno.
● Alberghi diffusi: struttura ricettiva situata in un centro storico (o area di pregio) dislocati in più
stabili vicini tra loro con una gestione unitaria. È in grado di instaurare un forte legame con il
territorio. Hanno riscosso successo in Italia.

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Le strutture pararicettive si possono anch’esse distinguere come quelle ricettive e interessante è valutare se
sono frequentate da turisti o attirano clientela locale.
Il numero totale dei posti letto (alberghieri e extra-alberghieri)costituisce la “capacità ricettiva totale”, che
può essere distinta fra attrezzature alberghiere, extra-alberghiere e/o per categoria.
Le attrezzature complementari comprendono: stabilimenti balneari, impianti di risalita, porti, ferrovie,
terme, sale convegni, casinò, campi sportivi, luoghi di culto, discoteche.

2.2.3 Indicatori statistici sulla domanda e sull’offerta turistica

Indici utilizzati per confrontare due o più stazioni turistiche con caratteristiche paragonabili fra loro.

● Indice di attività turistica: dividere il numero dei turisti autoctoni con numero di abitanti autoctoni;
● Indice di densità turistica (o di Rajotte): dividere il numero delle presenze turistiche in un arco di
tempo per la superficie del territorio;
● Indice di funzione alberghiera: dividere il numero delle strutture alberghiere per il numero dei
residenti per cento;
● Indice di funzione extra-alberghiera: dividere il numero delle strutture extra-alberghiere per il
numero dei residenti per cento;
● Indice di funzione turistica (di Defert): dividere il numero dei posti letto per il numero dei residenti
per cento.
● Indice di intensità turistica (di Plettner): rapporto fra totale dei pernottamenti e la popolazione
residente nello stesso anno;
● Fattore di impatto turistico: rapporto fra la spesa turistica pro capite e il reddito pro capite;
● Fattore di proporzione turistica: rapporto fra la spesa totale sostenuta per viaggi in un determinato
Stato e il PIL dello stesso Stato.

Parametri più particolari sono:

● Indice di carico turistico: rapporto tra la superficie degli arenili e il numero dei posti spiaggia. Per
località di turismo balneare;
● Dotazione di aree ricreative pro capite: rapporto fra la superficie delle aree ricreative e il numero
degli utenti. Per località di turismo di divertimento;
● Indicatore della capacità di elevazione: portata oraria di ciascun impianto di risalita e il dislivello in
metri tra la stazione a monte e quella a valle. Per località di turismo montano;
● Tasso di funzione residenziale turistica: percentuale di residenze secondarie sul totale delle
abitazioni. Per località con numerose seconde case.

2.2.4 L’evoluzione della domanda e dell’offerta turistica

Fino agli anni Settanta (crisi petrolifere) la domanda e l’offerta turistiche erano caratterizzate da alta
stagionalità: le vacanze si svolgevano in un mese all’anno, ad agosto in Italia e nei paesi mediterranei e a
luglio nell’Europa centro settentrionale. Ci si spostava raramente a Natale per motivi familiari o un’elite si
concedeva un breve periodo di vacanza durante i ponti primaverili.
La domanda l’offerta erano caratterizzate da una certa elasticità:

● dal lato della domanda le vacanze erano le prime spese ad essere sacrificate in caso di necessità;
● dal lato dell’offerta il lavoro in ambito turistico era di tipo familiare e l’operatore turistico svolgeva
anche altri lavori e l’attività turistica non richiedeva alta professionalità.

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Evoluzione della società post industriale:

● dal lato della domanda: diversificazione dei tipi di turismo rendono meno stagionale il mercato
turistico, tutto l’anno vede una domanda turistica e l’esigenza turistica viene soddisfatta anche
durante i periodi di crisi;
● l’offerta diventa meno elastica e stagionale: sono necessarie grandi e medie aziende turistiche
fortemente professionalizzate aperte per la maggior parte dell’anno. I servizi offerti al turista
devono essere integrati fra loro.

Il passaggio tra turismo industriale e turismo post-industriale ha cambiato il modo di rapportarsi tra turisti e
autoctoni, la domanda prevaleva sull’offerta e gli autoctoni si sentivano colonizzati dal turista.
Oggi il turismo è considerato come fattore di sviluppo della comunità locale e può ridurre sensibilmente la
disoccupazione.

2.3 Turismo e commercio

Le regioni di incoming accolgono una cospicua quantità di merci: la necessità di approvvigionamento nelle
regioni di turismo passivo sono maggiori rispetto a quanto richiede la comunità locale; in alcuni casi i
prodotti tipici del territorio vengono importati per soddisfare le esigenze dei turisti.
Esempio: i camosci in Valle d’Aosta pag 36

È oggi diffuso lo shopping turistico esteso ad articoli di consumo (abbigliamento), Butler distingue nel 1991:

● Tourism shopping: gli acquisti che i turisti compiono durante i viaggi che non hanno come scopo
principale le compere;
● Shopping tourism: i viaggi che hanno lo shopping come attività predominante.

A causa di questo tipo di turisti si sono diffusi oggi gli outlet village: localizzati in modo da essere facilmente
raggiungibili dai principali bacini di domanda e talvolta sono oggetto di veri e propri viaggi. In termini di
sviluppo locale non ha sempre effetti positivi poiché i turisti trascorrono il tempo nei centri commerciali
senza essere a conoscenza del territorio circostante. Per questo le amministrazioni locali si stanno attivando
per far soggiornare i turisti nei pressi dell’outlet e far loro scoprire il territorio circostante.

2.4 La circolazione e la distribuzione di capitali

Un flusso molto importante legato al turismo sono le transazioni finanziarie in tre diverse forme:

● Turismo in uscita: effettuato all’estero dai residenti, flusso di valuta in uscita per lo Stato che può
dare preoccupazioni se molto ingente;
● Turismo in entrata: effettuato all’interno dello Stato da non residenti, flusso di valuta in entrata
molto interessante per lo sviluppo economico;
● Turismo domestico: effettuato nel Paese da residenti, flussi di valuta che offrono interessanti
opportunità di ridistribuzione dei redditi all’interno dello Stato.

La bilancia turistica costituisce i capitali in entrata o in uscita ed è una sezione dei pagamenti di uno Stato,
che può essere in attivo o in passio.

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Le somme ingenti di denaro mosse dal turismo sono polarizzate verso i continenti più sviluppati, che sono le
regioni di turismo attivo più importanti. Si creano gravi problemi di equa distribuzione di capitali, che
possono essere ridistribuiti tramite una gestione turistica che punti a un aumento dell’occupazione.

2.5 Migrazioni, occupazione e formazione professionale

Con l’affermarsi del turismo si sviluppano due flussi di persone: il flusso dei turisti, cioè coloro che si
spostano momentaneamente per motivi di diporto o culturali, e il flusso dei lavoratori occupati nel settore
turistico, cioè coloro che si muovono dando luogo migrazioni definitive o temporanee ( stagionali,
frontalieri, pendolari).

Il turismo rivoluziona anche la distribuzione della popolazione attiva nei settori economici nella stessa area
facendo innalzare gli addetti al settore terziario e calare l’occupazione negli altri settori che possono entrare
facilmente in crisi. Per garantire stabilità e occupazione della popolazione residente è importante esaminare
la formazione di un capitale umano idoneo al mercato turistico e la sua reperibilità dall’esterno. Sono
necessarie scuole per la formazione tecnica e professionale di operatori turistici e formazione superiore,
universitaria e post-universitaria di manager turistici. I Manager turistici devono essere abili nelle quattro p:
prodotto, prezzo, pubblicità e place, in grado di conoscere le regole del potere politico e delle pubbliche
relazioni.

2.6 Distanze, trasporti e vie di comunicazione

La distanza è un fattore molto importante che determina la fortuna di una stazione turistica e può essere
espressa in diversi modi:

● La distanza espressa in chilometri, misura lineare che intercorre tra due punti della superficie
terrestre. L’Italia dista 20.000 Km dall’Australia;
● La distanza spazio-tempo, tempo impiegato per spostarsi da un punto all’altro della superficie
terrestre. La distanza tra Italia e Australia è di 24 ore.
● La distanza spazio-costo, prezzo che si deve pagare per effettuare lo spostamento. Un biglietto
aereo fra Italia e Australia costa 900 euro solo andata e 1.200 andata e ritorno.

Per indicare la distanza tra regioni di turismo attivo e turismo passivo è più importante utilizzare la distanza
spazio-tempo e la distanza spazio-costo. Oggi il minor spazio-costo ha causato un aumento di turisti, grazie
ai progressi scientifici e tecnologici dei mezzi di trasporto, e ha introdotto nel mercato turistico località
prima molto distanti che non facevano concorrenza a regioni di turismo passive più vicine. Ha inoltre dato la
possibilità al turismo più breve di nascere, che vede spostamenti brevi durante i weekend o i ponti.
Esempio: giovane di pag. 45-47.
Il minor spazio-tempo, invece, ha portato ad una diversa “calendarizzazione” del tempo libero dedicato al
turismo.

Nonostante la minor distanza il rischio di terrorismo e sanitario e la scomodità del viaggio hanno aumentato
la “distanza” di alcune località turistiche.

2.7 Il turismo in tempi di crisi

Federalberghi a condotto nel 2013 una ricerca sui trend del turismo italiano e ne ha dedotto che nonostante
la crisi economica il settore turistico non risente di una grave crisi.

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3. Turismo e geografia politica


3.1 Rio 2016: “uma oportunidade sem igual”

I grandi eventi, oltre ad apportare benefici economici, comportano benefici politici. Esempio: Rio de Janeiro
pag 51. Basti pensare alla scelta della sede delle Olimpiadi che assume un profondo significato politico, fra i
casi più clamorosi: Berlino nel 1936, propaganda nazista, Mosca nel 1980 e Los Angeles nel 1984 in piena
guerra fredda, Pechino nel 2008.

3.2 La geografia politica, la geopolitica e il turismo

Geografia politica, Corna Pellegrini, dell’Agnese 1995

● Indaga sul governo del binomio territorio popolazione, in che modo viene indirizzato da un’autorità
politica;
● Individua le motivazioni dell’agire politico territoriale e ne cogli i risultati rispetto a quelli conosciuti
in precedenza.

Geopolitica classica, dell’Agnese 2003

Lo studio dello Stato in quanto considerato come un organismo geografico, così come si
manifesta nello spazio.

Geopolitica critica, G. Toal e Dalby

Toal definisce la geopolitica critica come approccio intellettuale, Daby definisce il discorso
geopolitico come un processo di esclusione spaziale (il momento essenziale nel discorso
geopolitico è la divisione dello spazio fra il nostro e il loro spazio; la sua funzione politica
quella di incorporare e regolare noi in quanto uguali e distinti, da loro, in quanto diversi).

3.2.1 Geografia politica e turismo

La geografia politica studia il governo del binomio territorio-popolazione sotto diverse prospettive:

● Nei suoi caratteri: in cosa consiste un’azione politica di interesse geografico;


● Nelle sue modalità: in che modo si realizza;
● Nelle sue motivazioni: per quali cause o fini;
● Nei suoi risultati: quali sono i vantaggi o gli svantaggi che ha ottenuto.

Il governo è inteso come potere legittimo di uno Stato e anche come i soggetti di governance, che
influenzano l’opinione pubblica (sindacati, chiese, partiti,..). È in corso un processo di empowerment, con la
quale il governo riprende il potere decisionale, delegato agli organismi istituzionali. Per binomio territorio-
popolazione si intendono le azioni che hanno come fine la gestione territoriale o demografica e le scelte che
indirettamente agiscono sulla distribuzione delle risorse e della popolazione sul territorio.

L’azione di governo modifica l’organizzazione dello spazio e i geografi del turismo ne analizzano gli effetti.
Esempio: Monte Rosa pag.55.
È necessario prendere in considerazione le politiche di governo per capire un fenomeno turistico. L’autorità
politica interviene in diversi campi per orientare il turismo verso le direzioni condivise dalla società.

3.2.2 La geopolitica e turismo

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La geopolitica influenza la geografia del turismo: sono numerosi gli aspetti dell’organizzazione territoriale
che influiscono sull’incremento e decremento dei flussi turistici.

● Sistema politico-economico adottato in un Paese. Fino agli anni 80 l’Europa dell’Est con
un’economia pianificata;
● Conflitti armati e attentati. Gli attentati alla metropolitana londinese nel 2005 e gli attentati dell’11
settembre a New York;
● Alleanze e tensioni tra le diverse potenze. Raffreddamento dei rapporti tra Italia e Gran Bretagna a
seguito della guerra di Etiopia;
● Scelte politiche e amministrative di ogni singolo Paese. Le aree militari sono incompatibili con il
turismo, esempio è il golfo di La Spezia;
● Restrittiva legislazione sulle case da gioco. In Italia sono vietate, Svizzeria e Slovenia sono dotate di
casinò sui confini con l’Italia.
● Cambio favorevole di una moneta. Il mercato di Ventimiglia ne è un esempio (pag.59)

Discorso:

▪ Insieme delle pratiche sociali attraverso cui il mondo è reso intellegibile e dotato di significato.
▪ Geopolitico: insieme di categorie, concetti e pratiche di significato attraverso cui noi diamo un senso
al mondo;
● È radicato nelle azioni della quotidianità
● È naturalizzato
● È situato storicamente e culturalmente

La necessità di segnare un territorio è tanto forte quanto è internazionale la provenienza dei visitatori.
Esempio: manifesto di Israele pag 60 (+altri esempi).

3.3 Il turismo sociale tra geografia politica e geografia economica

Nel 1936 il BITS (Bureau Internazionale del turismo sociale) definisce “turismo sociale” l’insieme di relazioni
e fenomeni che vedono la partecipazioni al movimento turistico la popolazione avente reddito medio. Tale
turismo è agevolato da provvedimenti di carattere facilmente riconoscibili. Oggi il turismo sociale ha diversi
significati:

1. Turismo che favorisce l’incontro e la socializzazione


2. Turismo rivolo a persone senza sufficiente denaro
3. Turismo per categorie sociali e specifiche
4. Turismo per conoscere e valorizzare le risorse del territorio
5. Turismo per fasce di utenza non servite dal turismo convenzionale
6. Turismo organizzato da enti pubblici, ecclesiastici e associazioni
7. Turismo senza fini di lucro
8. Turismo con finalità pedagogiche

Organizzatori: sindacalisti, imprenditori illuminati, sacerdoti, circoli società civile, associazioni giovanili e di
anziani, associazioni culturali e ambientali.

Riscopre interesse per la geografia politica ed economica. Tali organizzazioni possono dare equità sociale ed
economica della popolazione di un Paese. Sono emerse pratiche di turismo sociale valide:

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▪ Dal lato della domanda: nuove povertà. Il turismo sociale ha il compito di togliere gli ostacoli
economici;
▪ Dal lato dell’offerta: offre la possibilità a strutture ricettive in crisi o sottoutilizzate di riattivarsi.

Questo turismo è sociale sia nel momento dell’outgoing che nel momento dell’incoming. Sinonimi di
turismo sociale sono: turismo “essenziale”, equo, etico, “che porta sviluppo dove ce n’è più bisogno”. Il
turismo sociale si informa attraverso una dimensione “glociale”: visione turistica globale e locale orientata
all’equità. È necessaria una professionalizzazione dell’operatore turistico, che deve riuscire a mettere in
contatto i turisti con eventi minori e bisognosi di sviluppo.

3.4 L’opportunità di fare sistema: Sistemi Turistici Locali

Nel 2001 vengono introdotti i “Sistemi Turistici Locali”. Il turismo entra come dimensione di sistema e di
locale.

Sistema: insieme di elementi che costituiscono un’unità di base e da due serie principali, una tra gli elementi
stessi e l’altra tra elementi e l’ambiente.

Locale: scala geografica che permette le interazioni tipiche della prossimità fisica: relazioni face to face,
fiducia e reciprocità.

Sistema locale: strumento idoneo per poter dare risposta alle mutevoli problematiche che si pongono nel
mondo. Non deve essere regolamentato solamente dallo Stato, ma dagli attori stessi. Gli elementi essenziali
sono:

▪ Territorio nella sua globalità che diventa prodotto turistico;


▪ Comunità locale costituita da imprenditori, istituzioni, enti, associazioni pubbliche, private e non
profit;
▪ Progetto di sviluppo, principale compito dei STL.

3.5 Lo sguardo “diverso”: gender e post-colonials studies

Si sono affermati studi che rifanno a teorie gender, post coloniali, critical, animal, behavioral, popular, youth.
Esempi:

● Minca e Oakes: visione paradossale vissuta dal turista, in bilico tra mondo reale e rappresentato,
vissuto e visitato, oggettivo e soggettivo;
● Enderson e Minca: diverso comportamento del turista nelle diverse destinazioni e nella propria
residenza;
● Hall: distribuzione del reddito fra persone di diverse parti del mondo. “pro-poor turismo”;
● Kudsen e Grees: significati, immagini e narrative dei paesaggi che incidono sul comportamento dei
turisti;
● Corna Pellegrini: sentimento di meraviglia dei turisti;
● Borghi e Celata: prassi turistiche normali o alternative;
● Friedberg e Borghi: spazio come costruzione sociale;
● Turco: turismo come opportunità di cooperazione internazionale allo sviluppo.

3.5.1 Turismo e studi di genere

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Anche il concetto di genere (caratteristiche psico-attitudinali di un uomo o una donna)è introdotto nella
geografia del turismo. Il gender è stato introdotto negli anni 70 dagli studi femministi. La geografia di genere
è stata introdotta con l’obiettivo l’analisi delle relazioni esistenti tra spazio e genere e dei ruoli che uomo e
donna svolgono in esso. Gli studi più recenti si concentrano sull’analisi dello spazio pubblico eteronormato,
costruito intorno alla nozione di un comportamento sessuale appropriato. Fino a non molto tempo fa,
l’esperienza turistica era maschile (Grand Tour). Quando le donne iniziano a viaggiare, i viaggi “maschili” si
distinguono per più avventurosi. I viaggi più rilassanti sono sinonimo di donna e quelli più aggressivi e forti
per uomini. Anche la figura degli operatori turistici cambia a seconda del sesso.

3.5.2 Turismo e studi postcoloniali

Il termine “coloniale” permane in maniera più o meno evidente. Nel termine post colonialismo, il prefisso
“post” assume due significati diversi: nel senso di “successivo”, periodo temporale dopo il colonialismo dato
per concluso o nel senso di “oltre” in termini di eredità e di sua permanenza. Permangono oggi
rappresentazioni turistiche di spazi extra-europei che si rifanno ai modelli coloniali: terre senza tempo come
la Cina di Marco Polo, abitanti sfrenati come il Carnevale di Rio, relazioni asimmetriche tra mondo
sviluppato e in via di sviluppo come in “Africa Nera”.

3.6 Il turismo del volontariato

I turisti del volontariato o volonturisti sono una categoria di persone che intraprendono un’attività di
volontariato organizzato, portando aiuto alle persone, all’ambiente e al progresso scientifico.
Durata: da qualche giorno a un anno (career break per adulti e gap year per i giovani) con destinazioni
svariate. Gli esiti possono essere:educativi, utili, innocui e dannosi. È diventato un business: si contano oggi
60 milioni di viaggiatori organizzati da 50.000 operatori. Vi sono ONG e ONLUS, ma anche organizzazioni a
scopo di lucro.

Il turista politico intraprende il viaggio per sostenere le lotte politiche di altri paesi. È agguerrito, la
condivisione di ideali politici caratterizza questo tipo di viaggio. La loro azione è l’unica motivazione del loro
spostamento.

4. Turismo e geografia umana


4.1 Identità e motivazioni del turista

Il termina turista in Italia è di recente scoperta: nel 1856 Bartolomeo Aquarone dovette tradurre il romanzo
inglese Doctor Antonio e, di fronte alla parola tourists non seppe darle un significato. La sua traduzione fu
“eleganti giramondo”, poiché in Italia il termine torista, successivamente turista, venne introdotto a partire
dal 1877, molto più tardi rispetto a Gran Bretagna ( 1811) e Francia (1841).

Il ritardo con cui il termine turista si presenta nelle lingue europee fa notare come la prassi turistica
modernamente intesa sia di recente affermazione.

Definizioni di turista secondo l’ONU: persona che viaggia per divertimento, motivi di famiglia, salute,
riunioni, affari, studio e che soggiorna per più di 24 ore in una nazione o regione diversa da quella in cui

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risiede normalmente. I requisiti devono essere motivi di diporto e il pernottamento, che li differenziano dai
migranti (motivi economici), profughi(gravi violazioni di diritti) e escursionisti.

Oggi il turista non è più studiato solamente oggettivamente, ma si cerca di dargli significati “identitari”: la
ricerca indaga su chi si sente turista o di chi la società sente turista. Volli nel 1993 riconosce che il turismo
ha senso solamente nelle società in cui lo riconoscono come attività specifica. Rocca distingue il “proto
turismo” dal turismo propriamente detto.

Turismo:

● È proprio delle società capitalistiche;


● È collegato con l’accumularsi di capitale sociale, culturale, economico e simbolico;
● È segnato dai trend culturali che determinano bisogni e consumi.

Motivazione del turista: si muove in un’altra località perché pensa di poter soddisfare un’esigenza di
evasione. A seconda delle esigenze esistono diverse tipologie di turismo (no turismo di localizzazione).
Esempio: pista da sci indoor Dubai pag 78.
Si prendono in considerazione le esigenze dei turisti e si “costruisce” una località turistica in base ad esse. Si
parla di turismo sintetico.

4.2 Il turismo naturalistico (e la tutela ambientale)

A partire dall’Ottocento, con il diffondersi dell’industrializzazione, la società ipotizzò uno “stato naturale” in
cui l’uomo avrebbe saputo esprimere al meglio le sue capacità e potenzialità (Romanticismo). Il vocabolo
wilderness diventò alla moda. Tutt’ora l’ansia dei turisti è quella di scovare luoghi incontaminati, privi di
inquinamento e dove l’uomo non sia intervenuto. Il turismo naturalistico, richiesto dal turista post
moderno, presuppone che possano esistere località naturali, intatte, vergini che possano essere visitate.
Ma, a causa del progresso tecnologico è impensabile che si possano trovare territori non antropizzati. Il
turista post-moderno cerca il contatto con la natura, distante dalla sua esperienza quotidiana ed emblemi di
questa natura sono grotte profonde, vulcani attivi, alte vette, mari infiniti. Tali immagini vengono utilizzate
nelle vetrine delle agenzie turistiche dirette ad un pubblico sempre più interessato alla wilderness.
Esempi: il Cervino, la Monument Valley, l’Uluru-Ayers Rock, vulcano Fuji, le cascate Vittoria. Che sono icone.

In realtà non si tratta veramente di wilderness: è impossibile trovare lembo della superficie terrestre
totalmente naturale e il turismo è in parte responsabile.
Paesaggio modificato dal turismo: Cervino (esempio pag 80)
Paesaggio quasi non modificato dal turismo: isola del Tino (esempio pag.80)

D’altra parte il turismo potrebbe prevenire il degrado di una certa località (isola del Tino p.80) e costituire
una soluzione per il recupero paesaggistico. Il turismo può essere situazione di degrado o di sviluppo a
seconda dell’educazione del turista: un turista sostenibile, educato ad affrontare ambienti, luoghi e culture
con cui entra in contatto con rispetto. Il problema del degrado causato dal turismo può essere risolto
tramite un procedimento dialogico fra regioni di incoming e di outgoing.

La diffusione dei programmi di educazione ambientale nelle regioni di outgoing, può essere un’opportunità
per quelle regioni di incoming che vogliono affermarsi sul mercato turistico dell’ecoturismo.

4.3 Il turismo etnologico (e l’autenticità delle culture)

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Non esistono culture totalmente pure o non intaccate da condizionamenti esterni, ma molti turisti cercano
nei loro viaggi una cultura autentica, genuina, indigena diversa dalla propria.

Cultura autentica

● Cultura com’era prima dell’arrivo del turismo, poiché le culture entrano in contatto fra loro e si
arricchiscono.
● Cultura prima della scoperta da parte degli europei , prima dell’industrializzazione e della
terziarizzazione dell’economia.

L’autenticità viene accettata e presentata quale unica realtà possibile nel mercato turistico. Tutto deve
rimanere inalterato nel tempo (beduino nella tenda, inuit nell’igloo, africano nella capanna). Fenomeno
della museificazione delle culture.
A volte, gli aspetti culturali autentici vengono creati: un esempio è il sirtaki, una danza “tradizionale” greca
introdotta nel 1964 dal film Zorba il greco.
Esempio: Cervinia p. 83

Un oggetto tipico di una cultura può diventare souvenir, la prova di aver effettuato un viaggio. La storia dei
souvenir è antica quanto il turismo: i grandturisti riportavano in patria i resti archeologici di Roma. Il
souvenir è quindi un oggetto che precede il fenomeno turistico ed è espressione della cultura originaria del
luogo. Ma spesso è anch’esso costruito ad hoc per venire incontro all’esigenza e al gusto del turista.
Lo stesso avviene con la cultura: il turismo può valorizzare la cultura di una popolazione, ma può causare la
sua mercificazione o “prostituzione”.

4.4 Il turismo balneare ( e la deterritorializzazione del fenomeno turistico)

Turismo eliotropico o bagno tropico: ricerca di posti soleggiati dove poter fare i bagni al mare.

Ma l’epoca in cui nelle classi privilegiate era di moda la pelle chiara non è lontana: la pelle scura era tipica
delle working class che lavorava nei campi e la prolungata permanenza al sole era tipica dei tubercolotici.
Tra le due guerre le vacanze al mare si svolgevano nel periodo invernale.
Dopo la seconda guerra mondiale la stagione del turismo marittimo si sposta nei mesi estivi, grazie anche al
romanzo di F. S. Ftiztgerald del 1934 (Tender is the night) che promuoveva la moda del turismo sulle coste
mediterranee come segno di prosperità.
Oggi la vacanza estiva per antonomasia è al mare ed è caratterizzata dalle 3 S (sea, sun and sand). La località
turistica deve averle per forza e le caratteristiche naturali delle coste sono il miglior biglietto da visita per i
turisti. Infatti, manifesti, depilant, cartoline e spot televisivi mostrano spiagge con mare azzurro e
trasparente.
Più tardi, alle 3 S se ne aggiungono 2: sex and spirit (sesso e alcool), servizi offerti al turista, sinonimi di
evasione dalla realtà grigia di tutti i giorni.
Viene aggiunta anche un’altra S: sport, come apportatore di benessere (dimagrimento, recupero della forma
fisica, cura di bellezza).

La deterritorializzazione del fenomeno turistico ha coinvolto anche il turismo balneare: laghi, fiumi e piscine
offrono gli stessi servizi (stesse S) del mare. Le stesse località costiere si stanno deterritorializzando. Per
esempio, il mar Adriatico, a causa della proliferazione della mucillagine, è poco visto per i bagni di mare e
perciò si sono costruiti parchi acquatici e piscine di grandi dimensioni a poca distanza dal mare.

4.5 Il turismo rurale (e l’autocoscienza del turista)

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Il turismo rurale era diffuso anche nell’antica Roma e ha continuato a diffondersi come semplice evasione
della città calda e caotica dell’estate, soprattutto nel periodo dell’industrializzazione dove era una vera e
propria via di fuga.
Dal secondo dopoguerra diventa l’alternativa della vacanza al mare o in montagna e coinvolge numerose
famiglie.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, con l’affermarsi del benessere economico e con il progresso dei mezzi di
trasporto, il turismo rurale attrae meno.
Negli ultimi decenni questa pratica è stata riscoperta sotto il nome di “agriturismo”, per imitazione di
anglosassoni e nordeuropei e per la diminuita sicurezza nei viaggi a largo raggio.
Agriturismo: nasce in ambito agricolo e non turistico con la legge 5 dicembre 1985 n.730 che permetteva
alle aziende agricole di affiancare alle attività agricole anche quella turistica. Ma, tutt’ora, molti agriturismi,
sono strettamente legati al turismo e non svolgono altre attività. Questo perché negli anni Ottanta il
legislatore non poteva immaginare che da pratica turistica alternativa si sarebbe trasformata in pratica
alternativa di massa.

Vengono distinti i turisti d’élite e i turisti di massa, i primi infatti cercano di differenziare la loro attività
turistica per allontanarsi dai secondi. È stata costruita una distinzione terminologica fra viaggiatori e turisti: i
viaggiatori sono coloro che si distinguono dagli altri per l’elevato valore che attribuiscono al viaggio (élite), i
turisti lasciano ai primi gli aspetti più dannosi dell’esperienza turistica.
È stata fatta anche un’altra distinzione proposta da Plog nel 1973:

▪ Turisti allocentrici:
▪ preferiscono le aree non turistiche,
▪ apprezzano il sapore della scoperta e delle nuove esperienze,
▪ amano cambiare continuamente destinazione,
▪ intraprendenti,
▪ preferiscono l’aereo,
▪ si rivolgono a strutture turistiche non standardizzate,
▪ richiedono un minimo di confort,
▪ amano l’incontro con popoli e culture diverse,
▪ preferiscono un’organizzazione flessibile e libera includendo al massimo
l’albergo e il trasporto.
▪ Turisti psicocentrici:
▪ Scelgono destinazioni conosciute,
▪ Cercano attività rilassanti legate ad attività sportive e balneari,
▪ Preferiscono l’automobile,
▪ Sono poco attivi,
▪ Si rivolgono a strutture standardizzate internazionali, a negozi turistici e
ristoranti per famiglie,
▪ Non cercano novità, ma sicurezza,
▪ Scelgono pacchetti all inclusive con programmazione delle attività,
▪ Sono abitudinari,
▪ Ricercano atmosfere familiari e protettive.

Di conseguenza esistono località turistiche distinte per le due categorie di turisti.

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Un’altra distinzione è stata fatta da dell’Agnese, ma attraverso un approccio soggettivo (categorizzazione


soggettiva, auto identità), cioè prendendo come schema d’indagine ciò che i turisti pensano di loro stessi. Si
distinguono quindi:
▪ Turistofobi:
● Si definiscono viaggiatori,
● Preferiscono le aree che non ritengono turistiche (spazi pseudo-Robinson),
● Ritengono di poter scoprire nuove località e paesaggi o nuove stagioni per
vecchi paesaggi (mare d’inverno),
● Credono di essere intraprendenti,
● Sono spericolati
● Accettano (preferiscono) la scomodità,
● Credono di voler conoscere l’Altro,
● Non amano i viaggi organizzati.
▪ Turistofili:
● Cercano località di tendenza,
● Preferiscono la folla vacanziera e l’alta stagione (Sardegna d’agosto, Cortina
a Natale),
● Non vogliono scoprire nulla: se sono all’estero non escono dal villaggio
turistico,
● Seguono le mode sportive, l’abbronzatura e le attività rilassanti,
● Non vogliono uscire dalla loro environmental bubble: strutture ricettive
standardizzate, ristoranti all’italiana, sicurezza,
● Non voglio incontrare l’Altro,
● Amano i viaggi super organizzati.
Anche in questo caso, le località turistiche si possono distinguere a seconda che siano presentate e
percepite in maniera più idonea ad attirare gli uni o gli altri. Esempi: Cinque terre è per gli americani una
destinazione per turistofobi, il mar Adriatico per turistofili. Il turismo rurale, nonostante sia diventato un
turismo di massa, è percepito come alternativo di massa per soddisfare la categoria di turisti che si definisce
turistofoba. Schmidt di Friedberg diceva che non è importante che una località sia d’élite o di massa, ma
che venga percepita come tale.

4.6 Il turismo religioso (e le esperienze “virtuali” del turista)

È una prassi comune per tutte le fedi. Sono località di interrese storico culturale, come città sante, sacrari e
tombe, o siti naturali, come vette, fiumi e sorgenti. Il pellegrinaggio è un incontro con Dio, con i propri simili
e con se stessi. Il turismo religioso ha riassunto importanza grazie al rilancio del cammino di Santiago (anni
80) e il pellegrinaggio a Roma per il Giubileo del 2000.
Nei “luoghi dello spirito” vi si recano persone di ogni genere (giovani, anziani, lavoratori, studenti..) e le
mete variano: da quelle classiche come Roma, Terra Santa, Santiago, Lourdes a itinerari turistici classici
(Cinque Terre, Marocco, Slovenia, Cina e la via della Seta, Cile e l’isola di Pasqua) e ancora destinazioni
rivisitate dal punto di vista religioso (la Baviera di Benedetto XVI, l’Argentina di Papa Francesco).
In Italia, ogni anno 250.000 persone partecipano ad un’esperienza turistica religiosa, senza contare gli eventi
religiosi di grande portata come le giornate mondiali della gioventù.

Le destinazioni variano a seconda della religione (Benares per induisti), ma alcune guide turistiche hanno
proposto itinerari, come quello di Santiago, rivolgendole a turisti di altre religioni e non credenti
(considerandolo come viaggio dello spirito). Ma altre località, come Nazareth sono contestate da due

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religioni. Molto spesso la prassi turistica religiosa ha come destinazione luoghi sostitutivi, di più facile
accesso, facendo rientrare il turismo religioso in turismo virtuale.

Dal IV secolo fino al Trecento i pellegrini che partivano per Gerusalemme, partivano con incertezza. Dal
Quattrocento, in seguito all’affermarsi del dominio turco in Medio Oriente, il numero dei pellegrini diminuì,
così si costruirono destinazioni sostitutive in Europa che esistano tutt’ora. Prototipo quello di Bernardo Caini
del 1481. (Via Crucis, grotte di Lourdes.

Anche località non religiose vengono riprodotte, come per esempio Venezia a Las Vegas. Il turismo virtuale è
fatto anche per ciò che si deteriora nel tempo, o ancora tramite libri ed internet, che offre l’opportunità di
vedere località turistiche sia dall’interno che dall’esterno (anche nei minimi dettagli, che nella realtà non si
potrebbero vedere in modo dettagliato).

4.7

Nel XIX secolo si era diffusa tra la borghesia la moda che aveva imposto il soggiorno terapeutico quale prassi
necessaria per distinguersi socialmente. Le mete erano l’Adriatico, la Romagna, la Valtellina e la Valle d’Aosta
che avevano condizioni climatiche ed ambientali per portare sollievo a patologie allora incurabili.
Andato fuori moda, solo dopo gli anni Sessanta del XX, le località turistiche terapeutiche si sono dovute
reinventare in località del fitness che hanno per motivo il benessere psicologico (yoga, massaggi orientali,
bagni nel fieno..).

Un altro alibi turistico è il turismo culturale, poiché ogni viaggio ha come fine accrescere la cultura del
viaggiatore. Ma oggi l’aggettivo culturale segue l’esperienza turistica poiché si è diffusa una certa reticenza
da parte dei turisti ad ammettere di aver fatto un viaggio solo per svago o per riposo.

Turismo M.I.C.E. (meeting, incentive, conference, event) è alibi per la prassi turistica. È il turismo dei
congressi e dei meeting di lavoro. Crea prestigio alla struttura ricettiva e alla località che lo ospita e la spesa
medie è di due o tre volte superiore a quella dei normali turisti. La cultura non è secondaria.

Le gite scolastiche (viaggi e visite d’istruzione o culturali) sono fondamentali per una scuola che voglia
essere considerata aggiornata e concorrenziale in mezzo alle altre (settimane bianche, viaggi in mete
italiane, europee ed extra europee, corsi di lingua all’estero,..). Il basso prezzo le rende accessibili a tutti e
sono un motivo per socializzare fra compagni, l’occasione per responsabilizzarsi e un sollievo per i genitori.
Non hanno una funzione prevalentemente culturale, ma sono formative per altri versi.

4.8

Turismo della memoria: il viaggiatore cerca di salire su una macchina del tempo per ritornare nel passato ad
assistere ad un evento storico importante per svariati motivi. Ha riscosso un successo straordinario perchè
uno dei pochi momenti per evadere dal mondo è quello di rifugiarsi nel passato. Nascono così parchi a tema
storico, culturale, letterario, etnografico, archeologico e manifatturiero di living history o di re-enactment. Il
passato si rievoca tramite personaggi in costume, musiche, filmati e idealizzazioni, ma tra due diverse
prospettive:

● From below: dalla base di un’epoca che procede dai gusti dei turisti e dalla loro cultura;
● From above: dall’alto per un preciso disegno politico e di interessi.

Sono ricostruzioni artificiali con immagini stereotipate da cui emerge un’autenticità presunta, data per
scontata (preconcetti che esistevano già all’epoca Grand Tour p.99).

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Gli stereotipi geografici derivano dall’educazione ricevuta dai modelli sociali, dalle esperienze scolastiche e
sono difficili da sradicare (Benares p.99). Ci sono oggetti geografici e tipi umani che identificano una regione
(Australia canguro), sono stereotipi che nessuno mette in discussione:

● onnipresenti, cioè senza spazio e tempo: all’interno di una regione non esistono differenze,
sfumature, particolarità, tutto è uniforme;
■ senza spazio: è caratterizzata nella sua interezza e non vi possono essere diversità;
■ senza tempo: così è, così era, così sarà;
● l’Altrove e l’Altro sono sempre più arretrati, primitivi e incivili;
● sono sfruttati dall’industria turistica, che conferma gli stereotipi del potenziale turista sia che sia
positivo o negativo;
● è presentato sia nella regione di outgoing e sarà offerta (anche a costo di costruirlo) nella regione di
incoming.

Esempio: il 24 giugno 1858 Henri Dunant fu spettatore involontario della battaglia di Solferino e
successivamente fondò la Croce Rossa italiana. Oggi sul luogo della battaglia sorgono monumenti e sacrari e
a Castiglione delle Stiviere sorge il Museo Internazionale della Croce Rossa, dove sono organizzate visite.

Turismo enogastronomico:

turista enogastronomico foodtrotter o gastronauta, a seconda che il giacimento enogastronomico sia il


target centrale o esclusivo del suo spostarsi. ( Paolini 2000 )

il cibo è capace di causare un cospicuo flusso turistico: nella nostra società, in un mondo globalizzato e
macdonaldizzato, è diventato il principale elemento di cultura materiale caratterizzante una regione, rurale
o urbana.

( es. lardo di Colonnata, tartufo di Alba.. )

Anche per la gastronomia vigono stereotipi, che vengono sfruttati nonostante siano poco o per nulla
autentici. Il cibo può essere quindi un elemento identitario per una regione turistica passiva ma anche uno
strumento per il rafforzamento dell’identità del turista.

Definire un’identità diversa dalla propria significa ridefinirsi facendo leva sull’intera gamma delle altrui
differenze.  depaysement è occasione di crescita, funzione formativa del viaggio, conoscenza del mondo e
di se stessi.

( J.M. Miossec  relazioni tra turisti e autoctoni:

- Incertezza: autorità e comunità locale hanno un atteggiamento incerto nei confronti del turismo

- Divisione: autoctoni si dividono in indifferenti, curiosi o scettici nei confronti del turismo

- Entusiasmo: i locali collaborano alla costruzione di strutture per il turismo ma usufruiscono in


maniera ridotta

- Imitazione: comunità locale assume un atteggiamento di imitazione dei comportamenti dei turisti. )

Spesso avviene costruzione psicologica e fisica dell’environmental bubble, bolla culturale uguale e quella
della regione di outgoing entro la quale il turista si possa muovere con disinvoltura senza mai venire a
contatto con l’Alterità dei luoghi e delle persone. Esiste anche l’environmental bubble alimentare ( es. nella

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cittadina di Torquay, famosa per le scuole frequentate da giovani italiani, sono sorti numerosi ristoranti
italiani, crociere che assicurano italian style.. ). La creazione dell’ environmental bubble era presente anche
nel passato ( es. Firenze, Sicilia ecc. presentano environemental bubble britannici, realizzati dalle colonie di
turisti inglesi).

9. Il turismo di esperienze: fare nuove esperienze.

Oggi il turista viaggia in un periodo breve e cerca una nuova esperienza alternativa.

Accanto ai servizi turistici tradizionali se ne creano di nuovi: pratiche sportive più estreme, esperienza del
gioco d’azzardo..accessibilità di sostanze stupefacenti, turismo sessuale..

Il turista esperienziale si spinge anche a scegliere località rischiose per la sicurezza personale, a volte anche
di cattivo gusto.

Questi tipi di turismo offrono al turista un nuovo mondo nel quale immergersi, lontano dalle abitudini
quotidiane, dal proprio modo di pensare, dalle proprie sicurezze.. il turista tradizionale cerca un
depaysement, cioè trovarsi in un ambiente altro, quello post-moderno cerca un depaysement esterno a lui,
più profondo, sociale, culturale, etico, psicologico, nel quale trovare la soddisfazione della sua vacanza.

Capitolo 5: TURISMO E GEOGRAFIA AMBIENTALE


Domenico Ruocco lo studio dell’evoluzione dei rapporti tra l’uomo e la natura, le scienze in genere e la
geografia, hanno adottato oppure originato movimenti di pensiero che sono passati da una concezione di
dipendenza assoluta dall’ambiente, ad una di comportamento autonomo, prevaricante e dominatore sulle
forze fisiche e biologiche e poi ad un’idea di sviluppo compatibile con l’ambiente. Siamo ora nella fase di
ripensamento dei rapporti con la natura, per rispondere meglio alle esigenze della conservazione della
qualità della vita umana.

1. Ha caratterizzato la cultura geografica dal XIX secolo fino alla Grande Guerra determinismo

L’essere umano e le sue azioni sono sottoposte a leggi naturali rigide e incontrovertibili.

La geografia politica e la geopolitica elaborano modelli secondo cui è la natura a determinare le scelte
umane in ambito politico e a dirigerle verso le uniche e sole soluzioni durevoli possibili.

Il turismo non ha ancora raggiunto la dimensione di massa. Il viaggiatore-turista è spesso incaricato di una
missione civilizzatrice che gli è data dalla sua naturale propensione al bene e al buono, la comunità locale
invece è quasi sempre sfavorita nel suo sviluppo dagli aspetti ambientali nei quali vive.

2. Va dalla fine dell’Ottocento fino alla Seconda Guerra Mondiale possibilismo

Nata in Francia con P.Vidal de la Blanche e con L. Febvre, incomincia a porre ambiente e società su un piano
paritetico, dove il primo influenza l’altro ma non determina.

Conosce il passaggio al turismo di massa e vi è la realizzazione di esempi di insediamenti turistici che


modificano il paesaggio originario della regione di incoming a immagine della regione di outgoing, creando
così i primi environmental bubble.

3. Anni compresi tra le due Guerre volontarismo

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Nel rapporto tra società e ambiente vi è una quasi totale preponderanza della prima sul secondo.

Negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo vi è la fase del grande sviluppo del turismo di massa.

4. L’incidente della nube di Seveso del 1976 è il punto di svolta che porta all’abbandono del paradigma
volontarista  ecocentrismo

Invoca un rapporto di rispetto con la natura da parte dell’essere umano.

Il ventennio che va dalla Dichiarazione di Stoccolma sull’ambiente umano, alla Conferenza delle Nazioni
Unite di Rio de Janeiro su ambiente e sviluppo attraverso soprattutto il rapporto di Brundtland vede nascere
e definirsi il concetto di sviluppo sostenibile.

Nasce il concetto di turismo sostenibili, basato su:

Lo sviluppo del turismo deve essere basato sul criterio della sostenibilità, ciò significa che deve essere
ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente
equo nei riguardi delle comunità locali.

Limiti dello sviluppo sostenibile:

- Ruocco nel 1999, trova un limite nella concezione di ambiente adottata dalla Dichiarazione di Rio:
dà al termine un significato ecocentrico, cioè troppo naturalistico, escludendo così la componente culturale
dell’ambiente; l’essere umano non va considerato solo come responsabile di degrado, ma anche come
modificatore in meglio delle condizioni ambientali.

- Gagliardo nota che di fatto è accaduto che il polo di interesse del pianeta si sia spostato dall’essere
umano alle risorse che egli consuma per vivere, quasi a voler significare l’inconsistenza o la subalternità
della persona al di fuori di un sistema di nutrizione, dato, per se, piuttosto ovvio.

- M.Schmidt di Friedberg dice che la sostenibilità acquista la valenza di un’ideologia conservatrice,


strettamente legata al processo di globalizzazione e rivolta a giustificare l’esistente da un punto di vista
sociale e politico: una formula rivolta più a raccogliere i consensi piuttosto che a fare chiarezza sui problemi
da risolvere.

- Il paradigma della decrescita felice, che mette totalmente in discussione il meccanismo della
crescita economica come fattore di benessere.

La messa in crisi del concetto di sviluppo sostenibile mette in discussione anche il concetto di turismo
sostenibile. Secondo Schmidt di Friedberg turismo e sostenibilità sono due concetti inconciliabili.

Secondo il Rapporto di Brundtland il turismo sostenibile potrebbe essere per pochi o per chi rimane in casa,
ma è un atteggiamento snobistico e turistofobico.

Lo sviluppo sostenibile sarebbe un’utopia necessaria.

I geografi non vogliono ridurre l’essere umano ad una visione puramente ecologica, per essi l’ambiente è il
quadro di vita delle società umane, che ricade sui loro modi di utilizzo dello spazio, ma anche un quadro di
vita che esse a loro volta forgiano.

Sviluppo dello spazio secondo Lozato-Giotart:

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- Spazio visitato uno spazio semplicemente osservato da un turista che rimanga esterno rispetto
all’insieme territoriale oggetto di visita e che quindi non imprime nessuna impronta su di esso; si deve
intendere se l’impatto ambientale del fenomeno turistico non ha modificato profondamente l’ambiente
originario

- Spazio organizzato caratterizzato dalla risorsa strutturale, coinvolge la volontà della comunità
locale o degli imprenditori turistici provenienti dall’esterno di costruire uno spazio turistico. (es. Disneyland )

- Spazio consumato eroso o distrutto dall’insediamento turistico, lo spazio turistico è una risorsa
non rinnovabile. Oppure è goduto o acquistato.

- Spazio gestito la cui immagine non è altro che un riflesso abbellito.

Principali pressioni che il turismo esercita sull’ambiente delle regioni di turismo passivo ( OCSE 1980 ):

- Effetti di inquinamento

- Perdita di terreni agricoli e della fauna

- Degradazione del paesaggio e dei siti artistici e monumentali

- Effetti di congestione

- Effetti di conflitto

- Effetti di concorrenza

- Ecc.

Il turismo però non deve essere considerato solo come la causa di gravi danni all’ambiente, ma anche come
metodo di tutela dell’ambiente.

Turismo sulle zone di transito porta ad un sviluppo straordinario, prima quei siti venivano solo attraversati.
Oggi le zone di transito e i mezzi di trasporto riscoprono una loro importanza turistica in quanto vengono
attrezzati appositamente per indurrei turisti a trascorrere parte del loro tempo e possibilmente a farlli
spendere diventando esempi di turismo o escursionismo di transito. ( es. duty-free negli aeroporti, orient
Express o sulla Transiberian ).

Il turista prima o poi torna al luogo di abituale residenza senza che la sua assenza abbia modificato il
territorio di outgoing, se diamo al termine ambiente un significato soltanto ecologico; se invece con il
termine ambiente si considerano anche gli scambi economici, le relazioni sociali, il mondo culturale delle
persone ecc. si può immaginare che il turismo ha un grande impatto ambientale anche sulla regione di
outgoing:

- Il turista va a spendere altrove il reddito percepito nel luogo abituale di residenza e quindi origina
un flusso importante di denaro, sottratto alla regione di partenza e diretto altrove;

- Dà lavoro a tutta una serie di figure professionali legate al turismo, situate nelle regioni di fuga;

- Il turista ha accresciuto la sua cultura, acquisito nuove esigenze e nuovi stimoli;

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- Il turista ha costruito e costruisce continuamente il suo gusto turistico proprio nella sua città o nel
suo paese di residenza.

Vi è stato un ribaltamento totale del rapporto lavoro/tempo libero, la vacanza non è più concepita come un
tempo ricreativo ma il lavoro stesso è concepito in funzione delle vacanze e del turismo, il quale ormai ha
assunto un posto elevato nella scala delle priorità di un individuo.

Il turismo, soprattutto nelle dimensioni attuali, può essere sia apportatore di danni sia di protezione
all’ambiente tanto nelle regioni di fuga, quanto in quelle di transito o in quelle di arrivo, dipende tutto dal
modo di fare turismo, e di essere turisti.

Il territorio è una risorsa non rinnovabile, quindi consumabile o esauribile dalle diverse attività umane, ed è
quindi soggetto ad un ciclo di vita. Connettendo il territorio di una regione turistica alle diverse fasi di un
mercato turistico si possono elaborare dei modelli secondo quali il territorio si trasforma passando da una
fase di nascita a una di morte attraversando una fase di crescita e una di declino, rappresentabili con una
curva ad andamento gaussiano:

Plog
Prima fase: presenza del turista allocentrico ( nuove esperienze e il territorio risente poco la presenza)
Seconda fase: presenza del turista innovatore quasi-allocentrico (ama le novità ma richiede maggior
sicurezza, il territorio comincia a organizzarsi in funzione turistica)
Terza fase: presenza del turista mid-centrico ( intermedio rispetto agli allocentrico e psicocentrici, nasce la
regione turistica )
Quarta fase: presenza del turista tradizionalista psicocentrico ( contribuisce al declino ambientale )
Quinta fase: presena del turista psicocentrico ( viaggia per obbligo sociale o moda, il territorio perde la sua
attrattiva peculiare e entra in crisi )

Miossec
Fase 0, pre-turistica: territorio visitato da pochi o attraversato ( no presenza di vie di comunicazione o
insediamenti a uso turistico; domanda non conosce il territorio; comunità locale ha atteggiamento incerto
nei confronti del turismo)
Fase 1, pioniera:turismo si affaccia su una località isolata ( nuove o rinnovate vie di comunicazione, turisti
iniziano ad avere percezione della regione, autoctoni si dividono in indifferenti, curiosi e scettici )
Fase 2, dell’imitazione: si moltiplicano le località turistica nella regione ( sviluppo infrastrutture, turisti
migliorano la percezione della regione, i locali collaborano con le autorità per la costruzione di strutture
turistiche, di cui usufruiscono poco)
Fase 3, dell’organizzazione: il territorio inizia ad organizzarsi in stazioni specializzate situazioni
concorrenziali ( ogni stazione attrezza il suo territorio con strutture turistiche, i turisti hanno possibilità di
scelta, la comunità locale imita i loro comportamenti)
Fase 4, satura: totale gerarchizzazione e specializzazione delle stazioni nelle regioni ( ambiente
caratterizzato da strutture urbane che il turista vuole evitare, rifugge in un ambiente non più naturale,
comunità locale vive in crisi economica e sociale )

Butler
Fase 1, della scoperta: pochi turisti vogliono fare un’esperienza di compenetrazione con la vita locale in un
ambiente incontaminato e povero di servizi per l’ospitalità
Fase 2, iniziale: popolazione locale intravede potenzialità economiche nello sfruttamento turistico, organizza
l’offerta all’interno di un’area turistica

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Fase 3, del decollo: il controllo del turismo sfugge agli operatori locali e va a quelli esterni, diminuisce la
qualità per il maggiore uso delle strutture e l’affollamento dei turisti
Fase 4 del consolidamento: crescita con andamenti marginali decrescenti, necessaria l’adozione di incentivi
per prolungare la permanenza dei turisti
Fase 5, della saturazione: numero massimo dei turisti raggiunto, operatori si sforzano per mantenerli,
comunità locale conscia dei problemi ambientali, sociali ed economici connessi al turismo
Fase 6, del declino o della rivalutazione: si perdono turisti e il valore qualitativo si abbassa, possono essere
introdotte nuove politiche turistiche

Critiche ai modelli evolutivi gaussiani:

- Minca fa notare che il territorio considerato da Miossec e gli altri teorici del ciclo della vita è
sostanzialmente desertico, una tabula rasa sulla quale si imprime una progettualità turistica senza prendere
in considerazione tutta la realtà pres-turistica

- Costa si concentra sul fatto che a tali modelli sottostà un limite metodologico che a sua volta è la
conseguenza di un’implicita e seppur sottile opzione anti-turistica; critica anche l’implicito pessimismo che
nell’ultima fase si possa verificare la possibilità di un ringiovanimento della regione turistica. Costa propone
così un altro modello di classificazione delle località turistiche, dove la direzione verso la quale evolve la
località turistica sta principalmente nelle scelte realizzate dai diversi soggetti sociali.

- Intensità flussi

_ Turismo alternativo occasionale Turismo insostenibile di massa

- Turismo alternativo occasionale  turista tipo è soprattutto avventuriero, saccopelista, un freak

- Turismo insostenibile di massa  porta al decesso della località turistica

- Turismo sostenibile di massa  laddove si applicano politiche turistiche basate sull’utilizzo di


strumenti di tutela dell’ambiente sia naturale che umano

- Turismo alternativo programmato  si basa su strumenti precauzionali per far si che una regione che
si sta imponendo nel mercato turistico non debba poi richiedere quei correttivi capaci di rendere
nuovamente sostenibili le presenze turistiche. Si auto-definisce alternativo ma lo è solo l’immagine

Fino ad una certa soglia il turismo non risulta solo sostenibile ma porta altresì benefici alla comunità locale;
dopo tale soglia incomincia a intaccare l’equilibrio antropogeografico che alla fine si rompe
irrimediabilmente; diventa necessario utilizzare un parametro con il quale si possa misurare il livello di
sopportazione turistica di una data regione per poter evitare di oltrepassarlo e quindi di saturarla:

- Valutazione dell’impatto ambientale  si analizza l’impatto ambientale di qualsiasi opera umana


costruita sul territorio

- Valutazione ambientale strategica  prende in considerazione i singoli interventi in quanto parte


integrale di un programma di più ampio respiro

- Capacità di carico  capacità di una regione di accogliere turisti evitando di apportare danni
irreparabili all’ambiente ( ecological, tourist social e host social )

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La tutela ambientale non è più vista unicamente e rigidamente inversamente porporzionale all’affluenza
turistica, ma tenendo conto del comportamento turistico. ( es. massiccio del Gran Paradiso, fino al 1922
riserva reale di caccia; quando fu aperto il parco nazionale il Gran Paradiso si è aperto al flusso turistico, ma
il comportamento dei numerosi turisti di oggi è per certi sensi molto più sostenibile rispetto a quello del
sovrano tutela faunistica).

Esistono strumenti con una doppia valenza, quella di tutelare l’ambiente e di valorizzarlo proprio attraverso
il turismo, e non nonostante esso. Lozato- Giotart fa una distinzione dei siti a interesse turistico per
analizzare gli strumenti:

- I siti-sfondo naturali e non modificati strumenti idonei di tutela possono essere i parchi o aree di
tutela naturalistica; la tutela è la più severa poiché si tratta di siti non modificati. Le finalità paesaggistiche e
turistiche perseguite dagli strumenti di tutela di questi particolari lembi di territorio sono strettamente
collegate tra di loro e vanno di pari passo.

In Italia dal 1939 vi è una legge che tutela le bellezze naturali e poi saranno denominate paesaggio nella
costituzione repubblicana. Ogni area necessita di tutela ambientale, ma si richiedono strumenti più severi o
più specifici per certe particolarità. La creazione di numerose aree protette ha dato la necessità di creare
una legge quadro per coordinare le legislazioni regionali salvaguardando la loro autonomia legislativa e
amministrativa, e distingue: i parchi naturali ( di più grandi dimensioni, contengono una o più ecosistemi
intatti o parzialmente alterati da interventi umani) e le riserve naturali ( dimensioni più ridotte, contengono
specie animali o vegetali naturalisticamente rilevanti).

Le aree protette danno al cittadino la possibilità di entrare in contatto con la natura integra e la presenza del
turista può essere molto perniciosa se il suo comportamento diventa non sostenibile, ma può altresì essere
un grande vantaggio.

- I siti-sfondo ureani  la restrizione o il controllo degli accessi stanno alla base della tutela di tali siti;
ultimamente si assiste al successo del turismo urbano, cioè quello avente come meta quei più o meno grossi
centri abitati che abitualmente costituivano l’area di fuga. Le città sono quindi sottoposte a pressioni
ambientali che vanno gestite ed organizzate. Le politiche urbane di contenimento degli effetti negativi
dell’afflusso turistico eccessivo sono basate su diversi strumenti: 1. Il “vaso di miele”, se in una regione vi è
la presenza di una sola area che magnetizza i flussi turistici si organizzano le aree immediatamente
circostanti per il flusso turistico principale e quelle più distanti per attirare diverse categorie di turisti (es.
Giubileo del 2000, Expo Milano 2015..). 2. La restrizione degli ingressi, solidamente ispirata a motivazioni di
ordine scientifico. ( es. Cappella degli Scrovegni, Cenacolo Vinciano.. ). Questa prassi a difficile da attuare ad
una città intera poiché si basa sulla distinzione tra viaggiatori-turisti e viaggiatori-non turisti. Si cerca così di
controllare non l’accesso non dei turisti ma l’accesso dei veicoli a uso turistico. 3. L’accesso a pagamento ai
siti, più il prezzo del biglietto è elevato, minore è la presenza turistica e quindi l’impatto sull’ambiente. Il
problema però è che la cultura e il turismo culturale devono essere accessibili a tutti.4. il ruolo della
formazione dei turisti, i turisti disinformati sono i più distruttivi poiché non sanno quello che fanno. Un
programma di informazioni responsabilizzanti può fare la differenza.

- I siti-sfondo naturali e in parte modificati possono esercitare un buon effetto di conservazione i


parchi culturali o letterari; interagendo con l’ambiente l’essere umano, gli attribuisce alcuni caratteri
peculiari che rilevano della sua cultura e del suo pensiero, l’interesse turistico di numerosi siti è da ricercarsi
nel significato culturale della località, nelle impronte immateriali che l’umanità ha lasciato su di essa
nell’attribuirle un significato.

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La modifica parziale può essere quella che viene apportata dall’aggiungere loro un significato da parte della
cultura dominante. I parchi letterari sono luoghi di grande ispirazione di grandi autori della letteratura, sono
finalizzati a promuovere lo sviluppo regionale proprio attraverso una valorizzazione, soprattutto turistica, del
paesaggio, e divengono anche occasione per una crescita economica. Le modalità proprie di un parco
letterario sono quindi ancora molto imprecise. I criteri che un paesaggio deve possedere sono: la valenza
letteraria dello scrittore, il territorio deve essere riconducibile a quello descritto , l’istituzione del parco deve
essere potenzialmente apportatrice di imprese soprattutto giovanili e il parco deve garantire standard
elevati di qualità e innovazione.

- I siti scrigno strumenti idonei per la tutela sono i musei all’aria aperta e gli ecomusei; essi sono atti
a tutelare un bene culturale di primo ordine quale è il paesaggio, sono strutture finalizzate alla
conservazione e alla fruizione anche turistica di ambienti, naturali e non, entro cui si svolgeva la vita
quotidiana delle generazioni passate. I musei all’aria aperta, nati a fine Ottocento nei paesi scandinavi si
fondano su edifici smontati e rimontati in spazi aperti al pubblico, le critiche sono quelle di trasmettere una
cultura limitata a un particolare momento storico e priva di quella dimensione evolutiva che è propria di
ogni cultura.

Gli ecomusei, nati in Franci negli anni Settanta del secolo scorso, si aprono non solo verso il passato ma
anche e soprattutto verso il futuro. Gli edifici non sono spostati dalla loro sede naturale, ne dalla loro
popolazione residente. Gli obiettivi degli ecomusei sono quindi quelli di conoscere, salvaguardare e
valorizzare ( primi enti la Regione del Piemonte e la Provincia autonoma di Trento).

- I siti posticci  strumenti utili per la loro tutela sono i marchi di qualità; a volte l’ambiente è stato
totalmente modificato ed è fondamentale che l’immagine che essi possiedono sia conservata, attuando una
forte tutela del servizio turistico. Le certificazioni di qualità sono nati ai fini aziendali con lo scopo di
certificare l’elevato livello di qualità dei prodotti in un mercato sempre più concorrenziale dove la qualità
può essere trascurata. Dopodiché essere hanno iniziato ad essere attribuite anche agli enti locali territoriali.
( es. Le certificazioni internazionali ed europee, le bandiere blu, le bandiere arancioni, i borghi più belli
d’Italia e “ospitalità italiana”). Tali certificazioni causano un aumento dell’afflusso turistico nelle località che
le hanno ottenute.

Capitolo 6: TURISMO E IMMAGINE


Highclere Bampton

Piccola civil parish, cioè un’entità amministrativa inglese;

nella contea dello Hampshire, al confine con la contea Berkshire, distante circa 100km a SSW dal centro di
Londra.

Territorio collinare ampi boschi di querce, laghi di origine periglaciale

Popolazione di 1500 abitanti

Lavoro per 50% assorbito dalla tenuta del Castello di Highclere con attività agricole, di allevamento,
commerciali, turistiche; il rimanente è impiegato nella città di Newbury.

Castello di Highclere visitatori quintuplicati dopo trasmissione della serie televisiva, turisti 1200 circa al
giorno, dalla Gran Bretagna, dalle altre nazioni anglofone, dagli USA e da nazioni europee

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( valori però che indicano escursionismo e non turismo ).

Nei titoli di coda vi è scritto che le riprese sono state fatte a “Highclere Castle,Barkshire”, l’errore geografico
è stato fatto per due motivi: 1. Le relazioni di Highclere con Newbury sono molto strette 2. L’immagine
turistica: lo Hampshire è un luogo rurale di agricoltura e allevamento, il Berkshire rappresenta un raffinato
luogo rurale di residenza e villeggiatura che eleva lo status del castello Civil parish dell’Oxfrodshire,
distante circa 115 km a WNW dal centro di Londra

Sita sui terrazzi di origine fluviale della valle del Tamigi

Popolazione di 2500 abitanti

In passato basata sull’agricoltura e l’industria conciaria, adesso agricoltura, piccolo commercio, allevamenti,
industrie e servizi dei centri più vicini.

Orari di apertura del Visitor Center nella biblioteca civica, 100/200 visitatori al giorni, prima della
trasmissione non si sa perché non esisteva ancora il VC.

Per entrambi il turismo ha sempre avuto un’importanza ridotta, i flussi di incoming sono stati limitati a
qualche escursione delle vicine Londra e Oxfrod. Negli ultimi anni vi è stata anche la riscoeprta del turismo
rurale. La loro occasione è stata nel 2009 proposta da parte delle società televisive Carnival Film e
Masterpiece di girare presso il locale Castello il serial televisivo Dowton Abbey( vedi trama ) , dano origine a
un flusso di “cineturismo”.

Highclere  scelta per motivazioni economiche

Bampton scelta per una fortunata combinazione, segnalata da un tecnico mentre cercavano una location
simile allo Yorkshire

Le diverse location hanno cercato di sfruttare a fini turistici l’immagine che il serial ha loro offerto
attraverso:

- Totale rifacimento dei siti internet

- Creazione di numerosi percorsi turistici a tema

- Accenno alla serie televisiva, anche tramite riproduzione di fotogrammi tratti dallo stesso, sui
dépliant pubblicitari

- Nelle tea room, vendita dei prodotti gastronomici attraverso marchi che richiamano la fiction o
ricettari di piatti serviti a tavola sul set

- Nei gift shop  souvenir, copie di DVD, libri, guide turistiche, album fotografici

- Nei locali aperti al pubblico e negli esercizi commerciali, fotografie, autografi, frasi e oggetti
richiamanti scene o frasi del film.

Gli strumenti con i quali si costruisce un’immagine turistica sono molteplici:

- Il turismo e la toponomastica hanno in comune un concetto importante, quello dell’immagine. Il


turismo poggia in buon parte su di essa e i toponimi sono immagini di per sé o simboli evocatori di

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immagine; una località turistica deve infatti avere come prima cosa un suo preciso toponimo il quale,
costituendo un vero e proprio marchio commerciale, deve essere preferibilmente evocatore di immagine.

Toponimo  nasce quando la società attribuisce un qualsiasi valore a una località, le dà un nome geografico
e le riconosce un’identità; muta al mutare dei significati che le comunità attribuiscono ai siti, quando alcune
località si sono trasformate in regioni turistiche ( neotoponimi turistici ) e infine muore.

I toponimi delle località costiere e anche quelli delle località montane risentono degli influssi turistici ( es. la
toponomastica delle vette  alle vette davano il nome del primo scalatore o quello di un grande alpinista
perlopiù scomparso; nomi alle vie alpinistiche ).

In alcuni casi il neotoponimo si affianca a quello già in uso, a indicare una nuova identità della località ( es.
Sotto il Monte- Giovanni XXII, Porto Empedocle-Vigata).

Toponimi non ufficiali ma utilizzati Chiantishire, dato dal successo del turismo verde inglese nella regione
toscana del Chianti.

Toponimi che diventano sostantivi marbellizzare, rapallizzazione, belearizzazione, riminizzazione,


comizzare, Spa ( città belga delle Ardenne )…

- Una delle motivazioni che possono cooperare al lancio turistico di una località è la presenza di quelli
che si chiamano VIP. Ogni epoca e società hanno il loro modelli sociali, facilmente imitati da ampi strati della
popolazione. ( nelle società europee dell’Ancién Régime e nell’Ottocento la classe borghese imitava i
comportamenti turistici dei regnanti, per esempio la regina Margherita è la causa del successo di Gressoney
e Bordighera. Nelle altre epoche il comportamento non è diverso, cambiano solo i “sovrani”).

I VIP possono essere anche poeti o letterati, e la loro presenza viene sottolineata soprattutto in funzione
dell’immagine che gli operatori turistici vogliono dare alla loro località.

A volte sono gli operatori stessi che invitano i grandi personaggi del momento a trascorrere un periodo
presso di loro affinché possa essere costruita un’immagine diversa ( es. Muretto di Alassio ).

- Importante è anche la relazioni tra immagine turistica e letteratura.

Parlando del Castello di Highclere, le uniche pubblicazioni che lo vedono protagonista sono le memorie che
il VI Conte ha pubblicato negli ultimi anni della sua vita, ma non hanno avuto un risconto sull’immagine
turistica. Una delle fonti d’ispirazione della serie televisiva invece è il volume “Below Stairs” di M.Powell.
Invece la contessa Carnarvon ha scritto due romanzi aventi per argomento principale le biografie di Lady
Almina e Lady Catherine.

Fino agli anni Settanta del Novecento la letteratura è stata una fonte oggettiva di sapere, come se si
trattasse di documenti storici dall’alta attendibilità. Negli anni Settanta con i nuovi paradigmi geografici
basati sulla percezione, i geografi iniziano a considerare il testo letterario sotto una prospettiva più
soggettiva. L’atteggiamento dello studioso diventa altamente critico per dominarle, anziché esserne schiavi.
Ultimamente il testo acquista vita propria, diventa il nostro vero campo di azione. Il geografo pertanto vaglia
fino a che punto l’opera letteraria sia stata capace di influenzare prassi e comportamenti e quindi in che odo
la realtà si è modellata sul testo (es. Lake Discrict afflusso influenzato dagli eventi rivoluzionari del
Settecento e dalla produzione letteraria del poeta W.Wordsworth crea turismo scenico, basato su immagini
emozionali).

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Altre volte invece la costruzione dell’immagine turistica di una regione non viene costruita dalla letteratura
una volte per tutte.

- Il più importante strumento di diffusione turistica rimane la guida, volume appositamente rivolto al
turista dove egli può trovare tutte le informazioni utili per organizzare il suo viaggio.

La guida turistica persegue due finalità: quella di far percepire un luogo come meritevole di essere visitato e
trasformarlo in luogo turistico, e quella di farlo percepire in un determinato modo, di solito corrispondente
alla moda turistica del momento.

La scelta dell’autore, sulle informazioni da dare al turista, ha una notevole importanza per orientare il flusso
turistico. Vengono pubblicate guide rivolte a determinate categorie di turisti più interessati a certi aspetti e
meno ad altri, altre volte il turista si fa indurre da ciò che c’è scritto sulla guida nel considerare la diversa
importanza di ciò che il territorio gli offre.

Parlando sempre del Castello di Highclere:

1. La prima guida che lo prendere in considerazione è la Murray dello Hampshire del 1898, e in essa
l’interesse prioritario è indicato nel parco poiché allora il Castello non era visitabile;

Dopodiché la guida aggiunge la descrizione dei principali belvedere, degli interni del Castello e delle chiese
vicine. Il Castello era per lo più raggiunto in treno.

2. La Black Guide dello Hampshire ci aggiunge qualche dettaglio sulle visite al parco del Castello.

3. Durante la Grande Guerra, il Castello venne trasformato in convalescenziario, ma al termine la


famiglia Carnarvon ritornò alla vita di prima. Nel 1922 la scoperta della tomba di Tutankhamon da parte del
V conte Carnarvon e la sua improvvisa morte diedero nuova importanza all’immagine di Highclere e venne
registrata in alcune guide turistiche ( “ Baedeker”)

4. Anche dopo la Seconda Guerra Mondiale l’immagine del Highclere continua a basarsi sul parco e
sulla memoria del conte archeologico, e nel corso degli anni Ottanta del XX secolo sembra che il non poter
visitare il Castello costituisca un dispiacere per i turisti

5. Nel 1988 il Castello viene aperto alle visite; nelle guide sono segnalati gli orari e le tariffe, la
vicinanza a una strada statale, la descrizione dei vani interni, la possibilità di organizzarvi matrimoni e
ricevimenti e la recente apertura di un museo di egittologia

6. La guida locale odierna predisposta dal Castello stesso, fa soltanto un breve cenno al fatto che è
stata la location di Downtow Abbey confermando l’impressione di non voler probabilmente legare in
maniera troppo stretta il sito alla produzione televisiva.

- Nel periodo tra le due guerre mondiali César Roux aveva messo in primo piano fra gli strumenti di
promozione turistica la letteratura, ma accanto ad essa ne poneva altri come il commercio, la scienza e
l’arte, aggiornerebbe l’elenco degli strumenti di promozione con le nuove conquiste tecnologiche tipiche
della nostra società dell’informazione.

La costruzione dell’immagine turistica, anche oggi come un tempo deve utilizzare numerosi strumenti in
un’operazione ampia e coordinata nella quale la televisione ne rappresenta solo uno.

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Se si parla di cinema si può pensare alla costruzione dell’immagine turistica delle Alpi: il paesaggio
cinematografico montano può essere un elemento determinante nelle storie drammatiche o no, a volte le
vette montuose sono teatro di sciagure e tragedie, altre volte sono terra di incanto e di sentimenti
irraggiungibili al piano.

Anche la stampa ha un ruolo importante per la costruzione dell’immagine turistica di una località, per
esempio l’immagine del Castello di Highclere è stata fortemente costruita sulla stampa a larga diffusione,
con la continua presenza dell’inconfondibile sagoma del castello sulle pagine e sulle copertine di numerosi
periodici.

Altri mezzi di comunicazione di massa possono essere la televisione, la quale è un veicolo per la
trasmissione di pellicole cinematografiche o di serial, ma anche di documentari che spesso sono
responsabili della formazione delle mode turistiche, le grandi mostre o le fiere nazionali e internazionali,
generali o specializzate, del turismo, come la Borsa Internazionale del Turismo Montano di Treno e
l’esposizione dei consumi indossati durante le riprese del serial televisivo organizzata nel museo di arti
decorative Winterthur di Wilmington, infine c’è internet, il quale possiede una nota importanza come
strumento di comunicazione per dilungarci ancora sul ruolo di veicolo dell’immagine turistica: una località
turistica praticamente non esiste se non ha il suo sito sul web, e solitamente più è visitato più è efficace
nella grafica e quanto riesce a classificarsi nelle prime posizioni.

- La cartolina postale nasce nel 1896, si diffonde poi negli anni di inizio secolo XX, per poi venire in
parte soppiantata dai moderni mezzi di comunicazione. È stata forse il più importante mezzo per la
propagazione dell’immagine turistica di un luogo proprio per la sua caratteristica di portare altrove
l’immagine di un luogo visitato. Anche i manifesti e i pieghevoli rappresentano una trasformazione
discorsiva del paesaggio in immagini, articolata in tre fasi: lo studio delle aspettative dei consumatori del
prodotto turistico e le icone chiave, la realizzazione delle fotografie e la realizzazione pratica del veicolo
pubblicitario. Le fotografie sono ben lungi dall’essere autenticamente oggettive ma contengono un preciso
significato turistico predefinito, interessante da scoprire con gli strumenti propri della ricerca visuale
geografica o turistica. Nel caso di soggetti geografici sono scelti a seconda del tipo di turista che si desidera
richiamare, sottolineando i paesaggi più caratteristici e alla moda. Nel caso dei soggetti etnografici, le
fotografie sottolineano un’immagine esotica della popolazione residente che però risulta distante dalla
realtà.

Anche i souvenir sono destinati a veicolare l’immagine di una regione turistica nelle aree di fuga e quindi
sono importanti per la formazione dell’immagine, del gusto e degli stereotipi turistici. Sovente il messaggio
pubblicitario viene riassunto in uno slogan, breve frase di semplice comprensione e facile da mandare a
memoria, ma fortemente incisivo ( I LOVE NY, la Riviera dei Fiori 3000 ore di sole..). Talvolta uno slogan può
rivelarsi anche poco felice ( Tourists, where the bloody hell are you? ).

- Il ruolo della cartografia è senz’altro notevole per la promozione turistica di una regione, visto che le
carte rappresentano di solito il primo contatto che il viaggiatore ha con il luogo ignoto che si accinge a
visitare. Lo studio della cartografia turistica possiede il fine di studiare le modifiche territoriali che il
fenomeno turistico ha causato e quello di esaminare quali informazioni una carta turistica dà per orientare
le scelte dei viaggiatori o quelle di vita di alcune persone.

Carta geografica rappresentazione piana, ridotta, approssimata e simbolica della superficie terrestre o di
una parte di essa.

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Una carta turistica possiede una sua peculiarità quasi esclusivamente per quanto riguarda il suo simbolismo,
poiché è stata delineata con il preciso fine di dare informazioni specifiche di interesse turistico e non altre.
Alla base della fabbricazione di una carta turistica vi è scelta di alcune caratteristiche che vengono
sottolineate e di altre che invece vengono tralasciate. La carta offre agli occhi del pubblico solo quanto il
cartografo vuole mostrare.

Il potere di costruzione dell’immagine turistica affidato allo strumento cartografico è dello stesso ordine di
grandezza di quello ricoperto dagli altri strumenti, per cui risultano di primaria importanza le mappe
mentali che ogni turista si costruisce o si fa costruire.

- Molto spesso le operazioni di promozione turistica sono accompagnate da azioni di filantropia


senz’altro meritevoli; il valore di tali iniziative risiede per gli operatori turistici nell’opportunità di poter così
dare all’offerta turistica locale una dimensione etica.

Oggi numerosi turisti sentono la necessità che la loro pratica turistica rivesta quasi il valore di una missione
umanitaria e non sia semplicemente utile a se stessi.

Turismo etico colui che non fa finta di non vedere le violazioni dei diritti umani, ha il coraggio di
denunciarle e combatterle

Turismo consapevole di sé e delle proprie azioni, delle realtà, delle possibilità di scegliere un modo
corretto di fare turismo

Turismo responsaeile scoraggia le attività turistiche dannose per la società ospite, nel rispetto della dignità
dei lavoratori in loco

Turismo solidalescoraggia le attività dannose e si fa promotore di una tutela attiva delle comunità locali

Turismo equoaffinché la ricaduta dei benefici economici venga distribuita equamente sulla comunità
locale e non sugli operatori turistici stranieri

Turismo ecologico rispetta e valorizza l’ambiente evitando l’inquinamento atmosferico, del suolo, delle
acque, sonoro e luminoso

Turista ameientale perlopiù applicato a prassi di turismo naturalistico

Ecoturismo  modo di viaggiare in destinazioni ad alta valenza naturalistica; la comunità locale ospitante è
parte attiva nello sviluppo mantenendo una larga parte dei benefici, mentre i turisti posseggono e
accrescono la loro consapevolezza ambientale

Turismo lento turismo sostenibile e responsabile

Si sta formando un nuovo ceto turistico caratterizzato dalle tre L LANDSCAPE,LEISURE,LEARNING, sono
turisti alla ricerca di un paesaggio autentico, di un periodo di benessere polisensoriale, e di un’esperienza
dall’alto valore culturale ( nuovi turisti ).

Questo ceto costituisce il target principale verso cui si orienta il turismo etico per:

1. Hanno una nuova coscienza ecologica molto più profonda e sono ben consci del fatto che il loro
fare turismo può portare gravi danni all’ambiente naturale

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2. Hanno un più elevato livello di istruzione e cultura, e per questo sono più sensibili e rispettosi della
diversità culturale della comunità locale che desiderano venga tutelata e salvaguardata

3. Possiedono quella capacità finanziaria in grado di assicurare un servizio di elevata qualità a loro
stessi, e sufficiente affinché la comunità e l’ambiente locali possano godere di benefici

4. Il riposo e lo svago costituiscono quasi un illecito e svolgere una vacanza informata da principi etici li
aiuta a tenere a bada certi sensi di colpa

5. Svolendo un turismo “etico” si distinguono dalla massa e soddisfano la loro esigenza di sentirsi
viaggiatori e non turisti.

Il turismo etico è una moda turistica nuova alla quale è stata fatta corrispondere un’offerta adeguata
finalizzata a soddisfarla.

Esistono purtroppo anche tipi di turismo come il dark tourism, visita dei luoghi e siti che hanno come
particolarità quella di essere stati teatri di morte, reali o ricostruiti, di personaggi noti al vasto pubblico, che
va distinto in gestione del dark heritage, ossia siti, attrazioni e mostre dedicate alla morte e alla sofferenza,
ponendo problemi di ordine morale ed etico, e quello più morboso; infine vi è anche il turismo sessuale.

- Evoluzione turistica della regione, utilizzando fasi dei modelli di Miossec, Plog e Butler e correlando
ognuna con passi di letteratura di montagna o alpinistica:

1. Il turismo alpino non esiste fino a verso metà del Settecento. Le Alpi non sono considerate quali
luoghi turistici, ma una barriera da superare. È la fase pre-turistica di Miossec. ( de alpibus commentariu,
Simler ). I passi letterati possono influenzare la formazione del gusto turistico alpino.

Le cose cambiano quando l’interesse scientifico dell’età dell’Illuminismo richiama sulle Alpi gli uomini di
scienza.

2. Seconda fase, della scoperta delle Alpi secondo Butler, compresa tra la salita al Monte Bianco nel
1786 e la conquista della Dufour, la vetta più elevata del Monte Rosa nel 1855. Agli interessi scientifici si
sovrappongono gli stati d’animo romantici dell’epoca, l’orrido e il sublime ( il sublime in Frankenstein di
M.Shelley ).

3. Raggiunta la vetta del Rosa, il turismo sportivo nelle Alpi incomincia una nuova fase, che Butler
definisce iniziale e Plog del turista innovatore quasi-allocentrico. Il suo termine è il 1882, quando il Dente
del Gigante, nel massiccio del Monte Bianco, viene raggiunto da una cordata composta da alpinisti. La moda
del turismo alpino è lanciata e le Alpi diventano il terreno di gioco dell’Europa ( The Playground of Europe, L.
Stephen ).

4. Negli ultimi decenni del secolo l’interesse degli alpinisti si spostò anche verso le sezioni centrale e
orientale della catena, verso le Dolomiti. È la fase dell’imitazione secondo Miossec e del decollo secondo
Butler, compresa tra il 1882 e la Prima Guerra Mondiale ( Storia di Gugliemo Rhedy, Giacosa ).

5. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il turismo alpino entra in una fase del consolidamento secondo
Butler, dell’organizzazione secondo Miossec e del turista mid-centrico secondo Plog. L’arco alpino costituisce
una famosa regione turistica, necessita di una gestione oculata delle risorse turistiche, i turisti sono
numerosi ma tendono a segregarsi dalla comunità locale la quale tende a imitare i loro comportamenti
( Novelle di Giacosa ).

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Nel periodo interbellico, l’affermarsi in Europa e in Italia di governi nazionalisti connota la produzione
letteraria di un forte valore propagandistico. Anche la letteratura di montagna e alpinistica risente di tale
influenza, per il regime il turismo alpino diventa strumento per allargare il consenso.

6. La fine della Seconda Guerra Mondiale causa la fine dei regimi totalitari sulle alpi e l’affermarsi di un
nuovo tipo di turismo, quello di massa. Negli anni Settanta e Ottanta si verifica la fase della saturazione
secondo Butler e del turista tradizionalista psicocentrico per Plog: la comunità locale è conscia della soglia
del superamento della capacità di carico ( la vendetta dei miti distrutti, Messner ). Nel momento clou
entrano in gioco i grandi operatori turistici che non si rassegnano a un declino inevitabile ma puntano sul
rilancio delle località turistiche. È il momento di una riscoperta della montagna come occasione per un
turismo ispirato alla sostenibilità, alla mobilità lenta, alla responsabilità per il territorio e all’elevata qualità
per sé e per gli altri: un modo di viaggiare tipico del nuovo-turista.

La letteratura acquisisce un’altra funzione, essa è molto meno utile poiché altri strumenti, nella nostra
società fanno concorrenza alla sua funzione. Il turismo non fa letteratura, non è detto però che la letteratura
non possa fare turismo. Potrebbe essere utilizzata per dar vita a quei tipi di attività alternative che non sono
ancora stati realizzate in aree alpine ( parchi letterari, itinerari culturali e parchi culturali).

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