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COME ANALIZZARE UN TESTO

POETICO

Per eseguire l’analisi si deve seguire uno schema ben preciso che prevede la
scomposizione del testo in vari livelli con l’obiettivo di agevolarne la
comprensione.
1° LIVELLO – LETTURA E COMPRENSIONE

Prima di iniziare la lettura della poesia è consigliabile


analizzare attentamente i seguenti elementi:
 
 Il periodo storico in cui è stata scritta
 L’eventuale raccolta da cui è tratta

 La biografia dell’autore, la corrente letteraria alla quale


appartiene e la sua visione del mondo

Contestualizzare l’opera aiuta a carpire sfumature e


significati profondi che altrimenti risulterebbero difficili
da individuare.
PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA A 
ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO
ESEMPIO
 
Giovanni Pascoli, Patria
Sogno d'un dí d'estate.

Quanto scampanellare

tremulo di cicale!

Stridule pel filare

moveva il maestrale

le foglie accartocciate.

Scendea tra gli olmi il sole

in fascie polverose:

erano in ciel due sole

nuvole, tenui, róse:

due bianche spennellate

in tutto il ciel turchino.

Siepi di melograno,

fratte di tamerice,

il palpito lontano

d'una trebbïatrice,

l'angelus argentino...

dov'ero? Le campane

mi dissero dov'ero,

piangendo, mentre un cane

latrava al forestiero,

che andava a capo chino.

Il titolo di questo componimento di Giovanni Pascoli era originariamente Estate e solo


nell'edizione di Myricae del 1897 diventa Patria, con riferimento al paese natio, San Mauro di
Romagna, luogo sempre rimpianto dal poeta.
2° LIVELLO – PARAFRASI

Uno degli step più importanti relativi all’analisi della poesia è


la parafrasi ovvero la trasformazione del testo poetico in prosa.

L’obiettivo è rendere il testo comprensibile attraverso la


spiegazione di concetti e parole in un linguaggio ‘quotidiano’,
accessibile a tutti:
1. Tradurre i termini tipici del linguaggio poetico, i termini
antiquati, inconsueti, allusivi
2. Ricostruire l’ordine usuale della frase (soggetto, predicato,
complementi)
Durante la parafrasi bisogna fare attenzione a non stravolgere
il significato della poesia; l’obiettivo finale è trasmettere il tuo
livello di comprensione.
MANO AL VOCABOLARIO!
POESIA PROSA

Sogno d'un dí d'estate. Sogno di un giorno d’estate. Che


  frinire tremante di cicale! Il vento
Quanto scampanellare faceva muovere per il filare (serie di
tremulo di cicale!
piante arboree allineate) le foglie
Stridule pel filare
moveva il maestrale accartocciate [che producevano un
le foglie accartocciate. suono] stridulo.
  [La luce] del sole scendeva fra gli
Scendea tra gli olmi il sole olmi in fasce piene di pulviscolo; in
in fascie polverose: cielo c’erano due sole nuvole,
erano in ciel due sole leggere (tenui), sottili (róse =
nuvole, tenui, róse: corrose dal vento): [erano come]
due bianche spennellate due spennellate bianche nel cielo
  [per il resto] tutto azzurro.
in tutto il ciel turchino.
 
[…]
3° LIVELLO – METRICA E RITMICA
L’analisi di verso, strofa e rima
Il verso 
Ogni verso è composto da un numero di sillabe, in base al quale possiamo distinguere
le seguenti tipologie: 

Bisillabo o binario: 2 sillabe


Trisillabo a ternario: 3 sillabe
Quadrisillabo o quaternario: 4 sillabe
Quinario: 5 sillabe
Senario: 6 sillabe
Settenario: 7 sillabe
Ottonario: 8 sillabe
Novenario: 9 sillabe
Decasillabo: 10 sillabe
Endecasillabo: 11 sillabe

Nei casi in cui il numero di sillabe è pari il verso viene definito ‘parisillabo’; nel caso
in cui è dispari prende il nome di ‘imparisillabo’.
  È importante precisare che nella poesia, per esigenze strutturali del verso, le sillabe
metriche possono anche non coincidere con le sillabe grammaticali; talvolta, per
rientrare nel computo delle sillabe previste dalla struttura del testo, ci si avvale di regole
linguistiche e metriche
REGOLE LINGUISTICHE E METRICHE
 l’aferesi: soppressione di una vocale o sillaba iniziale: verno da inverno.
 la sincope: caduta di vocale interna: spirto da spirito

 l’apocope: detta anche troncamento, indica la caduta di un fono o di una


sillaba nella parte finale di parola: mar da mare
 l’epitesi: aggiunta di un fonema in fine di parola: norde da nord

 Sinalefe: fusione in un’unica sillaba metrica della vocale (o dittongo)


finale di una parola con la vocale (o dittongo) iniziale della successiva
 Dialefe:  particolare forma di iato fra due vocali consecutive,  la prima in
fine e la seconda all’inizio di parola
 Sineresi: la fusione in una sola sillaba di due vocali interne di parola che
dovrebbero pronunciarsi separate
 Dieresi: a scissione di un dittongo in modo che le due vocali
appartengano a due sillabe diverse. Il segno diacritico con cui si indica la
d. è costituito da due punti disposti orizzontalmente sulla vocale più
debole del gruppo: rëale, atrïo
ESEMPIO
SCOMPOSIZIONE IN SILLABE METRICHE:
SETTENARIO
So/gno/ d'un/ dí/ d'e/sta/te.
 
Quan/to/ scam/pa/nel/la/re ATTENZIONE!
Tre/mu/lo/ di/ ci/ca/le! Per effettuare una scansione in
Stri/du/le/ pel/ fi/la/re
sillabe metriche è necessario
partire da una scansione in
Mo/ve/va/ il/ mae/stra/le
sillabe grammaticali e poi
Le/ fo/glie ac/car/toc/cia/te. < SINALEFE applicare le regole di metrica
 
Scen/dea/ tra/ gli ol/mi il/ so/le
In/ fa/scie/ pol/ve/ro/se:
Era/no/ in/ ciel /due/ so/le < SINERESI
Nu/vo/le/, te/nui/, ró/se:
due/ bian/che/ spen/nel/la/te
 
in /tut/to il/ ciel/ tur/chi/no
LA STROFA

La strofa rappresenta l’unità ritmico-metrica del verso. A


seconda del numero di versi dal quale è composta si
distinguono le seguenti tipologie:
 
 Distico: 2 versi, solitamente endecasillabi a rima baciata
 Terzina: 3 versi, ritmati in vario modo

 Quartina: 4 versi, solitamente a rima alternata o incrociata

 Sestina: 6 versi, ritmati in vario modo

 Ottava: 8 versi, solitamente composti da sei versi a rima


alternata e due (gli ultimi) a rima baciata
Può inoltre capitare che i versi non rispecchino alcuno
schema per cui la strofa viene definita ‘strofa libera’
ESEMPIO
Verso singolo Sogno d'un dí d'estate.
DIVISIONE IN STROFE
 
Quanto scampanellare
tremulo di cicale!
I STROFA Stridule pel filare
moveva il maestrale
le foglie accartocciate.
 
Scendea tra gli olmi il sole
in fascie polverose:

II STROFA erano in ciel due sole


nuvole, tenui, róse:
due bianche spennellate
 
Verso singolo in tutto il ciel turchino.
 
Siepi di melograno,
fratte di tamerice,
III STROFA il palpito lontano
d'una trebbïatrice,
l'angelus argentino...
 
dov'ero? Le campane
mi dissero dov'ero,
IV STROFA piangendo, mentre un cane
latrava al forestiero,
che andava a capo chino.
ESEMPIO
ANALISI DELLE STROFE

 Nella prima strofa (vv. 2-6) dominano le sensazioni


uditive: lo scampanellare delle cicale, il suono stridulo
delle foglie mosse dal maestrale.
 Nella seconda strofa (vv. 7-11) troviamo le sensazioni
visive: i raggi del sole che penetrano tra gli olmi, le due
nuvole, quasi due pennellate di bianco nel cielo.
 Nella terza strofa (vv. 13-17) immagini e suoni: il
melograno e le tamerici, il «palpito» della trebbiatrice e
l’angelus.
 Nella quarta e ultima strofa (vv. 18-22) compare un
suono (il “pianto” delle campane) e una immagine
sonora (il cane che abbaia).
LA RIMA
La rima è tra gli elementi che definiscono la musicalità
del testo poetico, essa consiste nell’identità del suono
che caratterizza le sillabe successive a quella su cui cade
l’accento.

Per identificare lo schema delle rime poetiche bisogna


quindi prendere in considerazione le parole alla fine di
ciascun verso e, in base al suono, attribuire ad ognuna
dei esse una lettera dell’alfabeto. La medesima lettera
deve essere affiancata ad ogni parola, di fine verso,
caratterizzata dallo stesso suono (omofonia) delle
precedenti.
LE PIÙ COMUNI TIPOLOGIE DI RIME

 rima baciata (AA BB CC): due versi consecutivi che rimano tra loro
 rima ripetuta (ABC ABC): il primo verso della prima strofa rima con il
primo della seconda strofa, il secondo con il secondo e così via
 rima alternata (AB AB): il primo verso rima con il terzo, il secondo con il
quarto e così via
 rima incatenata o terzine dantesche (ABA BCB): il secondo verso della
prima terzina rima con il primo e il secondo della seconda terzina e così via
 rima incrociata (ABBA): il primo verso rima con il quarto, il secondo con
il terzo e così via
 rima invertita (ABCCBA/ABCBCA/ABCACB): in un complesso formato
da due strofe di sei versi il primo rima con il sesto, il secondo con il quinto e
il terzo con il quarto
 Può capitare talvolta di ritrovarsi in presenza di rime particolari, definite
interne quando ad esempio la parola finale di un verso rima con una parola
posizionata nel corpo del verso successivo.
ESEMPIO
RIMA ALTERNATA
Sogno d'un dí d'estate. VERSO ISOLATO

 
Quanto scampanellare A
tremulo di cicale! B
Stridule pel filare A
moveva il maestrale B
le foglie accartocciate. RIPRESA VERSO ISOLATO

Scendea tra gli olmi il sole C


in fascie polverose: D
erano in ciel due sole C
nuvole, tenui, róse: D
due bianche spennellate RIPRESA VERSO ISOLATO
4° LIVELLO – FIGURE RETORICHE

Le figure retoriche sono artifici utilizzati per creare


immagini poetiche in grado di trasferire il significato
delle parole dal piano letterario-denotativo (significato
oggettivo/convenzionale) a quello poetico-connotativo
(significato soggettivo, le sensazioni che la parola puo’
provocare).
 Le figure retoriche assolvono la funzione di rendere il
messaggio più efficace trasmettendo emotività.
 Le figure retoriche possono essere distinte in tre
tipologie: di suono, di ordine e di contenuto.
LE PRINCIPALI FIGURE RETORICHE DI SUONO SONO:

 l’allitterazione: ripetizione di lettere o sillabe


Dante: “Tanto gentile e tanto onesta pare”
 l’assonanza: ripetizione di suoni vocalici simili in due o più
versi
“pane e fare, gelo e vero”
 La consonanza : ripetizione di suoni consonantici simili in
due o più versi
“vispo e cespo, canto e cento, amore e amare” 
 l’onomatopea: riproduzione linguistica di un suono, di un
rumore o di un verso di un animale
 la paronomàsia: accostamento di due parole di suono simile
ma di significato diverso
“Capire fischi per fiaschi”
LE PRINCIPALI FIGURE RETORICHE DI ORDINE SONO:
 l’anastrofe: inversione dell’ordine in cui normalmente si presentano due
parole
“A grande velocità correndo”
 l’iperbato: separazione, attraverso l’inserzione di una o più parole, di due
parole sintatticamente connesse
“La di lui madre”
 l’anafora: ripetizione di una o più parole all’inizio di frasi o versi
successivi
“Per me si va nella città dolente,
Per me si va nell’eterno dolore,
Per me si va tra la perduta gente”
 il chiasmo: incrocio immaginario tra due coppie di parole
Tasso “donne, cavallier, arme e amori”
 il climax: intensificazione progressiva del significato delle parole

 l’ellissi: omissione, all’interno di una frase, di un segmento discorsivo che


sia possibile sottintendere
LE PRINCIPALI FIGURE RETORICHE DI CONTENUTO SONO:
 l’allegoria: rappresentazione di un concetto attraverso simboli e immagini (solitamente di
tema morale, politico o religioso
allegorie delle tre fiere di Dante: lonza (lussuria), leone (superbia), lupa (avarizia)
 l’antonomasia: traslato consistente nell’indicazione di una cosa o di una persona con un
nome generico o comune, oppure con una locuzione che ne indichi una qualità o una
caratteristica
Mecenate, riferito a persona dedita al mecenatismo, ossia il sostegno finanziario della cultura
 l’iperbole: esagerazione di un concetto
 la metafora: similitudine sottointesa resa attraverso la sostituzione di un termine proprio con
uno figurato
“Figlia dell’aria” per indicare la cicala e la rana ne La pioggia nel pineto di D’Annunzio
 la similitudine: confronto/parallelismo tra due identità
 la metonimia: sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo una relazione di
vicinanza (spaziale, temporale o causale)
l'autore per l'opera ("mi piace leggere Dante " / le opere di Dante, "ascolto Mozart " / le
opere di Mozart); la causa per l'effetto ("ha una buona penna" / egli sa scrivere bene);
l'effetto per la causa ("è sbiancato in volto" / "si è spaventato")
 la perifrasi: circonlocuzione, o giro di parole, utilizzata per evitare una ripetizione ravvicinata
dello stesso termine
Dante “Colui che tutto move > Dio”
ESEMPIO FIGURE RETORICHE
Sono presenti numerosi enjambements, onomatopee, assonanze e consonanze, metafore. Molto presente
l’ellissi del verbo in particolare nella terza strofa con frasi accostate con il verbo sottinteso

Sogno d'un dí d'estate.


 
Quanto scampanellare
tremulo di cicale!
Stridule pel filare
moveva il maestrale
le foglie accartocciate.
 
Scendea tra gli olmi il sole ASSONANZA
in fascie polverose: Sole
polverose
erano in ciel due sole sole
nuvole, tenui, róse: róse
due bianche spennellate
in tutto il ciel turchino.
 
Siepi di melograno, ELLISSI DEL VERBO
fratte di tamerice, “vedevo/sentivo”
il palpito lontano
d'una trebbïatrice,
l'angelus argentino… 
5° LIVELLO – CONCLUSIONI

 Terminata l’analisi del testo si procede con il commento


finale, un giudizio sulla poesia che esprima le personali
emozioni e riflessioni sul testo.
 Generalmente le conclusioni riassumono in sintesi il
messaggio principale della poesia e gli eventuali altri
messaggi dedotti da un’analisi più approfondita.
 Nella sezione finale sono contenute anche le motivazioni
che conducono a condividere o non condividere il
messaggio/pensiero del poeta.

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