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NON SON CHI FUI

U. FOSCOLO

Non son chi fui; per di noi gran parte: questo che avanza sol languore e pianto. E secco il mirto, e son le foglie sparte del lauro, speme al giovenil mio canto. Perch dal d ch empia licenza e !arte vestivan me del lor sanguineo manto, cieca la mente e guasto il core, ed arte la fame d oro, arte in me fatta, e vanto. "he se pur sorge di morir consiglio, a mia fiera ragion chiudon le porte furor di gloria, e carit# di figlio. $al di me schiavo, e d altri, e della sorte, conosco il meglio ed al peggior mi appiglio, e so invocare e non darmi la morte.
PARAFRASI Non sono pi% colui che sono stato. E morta la maggior parte di me e ci& che rimane solo pianto e sofferenza. 'l sentimento amoroso svanito, cos come si esaurita la vena poetica, alimento della mia giovane opera poetica. Perch, dal giorno in cui la (ivoluzione priva di etica e la guerra mi hanno coinvolto ad indossare la loro uniforme portatrice di sangue, mi si offuscata la ragione ed i sentimenti sono scomparsi. 'l processo volto alla distruzione umana si quindi concluso ed io lo rendo noto. Eppure, qualora avessi intenzione di uccidermi, questo istinto audace sar# placato dal desiderio di gloria e dall amore per mia madre. )ono estremamente schiavo di questa mia condizione, degli altri e del fato. (iconosco il meglio, ma mi attengo a ci& che di peggiore mi si presenta. $uttavia so pregare e so evitare di uccidermi. ANALISI *uesto componimento un sonetto composto da due quartine e due terzine che segue lo schema +,+,, +,+,, "-", -"-. . opera presenta diverse figure retoriche: / !etafora v.0 1 il mirto 2 vv. 0/ 3 1 foglie sparte del lauro 2 v. 4 1 sanguineo manto 2 / 5ssimoro v. 67 1 fiera ragion 2 / +nacoluto vv. 8/9 1 ed arte la fame d' oro, arte in me fatta ) / +ssonanza in e/ io v. 60 1 meglio... peggior ) / En:am;ement vv. 0/ 3 1 foglie sparte del lauro 2

vv. 8/ 9 1 empia licenza e Marte vestivan me 2 / +nastrofa v. 6 1 per di noi gran parte 2 v. < 1 secco il mirto... son le foglie sparte 2 v. 8 1 cieca e la mente... guasto il cuore 2 v. 9 1 arte in me fatta 2 v. = 1 sorge di morir consiglio 2 v. 6< 1 tal di me schiavo 2 COMMENTO 'l sonetto Non son chi fui si apre con un affermazione coincisa e determinata che evidenzia il ;rusco mutamento avvenuto nell animo del poeta. 'l sentimento dell amore e la vena poetica che >go ?oscolo riteneva ;ase utile per la sua arte erano scomparsi. Per questa ragione egli era consapevole che ormai non esisteva alcuna speranza per i suoi componimenti poetici e, per giustificare il suo mutamento fornendo al lettore delle cause convincenti, denunciava gli avvenimenti politico/sociali che si manifestavano sul territorio italico nel periodo suo contemporaneo, >go ?oscolo, inoltre, faceva riferimento anche alle campagne militari alle quali aveva partecipato a fianco dell esercito francese. .e esperienze, nonch le ferite riportate durante i conflitti, contri;uirono a plasmarlo al punto da renderlo un orri;ile macchina da guerra. 'l poeta dunque appariva cosciente della sua involuzione interiore e confessava d aver preso in considerazione la possi;ilit# di suicidarsi; naturale conclusione d un processo di morale discesa agli inferi che per& non poteva realizzarsi. @i erano difatti due fattori che lo legavano ancora alla sua esistenza terrena: l affetto per la madre ed il desiderio di gloria. *uesto componimento poetico appartiene alla prima di due contrapposte fasi di composizione di sonetti la quale manifesta diversi elementi di derivazione alfierana. . influenza del poeta astigiano che il ?oscolo considerava il sommo rappresentante della tradizione del sonetto, evidente nell auto;iografismo esasperato che esprime attraverso i sentimenti dell animo, che si contrappongono infatti a quelli di derivazione razionale. Prevalgono periodi piuttosto coincisi, quasi come fossero volti ad infliggere duri colpi al lettore, ossia a rivelare repentinamente le amare verit# del poeta. + mio avviso il destinatario dell opera viene condotto per gradi versi il pi% intimo malessere del poeta perch lAo;iettivo di quest ultimo quello di prolungare la sensazione che il suo messaggio provoca nella mente del lettore, anche dopo la lettura del componimento. Ed proprio per questa capacit# comunicativa del ?oscolo che, secondo me, il lettore arriva a condividere la stessa aspra sensazione che aveva il poeta al momento della composizione.

TE NUDRICE ALLE MUSE Metro: sonetto (A A , A A , !"!, "!"): $e nudrice alle muse, ospite e -ea le ;ar;ariche genti che ti han doma nomavan tutte; e questo a noi pur fea lieve la varia, antiqua, infame soma. "h se i tuoi vizi, e gli anni, e sorte rea ti han morto il senno ed il valor di (oma, in te viveva il gran dir che avvolgea regali allori alla servil tua chioma. 5r ardi, 'talia, al tuo Benio ancor queste reliquie estreme di cotanto impero; anzi il $oscano tuo parlar celeste ognor pi% stempra nel sermon straniero, onde, pi% che di tua divisa veste, sia il vincitor di tua ;ar;arie altero. Parafrasi Tutte le popolazioni barbare che ti hanno sottomesso ti chiamavano nutrice delle Muse ospite sacro tutto da rispettare e ti consideravano una divinit!" presso di noi ci# contribuiva a rendere meno pesante l$i%nobile oppressione che da tanto tempo %rava sulle nostre spalle& Se le tue imper'ezioni i lun%hi secoli e un crudele destino ti hanno 'atto perdere la capacit! di mettere a punto concetti e valutazioni e a non avere pi( il senso della %randezza morale e politica dell$antica Roma in te era ben presente la nobilt! del pi( importante mezzo espressivo con cui si potevano intrecciare re%ali corone d$alloro da collocare sul tuo capo ancorch) ormai privo di o%ni di%nit!& Italia ora sull$altare della tua Divinit! tutelare sacri'ica pure le ultime vesti%ia che son rimaste di un cos* vasto impero" pare che la lin%ua che si parla nella tua Toscana +uel celestiale mezzo di comunicazione diluendosi nelle varie espressioni 'orestiere si vada svilendo per cui pi( che della maestosit! che ti distin%ue il vincitore sembra menar vanto del tuo imbarbarimento&

E TU NE CARMI A,RAI -ERENNE ,ITA E tu ne. carmi avrai perenne vita sponda che Arno saluta in suo cammino partendo la citt! che dal latino nome acco%liea 'inor l.ombra 'u%%ita& /i! dal tuo ponte all.onda impaurita il papale 'urore e il %hibellino mescean %ran san%ue ove o%%i al pelle%rino del 'ero vate la ma%ion si addita& -er me cara 'elice inclita riva ove sovente i pie. le%%iadri mosse colei che vera al portamento Diva in me volo%eva sue luci beate mentr.io sentia dai crin d.oro commosse spirar ambrosia l.aure innamorate& PARAFRASI Arno tu che dividendo in due parti la citt! che tuttora conserva il nome da 'ar risalire all$antica lin%ua latina ormai scomparsa 01lorentia 2 1irenze3 sarai resa immortale dalla poesia& L$impeto delle lotte tra %uel'i e %hibellini dai tuoi ponti versavano san%ue nelle tue ac+ue a%itate per lo spavento proprio nel luo%o in cui accennando col dito si pu# mostrare al 'orestiero la casa dell$altero poeta4vate 0Dante3& 5en nota riva per me tanto cara e 'elice lun%o la +uale spesso le%%iadramente passe%%iava colei che con il suo divino portamento rivol%eva i suoi occhi beati verso di me mentre io inteneriti li sentivo spar%ere intorno un %radevolissimo e''luvio d$ambrosia 'luente dai suoi biondi capelli& ALTRO + ANALISI Metro: sonetto (ABBA, ABBA, CDC, EDE).
Anche tu avrai una vita immortale nella poesia o riva che l$Arno saluta al suo passa%%io ividendo la citt! che dalla rinomanza o la %loria latina di Roma durante il Medioevo ed il Rinascimento racco%lieva le tracce o il ricordo ora dile%uato& Una volta dal ponte alle ac+ue dell$Arno inorridite per la stra%e 'raterna i 'eroci /uel'i Neri 'avorevoli al papa e i /uel'i 5ianchi ostili al papa mescolavano e versavano san%ue nel teatro in cui o%%i al 'orestiero si addita la casa dell$Al'ieri il 'iero vate pro'eta dell$unita d$Italia& -er me sei cara 'elice e %loriosa perch) in +uel tratto spesso mosse i suoi piedi le%%iadri +uella che autentica dea dell$aspetto vol%eva i suoi occhi divini verso di me mentre io sentivo le aure innamorate mosse dai suoi capelli d$oro di''ondere intorno l$ambrosia della sua divina presenza 0 sentivo l$aria mossa dai suoi capelli biondi esalare intorno un pro'umo di Ambrosia3& Ri%o 6478 9:499" en;ambement < 96497" alle%oria

-ERC=E$ TACCIA IL RUM>R DI MIA CATENA

Perch taccia il rumor di mia catena di lagrime, di speme, e di amor vivo, e di silenzio; ch piet mi affrena se con lei parlo, o di lei penso e scrivo. Tu sol mi ascolti, o solitario rivo, ove ogni notte amor seco mi mena, qui affido il pianto e i miei danni descrivo, qui tutta verso del dolor la piena. E narro come i grandi occhi ridenti arsero d'immortal raggio il mio core, come la rosea occa, e i rilucenti odorati capelli, ed il candore delle divine mem ra, e i cari accenti m'insegnaron alfin pianger d'amore. PARAFRASI Per non sentire l!enorme disagio della mia mancanza di li ert, vivo di lacrime, di speranza, d!amore e di silenzio, giacch se parlo con lei, o su di lei ragiono e scrivo, provo una profonda commiserazione "di me stesso# che mi tiene a freno. $oltanto tu, solitario ruscelletto, sei disposto ad ascoltarmi; ogni notte l!amore mi conduce a te. %ui do sfogo al mio dolore e passo in dettagliata rassegna le mie atroci sofferenze; qui rovescio l!impetuosa copia dei miei tormenti ed espongo come i egli occhioni ridenti, quasi fossero un raggio di fuoco perpetuo, colpirono il mio cuore e come la sua occa di rosa, i suoi splendidi capelli profumati, il candore della sua pelle e il suo gradevole accento finirono per insegnarmi a piangere d!amore. &'((E)T' P*E$' +, -,.''
dunque,la prima strofa....foscolo identifica la sua pena d'amore con la metafora della catena,che sta appunto ad indicare il peso,il fardello dell'amore,e spiega che lui prova pena se anche solo pensa alla sua amata.dunque,il pro lema sta in quel /perch/iniziale,che dovre e stare appunto per /affinch/.la logica mi dice che lui affida le sue sofferenze e i suoi pensieri al fiume,,001)&. la sua catena taccia,diventi pi2 lieve,visto che non pu3 recarsi sollievo con le parole. un p3 intricato in effetti,se magari mi dai delucidazioni su ci3 che ti ha detto in merito il tuo prof... riflessioni in merito4una pu3 essere su come il provare il sentimento amoroso riesca ad insegnare il /pianger d'amore/,cio il riconoscimento della propria sensi ilit interiore;poi puoi riflettere su come sia pesante il silenzio,il non poter esprimere ci3 che senti,l'incomunica ilit con te stesso e con gli altri. spero di averti aiutato56 scusa se ti rispondo qui,ma su 7ahoo non posso rispondere ai messaggi per via del locco del pop up....dunque,intanto io foscolo l'ho studiato parecchi anni fa,perci3 sono andata pi2 che altro a logica,faresti meglio a trovare qualcosa di pi2 fidato5mem ra potre e voler dire raccia,mi dicevi4s8,questo uno dei significati,solo pensavo che siccome lui sta facendo una /panoramica/ della sua ella,descrivendo occhi,capelli, occa,mi pareva pi2 in linea con la descrizione che parlasse del candore del suo incarnato e del suo corpo in generale.cmq senti,se io riesco a trovare qualcosa di pi2 preciso su internet,o se ritrovo i miei vecchi li ri di liceo,te lo scrivo5ciao

metonimia9 divine mem ra, accenti, piet metafore9 affrena, ridenti, arsero, verso la piena comparazione9 come antitesi9 rosea:candore, parlo:penso, amor:dolor personificazione9 amor, rivo, grandi occhi clima;9 di lagrime, di speme, di amor vivo allitterazione9 capelli, candore, care assonanza9 perch:ch, cari:alfin rime interne9 amor:dolor, rumor:amor anafora9 come, qui, di anastrofe9 immortal raggio, mio cor, solitario rivo, cari accenti, rosea occa iper ato9 tutta verso del dolor la piena &'$1 <=!1)TE*1 <1'*)1 1) =>'<' 1)&E*T'

&os8 gl'interi giorni in lungo incerto sonno gemo5 ma poi quando la runa notte gli astri nel cielo chiama e la luna, e il freddo aer di mute om re coverto; dove selvoso il pian e pi2 deserto allor lento io vagando, ad una ad una palpo le piaghe onde la rea fortuna, e amore, e il mondo hanno il mio core aperto. $tanco mi appoggio or al troncon d'un pino, ed or prostato ove strepitan l'onde con le speranze mie parlo e deliro. (a per te le mortali ire e il destino spesso o liando, a te, donna, io sospiro9 luce degli occhi miei chi mi t'asconde4 P,*,0*,$1 Trascorro le intere giornate cos8, in un intermina ile dormiveglia, a singhiozzare sommessamente5 Poi, quando con l!oscurit della notte appaiono la luna e tutti gli altri corpi celesti e tutt!intorno si copre di un gelido silenzio, allora, andando di qua e di l tra i luoghi pi2 ricchi di oschi e disa itati, vado accarezzando lentamente le piaghe che l!avversa fortuna, l!amore e l!intera societ hanno procurato al mio cuore. 'ra, stanco, mi appoggio al tronco di un pino, ora, dove l!acqua produce maggior rumore, prosternato mi fermo a parlare con le mie speranze e a farneticare. +imentico, per te, delle gravi sofferenze e della mia sorte, o donna, te che io desidero ardentemente9 luce degli occhi miei, chi mi ti nasconde4

(E*1T,(E)TE, PE*'! &.!1' P'T*E1 !eritamente, per& ch io potei a;;andonarti, or grido alle frementi onde che ;atton l alpi, e i pianti miei sperdono sordi del $irreno i venti. )perai, poich mi han tratto uomini e -ei in lungo esilio fra spergiure genti dal ;el paese ove meni s rei, me sospirando, i tuoi giorni fiorenti, sperai che il tempo, e i duri casi, e queste rupi ch io varco anelando, e le eterne ov io qual fiera dormo atre foreste, sarien ristoro al mio cor sanguinente; ahi vota spemeC +mor fra l om;re e inferne seguirammi immortale, onnipotente.

P+(+?(+)' Poich ho avuto il coraggio di a;;andonarti, ora giustamente s;raito contro lo scrosciare delle piogge che dilavano i monti e contro le mie lacrime che, disattese, disperdono i venti sul $irreno riducendone progressivamente lAenergia. Do sperato, giacch gli uomini e il mio destino mi hanno costretto ad un intermina;ile esilio, tra gente di cui non ci si pu& fidare, lontano dal ;el Paese dove ora tu trascorri gli anni della tua giovinezza nellAinfelicit# desiderandomi ardentemente; ho sperato che il tempo, le vicende dolorose,

queste rocce erte e scoscese, che io ho attraversato aspirando Ealla li;ert#F, e le tetre ;oscaglie sempreverdi, dove io dormo come un animale selvaggio, sare;;ero stati di sollievo per il mio cuore sanguinante. +hi, speranza vanaC .Aamore onnipotente ed immortale mi seguir# tra le om;re dei trapassati. )5."+$+ D5 .+ ?(5N$E
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, crin fulvo, emunte guance, ardito a !etto, la""ro tumido acce o, e ter i denti, ca!o chino, "el collo, e largo !etto# giu te mem"ra# ve tir em!lice eletto# ratti i !a i, i !en ier, gli atti, gli accenti# o"rio, umano, leal, !rodigo, chietto# avver o al mondo, avver i a me gli eventi$ talor di lingua, e !e o di man !rode# me to i !i% giorni e olo, ognor !en o o, !ronto, iracondo, in&u'eto, tenace$ di vi(i ricco e di virt%, do lode alla ragion, ma corro ove al cor !iace$ morte ol mi dar) fama e ri!o o*

Il sonetto anche conosciuto come Solcata ho la fronte ? un componimento importante nella produzione di 1oscolo anche per l.arco di tempo delle diverse stesure" la prima risale al 9@:A versione le%%ermente modi'icata nel 9@:68 viene ri'atta nel 9@:@ dopo la pubblicazione dei Sepolcri& A distanza di anni 1oscolo riprende la lavorazione del sonetto tra 9@A9 e 9@A78 l.ultima versione del componimento risale a +uattro mesi prima della morte dell.autore +uindi nel 9@AB& In +uest.opera si mani'esta la necessit! per 1oscolo di autorappresentazione poetica nell.arco di venticin+ue anni& Modello di +uesto sonetto ? il componimento autobio%ra'ico di ,ittorio Al'ieri il Sublime specchio di veraci detti& Il poeta si descrive presentando il suo aspetto 'isico e il suo carattere" ha la 'ronte alta solcata da ru%he i capelli rossi i denti bianchi un corpo proporzionato8 si veste ele%antemente8 a%isce velocemente8 ha un carattere impulsivo e tenace ? sempre in lotta con il destino& 1oscolo chiude il componimento a''ermando che solo con la morte potr! trovare la 'ama e il riposo tema che ricorre in tutti i sonetti& Tuttavia +uesti versi 'urono modi'icati nell.ultima riedizione in cui scompare la parola C'amaC&
P+(+?(+)' Do la fronte solcata da rughe, gli occhi infossati ma attenti, i capelli giallo/rossicci, le guance smunte, lAaspetto coraggioso, le la;;ra carnose e infiammate, i denti ;ianchissimi, il capo reclinato, un ;el collo, un petto ampio, delle mem;ra ;en proporzionate, un a;;igliamento semplice ma elegante, un incedere, una capacit# di

pensare, di agire e di parlare rapidi; EsonoF moderato, pieno di umanit#, leale, generoso, sincero, irritato con il mondo di cui su;isco le avversit#: talora sono molto capace con la parola e spesso anche con le mani; passo la maggior parte dei giorni in solitudine e nella malinconia, sempre assorto nei miei pensieri; EsonoF disponi;ile, pronto allAira, ansioso, ma fermo nei miei propositi; ho molti vizi ma anche molte virt%; lodo la ragione ma corro dove mi porta il cuore: soltanto nella morte potr& trovare gloria e quiete. +.$(5 )olcata ho fronte un sonetto che vuole essere l autoritratto letterario dell autore. )i tratta di una poesia pu;;licata a Pisa nel 697< nel GBiornale dei letteratiH insieme ad altri sette sonetti. 'l periodo storico e letterario per l 'talia complesso. )i tratta di un periodo di passaggio tra Neoclassicismo e (omanticismo. )i riconoscono gli elementi formali propri del Neoclassicismo, nella forma del sonetto in endecasilla;i, nella costruzione latina del verso1aggetivo/nome2 e nell uso di parole classiche e ricercate1crinfulvo,emunte guance,prode2. Nel sonetto ?oscolo si vuole presentare per quello che e per quello che vorre;;e essere. 'nfatti si presenta come tutte le contradizione della sua vita e del suo tempo. .a prima quartina ci descrive in maniera classica e quasi scultorea il suo viso. Nella descrizione compaiono su;ito le caratteristiche di uomo serio 1la;;ri al viso lenti2 intelligente 1occhi incavati intenti2 riflessivo e pensoso 1solcata ho fronte2 e fiero 1ardito apetto2. Nella seconda quartina ci descrive la sua persona e le caratteristiche che lo rendono singolare1prodigo,so;rio,umano,ispido,schietto2. .a quartina si conclude con l indicazione delle difficolt# personali e del periodo storico e politico1avverso al mondo, avversi a me gli eventi2. .e ultime due terzine sviluppano i temi romantici del sonetto: .a tristezza e la solitudine 1!esto i pi% giorni e sole2 e con la contradizione spicca l importanza delle emozioni1canta in me parla la ragion ma il core ricco di vizi e di vert% dell ira.2 Nell ultimo verso troviamo il tema Neoclassico della fama1!orte,tu mi darai fama e riposo.2 ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// //////////////////////// .Aautore descrive, con una connotazione positiva, il proprio aspetto esteriore 1dalla fronte sino al petto2 e in modo talvolta negativo il suo carattere, con un aumento di tensione che si scarica nellAultimo verso, nel quale il poeta ritiene la morte unica soluzione allAaffanno della vita. >na chiara linea di separazione semantica il v. 9, a met# sonetto, che d# una svolta al componimento. .a prima parte contiene una precisa descrizione oggettiva dellAio/lirico 1lAautore stesso2 sia esteriore sia interiore; il volto appare ardito, dai lineamenti netti, il petto grande e le la;;ra carnose; le mem;ra sono definite giuste 1proporzionate2 e il vestiario, se pur semplice, curato: la descrizione ricorda quella di un eroe antico e non solo nellAaspetto esteriore. 'nfatti, gli aggettivi che sono utilizzati ai vv. 4 e soprattutto 8 sono riconduci;ili alla classicit# omerica e alla pietas romana. .a descrizione neoclassica viene soppiantata, dal v. 9 al v. 66, da una visione pi% inquieta del carattere e del rapporto col mondo esterno: la sicurezza dAanimo dellAeroe classico scivola nellAincertezza e nel tormento dellAuomo romantico. ,asta notare la distanza, quasi ossimorica, tra il terzo verso della seconda quartina 1v.82 e il terzo della prima terzina 1v.662: il poeta, prima so;rio e schietto, ora si definisce iracondo e inquieto; le differenze di significato, per&, dalla simmetria sintattica dei due versi 1cinque aggettivi nel primo caso, quattro nel secondo, ma diventano cinque se si considera lAultimo elemento del v. 672. la fluidit# marcata dal sonetto, tranne nellAultima terzina, resa

attraverso lAuso dellAasindeto: molte sono le virgole, che separano anche singoli aggettivi; sicuramente lAassenza di molti predicati contri;uisce a rendere il componimento snello e rapido. >nAaltra figura retorica al v. 6<: un en:em;ement divide il predicato dal complemento di termine creando nel lettore una suspense che al v. 60 si scioglie smorzando la rapidit# e la tensione dei versi precedenti. .a ragione, pur considerata parte importante dellAuomo 1do lode II alla ragion2, non per& la soluzione a tutti i pro;lemi esistenziali dellAuomo, a differenza di quanto sostenuto dagli 'lluministi. .Aio/lirico si sente dominato dalle passioni e dai sentimenti 1ma corro ove al cor piace2. "ome in altri componimenti, ?oscolo pone come tema centrale la morte: unica soluzione alla sofferenze della vita. Em;lema di questa tesi >ltime lettere di Jacopo 5rtis 1697<2, romanzo epistolare in cui il protagonista sAuccide perch schiacciato da sofferenze affettive a causa di una donna 1$eresa2 e della propria patria 1@enezia2. *uesta concezione di morte non per& del tutto foscoliana: gi# Boethe, esponente del movimento preromatico )turm und -rang, nel suo romanzo ' dolori del giovane Kerther il protagonista decide di suicidarsi per ragioni in parte simili a quelle di J.5rtis. .Aultimo verso di questo sonetto, per&, si pu& considerare come il riassunto di -ei sepolcri, poemetto in cui il poeta sostiene che lAimmortalit# dellAindividuo sia affidata alla Poesia e al ricordo nei viventi 1fama2 e che la morte sia un riposo sereno.)are;;e anacronistico ed eccessivo definire >go ?oscolo propriamente romantico, perch molto forte la presenza di elementi neoclassici come la mitologia oppure, come nellA5rtis, il richiamo a personalit# antiche 1)affo, Plutarco2, o descrizioni decisamente classiciste 1anche in questo sonetto2.?orti sono anche i richiami a Petrarca, di cui riecheggiano in questo ;en due sonetti 1)olo et pensoso i pi% deserti campi e Pace non trovo et non & da far guerra2.-i certo per& lAautore di Lante molto lontano dal razionalismo e dalla concezione della ragione come chiave risolutoria di ogni pro;lema umano.

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