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Dante Alighieri, Canto V,

Inferno
Italiano
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CANTO V
Eneide, 6°Canto (426-449): Enea e la sibilla hanno appena traghettato l'Acheronte
(traghettati da Caronte) e la prima persona che incontrano è Minosse, che nell'Averno di
Virgilio giudica coloro che sono stati condannati a morte e uccisi ma in realtà erano
innocenti. Enea poi arriva in un luogo chiamato Campi del Pianto, dove ci sono
coloro che si sono uccisi per amore (es. Didone si è uccisa perché Enea se ne era
andato; Enea quando la vede negli inferi piange, si commuove). Questo è il punto di
riferimento da cui Dante parte per il Canto 5.
Nel 2° cerchio ci sono i lussuriosi. Dal 2° al 5° cerchio, sono detti gli incontinenti, ovvero
coloro che hanno peccato di incontinenza, non si sono trattenuti. I lussuriosi sono tra
quelli che hanno minor peccato, e qui ci sono le prime anime veramente dannate (nel
limbo non ci sono vere punizioni e tormenti).
Il termine amore ricorrerà moltissimo (Beatrice a Virgilio: “amor mi mosse”); l'amore
muove tutti i beati, ma allora perché vanno all'inferno?
I greci hanno 3 verbi per esprimere l'amore:
– eros → l'amore carnale, l'istinto
– agàpe → latino =caritas, amore puro
– filiìa → amore di amicizia
In Italiano invece abbiamo solo un termine.
I lussuriosi sono morti per amore, ma l'amore eros. L'eros non è sbagliato, ma vanno
all'inferno perché hanno solo quello, e quindi l'altro lo desideri solamente. Tutti quelli del
2°cerchio sono morti a causa di un amore fedifrago (fedi= fiducia, frago = rompere → il
fedifrago è un traditore). Dunque sono morti perché questo amore si ferma all'eros ed è
fedifrago, è illecito, e rompe sempre un rapporto di fiducia (si sviluppa sempre tra due
persone sposate). Dante dice che i lussuriosi sono coloro che hanno sottomesso la
ragione al talento (talento nel senso di desiderio, in questo caso il desiderio carnale,
l'istinto). Sono gli animali che sono solo istinto, ma l'uomo ha anche la ragione e il libero
arbitrio.
Minosse: i medievali facevano di tutto per trovare nelle opere greche e latini significati
cristiani; Dante lo fa diventare un demone al servizio di Dio (anche qui, come nell'Eneide,
sarà un giudice). Dante lo mostra come un gigante con una corona in testa ed ha una
coda da serpente. Le anime davanti a lui si devono confessare, devono dirgli le
proprie colpe, e a seconda della colpa, lui gira l'anima attorno alla propria coda
tante volte secondo il numero del cerchio a cui l'anima è destinata (invenzione di
Dante). I lussuriosi, come tutti gli altri peccatori, non avevano solo quel peccato, ma si
sceglieva quello prevalente.
v.3: guaio = lamenti; Dante ci dà già una geografia dell'inferno. Visto che è fatto ad
imbuto, la zona è più stretta ma il dolore maggiore.
Minosse è orribile nell'aspetto e ringhia → ha perso i suoi connotati umani; mentre
nell'Eneide rivedeva le condanne degli innocenti, qui giudica i condannati e infatti viene
collocato solo all'inizio.
v.12: gradi = gradoni, l'inferno è fatto a gradoni
v.13: ci sono tantissime anime che vanno all'inferno (Caronte, nel canto 3 trasportava
tantissime anime)
v.15: dicono i loro peccati e ascoltano la loro condanna
v.16-19: Minosse ha una reazione simile a Caronte; vede un'anima viva e non la vuole far
passare.
Ospizio = albergo, luogo in cui si sta → questo sarà un luogo di dolore

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v.18: officium = dovere, compito
v.20: riferimento evangelico → l'ingresso è enorme ma ingannevole = è larga la via
che manda alla perdizione. Dante, di fronte ad un mostro come Minosse sta zitto ed
interviene Virgilio, il quale dice la stessa cosa che aveva detto a Caronte.
v.22: cammino fatale → il suo cammino è voluto da dio (Minosse ora tace come aveva
fatto Caronte).
Dal verso 25 inizia il vero inferno; Dante dice “è adesso che comincia il vero viaggio.
v.25: dolenti
v.28: io sono giunto in un luogo muto di ogni luce = sinestesia (stesso significato di “là
dove'l solo tace”)
v.31: c'è una bufera infernale che non si arresta mai, in cui le anime vengono sbattute.
Dante non chiede chi sono le anime; ai suoi occhi il contrappasso è evidentissimo,
perché come sono stati travolti dalla tempesta carnale, così per l'eternità saranno
sbattuti da un tornado – contrappasso per analogia
v.34: ruina = vortice di questa bufera infernale
v.35: è buio, ma soprattutto si sentono pianti, lamenti, strida e bestemmie
v.37: Dante lo capisce da solo
v.38: in un endecasillabo rinchiude tutta la loro colpa, epigrafe che spiega l'essenza dei
lussuriosi (talento =desiderio). Sono tutti amori fedigrafi caratterizzati dall'eros.
v.40: paragona le anime agli storni, uccelli che nella letteratura erano considerati
particolarmente lussuriosi, e Dante li paragona ai peccatori carnali – similitudine
v.44: fa eco a “lasciate ogni speranza voi ch'entrate”, epigrafe dell'inferno → siamo nel
vero inferno
v.45: sanno che la loro pena non potrà mai diminuire
v.46: 2° similitudine, sempre con degli uccelli, le gru → volano sempre in fila indiana, e
Dante dice che questa schiera va come le gru
1° similitudine → tutti i lussuriosi, in generale
2° similitudine → schiera di coloro che sono morti per morte violenta per amore
Dante mette Minosse e poi subito dopo la schiera di coloro che sono morti a
causa di morte violenta per amore (omicidio/suicidio), così come Virgilio mette
Minosse e poi Didone (quando vede che le navi troiane erano partite, si infilza la spada
nel petto).
v.46-51: sono tutti in fila indiana tranne due anime/ombre che stanno ancora insieme
v.51: Dante ora previene Virgilio
castigo = bufera infernale, v.31 → contrappasso per analogia allotta = allora
v.54: donna che ha governato su tanti popoli
v.58: Semiramide = alcuni dicono che sia un personaggio storico, mentre altri mitologico,
ed era la regina degli Assiri nel 14° secolo ed è un exemplum di lussuria. Tutti i
personaggi che Dante cita in questo canto, come in tutti gli altri canti, sono degli esempi
e mette sempre insieme personaggi storici e mitologici. A lui non interessa se uno sia
storicamente esistito oppure no, ma li mette nello stesso piano perché sono
comunque esempi che gli servono per arrivare al suo scopo. Troviamo qui tutti
esempi di lussuria. Tutte le anime di cui parla da ora in poi sono tutte morte di morti
violente, uccise o suicidate.
Semiramide era molto lussuriosa, aveva avuto anche un incesto con il figlio.
v.57: Semiramide rese tutto lecito nel suo regno; per non passare lei per una donna che

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fa cose illecite, rende tutto lecito, così che, di conseguenza, anche lei faceva cose lecite.
v.61: Si riferisce a Didone che si uccise per amore. Non è messa tra i suicidi, nel 13°
cerchio perché il suo peccato maggiore era la lussuria. Lei è vedova e per la dottrina
cristiana era libera di risposarsi. Al verso 62 spiega perché va all'inferno: aveva fatto un
giuramento solenne alle ceneri di suo marito, dicendogli che non lo avrebbe mai tradito,
ma con Enea rompe questo giuramento.
v.63: Cleopatra → alterna personaggi mitologici e storici
v.64: Elena = ha tradito Menelao ed è scappata con Paride; tanto reo tempo di volse =
guerra di Troia, durò 10 anni
v.65: Achille = si narra che alla fine della guerra di Troia si fosse follemente innamorato
di Polissena, una delle tante regine di Priamo, sorella di Paride ed Ettore, e venne ucciso
a tradimento dal fratello di Paride.
v.67: Paride = Elena - Tristano = uno dei cavalieri più famosi della tavola rotonda
v.69: uccisi dall'amore. Questo amore non ha la stessa qualità di “amor di mosse” di
Beatrice, è solo eros.
v.70: dottore = doctor → doceo = insegnare = maestro, insegnante (latinismo)
v.72: Dante prova sempre questa pietà per le anime che incontra → qui proverà pietà
perché la prima fiera che lui incontra è la lonza, e il primo dei suoi peccati è la
lussuria. Prova pietà anche perché vede come finiscono quelle anime e sa che
potrebbe succedere anche a lui.
v.75: vede nella schiera di queste anime, due anime che invece di andare in fila
indiana come le altre, vanno insieme.
v.76: Virgilio è sempre un po' scocciato delle domande di Dante.
v.79: vento = corrisponde alla bufera infernale
v.82-87: non dice chi sono ma li paragona a colombe che arrivano piano al dolce nido
dove si accoppiano, in quanto sono accomunate dalla schiera di Didone. Le colombe però
sono chiamate dal desiderio, un istinto normalissimo che hanno gli animali, non peccano.
Dall'altra parte però si parla di aria maligna.
v.96: uno dei due parla, è lei: lui in questo canto non parlerà mai, piangerà soltanto.
Lei chiama Dante “animale grazioso e benigno”: animale cioè dotato di anima, vivo,
essere vivente
v.90: siamo stati uccisi violentemente
v.93: lei si è accorta che Dante ha pietà di loro; vi = qui; è come se ci fosse una pausa
nella bufera infernale, che tace perché devono raccontare la storia a Dante, e quindi
tace.
v.97: prima presenta la sua terra, come Virgilio, poi dice il nome
v.96: Ravenna, vicino alla foce del Po
v.99: seguaci del Po = affluenti
v.101-102: amor = personificazione di Cupido, di Eros, compie delle azioni. Sta citando la
poesia di Guinizzelli “Al cor gentile rempaira sempre amore”, dove dice che l'amore si
accende nel cuore gentile → rimando al suo maestro. L'amore prese costui della bella
persona che si è tolto. L'amore si è accesso perché lei è bella.
v.102: il modo in cui sono morta ancora mi ferisce.
Trattato de amore: l'eros è una passione che quando ti travolge non la puoi più
controllare
v.103: l'amore non risparmia nessuno che si sente amato, e non può fare altro
che amare (citazione di Andrea Cappellano nel de amore).

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v.104: lei è innamorata della bellezza di lui e viceversa. Questo amore non è agape ma
piacere.
La colpa per cui sono perduta in vita non mi abbandona neanche nella morte.
v.106: anafora → ripetizione di Amore a inizio verso per 3 volte; una = unica, sola →
unica morte
v.107: chi ha vita ci spense = chi ci ha ucciso è atteso da Caina.
Caina è la zona più bassa dell'inferno, dove sta lucifero e si stanno i traditori dei parenti
→ chi ci ha ucciso è un nostro parente= Gianciotto.
Mentre per Cleopatra, personaggio storico importantissimo, Dante dedica solo 1 riga, per
Paolo e Francesca, storicamente esistiti, ma nessuno li avrebbe ricordati, Dante dedica
metà canto perché conosceva Paolo.
Francesca era la figlia dei Da Polenta, signori di Ravenna, in continua lotta con i
Malatesta, signori di Rimini; per conciliare le due fazioni facevano matrimoni combinati e
fanno sposare Francesca con Gianciotto nel 1275, ma Francesca una volta giunta a
Rimini si innamora del fratello Paolo.
Dante conosce Paolo (lui va a Ravenna dopo il 1300) perché era stato a Firenze e nel
1282 era stato capitano del popolo (Dante era vivo e lo conosce). Poi Paolo l'anno
successivo, o pochi anni dopo, ritorna e viene ucciso dal fratello che sorprende i due
amanti e li uccide.
Dante era rimasto impressionatissimo e la sua vita finirà dai da Polenta.
Gianciotto andrà a finire da Caina, e sarà lui quello che avrà compiuto un peccato
maggiore.
v.108: da lor → in realtà è solo lei che parla
v.111: Dante rimane sconvolto e tiene il capo basso per tutto il tempo; Virgilio gli
chiede a cosa stia pensando, e sicuramente starà pensando che anche lui era lussurioso
e probabilmente gli sarebbe toccata una pena simile.
v.112: lasso = povero me; Dante non si spiega perché il desiderio dell'amore è
dolce ma conduce questi alla morte
v.113: c'è sempre questo “loro”, ma si rivolge solo a lei. Il fatto che dica Francesca
significa che l'ha riconosciuta
v.117: Dante piange di fronte a Francesca
v.120: com'è nato il vostro amore? Come vi siete accorti di essere innamorati?
I desideri sono dubbiosi perché il dubbio che hanno è: “l'altro ricambia”?
v.123: adesso che siamo nella tristezza, è un gran dolore raccontare i fatti felici
v.127: racconta com'è scattata la scintilla tra loro. Stavano leggendo il libro di
Lancillotto, il più famoso cavaliere della Tavola Rotonda, che si era innamorato di
Ginevra, sposa del re Artù. Questi racconti si trovano nel romanzo “Lancillotto del lago”,
che narra appunto il ciclo della Tavola Rotonda. Paolo e Francesca si trovano a Rimini, in
una stanza soli, e leggono il libro di Lancillotto, e arrivano al punto in cui si baciano (→
amor ferigrafo), e poi, dopo essersi guardati, chiudono il libro
v.128: amore = eros
v.129: sospetto → non pensavano che tra di loro sarebbe successo qualcosa, ovvero che
si sarebbero baciati
v.136: sottintesa la bocca di Ginevra (fu baciata da Lancillotto)
v.135: questi = paolo
v.136: tremante → era un bacio illecito, proibito

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v.137: Galetto era il servo che nella Tavola Rotonda aiutò Lancillotto nella storia d'amore
con Ginevra. Fu il servo che rivelò sia a Lancillotto sia a Ginevra il reciproco amore. Li ha
aiutati ha scoprire il loro amore che fino ad ora era stato segreto. Qui è stato il libro che
ha aiutato i due amanti a rivelarsi (insieme all'autore del libro, Cretienne de Toit)
v.138: spirito di Francesca
v.139: Paolo piange nel sentire il racconto della loro storia d'amore
v.142: Dante sviene come se fosse morto perché prova pietà, commozione. Allitterazione
della c ed r. Dante si è immedesimato tantissimo in Paolo e Francesca.
Termini chiave:
– amore: eros e ferigrafo - pietà: per gli uomini morti per aver commesso il suo
stesso peccato
Dante prende anche le distanze da tutta la letteratura cortese (come quella della Tavola
Rotonda e di Lancillotto) e anche dallo stilnovismo. Lui che ha sempre letto la letteratura
cortese e che ha fatto parte dello stilnovismo, dove le donne cantate non erano mai le
vere mogli, prende le distanze per non far passare questo amore come giusto.
Si capisce dal verso 100 → Dante mette questa citazione all'inferno e capisce che quella
letteratura cantava una donna non propria (Guinizelli); la stessa cosa al verso 103 con la
citazione di Cappellano.
Se ti prende l'eros per qualcuno, secondo Dante, puoi fare a meno di amarlo (non
condivide il pensiero di Cappellano).
v.39 → l'istinto del desiderio carnale va controllato con la ragione. Qui invece sono tutti
esempi di persone che hanno avuto un istinto carnale senza prima sottometterlo alla
ragione. Dante li mette all'inferno non perché si sono innamorati, ma perché non hanno
saputo mettere il freno al loro istinto.
Capisce che la letteratura cortese e stilnovista di cui lui aveva fatto parte, non porta a
niente di buono, ma solo all'inferno, è un adulterio. Se è solo eros, devi mettere un freno
(non è d'accordo con il verso 103).

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