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Parafrasi

Siamo all’altezza della second cornice nella quale i peccatori sono aggrappati alle pareti della
cornice stessa con gli occhi cuciti, l’invidia passa per la vista che è lo strumento di conoscenza dei
bene altrui. L’espiazione è quella della cecità gli occhi serrati.
È il secondo canto dedicato alla cornice del peccato do invidia e la cornice è stata già introdotta nel
13 canto del purgatorio un canto nel quale i due pellegrini si trovano inseriti nella cornice, nella
quale sentono subito 3 voci che alludono a 3 episodi di carità e pietà, la prima frase evocata si
riferisce alle nozze di Cana dove Gesù trasforma acqua in vino, in cui Maria dice ….
La seconda frase pronunciata da queste voce della cornice, fa riferimento a Oreste, episodio mitico
in cui dice ‘’io sono Oreste che ci rimanda all’amico di Oreste che per evitare che Oreste subisca la
condanna a Morte a sua volta assassina di Agamennone e Oreste risponderà io sono Oreste .
‘’amate chi vi ha fatto del male.’’
Canto 14 inizia in media res, che ha de personaggi come protagonisti, due romagnoli vissuti in due
generazioni differenti nel corso del 200. Guido del Duca e Ranieri da Caboli. Due personaggi
principali del canto. Attraverso il dialogo con Guido possiamo tripartire questo canto, che è canto
di profondo schiettamente politico anche se fatto i termine metaforico-Profetico.
Ulteriore digressione invettiva verso la toscana.
Il canto si conclude con due ulteriori frasi che vocano altrettanti esempi di invidia. Riferimento
‘’chiunque mi troverà’’ che è una frase di Caino, e invece un’altra frase attribuita ad Aglauro,
personaggio del mito di Ovidio delle metamorfosi, invia di confronti della sorella mercurio viene
tramutata in Pietra. Prima digressioni politica, nell’invettiva dello stato presente della toscana e
invocazione del tutto positiva della nobiltà romagnola, cortese.
1-12: chi è costui che percorre n cerchio il nostro monte, prima che la morte gli abbia concesso di
spiccare il volo, e a suo piacimento apre e chiude gli occhi. Non so chi sia e so che non è solo,
domandaglielo tu che sei più vicino, i, e accogli dolcemente così che parli.
Coì due spiriti, entrambi chini, parlavano di me e ….
Ivi: ivi e quivi sono latinismi, ivi indica un punto lontano rispetto a chi sta parlando. Quindi lì, la.
Quivi e ivi indicano l’opposto, ll’ìe la. Così entrambi gli spirti entrambi chini parlavano là di fronte a
me.
Poi protesero i visi verso l’alto per parlarmi e uno dei due disse: o anima che saldamente legata al
corpo (si insite che Dante è vivo) te ne vai verso il cielo, per carità consolaci e dicci da dove vieni
(onde, può significare o dotazione di luogo o di causa, quindi da dove , della ragione) , poiché tu ci
fai tato meravigliare della tua grazia quanto vuole una cosa che non è mai accaduta, quanto esige
mai una cosa mai avvenuta prima.
16-1: e i per mezza toscana si spazia un fiume che nasce in Falterona e cento miglia di percorso
non lo sazia. (questo cominciò ad introdurci a quella che sarà l’invettiva alla Toscana, attorno alla
notazione topografica). … la mia fama non risuona.
Risposta da parte di Rinieri da Cavoli, 22-... il l discorso allusivo di Dante richiede d parte dei due
personaggi un chiarimento. Rinieri da Caboli dubbiosamente cerca di caprie a quale fiumicello si
riferisca dante. Sebbene
Accarno= penetro in profondità, afferrò, voce tecnica usata per legato alla caccia, se afferrò bene
con l’intelletto ciò che intendevi dire ,riviera= provenzalismo, com ’om fadal francese siccome si fa,
per le cose orribili. Inizia discorso di Guido del duca che è vero interlocutore di Dante l’anima ...
Parte dedicata all’invettiva da parte di Guido del duca verso la toscana si sviluppa seguendo il orso
dell’Arno evocati i peccati e i vizi bagnata direttamente dall’Arno e le città sono identificate con
degli animali e si parla del vestiario toscano del 14 canto del purgatorio e rispetto al riferimento
all’Arno si segue il corso del fiume e si identificano i peccati dominanti , ci rimanda ala dimensione
infernale
28-42: non lo so ma è ben giusto che il nome di tale valle perisca, poiché dal principio suo
(riferimento alla sua gente) dialpestro monte da cui si è staccato Peloro, poiché dal … che (si
riferisce all’apetsro monte) che in pochi luoghi passa poco quel segno indica che il monte alterona
è uno della montagne più te del appenino tosco-romagnolo.

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