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INFERNO, CANTO XIII

Nel canto XIII Dante narra del VII cerchio, dove vengono punite le anime dei
violenti contro se stessi nelle persone e nelle cose. La struttura del testo è
ripartita in tre sequenze diseguali, intrecciate tra loro attraverso l’interazione
delle pene che i due tipi di dannati devono subire
Nella prima sequenza, quella più lunga, Dante narra del suo incontro con con
l’anima di Pier delle Vigne, famoso suicida, nella seconda invece si assiste allo
strazio di uno scialacquatore, nella terza invece egli racconta nuovamente
l’incontro con l’anima di un anonimo suicida fiorentino.
All’inizio del canto si trova una selva misteriosa, lugubre ed echeggiante i
versi malauguranti delle Arpie annidate degli alberi e dei lamenti di altri
dannati invisibili. La presenza delle Arpie è ripresa dall’Eneide dove le Arpie
sono creature mostruose, rappresentate come uccelli con la testa di donna
oppure come donne con le ali, sempre con grandi artigli ed un caratteristico
aspetto ripugnante. Nell’episodio dell’Eneide alla vista di Enea e della sua
flotta appaiono le coste delle isole Strofadi, terra delle Arpie, descritto come
locus horridus e topos della tempesta; gli eventi narrati in questo passo sono
caratterizzati dalla violenza e dalla presenza del monstrum.
Nel canto XIII, quando Dante, esitando coglie un ramoscello da un grande
pruno, si riconosce che anche questa situazione è ricalcata sull’Eneide,
all’inizio del libro III, quando si racconta di Enea che, dopo aver lasciato
Troia, si avventura in mare alla ricerca di una nuova terra, dove fondare una
nuova patria. Enea approda in Tracia, dove inizia la costruzione di mura di
una città che chiama Aenedas, quando vuole compiere un sacrificio per
consacrare l’evento, si reca in un boschetto e prende un arboscello di mirto,
ma colando sangue da questo, egli ne strappa altri fino a quando una voce
straziante lo supplica di lasciare in pace il defunto che è lì sepolto: è Polidoro,
figlio che Priamo credeva in salvo. Enea allora, sconvolto, tributa a poliporo
delle onoranze funebri e lascia la città.

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