Sei sulla pagina 1di 4

Un eroe del nostro tempo (Lermontov) – Riassunto.

PARTE PRIMA

CAPITOLO 1 (BELA):

Il narratore ci racconta che è partito per un viaggio da Tiflis e incontra durante il suo
percorso un generale di nome Maksim Maksimyč. Egli inizia a raccontargli una storia
a proposito di certo Grigorij Aleksandrovič Pečorin un giovane ufficiale giunto dalla
Russia per prestare servizio nel Caucaso che rimase con Maksim per 1 anno circa.

Durante quel periodo successe che il figlio di uno dei principi pacifici di quei
territori, di nome Azamat, era diventato un assiduo frequentatore della fortezza.
Egli era un giovane però estremamente viziato e avido di denaro. Vista l'amicizia, una
volta andò da loro (da Pecorin e Maksimyc) il vecchio principe in persona, padre di
Azamat, per invitarli a uno sposalizio al quale si presentarono non potendo rifiutare.
Alla festa era presente:
• un brigante di quei territori di nome Kazbič il quale possedeva un cavallo
che chiunque invidiava per bellezza e prestazioni.
• la figlia più piccola del principe di nome Bela bellissima sulla quale avevano
puntato gli occhi sia Pečorin sia Kazbič.
• Azamat, che desiderava ardentemente il cavallo di quel brigante ed era
disposto a qualsiasi cosa pur di ottenerlo
• Pečorin, che desiderava a tutti i costi la figlia del principe.

Quest'ultimo si mise dunque d’accordo con Azamat affinché rapisse per lui sua
sorella e in cambio gli avrebbe fatto avere il cavallo di Kazbič che tanto desiderava.

E così fu: Pečorin ottenuta Bela cerco in tutti i modi di conquistare il suo cuore è ci
riuscì ma in breve tempo il suo interesse verso di lei scemò e quando Maksim gli
chiese spiegazioni del suo comportamento, lui rispose che come di ogni altra cosa
della vita che lo aveva interessato adesso lo annoiava [noia elemento chiave].

Nel frattempo Kazbič si era vendicato per il furto del cavallo:


• uccidendo il padre di Azamat
• rapendo e pugnalando Bela.

REAZIONE DI PECORIN: Pečorin sembra non provare troppo dolore per la


perdita e Maksimyc si occupa del funerale. Pečorin fu destinato a un altro
reggimento in Georgia , lasciando nel dimenticatoio la storia di Bela e lasciando
fisicamente il suo amico.
Maksimyc ed il narratore si separano.

CAPITOLO 2 (MAKSIM MAKSIMYČ):


Il narratore arrivato in un albergo, dove si fermavano tutti i viaggiatori di passaggio
per aspettare la scorta armata che accompagni i convogli attraverso quei territori,
incontra per la seconda volta Maksimyc e lo ospita nella sua stanza. Ad un certo
punto arriva all’albergo una carrozza e vengono a sapere che è di proprietà di Pečorin
che però non è nelle sue stanze.
Maksimyc è entusiasta della notizia e manda subito il servitore di Pečorin ad
avvisarlo che egli lo attende convinto che sarebbe arrivato di lì a poco. Dopo averlo
aspettato per diverse ore fino a tarda notte rassegnato ritorna nella sua stanza e la
mattina dopo va a fare una commissione , chiedendo al suo compagno di viaggi di
mandarlo direttamente a chiamare nel momento in cui si fosse visto Pečorin.
Poco dopo che se ne fu andato Pečorin ritorna all’albergo il narratore manda subito
un servo a chiamare Maksimyc che si precipita subito lì.
Invece di una calorosa accoglienza il giovane riserva al vecchio un trattamento
piuttosto freddo e nonostante le sue preghiere e esortazioni a fermarsi per la cena
lui risponde freddamente che è diretto in Persia e non può trattenersi oltre. Poco
prima di lasciarlo andare Maksimyc gli ricorda che gli ha lasciato le sue carte e
vorrebbe restituirgliele ma Pečorin afferma che non gli interessano e che può farne
ciò che vuole. Maksimyc rimane profondamente deluso da questo
comportamento e cede tutte le carte al nostro narratore che è molto interessato a
scoprirne il contenuto. All'arrivo della scorta il narratore e Maksim si separano di
nuovo.

SECONDA PARTE: IL DIARIO DI PEČORIN

Prefazione: l’autore ci rivela che Pečorin tornando dalla Persia è morto e così si è
sentito in diritto di pubblicare queste memorie. Sostiene di aver deciso di pubblicarle
per la sincerità con cui quest’uomo ha rivelato le proprie debolezze e i propri vizi.
Afferma inoltre di essere in possesso di un altro quaderno nel quale si narra la vita di
Pečorin ma per il momento non ha intenzione di pubblicarlo.

CAPITOLO 1: Pečorin si trova a Taman di passaggio e si sistema per la notte. Lì la


prima notte incontra un ragazzino cieco che abita quella casa, ma turbato dal suo
comportamento e forte dei suoi pregiudizi verso gli storpi (sosteneva che a chi
mancava qualcosa nel corpo, ad esempio la vista, mancava anche un pezzo di anima)
decide durante la notte di seguirlo e si trova testimone di uno strano scambio di merci
con un uomo arrivato su una piccola imbarcazione, di nome Janko.
Il giorno seguente nella casa dove alloggia con il suo compagno si trova una vecchia
sorda padrona di casa e una fanciulla che Pečorin descrive come una sirena.
Determinato a scoprire cosa stesse avvenendo in quel luogo minaccia la giovane di
aver visto tutto e di denunciarla alla polizia. Allora lei con l'inganno, cercando di
sedurlo, lo attira su una piccola barca che si allontana sempre di più dalla riva; lì
cerca di gettarlo in mare ma Pečorin ha la meglio e riesce a tornare a riva.
Nascondendosi dietro delle rocce vede la giovane intrattenere una conversazione con
il cieco (giunto lì con un sacco pieno di oggetti), è Janko il contrabbandiere.

Decidono che ormai è diventato tutto troppo pericoloso e che essendo stati scoperti è
necessario che spariscano e interrompano i contatti. La fanciulla parte per mare con
Janko mentre il povero cieco resta lì a piangere. Ritornato a casa, Pečorin, scopre che
tutte le sue armi sono state rubate e che probabilmente quello era il contenuto del
sacco portato dal cieco al contrabbandiere. L’indomani finalmente Pečorin può
ripartire e lasciare quella città così pericolosa.

CAPITOLO 2:
In questo capitolo il protagonista incontra un amico di vecchia data un certo
Grušnickij.
Questi gli racconta di una certa principessina di nome Mary giunta in quei luoghi da
poco. Pečorin vedendo come la giovane sembra realmente interessata al suo amico e
non noti neppure per sbaglio lui, prova invidia e così decide che a tutti i costi la
conquisterà. Infatti nel giro di qualche tempo con una serie di stratagemmi riesce a
conquistare il cuore della fanciulla ma una volta ottenuto quello che desidera perde
immediatamente interesse.
Gli atteggiamenti di Pečorin nei confronti della principessa e il suo continuo
screditare l’amico, fanno sì che quest’ultimo provi un così grande rancore nei suoi
confronti da ordire un complotto contro di lui. Si riunisce insieme ad altri uomini e
con essi organizza il tranello: far sì che Pečorin lo sfidi a un duello con la pistola, ma
prima di battersi caricarle a salve, convinto che egli si sarebbe ritirato prima del
tempo mettendolo così in ridicolo davanti a tutti.

MA Pecorin , sentendo per caso il discorso di Grušnickij con i suoi compagni, viene a
conoscenza del tranello in cui vogliono farlo cadere. Nello stesso periodo però
incontra anche una sua vecchia fiamma di nome Vera, che però è sposata oltre ad
essere malata probabilmente di tisi. Con questa donna ha un legame profondissimo
sebbene non sia in grado di amarla quanto lei ama lui e una sera si lascia convincere
ad entrare nelle sue stanze di nascosto in assenza del marito (La donna abita nello
stesso edificio della principessa Mary). Mentre sta fuggendo dalla finestra viene
sorpreso da Grušnickij e un altro della sua compagnia che credono sia entrato nella
stanza della principessa Mary; per fortuna però Pečorin riesce a scappare e a tornare
nel suo alloggio. (Viene messa in giro la voce che i circassi hanno cercato di
introdursi in casa e rubare)
Il mattino seguente incontra il marito di Vera che lo invita a fare colazione e nella
locanda dove si trovano assiste a una conversazione di Grušnickij che lo accusa
pubblicamente di essere lui l’uomo ad essersi introdotto nelle stanze della
principessina.

→ Udite queste calunnie decide di sfidarlo a duello, perfettamente a conoscenza


del subdolo piano che avevano organizzato contro di lui. Il ragazzo accetta il duello
convinto che sia l’occasione che aspettava per umiliare Pečorin. Il duello si terrà alle
4:00 del mattino in una gola lontano dagli occhi indiscreti dei passanti e l’eventuale
morte di uno dei due verrà attribuita ai circassi o verrà simulata una disgrazia.

Gli uomini di Grušnickij sono convinti di riuscire a fregare Pečorin, ma egli uccide
Grušnickij. Dopodiché riceve una lettera di Vera che lo informa che partirà per
sempre e che non si rivedranno mai più.
Preso da uno slancio emotivo Pečorin decide di mettersi a cavallo e di raggiungere la
donna per un ultimo saluto ma lungo la strada il suo cavallo stremato muore.
Ritornato indietro viene a sapere che il capitano della polizia sospetta di lui essendo a
conoscenza delle discordie che c'erano tra lui e Grušnickij, viene informato inoltre
che la principessina Mary è malata.

Forse per pietà Pečorin decide di andarle a far visita: la madre di Mary gli chiede di
prendere in moglie sua figlia e gli dice che lei non ha nessun pregiudizio sulla sua
condizione sociale e che vuole solo la felicità di sua figlia. Pečorin rifiuta e chiede
di parlare da solo con Mary; dopo essersi scusato per il suo comportamento fa in
modo di farsi odiare profondamente, dopodiché si congeda e se ne va, svincolato da
ogni senso di colpa e di responsabilità.

CAPITOLO 3:

Pečorin trascorre due settimane in un villaggio cosacco dove era solito riunirsi ogni
sera insieme ad alcuni ufficiali per giocare a carte. Durante una di queste serate si
ritrovano a dibattere sull’esistenza o meno del destino:
• una parte dei presenti sostiene che tutto è già scritto dalla nascita;
• l’altra che ognuno è responsabile del proprio destino e che questo dipende dalle
scelte individuali di ognuno.

Dopo qualche minuto di discussione interviene un uomo che sostiene fermamente la


prima tesi ed è pronto a dimostrarlo scommettendo sulla sua stessa vita e Pečorin lo
incita puntando dei soldi. Egli carica una pistola se la punta alla testa e spara ma
l’arma fa cilecca.
Tutti i presenti, increduli, iniziano a insinuare che la pistola non sia stata caricata o
che il grilletto non sia stato realmente premuto. Allora per fugare ogni dubbio il
tenente l'uomo spara una seconda volta contro un oggetto e la pistola non fallisce.

Ancora fortemente turbati dell’avvenimento ritornano tutti a casa compreso Pečorin.


La notte però venne svegliato da alcuni uomini che lo informarono che l'uomo della
taverna era morto assassinato da un ubriaco, che adesso si era barricato in una casa
minacciando con la scure chiunque cercasse di entrare.

→ Il protagonista si dirige verso l’abitazione e, curioso di verificare la tesi del tenente


(uomo morto), decide di sfidare la sorte e di affrontare lui stesso il cosacco ubriaco
promettendo al capitano che lo avrebbe catturato. Miracolosamente ci riesce.

Potrebbero piacerti anche