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NOVELLA DI ALATIEL (II, 7)

Le donne sono commosse dalla novella raccontata da Emilia, la novella di Alatiel


raccontata da Panfilo. Il sultano di Babilonia Beminedab, per ringraziare il re del Garbo
(provincia settentrionale del Marocco) di averlo soccorso durante una battaglia, decise
di dargli in sposa la sua bellissima figlia Alatiel. Per questo, la imbarc insieme ad altre
damigelle su una nave che partiva da Alessandria. Erano quasi giunte a termine del
loro viaggio, quando dei forti venti spinsero la nave fuori rotta tanto da farla arenare
vicino Maiorca. Alatiel, la mattina seguente fu fortunatamente aiutata da Pericon da
Visalgo che, subito s'innamor della bella fanciulla e la port nel suo palazzo dove la
fece ubriacare. E cos trascorse con la giovine una felice nottata. Anche il fratello di
Pericon, Marato, s'innamor della ragazza. Essendo approdata sull'isola una nave di
due fratelli genovesi, si accord con loro per rapirla, uccidere il fratello e poi fuggire
con la ragazza. Cos accadde. Anche i due fratelli per s'innamorarono di Alatiel e,
gettato Marato in mare, cominciarono a litigare violentemente e cos combatterono
fino alla morte di uno dei due. Alatiel e il genovese sopravissuto giunsero cos a
Chiarenza, dove presto si sparse la notizia della bellezza della ragazza, tanto che il
principe dell'Acaia (regione storica dellantica Grecia) la rap e la port nel suo palazzo.
Anche il duca d'Atene volle vederla e se ne innamor: si accord con un certo Cuiriaci
per uccidere il principe e rapire Alatiel. Soltanto due giorni dopo la fuga del duca e
della ragazza ad Atene, fu ritrovato il corpo del principe insieme a quello di Cuiriaci. Fu
cos che il fratello del principe organizz un piccolo esercito e dichiar guerra al duca.
Allora quest'ultimo chiese aiuto all'Imperatore di Costantinopoli, che invi oltre al suo
esercito i suoi figli: Costanzio e Manovello. Anche Costanzio si innamor di Alatiel e,
lasciato il campo di battaglia, fugg con la ragazza su una piccola nave a Chios (isola
greca) dove rimasero fintantoch la ragazza si innamor di Costanzio. Ma Osbech, re
dei Turchi, rap Alatiel per sposarla. Saputo questo, l'Imperatore di Costantinopoli
chiese aiuto al re della Cappadocia che uccise Osbech in battaglia. Allora Antioco,
essendo stato raccomandato dall'amico Osbech, di proteggere Alatiel, fugg con
questa e un suo amico a Rodi. L per Antioco si ammal e in punto di morte chiese al
giovane di proteggere la sua donna. Trasferitisi a Cipro, Alatiel riconobbe Antigono di
Famagosta, servo del sultano di Babilonia suo padre. Si accord con questo per tornare
in patria da suo padre al quale disse che dopo il naufragio in Provenza, era stata
soccorsa da quattro cavalieri che l'avevano portata in un monastero di benedettine
dove era rimasta per molto tempo fingendo di esser figlia di un mercante di Cipro per
paura di essere cacciata a causa della sua religione.
Alla fine per era riuscita ad aggregarsi ad un gruppo di pellegrini diretti a
Gerusalemme e avendo fatto scalo a Baffa (Cipro) aveva incontrato Antigono e con lui
era ritornata a Babilonia. Il sultano, udite queste parole, accolse felicemente la figlia e
la fece sposare con il principe del Garbo come d'accordo inizialmente; la prima notte di
nozze, Alatiel gli fece credere di essere ancora vergine.
La novella strutturata secondo uno schema circolare: si ritorna allequilibrio iniziale
dopo una serie di vicissitudini negative, dalle quali Alatiel trova consolazione con
esperienze erotiche, con un bagaglio di esperienze aumentato. Il ricongiungimento con
la situazione iniziale dato dal racconto che la giovane fa al padre, tornata a
Babilonia, sotto suggerimento di Antigono. Il servo la chiave di svolta della novella:
la fissa non per possederla, ma per riconoscerla; le suggerisce la storia da raccontare
in modo da riprendere la vita che ha lasciato al tempo del naufragio. In questo modo,
Alatiel prende coscienza di s e diventa artefice del proprio destino, diventando la
narratrice della propria storia. Se avesse raccontato la verit, sarebbe stata esclusa
dalla societ. Secondo i canoni del tempo, la ragazza sarebbe dovuta arrivare vergine
al futuro marito: la storia di sesso viene trasformata in una storia edificante, una storia
di una falsa vergine che riesce cos a recuperare le virt perdute. La colpa di Alatiel
di essere estremamente bella, circondata da un alone di femme fatale che porta gli
uomini ad uccidersi per possederla. Il corpo della storia dominato da un meccanismo

triangolare il cui centro invariato rimane la ragazza: i suoi contendenti si uccidono


reciprocamente e lironia del narratore sta nel fatto che, mentre gli uomini si uccidono
per arrivare alla bellezza della donna, questa sa approfittare delle sue sventure. Ad
ogni nuova seduzione, Alatiel prova un sentimento di sconforto e viene consolata dal
rapporto sessuale. Rimane muta per tutta la parte del centrale del racconto perch
non conosce la lingua degli amanti. Questa perdita di individualit, resa chiara dal
fatto che il narratore, nei quattro anni, non si riferisce mai a lei chiamandola per nome,
rende pi facili i rapporti carnali. Solo con gli ultimi due amanti c una comunicazione
e uno scambio affettivo, tuttavia Alatiel recupera lidentit solo con lincontro con
Antigono.
Il racconto si basa su una struttura sociale mercantile all'interno della quale domina la
competizione: Alatiel, compiendo nel suo viaggio tutte le principali tappe commerciali
del Mediterraneo, presentata come un oggetto di scambio tra i maschi, secondo un
commercio in cui vige la legge della violenza. E costante il meccanismo per cui un
pretendente la fa sua amante per poi incorrere nella morte nel momento in cui un altro
pretendente si innamora di lei. La transazione inizialmente pacifica, si fa poi
sanguinosa per la maggior parte del racconto fino a tornare al punto di partenza con il
nuovo dono del sultano di Babilonia al re del Garbo.
Panfilo, nella premessa teorica alla novella, ammonisce le donne a non voler
aumentare la loro bellezza: Alatiel dotata di una bellezza straordinaria che non cerca
di aumentare con strani artifici, si accontenta di quello che ha, di quello che la fortuna
le concede. Boccaccio vuole dimostrare che il desiderio non peccato, poich la
sessualit cosa naturale e fa parte dell'intrinseca realt umana. E la stessa
posizione che assume nella novella delle papere.
Appellativi agli organi sessuali: con che corno gli uomini cozzano, il santo Cresci-inmano che Iddio ci di.

NOVELLA DELLA MONACA E DELLE BRACHE DEL PRETE (IX, 2)


Isabetta una suora che non rispetta le regole del convento forse perch costretta a
entrare in convento contro la propria volont (difficilmente una ragazza di nobili origini
e di bell'aspetto avrebbe scelto di rinchiudersi per sempre in convento di sua volont).
La suora si salvata dalla scomunica e dal disonore per fortuna, grazie allerrore
commesso dalla badessa, che non tenta di spiegare e cercare una scusa, ma
immediatamente ammette la sua colpa.
Boccaccio non sconvolto n scandalizzato dagli amore illeciti delle suore, ma
rivendica i diritti della natura, celebra la gioia di godersi la vita anche nelle situazioni
pi assurde e paradossali, superando le barriere imposta dal pregiudizio e dal pensiero
comune del Medioevo.

NOVELLA DI GRISELDA (X, 10)

Griselda unumile guardiana di pecore che viene scelta come sposa dal signore del
luogo, il marchese Gualtieri di Saluzzo, che la sottopone a prove crudelissime per
tredici anni. Lestrema crudelt del marchese, che tortura la pecoraia per la propria
paura verso le donne, contrapposta allenigmatica saggezza della povera Griselda.
Gualtieri descritto come quasi disumano, esercita il proprio potere in modo vigliacco,
sfruttando il proprio vantaggio gerarchico, ha uninclinazione verso la matta
bestialit, percepibile dalle prime scene, quando fa spogliare la futura sposa davanti
a tutti. Se la matta bestialit del marchese dipende dalla paura per il matrimonio,
Griselda dimostra una fermezza danima e un coraggio che annientano la brutalit e la
violenza a cui sottoposta. Il suo comportamento incomprensibile ed enigmatico: il
suo viso sempre immobile e imperturbabile, non lascia trapelare alcuna inquietudine
e sopporta con fierezza e orgoglio la propria sorte. Nonostante riesca a ingentilire i
suoi modi e a trasformarsi formalmente in domina, a ogni tormento risponde
tenendo a mente linferiorit della sua condizione sociale, tuttavia dimostrando la
superiorit dal punto di vista delle qualit umane (nella conclusione Dioneo la
definisce come uno spirito divino).
Petrarca aveva gi sottolineato che la novella si colloca alla fine dellopera, dove le
norme retoriche impongono di collocare le cose migliori. Griselda rappresenta un
insieme di virt che Boccaccio desidera conservare per la rinascita di una nuova
umanit dopo la terribile catastrofe della peste, contro i protervi e i malvagi (Ser
Ciappelletto e Gualtieri). In quanto somma portatrice della virt, sopra tutti gli altri
personaggi del Decameron, la figura di Griselda stata associata da alcuni critici a
quella di Maria (ricorda anche le figure bibliche di Abramo, cui Dio chiede il sacrificio di
Isacco, e di Giobbe, uomo giusto di cui sempre Dio vuole mettere alla prova la fede e
la costanza), contrariamente a Ser Ciappelletto, associato a Giuda. Lo stesso stile
adottato da Boccaccio differenzia nelle due novelle: ingiurioso, fosco e sarcastico per il
personaggio infernale; elevato, eroico ed encomiastico per quello paradisiaco.
Tuttavia, il significato della figura di Griselda rimane controverso, in quanto potrebbe
rappresentare il polo negativo della femminilit boggacciana, poich rimane
sottomessa. Oltre a ci, rappresenta un esempio di virt smisurato, disumano,
contrapposto alla disumana malvagit del marchese; entrambi compiono gesti
esagerati, privi di senso.
Linterpretazione complessiva resa pi difficile dalla narrazione di Dioneo, il pi
irriverente e lascivo dei narratori, che si discosta dal tema della giornata. Inizialmente
ritiene molto savio il nobile Gualtieri nel suo proposito di non prendere moglie, ma
poi ne stigmatizza la matta bestialit nel trattare Griselda.
Nella figura di Griselda, si nota laspirazione alla conciliazione dei valori cortesi con
quelli della borghesia: gi portatrice delle qualit che caratterizzano il suo ceto sociale
(pazienza, tenacia e sopportazione delle fatiche), diventa pi bella, graziosa, disinvolta
e cordiale a contatto col mondo nobiliare.

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