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Già nel seicento grazie alla favola della “gatta cenerentola” sorgeva l’alba di un nuovo mondo, un mondo al

femminile. Questo testo è stato ripreso successivamente dai fratelli Grimm e da Perrault. Ciò che è
interessante del “Cunto” sono le dinamiche: abbiamo un inizio roseo che però presenta già delle macchie
nere. E’ il nero del lutto e della vedovanza. Il fardello di Lucrezia, la nostra “gatta cenerentola”, è quello di
essere orfana da parte di madre.

C’è una caduta verticale; tutta la favola si svolge nelle tenebre;quella di Lucrezia è una lotta contro gli
eventi che ostacolano la sua vita. Zezolla, questo il suo vezzeggiativo , è una figura nobile e ritorna ad
essere alla fine del racconto ciò che ella già era fin dall’inizio. Luce - Caduta - Luce questo è lo schema della
favole in genere ed è uno schema ripreso dal “Cunto”.

Il principe vedovo ama la sua figliola e ha occhi solo per lei. Una famiglia unita che viene distrutta
dall’ingresso in scena di una donna malvagia che si insedia nel cuore del principe e maltratta sua figlia. In
questo precipitare iniziano le violenze all’interno della famiglia. Lucrezia va a scuola di cucito (solitamente
sono le figlie del popolo ad andare lì) e incontra la maestra e le confida dei maltrattamenti subiti. Anche
questa donna è malvagia, infatti escogita un piano perverso. Si pone come obiettivo la morte della matrigna
coinvolgendo nei suoi piani Lucrezia dandole unicamente false speranze. Zezolla si veste sempre allo stesso
modo e quando la matrigna apre il suo baule,dove sono contenuti i vestiti, viene uccisa dalla chiusura di
quest’ultimo. L’abisso è sempre più vicino. Terze nozze per il principe che sposa la maestra. All’inizio la
seconda matrigna pone al centro del nucleo familiare Lucrezia ma successivamente la fa soppiantare dalle
sue sei figliole tenute nascoste al principe. Ha inizio la violenza delle donne su un’altra donna.

Le sorellastre hanno tutte nomi popolari. Queste favole si nutrono del folklore locale e del fascino del
raccontare.

A poco a poco la grande malvagità della donna fa si che il padre badi solo alle sue figlie trascurando Zezolla,
che si trasforma in gatta cenerentola, confinata ai lavori domestici come un’inserviente. Questo è il punto
più feroce dell’intero racconto; ha perso l’amore di tutti a causa degli eventi a cui nessuno ha posto
rimedio, nemmeno il principe anch’egli vittima della donna. Ad un certo punto il padre è costretto alla
partenza e prima del viaggio chiede alle sue figliastre che cosa desiderino come dono. Lo chiede alla moglie
e per ultima a Lucrezia che gli dice “Nient’ altro se non che mi raccomandi alla colomba delle fate, che mi
mandi qualcosa; e, se ti dimentichi, che tu non possa andare né innanzi né indietro”. A quel punto il padre
dimenticatosi della richiesta ma soddisfatte le altre, si imbarca, ma quasi per magia osserva che la nave non
parte ed è quindi costretto ad andare dalla fata che dona a Lucrezia un dattero un secchio d’oro e un
asciugatoio di seta. Ricevendo il dattero e coltivandolo la pianta si trasforma in una fata che le chiede di
esprimere un desiderio. Lei esprime il desiderio naturale di uscire di casa, di partecipare alla vita sociale, di
riappropriarsi del tempo e dello spazio. “Spoglia me e vesti te” questa è la formula magica della fata.

Ci spostiamo ad una festa dove presenzia anche il re. Le sorellastre sono già lì e anche lei raggiunge il luogo,
grazie alla fata che le dona nuovi vestiti,dodici paggi e un cavallo bianco. Le sorellastre non la riconobbero.
In questo clima di festa la gatta cenerentola,quando arriva lì, è osservata del re che viene ammaliato dalla
sua bellezza e chiede al servitore di seguirla per vedere la sua casa. Questo capita anche a una seconda
festa a una terza. L’invidia delle sorellastre è grandissima ma non la riconoscono ancora. Ad un certo punto
lei perde una scarpa.

Scrittura barocca (l’idea della moltiplicazione) in questa parte attraverso i rimandi della scarpa a vari altri
oggetti (è tipico dello stile presente nell’opera)
Ad un certo punto il re per ritrovare la donna indice una festa a cui sono invitate tutte le donne del regno
(sia di alto livello sia di basso livello) e qui avviene la celebre scena del tentativo di far calzare la scarpetta
alle sorellastre. Il padre di Zezolla appare come un fedele del diritto regale e sente il bisogno di confidare al
re dell’esistenza di gatta cenerentola che a quel punto diventa regina in quanto proprietaria della scarpa.

“E’ pazzo chi contrasta con le stelle ogni essere umano deve appropriarsi della propria vita”

Il testo di De Simone ebbe un enorme successo. E’ un autore che ha svolto indagini sulla cultura popolare
ed è andato alla ricerca delle varie trasformazioni e varanti del racconto della “gatta cenerentola” e nel
raccontare la sua versione fa un collage di tutte partendo da quella del Basile. La sua gatta vive in un
universo tipico delle rappresentazioni di Caravaggio: come nei suoi quadri tanto bui ma dove entra, però,
un raggio di luce. La trasposizione animata della Disney è un mondo colorato e festoso dove Cenerentola
ha capelli biondi, un sorriso ammaliante e un comportamento gentile. Una sorta di edulcorazione della
storia che si carica di ottimismo. De Simone fa il contrario e indaga sia gli aspetti del male sia quelli del
bene.

il prologo di De Simone è un attacco agli uomini istruiti che in realtà non conosco il vero aspetto di Napoli, è
un attacco anche ai linguisti napoletani che non sono in grado di mettere in evidenza le varie stratificazioni
del dialetto napoletano. Il popolo di Napoli,afferma l’autore, deve riappropriarsi del proprio destino,
proprio come fa la gatta cenerentola con la sua vita. Viviamo in un modo governato dagli uomini dice De
Simone. La gatta cenerentola che diventa regina rappresenta la donna che prende il suo potere nella
società: l’inizio di un nuovo mondo ideologicamente al femminile, dove la donna diventa portatrice di valori
universali come quelli del rispetto,della pace e dell’amore a discapito dell’odio e della violenza maschili. Nel
microcosmo napoletano egli specchia il mondo intero. Napoli è teatro del mondo.

Nuovamente un contrasto tra buio e luce.Il primo atto si apre con un canto di invocazione alla luce nel buio
della scena. E’ una preghiera laica rivolta al sole rivolta da un’umile donna.

Roberto de Simone nel finale dove una zingara gioca a tombola chiede allo spettatore di far rivivere la
favola nella storia. I personaggi femminili erano interpretati solitamente nel teatro da uomini e De Simone
si attiene a questa tradizione questa volta però in aperta polemica. Difatti la protagonista è interpretata da
una donna.

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