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30 novembre h 9:00 [ dai 3 anni ]

TERRAMMARE TEATRO
L'ARCA

adattamento drammaturgico e regia: Silvia Civilla e Marco Alemanno


con: Agostino Aresu e Silvia Civilla
Disegno luci: Antonio Apollonio
aiuto alla regia : Pietro Pizzuto

durata: 55 minuti
tecnica utilizzata: teatro d'attore, teatro di figura, danza e pantomima

Due fratellini perennemente litigiosi si ritrovano all’improvviso coinvolti in un’avventura


straordinaria: una piccola farfalla, entrata nella loro stanza, chiede ai due bambini di salvare
quanti più animali è possibile dal grande temporale che sta per riempire d’acqua tutta la Terra!
Basterà trasformare per una notte la loro cameretta in un’enorme imbarcazione, chiamata Arca –
come già ha fatto tanto tempo fa un vecchio signore con una lunga barba bianca, che aveva più di 600
anni – e proteggere al suo interno i poveri animali spaventati.
I due protagonisti, mettendo da parte i loro continui litigi, vivranno fianco a fianco un viaggio
indimenticabile. Uno spettacolo sospeso tra sogno e realtà, ricco di suggestioni musicali
e di piccole storie sulla preziosità dell’acqua, elemento fondamentale per ogni essere vivente.
Per insegnare ai più piccoli, attraverso un linguaggio
semplice, ironico e poetico, quanto l’acqua sia importante, e per ricordare ai più grandi che l’acqua
va rispettata, protetta e amata
data da concordare [dai 6 agli 11 anni]

ASTRAGALI TEATRO
MARCOVALDO / LE STAGIONI IN CITTA'

Regia: Fabio Tolledi


Con: Roberta Quarta, Simonetta Rotundo,
Matteo Mele, Samuele Zecca
Luci: Sandrone Tondo
Organizzazione: Ivano Gorgoni

durata : 60 minuti
Tecnica utilizzata : teatro d'attore

“Aveva un occhio poco adatto alla vita di città”.


Così Italo Calvino descrive il protagonista, stralunato e malinconico, del suo romanzo Marcovaldo,
pubblicato da Einaudi nel 1963 e ormai divenuto un classico nella letteratura per ragazzi. E intorno alla
vita di Marcovaldo e della sua famiglia ruota il nuovo spettacolo di Astràgali Teatro Le stagioni in
città. Con quattro figli pestiferi e un lavoro in fabbrica, Marcovaldo è un bambino cresciuto che mal si
adatta all'immediato orizzonte di una città fatta di "cemento e asfalto". Sulla sua bicicletta a motore e
"il naso per aria" cerca disperatamente di recuperare un rapporto con la natura, mettendo in atto
maldestre strategie per trovare angoli di paradiso naturale tra le strade della metropoli. Marcovaldo,
per Calvino, nasce dalla sfida di utilizzare la forma del racconto breve per affrontare temi importanti,
come il delicato passaggio dalla società contadina a quella industriale e il nostro rapporto, spesso
difficile, con la natura. Il viaggio in città di Marcovaldo si trasforma in un percorso singolare dove
anche le cose più banali e normali assumono una piega bizzarra e inaspettata. Ecco allora che uno
sbuffo di vento o la luce al neon di un'insegna pubblicitaria divengono espedienti di un modo non
scontato e forse più profondo di guardare al mondo. L’ingenuità di Marcovaldo, bambino cresciuto e
perennemente fuori luogo, è la sua capacità di resistere nonostante tutto, nel disperato tentativo di
recuperare un rapporto con una natura meravigliosa e forse irrimediabilmente perduta.
data da concordare [dai 4 anni]

TEATRO DELLE FORCHE


POLLICINO

Con Giorgio Consoli, Antonio D’Andria, Erika Grillo, Salvatore Laghezza, Vito Latorre
Adattamento e regia di Giancarlo Luce
Scene e costumi di Lisa Serio
Pitture di scena Cinzia De Nisco
Illustrazione e progetto grafico di Francesco DiDio akaEFFE

durata 60 minuti circa


tecnica utilizzata : teatro d'attore

La fiaba di Pollicino affascina da sempre i bambini, è una meravigliosa storia che facilita il superamento delle paure e
che determina una iniezione di forza e fiducia in sé e nel futuro della propria vita.
Il successo della narrazione risiede nel processo di identificazione del piccolo pubblico con il protagonista della fiaba.
Pollicino riesce, grazie alle sue doti, a superare le terribili situazioni nelle quali si ritrova.
La fiaba è l’esempio di rito di passaggio, necessario ai più piccoli per superare le ansie e le paure che li travagliano
alla loro età.
La versione scelta per il nostro adattamento è quella di Perrault, ricca di finezze fortemente simboliche, che racconta
l’evoluzione parentale fino alla liberazione totale. Il primo e più significativo dettaglio della storia risiede nel nome: il
pollice, il più evoluto delle cinque dita della mano sia per capacità di movimento ma soprattutto per la proprietà di
dito oppositivo, base per lo sviluppo cognitivo dell’essere umano.
Nel dipanarsi della fiaba oltre alla presenza di personaggi familiari (padre, madre e fratelli), che costituiscono
il primo nucleo culturale del bambino, compaiono personaggi fantastici che incarnano le paure ancestrali di
quest’ultimo (orco, moglie dell’orco e orchessine) come fossero l’altra faccia della famiglia, l’aspetto negativo della
stessa, di cui ci si dovrà liberare elevandosi ad uno stadio superiore di maturità e consapevolezza. Nel mezzo, vi è la
foresta, simbolo del caso, del destino, della circostanza che a volte può essere favorevole e altre volte no.
data 5-6-7-9 dicemnre ore 9:00 [dai 6 anni]

Produzione Grotta del Mago


regia di Francesco Orlando
con Franco Orlando, Sofia Orlando e Patrick Francipane
Aito regia : Annalisa Santambrogio

Durata 60 minuti circa


tecnica utilizzata: cartapesta, teatro d'attore e teatro di figura. Storia del territorio.

GROTTA DEL MAGO


GREGURO A SCUOLA

La leggenda del Mago Greguro è molto famigliare a chi vive a Massafra e dintorni,
“appartiene” a chi conosce asprezze e magie del territorio, a chi ha visitato e sentito
raccontare di un palazzo di grotte sospeso sul costone di un dirupo, di un villaggio
rupestre a nord dell'abitato, dove un tempo viveva un misterioso mago-alchimista con
sua figlia: una vicenda dove per una volta il lieto fine non è il martirio di una “strega” o
di un “eretico”.
Lo spettacolo di “Grotta del Mago”, attraverso il teatro di figura e narrazione, gioca coi
suoni di una lingua “mista”, indagando il legame-tanto più universale quanto più
espresso in maniera locale- tra luoghi e vicende lontani; dove la gravina e gli affreschi
delle cripte sono parte di un corpo vivo, e la condizione di padri e figli è a confronto
con pregiudizi di natura e cultura: il coraggio delle scelte personali:.
data da concordare [dai 3 anni]

di Gianbattista Basile
con Giancarlo Luce e Cilla Palazzo
regia di Giancarlo Luce
burattini e baracca di Mariella Putignano

Durata 45 minuti circa


Genere: teatro ragazzi-burattini

TEATRO DELLE FORCHE


STORIA DI BELLA

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla storia “La Penta mano-mozza" de “Lu Cunto De Li Cunti”
di Gianbattista Basile.
Il Re di Pietrasecca, decide di sposare sua sorella Bella per via delle sue belle mani, ma questa si
rifiuta categoricamente e per punirlo se le taglia e gliele consegna. Il Re, infuriato, la punisce
facendola buttare in mare, chiusa in una cassa.
Bella peregrinerà a lungo, incontrando ostacoli e impedimenti e, sempre fedele a se stessa, alla fine
riconquisterà la perduta felicità.
Questa fiaba insegna a credere in se stessi, nei propri principi, senza lasciarsi traviare; a ritenere
la libertà il valore più alto dell’umanità, anche se a volte può costare caro. Insegna a non cedere agli
istinti e alle passioni che ci annichiliscono e distruggono la vita rendendoci schiavi.
La tecnica rappresentativa scelta è quella del teatro dei burattini, perché essendo essi degli archetipi
mostrano in maniera inequivocabile, attraverso i loro tratti somatici fortemente connotati, il carattere
e gli stati d’animo di cui ogni personaggio è portatore.
Data da concordare [dagli 8 anni ]

TEATRO DELLE FORCHE


ALICE

da Lewis Carroll
con Giorgio Consoli, Erika Grillo, Ermelinda Nasuto, Fabio Zullino regia Giancarlo Luce
assistenti alla regia Vito Latorre, Nico Cecere
scene Cinzia De Nisco
costumi Sara Cantarone
oggetto in legno Francesco Lincesso
produzione Teatro delle Forche

tecnica utilizzata : teatro d'attore


Durata :60 minuti

Bruno Bettelheim scrive: “Alice nel paese delle meraviglie” ha tutte le peripezie, i personaggi,
la velocità d’azione della fiaba, di cui conserva l’incanto e la sorpresa, ma vi immette inconsuete
profondità di significati, variando continuamente le prospettive e operando vertiginosi, e non del tutto
innocenti, giochi tra senso e nonsenso, tra la realtà come crediamo di conoscerla e una nuova realtà che
sempre si trasforma. Vivendo la sua favola, Alice crescerà di nuovo, ma non sarà più la stessa.”
Metafora della difficoltà di essere all’altezza delle situazioni che di volta in volta la vita propone,
lo spettacolo affronta i temi della crescita e dello sviluppo individuale della protagonista, che oppone
alle logiche assurde e incomprensibili del paese delle meraviglie la logica del buon senso.
Alice affronta il suo viaggio interiore confrontandosi con archetipi e con oggetti animati,
che le pongono non pochi problemi facendole apparire quel mondo delle fiabe non così semplice come
lo si immagina ma molto complesso, nel quale “scegliere” determina la condizione di continuare la
propria avventura raggiungendo la parte più profonda di sé.
Solo il risveglio lenirà e trasformerà la propria esistenza in altro da sé, una persona più matura in
grado di leggere la realtà in modi completamente diversi, non più rasserenante ma caleidoscopica.
E tutto non sarà più come prima.
Data da concordare [dai 5 anni]

TEATRO DELLE FORCHE


LA FIABA DI BIANCANEVE

con Cilla Palazzo, Ermelinda Nasuto, Giancarlo Luce, Vito Latorre, Salvatore Laghezza
regia di Carlo Formigoni
scene e costumi di Mariella Putignano
maschere in cartapesta di Lisa Serio, Daniela Giummo e Mariella Putignano
maschere e pupazzi in gommapiuma di Cinzia De Nisco

durata 75 minuti
tecnica utilizzata: teatro d'attore, maschere e pupazzi

Nella nostra messa in scena la fiaba è “incorniciata” dall’elemento reale di una famiglia borghese,
rappresentata in un momento di vita quotidiana: è sera, una mamma, un papà, una nonna ed una
bimba, presi dalle loro faccende ed occupazioni, prima di andare a dormire.
Al centro della storia, il narcisismo sia della bambina che della Regina. Quest’ultima, consapevole
della dose di narcisismo presente anche in Biancaneve, architetta le sue tentazioni facendo leva
proprio su questo atteggiamento: prima il pettinino, poi la mela, elemento simbolico per
eccellenza.
Ma siamo ben consapevoli che questa problematica deve rimanere agli adulti che si occupano
dell’infanzia, mentre si lascia che la storia parli con il suo linguaggio simbolico e consolatorio
alla sensibile psiche del bambino.
22 novembre ore 9:00 [dai 4 anni]

TEATRO LE GIRAVOLTE
ZIO MONDO

Tratto dal libro di Bruno Tognolini


uno spettacolo di teatro d’ombre e racconto d’attore
con Ludovica Ciardo e Matteo Padula
Scenografie e immagini d’ombre di Amelia Sielo
Regia di Francesco Ferramosca

durata 70 minuti.
tecnica utilizzata: teatro d'ombre, teatro d'attore.

Zio Mondo è una fiaba che narra di Nietta, una bambina che diventa triste perché la mamma è
malata e lei ha paura di perderla.
Con grande forza d’animo, parte in cerca del Fiore Domani che si dice faccia nascere ogni giorno
il giorno dopo e poi l’altro ancora e così via. Chiede aiuto a tutto il mondo, il mondo la protegge,
l’accoglie e alla fine ottiene l’aiuto desiderato.
La sua tenacia viene premiata. La Campagna, il Fiume, il Cielo, la Notte, son tutti "zii" (come i
bambini chiamano tutti gli adulti quando entrano in empatia). Sarà questa parentela allargata con
tutto ciò che è vivo, e l'aiuto di cinque animaletti dai nomi favolosi e bizzarri, che sembrano
inventati, a far sì che Nietta trovi il Fiore sul bordo del giorno Domani, giusto in tempo ...
Si gioca e si racconta con attori, immagini e figure tridimensionali tra rima e musica prendendo in
prestito fiaba e filastrocche di Bruno Tognolini.
La narrazione teatrale si snoda in una dimensione scenica con attori e figure che si muovono dal
vivo in un continuo gioco di trasformazione.
Il teatro di figura, con il suo fantastico mondo fatto di tante prospettive, angolature e piccoli
dettagli, porta a cercare una sintesi visiva del racconto col fine di cogliere la composizione
armoniosa delle arti che generano lo spettacolo.
3 MARZO ORE 10:00 [dagli 8 agli 11 anni]
tags: tristezza, felicità, meraviglia, casa e condivisone

ALTRE TRACCE
STORIA DI NINA

teatro d'attore e teatro danza


con Elisa Rossetti e Massimo Zatta
Regia di Valentina Masellli

Durata 60 minuti
tecnica utilizzata: teatro danza, teatro d'attore.

SPETTACOLO VINCITORE PREMIO TEATRO RAGAZZI - IN-BOX VERDE 2022

Avete in mente quando vi sentite strani e non sapete perché? C’è come un piccolo nodo nella pancia.
A volte vien da piangere, altre volte ancora si è così stanchi da non aver voglia di fare proprio niente.
Alcuni se ne stanno con gli occhi sbarrati nel letto, perché non riescono a dormire. Eppure non è successo un
granché. Apparentemente. Quando ci si sente così, bisogna chiudere bene le finestre, sbarrare tutto, sennò
arriva. Sottile com’è, la Polvere nera, è difficilissima da mandare via. Si infila dappertutto, a volte persino tra
i capelli, sotto i vestiti e fa un po’ di malinconico solletico.
Ecco Nina non riesce a dormire, sente proprio quel nodo nella pancia. Ha sbagliato, Nina, si è dimenticata di
chiudere tutto. La Polvere Nera, al suo risveglio, viene a farle visita. È una strana creatura che lascia il segno
del suo passaggio impolverando qualunque cosa avvicini. Quando la creatura le si avvicina, le piccole cose
che rendevano felice Nina sembrano non funzionare più. E Nina comincia a diventare triste.
La verità, però, è che lo strano personaggio è comparso proprio perché Nina era già triste e non c’è modo di
mandarlo via se non quello di accettare anche la parte di sé più vulnerabile e così ritrovare incanto e
meraviglia.
A poco a poco Nina comincerà a conoscere la creatura polverosa, a volte penserà che è più facile
abbandonarsi ad essa, altre cercherà di mandarla via con tutte le sue forze. Ma la Polvere Nera le svelerà di
essere lì per lei, per aiutarla a crescere e ad accettare l’altra faccia della medaglia, quella più fragile e meno
performante.
Frai due nasce un’amicizia speciale e Nina imparerà che il vero incanto è tale se condiviso.
Data da concordare [dagli 11 anni]

ARDITODESIO
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI

teatro d'attore
con Christian Di Domenico
adattamento teatrale di Christian Di Domenico e Carlo Turati
Regia Andrea Brunello

Durata 60 minuti
tecnica utilizzata: teatro di narrazione.

Giacomo ha due sorelle e, a cinque anni, i genitori gli annunciano che arriverà un fratello
speciale, con un cromosoma in più. “Mio fratello rincorre i dinosauri” è la storia di come Giacomo
impara
a convivere con il cromosoma in più di suo fratello Giovanni, e nel farlo anche gli spettatori sono
trascinati dentro una vicenda umana complessa ma meravigliosa.
Christian Di Domenico ha voluto raccontare questa storia dopo aver letto l’omonimo libro, edito
Einaudi: «Ho letto il libro di Giacomo Mazzariol. Ho conosciuto lui e la sua splendida famiglia.
Mi ha illuminato e mi è venuta voglia di raccontarla a modo mio. Così ho deciso di cominciare un
nuovo cammino che mi aiuti a rieducare il mio sguardo disabile, affinché riesca finalmente a
vedere tutta la bellezza e l’amore che ogni essere vivente è in grado di ricevere e di dare. Senza
pregiudizi
e senza aspettative. Vedere e scegliere di amare».
Uno spettacolo che non dà risposte, ma apre e affronta il tema della disabilità con delicatezza
e candore, con simpatia e senso dell’umorismo.
MODALITA' DI PRENOTAZIONE COSTI E ACCESSO AGLI SPETTACOLI

POSTO UNICO € 5
• LA CAPIENZA DEL TEATRO È DI 146 POSTI. VERIFICARE TELEFONICAMENTE
LA DISPONIBILITÀ DELLO SPETTACOLO;
• RICHIEDERE VIA MAIL INFO@TEATRODELLEFORCHE.COM
IL MODULO DI PRENOTAZIONE, COMPILARLO IN OGNI SUA
PARTE ED INVIARLO VIA EMAIL;
• PAGAMENTI: IN CONTANTI O CON BONIFICO BANCARIO;
• APPUNTAMENTO AL BOTTEGHINO 30 MINUTI PRIMA DELL’ORARIO D’INIZIO
DELLO SPETTACOLO;
• DURATA MEDIA DI OGNI SPETTACOLO 60’;
• TRASPORTO A CARICO DELLA SCUOLA;

CONTATTI

DIREZIONE ARTISTICA GIANCARLO LUCE

UFFICIO TEATRO SCUOLA


FRANCESCA GRECO
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