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MODULO 1 SEZIONE 1 - Le strade della fiaba (Clara Allasia)

Fiaba: narrazione originaria della tradizione popolare, nasce come racconto che non ha autore specifico e preciso, caratterizzata da personaggi o
elementi fantastici, con elementi di magia, se e' di origine popolare e' caratterizzata anche dall'assenza di trauma, o rimozione del trauma (la fiaba
autorale non la contiene invece) i personaggi subiscono situazioni terribili, alla fine della vicenda viene completamente rimosso. Basile
caratteristico, "Dragone" donna stuprata e tenuta prigioniera da un re assassino che sposerà. Quella di Basile e' una raccolta autorale ma che si
muove nel rispetto delle convenzioni della fiaba popolare. La Cenerentola di Basile inizia con l'uccisione della prima matrigna da parte di
Cenerentola.
La fiaba e' un racconto amorale, spesso i personaggi non hanno meriti particolari, non premia chi si comporta bene, e non punisce chi si
comporta male.

Favola: breve composizione, in prosa o in versi, che come protagonisti animali antropomorfizzati, piante e oggetti inanimati, ma soprattutto ciò
che la distingue dalla fiaba e' che ha una morale ben precisa. L'elemento di magia e' presente ma non ha la rimozione del trauma.

Caratteristiche fondamentali dell'analisi delle fiabe:


Propp, usa sistematicamente il termine «favola» al posto di «fiaba», vengono elencati di seguito in 2 testi fondamentali:
1) Morfologia della fiaba 1928: riflette sulla struttura della fiaba
2) Le radici storiche dei racconti di fate 1949 (prosecuzione dello steso libro): riflette su quale sia il loro    rapporto con un altro genere: il mito, sul
perché in tutto il mondo le fiabe hanno stesse caratteristiche e contengono stessi personaggi. Intuisce l'appartenenza delle fiabe al gruppo delle
"Forme semplici".

PROPP
Propp ha studiato le fiabe di magia russe e ha individuato 7 personaggi con ruoli precisi:
a. L'Antagonista
b. Il Donatore: in qualche modo offre qualcosa di rilevante all'eroe
c. Aiutante Magico: spesso si confonde col donatore
d. La principessa e suo padre il re: le due facce del potere
e. Il Mandante: colui che per varie ragioni determina l'allontanamento dell'eroe
f. L'eroe
g. Falso eroe: può essere o non essere presente, cerca di sostituirsi all'eroe, spesso si identifica con l'antagonista

Funzione: riguarda l'azione/reazione a cui un personaggio è assoggettato. Propp ha individuato 31 funzioni: es. Allontanamento, Divieto,
Infrazione, Investigazione, Delazione, Tranello.

La cunto de li cunti o Pentamerone


(Il racconto cornice e' quello da cui nascono tutti gli altri 39 della raccolta)
Inizia con la principessa che ha una caratteristica particolare non ride mai, ciò vuol dire essere immatura dal punto di vista sessuale. Il padre
disperato allestisce un oggetto (una fontana ad olio) per indurla a ridere, Zoza dovrebbe scivolare sull'olio e cadere e poi ridere. Un giorno, però,
mentre si trova affacciata alla finestra della sua stanza, scoppia a ridere allorquando vede una vecchia cadere e poi compiere un gesto osceno di
rivalsa e di protesta. La vecchia si vendica della risata della giovane principessa con una maledizione: Zoza potrà sposarsi solo con Tadeo, un
principe che a causa di un incantesimo giace in un sepolcro in uno stato di morte apparente, e che riuscirà a svegliarsi solo se una fanciulla
riuscirà a riempire in tre giorni un'anfora con le sue lacrime. Zoza scappa, vaga per 7 anni e incontra 3 fate donatrici, le regalano 3 automi. Arriva
nel mausoleo dove dorme il principe, Tadeo, che si può svegliare solo riempendo un vaso di lacrime entro 3 giorni, lei ci prova ma si addormenta.
Arriva una schiava nera che si rende conto della situazione conosce la maledizione, e con pochissime lacrime finisce di riempire il vaso, sveglia
Tadeo e lo sposa e si fa mettere incinta, perché sessualmente attiva. Zoza non si perde d'animo, affitta un palazzo dove vede dalla finestra
(sguardo sulla realtà) la stanza dove sono Tadeo e la schiava. La finestra ha una funzione fondamentale, apre i doni delle fate, espone l'automa
alla finestra, riesce a infondere nella schiava il desiderio di ascoltare fiabe. Tadeo e' sempre preoccupato del destino del bambino, infatti Lucia lo
minaccia di prendersi pugni il ventre e abortire. Il terzo automa infatti induce in Lucia l'amore ma le induce una grave malinconia che le
suggerisce la necessita di ascoltare dei racconti finche non abbia partorito. Chiede a Tadeo di trovare qualcuno che le racconti le storie. Tadeo fa
un bando, seleziona 10 popolane che ogni giorno raccontino una fiaba per uno a Lucia fino al parto. Queste popolane senza caratteristiche
magiche, sono pero state lette come aiutanti magici, hanno caratteristiche mostruose, (che farebbero pensare a delle streghe) raccontano le fiabe
fino al 5 giorno che c'e' un incidente, l'ultima narratrice della giornata e' indisposta, la sostituta e' Zoza che racconta la verità (racconta anche che
Lucia ucciderà la fata), Lucia verra punita, seppellita viva, e l'eroe sposa Zoza.

Falso eroe smascherato, Lucia e Zoza sono due facce della stessa medaglia, il bambino e' in realtà l'opera stessa e nel momento in cui nasce e' la fine
dell'opera. La gravidanza e' metaforica.

Producono un dibattito di Claude Levi-Strauss:


1. L'autore si occupa solo delle fiabe di magia e di quelle popolari
2. L'accusa di formalismo da parte di Lévi-Strauss sarebbe legata al fatto che i formalisti studiano il proprio materiale senza far riferimento alla
storia.
3. Una volta stabilita l'unità di composizione delle favole di magia non potevo che chiedermi quale ne fosse la causa.
4. La morfologia è sterile se non la si integra con l'etnografia

Propp, risponde con un saggio, "Struttura e storia nello studio della favola" (fiaba), in cui spiega che la Morfologia e Le radici
storiche rappresentano le due parti di un'unica ampia opera. Gli intrecci traggono origine dagli usi e dalla vita del popolo, e dalle forme di pensiero
che ne derivano nei primi stadi dello sviluppo della società umana, e l'apparizione di questi intrecci risponde a una necessità storica. Introduce
una distinzione:
Fiaba: fondata sull'invenzione poetica e rappresenta una finzione
Mito: e' stato considerato veritiero per un certo periodo,
Ma in realtà fiaba e mito raccontano le stesse cose. Un autore olandese aggiunge la leggenda sacra, in particolare il ciclo della "fanciulla
perseguitata". La geografia sacra e' la storia dei santi, narra le loro peripezie, miracoli, martirio.

Strauss dice che mito e fiaba sfruttano sostanza comune, Propp dice che nei miti cosmogonie no, Propp dice che nel corso dello sviluppo degli
intrecci    possano passare da un genere a un altro.

Penta mano mozza (La Fanciulla perseguitata)


C'e' una fanciulla molto bella che sconta la propria bellezza come una maledizione, tutti coloro che vengono in contatto con lei vogliono
possederla. E' figlia unica, la madre molto bella muore ma prima di morire si fa promettere dal marito che non si risposero se non con una donna
uguale o più bella. Lui cerca una donna con cui potersi risposare ma nessuna e' più bella di suo maglia tranne la figlia, quindi la sposerà. La figlia
si fa tagliare le amni e le fa portare in un cestino al padre. Dopo varie periperzie lei viene riconosciuta nella nobiltà, ma in corrispondenza di un
corso d'acqua allunga le mani e le ricrescono. C'e' la rimozione del trauma. Ci sono 2 sante, Sant'Uliva che agiscono allo stesso modo.
Le mani ricrescono subito dopo la fine dell'inverno, una delle ipotesi alla base dell'origine della leggenda della fanciulla perseguita e del sotto
genere fiabesco, e' che sia un mito cosmogonia. La madre che muore era l'estate, padre e' l'inverno e la figlia e' la primavera l'acqua permette di
riprendere il ciclo vitale.
1930 André Jolles Einfache Formen in Italia col titolo "Le forme semplici". Libro molto utilizzato e poco citato perché l'autore era filonazista e si
uccise al crollo del nazismo. In Italia fu tradotto per la prima volta nel 1986. Libro fondamentale per la comprensione del meccanismo della
trasmissione orale. L'autore analizza una serie di generi che definisce forme semplici le forme semplici sono forme di origine popolare e non
autorale che si trasmettono facilmente perché contengono in sé tutte le informazioni necessarie a una narrazione orale: non sono metatestuali.
Tutte le volte che viene introdotto un personaggio nuovo la narrazione si ferma e introduce tutti gli elementi necessari per capire la natura del
personaggio, la narrazione delle forme e' semplici e' autoreferenziale (lo sviluppo della vicenda e' chiaro perché tutte le informazioni necessarie
sono contenute nella vicenda stessa). Hanno una serie di riferimenti comuni un "contesto condiviso" che permette di categorizzarli. Questa
caratteristica ha permesso loro di sopravvivere e di essere rielaborate nei secoli.

Le forma semplici individuabili:


• leggenda sacra e profana
• mito
• enigma
•sentenza
• caso memorabile
• fiaba
• scherzo

Gli intrecci passano da uno all'altro, alcune di queste forme semplici son incapsulate in altre forme semplici

L. Benoist, Segni, simboli e miti, Milano, Garzanti, 1975


Nel momento in cui un immagine viene riconosciuta come qualcosa che veicola un significato, quindi come simbolo, ogni simbolo è come un
guscio vuoto che può essere riempito a seconda delle epoche con significati diversi. Nel momento in cui un significato viene inserito dentro uno di
questi gusci, quel simbolo resta collegato al significato e non sarò più grado di convertirlo. Sono i simboli «profanati, la cui funzione è stata
vincolata a un significato preciso così violento che ha imposto la perdita della duttilità: es. la svastica, originariamente antico simbolo religioso ma
legato per un occidentale esclusivamente all'esperienza del nazismo.

La fiaba e' un simbolo per eccellenza, che a seconda delle culture con cui e' entrata in contatto, pur mantenendo un intreccio analogo ha avuto
significati e letture diverse. Un esempio e' l'orco che ha subito una serie di riletture e scritture, nel caso di Basile l'orco non e' un personaggio
negativo, per lui e' lo straniero (invece che un pedofilo).

Rilettura moderna di "La pulce" la storia reale si narra di un padre che per noia, (ambito barocco), alleva una pulce fino a farla diventare grande,
poi la scuoia e offre la mano della figlia a chi riconoscerà di che animale e' la pelle, la riconoscerà un orco. La rilettura invece fa vedere l'orco come
positivo perché si innamora genuinamente di lei e capisce che pero la ragazzo non potrà mai amarlo.

25/2

Mariella Carbone da per scontato che in realtà Zoza e Lucia siano due facce della stessa medaglia. Due elementi di una figura che solo nel suo
insieme e’ completa. Due figure identiche contraddistinte solo da un alternanza di colore.

Un’altra fiaba “La vecchia scorticata” che vuole mettere in luce l’elemento grottesco.
Beatrice sceglie di fare come Walt Disney ha fatto con Pinocchio, ambienta la vicenda in una sorta di villaggetto bavarese, fa un operazione
parodica sui personaggi del libro, li sposta in una realtà che non e’ la loro.

Bruno Bettelheim, Il mondo incantato 1977


La rilevanza dei simboli, e di letture simboliche diverse e’ costante nel tempo. Importante per 2 ragioni: mette in luce il rapporto tra fiaba e mito,
nessuno fino a li aveva provato a fare un operazione cosi ampia nelle fiabe, individua metafore fiabesche che alludono a realtà altre, e prova a
lavorare come coi miti coi cicli e personaggi, lui prova a lavorare sui cicli fiabeschi (fanno riferimento alla stessa categoria di narrazione). -
Troviamo: l’assenza del riso (riferimento a un immaturità sessuale), presenza del sonno (affine all’immaturità sessuale).
Fa riferimento “Sole Luna Talia” antenata della bella addormentata nel bosco, che allude in modo più esplicito alla natura del sonno di questa
fanciulla, la trama: c’e’ la fanciulla viene lanciata la maledizione che fa riferimento a una spina del lino filato, la ragazza cade nel sonno il castello
viene abbandonato, il principe che e’ un re che e’ sposato, che la rende madre di due bambini nel sonno, i bambini vengono allevati con l’aiuto di
due fate, i bambini invece che il capezzolo le succhiano un dito levando la spiana e si sveglia. Verra uccisa la moglie del re cosi che Talia potrà
sposarlo.
-Un altro elemento metaforico e’ la sintassi coloristica, presente in “Biancaneve”, consiste nella presenza di 3 colori bianco, rosso, nero che
caratterizzano l’universo vitale e sessuale dei personaggi, abbiamo vicende in cui il personaggio maschile che rifiuta di prendere moglie, di fronte
alla comparsa di questi 3 colori improvvisamente viene colto dal desiderio di avere una donna bianca, con sangue rosso e capelli neri. Ma c’e’
sempre un riferimento alla morte.
-Altro elemento sono le matrigne, la matrigna e’ una modalità con cui il bambino raffigura la madre nel momento in cui non riconosce più il modo
in cui la madre si sta comportando, da un lato la madre davvero si sta comportando in modo strano, conflitto generazionale madre-figlia, da un
altro lato c’e’ una madre che tenda di indirizzare le azioni dei figli/figlio maschio, quindi non viene più riconosciuta come madre con affetto e
dedizione ma viene degradata a matrigna.

Propp analizza il rapporto col cibo, il protagonista riceve un offerta di cibo da una vecchia che lancia confetti a dei maiali, ciò indica il passaggio di
soglia dal mondo dei vivi dal mondo dei morti.

Il primo ciclo e’ quello dello sposo animale, abbiamo un personaggio trasformato per una maledizione in animale, e verra spezzata solo quando
qualcuno vorrà sposare questo personaggio, una versione stilizzata e ripulita e’ “La bella e la bestia”. Basile sviluppa vari elementi del ciclo dello
sposo animale, lavora sulla metamorfosi.
L’altro aspetto e’ la evidente derivazione del ciclo dello sposo animale dalla fiaba di amore e psiche, il mito di amore e psiche si concentra in un
elemento di grande rilevanza, prima non nutre particolare curiosità finche le sorelle invidiose dicono delle bugie dicendo che era un mostro, allora
psiche una notte accende una candela dove vede amore, vengono maledetti. Basile lo riscrive in 2 fiabe: come “Il tronco d’oro”.

Bettelheim dice che si tratta in un contesto sociale dove prima del matrimonio non c’e’ contatto con quello che sarà il futuro coniuge, e’ la
riscrittura del momento in cui i giovani provano timore della vita che gli spetta, quindi uno dei due viene raffigurato come creatura mostruosa.

In Basile difficilmente e’ un unione ‘amore, la famiglia e’ luogo dove si esercita violenza domestica, il matrimonio e’ contratto e mezzo di
promozione sociale. Ci sono delle eccezioni, “La vecchia scorticata” racconta di questo re che si trova in una situazione emotiva fragile, ha paura
di invecchiare e della morte, per esorcizzare questo aspetto si circonda di donne. A un certo punto si rende conto che sotto casa sua abitano
esseri di sesso femminile, una fanciulla e ne viene incuriosito. Le donne si spaventano e promettono di mostrare al re qualcosa che concludono
che possa essere un dito, fanno vedere un dito che si sono messe in bocca, e va a letto con la ragazza. Concorda di accettare a patto che
avvenga al buio. Il re nel momento in cui sta giacendo con lei si rende conto che c’e’ qualcosa che non va, percepisce al tatto che era una
vecchia ma decide di giacere lo stesso, dopo accende una lanterna e scopre che ha fatto l’amore con una vecchia mostruosa. Preso dallo
sdegno e la butta dalla finestra e resta appesa, passano di li delle fate che non avevano mai riso estranee al mondo sessuale, lei scatena il riso
nelle fate, e per gratitudine le fanno dei doni (bellezza, giovinezza) il re si innamora di lei e si sposano, la sorella continua chiedere come abbia
fatto ridiventare giovane e bella, presa dall’invidia e dal terrore della solitudine. La sorella ringiovanita le dice che si e’ fatta scorticare, allora la
sorella vecchia prova anche lei ma muore. c’e’ la rimozione del trauma. Letture di cicli dello sposo animale Basile ne offre parecchie.
Un altro elemento importante e’ il racconto con creature magiche, fate, orchi, che non sono mai totalmente lontani d una dimensione inferica, ci
sono fate che si muovono in una dimensione esplicitamente inferica, come i personaggi che ruotano attorno a cenerentola, allo stesso modo gli
orchi non sono cattivi ma sono stranieri.

Nel 1910 Antti Amatus Aarne pubblicò The Types of the Folktale, in cui propose un sistema di classificazione delle fiabe basato su un "indice dei
tipi", ovvero su un catalogo numerato che raccogliesse tutte le trame standard delle fiabe. Il sistema di Aarne venne in seguito sviluppato ed
esteso dal folklorista statunitense Stith Thompson, che pubblicò una versione riveduta ed ampliata del catalogo nel 1961 (Antti Aare - Stith
Thompson, The Types of the Folktale: A Classification and Bibliography. The Finnish Academy of Science and Letters, Helsinki 1961). Il catalogo
del 1961 (con successivi ampliamenti) è rimasto fino ad oggi il testo ufficiale di riferimento del sistema universalmente adottato di classificazione
delle fiabe, indicato come sistema numerico AT. Il sistema AT associa ogni fiaba, o a ogni episodio di una fiaba, una trama standard identificata da
un numero. Le trame standard classificate sono circa 2500. Lavoro di catalogazione che permette di indivuare ogni tipologia di fiaba.

A causa di quest’estrema sfaccettatura viene proposta una analisi che e’ meno ampia di quella di Propp, permette di lavorare su 4 funzioni che
permettono di analizzare la fiaba senza andare nel dettaglio degli elementi costitutivi.

Manipolazione: il destinante costringe il soggetto ad accettare una missione.


Il Destinante può convincere il Soggetto in quattro modi diversi:
Promessa ("se salvi mia figlia ti concederò la sua mano");
Minaccia (“’se non combatti il drago ti farò giustiziare"):
Seduzione (“tu solo, così valoroso, puoi riuscire in questa impresa"):
Provocazione (“sei giovane e inesperto, non ce la faresti mai a vincere il drago

Competenza: il soggetto si
Performanza (prova principale): il Soggetto compie l'azione stabilita nel contratto, trasforma lo stato delle cose, fa essere o accadere (modalità
realizzante). Ad esempio il guerriero uccide il drago e libera la principessa
Sanzione (prova glorificante): il Destinante giudica se l'operato del Soggetto è conforme al
contratto iniziale. Ad esempio il Re ricompensa il guerriero dandogli in sposa la principessa

GIOVAN BATTISTA BASILE GIULIANO (1566-1632)

E’ un funzionario della coorte napoletana, Basile non arriva a vedere pubblicata la sua opera, non ha mai preteso denari da qualcuno con cui era
entrato in contatto.

Il testo, in lingua napoletana, è diviso in cinque giornate: le prime quattro hanno dieci fiabe, l'ultima ne ha nove. Le prime quattro giornate sono
chiuse da un dialogo in versi (egloga), ispirato alle canzoni che chiudevano le giornate del Decameron. Molte fiabe ispireranno i raccoglitori di
racconti seicenteschi (Perrault) e ottocenteschi (i Grimm), come la vicenda di Cenerentola.
La traduzione in italiano più importante è quella di Benedetto Croce per Laterza (1924), con il titolo Pentamerone ossia la fiaba delle fiabe.
Nel 1986 esce la traduzione più diffusa, quella di Michele Rak per Garzanti, con il titolo originale e il testo napoletano a fronte.
Da ricordare anche le più recenti traduzioni di Roberto De Simone e Carolina Stromboli.

I destinatari originali non erano i bambini, ma gli adulti della corte; I racconti venivano letti, secondo quanto dice Croce nella sua introduzione, alla
fine del pasto, durante la digestione; È facile quindi trovare riferimenti a personaggi della corte, doppi sensi, turpiloquio e satira di costume.

La pubblicazione del Conto de li conti avviene con la sorella, ma la prima edizione non sistema alcuni egli evidenti problemi dell’opera (Prima
versione del gatto con gli stivali, in alcune pause la gatta diventa una volpe), la seconda edizione avviene nel 1674, da Sarnelli con alcune
modifiche. Sarnelli fa la Posilecheata 1684, e’ una cornice realistica con 5 fiabe.

Rapporti con il Decameron:


→ Nel Decameron ci sono dieci novellatori di elevato livello sociale, giovani di Firenze che scappano dalla peste e si ritirano in campagna
→ Dieci novellatrici di Lucia invece sono popolane contraddistinte da vistosi difetti fisici che rimandano quasi tutti all'impossibilità di tener
nascosto un segreto: Zeza sciancata, Cecca storta, Meneca gozzuta, Tolla nasuta, Popa gobba, Antonella bavosa, Ciulla musuta, Paola strabica,
Ciommetella tignosa (la più importunante, afflitta da una malattia dermatologica che le fa perdere i capelli) e lacova squacquarata. Caratteristica
che alludono tenere qualcosa di coperto nascosto, nella loro mostruosità    permettono alla verità di emergere.
→ Nomi parlanti nella cornice Tadeo/Zoza/Lucia tutti afflitti da grave malinconia
→ La novella X, 10 del Decameron ha forti punti di contatto con le due fiabe raccontate da Ciommetella nelle ultime due giornate Il Corvo, I tre
Cedri. Racconta di un matrimonio sfortunato, del marchese di Saluzzo che non vuole prendere moglie, (come nel conte de li cunte, e’ considerata
la più fiabesca) lui alla fine viene convinto ma vuole scegliere una moglie che sia di suo gusto, va verso la matta, una contadina, lui le impone di
svestirsi la riveste e la porta a corte. Griselda arriva a corte, nasce una bambina, lui finge di essere scontento perché nasce una femmina, e gli
dice di volerlo uccidere, lei accetta ma lui in realtà manda la bambina dai parenti. Poi rimane di nuovo in cinta e nasce un maschio e uccide anche
il bambino lei chiede solo che il cadavere convenga lasciato all’aperto. Lui annulla il matrimonio con lei, decide di cacciarla e prende nuova
moglie che risponda alle aspettative dei sudditi. Lui svelerà l’inganno e tutti tornano felici, completa rimozione del trauma.
Basile la prende la traduce in latino e le da un interpretazione simbolica, Griselda e’ l’anima perseguitata da dio, finche non si abbandona alla
totale fiducia in dio. Come nel decameron ci sono novelle fiabesche anche nel Conto ci sono racconti che non sono fiabe.
→ Fra una giornata e l’altra ci sono 4 egloghe, nel Decameron erano canzoni: coppella, tintura, stufa, uncino

L'orco non sempre è un bruto, infatti è dotato di vita sociale, famiglia, ha preoccupazioni di tipo borghese e spesso gli uomini con cui si confronta
(es. Corvetto) sono peggiori di lui.

Motivi di novità nel Cunto: fate sull'orlo del buio le fate non sono sempre creature benefiche, hanno caratteristiche inferiche talvolta aspetto
mostruoso, con mescolanza di caratteristiche animali e vegetali.

Ciommetella è figura centrale e racconta cinque fiabe fondamentali: La cerva fatata, Lo catenaccio, Rosella, Il corvo, I tre cedri.
La cerva fatata uno dei perni attorno a cui ruota il Cunto, «Fiaba prena che figlia fiabe». Non riesce ad avere un figlio, si procura il cuore di un
drago marino, per cuocerlo e mangiarlo,    vengono messi in mare i marinai, la vergine resta incinta e tutti gli oggetti della stanza si ingravidarono.
Fiaba raccontata da Gion Metella ci fornisce una chiave di lettura dell’intero culto.
Il catenaccio, variante popolare della fiaba di Amore e Psiche ha il suo corrispettivo nel Tronco d'oro (V,4) Schiavo nero-marito bianco

Basile propone fiabe in una versione più complessa di quelle che noi conosciamo, come Cenerentola, omicida che uccide (per suggerimento
della maestra di cucito, matrigna) la precedente seconda moglie del padre, poi convince il padre a sposare la maestra di cucito, che ha 6 figlie,
che mette sopra a Cenerentola. L’omicidio avviene lasciando cadere un macigno sulla testa della matrigna. C’e’ la rimozione perché poi
Cenerentola diventerà un modello.

“Cagliuso”, antenato del gatto con gli stivali, il gatto e’ femmina, in alcune pagine una volpe, l’elemento fondamentale che li distingue e’ il finale,
quello che conosciamo noi qua termina con l’insediamento e matrimonio, in quello di Cagliuso la gatta si finge morta per non farsi imbalsamare, la
principessa va dal marito e Cagliuso gli ordina di gettarla dalla finestra, legato all’elemento simbolico della finestra, gettarla fuori dalla loro vita.
Eroe e intento non necessariamente morale. La fiaba premia in modo casuale personaggi che non lo meritano.
Rientra in questa categoria anche “Sole Luna e Talia” La Bella addormentata subisce uno stupro, e terminerà con un matrimonio d’amore. Non
sono fiabe destinate all’infanzia, ma sono destinate a un pubblico adulto, colto. Sono in dialetto napoletano molto raffinato, cura di Basile.

PRINCIPALI TEMI:

1) ORCO CIVILE
Basile riprende elementi popolari non li elimina. Ci sono casi in cui Basile introduce novità, come l’orco civile, e’ anche in qualche modo
soprattutto in una realtà come quella napoletana, e’ uno straniero non solo per usi, costumi, ma e’ anche uno straniero culturale, che porta una
realtà diversa da quella che conosciamo.
Tradizione antropologica alla base della figura dell’orco, la caratteristica tradizionale evidente dell’orco e’ il suo nutrirsi di carne umana, in
particolare di bambini, particolarità legata alle fiabe che prendono forma in un certo periodo. Camporesi e’ arrivato a ipotizzare un grande rimosso
della cultura occidentale, che l’orco sia una proiezione collettiva degli atti di cannibalismo di piccole società durante i più tragici periodi di carestie.
Questo spiegherebbe la costante attenzione che contraddistingue l’orco. Questo personaggio e’ un ricordo che risale ad azioni innominabili
commesse nelle grandi carestie. Basile descrive tutto questo, il suo personaggio a volte si nutre di carne umana a volte no. Le modifiche che fa
Basile hanno poca fortuna perché non verranno riprese nel modo corretto.

2) FATE NON BENIGNE


Un’altra modifica e’ la non totale benignità delle fate, fate sull'orlo del buio le fate non sono sempre creature benefiche, hanno caratteristiche
inferiche e talvolta aspetto mostruoso, con mescolanza di caratteristiche animali e vegetali. Ha pero più fortuna, ritorna spesso nella letteratura
fiabesca. Come la vecchia che maledice Zoza, non dotata di potere magico ma ha questo potere che fa iniziare la vicenda.
Le fate di Basile hanno caratteristiche mostruose.

“Il dragone”, c’e’ il re che e’ un serial killer, rapisce le donne le stupra e le uccide, non riesce a uccidere la protagonista la mura viva e la mette
incinta, alla fine il re e la donna violentata e tenuta segregata si sposano e vivono felici e contenti.
Stessa cosa per “la Pulce” matrimonio infelice protagonista con l’orco, in quella di Basile dopo pochi giorni trova un bel marito rimozione del
trauma.

3) RIMOZIONE TRAUMA
Nonostante tutte le violenze subite la o il protagonista alla fine non conservano traccia dei loro traumi. La formula «vissero felici e contenti»
riassume questo elemento, presente anche nella novella finale del Decameron.

4) VIOLENZE FAMIGLIARI
L’universo di Basile e’ un insieme di violenze famigliari, luogo di estrema violenza. Come “ Peruonto” protagonista poco intelligente e mostruoso,
dopo aver fatto un favore ottiene l’abilita di avere reale tutto quello che chiede (pag 106 n 4), nessuna pietà o solidarietà famigliare. Tiene la
possibilità di rendere reale qualsiasi cosa, sarà cosi sciocco che verra condannato a morte con la figlia del re, pian piano riuscirà a salvarsi, non
chiedere l’intelligenza ma solo la bellezza.

5) FANCIULLA PERSEGUITATA
Proveniente dall'agiografia (vite dei santi, per esempio Sant'Uliva) il motivo tratta di una fanciulla di grande bellezza che viene desiderata dal
padre o dal fratello e fugge per evitare l'incesto. Tipicamente le vengono mozzate le mani, che poi ricrescono alla fine della vicenda, per lo più in
presenza di acqua. È stato studiato anche come mito cosmogonico. Es. L’Orsa incesto rischiato, affinità con Pelle d’asino. La Penta mano-mozza
elementi ribaltati incesto rischiato e moglie morente che affida la fanciulla perseguitata al marito

6) LEGNO RIGENERATORE
Chi viene condannato a morte e abbandonato in una botte o una bara di legno in acqua, oppure, gravemente malato, viene rivestito di legno
benefica delle proprietà rigeneranti del legno stesso e si salva. Es Peruonto e La Penta mano mozza.

7) SCIOCCO PREMIATO
In Basile non c'è una ragione morale che determina premi e punizioni: spesso grandi fortune vengono assegnate a persone che non le meritano
sia per la loro stupidità che per il loro comportamento.

CHARLES PERRAULT
Operazione che permette di consegnare queste fiabe a un pubblico iper sofisticato e annoiato della corte di Luigi 14esimo che sicuramente non
avrebbe gradito certe connotazioni irrealistiche di Basile ma elimina le incongruenze di tipo morale.
Dopo la sua morte nelle edizioni successive verra inserita una delle tante trascrizioni di Griselda che si intitolerà “La pazienza di Griselda”.
Rilevante la presenza di Perrault per capire l’operazione attuata su queste fiabe, lui riflette sul meccanismo fiabesco, come “Pelle d’asino”
riscrittura “dell’Orsa”. Anche “Enrichetto dal ciuffo”

Barbablu: caratterizzato dalla barba blu, il blu e il turchino e colori freddi e’ un segnale che deve mettere in guardia, allude alla presenza del
mondo inferico. Trova moglie, vanno a vivere in una magione, c’e’ uno stanzino (per Propp stanza iniziazione) che la moglie apre e trova tutte le
mogli precedenti sgozzate, le cade la chiave (magica, allude a una tradizione diversa da quella fiabesca) macchiata di sangue, non c’e’ più modo
di toglierlo. Fiaba anomala, apparentemente magico ridotto al minimo non si capisce la natura che ha indotto Perrault a insera questa fiaba in un
contesto di fiabe con una tradizione solida.

Madame d' Aulnoy (1650-1707)


Fiabe che hanno caratteristiche diverse. Alcune, come il Principe cinghiale, pur ispirandosi a una fiaba di Straparola (Il re porco) era per i
contemporanei trasparente metafora di uno stupro avvenuto a corte. Usa la fiaba per parlare di altro.

LO CUNTO DE LI CUNTI MATTEO GARRONE (Da vedere)

Film di Garrone adattamenti del cunto, Basile, Gatta di Cenerentola. Riscrittura di 3 fiabe, importante perché nasce da una scommessa di portare
la vicenda e le trame del cunto a un pubblico internazionale, scelta degli attori con cura, nomi di attori che possano piacere, e con cura anche i
nomi dei personaggi modificati rispetto a quelle originali. Un altra operazione consiste nell’ eliminare quel accurato gioco di doppisensi legato ai
nomi dei personaggi maschili, che scompare in Garrone, i personaggi sono battezzati con nomi pronunciabili e comprensibili anche in inglese. 3
fiabe tutte dalla prima giornata che Garrone sceglie di utilizzare in modo anomalo, soprattutto la “cerva fatata” viene completamente riscritta e
privata della seconda parte, e viene fatta intrecciare in modo che i personaggi si incontrano in alcuni snodi e danno la percezione di essere tutti
parte di un unico racconto.

Il film rielabora in modo importante 3 fiabe: la pulce, la cerva fatate e la vecchia scorticata, elimina il racconto cornice e l’ultima delle fiabe del
racconto “i tre cedri”, ma fa in modo che i protagonisti di queste 3 fiabe si incontrino senza interagire mai a eccezione di un gruppo di
saltimbanchi.

1) La cerva fatata: La vicenda si apre con loro che cercano di far ridere la regina (che e’ la regina madre della pulce) senza riuscirci e facendo un
delitto di lesa maestà, la mamma dei saltimbanchi si mostra incinta, la regina soffre per la mancata maternità e scappa (allude alla cornice). La
vicenda prosegue in modo diverso rispetto al racconto, viene evidenziata la frase “una vita per una vita”, in Basile invece ci sono marinai che
cacciano il drago su ordine del re, nel film e’ il re che lo caccia nelle Gole di Alcantara (vogliono evidenziare luoghi Italia meridionale) si immagina
che ci sia un abisso dove c’e’ il drago, che viene ucciso ma a sua volta uccide il re.
(In Basile c’e’ una sorta di contratto col demonio, i bambini che nascono hanno caratteristiche legate a questo. La dama di Basile nel film e’ una
sguattera, cade completamente l’elemento cardine del racconto: questo cucinare il cuore che fa si che tutti gli oggetti della stanza figlino. Il re
muore e al funerale compaiono i protagonisti delle altre vicende: il re della vecchia scorticata e si intravede il re della pulce. La storia della cerva
fatata evolve, e’ composta con un meccanismo che raramente Basile usa, c’e’ una prima fiaba con la vicenda della mancata maternità, nascita
gemelli, tentativo regina di ucciderne uno che si salva, poi la vicenda ricomincia, il figlio dama di corte fugge perché capisce che vuole ucciderlo e
lascia al fratello due segni che devono indicare la sua buona o cattiva salute, per un po di tempo va bene il fuggitivo si reca in una corte uccide un
drago e sposa la principessa, inizia ad andare a caccia non tiene conto degli avvertimenti relativi alla presenza di un orco, lui arriva nella foresta
incontra una cerva con cui inizia un dialogo di seduzione, lo rende inoffensivo e si rivela per l’orco, lo imprigiona e lo mette a ingrassare. Il fratello
parte alla ricerca del fratello lo salva e ognuno torna nel proprio regno e finisce bene.)
Diversa e’ la scelta di Garrone, il fuggitivo non arriva in un regno dove subito conquista prestigio, ma finisce in un villaggio misero di carbonai,
dopo non c’e’ nessun orco ma il mostro da cui il fratello lo salverà uccidendo il mostro e’ la regina stessa. Il vero trauma da cui non si guarisce e’
l’amore della regina che disposta a sacrificare la propria stessa vita pur di uccidere colui che gli ha sottratto l’amore del figlio. Quindi
abbassamento sociale del figlio fuggitivo, e finale diverso. Obiettivo di dimostrare che NON C’E’ LA RIMOZIONE DEL TRAUMA.

2) A proposito di La Pulce: re vedovo con una figlia, un giorno per gioco (epoca barocca, meraviglia, bellezza, mostro) e’ infastidito da una pulce
che lo ha morso e la alleva col suo sangue, diventando molto grande, la prima differenze e’ che nella fiaba il re fin dall’inizio percepisce un idea
perversa, appena diventa grande la fa uccidere e la usa come elemento per divertirsi per decidere a chi dare in sposa la figlia. C’e’ un rapporto
genitoriale insano, il re possessivo e desideroso di liberarsi di lei, in Garrone invece la pulce e’ di più che questo oggetto di divertimento perché
muore di morte naturale, e nel periodo dove e’ viva va a sostituire l’assenza di un figlio maschio, c’e’ un affetto.
L’orco nella fiaba di Basile e’ civile, che nel momento in cui prende moglie si preoccupa subito della moglie.
In Garrone invece, l’orco e’ brutale, violenta anche Viola la protagonista, qui a differenza della fiaba dove a soccorrere Viola arriva la vecchina con
molti figli magici che sconfiggono l’orco. Nel film rientrano in gioco i saltimbanchi, salvano Viola senza magia ma l’orco li insegue e li uccide tutti.
Viola allora finge di acconsentire di tornare con l’orco, e quando gli fa segno di salire sulle spalle lei lo sgozza.
Orco brutale in tutto il corso della vicenda improvvisamente mostra il fianco come gesto d’affetto e viene ucciso, nel finale Garrone recupera
quella lettura dell’orco genuinamente innamorato di Viola.
Anche il seguito e’ diverso, nella fiaba Graziella torna a corte, il re riempie di doni la vecchia e i figli, e trova un bel marito alla figlia. Nel film Viola
torna al castello (Castel del monte luogo magico) con la testa dell’orco e arriva mentre il padre sta morendo, che con la notizia del suo ritorno si
riprende e il film terminerà con l’abdicazione del padre e incoronazione della regine senza uomo.
Graziella infantile, Viola invece evolve molto nella vicenda, passa dall’essere una fanciulla che legge romanzi cavallereschi al doversi difendere
per salvarsi la vita all’omicidio.Nessuna rimozione del trauma, la regina che sale al trovo e’ totalmente diversa rispetto all’inizio, il re e’ totalmente
piegato dall’errore commesso, che pero in entrambi i casi commette per onore (il fatto che la gara sia vinta da un orco non lo induce a
indietreggiare).

3) Ultima fiaba la vecchia scorticata: ha una ricollocazione ambientale molto evidente, in un palazzo signorile (Basile nel seminterrato), e qui
almeno inizialmente la vicenda sembra svolgersi come l’immaginario tedesco, orgia carrozza verso il castello, scene studiatissime, personaggio
che mentre va al funerale cerca di organizzare una cosa di questo tipo già fa capire il personaggio, entrambi fanno un uso esagerato del sesso.
Re assediato dalla malinconia, vicenda dove crede di sedurre una giovane invece e’ con una vecchia immagine di morte. Nel film le due belle
donne tingono filati. Il re quando scopre della vecchia la fa buttare dalla finestra, (non resta appesa a un albero e non incontra le fate) incontra
una fata sull’orlo del buio che la allatta, e fa diventare bella. Il re la incontra durante la caccia e la sposa. La sorella della vecchia invidiosa, in
Garrone c’e’ il terrore della solitudine che si farà’ scorticare mostrata scorticata ancora viva che si aggira nelle strade del palazzo. C’e’ il trauma,
situazione di diversa lettura di un rapporto famigliare (affetto, solitudine, desiderio di vicinanza). Abbastanza analoga la lettura del re, che ha il
terrore ossessivo della vecchiaia.

NON c’e’ rimozione del trauma, a dimostrarlo e’ la cerimonia di incoronazione di Viola, ma succede qualcosa di strano non si sa se sia una sorta
di omaggio a Basile, poco più di un gioco, o a dimostrare che non e’ una fiaba ma sarebbe potuto esserla. In una scena vediamo il funambolo
(ucciso dall’orco durante il tentativo di salvataggio di Viola, figlio più grande della coppia di giocolieri), vediamo nella cerimonia di incoronazione
lui che si esibisce per un attimo, come se solo per i giocolieri ci fosse la rimozione del trauma, senza spiegazione. C’e’ un lieto fine. Luoghi scelti
con accuratezza e un buon badget economico. I due gemelli sono due personaggi albini, a sottolineare la loro provenienza lontana dal naturale
svolgersi dei fatti. Tutti i nomi del Cunto sono parlanti e hanno allusioni oscene cosa che si perde nella riscrittura.

Iniziativa gotica, i personaggi a cui succedono stesse vicende si comportano allo stesso modo.
Garrone sceglie di contaminare trame diverse, presente in tutte le fiabe, fa scelte ben precise. E’ consigliabile vederlo coi sottotitoli, il doppiaggio
perse. Una rilettura come quella della Disney dove sparisce l’elemento anomalo.

L’arte della felicita: ologrammi che fluttuano attorno alla bambina protetta dalla guardia del padre, uno dei due principi che si alternano nella
vicenda. Vittorio e’ innamorato di una donna angelica. Dopo il matrimonio Vittorio viene ucciso, dopo Angelica ha una relazione con Ore,
criminale, punta di ottenere il controllo della nave per commercio della droga. Ci sono 3 scarpette, la prima la perde Mia, le altre sono scarpette di
metanfetamina che utilizza per commerciare in tranquillità, la terza il re offrirà a mia in tentativo di seduzione. Mia scopre che il padre e’ stato
ucciso, non c’e’ la rimozione del trauma. Mia compie 18 anni e diventa padrona dell’eredita del padre, della nave anche se lasciata cadere in
disuso continua a produrre ologrammi e mandare messaggi non cosi comprensibili a coloro che la abitano. Le sorelle hanno una personalità, un
forte legame con la madre, un rapporto di solidarietà tra loro, il maschio e’ complesso e’ un travestito. Matrimonio con Angelica ritardato.
Elemento piu rilevante consiste nel fatto che non sappiamo come si conclude la vicenda: il primogenito in una sforzo eroico cerca di rintracciare
Mia in questa nave che sta esplodendo i due sembra saltino giu ma non sappiamo come si concluda. Costantemente c’e’ la pioggia di cenere a
indicare quest’occasione perduta, destino Napoli stroncato dalla cecità di un personaggio criminale come Ore.

POEMA CAVALLERESCO
Ha 2 ricadute rilevanti:
1) dal punto di vista della tipologia dei personaggi influenzano molto di più la narrativa successiva
2) Genere, e’ il diretto antenato del romanzo d’avventura
3) Nel caso specifico della letteratura italiana, il poema cavalleresco ha una rilevanza enorme, la donna fatale

Grande autore, Italo Calvino, che scrive una sorta di sintesi dell’Orlando Furioso, rilegge la tradizione andando a lavorare sui personaggi che
include portandolo nella modernità. Dobbiamo capire perché l’eroe nel romanzo d’avventura non proviene dalla tradizione fiabesca. Figura
cavaliere capaci di giungere al gran, concentrati su un obiettivo, hanno una missione da compiere al di fuori dei loro interessi personali.
-Cavaliere del nord (puro, mediterraneo, appartiene per eccellenza al Ciclo della Tavola rotonda; il modello di esso è Persival, cavaliere in grado di compiere grandi
imprese in nome di una fede fondamentale, che ha un'ispirazione sulla quale si muove e che travolge tutto il resto, capace di giungere al Sacro Graal; ha una
caratterizzazione molto forte e scettica)
-Cavaliere del sud (tipico delle Ciclo carolingio, dove si ha un cavaliere che è schiavo, perso dietro alle sue passioni e preoccupazioni; non si tratta di un prescelto, non
ha un unico obiettivo, ma lo può cambiare con facilità, può modificare il suo comportamento a seconda delle situazioni )

Dumas “I 3 moschettieri”
Romanzo che continua a essere diffuso in varie redazioni, meno “20 anni dopo”, e ancor meno “Il visconte di Bragelonne”. Ma Dumas riflettendo
sulla tipologia del cavaliere ha due grandi intuizioni: personaggio sublime, alto, allora frantuma il personaggio in 4 personaggi diversi. 4
protagonisti che fanno riferimento al cavaliere del nord e sud. Stesso discorso lo fa Manzoni che lavora sulle tipologie di cavaliere, riflette sul fatto
che il cavaliere romantico, come tipologia singola si e’ consumato e mette in scena diverse tipologie di cavalieri a dimostrare che coloro
inizialmente insistono sui valori di cavalleria sono i primi a essere caricature di cavalieri.

All’inizio dei promessi sposi Fra Cristoforo anche lui appartenete a una tipologia di cavaliere si reca al palazzo di don ambrosio, c’e’ un pranzo
partecipando dei notabili, e discutono di una questione di cavalleria sulla base dell’autorità del tatto. Proprio coloro che discutono di cavalleria
sono immagini in modo diverso di cavalieri caduti. Cavaliere d’eccellenza (Don Giovanni) che nega di pentirsi e viene trascinato all’inferno, Don
Rodrigo invece non riesce ne a comportarsi come il suo rango vorrebbe, ne a sedurre la donna. La fondo della decadenza del cavaliere Manzoni
colloca da un lato Don Rodrigo e dall’altro i suoi sottoposti, immagine ancora più decaduta di una violenza esercitata senza alcun tipo di nobiltà,
affiancati agli avvoltoi sul palazzo di don Rodrigo. Quindi ci sono i cavalieri al tavolo e Fra Cristoforo, borghese che per nascita non avrebbe diritto
ad aspirare di essere cavaliere, ma si e’ in qualche modo lui stesso investito in questa missione, mettendo la sua enervi e vita a servizio dei
deboli, rinunciando alla spada ma difendendo senza armi i deboli.
Manzoni costruisce il dialogo e la parte precedente guardando al dialogo abbassato di tono tra il commendatore e Don Giovanni che dopo l’invito
blasfemo il commendatore compare davvero e cerca di convertire don Giovanni. “Pentiti no” abbassato di livello, Fra Cristoforo rifiuta il cibo che
viene offerto, cerca di condurre don Rodrigo a ragionare.
Dall’altra un altra figura di cavaliere, armato, che nel momento in cui decide di cambiare fazione anche lui come fra Cristoforo rinuncia all’uso
delle armi senza che incida alla sua autorità, totale e suprema, l’innominato. Manzoni non rinuncia a inserire un cavaliere a tutti gli effetti che
conserva nel bene o nel male una grandezza indiscutibile.

Libreria di Don Ferrante: Aveva nella sua libreria, si può dire in testa, le opere degli scrittori più riputati in tale materia: Paride dal Pozzo, Fausto
da Longiano, l'Urrea, Il Muzio, il Romei…

I 3 moschettieri si aprono con un richiamo a Cervantes: D'Artagnan è Don Chisciotte ma ricorda anche Lancillotto: soffre di malinconia d'amore.
Porthos, il cavaliere-combattente: cavaliere predone del Nord ma ingentilito dal sud. Ha un'amante matura, che poi sposerà. Aramis, cavaliere-
intellettuale: il Trovatore, l'intellettuale-cortigiano-cavaliere. Studia, prepara una tesi, filosofeggia, intende prendere i voti. Athos, cavaliere
aristocratico: malattia incurabile dell'eroe.
Lancillotto ha un interesse personale, e’ mosso da un sentimento che mette in conflitto il suo senso del dovere con i suoi istinti e sentimenti, e’
innamorato e ricambiato della moglie del suo re. D’Artagnan e’ una figura più anfibia, giovane apprendista.

DAL POEMA CAVALLERESCO AL ROMANZO

Nel Novecento, letteratura e cinematografia recuperano don Chisciotte come elemento di assimilazione del personaggio a un cavaliere romantico,
che utilizza in modo anacronistico ciò che ha attinto dal romanzo cavalleresco.Don Chisciotte diventa una figura romantica assolutamente
coinvolgente, tanto che in molte interpretazioni finisce per lasciare il proprio testimone a qualcun altro.
Un esempio è la leggenda del Re Pescatore di Terry Gilliam: un modello di figura tragica che nasce da un trauma. In qualche modo si colloca in un
mondo anacronistico, perché si circonda di persone senza valori, ma che alla fine le coinvolge in un mondo parallelo, nato dalla lettura dei
romanzi cavallereschi.
Succede la stessa cosa in L’uomo che uccise don Chisciotte, sempre di Terry Gilliam: in questo film il protagonista, perso in una realtà parallela,
finisce per attirare nel proprio mondo chi in prima battuta era lontano dalle aspirazioni del personaggio tragico, e finisce per coinvolgere fino al
punto che, alla morte, prenderà il testimone.
La letteratura riflette sul cortocircuito (rapporto tra natura e realtà) e sulla possibilità di importante la figura del cavaliere nel Novecento, e riflette
su come la complessità della figura possa essere declinata in questo mondo complesso.Quindi, da un lato il modello di don Chisciotte romantico
che attira nel suo mondo allucinato lo scettico; dall’altra il cavaliere che esce da questo mondo ed entra nella realtà, ci si misura e ne risulta
profondamente modificato.
Con I moschettieri del re si fa una trasposizione e una rilettura metatestuale, che coniuga quello che era l’intento di Dumas di declinare la figura del
cavaliere in diverse modalità, con una riflessione su due elementi: vecchiaia e morte delle illusioni, quest’ultima elemento fondamentale nella
ridefinizione della figura del cavaliere novecentesco. Mentre l'avvicinarsi della vecchiaia, come progressiva scoperta che le illusioni e i valori della
giovinezza erano solo modelli astratti che dovevano restare tali, era una estetica puramente novecentesca. Quello che è interessante in queste
trasposizioni è la riflessione e lo sviluppo sulla figura di Milady, si fa riflessione sul modello di eroe negativo e declinato al femminile da una parte,
e una riflessione sulla possibilità di creare un eroe che è il risultato di un trauma. Milady diventa un personaggio molto più complesso di quello
che è nel romanzo di Dumas, declinando gli elementi del romanzo stesso.
La figura femminile e la figura del cavaliere femminile avranno la possibilità di essere declinate in modo diversi e complessi andando
semplicemente a sviluppare quelli che sono gli elementi caratterizzanti e già definiti nel poema cavalleresco, come quello di Ariosto.

Orlando Furioso
Ha 3 edizioni 1 40 canti, 2 40, 3 46 canti. Metro facile da recitare e leggere, gli episodi venivano letti dallo stesso autore a corte, la terza edizione
non ha un aggiunta di 6 canti, ma un aggiunta di episodi che lo dilatano dall’interno. Rifacimento linguistico.
Per molto si e’ guardato questo testo come un testo che doveva essere letto e trattato come un poema, in realtà a poco a poco abbiamo appreso:
che i suoi contemporanei lo percepivano come opera d’intrattenimento, non e’ un poema a cui si demandano valori rilevanti, si fruiva quest’opera
attraverso recite che venivano a corte, l’autore e’ un performer, introduce per la prima volta nella storia la figura del poeta performer. L’Orlando
furioso e’ chiuso, nulla va mai perduto (a differenza dell’Orlando Innamorato), c’e’ un personaggio che esce dalla vicenda in modo anomalo,
Angelica che scompare di fronte ad Orlando. Ariosto ha in mente il poema cavalleresco ma guarda con attenzione anche la grammatica fiabesca.

Temi:
› opera di intrattenimento
› la recita delle avventure cavalleresche migra dalla piazza alla corte
› presenza del poeta-performer che racconta la vicenda
› il narratore accoglie il pubblico all'inizio del canto e si congeda da lui
› La necessità dei cantastorie di tenere sempre desta l'attenzione del pubblico diventa qui pretesto per l'entrelacement
› Intreccio delle varie vicende interrotte sempre nel momento di massima suspense
› Vige la legge per cui ciò che si cerca non si trovo e si trova ciò che na
› L'Orlando non si può riassumere, perché l'autore vuole che il smarrisca nel testo

Ci sono 3 temi fondamentali:


1) Ricerca amorosa: la non coppia
- Angelica ha un finale aperto a differenza di Orlando
-Orlando ha finale chiuso perché verra ucciso, per 2 volte salva la controfigura di Angelica (Olympia)
-Bradamante: finale chiuso, i due dovrebbero sposarsi, ma Ruggiero morirebbe giovane e tragicamente, Bradamante prova a sottrarre Ruggiero
da questo destino. Come Angelica ha un suo doppio femminile Marfisa (guerriera pagana con caratteristiche simili ale sue) suscita la gelosia di
Bradamante e si scopre poi che e’ la sorella di Ruggiero.
-Ruggiero: finale chiuso, e’ il cavaliere perfetto, giovane uomo che si innamora anche lui di Angelica, la salva dall’isola, ma sposerà Bradamante
andando incontro al suo tragico destino.

2) L’avventura e l’inganno
-Astolfo: figlio del re d’Inghilterra, utilizza la magia come metafora che può avere valore di creazione, pur non essendo un mago e’ capace di
usare la magia ma solo relativamente alla possibilità di espandere una vicenda metaforica fino a farla diventare reale. Sa usare le parole per
creare la realtà (cosa che fanno solo i maghi e poeti). Sulla luna descritta da Ariosto ci sono solo metafore, Astolfo viene accompagnato sulla luna
da Giovanni. Ariosto mette San Giovanni vicino a Astolfo per sottolineare questa cosa. Astolfo incontra non solo il proprio creatore ma anche colui
che sa usare le metafore il poeta.

3) vicenda bellica
-Assalto di Parigi da parte di Rodomonte
-Duello finale di Lampedusa

ORLANDO FURIOSO di Ludovico Ariosto


L’Orlando Furioso ha tre edizioni:
-  1516, prima edizione (40 canti)
-  1521, seconda edizione (40 canti)
-  1532, terza edizione (46 canti) con inserimento di nuovi episodi (6) che nascono da una dilatazione dall’interno; rifacimento linguistico che
fa sì che questo testo sia ancora oggi gradevole e leggibile, senza difficoltà.Metro in ottave di endecasillabi, facile da recitare e leggere. I metri del
Furioso venivano letti dallo stesso autore a corte.Per molto tempo si è guardato a questo testo come un poema. Mano a mano che si sono
approfonditi gli studi sul poema stesso e sul mondo in cui veniva fruito come recita a corte, abbiamo appreso che i suoi contemporanei lo
percepivano come un’opera di intrattenimento,
in cui non si demandavano valori particolari. Quello che in origine era l’utilizzo dei poemi cavallereschi nelle pizze, qui migra a corte con un
interprete di eccezione: l’autore stesso, un performer. Si introduce per la prima volta la figura del poeta-performer.Ariosto fa riferimento a vari
modelli, i quali:
-  l’Orlando Innamorato di Boiardo, tanto che Calvino dirà che Angelica scapperà da un poema all’altro (dall’Orlando Innamorato all’Orlando
Furioso);
-  si richiama l’Eneide nell’incipit e nei momenti di riflessione in cui l’autore ragiona sulle vicende narrate e sulla debolezza e sulla ingenuità dei
personaggi di cui sta parlando, sulla modalità con cui vanno incontro al loro destino, quasi senza rendersene conto;
-  riflessioni nei proemi: l’incipit di ogni canto è destinato a una riflessione del poeta che sottolinea la distanza tra il mondo in cui vive e quello
cavalleresco che descrive. A differenza dell'Orlando Innamorato, il mondo del Furioso è un mondo chiuso, dove nulla va mai perduto. E c’è un
solo personaggio che esce dalla vicenda in modo anomalo: Angelica, che uscirà scomparendo di fronte a un Orlando pazzo, che la affronta
uccidendole la cavalla, senza però riconoscerla. Il fatto che si tratti di un mondo chiuso e che gli oggetti siano sempre di grande rilevanza ci
suggerisce che Ariosto ha in mente il poema cavalleresco, ma utilizza anche elementi e oggetti della grammatica fiabesca, come la fanciulla
perseguitata e la moglie perseguitata, tipici della leggenda sacra e della fiaba. Ariosto li rimodella e li inserisce nel Furioso.
Ci sono tre temi fondamentali all’interno dell’Orlando Furioso:
-  quete amorosa (ricerca amorosa), in cui gli oggetti della ricerca sono la “non coppia” Angelica-Orlando a finale aperto, in quanto Angelica
scompare dal romanzo dopo essere diventata invisibile. Nella terza edizione, Ariosto le crea un alter ego, Olimpia, che diventa una Angelica più
adulta e sposata.Orlando però, a differenza di Angelica, ha un finale chiuso (muore a Roncisvalle) e la sua unica possibilità di fuga da questo
finale chiuso sarebbe il non rinsavire: se lui non tornasse in sé non tornerebbe al servizio di Carlomagno e non guiderebbe la retroguardia a
Roncisvalle. Orlando, per ben due volte salva Olimpia, credendola Angelica.La seconda coppia Bradamante-Ruggiero, entrambi dispongono di un
finale chiuso, dovrebbero sposarsi, ma se si sposano, Ruggiero dovrà morire giovane. Da una parte c’è il tutor di Ruggiero, il mago Atlante, che
cerca di sottrarlo al suo destino senza riuscirci, e dall’altra c’è una donna innamorata di lui, una guerriera, cavaliere al femminile, che lo insegue e
cerca di convincerlo a sposarla.Una milita nell'esercito cristiano e l'altro in quello pagano. Bradamante, come Angelica, ha il suo doppio, che è
Marfisa, una guerriera pagana, con caratteristiche simili alle sue che arriva a suscitarle gelosia, in quanto sempre vicina a Ruggiero, fino a che si
scopre che, in realtà, è la sorella.Ruggiero ha un finale chiuso perché è un doppio più giovane e meno drammatico di Orlando. E' il giovane
cavaliere perfetto, si innamora anche lui di Angelica e la salva dall’Isola, però arriverà a rientrare nei ranghi e sposerà Bradamante, andando
incontro al suo destino.
-  avventura e inganno: il personaggio del mago Atlante è ciò che Calvino definisce “un investitore di inganni”. Calvino spiega che i maghi, nel
Furioso, servono per allestire delle botole narrative. Nel momento in cui Atlante cerca di sottrarre Ruggiero al suo destino, costruisce dei palazzi
immaginari in cui i personaggi del poema, uno dopo l'altro, ci restano prigionieri. Questi secondo Calvino sono espedienti per raggruppare i
personaggi nello stesso posto e per sottrarli alla narrazione. Gli allestitori di inganni sono coloro che mandano avanti la vicenda.Anche Astolfo
viene visto come investitore di inganni; non è mago ma paladino (cugini di Orlando), ma traffica con la magia, a cui si dà una sottotrama
avventurosa. Un personaggio capace di utilizzare la magia solo nella possibilità di espandere una vicenda metaforica fino a farla diventare reale.
Questo è un concetto visto nel Cunto: una fiaba che genera una fiaba (espediente metaforico narrativo).
Calvino dice che la possibilità di usare la metafora per creare la realtà è una cosa che fanno solo i maghi e i poeti.Astolfo va sulla luna per
recuperare il senno di Orlando, perché sulla luna di Ariosto non ci sono altro che metafore, come promesse mai state rispettate o la fedeltà degli
amanti. Tutte immagini metaforiche che diventano oggetti.
Ad accompagnare Ariosto sulla luna c’è Giovanni evangelista. Ariosto era convinto che Giovanni fosse l’autore dell’Apocalisse, che è per
eccellenza un testo profondamente metaforico.
Una novella all’interno del poema, riproduce tutti i modelli e le caratteristiche della fiaba, dimostrando quanto bene Ariosto conoscesse il modello
fiabesco: Norandino e l’orco.Con la Novella del Nappo (novella-passatempo) si instilla un altro dubbio: le fate sull’orlo del buio, in Basile, vengono
introdotte come fate che hanno caratteristiche mostruose e che non sono né totalmente maligne e ne totalmente benigne. Ne abbiamo un
precedente in ariosto, con la maga Melissa. In principio un personaggio positivo, aiutante magico di Bradamante, che le fa ottenere Ruggiero
come sposo. Nella Novella del Nappo, non si comprende perché, Melissa ha un comportamento diverso e negativo, nonostante sia la stessa
persona.

- vicenda bellica: assalto a Parigi da parte di Rodomonte e duello di Lampedusa in cui muore.
Parlando della costituzione del doppio, notiamo la duplicità della fanciulla e della mauglier perseguitata con Olimpia e Angelica. Olimpia è un
personaggio che Ariosto crea solo nella terza edizione, e la crea con uno escamotage: Orlando sta vagando alla ricerca di Angelica, rapita dai
pirati, i quali battono i mari alla ricerca di fanciulle da dare in pasto a un mostro marino. Orlando salva questa donna credendo sia Angelica, ma è
Olimpia, una principessa che aveva già chiesto l'aiuto di Orlando, quando il suo amato era prigioniero di un sinistro personaggio, reso pericoloso
dal fatto di possedere qualcosa che determina il crollo di tutto il mondo cavalleresco, un oggetto magico: un'arma da fuoco, qualcosa che mina il
rapporto di valore e di sfida individuale tra i cavalieri, e mina la gerarchia che si viene a costruire nel mondo cavalleresco.
Olimpia decide di sacrificarsi per liberare l’amato, ma siccome non si fida di colui che lo tiene prigioniero, chiede a Orlando di accompagnarla per
verificare che lo scambio avvenga in modo corretto: Orlando salva sia Olimpia che l’amato. Quest’ultimo non è quel personaggio virtuoso e di
buon cuore che Olimpia crede, e alla prima occasione la abbandona su un'isola deserta, dove viene presa dai pirati.
Orlando si era impossessato dall’archi bugio e lo aveva gettato in mare, il quale poi sarebbe stato ritrovato secoli dopo, pronto a portare strage e
disperazione tra gli uomini, per compromettere definitivamente l’equilibrio cavalleresco che Ariosto canta come se fosse già defunto.
La vicenda di Isabella e Zerbino è una vicenda tragica e al margine del Furioso, e introduce i personaggi di pasta umana. La differenza tra
personaggi di pasta umana e personaggi di pasta fatata è caratteristica del Furioso.Nella sua ricerca di Angelica, Orlando incappa in una serie di
scritte nelle quali, con la grafia di Angelica, riconosce dei nomi maschili che non sono il suo, e comincia ad avere perplessità, che cerca di tenere
a bada con un meccanismo di autoinganno (“magari Angelica, nelle sue fantasticherie, mi ha soprannominato con tali nomi”.
Orlando raggiunge la casa in cui Angelica si è rifugiata con Medoro ferito (uno dei nomi delle scritte), ora curato dalla stessa. In questa casa i
pastori cercano di rallegrare Orlando e gli raccontano la storia dei due rifugiati, e temendo che lui non creda ciò che raccontano, gli fanno vedere
un braccialetto, quello che Angelica ha regalato loro per sdebitarsi, ma è il braccialetto con cui Orlando aveva promesso eterno amore alla
fanciulla. Orlando allora impazzisce. Ma la sua follia è una follia a varie tappe: non impazzisce improvvisamente. Orlando, nel suo processo di
cedimento alla pazzia, si spoglia delle armi, tra cui Durlindana. Zerbino e Isabella trovano la spada e decidono di difenderla, ma Zerbino nel
mentre viene ferito a morte.
La vicenda riassume la differenza di pasta umana e pasta fatata: i personaggi di pasta fatata possono duellare un giorno intero senza ferirsi
minimamente, mentre Zerbino, personaggio di pasta umana, con due colpi di spada muore agonizzato.Mandricardo non uccide Zerbino, ma lo
lascia morire nelle braccia di Isabella, questo perché è accompagnato da Doralice, principessa pagana e promessa sposa di Rodomonte.
Mandricardo incontra Doralice mentre sta vagabondando e, trovandola bellissima, la rapisce.
Doralice, anche se sembra volubile, dimostra una complessità che non ci aspettiamo, perché dopo che Matricandro ferisce Zerbino lei interviene
e pretende che Zerbino possa morire tra le braccia di Isabella.Isabella vorrebbe uccidersi, ma non ci riesce e viene convinta a farsi monaca, ma
dopo poco incontra Rodomonte che ha compreso di essere stato abbandonato da Doralice e, divenuto furioso contro le donne, rapisce Isabella
(rientra così nella categoria della fanciulla perseguitata, ma non con un esito fiabesco). L'unico modo per sfuggirgli è quello di farsi uccidere:
dichiara a Rodomonte di conoscere un unguento che le permette l'invulnerabilità. Raccoglie delle erbe a caso, le cucina e le spalma sul collo,
“prova a tagliarmi la testa e vedi che non succede niente” ma Rodomonte la uccide.
Ariosto introduce un elemento per discolpare Rodomonte, e dice che i suoi uomini avevano appena assaltato una carovana e avevano preso il
vino, che non avevano mai bevuto. Così, preso dall’alcol, decapita Isabella.Così notiamo che i personaggi di pasta fatata, lo sono nell'aspetto
fisico, ma di pasta umana nell'aspetto emotivo e psicologico.

L’ORLANDO FURIOSO di Italo Calvino

L’Orlando Furioso di Calvino ha avuto fortuna nel Novecento grazie anche a una lettura calviniana, la quale rende più moderni e caratteristici i
personaggi che vengono proposti. L’opera dell'Orlando Furioso raccontata da Calvino, era destinata agli adulti, fino a che, in tempi recenti,
Mondadori decide di utilizzare quasi tutte le opere di Calvino per tentare un’operazione di illustrazione delle stesse: ridivide i tre romanzi della
trilogia degli Antenati, riprende il Furioso, il Castello dei Destini Incrociati, il Cavaliere Inesistente, e prova a metterli sul mercato della letteratura
per l’infanzia.
Calvino ha un rapporto privilegiato con il Furioso, che lo porta a riscriverlo e a inserire molti dei personaggi in sue opere.L’illustratrice dell’Orlando
di Calvino capisce molto bene ciò che l’autore cerca di svolgere: così come Ariosto si poneva come cantastorie e poeta-performer, narrando le
avventure dei paladini, allo stesso modo Calvino si pone come narratore di secondo grado, e rinarra le avventure dei paladini e la percezione del
mondo che Ariosto aveva le racconta.

Facciamo un passo indietro parlando della prima edizione completa in italiano del Cunto de li Cunti di Croce, che viene pubblicata senza testo a
fronte. Croce interpreta il personaggio e l’opera di Ariosto come un qualcosa che è totalmente alieno alla corte in cui si muove e dal mondo che lo
circonda. Egli si rifugia in questa opera poetica, “l’opera dell’armonia”. Estraneo a tutto il resto, si isola nel mondo fittizio, costruendo questo
poema come unica ragione di vita.

L’impostazione critica a cui si guarda quando si parla dell'Orlando Furioso è quella di una grande utopia scritta da un individuo che parla di cose
che non conosce e che si consola e si rifugia dalla realtà personale e politica che non gli piace.A Torino, dopo la Guerra, approda un professore
che è tutto il contrario dell’Ariosto delineato da Croce, Mario Bonfantini, il quale appartiene a una scuola diversa di quella di Croce: Croce lavora
sui testi guardando poco i documenti legati alla vita e alle opere dell’autore che esamina; mentre Bonfantini appartiene alla scuola storica, e parte
dal documento.

Egli sempre stato affascinato dalla vita di Ariosto, lavora a una monografia in cui ricostruisce la biografia e va a dimostrare che Ariosto, lungi
dall’essere una sorta di asociale sognatore, era uomo di azione. L’immagine di Ariosto viene così ribaltata, e non scrive dell’azione dell’Orlando
imparandolo da altri libri, ma descrive fatti accadutigli personalmente.

Da questa modalità di lettura parte una interpretazione del Furioso diversa, si inizia a leggere come un testo non di armonia, ma percorso da una
sottile inquietudine.Calvino è da qui che parte per descrivere il suo Furioso, da Bonfantini.

Il racconto si sdoppia su due piani temporali: tra fiaba cavalleresca e realtà politico-militare, dove l’italia del Cinquecento viene percorsa da milizie.
L’Orlando calviniano viene travolto dalla follia, e grazie a questa diventa un personaggio a tutto tondo, che solo così potrà permettersi di
sdoppiare.

Calvino seleziona una serie di episodi contenuti nel Furioso, raccontando i fatti fondamentali, per aiutarci a capire come il Furioso è stato
costruito. Il primo è quello di Angelica inseguita: ella scappa a cavallo dall'Orlando Innamorato ed entra nell'Orlando Furioso. Calvino dice che il
personaggio di Orlando diventa interessante nel momento in cui impazzisce: la sua pazzia dimostra una complessità e vulnerabilità, non
verificatesi fino a quel momento.

Nel Castello dei Destini Incrociati, vi è un episodio chiamato “Storia di Orlando pazzo per amore”, simile alla Caverna dei Destini Incrociati, in cui i
personaggi vengono privati della parola a causa di un sortilegio all’interno di un bosco. Si esprimono così con un mazzo di tarocchi con cui
narrano la loro storia. Un narratore commenta di volta in volta i tarocchi, costruendo e ipotizzando quello che i personaggi vogliono raccontare di
loro. Orlando racconta la storia della sua follia, con una consapevolezza che non conosciamo dall'Orlando di Ariosto, inoltre la racconta in uno
stampo fiabesco (bosco animato che cerca di proteggere Orlando).

Calvino fa una trasposizione dell’episodio di Doralice con Angelica: “Nell’umido fondo del bosco femminile, c’è un tempio di Eros dove contano
altri valori da quelli che decide la sua Durlindana. Il favorito di Angelica non era uno degli illustri comandanti di squadrone, ma un giovanottino del
seguito snello e civettuolo come una fanciulla.” Allora Orlando impazzisce, e con la sua follia, arriva ad attingere a una verità superiore, una
consapevolezza. Un elemento che nell’Orlando di Ariosto non c’è (impazzisce e basta).

Calvino suggerisce che, oltre per Angelica, egli sia impazzito a causa della volontà di sottrarsi al finale chiuso dell’episodio di Roncisvalle, un
destino a cui andrà inevitabilmente incontro.Partendo dalla lettura che Calvino da dell’Orlando Furioso, vi riscrive la figura di Astolfo presente nel
Castello dei Destini Incrociati: Ariosto gioca con le analogie che le parole stabiliscono con le cose (metafore), e, riflettendoci sopra, Astolfo può
esercitare la magia. Astolfo quindi sale sulla Luna, non incontra nessuno se non se stesso. A generare tutto ciò a cui andiamo incontro è la parola
del poeta Evangelista.

Nel Cavaliere Inesistente, Orlando pazzo (da cui proviene, e lo vediamo dalla identificazione che ha verso gli oggetti) viene reso indipendente. Il
personaggio di base sarebbe l’Orlando folle che è pura razionalità, un cavaliere perfetto, ma ha anche la capacità di accumulare e
contemporaneamente resistere ai nomi che lo definiscono: “i nomi gli scivolano sopra senza lasciare traccia. E ovunque vada acquisisce un nome
diverso e parla una lingua diverse, parla una sorta di melange linguistico che contiene tutte le lingue europee e non solo".
-L’altro personaggio che dal Furioso transita nel Cavaliere Inesistente è Bradamante, la quale viene totalmente riscritta: non ha più nulla della
guerriera devota e innamorata dell’Orlando Furioso, ma è una donna moderna e irrequieta, in cerca di un uomo che possa corrispondere al suo
modello, un’aspirazione all’impossibile. Finisce per innamorarsi dell’unico uomo che non potrà soddisfarla, Agilulfo.
Bradamante è il personaggio narrante che si presenta come personaggio doppio; nel Furioso abbiamo Martisa come suo doppio, ma in questo
romanzo, il doppio è Bradamante stessa, che indossa altre vesti e si comporta in modo diverso.

SEZIONE 3 - DAL ROMANZO STORICO AL ROMANZO DI AVVENTURA


Il romanzo di avventura viene definito come un romanzo pericoloso, destinato solo a un pubblico maschile; e comunque poco adatto anche a
questo pubblico, perché “scalda la testa” e scalda gli animi, descrivendo situazioni che potrebbero rendere eccessivamente grigia e poco
soddisfacente la realtà in cui ci si aspetta che entri un ragazzo borghese (la borghesia come unico target di riferimento di quella fase, per ragioni
economiche).Viene quindi visto con una certa diffidenza.Abbiamo, in Italia, un unico esponente della narrativa di avventura, che è Emilio Salgari,
mette quasi sempre in scena situazioni di innamoramenti di uomini adulti nei confronti che sono adolescenti o poco meno (13-15 anni). Un dato
che urta la sensibilità morale. Seppur i testi di Salgari siano testi destinati ai ragazzi, non vi sono mai protagonisti adolescenti o preadolescenti, però
gli adulti messi in scena non fanno nessun tipo di sviluppo psicologico e presentano quindi tutte le caratteristiche degli adolescenti.
Introduciamo il tema delle riduzioni, con cui i romanzi destinati agli adulti vengono utilizzati per un pubblico infantile, dopo essere stati ridotti in
fase redazionale.Parallelamente a questo, abbiamo avuto due romanzi rilevanti (1880-1911) che costituiscono uno un classico mondiale, e l’altro
un classico dell’epoca: le Avventure di Pinocchio di Collodi e Cuore di De Amicis, due romanzi laici, di autori che condannano l’esotismo. Pinocchio
è indubbiamente un romanzo picaresco, e porta con sé molte caratteristiche del romanzo di avventure, seppur riscritte e nascoste per renderle
meno evidenti.

Passaggio romanzo storico a quello di avventura

Dall’analisi dell’eroe cavalleresco alla costituzione di un genere. Una delle incarnazioni più convincente dell’eroe del cavaliere che deve muoversi
in un contesto ostile ed e’ in svantaggio e’ la tipologia dell’esule risorgimentale che ha molta fortuna nel periodo del romanticismo, l’esule diventa
una categoria. Introduce con la propria tipologia e malinconia una caratteristica evidente in una parte degli eroi cavallereschi, esule non solo dalla
propria patria ma anche lontano da se stesso, vive una vita con condizione affettiva negata (romanzo alto).
La trilogia dei 3 moschettieri: i moschettieri non appartengono agli eroi risorgimentali, non rispondono a quel tipo di sensibilità. Ma il Visconte
pathos ha alcune delle caratteristiche, e’ malinconico vive un rapporto con il mondo di sostanziale esilio, e anche con il padre, contesto
complesso.

Il corsaro nero ha molte similitudini con Athos, entrambi condannano a morte la donna che amano. Athos condanna Milady che la prima volta si
salva ma la seconda no. Personaggi antinaturalistici calati in un contesto realistico, quello della guerra. Fino ad ora i protagonisti erano uomini,
ma vengono inseriti i ragazzi in parte minima nelle “confessioni di un italiano”, e negli epiloghi di Salgari dove si comprende molto bene che può   
essere più interessante per un giovane leggere peripezie di un coetaneo.
La lontananza dalla patria e’ un elemento importante, altro elemento importante e’ l’influenza di un autore, molto di nicchia, Giuseppe Garibaldi.
Salgari che ha un fiuto straordinario per le trame, utilizza uno dei romanzi più noti e amati di Garibaldi “Il Mario” per farlo diventare “i briganti del
Rief”, ha la capacita di assorbire da tutta la letteratura tutto quello che puoi diventare intrattenimento.

La tipologia del patriota passa in 2 modi diversi: da una parte col romanzo d’avventura perlopiù bellica, dall’altra il romanzo d’ambiente scolastico
“Cuore” De Amicis presenta all’editore due testi conclusi in contemporanea, l’editore ritarda l’uscita di “Sull’oceano” perché niente ritardi “”Cuore”.
Affonda le sue radici anche nella leggenda profana, saga di una famiglia che si svolge anche in luoghi diversi (Odissea, Le meraviglie di la da
Thule, Etiopiche, Asino d’oro). Nelle ultime 3 abbiamo contesti avventurosi con anche magia, nell’Odissea c’e’ una potenzialità dello sviluppo di
Ulisse che lo rende già un personaggio moderno. Col passare del tempo e il mutare della sensibilità, Ulisse che si fa esploratore viene visto
anche in modo negativo. Ulisse diventa un simbolo e ogni epoca lo legge in modo diverso.

Gli autori si rendono conto di determinate realtà prima dei critici letterari. Se l’autore e’ anche critico questo diventa evidente.
Romanzo d’avventura di mare

(APPUNTI INVIATI)
Dall’analisi della genesi del personaggio alla costruzione di un genere > romanzo d’avventura, che in italia ha avuto poca fortuna

Su nave > c’è un eroe ma anche una coralità si voci di cui di solito il romanzo d’avventura non dispone (in questo caso si perché si svolge in un
luogo chiuso=la nave)

Una delle incarnazioni più convincenti del cavaliere che ha subito torti e deve vendicarsi muovendosi in un contesto ostile e svantaggioso è la
tipologia dell’esule risorgimentale, che diventa una categoria (poi usata anche lontanissimo da questo periodo)
Questa figura malinconica introduce una caratteristica importante -> esule dalla patria ma anche da se stesso (affetti negati ecc)
Questo per il ROMANZO ALTO
Ciò che resta dell’eroe risorgimentale sono valori e ideali, non c’è l’auto distruzione e il gesto di suicidio

Resta la trilogia dei 3 moschettieri


Non sono eroi risargimentali, non hanno quel tipo di sensibilità mentre ne Il visconte di Bragelonne si, malinconia d’animo

Salgari prende Athos di cui riconosce le potenzialità e lo introduce in Corsaro Nero di Emilio di Ventimiglia
Eroi simili, perché entrambi vogliono condannare a morte le loro donne (alla fine non riescono nella loro impresa)
Dopo il Corsaro Nero Salgari continua a usare personaggi simili, che stanno al di sopra della legge e alla fine però si sacrificano per il bene
comune
Ci sono intere riscritture dei romanzi salgariani (es: Alessandro Zuccarelli, Torino) in cui si sostituiscono i personaggi adulti con gli adolescenti, e
in un contesto di uno dei fronti della prima guerra mondiale
Eroi tutti patrioti, perché vengono tutti cacciati dalle loro case

Salgari osserva tutto ciò che ha intorno e dove intravede qualcosa di fruttuoso da poter usare per le sue creazioni interviene sempre

Influenza di un autore molto di nicchia e letti per ragioni di firma (Giuseppe Garibaldi autore)
Il Mario >> I briganti del Riff

De Amicis presenta Cuore e Sull’Oceano, l’editore ritarda l’uscita di Sull’Oceano per evitare che intacchi la diffusione di Cuore (grandissimo
successo)

Antecedenti al romanzo d’avventura: radici nella leggenda profana, storia di un personaggio o una famiglia che si svolge in luoghi diversi (es:
Odissea, Le Meraviglie di la da thule, Eliodoro, Apuleio)
Ulisse è già, però, un personaggio modello, unico personaggio simbolo che ogni epoca legge in modo diverso (perché è finito all’inferno in
Dante?? Troia? Ha ingannato i compagni? Ha alterato la realtà trasformando ciò che è desiderio di conquista in desiderio di conoscenza?)
In Pascoli Ulisse viaggia senza un doppio fine, riscopre i suoi luoghi d’infanzia (Pascoli dice implicitamente che non è più tempo d’eroi)
Da un certo punto in poi viene letto un Ulisse dantesco come un personaggio che attua un discorsi che nasconde le vere ragioni che lo muovono
> secondo questa lettura vuole vedere cosa c’è oltre le colonne d’ercole perché la volontà di espansione territoriale è in realtà una sete di
sapienza, inganna i compagni

Caso Jules Verne


Intorno al suo nome girano leggende
De Amicis lo frequenta e quando va a trovare Jules Verne gli confessa che si pensava che dietro di lui ci fosse un intero gruppo di scrittori che si
muovevano per sviluppare trame (perché Verne si muove con un’estrema documentazione alle spalle, strano per essere da solo)

Avventura per mare > sottogenere ben preciso


Antecedenti: San Brandano, leggenda sacra di grande successo e Marco Polo > entrambi inizialmente non adatti a bambini ma poi adattati in libri
per l’infanzia
Michele Mari é colui che ha affermato l’esistenza di questi sottogeneri
Raccolta di racconti Tu Sanguinosa Infanzia +Teoria di analisi critica che si evince dal testo «8 scrittori», poi eliminati dopo essersi uniformati al
sottogenere -> gioco di eliminazioni in cui vengono di volta in volta individuati quegli autori che solo in modo tangenziale hanno obbedito a questa
regola. Mari da loro voci coerenti con i loro percorsi. Ogni autore paga per quella parte che non è strettamente coerente con questa capacità di
scrivere di mare.
Mari é stato anche traduttore quando di questi romanzi di analisi degli autori vengono fatti adattamenti per bambini (capacità di parlare della
stessa cosa con due registri e modalità differenti)

-Verne é il primo ad essere espulso, perché i suoi romanzi sono eccessivamente accurati per quanto riguarda la ricerca scientifica, il dettaglio
tecnico, la verosimiglianza
-Daniel Defoe per secondo -> Robinson Crusoe 1719 non è un romanzo adatto e pertinente per l’argomento del mare in sé, impostazione del
romanzo che fa verso un ristabilimento della normalità e non verso un’ottica di avventura
-Momento più drammatico: terza espulsione per cui si schiarano i primi due autori come atto di solidarietà -> ....,    Salgari non é mai stato un
uomo di mare, viene comunque fatto un omaggio corale alla sua fantasia. Alla fine del racconto lui è l’unico a ricomparire con un aspetto diverso
da quello con cui è stato espulso. Il terribile suicidio che si è inflitto si ripete di nuovo di nuovo e di nuovo
-London per quarto. Viene espulso perché i suoi due romanzi più conosciuti, nonché per l'infanzia, vengono svolti per larga parte via terra
-Poe è il quinto espulso, perché non parla davvero di mare, il suo mare è frutto della sua immaginazione ma diventa una proiezione di ossessioni
che non hanno strettamente a che fare con l’avventura per mare. Lo definisce claustrofobico, cannibalico

Mari dice “ci avviciniamo ora al cuore del problema”


-Conrad -> si vede più che l’avventura vera e propria, sempre e comunque una forte componente simbolica dietro all’avventura (riscritture e
reinterpretazioni innumerevoli per Cuore Di Tenebra)
Melville e Stevenson, gli unici due che hanno scritto di avventura nell’avventura, Melville vince perché il suo è il vero racconto di mare ma c’è
bisogno di tutti loro per creare polifonia
-Melville, Moby Dick -> complesso decidere cosa è metaforico e cosa no, la balena è un animale più simbolico che reale, livello di accuratezza
che non deriva dall’enciclopedismo di Verne ma conoscenze sue che danno alla storia un’aria di realismo
-Stevenson, Isola del tesoro -> il suo racconto è anche una riflessione sul bene e sul male, non è pura avventura

Uno degli elementi fondamentali del romanzo di avventura è l’Isola del Tesoro di Stevenson
Il protagonista è un ragazzino, importante perché è molto inusuale che si instauri un meccanismo bambinesco nell’azione

Durante la scrittura di questi grandi romanzi, in quegli anni in Italia:


-81 Malavoglia
-92 Una vita, Svevo
-94 I viceré, De Roberto
-95 Piccolo mondo Antico, Fogazzaro

Contesto in cui inizia a scrivere Emilio Salgari, romanzi che sono feuilleton (a puntate)
primo 1883 Tay-See (poi chiamato La rosa del Dong-Giang), poi le Tigri della Malesia
Destinato a un complesso rapporto con gli editori con cui si approccia, ciò che lo porta al suicidio
Si rende conto di aver creato un personaggio con grandissime potenzialita (Sandokan), si rende conto che potrebbe andar oltre il reportage e il
giornalismo >> romanziere!
Nel frattempo scrive un altro romanzo che guarda con piu attenzione se un pubblico giovanile > I mestieri della giungla nera, vicenda di un
cacciatore di serpenti che si innamora di una fanciulla bianca che però viene rapita da una setta di fanatici religiosi che vogliono farla diventare la
loro sacerdotessa
La vicenda si complica, apparentemente finisce molto male con Ada impazzita dopo aver assistito ad una serie di eventi terrificanti, INTUIZIONE
DI SALIGARI: lasciare un finale aperto e raccontare questo e Le tigri della Malesia in un unico ciclo mantenendo temi comuni (solidarietà
maschile, condanna comunismo inglese, trama su filoni comuni), personaggi che si incontrano, un romanzo si ricollega al precedente e
suggerisce sviluppi per il successivo. I protagonisti si danno il cambio (1,3,4 Sandokan, 8,9,10 “romanzi della fine” Kammamuri)
-> Costruzione di una progettualità su più romanzi.
Ciclo importante perché influenza molto anche il cinema
Lettura disapprovata in certi casi ma che ottiene un successo enorme nei lettori

Si analizza la sua opera in maniera scientifica


1980: convegno “Scrivere l’Avventura” a Torino, confronto di 36 studiosi sulla sua opera
Scoperta: Salgari attinge a tutta la letteratura, lavoro minuzioso da lettore che riporta ogni tema e consuetudine utile per ricostruire nuovi testi,
fonti a partire dall’epica
Capacità di scrittura assolutamente eccezionale, capacità mimetica di entrare nella pelle di un autore scrivendo come farebbe lui.

SALGARI
Ciclo indomalese
Salgari ambienta i suoi romanzi abbastanza ovunque, la necessità che gli viene di alternare non solo le ambientazioni ma le caratteristiche della
struttura legate agli pseudonimi, è vincolato da contratti, che sono contratti “in esclusiva” anche se non li rispetterà mai, si muoverà con degli
pseudonimi, in modo tale che possa pubblicare con vari editori contemporaneamente, uno dei più famosi è “il capitano Alfieri, Mastro Catrame”
una serie di pseudonimi che di volta in volta (verranno poi utilizzati anche dai suoi epiconi, con l’accordo degli editori). Il ciclo + famoso è il ciclo
Indomalese, (il meccanismo iniziale che dà il via a questo ciclo, come la tigre della Malesia che diventa le Tigri di Mompracen, gli strangolatori del
Gange, che diventa i misteri della giungla nera e di qui in poi le vicende che si alternano, con i 4 protagonisti, quali Sandokan, il portoghese amico
Yanez, l’indiano ex cacciatore di serpenti e suo servo amico).
In questo ciclo c’è un elemento molto rilevante che è quello dell’interruzione temporale, i personaggi terminano una vicenda, ed entrano nella
successiva, l'altro elemento è l’uso sapiente di strategie narrative e di generi diversi all’interno del genere romanzo d’avventura, ci sono degli
inserti che appartengono a più generi, personaggi che appartengono ad altre tradizioni, i + evidenti sono personaggi che appartengono alla
tradizione fiabesca.

Come ad esempio colei che diventerà la moglie di Yanez che è prigioniera e venduta a 12 anni, è un personaggio totalmente fiabesco, perché nel
momento in cui viene liberata ed entra sotto la protezione di Sandokan e di Yanez rimuove tutti i traumi che ha avuto. [vedi Balocchi di Carta]

Escono da una vicenda per entrare in un'altra, un altro aspetto importante è che quasi subito, abbiamo una serie di elementi che ci forniscono
delle indicazioni meta testuali, l’elemento della noia e l’elemento del racconto delle avventure, diventano due fattori fondamentali che governano lo
sviluppo narrativo, il momento peggiore che i personaggi incontrano è il momento in cui non sono in condizioni di agire. È molto rilevante perché li
avvicina in modo evidente alla psicologia di un altro personaggio di un altro autore, ossia alla psicologia di Peter Pan, perché i personaggi si
muovono solo per l’azione.

Nel ciclo indomalese c’è una fuga dalla noia, il piacere della narrazione, un’eliminazione di quelle parti che portano ad un elemento di riflessibilità,
perché si guarda ad un meccanismo tipicamente adolescenziale, azione per il gusto dell’azione è quello che privilegia tutto il resto, Salgari si
permette in alcuni casi di inserire in bocca a degli antagonisti delle battute che fanno rilevare questo elemento. Gli antagonisti man mano
diventano sempre più complessi, ricchi di implicazioni.
Il ciclo indomalese è il ciclo + interessante e + completo, ci sono alcune immagini e sequenze come quelle del “Bramino dell’Assam” sono
descritte nelle fogne della città Indiana e vi sono alcune intenzioni tipo quella della nave blindata guidata da Sandokan che prende già tutta una
narrativa. Vi è anche un altro elemento è l’estrema attenzione da parte di Salgari al linguaggio del melodramma i personaggi, che si esprimono in
maniera molto innaturale, coincide con una necessità curiosa di rendere tutti i sentimenti di questi personaggi descrivibili da parole che i
personaggi pronunciano, raramente viene descritto lo stato d’animo del personaggio, è il personaggio stesso che ci descrive il suo stato d’animo.
Sono tutti personaggi che potrebbero essere trasferiti in un’opera lirica, anche la descrizione di alcuni ambienti

(Esempio: corsaro nero, che crede di vedere in mare le sagome dei fratelli che rivendicano la loro morte, è un episodio costruito come se fossimo
in un teatro.)

---i personaggi parlano come se fossero su un palcoscenico, quindi molte delle descrizioni sono esterne quando viene descritta l’attesa di
Sandokan che aspetta Yanez con delle info su Marianna, notte buia e tempestosa, vi è una descrizione molto accurata dell’ambiente e del
personaggio, ma quelle che sono le inquietudini vengono espresse a voce appena arriva Yanez. Salgari narra episodi, personaggi come se
fossero reali, e non dati dalla fantasia---

Dal romanzo storico al romanzo d’avventura


Ciclo del far west Salgari
Con ciclo del west si intendono 6 romanzi (bisogna aggiungere una serie di racconti che sono stati raccolti sotto il titolo collettivo di “Storie rosse "
racconti brevi), non tutti connessi tra di loro, solo i primi 3 sono connessu si esauriscono all’interno di un biennio e gli altri 3 sono romanzi singoli, il
primo “il re della prateria”, vi è il sospetto che siano due romanzi uniti, e rendendolo uno solo. Il problema del ciclo del west è evidente, c’è un
razzismo spaventoso, rispetto al fatto che Salgari ha un grande rispetto e attenzione per i nativi e a questo continuo narrare di coppie miste, qui
viene smentita.

Da un lato viene detto che gli indiani sono degli straccioni, forse alcuni no, perché non si sono totalmente sottomessi, e dall’altra che il fatto che i
bianchi li trattino così è autorizzato dalla natura stessa, dato dal fatto che le risorse date dalla natura stessa messa a disposizione dei nativi
americani non sono mai state sfruttate nel modo giusto, perché sono dei nomadi e si limitano a pescare e a cacciare poco e di conseguenza la
natura si fosse stufata e avesse chiamato l’uomo bianco e lo avesse autorizzato a sfruttare le risorse che i pelle rossa non avevano sfruttato.

Manifesto non solo di razzismo e di colonialismo, un unicum di Salgari. Affonda le radici in quella che è la sua esperienza di quando era
giornalista, un cronachista viene mandato a vedere il circo arrivato in Europa, arrivato anche all’arena di Verona, il circo di “Buffalo Bill” vi sono
diversi numeri che erano fatti da nativi americani e Salgari nell’articolo prodotto in seguito alla visione di questo spettacolo non nasconde la
delusione per ciò che ha visto. Si trovano quindi personaggi vili che picchiano le donne, che non hanno la capacità di affrontare in un duello corpo
a corpo il loro nemico, quindi qui il nativo americano non ha a che vedere con tutte le altre popolazioni indigene che si incontrano nella
produzione Salgariana. Quindi Salgari avrà un atteggiamento spiazzante.

Vi è un altro romanzo, “Il re della prateria”, il primo e il più antico e vicino a quella esperienza, è la vicenda di un nobile che viene rapito bambino
e si perdono le tracce per molto tempo e diventa un capo indiano, alla fine c’è un colpo di scena, sceglie di restare con gli indiani invece che
tornare ai suoi possedimenti.

Il cambio di passo arriva con la trilogia, sulle frontiere del fard west, “la scotennatrice” e “le selve ardenti” è una vicenda unica narrata in tre
romanzi dove permane un evidente elemento che percorre tutto questo ciclo, (l’unico figlio meticcio di una coppia mista, frutto di una costrizione un
uomo bianco e una nativa, l’unico figlio di questa coppia verrà fucilato dal padre che non lo riconosce, il suo destino è segnato, un tipo di
connubio che non ha futuro) Salgari non perde occasione di sottolineare che le donne pelle rossa incutono agli uomini bianchi solo un profondo
senso di disgusto. Anche se la trilogia è caratterizzata da questo elemento anomalo ci sono elementi di novità che fa pensare che Salgari si
evolva. Soprattutto nell’ultimo romanzo (scritto a meno di un anno dal suicidio) ci sono una serie di aspetti che fanno riflettere. Ci sono dei
personaggi immaginari, Salgari inventa che possa essere capo tribù anche una donna, si tratta di due donne, madre e figlia che governano questa
tribù, ha un primo marito bianco che è quello con cui avrà un figlio che verrà ucciso, in seguito ci sarà un altro marito con cui avrà la figlia
(Minehaha) che verrà al comando, queste due donne riflettano un cauto ripensamento da parte di Salgari rispetto alla posizione che riflette nei
confronti dei pelle rossa. Salgari per descrivere la loro bellezza della donna pelle rossa, c’è tutta una serie di attenuazioni della descrizione
femminile, l’elemento di grande rilevanza è la novità notevole è che compare una bambina, molto raro. È Minehaha che ha tutte le caratteristiche
del capo e vive una serie di avventure che è uno spirito che contraddistinguerà quella che sarà la sua vita da adulta. Soprattutto però quello che
cambia è il modo di affrontare il rapporto fra i bianchi e i pelle rossa.

Se nel primo romanzo vi è uno sbilanciamento tra le due etnie, dove i bianchi hanno una forte predominanza nei confronti degli indiani giustificata
dal fatto che gli indiani sono selvaggi, man mano che la narrazione prosegue questo element o si stempera fino ad arrivare che i bianchi e i pelle
rossa sono feroci uguali e la loro inimicizia data dal fatto che entrambi siano feroci.

Le selve ardenti, offre qualcosa di particolare, offre un personaggio che è una sorta di alter ego di Salgari (come nel periodo felici era Yanez),
romanzo crepuscolare e per certi versi anche angosciante, l’alter ego di Salgari è un lord inglese, lord Wilmore completamente pazzo decide di
andare in America per cacciare lo spleen e si innamora di Minehaha. Si nota l’abilità di Salgari è la sorpresa che in realtà Minehaha non è del
tutto indifferente al corteggiamento di questo lord. È fra i romanzi della fine è quello che approfitta di questa situazione anomala per inserire
personaggi originali nel contesto salgariano.

Ciclo di Capitan Tempesta


Composto solo da 2 romanzi, ambientato nel mediterraneo, questo ciclo è ispirato in modo estremamente netto alla Gerusalemme liberale.
Confronto fra la modalità narrativa di Dumas padre e quella di Salgari

• Dumas fa uscire 20 anni dopo i tre moschettieri, si affronta un’opera alla volta, è complicato assumere nello stesso contesto opere che sono
relative ad un periodo di tempo così lontano.

• Salgari invece il tempo è continuamente percorso, un tempo di cui il lettore non ha mai delle elissi e fa sì che il lettore sia costantemente in
rapporto con i suoi eroi, ogni azione prevede una reazione, il lettore si aspetta già che succeda qualcosa ha una ricaduta anche nel cinema,
permette di unire insieme anche + romanzi (come il corsaro nero, risultato dell’unione del Corsaro nero e la Regina dei Caraibi) e come se ci
fossero puntate diverse di una stessa narrazione che si implicano fortemente l’una con l’altra, l’altro elemento è che non ci sono interruzioni
nell’azione, non perdiamo di vista i personaggi, abbiamo sempre un quadro preciso della situazione.

• A differenza di Dumas il concetto evidente che Salgari introduce nella sua narrazione soprattutto nel ciclo Indomalese è il ritorno dell’eroe ad un
luogo, come un ritorno alle origini che però bisogna subito ripartire come la frase significativa quale: “si torna la, dove tutto è cominciato”

Yanez da un certo punto in poi di in questa situazione di protagonisti che vengono portati avanti rispetto agli altri che però poi vengono fatti
arretrare per alternare la narrazione di questo racconto lungo, diventa il referente principale. Sandokan è nella sua isola con la sua compagna
che è una vedova olandese, l’uso dell’astuzia opposto a l’uso della forza sia uno degli elementi che si caratterizzano mano a mano che si va
avanti. Yanez è molto astuto è colui che sa fare quello che gli altri si aspettano che faccia, diventa quindi un elemento evidente.
Nell'interpretazione dell'odissea il brano di Adorno è stato avvicinato al ciclo indomalese per far comprendere l’idea di Salgari.

Questo meccanismo si inceppa quando Ulisse che nella letteratura classica è un eroe maturo che torna a casa e finisce lì, si contrappone a
Yanez nel momento in cui sposa la suarami decide di abbandonare tutto ciò per andare in aiuto a Sandokan per riprendere una vita di avventura,
sono eroi è immaturi, che vivono un’avventura ed è il modo per affermare la loro esistenza. I due personaggi sono simili, ma quello che cambia
nella lettura classica è il finale, questi eroi ripartono subito dopo essere arrivati.

Salgari attira l’attenzione del cinema, perché si tratta di avventure facilmente rinarrate, letture affascinanti, e soprattutto il cinema ha un vantaggio
rispetto alla narrativa, la narrativa salgariana non è ben vista dagli educatori, il cinema a differenza della letteratura per ragazzi non incontra
questo tipo di problema quindi Salgari riscontra del successo all’interno del cinema.

Nel 1976 la rai fa un'operazione di grande impegno con la regia di Sergio Sollima, uno sceneggiato con un cast internazionale, è il primo
sceneggiato che rispetta almeno per certi elementi quello che è lo spirito indomalese.

ROBERT LOUIS STEVENSON 1850-1894


Vive tra il Nord del Regno Unito e l’Oceano Pacifico, e’ sempre stato fondamentale l’aspetto del racconto orale, vive a contatto con una donna, e
ricorderà l’influenza che questa balia ha avuto sull’immaginario fantastico, lei le raccontava delle storie.
Alcuni testi importanti: Dr Jekyll e Mr Hyde, il relitto.

“L’isola del tesoro”1883


Primo libro di Stevenson pubblicato per la prima volta su una rivista “Young Folks”, per ragazzi all’inizio col titolo “Sea cook” mettendo al centro
uno dei personaggi John Silver (doppio e ambiguità). Prima pubblicazione in volume 1883 che esce anche la prima edizione in italiano,
immediata fortuna, non solo nella lingua di origine ma dato il grande successo in inglese i romanzo viene subito tradotto.
Si rende conto che la scrittura gli crea grosse difficolta. Ossessionato dal tema del doppio e sull’ambiguità della morale.

Il romanzo e’ diviso in 6 parti, e in 34 capitoli, le sezioni sono legate ai personaggi piu importanti:
1) Il vecchio filibustiere
2) Il cuoco di bordo
3) La mia avventura a terra
4) Il fortino
5) La mia avventura in mare
6) Il capitano Silver

Narratore: il protagonista Jim Hawkins (eccetto per i capitoli 16-18, narrati dal dottor Livesey)
Personaggi principali: Jim Hawkins (14 anni), Billy Bones, Dottor David Livesey, Long John Silver, Capitano Alexander Smollett, Cavalier John
Trelawney, Capitano Flint, Flint (pappagallo), Ben Gunn

Jim Hawkins
Adolescente che vive con i genitori (figure deboli), proprietari della locanda Ammiraglio Benbow
È il protagonista della vicenda; nonostante qualche ingenuità infantile, è sveglio, coraggioso, intraprendente e persino dotato d'istintivo buonsenso.
Voce che racconta = voce che agisce, Personaggio onnisciente e onnipresente (Jim racconta la vicenda una volta rientrato a casa). L’adolescenza
e’ un periodo dello sviluppo dove si forma la personalità, grazie alle avventure che vive e di chi incontra.
Stevenson fa in modo di farci seguire la vicenda anche quando Jim non e’ protagonista attivo: durante un dialogo tra pirati che stanno organizzando
un ammutinamento, Stevenson fa nascondere Jim in un barile facendolo assistere alla conversazione in modo che anche il lettore può seguire la
vicenda.

L'equipaggio dell'Hispaniola
IL DOTTOR LIVESEY. Lindo ed elegante, con la parrucca candida, gli occhi neri e vivaci e i modi cordiali. È il personaggio positivo del romanzo
ed è inoltre molto simpatico e con un vivo senso di moralità e di giustizia.
CAPITANO SMOLLETT. Tipo bisbetico, scontento e severo. Non gli difettano la decisione, la sincerità, l'esperienza dei mari.
ARROW, secondo ufficiale. Buon uomo di mare, ma debole di carattere, dà troppa confidenza al suo infido equipaggio. Si rivela rapidamente
come schiavo del vizio del bere. È strabico e ha due anelli alle orecchie.
REDRUTH, già guardacaccia del Conte Trelawney. Anziano e leale servitore del suo padrone, non esita a diventar marinaio.
DICK, marinaio. Giovane impulsivo e pronto a cambiar bandiera,
TOM e ALAN, marinai. Rimarranno fedeli al Capitano Smollett.
GRAY, marinaio. Un giovanotto in gamba destinato ad avere un brillante futuro.
HUNTER e JOYCE. Fedeli servitori del Conte Trelawney e da lui fatti imbarcare sull'Hispaniola.

I pirati
JOHN SILVER, uomo capace di usare le parole, ha un forte umorismo, e’ coraggioso e sa tirar fuori la violenza, ha 2 volti, privo di una gamba
BILLY BONES, fornisce il motore alla vicenda e’ il vecchio filibustiere, sporco, mani con cicatrici e anche lungo il volto.

CAN-NERO, privo di 2 dita nella mano sinistra


PEW, IL CIECO. Apparentemente è un mendicante lacero; in realtà è tra i più determinati e crudeli pirati.
JOB ANDERSON, nostromo. Subdolo traditore, ma esperto di navigazione, tanto da poter sostituire un secondo ufficiale.
ISRAEL HANDS, quartiermastro. Vecchio marinaio molto esperto, capace di far fronte a qualsiasi situazione e capace di qualsiasi crudeltà.
O'BRIEN O L'UOMO DAL BERRETTO ROSSO, Altro ceffo poco raccomandabile, nemico del protagonista, e destinato a fare la brutta fine che
effettivamente farà.
MORGAN. Molto vecchio e molto cattivo, dalla faccia color del mogano: è assetato di sangue e di vendetta.
GEORGE MERRY. Spilungone dagli occhi gialli, che tenta di sostituirsi al capo dei pirati.
HARRY, BEN, DIRK e JOHNNY. Semplici comparse nell'intricata vicenda, destinati alla morte o alla fuga.
CAPITANO FLINT, e’ il male, violento, privo del corpo perché morto, il mare porta via pezzi del corpo ai personaggi

Personaggi caratterizzati da menomazioni fisiche, quelli prima di John Silver costituiscono una specie di anticipazione a lui.

Altri personaggi
CONTE TRELAWNEY, Ricchissimo, colto, amante dell'avventura, eccellente tiratore: ha il difetto di presumere troppo dalle proprie intuizioni
psicologiche. E inoltre è un chiacchierone di prima forza: il che causerà una buona parte dei guai a cui andrà incontro l'equipaggio della nave da
lui noleggiata.
BEN GUNN, ex-pirata. È il personaggio più imprevedibile e interessante della vicenda, È stato abbandonato sull'isola dello Scheletro.
LA MADRE DI JIM. Buona donna, ignorante, testarda, attaccata al denaro. Rimane vedova sin dalle prime pagine del romanzo, continuando a
gestire la taverna «Ammiraglio Benbow». DONNE ESCLUSE DALL’AVVENTURA, abbiamo 2 donne mamma di Jim e moglie John Silver.
DANCE, ispettore di Polizia. Sorveglia la zona della Tana di Kitt. È zelante, attento, ligio al dovere.
DOGGER. È l'aiutante dell'ispettore Dance.
BLANDLY. È un accorto armatore che noleggia l'Hispaniola a Trelawney.

Saggio “My first book”


L’idea di questo romanzo la ebbe dopo aver disegnato una mappa in un viaggio verso gli Stati Uniti nel 1880. Stevenson aveva scritto altre opere
prima ma non aveva mai avuto successo. Nonostante avesse già scritto in passato fallendo, da quella mappa capisce ce questa nuova impresa
e’ destinata ad avere successo. Conta l’azione, lo stile dev’essere semplice senza troppa psicologia. A differenza Salgari e’ più complesso, si va a
leggere un vissuto di Salgari, Stevenson invece e’ facilmente leggibile da tutti, destinato all’infanzia ma che puo anche essere letto da adulti.
“L’ACQUA RUBATA DISSETA DI PIU” elementi che si legano all immaginazione frutto di una reazione provocata dalla lettura
Generazione del padre, ci sono suggerimenti che provengono dal bambino e dal padre di Stevenson che contribuisce con degli spunti.
La mappa e’ un elemento che ritorna anche nella storia, quella originaria la perderà dovrà quindi rifarla da zero. La mappa e’ il motore della
vicenda, l’autore deve conoscere il suo paese immaginario precisamente. Locanda luogo da cui parte.

Jim Hawkings compie una serie di esperienze che fanno evolvere il protagonista, importante il tema del viaggio, il fatto che sia lui il narratore fa si
che noi sappiamo già come va a finire la vicenda, cioè che ha un lieto fine.

Le tappe di evoluzione:
1) morte del padre (ruolo meno significativo rispetto al pirata Billy Bones, che quando arriva alla locanda rimane per diverso tempo equando
morirà Jim verserà più lacrime di quelle che aveva versato per il padre. L’arrivo di Billy scardina la quotidianità di Jim che gli permette di crescere)
2) Distacco dalla madre e la partenza per Bristol (inizio viaggio per isola del tesoro, luogo di scambio di storie si incrociano destini diversi, viaggio
tema che introduce percorso)
3) Incontro con John Silver (in una taverna al Cannocchiale gestita da lui) e inizio dell’avventura. Si incontrano nel capitolo 8, ma in realtà ci sono
richiami a lui già nei primi capitoli, figura che popola gli incubi di Jim.

TEMA DEL DOPPIO


Isola: luogo infantile ed edenico / luogo sinistro, stregato, demoniaco
Mare: azzurro e scintillante fino all'estremo orizzonte / minaccioso e meccanico
Hispaniola: agile, delicata / coperta di delitti, di sangue, di spettri, quasi vascello fantasma

L’avventura per mare permette di allontanarci da casa e rappresenta un viaggio come evoluzione a tappe.
John Silver rappresenta il male dei tempi moderni, ciò che seduce, ciò che affascina (differenza con Flint, male assoluto).
Stevenson non si pronuncia, non qualifica gli eventi come morali.
L’isola del tesoro ha inciso molto sia sulla letteratura che sul cinema, primo adattamento cinematografico 1908.

“The person’s of the tale” pubblicata su una rivista ma uscirà post mortem su un volume.

ROMANZO DI FORMAZIONE

L’Italia ha una situazione socio economica molto complessa, accesso alla scolarizzazione limitato. 1877 inchiesta sulla condizione del mezzogiorno
d’Italia condotta da Stevenson e Franchetti. 1879 Legge Luzzotto che si proporrebbe di limitare lo sfruttamento minorile (ha 2 conseguenze
devastanti: della sicurezza dei bambini, e della mancata scolarizzazione, non solo al sud).

Luigi Capuana: scrive racconti destinati all’infanzia, non si fa scrupoli a dire che lo fa per denaro, costruito con quelli che sono apparentemente gli
stilemi. Racconta di un bambino che perde il padre e mia in precedenza era stato abbandonato dalla madre, per estrema povertà. Perfetto
esempio. Rosso Malpelo: no formazione, tentativo di Malpelo di farsi come maestro, ma fuori dal romanzo di formazione.

D’Annunzio: contro la pedagogia della miseria (le disparita sociale evidenti che ci sono in un contesto come Italia fine 800, siano risolvibili in un
unico modo, cioè attraverso la beneficienza, non si viene neanche sfiorati dall’idea che si sia di fronte a un sistema ingiusto), i poveri non
meritano l’educazione perché sono moralmente abietti.
Scrive “La madia” disturbante descrive un interno famigliarizzato, donna ha 2 figli il più grande e’ malato, il più piccolo e’ sciancato e in una
condizione di disagio, i fratelli si odiano soprattutto quello grande odia il piccolo. La mamma cerca di soddisfare la richiesta del grande di
allontanare il piccolo, che vaga in cerca di elemosina, la madre cristiana va a messa, il piccolo si ricorda che nella madia (mobile per conservare il
pane) ci fosse pane, torna a casa per provare a prenderlo, il fratello stava dormendo, prova prendere il pane il grande si sveglia e lo uccide.
Neppure i bambini si salvano in questo contesto, moralmente inqualificabili, vero e proprio manifesto contro la pedagogia della miseria.

Carlo Collodi
Si mescolano le tradizioni. Collodi e’ uno pseudonimo (Carlo Lorenzini) conosce molto bene la letteratura per l’infanzia, ha tradotto numerosi
racconti di fate. Autore particolare in queste traduzioni che devono essere adattate, Lorenzini fa un operazione che e’ in realtà un adattamento.
Poi procede nella sua scrittura con “Giannettino” e “Minuzzolo”.

1881 “Le avventure di Pinocchio” che esce sul giornale per bambini, ottiene successo ma la vicenda si sarebbe dovuta concludere al 15esimo
capitolo con l’impiccagione di Pinocchio alla quercia, fugge dagli assassini dopo aver ignorato le ammonizioni del grillo parlante, salta un fosso,
arriva alla casa dove incontra la bambina dai capelli turchini morta, viene raggiunto dagli assassini e viene impiccato, e muore. Progetto narrativo
di Collodi. Un burattino disubbidiente, una serie di avventure, alcune sospese. C’e’ un problema riguardante Collodi che e’ un giocatore
compulsivo, perde molto denaro al giorno, quindi deve riprendere in mano questo progetto che sembrerebbe rendergli ancora soldi, cosi nel 1882
lo riprende fino al 36esimo capitolo diventando il romanzo attuale.
E’ un testo parodico, con riferimenti a molte opere: Divina commedia, Orlando furioso, Gerusalemme liberata, Morgante. E’ un romanzo di
formazione, ma e’ stato erroneamente letto come romanzo formativo, in realtà Pinocchio ha in se una grossa novità, introduce un doppio registro,
può essere letto e almeno in parte capito dai bambini, può essere letto e apprezzato da un adulto, e’ un testo POLIMORFICO, cambia aspetto a
seconda di chi lo legge. Si confronta con le emozioni e paure dei piccoli, soddisfa l’ironia degli adulti, l’autore e’ in disaccordo con la situazione
politica contemporanea e descrive nel romanzo situazioni che la ricordano. Pinocchio viene imprigionato innocente da un giudice che e’ una
scimmia, Pinocchio e’ fatto oggetto di soprusi da un mondo adulto che gli e’ ostile.
Episodio paese dei balocchi: viene attirato dall’omino di burro dal quale esce trasformato in ciuchino e venduto al mercato, quello che sfugge a
molti lettori e’ che quel modello di virtù di pulizia e ordine del paese delle api, vive comprando al mercato i ciuchini, vive di lavoro minorile, di coloro
a cui e’ negata la scuola.   

Collodi e’ un anarchico, esalta l’alterita dei suoi personaggi, anche se sempre viene pagato in modo caro. Nella versione completa, e’ inevitabile
che si tratti di un romanzo mortifero, il rapporto adolescenza morte (ritorna) il passaggio dall’adolescenza all’eta adulta dei romanzi che guardano a
pinocchio viene vissuto come una morte del bambino, fino all’ultimo Pinocchio scappa per non morire, infatti alla fine muore, il bambino vero
guarda il cadavere del burattino, il bambino vero e’ diventato un piccolo adulto.
-E’ la stessa idea che c’e’ alla base di Harry Potter, Voldemort e’ un adolescente che rifiuta di crescere. La descrizione del cadavere di Voldemort
dopo lo scontro ricorda la descrizione del burattino di pinocchio abbandonato sulla sedia in chiusura. Pinocchio e’ un romanzo di formazione
raccontando come un adolescente perde la polimorfa e accetta di diventare adulto.

2 interpretazioni diverse di Lucignolo: personaggio che non può essere ridotto alle regole e a un certo punto esce dal romanzo, la sua morte viene
vista come un rifiuto a crescere, oppure come una volontà di uscire dal romanzo.
Pinocchio si nutre di elementi vegetali. Pinocchio muore dopo essere nato diverse volte: come tronco da madre natura, come burattino da
Geppetto, e come bambino.. Pero’ il burattino non si trasforma in bambino, MUORE e nasce il bambino.

Giorgio Manganelli scrive un libro “pinocchio un libro parallelo” lo esamina capitolo per capitolo, e individua gli elementi salienti e disturbanti.
Guarda le anomalie dei personaggi. Guarda Geppetto, che in realtà non fa il burattino perché vuole compagnia, lo fa perché vuole denaro, per
esibirsi e girare il mondo, non e’ un atto di amore paterno, e’ puro interesse. Di Geppetto si sa pochissimo, vive in una casa con simboli
incomprensibili, un fuoco dipinto, delle scale che non portano da nessuna parte, e nessuno sa la sua eta. Ha una componente vegetale, si nutre e
sogna di nutrirsi con essi e lo farà fare anche a Pinocchio, e si impone a Mangiafuoco personaggio carnivoro. Loro due vorrebbero essere simili,
Mangiafuoco prova simpatia e pena per Geppetto. Altro elemento e’ che il peggior nemico di Pinocchio e’ il fuoco, rischia sistematicamente di
venire distrutto dal fuoco.

Pinocchio non e’ un romanzo che in qualche modo parli di una formazione felicemente riuscita. E’ un ribelle che cerca di non morire, alla fine si
arrende stremato dalla fuga.
In realtà Geppetto crea un personaggio che in qualche modo gli e’ similare, la natura vegetale, Geppetto e Pinocchio appartengono a una categoria
vegetare, Pinocchio mangia le pere, delle noci, anche Geppetto che lo veste con materiali vegetali (carta e cappello di pane), al contrario Mangiafuoco
e’ prettamente animale, fin dal nome richiama il peggior nemico di Pinocchio, il fuoco, ma c’e’ anche un riferimento nel suo nome di tenere lontano
il fuoco da Pinocchio, infatti lui non e’ cattivo e’ capace di commuoversi. Il fuoco minaccia sempre Pinocchio. Geppetto e Mangiafuoco sono due
personaggi della stessa medaglia.

Pinocchio viene arrestato 2 volte ingiustamente (giustizia distorta e programmaticamente iniqua) e dovrà confessarsi colpevole, (società che non
legittima i più deboli dalle frodi). Nel paese delle api industriose e’ legalizzato il lavoro minorile. Nel paese acchiappa citrulli e’ legalizzata l’usura e
la truffa, Pinocchio vede le vittime delle truffe. Società che non protegge i bambini, e neanche i cittadini (giustizia anomala).

E’ stato scritto prima ma ha caratteristiche che troviamo in Peter Pan, in Salgari e personaggi molto successivi. Caratteristica principale e’ la sua
incapacità di ricordare quello che succede (duello Peter Pan e Uncino, personaggi Salgari )

Pinocchio passa il romanzo a fuggire, la sua azione nel mondo e’ dettata da una serie di adulti a lui estranei, non lo capiscono, lui non gioca mai,
anche Geppetto che a modo suo gli vuole bene, non gli procura mai un giocattolo. Paese denso di elementi demoniaci (diversi da quelli inferici,
non tutto l’inferico ha provenienza malvagia, ma la fata dai capelli turchini ne fanno di lei inferica, capacita di metamorfosi, si trasforma in una
capra animale demoniaco per eccellenza, colore non del mondo).
La fata coi capelli turchini: vive in una casa millenaria sporca, si serve con oggetti sporchi, disagio e inquietudine, non capiamo esattamente che
tipo di creatura sia. tutto cio che e’ attorno a se e’ in continua trasformazione, una metamorfosi mortale. Il burattino non si trasforma mai, dentro il
ciuchino c’e’ il burattino, l’unica metamorfosi e’ quella della morte.

Collodi conosceva sicuramente Basile, elemento dell’orco civile, il Mangiafuoco ha quelle caratteristiche.
Il serpente: illogico, occhi di fuoco, vapore che esce dalla coda, muore dal ridere.

Pinocchio diventa un simbolo internazionale, e di propaganda legato al regime fascista, diventa un modello che compie azioni che ci si aspetta che
un bravo bambino fascista compia.

SECONDO MODULO

Evoluzione della fiaba che passando attraverso il fantastico porta al fantasy. In mezzo c’e’ la stagione fantastica fine 800 e primi decenni 900, che
scardina alcune caratteristiche tipiche della fiaba.

Calvino quando si trova a dover curare per Einaudi le fiabe italiane, si trova a riflettere sul meccanismo delle fiabe popolari. “Prefazione” (alla sua
raccolta di fiabe che raccoglie e seleziona con spirito documentario, riflessione sul migrare dei motivi da un genere all’altro). Elenca
caratteristiche della fiaba ma che entreranno a pieno titolo anche nel mondo del fantasy, mentre nel mondo del fantastico entreranno solo come
elementi che attestano un disturbo, elemento che dovrebbe testimoniare una certa condizione ma non siamo sicuri che la testimoni.
Fiabe popolari-meccanismo fiabe popolari-costruzione con una sintassi fiabe popolari-transito fantastico-arrivo al fantasy

Il fantastico e’ riconosciuto come genere letterario specifico, ci sono 2 testi che definiscono i paradigmi del fantastico Un manuale di Todorov e un
testo di Cesarani che delimitano i confini del fantastico. Il fantastico si pone come una semplice infrazione alle regole, la modalità che lo
caratterizza e’ quella che non solo infrange la regola ma la infrange in modo disturbante per il lettore. Todorov si pone il problema di definire quali
sono le caratteristi che permettono di definire un periodo dove il fantastico viene trattato in un certo modo da tutta la letteratura, legata al periodo
storico.

-Lo strano puro: più diffusa e facile da individuare appartiene, vicende inspiegabili, senza logica, inspiegabili nella realta, ma raccontate in contesto
credibile, non ci sono elementi oggettivi che la vicenda nel testo sia avvenuta con questa modalità. Nel fiabesco ogni elemento ha una determinata
funzione, nel transito al fantastico tutto quello che arriva di li non indica più una particolare situazione.
-Nel meraviglioso puro: il patto fra lettore e autore si modifica perché i confini della realtà si modificano.
Il fantastico e’ costruito per essere perturbante, nel caso del fantasy ci sono narrazioni molto vicine al fantastico, e porta ii lettore a determinate
regole che sono contrarie a quelle della realtà
-Fantastico puro: mescolanza fantastico e perturbante. Nel fantastico il lettore non e’ autorizzato a fare previsioni su come si conclude la vicenda.
Il fantastico e’ un momento che crea paura.

Freud costruisce un suo saggio sul perturbante a partire da un racconto di Hoffman,

Il fantasy affronta come la fiaba resta che non possono essere rappresentate, letti da giovani lettori.
Sadismo, necrofilia, pura funzione narrativa, no funzione di sfogo, (a differenza la fiaba ha scopo pedagogico).
Il perturbante e’ quando le nostre sicurezze vacillano. L’hovercraft dice che il materialiste e’ il migliore per scrivere il fantastico, la paura dell’ignoto
e’ l’elemento fondante (si incontra guardando dentro di se).

La differenza tra paura controllata e angoscia viene inserita da Freud in chiusura del saggio. Alice e Peter Pan sono fin dalla concezione destinati
all’infanzia, ma dominati da un senso d’angoscia. Differenza della sensazione che le diverse modalita suscitano nel lettore.

Carroll (Charles Dogson) “Alice nel paese delle meraviglie”


Anni in cui fotografia muove i primi passi, approccio con essa. Le opere dedicate ad Alice sono già mature, in quel momento era docente al
College di Oxford, e il direttore diventa intimo amico di Carroll, Liddell aveva 3 figlie, erano soliti compiere gite insieme, durante una gita in barca
1862 Carroll inventa una storia per intrattenere queste bambine, dedicata ad alice per compiere un viaggio sotto terra, le bambine insistono che
metta per iscritto la storia. Il manoscritto lo scrive nel 1864, verra poi conservato nella British Library.
E’ stato il primo a fornire illustrazioni alla sua opera, iniziamo a notare come la protagonista fosse immaginata dall’autore, totalmente diversa da
quella “attuale”, scura di capelli, Carroll ci fa capire che non era soddisfatto della Alice della sua storia. Incolla una fotografia di Alice Liddell quasi
come dedica. La storia del 64 ancora non e’ bella definita come quella che uscirà l’anno successivo, che viene sviluppata meglio aumentando la
lunghezza, toglie riferimenti alla famiglia Liddell, aggiunge personaggi e sviluppa la trama.
I rapporti tra Carroll e Alice furono molto freddi, infatti riscriverà alla famiglia per riavere il manoscritto, Carroll era accusato di pedofilia, quindi
l’allontanarsi da quell’alice simile a lei ponendone una bionda occhi azzurri e’ forse anche un modo per allontanarsi dalle accuse.
Prima di arrivare a essere “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie”, propongono “Alice tra le fate” e “Alice goldenour” non accolte.

Carroll ambienta la vicenda nei tempi in cui scrive. Alice sogna di seguire il coniglio ALBINO (una delle figure più ripresa anche in contesti
separati, diventa una sorta di icona che può essere riutilizzata in più contesti come “Matrix”), era illustrata da Sir Tenniel (calze, cerchietto,
grembiule bianco). Sono 12 capitoli in entrambi, con titoli ripresi da Masolino d’Amico, utilizza una gestione che risponde a modelli matematici.
Ci sono molti elementi che non tornano nella trasposizione cinematografica.
Libro 1865 basato sull’elemento delle carte, nella versione attraverso lo specchio gli scacchi (Harry Potter)

Alice nel paese delle meraviglie trama:


Inseguendo il coniglio cade in una buca profonda e questo mondo e le accadono le più improbabili disavventure (anche nella Disney). Cade nel
buco e arriva su un cumulo di foglie    con un corridoio e delle porte, non riesce ad aprirla, ma nota su un tavolino di vetro a 3 gambe una
chiavetta e una bottiglia con scritto bevimi, la beve si rimpicciolisce ma lascia la chiave sul tavolo, trova un pasticcino lo mangia diventa gigante
prende la chiave ma non passa dalla porta, piange allagando la stanza e appare il coniglio bianco con occhi rossi, un ventaglio e dei guanti
bianchi.
Ci sono elementi che non vengono ripresi oppure molto poco (Dodo). C’e’ anche un riadattamento dei nomi.
Il bruco importante, nel libro Alice canta, ma nel film canta una cosa più nota al pubblico italiano. Ricco di poesie, giochi di parole, indovinelli. E’
una sorta di poemetto a chiudere il secondo romanzo che ci fa capire come questi due testi fossero dedicati ad Alice Liddell perché c’era un gioco
di parole che richiamava il suo nome.
Duchesssa: lei culla un bambino che urla e starnutisce per l’aria e’ satura di pepe (ripreso in un videogiocò), c’e’ anche la cuoca che lancia
stoviglie, la duchessa lascia andare Alice che deve andare alla partita di cricket, le affida il bimbo che si trasforma in un maiale e scappa
Lepre Marzolina prende il the con il cappellaio matto, in compagnia di un ghiro, il cappellaio matto propone indovinelli ad Alice.
Alice vede i soldati fatti di carte, le picche in inglese sono le spade e giardinieri, i quadri i cortigiani della corte, i fiori sono le guardie, e i cuori i
principi di sangue reale. La regina di cuori invita Alice a giocare a cricket, c’e’ molta confusione riappare la duchessa che era momentaneamente
uscita da una prigione, e le presenta un animale per fare una zuppa (finta tartaruga).
Ha luogo un certo processo in cui Alice viene accusata, e si conclude con lei che si sveglia e torna alla goldeour.

Alice attraverso lo specchio:


sorta di sequel, lei dorme su una poltrona sul salotto e immagina cosa possa esserci oltre lo specchio

La fortuna di Alice, soprattutto il primo al cinema e’ stato notevole, i primi esempi di passaggio allo schermo sono antichi, il primo e’ un
cortometraggio del 1903 muto e bianco e nero con cartelli. Disney pensava a un riadattamento gia agli inizi della sua carriera, viene scelto
Biancaneve invece che Alice, per la concorrenza (1933 Stati Uniti), con Disney uscirà solo nel 1951. Alice diventerà anche una mini serie
televisiva.

ANIMAZIONE E FILM
-Cortometraggio Alice in Wonderland 1903
-Alice in Wonderland 1915: compare Humpty Dhumpty, Alice e’ con le illustrazioni di Teniel (bionda, calze, scarpe nere), scena Alice picnic con
sorella e sonnecchia.
-Mini serie 1923: solo ispirazione nella lettura di Carroll, rivisitazione diversa dall’originale, cartoonland
-Lo specchio magico 1936: cortometraggio animazione Walt Disney, topolino, oggetti animati, omaggi a Carroll (specchio, noce, carte da gioco,
regina cuori, inseguimento, risveglio), tendenza di Disney scompare completamente elemento inferico (come in Peter Pan, Pinocchio) che c’era in
“Alice sotto terra” con riferimenti a ansie e inquietudini.
-Adattamento 1951 Disney: doveva essere il primo lungometraggio di Disney, nel 38 (anno successivo di Biancaneve) prova a sviluppare l’idea e
il concept, il progetto era pronto nel 39 ma non era soddisfatto, riteneva che i 2 artisti avessero reso la rivisitazione troppo cupa e grottesca,
inoltre erano gli inizi della seconda guerra mondiale e le spese erano ingenti, quindi il progetto viene accantonato, nel 45 l’idea viene ritirata fuori
e Disney affida il progetto a Alius Axley, che riscrive da zero la sceneggiatura, ma Disney non e’ soddisfatto perché la trova troppo fedele al
romanzo di Carroll, risente troppo dell’elemento inferico, viene di nuovo accantonato. Anni 50 il progetto vede la luce grazie anche a Mary
disegnatrice. Grande successo, ma ci furono molto critiche perche visto come stravolgimento dell’originale. La versione originale era in bianco e
nero, i colori vennero aggiunti dopo.
-Film 1999: variante significativa dell’abbigliamento di Alice, trasposizione più fedele rispetto a Disney, vestito giallo, calze a righe, ha anche i capelli
più scuri, molto spesso Alice viene rappresentata più grande di quanto dovrebbe essere.
-Alice in Wonderland 2010: l’eta della ragazza e’ più grande (19 anni), scompare il grembiule, e risente della visione cinematografica di Tim Burton,
adattata a lui.
-Alice through the looking glass 2016: Tim Burton, sequel (ripresa “casa del tempo” di Basile)

OMAGGI
Alice nell’arte: Salvador Dali, su commissione, innumerevoli richiami su Alice. Alice nella musica: anche nei media e nella musica ci sono molti
richiami, “what you waiting for”, “you know me”, “prendimi cosi”, “sunshine”, Caparezza “Exuvia”.    Anche nei fumetti e’ molto presente, e nei
videogiochi come Alice McGee’s Alice, e Alice: Madness returns, molto iquietanti. Omaggi cinema e media: coniglio bianco elemento da inseguire
(“Matrix”, “Lost”), “Shining” Kubrick omaggio a Carroll (orso/coniglio inquietante, scena bambino col triciclo con gemelle vestite come Alice,
giardino labirinto con siepe e immagini scolpite come coniglio, campo da crocket).

Barrie “Peter Pan 1911”


Peter Pan del 1911 e’ frutto di una riscrittura fu concepita per la prima volta 1904 come testo teatrale. Ha meno trasposizioni rispetto Alice. Anche in
Peter Pan gli elementi inquietati sono rimossosi nell’opera della Disney.
Le avventure si svolgono in Neverland, con Wendy, John, e Michael, e poi le 3 fatine, e capitan Uncino. La tematica principale e’ il non voler
crescere, incarna il mito dell’eterna giovinezza.

Rapporto con “l’isola del tesoro”, i pirati di Stevenson sono diventati un esempio per molte opere letterarie successive e si sono imposte come
modello cinematografici (pirati dei Caraibi). Il rapporto tra Stevenson e Barry e’ particolare, Barrie e’ lettore di Stevenson, e sono amici che si
scambiavano lettere.

Ha avuto influenza nel panorama culturale contemporaneo, nei fumetti (Dylan dog, Martin Mystere). Uncino viene descritto come personaggio
letterato, le deformazioni del corpo di Stevenson sono simbolo di vissuto, come Uncino.

ANIMAZIONE
-Fin da subito il cinema rivisita quest’opera, film muto americano 1924 Peter Pan e’ affidato a un attrice scelta da Barrie (avrà un seguito in un
opera più recente dove Trilli viene impersonata da Giulia Roberts) che collabora alla scelta dei protagonisti.
-Le avventure di Peter Pan Disney 1953: quasi contemporaneo ad Alice 1951, anche questo fu presentato a un festival internazionale (Kan), Alice
era uno dei primi film pensati ma la lavorazione fu molto più lunga, Peter Pan ha un destino analogo, negli anni in cui Disney aveva iniziato a
valutare l’idea di portare sullo schermo Peter Pan, nel 35 pensa una prima trasposizione cinematografica, ma il copyright era ancora di del
hospital di Londra, a cui Barrie aveva lasciato i diritti d’autore della propria opera. Lo studio inizia verso gli anni 40 in parallelo a Bambi, Pinocchio
e Alice. Durante il periodo della progettazione fino alla trasposizione Disney prova molte possibilità. Nella prima versione mai realizzata il film
doveva partire con un lungo flashback (il 20 maggio del 40 Disney testimonia che doveva iniziare con Peter pan che andava da Wendy), altra
ipotesi era di far partire il film dal rapimento di Wendy (ma sarebbe stato troppo cupo). Inizio anni 40 il progetto subisce battuta d’arresta, Stati
Uniti entrano in guerra, i costi aumentano, non ci sono le risorse per lavorare a più film. Nel 45 la casa di produzione ricomincia a mettere in moto
la produzione, solo nel 47 viene ripreso in mano Peter Pan. Nelle fattezze di Trilli forse bisogna riconoscere Marilyn Monroe, e anche Margaret
Carry in omaggio.
-Ritorno all’isola che non c’e’ Disney 2002: sequel che riprende i personaggi di Barrie. Londra Wendy e’ cresciuta con 2 figli (Jane ed Annie), tenta
di tenere alto il morale dei bambini con le storie di Peter Pan, il padre e’ via per combattere, Jane sminuisce le storie, ci sono dei rapporti
famigliari tesi. Capitan Uncino ancora in cerca di vendetta irrompe nella loro casa, lui non si rende conto degli anni passati e rapisce Jane
pensando fosse Wendy per usarla come esca con Peter Pan.

FILM
-Hook 1991: lungometraggio, sorta di sequel si concentra su Peter (Robin Williams), che e’ cresciuto ed e’ diventato un avvocato con 2 figli, rapiti
da Uncino, quindi tornerà nell’isola che non c’e’ e sfiderà Uncino.
-Neverland 2004: centrale nel riuso di Peter Pan e’ la figura del suo autore, narra un certo periodo della vita di Barrie, Neverland non rappresenta
proprio l’isola ma più un luogo ideale che si cerca di raggiungere
-Pan viaggio sull’isola che non c’e’ 2015: rivisitazione bambino che non vuole crescere, ambientato durante la seconda guerra mondiale, c’e’ una
contaminazione tra l’inizio che non e’ come quello di Peter pan, e l’inizio del primo romanzo delle cronache di Narnia.
-Alice e Peter 2020: prequel delle storie di Alice e Peter Pan, Alice e Peter sono fratelli che usano l’immaginazione per allontanarsi dalla tragicità
della loro famiglia, dopo la morte del fratello maggiore in un incidente nel corso di un gioco in cui stanno giocando ai pirati, cade e affoga da una
barca (il galeone immaginario), sembrerebbe all inizio che la fantasia sia un elemento di pericolo.

Mari saggio Carroll


Mari si occupa di Carroll in un saggio (dove parla della tragedia di Turing), e un racconto, riferimento e’ Alan Turing era un matematico inglese
gay, dopo la guerra il governo impone varie misure cautelative per riconvertirlo all’eterosessualità, si suicida nel 1954 con una mela rossa intrisa di
cianuro. Carroll aveva questa passione alla fotografia verso i bambini soprattutto delle sorelle Liddell. Mari dice che Carroll arriva a distruggere
migliaia di foto infantili scattate in 25 anni, lo stesso Carroll forse avvertiva un ambiguità di fondo che non riusciva a gestire. Mari dice che aveva
vari comportamenti ossessivo compulsivi, era balbuziente, ossessionato dall’enigmistica, e un forte desiderio di regressione all’infanzia. Non sappiamo
esattamente perché distrugga le foto, se perché si sentisse in colpa, o per eliminare una storia lunga 25 anni.
-Carroll faceva imparare la matematica in rima che gli permetteva di non balbettare, finche arriva il direttore controfigura di Liddel, che proibisce di
lavorare cosi, quindi il maestro ricomincia a balbettare. Quando ricomincia ?

Primo aspetto che ci colpisce nel mondo in cui Alice precipita, tutte le regole a cui alice deve obbedire sono dettate da personaggi che si
contraddicono in continuazione, si muovono con assoluta sincerità ma sono totalmente sconnessi dalla realtà, il comportamento dei personaggi
non può soddisfare il bisogno di logica di Alice, bambina di grande buon senso seguendo una logica ferrea che trae conclusioni dalle esperienze
che fa, e sono sempre conclusioni coerenti con le premesse, mentre il mondo intorno a lei si muove al contrario, senza logica. Tanto Alice si sforma
di restaurare una logica interna e fornire spiegazioni che siano coerenti tanto più questa realtà le sfugge di mano.
Alice affronta da sola nuove esperienze, la sua indipendenza e solitudine sono totali, e’ molto cauta e matura perché e’ abituata a stare da sola. I
luoghi che attraversa abbiamo una descrizione molto vaga. Alice non perde mai la possibilità di tornare indietro.
Alice nel paese delle meraviglie: i personaggi reali si rivelano carte da gioco, mondo bidimensionale (nella slide e’ sbagliato)
Alice attraverso lo specchio: scacchiera elemento di logica ferrea, quasi ossessivo, in un contesto illogico, serve per ribadire questa logicità e
insistenza di alice nell’intervenire sulla realtà e dall’altra l’incoerenza della realtà rappresentata. Specchio rovesciato da scacchiera e i personaggi si
rivelano scacchi.

Ritroviamo in Alice una grammatica dei colori con alcune varianti:


-Il bruco blu il più freddo dei colori, vicino al turchino (colore passaggio di soglia, metamorfosi, putrefazione)
-Rosso e’ un rosso falso, dovrebbe essere sangue, passione, le rose sono bianche e vengono tinte
-Foglie verdi uno dei pochi elementi davvero naturali
-Coniglio bianco, bianco colore dell’iniziazione, identifica il viaggio di Alice come viaggio iniziale. Coniglio albino (occhi rossi) ed e’ un po
inquietante, molte delle ossessioni del coniglio bianco sono le ossessioni e preoccupazioni di Carroll.

La necessita per Alice di entrare in determinati luoghi, e’ sempre legata alla dimensione che Alice riesce ad ottenere.

Alice matura progressivamente, fa conto alla progressiva perdita di controllo del proprio corpo. E’ sola in un mondo che non risponde alle regole,
e deve affrontare fenomeni che nessuno le ha insegnato ad affrontare. Carroll fa molta attenzione a non costruire mai un vero proprio mondo.
Grammatica dei colori: bruco blu, rosso falso rose, verde foglie, coniglio bianco
Problema della lingua, nonsense, i personaggi condividono solo in apparenza il linguaggio che Alice conosce, Alice prova a rendersi conto che
saltano i meccanismi logici, ma si rende conto che saltano i significati dei singoli lemmi.

Peter Pan
Barrie come Carroll era solitario e un emarginato psicologico, ma a differenza di Carroll ebbe molto successo. Diventa ricco, famoso al vertice di
una delle scuole piu prestigiose.
L’eroe del romanzo di formazione ha i giorni contati, (anche Harry Potter diventa adulto accetta possibilità di morire e il suo destino di
invecchiare, diventando adulto perde capacita di intervenire in modo drastico nel mondo magico ma perde interesse nel mondo narrativo).
Si introduce nel romanzo fantastico quello che Freud chiamerà perturbante, Carlo Ginzburg vero erede della fiaba.

Infanzia: totale mancanza di memoria, da una innocenza (infanzia asessuata in Peter Pan), sostanziale incapacità di rapportarsi a un progetto
(infanzia lontano dalla crescita o capacita di procedere), i personaggi che corrispondono questo hanno caratteristiche di un certo tipo.

Romanzi d’iniziazione, passaggio eta infantile ed eta adulta hanno eredita dalla fiaba: ripristino identità ritrovata, finali con giustizia riguadagnata,
restituzione diritto e identità.

Giovanni Pascoli “il fanciullino” condivide molti aspetti con questi autori, e’ orfano, la differenza e’ che il fanciullo pascolano non e’ un immagine
mortifera, il bambino puo essere l’alieno assoluto, testimonia l’esistenza di un altro universo.

Cosa porta l’autore a scrivere Peter Pan?


Barrie proviene da famiglia nobile ma caduta in povertà, ha un fratello piu grande, molto intelligente ma muore in un incidente di pattinaggio,
madre colta da shock e rifiuta qualsiasi rapporto con il resto della famiglia, tutto il peso ricade sulla sorellina. Un giorno la sorella fa entrare lui
nella stanza della madre rinchiusa da un anno, e gli ricorda di avere un altro figlio. Barrie decide di passare il tempo nella stanza con lei incapace
di elaborare questo lutto, lui allora decide di diventare uguale a suo fratello morto e le promette che diventerà ricco e famoso come la madre
sperava sarebbe diventato il fratello. Barrie blocca la sua crescita, 1,50m , non diventerà mai maturo, nn avrà mai rapporti completi con una donna,
anche il suo aspetto fisico sembra un bambino con i baffi, e’ un infanzia congelata che si offre alla propria madre come fratello sostitutivo. Diventa
di successo, finisce l’università, diventa giornalista, e scrive 2 romanzi prima di Peter Pan “sentimentale Tommy” e “Tommy e Grizel” che
raccontano molto della sua vita.
Tommy e’ un personaggio che ha la stessa situazione psicofisica di lui, si innamora di una donna che non vuole fisicamente e la conduce vicino
alla follia, utilizza tutto cio che avviene nel suo contesto familiare, la sposerà. Tommi e’ anche un grande bugiardo e millantatore, costruisce realta
parallele, simula malformazioni o disabilita, manipolazione del prossimo. Hanno avuto all’epoca successo ma poi dimenticati.

1920 crampo dello scrittore crampo mano destra (come uncino), inizia a usare la mano sinistra, scrive “Mary Rose” versione piu cupa e
angosciante di Peter Pan.
Mary e’ figlia unica id una coppia di inglesi medi, la mamma di lei fa la stessa battuta che c’e’e all inizio di Peter Pan (dove viene fatta a Wendy
per dirle che deve crescere) mentre in Mary e’ angosciante e torna in tutto il testo, rimane infantile, senza memoria, e quando torna nella vita
reale e’ totalmente disorientata da arrivare a tentare di uccidere suo nipote.
Elementi fondamentali: condiviso odio verso crescita dei bambini. Anche quando Mary cresce rimane infantile, avrà un figlio che non vuole che
cresca, allora sparisce e quando torna sono tutti cresciuti ma lei si sente ancora 18enne.
Dalla critica fu vista in modo benevolo, anche se fuggendo crea un assoluto disagio intorno a lei.

manca terza ora

1943 “Il piccolo principe” altro esempio di infanzia congelata, incapacità di stabilire rapporti umani che vadano aldilà della semplice relazione, in
Alice i rapporti venivano continuamente indiscussi.
“Pierino Porcispino” bambino disubbidiente che viene disprezzato in modo intollerabile, ma alla fine morirà, opposto del piccolo principi
(malinconia ed empatia non c’e’ riferimento a deroga o punizione). Mari ha la capacita di scrivere racconti che sono saggi critici.

Racconto fantastico non ha funzione pedagogica, 800 pubblicati capolavori fantastici da Dracula a Frankestein, basi del genere a livello Europeo.
Mary gioca su questo, “il vampiro” e “frankestein” sono stati concepiti e scritti nel corso di una gara che avviene in una notte in una villa in
Svizzera che coinvolge Byron Polidori e shelley
Delle 4 novelle, 2 passeranno alla storia scritte da chi non aveva il prestigio di Byron. Mary riflette, “il vampiro” di Polidori (sembrava un ritratto
impietoso di Byron)

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