Il re di Cipri, da una donna di Guascogna trafitto, di cattivo1
valoroso diviene. [...] (4) Dico adunque che ne’ tempi del primo re di Cipri, dopo il conquisto2 fatto della Terra Santa da Gottifré di Buglione3, avvenne che una gentil donna4 di Guascogna in pellegrinaggio andò al Sepolcro, donde5 tornando, in Cipri arrivata, da alcuni scelerati uomini villanamente fu oltraggiata. (5) Di che ella senza alcuna consolazion dolendosi, pensò d’andarsene a richiamare6 al re; ma detto le fu per alcuno che la fatica si perderebbe7, per ciò che egli era di sì rimessa vita e da sì poco bene8, che, non che egli l’altrui onte con giustizia vendicasse, anzi infinite con vituperevole viltà a lui fattene sosteneva9, in tanto che chiunque aveva cruccio alcuno, quello col fargli alcuna onta o vergogna sfogava10. Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020) (6) La qual cosa udendo la donna, disperata della vendetta11, a alcuna consolazione della sua noia propose di voler mordere la miseria del detto re12; e andatasene piagnendo davanti a lui, disse: «Signor mio, io non vengo nella tua presenza per vendetta che io attenda della ingiuria13 che m’è stata fatta; ma in sodisfacimento di quella14 ti priego che tu m’insegni come tu sofferi quelle le quali io intendo che ti son fatte, acciò che, da te apparando, io possa pazientemente la mia comportare15: la quale, sallo Idio16, se io far lo potessi, volentieri te la donerei, poi così buono portatore ne sé17». (7) Il re, infino allora stato tardo e pigro, quasi dal sonno si risvegliasse, cominciando dalla ingiuria fatta a questa donna, la quale agramente vendicò18, rigidissimo persecutore divenne di ciascuno che contro allo onore della sua corona19 alcuna cosa commettesse da indi innanzi20 (Decameròn I IX, §§ 4-7). Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020) La riscrittura di Lionardo Salviati (Avvertimenti, 1584)
(4) Dico adunque che ne’ tempi del primo re di Cipri,
dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifré di Buglione, avvenne che una gentil donna di Guascogna in pellegrinaggio andò al Sepolcro, donde tornando, in Cipri arrivata, da alcuni scelerati uomini villanamente fu oltraggiata (Bocc).
(4) Dico dunche1 che al tempo del primo re di Cipri,
doppo che Gottifredo Buglione ebbe racquistata la Terra Santa, accadde ch’una gentil donna di Guascogna andò in pellegrinaggio al Sipolco2: e nel tornarsene, essendo giunta in Cipri, da certi ribaldi gli fu fatta villania (Sal.).
Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020)
(5) Di che ella senza alcuna consolazion dolendosi, pensò d’andarsene a richiamare al re; ma detto le fu per alcuno che la fatica si perderebbe, per ciò che egli era di sì rimessa vita e da sì poco bene, che, non che egli l’altrui onte con giustizia vendicasse, anzi infinite con vituperevole viltà a lui fattene sosteneva, in tanto che chiunque aveva cruccio alcuno, quello col fargli alcuna onta o vergogna sfogava (Bocc).
(5) Di che ella non si potendo3 dar pace, fece pensiero
d’andarsene al re; ma gli fu detto da certi ch’ella perderebbe il tempo, perch’egli era sì vile e sì dappoco, che, non ch’e’ gastigassi4 chi faceva villania agli altri, e’ comportava che gliene fussin5 fatte a lui infinite ognindì, con una dappocaggine troppo vituperosa6; talmente che com’uno aveva punto di stizza, se la cavava addosso a lui col fargli qualche bischenca o qualche vergogna (Sal.).
Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020)
La riscrittura di Aldo Busi (1990)
(4) Dico adunque che ne’ tempi del primo re di Cipri,
dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifré di Buglione, avvenne che una gentil donna di Guascogna in pellegrinaggio andò al Sepolcro, donde tornando, in Cipri arrivata, da alcuni scelerati uomini villanamente fu oltraggiata (Bocc).
(4) Ai tempi del primo re di Cipro, dopo che Goffredo di
Buglione aveva conquistato la Terrasanta, una gentildonna di Guascogna, ritornando dal pellegrinaggio al Santo Sepolcro, fu oltraggiata a Cipro in modo vergognoso da alcuni delinquenti (Busi).
Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020)
(5) Di che ella senza alcuna consolazion dolendosi, pensò d’andarsene a richiamare al re; ma detto le fu per alcuno che la fatica si perderebbe, per ciò che egli era di sì rimessa vita e da sì poco bene, che, non che egli l’altrui onte con giustizia vendicasse, anzi infinite con vituperevole viltà a lui fattene sosteneva, in tanto che chiunque aveva cruccio alcuno, quello col fargli alcuna onta o vergogna sfogava (Bocc).
(5) Siccome la cosa non le era proprio andata giù, decise
di lamentarsene col re in persona. Le dissero che era fatica sprecata, perché il re era fiacco e così insignificante che non solo non puniva le offese fatte a altri ma sopportava con schifosa vigliaccheria quelle fatte a lui stesso, tanto che chiunque avesse un boccone amaro di traverso glielo vomitava addosso senza temere alcuna conseguenza (Busi). Storia della lingua italiana A (a.a. 2019/2020)